Dalla prestigiosa sede di Garage Italia, ecco come &egrave; andata&nbsp;la grade festa del motorsport italiano

Caschi d&#39;Oro e Volanti ACI 2018: il video della cerimonia

Al via la 53ma edizione dei Caschi d&#39;Oro. Ospite d&#39;onore sar&agrave;&nbsp;Il 21enne Leclerc che&nbsp;protagonista di una valida stagione di esordio in F.1 sulla Sauber, s&rsquo;&egrave; gi&agrave; messo in evidenza nei test con la Ferrari, dove sostituir&agrave; Raikkonen

Caschi d'Oro 2018: tra storia e futuro

L a grande festa del motorsport pu&ograve; cominciare. La prestigiosa sede di Garage Italia, a Milano, stasera sar&agrave; teatro della 53&ordf; edizione dei Caschi d&rsquo;Oro di Autosprint, la notte degli Oscar degli sport motoristici che quest&rsquo;anno sancendo un grandissimo gemellaggio va in scena assieme ai Volanti ACI dando vita a una grandissima festa per le corse.  L&rsquo;evento, come di consueto, rende onore ai protagonisti della stagione appena conclusa, celebrando i campioni che hanno raccolto successi in campo internazionale e nazionale. &Egrave; il nuovo capitolo di una storia che va avanti dal 1966, dalla prima edizione vinta da Jack Brabham. Il britannico, pur di essere presente alla cerimonia, affront&ograve; dall&rsquo;Inghilterra all&rsquo;Italia un viaggio lunghissimo, prendendo un treno, un traghetto e infine ancora un altro treno.  Altri tempi, altre epoche, ma che hanno contribuito a rafforzare il mito della &ldquo;statuetta&rdquo; facendola vivere per tutti questi anni, diventando oggetto del desiderio tra i piloti. L&rsquo;hanno stretta campioni come Ayrton Senna, Alain Prost, Jacques Villeneuve, Mika Hakkinen e Michael Schumacher... L&rsquo;ha vinta Zanardi, perch&eacute; non &egrave; solo un riconoscimento alla vittoria in pista, ma molto di pi&ugrave;: il simbolo di quello che significa essere campioni attraverso i traguardi raggiunti con il piede destro e anche nella vita fuori dai circuiti.  Per l&rsquo;edizione 2018 &egrave; attesa una vera parata di stelle a partire dallo sguardo sul futuro che i Caschi d&rsquo;Oro daranno. Charles Leclerc e Antonio Giovinazzi sono tra gli invitati. Il giovanissimo monegasco, dopo aver vinto i titoli in in GP3 e F2 e aver concluso a pieni voti l&rsquo;anno di apprendistato in Sauber, &egrave; stato chiamato dalla Ferrari. Sar&agrave; il compagno di squadra di Vettel per il 2019 e avr&agrave; l&rsquo;arduo compito di sopportare la pressione di guidare per la Rossa di Maranello e confermare il suo talento in un team che punta a vincere il campionato. Storia all&rsquo;opposto &egrave; quella di Giovinazzi. Il ragazzo di Martina Franca ne ha fatta di gavetta, ma finalmente &egrave; arrivato il suo turno.  Stare nell&rsquo;orbita Ferrari gli &egrave; servito per maturare e farsi le ossa e da terzo pilota, ha accumulato esperienza tra simulatore, test e turni di prove libere, ma dopo anni passati in panchina si &egrave; guadagnato il posto da titolare in Sauber facendo ritornare l&rsquo;Italia sulla griglia di partenza di F.1. I (si spera) futuri campioni, saranno ovviamente accompagnati dai divi del momento. La Mercedes &egrave; stata, ancora una volta, la mattatrice dell&rsquo;anno. Da quando la F.1 &egrave; entrata nell&rsquo;era ibrida si sono disputati 100 GP e le Frecce d&rsquo;Argento hanno lasciato agli avversari solo le briciole. La squadra di Brackley sar&agrave; rappresentata da Aldo Costa, l&rsquo;ingegnere italiano che, dopo anni di successi, ha deciso di fare un passo indietro dopo la firma sulla W10, la monoposto della Stella dell&rsquo;anno prossimo. Il Mondiale appena concluso &egrave; stato amaro per i tifosi della Ferrari, che hanno visto sfumare i sogni iridati con il passare dei GP dopo un avvio fulminante. A Maranello, per&ograve;, hanno tutta l&rsquo;intenzione di riprovarci e Maurizio Arrivabene sar&agrave; sul palco con la ferma intenzione di ribadire il concetto che il Cavallino Rampante non si arrende e anzi si sta preparando per la stagione della definitiva riscossa con la Rossa 2019 che sta nascendo nel Reparto Corse. I Caschi d&rsquo;Oro sono presente e futuro, ma anche passato. I Caschi d&rsquo;Oro Legend esistono appositamente per celebrare e personaggi che hanno contribuito a scrivere le pagine di storia del motorsport: Jean Alesi, Gerhard Berger, Arturo Merzario faranno rivivere a chi seguir&agrave; la cerimonia i fasti dei loro tempi. Infine, toccher&agrave; ai Caschi Tricolore premiare i piloti protagonisti dei campionati italiani, ma non &egrave; finita qui, perch&eacute; tanti altri invitati speciali non mancherano. Tutti gli ospiti saranno accolti dal direttore di Autosprint, Andrea Cordovani e dal presidente dell&rsquo;Automobile Club d&rsquo;Italia Angelo Sticchi Damiani.  Sar&agrave; possibile seguire la cerimonia tramite la diretta Facebook trasmessa sulla pagina ufficiale di Autosprint dalle 20.30 

