E&#39; l&#39;uomo al centro delle cronache pi&ugrave; recenti legate ai futuri assetti che la Formula 1 decider&agrave; di darsi, Ross Brawn. Plasmare le caratteristiche della categoria, migliorare lo spettacolo, sarebbe il solo ruolo al quale direbbe s&igrave;, un ritorno in quel mondo che lo ha visto raccogliere successi tra Benetton, Ferrari e Brawn GP, fino a creare la struttura dell&#39;odierna Mercedes pigliatutto. Ha detto no a un impegno che fosse ancora all&#39;interno di un team:&nbsp;&laquo;Sarebbe stato come ripetersi&raquo; . Aspettando una definizione chiara e, soprattutto, ufficiale, sui compiti (e il peso) che avr&agrave; nel tratteggiare le caratteristiche della Formula 1 di domani, Ross Brawn analizza le difficolt&agrave; incontrate da un ambiente a lui noto, quello Ferrari.  &laquo;Gli ultimi anni non sono stati facili, credo la cosa cruciale per loro adesso sia la stabilit&agrave;. C&rsquo;&egrave; gente davvero brava in scuderia, che lavora col giusto supporto e la giusta filosofia. Ci sono sempre state pressione e aspettative attorno alla Ferrari, soprattutto da parte dei media. Bisogna trovare il modo di proteggere gli ingegneri e tutti gli altri tecnici, cos&igrave; che possano concentrarsi e lavorare al meglio&raquo;, racconta in un&#39;intervista a Sky Sport F1, convinto che un successo tra Interlagos e Abu Dhabi aiuterebbe a chiudere il 2016 su altre note. La sfida sembra titanica, perlomeno in condizioni normali di gara.&nbsp;  Commenta anche il 2016 di Sebastian Vettel, deludente in assoluto e tanto pi&ugrave; nel confronto con Kimi Raikkonen, una stagione che ha portato a &quot;scoprire&quot; lati mai visti prima del campione di Heppenheim, riassumibili nelle diffuse esternazioni via radio, non solo in Messico. Servirono cinque anni alla Ferrari di Brawn-Schumacher-Todt-Byrne prima di centrare il titolo mondiale, fu un processo di ricostruzione lungo e culmin&ograve; nella creazione di un dominio a inizio anni Duemila.&nbsp;  &laquo;Il momento adesso &egrave; frustrante per Vettel, ma penso che prima di arrivare sapesse che la sfida Ferrari era difficile. E credo che sia uno dei motivi per cui ha accettato di andarci. E&#39; passato in Ferrari perch&eacute; dopo molti mondiali vinti cercava una nuova sfida, un nuovo passo nella sua gi&agrave; importante carriera. Adesso &egrave; un periodo duro, ma perch&eacute; andare in Ferrari se non cercava una sfida, ecco, l&rsquo;ha trovata.&nbsp;Fare paragoni tra lui e Schumacher in Ferrari non &egrave; corretto n&eacute; possibile. Sebastian &egrave; un gran pilota e una persona molto intelligente, sono sicuro che quando &egrave; andato in Ferrari ha pensato a quanto aveva fatto l&igrave; Michael e ha cercato di avere un approccio simile.  Ecclestone: &quot;Spero Ferrari si riorganizzi&quot;  Nelle ultime gare l&#39;abbiamo visto nervoso, &egrave; una cosa buona perch&eacute; dimostra di tenere a quello che sta facendo. Inoltre non ha mai criticato la squadra, quello sarebbe stato un atteggiamento davvero brutto. Anzi, immagino che Sebastian stia lavorando duramente insieme a tutto il team affinch&eacute; si crei la giusta atmosfera per lavorare al meglio. Il prossimo anno sar&agrave; molto interessante: nuove regole significano nuove opportunit&agrave; per tutti, vediamo cosa porter&agrave;&raquo;.  Vettel-Ricciardo, i commissari hanno toppato 

<p>Parla Ross Brawn: in Ferrari serve un ambiente sereno per far lavorare i tecnici al meglio. Su Vettel: &egrave; nervoso ma &egrave; un segno positivo</p> 

Brawn: &quot;Vettel sapeva che in Ferrari sarebbe stato difficile&quot;

Alla vigilia del GP d'Austria le immagini del 2014, quando Sebastian Vettel, allora pilota Red Bull, guid&ograve; la Ferrari F1/87/88C di Gerhard Berger al Ring. 

