Bello, bellissimo anzi, ma vuoi mettere i rischi? L&rsquo;operazione Ferrari-Hamilton ne prevede per tutti nelle prossime stagioni, generosamente distribuiti e in dosi massicce. Rischia la Ferrari, rischia la Mercedes, rischia Lewis, rischia Leclerc, rischia Russell coinvolto in qualche modo pure lui. L&rsquo;unico al sicuro &egrave; paradossalmente Carlos Sainz, visto che ha gi&agrave; pagato. Il prolungamento del suo contratto con la Ferrari &egrave; stato una siepe alta di cardi e ortiche che l&rsquo;amico spagnolo ha provato a saltare, intoppandosi malamente. Que dolor, per&ograve; adesso non ha pi&ugrave; nulla da perdere. Non meritava questo, non lo merita e gli auguriamo di uscire dai rovi a testa altissima.    Ora un po&rsquo; di tremarella tocca a tutti gli altri, a chi ha gioito &ndash; la Ferrari, Hamilton, incredibilmente lo stesso Leclerc &ndash; e a chi sta deglutendo il boccone amaro, come la Mercedes. Partiamo proprio da Toto Wolff, che gi&agrave; qualcuno comincia a chiamare Toto Rosso. Rischia la Mercedes, che pure lei qualche spino se lo sta estraendo dalle carni. Perdere Hamilton vuol dire perdere un simbolo: &egrave; il pilota azionista di maggioranza dei titoli e dei successi della Stella tedesca, un uomo-immagine, colui che l&rsquo;ha spinta a rinunciare allo storico argento (quest&rsquo;anno in parte recuperato) per poter sensibilizzare le folle a giuste cause sociali. Una grande guida tecnica, anche. A questo punto &ndash; spavento del malvagio &ndash; provate a immaginare Lewis Hamilton che vince il suo ottavo titolo mondiale quest&rsquo;anno e che nel 2025, su richiesta della Ferrari, accetta finalmente il numero uno e lo porta sul muso della Rossa. Come lo portava sulla McLaren nel 2009. Sarebbe uno smacco incredibile per Mercedes, che ha sempre dovuto accettare su richiesta del pilota la permanenza del 44, per lui iconico e anche remunerativo. Ma le cose potrebbero pure andare in una maniera molto diversa.  Rischia Hamilton, e con lui la Ferrari. E se in questa stagione Russell gli stesse davanti con buona regolarit&agrave;, concludendo pi&ugrave; in alto di lui nella classifica mondiale? Ferrari e Lewis, protagonisti dell&rsquo;ingaggio del decennio, ne uscirebbero malino: di fatto, Maranello accoglierebbe un pilota che in petto porta un&rsquo;insalata russa. di mostrine, ma somiglia a una vecchia gloria. Al contrario riderebbero quelli che oggi s&rsquo;abbacchiano, Russell e naturalmente la Mercedes, che si ritroverebbe in casa un&rsquo;indiscutibile e giovane leader in grado di agire e parlare come uno destinato agli obiettivi pi&ugrave; alti. Rischia Leclerc, di brutto, e lo sa. Rischierebbequalcosa gi&agrave; quest&rsquo;anno se Sainz riuscisse spesso a fare meglio di lui....  Continua a leggere l&#39;articolo completo sul nuovo numero di Autosprint in edicola, oppure clicca qui per l&#39;edizione digitale!  &nbsp; 

L&rsquo;eclatante operazione espone i protagonisti alla possibilit&agrave; del flop. Carlos Sainz, molto paradossalmente &egrave; al sicuro tra le spine e l&#39;ortica

Hamilton-Ferrari fa sognare ma tutti rischiano grosso

Carlos avrebbe voluto il rinnovo con Maranello, ma la Scuderia ha preferito scegliere Lewis Hamilton

Sainz, l'addio doloroso alla Ferrari e un futuro da (ri)scoprire

&Egrave; il pilota che vanta pi&ugrave; titoli Mondiali (al pari di Schumacher), primo per vittorie, podi, pole e punti nella storia