Il 21enne Leclerc l&rsquo;ospite pi&ugrave; atteso: protagonista di una valida stagione di esordio in F.1 sulla Sauber, s&rsquo;&egrave; gi&agrave; messo in evidenza nei test con la Ferrari, dove sostituir&agrave; Raikkonen

Viaggio nel futuro con i Caschi d&#39;Oro

I l Campionato del Mondo di Formula 1 del 2019 sar&agrave; molto importante per i colori italiani. Antonio Giovinazzi prender&agrave; posto sulla griglia di partenza, sedendosi al volante della prossima monoposto realizzata dalla Sauber, ponendo cos&igrave; fine a un&rsquo;astinenza di piloti &ldquo;azzurri&rdquo; nella classe regina dell&rsquo;automobilismo sportivo che durava da troppi anni. Se il Tricolore ritrova un posto in griglia nel Circus con un suo pilota, una buona fetta del merito &egrave; da assegnare al presidente dell&rsquo;ACI Angelo Sticchi Damiani e ad Aci Team Italia che ha supportato la carriera del ragazzo pugliese. Da Martina Franca, suo paese di origine, il quasi 25enne (domani il compleanno: auguri!) ne ha fatta di strada e di gavetta per arrivare a conquistarsi il ruolo da titolare.  Come tanti ha iniziato da giovanissimo con i kart, vincendo il titolo nazionale e quello europeo nella classe 60cc, ma proprio come tanti ha trovato difficolt&agrave; nell&rsquo;emergere perch&eacute; all&rsquo;inizio della sua carriera ha avuto solo il supporto dei genitori e non di sponsor dalle borse con infinite disponibilit&agrave; economiche. Ma come pochi il suo talento ha fatto la differenza. ACI Team Italia aveva intravisto&nbsp;le qualit&agrave; del ragazzo e l&rsquo;ha supportato fino all&rsquo;esordio in Formula 1, con il presidente Angelo Sticchi Damiani che ha seguito l&rsquo;operazione con grande passione.  La consacrazione arriva dopo la vittoria a Monza, in GP2, nel 2016. Le sue prestazioni non passano inosservate, soprattutto agli occhi di Marchionne. Il manager italo-canadese, scomparso quest&rsquo;anno, lo prende per portare avanti il progetto di rinnovamento del Reparto Corse della Ferrari e dal 2017 diventa il terzo pilota per la Rossa. Simulatore, test, invernali, poi la prima grande occasione, quando ha sostituito nelle prime due gare del campionato 2017 l&rsquo;infortunato Pascal Wehrlein in Sauber. Il suo debutto in Australia ha messo fine a un&rsquo;assenza di piloti italiani che durava dal novembre 2011 in Brasile. Il secondo GP, in Cina, concluso a muro prima di cominciare, ha rischiato di bruciare Antonio troppo presto, ma il pugliese non si &egrave; arreso alle critiche.  Alle prime esperienze da titolare, &egrave; seguito un&rsquo;altra lunga panchina, condita da apparizioni nelle prove libere, al volante della monoposto svizzera e per la Haas, in attesa di quel desiderato posto fisso, per avere la quella continuit&agrave; che &egrave; l&rsquo;unica condizione per dimostrare a tutti di essere tra i piloti pi&ugrave; veloci della terra a pieno titolo. Sedile, finalmente, arrivato. La nuova generazione delle monoposto di F1, quelle nate con le regole aerodinamiche che, in teoria, dovrebbero favorire i sorpassi, lo attendono e quando quelle cinque luci rosse si spegneranno, l&rsquo;Italia tifer&agrave; per lui. A Milano, nella sede di Garage Italia, briller&agrave; tra le tante stelle anche la sua nella serata che Autosprint e l&rsquo;Automobile Club d&rsquo;Italia hanno riservato ai protagonisti delle quattro ruote. I Volanti ACI e i Caschi d&rsquo;Oro saranno il punto di incontro ideale della festa che sancisce a pieno titolo l&rsquo;inizio di una nuova fase della carriera di Giovinazzi.   