Vettel, nel 2014 in Austria il primo contatto con Ferrari

C&rsquo;&egrave; un partito anti-Vettel e anti-Ferrari nel mondo anglosassone? Il sospetto &egrave; forte visto che per la seconda volta in un Gp da parte della stampa inglese &egrave; girata voce di una penalit&agrave; extra di 5&rdquo; a Vettel in gara che poi in effetti non &egrave; mai stata comminata al tedesco.  La penalizzazione riguarderebbe un abbuono extra di 5&rdquo; che Vettel avrebbe dovuto scontare durante uno dei pit stop in coorsa. Ma sembra pi&ugrave; il frutto di una campagna anti-Ferrari che qualcosa di reale. Fatto sta che pochi minuti prima del via il solito entourage inglese anti-Ferrari ha messo in giro la voce che il ferrarista avrebbe dovuto scontare 5&rdquo; secondi di penalit&agrave; ai box durante uno dei pit stop perch&eacute; la retrocessione in griglia per non aver osservato la bandiera rossa in prova non era stata &ldquo;completa&rdquo;.   Vettel infatti era scalato dal 16&deg; (poi diventato 15&deg;) posto della qualifica al 18&deg; e non al ventesimo perch&eacute; prima di lui Button e Verstappen hanno subito penalit&agrave; pi&ugrave; vistose e raccolte precedentemente. La logica del regolamento in F1 &egrave; che uno non arretra pi&ugrave; di tanto se altri rispetto a lui hanno penalit&agrave; precedenti e pi&ugrave; gravi da scontare. E in quel caso il 19&deg; e 20&deg; posto spettavano a Button e Verstappen penalizzati pi&ugrave; di Vettel. A volte per&ograve; se la retrocessione &egrave; incompleta i commissari decidono di compensarla con una penalit&agrave; a tempo di pochi secondi da scontare in gara. &Egrave; quello che &egrave; stato deciso per Button, per esempio, cui era stato comminato un drive through aggiuntivo che Jenson ha scontato al primo giro di corsa.   Ora i maliziosi inglesi andavano dicendo che a Vettel erano stati attribuiti 5&rdquo; extra di penalit&agrave;. Sono gli stessi &ldquo;destabilizzatori&rdquo; che in un Gp Bahrain sostenevano che Vettel sarebbe stato penalizzato in gara perch&eacute; durante una piccola collisione in prove libere alla prima curva, la tv aveva mostrato che aveva una ruota lenta frutto secondo loro di un &ldquo;unsafe release&rdquo; dai box da parte dei meccanici. E che Charlie Whiting sava indagando sulla cosa. Invece non era vero niente e Whitiing cadeva dalle nuvole. In quel caso la Fia non aveva deciso alcun provvedimento proprio perch&eacute; il fatto non sussisteva e anche nel caso di Montreal non ha mai comunicato una penalit&agrave; extra per il ferrarista. N&eacute; gli &egrave; stata aggiunta al tempo di gara (in ogni caso sempre quinto sarebbe finito perch&eacute; ha concluso con 6&rdquo;5 di vantaggio su Massa). Per&ograve; evidentemente c&rsquo;&egrave; qualcuno cui piace far girare storie di irregolarit&agrave; sul fronte Ferrari forse per innescare nervosismo nel team. E la provenienza di queste voci &egrave; sempre di stampa inglese. Forse aizzata da qualche team straniero...   Alberto Sabbatini

Anche in Canada parte della stampa britannica ha attaccato il ferrarista. C'&egrave; sotto la manovra di un altro team?

F1, chi rema contro Vettel e la Ferrari?

Sebastian Vettel ha mostrato i muscoli fin dalla partenza del GP Malesia F1.  Hamilton &egrave; partito in testa, Vettel lo ha seguito a distanza ravvicinata mentre Rosberg &egrave; sembrato subito in affanno. Primo momento chiave, la partenza.  Vettel &egrave; rimasto entro i limiti del regolamento, ma il suo comportamento intimidatorio ai danni di Rosberg &egrave; stato davvero estremo. Al via si &egrave; portato sul lato destro e quando si &egrave; visto quasi affiancato dalla Mercedes, lo ha spremuto contro il muro. Poi alla prima frenata, per proteggere la posizione, ha chiuso nuovamente la porta e per poco non si &egrave; sfiorata la collisione.  &laquo;Mi ha lasciato abbastanza spazio, quindi dovrebbe essere ok - ha detto Nico Rosberg - Quando mi ha stretto contro il muro, ho chiuso gli occhi e ho tenuto il piede gi&ugrave; ma l&rsquo;unicacosa che potevo fare era pregare, mi dicevo: per favore lasciami un po&rsquo; di spazio ed &egrave; quello che ha fatto. Ma un centimetro di pi&ugrave; e non sarebbe stato ok per niente. Di fatto ha ripetuto la stessa manovra dello scorso anno. Alla curva 1 invece mi ha stretto di nuovo all&rsquo;interno e ho dovuto rallentare perch&eacute; altrimenti ci saremmo toccati&raquo;.  

In partenza Seb ha mostrato subito i muscoli. Dentro ai limiti del regolamento, ma deciso ed estremo  