Antonio Giovinazzi, dai kart a titolare Sauber col prezioso sostegno di Aci Team Italia

Giovinazzi, dalla Puglia con ardore (e tanto talento)

I Caschi d&rsquo;Oro celebrano i campioni di oggi, ma anche quelli di ieri. La storia ha radici profonde che vanno raccontate, perch&eacute; grande &egrave; il presente proprio in virt&ugrave; del suo passato. La notte di gala del motorsport non dimentica di dare il giusto merito a chi ha contribuito a scrivere l&rsquo;epica degli sport motoristici e a Garage Italia, sede dell&rsquo;evento, si salir&agrave; su una ideale macchina del tempo per riviere le imprese dei miti del passato.  Per qusto Autosprint, gemellata in questa occasione con i Volanti d&rsquo;Oro ACI, riserva come di consueto i Caschi d&rsquo;Oro Legends ai miti che furono. Tra le di loro ci sar&agrave; Arturo Merzario. L&rsquo;ex pilota classe 1943 ha corso praticamente in tutte le categorie: dal turismo, passando per gli sport-prototipi, fino alla Formula 1. E facendo sempre la differenza guidando per i marchi pi&ugrave; importanti come Alfa Romeo, Abarth e Ferrari.  Ma il coraggio non l&rsquo;ha dimostrato solo a suon di sorpassi, il suo nome &egrave; legato a uno dei campioni del mondo pi&ugrave; famosi. Nurburgring, Gran Premio di Germania di Formula 1 del 1976, iniziate a ricordare? Fu proprio Merzario a lanciarsi verso l&rsquo;abitacolo in fiamme della Ferrari 312 T2 per estrarre Niki Lauda prima che il fuoco lo divorasse completamente, salvando la vita al pilota austriaco.  Dagli anni &lsquo;70 poi si compie un salto fino ai &lsquo;90 con Gerhard Berger e Jean Alesi. I due piloti hanno raggiunto il massimo della popolarit&agrave; quando sono stati al volante delle Ferrari: l&rsquo;austriaco in due riprese, dal 1987 all&rsquo;89 prima e dal &lsquo;93 al 95 poi, il francese dal 1991 al 1995. Non erano esattamente gli anni migliori di Maranello, quel decennio &egrave; stato dominato da McLaren, Williams e Benetton, ma nonostante le difficolt&agrave; hanno saputo fare breccia nel cuore dei fan, non solo della Rossa.  Sono stati tra le coppie pi&ugrave; longeve, in F.1, per la scuderia del Cavallino e la loro fama la devono ai risultati ottenuti con mezzi non performanti come la concorrenza dell&rsquo;epoca e all&rsquo;extra pista, per la loro capacit&agrave; di essere pi&ugrave; &ldquo;umani&rdquo; rispetto agli altri piloti. Berger, che oggi ricopre il ruolo di presidente del&rsquo;ITR, la societ&agrave; organizzatrice del DTM, &egrave; diventato famoso per gli scherzi che amava fare ai compagni per allentare la pressione e provare a vivere le gare con pi&ugrave; leggerezza. Alesi, dal canto suo, &egrave; diventato da subito beniamino dei ferraristi per le sue origini italiane, il carattere combattivo e quella sfortuna che gli ha fatto conquistare troppo poco rispetto a quello che, forse, avrebbe meritato.  La vittoria in Canada nel 1995, la sua unica in carriera, resta il momento che l&rsquo;ha fatto entrare definitivamente nel cuore dei tifosi perch&eacute;, grazie a quel primo posto, Maranello interruppe il digiuno record di 67 gare senza successi. L&rsquo;austriaco, alla fine della sua esperienza in Ferrari, ha portato a casa 5 vittorie delle 10 in carriera. 

Per tre anni insieme alla Ferrari: nel 1995 Jean ottenne l&rsquo;unica vittoria in Formula 1

Alesi e Berger, &ldquo;legend&rdquo; in rosso&nbsp;

La straordinaria alba di un nuovo Mondiale di Formula Uno raccontata nell&rsquo;esclusiva Guida di Autosprint in edicola da marted&igrave; 20 marzo. Mettiamo sotto la lente d&rsquo;ingrandimento una stagione che si annuncia davvero spettacolare, con Mercedes e Ferrari a giocare da protagoniste in una vera rivincita dopo le grandi battaglie della prima parte del 2017.&nbsp;  TUTTI I PILOTI E LE MONOPOSTO - In uno speciale focus passiamo in rassegna team e piloti al via del campionato: speranze e ambizioni dei protagonisti, possibili sorprese, sorvegliati speciali. 84 pagine per capire meglio come si svilupper&agrave; il campionato che scatta in Australia. In omaggio un poster della Ferrari SF71H in azione durante i test invernali a Montmelo e i circuiti e gli orari per seguire tutti i Gp della stagione su Sky F.1 

Sar&agrave; in edicola da marted&igrave; 20 marzo insieme a un poster della nuova Ferrari SF71H &nbsp;

Mondiale F1 2018: non perdere la Guida di Autosprint!