F1 Malesia, Vettel: al via la chiave della vittoria

&Egrave; sempre stato un pallino di Sebastian Vettel: quello di dare un nome di donna alle proprie monoposto. Per cui si &egrave; subito diffusa la curiosit&agrave;: come chiamer&agrave; la sua Ferrari SF15-T? Serviva un nome importante, simbolico visto che &egrave; la prima Ferrari della sua vita dopo tante Red Bull. La curiosit&agrave; per il soprannome scelto &egrave; stata soddisfatta presto.  In Australia avrebbe confidato che la chiamer&agrave; &ldquo;Eva&rdquo;. Un soprannome davvero simbolico per la nuova avventura con la signora in rosso: quello della prima donna sulla terra. La pi&ugrave; esclusiva. L&rsquo;unica.&nbsp; Mai nickname poteva essere pi&ugrave; azzeccato.  L&rsquo;abitudine di dare un soprannome alle sue monoposto Vettel lo ha iniziato in Toro Rosso, nel 2008, l&rsquo;anno del debutto in F1. Ed &egrave; una mania che ha mutuato dalle abitudini dei piloti di aerei della guerra mondiale, che davano un nomignolo ai propri velivoli. Abitudine che il capo della Red Bull, Mateschitz, grande appassionato di aeronautica, ha sempre approvato e incentivato.  Esiste tutta una procedura per il &ldquo;battesimo&rdquo; della sua F1 da parte di Vettel. Fin dai tempi della Red Bull. Il pilota invita a cena la squadra alla vigilia della prima gara di stagione, e poi comunica loro il nickname scelto per la macchina. Poi il team - almeno la Red Bull faceva cos&igrave; - applica una targhetta con impresso il soprannome dentro l&rsquo;abitacolo.  La prima Toro Rosso di Vettel del 2008 era stata chiamata Julie. La Red Bull RB5 del 2009 fu battezzata Kate, ma durante la stagione Vettel ebbe un incidente e distrusse il telaio. Per cui la nuova scocca fu chiamata &ldquo;Kate&rsquo;s dirty sister&rdquo;, cio&egrave; &ldquo;La sorella zozza di Kate&rdquo;.  Da quella volta Vettel ha cominciato a dare anche degli aggettivi ai nomi: Le due Red Bull RB6 del 2010 erano &ldquo;Luscious Liz&rdquo;, cio&egrave; la &ldquo;succulenta Liz&rdquo;, e poi &ldquo;Randy Mandy&rdquo;, ovvero &ldquo;la lasciva Mandy&rdquo; (chiss&agrave; se in quel caso Vettel sapeva che il nome della fidanzata di Adrian Newey &egrave; proprio Mandy?).  La Red Bull RB7 del 2011 era &ldquo;Kinky Kyle&rdquo;, cio&egrave; &ldquo;l&rsquo;eccentrica Kyle&rdquo; forse in onore di Kyle Minogue. Poi la RB8 del 2012 divenne &ldquo;Abbey&rdquo;, quella del 2013 &ldquo;Hungry Heidi&rdquo; cio&egrave; l&rsquo;affamata Heidi e l&rsquo;ultima RB10, quella con cui non ha vinto il titolo mondiale era semplicemente Suzie.  &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;

&Egrave; sempre stato un pallino del pilota tedesco, quello di dare un nome di donna alle proprie monoposto. Ora anche la SF15-T ne ha uno

Vettel chiamer&agrave; &ldquo;Eva&rdquo; la sua Ferrari

Ferrari, aspettando la nuova stagione (video)

Concentrazione e disciplina. Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari, ha fatto il punto sulla situazione della Scuderia di Maranello alla fine dei test invernali, descrivendo una moderata soddisfazione e una squadra che segue delle direttive ben precise senza farsi influenzare troppo da quello che accade negli altri box.&nbsp; &laquo;Ora posso dirlo &ndash; ha attaccato Arrivabene - abbiamo raggiunto i nostri obiettivi. La SF15-T si comporta come ci aspettavamo: il riscontro di Kimi, che aveva guidato la monoposto dell&rsquo;anno scorso, &egrave; che si vede un miglioramento e anche Sebastian, che guida oggi, &egrave; contento. Ma stiamo con i piedi per terra perch&eacute; sappiamo che gli altri team non stanno dormendo&raquo;.  Anche gli obiettivi sono definiti: &laquo;E&rsquo; chiaro che la Mercedes c&rsquo;&egrave;, ma noi dobbiamo concentrarci su noi stessi. A tutt&rsquo;oggi abbiamo qualche idea della nostra posizione rispetto ai concorrenti, ma sappiamo che ciascuno ha programmi di prove diversi. Noi, quindi, seguiamo il nostro, con concentrazione e disciplina, che credo siano la chiave per il fare bene. Ho parlato alla squadra e ho chiarito questi punti&raquo;.   Nel pomeriggio di ieri, Arrivabene, insieme a Esteban Guti&eacute;rrez, al Direttore Sportivo Massimo Rivola (nella foto) era andato a sedersi in tribuna centrale seguendo da li due stint di Kimi Raikkonen.  Il motivo? Molto curioso: &laquo;Ho sentito dire che in Australia saranno applicate ulteriori restrizioni sull&rsquo;accesso al paddock e allora&hellip; tanto vale che ci abituiamo ad andare sulle tribune! Dove, tra l&rsquo;altro, ho trovato gente molto educata e corretta. Avere un ambiente &lsquo;esclusivo&rsquo; non significa vuotare il paddock. Il golf &egrave; forse uno degli sport pi&ugrave; esclusivi, ma attorno ai giocatori ci sono migliaia di persone&raquo;.  Roberto Chinchero    

Il Team Principal Ferrari: &ldquo;La SF15-T si comporta come da programma. Ma stiamo con i piedi per terra&rdquo;

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