Non siamo ancora a fine gennaio, ma tra gli appassionati si colgono gi&agrave; segni di (in)sofferenza, per l&#39;astinenza da Formula 1 che dura dall&#39;ultima gara di Abu Dhabi a fine novembre scorso. Un&#39;attesa che durer&agrave; ancora un mese circa, anche considerando le prossime presentazioni delle monoposto nonch&eacute; eventuali &quot;filming day&quot;, e che terminer&agrave; con l&#39;arrivo delle macchine in pista in occasione dei test precampionato a Barcellona.  Approfittiamo dunque dell&#39;aggancio tematico per ricordare quali saranno tali date: dal 26 febbraio al 1 marzo per il primo turno e dal 6 al 9 marzo per il secondo turno, entrambi di quattro giornate. Mentre la prima gara sar&agrave;, come da tradizione degli ultimi anni, a Melbourne per il GP d&#39;Australia nel weekend del 25 marzo. Altre prove fuorigara saranno invece i giorni 15 e 16 maggio ancora a Barcellona, quindi il 31 luglio e 1 agosto a Budapest.  &Egrave; in queste occasioni che sar&agrave; possibile vedere le nuove Formula 1 con le loro novit&agrave; anche generali, per via delle modifiche regolamentari rispetto alla stagione 2017. Su tutte sta ovviamente la presenza del discusso sistema di protezione Halo (qui ne parla James Key) con annesse alette e colorazioni, ma non sar&agrave; l&#39;unico cambiamento, seppur quello pi&ugrave; evidente all&#39;occhio. Vedremo come i progettisti avranno saputo affrontare le nuove regole su &quot;monkey seat&quot;, &quot;pinne&quot; e T-wing (non &egrave; detto spariranno davvero) e come si comporteranno le nuove Pirelli con maggiore diversificazione di colori e mescole (saranno 7 di tipo slick) fra le quali attira molto interesse la nuova hypersoft &quot;rosa&quot;.  Da un punto di vista di regolamento sportivo anzich&eacute; tecnico, ricordiamo innanzitutto che il massimo teorico di power unit da utilizzarsi in tutta la stagione passa da 4 a 3. Vedremo se ci&ograve; causer&agrave; un inasprimento nell&#39;applicazione delle conseguenti penalit&agrave;, qualora si dovesse ricorrere ad ulteriori elementi. Comunque anche l&#39;applicazione delle suddette penalit&agrave; con relativi arretramenti in griglia, sar&agrave; leggermente differente: alle solite norme si aggiunge quella per cui chi perder&agrave; 15 o pi&ugrave; posizioni, partir&agrave; in ogni caso dal fondo dello schieramento (se capiter&agrave; a pi&ugrave; di un pilota, si seguir&agrave; l&#39;ordine cronologico della penalizzazione).  Vedremo se questa nuova regola porter&agrave; a una complicazione oppure a una semplificazione nella stesura degli schieramenti, ma comunque dovrebbe penalizzare un po&#39; di pi&ugrave; chi ne approfittava per sostituzioni massive, in virt&ugrave; del fatto che pi&ugrave; di 20 posizioni non si potevano perdere e che oltretutto sovente gli veniva posizionato alle spalle qualcuno anche con meno penalit&agrave;. A meno che non si tratti di uno dei piloti/team pi&ugrave; veloci: saranno i pi&ugrave; colpiti, visto che un eventuale polesitter penalizzato di 15 posti, in realt&agrave; ne perderebbe una ventina (e a quel punto tanto vale accumulare pi&ugrave; penalit&agrave;).  Insomma, sebbene i cambiamenti di quest&#39;anno siano minori rispetto a quanto visto a inizio 2017 (per quanto l&#39;Halo potrebbe risultare piuttosto indigesto), in ogni caso c&#39;&egrave; ancora qualche incertezza su come influiranno effettivamente sulle gare e sulla competitivit&agrave; delle varie squadre. Dubbi che verranno risolti (o forse no&hellip;) solo quando troveremo effettivamente le monoposto edizione 2018 in pista. 

In attesa del ritorno delle monoposto in pista a Barcellona, ricordiamo quali sono le date e le novit&agrave; per la stagione entrante

Poco pi&ugrave; di un mese alla nuova Formula 1

La Pirelli parla senza mezzi termini di &quot;arcobaleno di mescole&quot;, e in effetti ha tutti i motivi per farlo. Come avevamo gi&agrave; anticipato anche sul nostro settimanale cartaceo, tra le 9 tipologie di gomme presentate oggi ad Abu Dhabi e programmate per la stagione 2018 (considerando anche le due da bagnato) arrivano infatti due nuove mescole: la superhard con banda arancione e la hypersoft contraddistinta dal colore rosa. Come fa intuire il nome, i due compound si posizionano alle due estremit&agrave; della gamma: uno pi&ugrave; duro della hard che acquisir&agrave; il colore &quot;ice blue&quot;, l&#39;altro pi&ugrave; morbido ancora della ultrasoft viola.    Va oltretutto detto che l&#39;intera gamma &quot;slitter&agrave;&quot; di uno step verso un maggior grado di morbidezza, per cui &egrave; facile prevedere che la stagione 2018 sar&agrave; ancor pi&ugrave; veloce di quanto gi&agrave; visto quest&#39;anno. Dunque la P-Zero &quot;pink hypersoft&quot; sar&agrave; la gomma pi&ugrave; morbida mai prodotta dalla Pirelli per la Formula 1, destinata in particolare a circuiti come quello di Montecarlo dove i pneumatici sono poco sollecitati e allo stesso tempo si ricerca il massimo grip &quot;meccanico&quot;. Inoltre la scelta di ammorbidire le mescole dovrebbe offrire maggiori opportunit&agrave; strategiche in gara, dopo che nelle ultime gare la mescola pi&ugrave; dura delle tre disponibili &egrave; stata praticamente sempre ignorata.  Anche i pneumatici da pioggia saranno rinnovati, mantenendo comunque gli stessi colori (verde per gli intermedi e blu per i full wet), e le nuove Pirelli slick hypersoft (il cui nome &egrave; stato stabilito mediante un sondaggio via internet) verranno collaudate per la prima volta nei due giorni di test collettivi che si terranno sempre ad Abu Dhabi tra cinque giorni. Poi sar&agrave; tutto rimandato ai test prestagionali di Barcellona a fine febbraio.    &laquo;Le modifiche sono pi&ugrave; contenute rispetto al 2017, quando le dimensioni dei pneumatici sono aumentate del 25% per adattarsi meglio alla nuova generazione di monoposto - ha spiegato il responsabile corse di Pirelli, Mario Isola -. Siamo comunque lieti di presentare alcune importanti novit&agrave; nella nostra gamma, con mescole pi&ugrave; morbide e performanti e con l&rsquo;introduzione della nuova hypersoft. Ci siamo accorti che, date le circostanze uniche di quest&rsquo;anno, il nostro approccio nello sviluppo dei pneumatici 2017 &egrave; stato forse prudente. Per il 2018, invece, la gamma risponde all&#39;esigenza di effettuare circa due pit-stop nella maggior parte delle gare. La costruzione base dei pneumatici non ha sub&igrave;to molti cambiamenti e conserva le caratteristiche gi&agrave; apprezzate dai piloti quest&rsquo;anno, per la possibilit&agrave; di spingere al massimo sia con gomma nuova che usata. I nuovi pneumatici, pi&ugrave; veloci e performanti, potrebbero portare nel 2018 a gare ancora pi&ugrave; combattute e spettacolari&raquo;.     

Arrivano la superhard arancione e la hypersoft rosa in una gamma di 7 pneumatici slick che, &quot;ammorbiditi&quot; di uno step, saranno ancor pi&ugrave; veloci

Gomme Formula 1 2018: Pirelli lancia un arcobaleno di mescole

La Dakar 2018 segner&agrave; il decennale del trasferimento in sud America del rally raid nonch&eacute; la quarantesima edizione della corsa. La lunga marcia d&#39;avvicinamento al 6 gennaio 2018 &egrave; gi&agrave; iniziata. Si partir&agrave; da Lima, dopo tre giorni dedicati alle verifiche. Quello del Peru &egrave; un ritorno, dopo 5 anni.  E dalla capitale peruviana la direttrice verso su porter&agrave; la carovana a La Paz, in Bolivia, sede della giornata di riposo, prima del rush finale alla volta dell&#39;Argentina, con la chiusura a Cordoba il 20 gennaio.  Quattordici frazioni, una tappa marathon, prove interamente tra le dune del deserto di Ica e una sequenza sulle Ande inedita. Sono i primi dettagli rilanciati dalla conferenza stampa di presentazione. Il percorso sar&agrave; presentato nella sua interezza come di consueto a fine novrembre. Dal prossimo 15 maggio, invece, si apriranno le iscrizioni.  Due mesi fa, a Buenos Aires, a festeggiare &egrave; stato lo squadrone Peugeot con il monopolio del podio tra le auto - Stephane Peterhansel davanti a Sebastien Loeb e Cyril Despres - Sam Sunderland su KTM tra le moto.  Dakar 2017, la 13ma di Peterhansel 

Dopo 5 anni il raid torna a nord-ovest. Quattordici tappe, 1 marathon, il giorno di riposo a La Paz e la chiusura a Cordoba per la prima volta

9 risultati per '2018'

Caschi d'Oro e Volanti ACI 2018: il video della cerimonia

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Giovinazzi, dalla Puglia con ardore (e tanto talento)

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Dakar 2018, si parte dal Peru