Lewis Hamilton, tutti i numeri del campione della Formula 1

Tra il sovrano del Regno Unito e la F.1 il legame appare plurigenerazionalmente e storicamente saldo. Il primo Gran Premio iridato della storia, in Gran Bretagna 1950, a Silverstone, si apre con Re Giorgio VI che passa in rivista tutti i piloti, pronti a partire dando il via anche a una nuova e pi&ugrave; matura alba dell&rsquo;automobilismo agonistico. Stringendo la mano alle tre effe, Fangio, Farina e Fagioli, tutto comincia e mai pi&ugrave; terminer&agrave;, arrivando felicemente ai giorni nostri. In quel momento il nipote Carlo ha un anno e mezzo d&rsquo;et&agrave; e, tempo pochi mesi, gi&agrave; comincer&agrave; a divertirsi con la sua prima automobilina. Presto seguiranno Aston Martin, Bentley, Roll Royce e quant&rsquo;altro, fino alla curiosit&agrave; per la Formula E. A certificare e celebrare una dichiarata passione per i motori, accanto a quelle pi&ugrave; protocollarmente consone per cricket, ippica e polo, che comunque non gli impediranno di passare alla storia come il sovrano pi&ugrave; entusiasticamente legato al mondo della F.1.   Una mini-midget tutta per lui!  Le corse gli piacciono, fin da baby, altroch&eacute;. Mentre impara a far di conto, mamma e pap&agrave;, ovvero la Regina Elisabetta e il Principe Filippo, gli regalano una vetturetta mini-midget realizzata negli Usa, con la quale si esercita nelle avite propriet&agrave;, al riparo da occhi indiscreti. Ben felice di sfogare una passionaccia pur consapevole che, per lignaggio ed esigenze di protezione, mai e poi mai potr&agrave; avere un futuro selvaggiamente racing.  Regina Elisabetta, cos&igrave; la Formula 1 saluta la sovrana inglese  Il piacere dei Gran Premi  Non importa, a lui le corse piacciono, fin solo da spettatore. La sua presenza, da quasi ventenne affascinato, al GP di Gran Bretagna 1968, accompagnato dall&rsquo;amato mentore Lord Mountbatten e dal Duca di Kent, fa il paio con quella di suo padre Filippo al Tourist Trophy dell&rsquo;Isola di Man 1967, quando non s&rsquo;&egrave; voluto perdere la sfida motociclistica pi&ugrave; epica tra Mike Hailwood e Giacomo Agostini, dando la mano a entrambi, giusto prima che s&rsquo;avviassero verso la leggenda. E con il Principe di Galles le cose stanno allo stesso modo. Carlo d&rsquo;Inghilterra a Brands Hatch &rsquo;68 s&rsquo;intrattiene con colui che stima pi&ugrave; di tutti, ovvero Graham Hill, e quindi in griglia di partenza parla con Jochen Rindt e anche con Chris Amon, prima che il neozelandese salga al volante della Ferrari, sotto gli occhi di Mauro Forghieri. E, al termine della gara, Carlo scende in campo nel cricket in chiave F.1. Come? Sfidando una valente selezione di piloti. Chi? Les Leston, Richard Attwood, Piers Courage, Jochen Rindt, Graham Hill, Pedro Rodriguez, Denny Hulme, Charles Lucas, Robin Widdows, Peter Proctor, Peter Jopp, Innes Ireland, Bruce McLaren, Chris Amon, Stirling Moss e Colin Chapman, che si misurano entusiasti con la real squadra di Lord Bradbourne, la quale include anche il Principe Carlo.    Continua a leggere l&#39;articolo completo sul nuovo numero di Autosprint in edicola, oppure clicca qui per la versione digitale! 

Frequentatore del paddock al GP di Gran Bretagna, amico e fan di Graham Hill. sostenitore&nbsp;di Lewis Hamilton.&nbsp;Il nuovo Re vanta addirittura un test privatissimo in Formula 2 e un parco macchine&nbsp;con delle storie tutte da scoprire...

Carlo III, sovrano regalmente racing

Non sa stare fermo troppo a lungo Lewis Hamilton, che durante queste vacanze invernali ha deciso di trascorrere alcuni giorni al Polo Sud. "L'Antartide è rilassante" ha scritto il 7 volte iridato sui social.

Lewis Hamilton, vacanze in Antartide aspettando la nuova Mercedes

Nell&rsquo;automobilismo moderno il reale valore di un grande campione non lo vedi al volante della monoposto migliore quando domina e vince. No, ormai l&rsquo;importanza del mezzo &egrave; divenuta cos&igrave; preponderante sulle capacit&agrave; personali, l&rsquo;incidenza del fattore vettura sovrasta cos&igrave; tanto il fattore uomo, che i conti bisogna farli spesso e volentieri su tutt&rsquo;altri parametri. Cos&igrave; il vero campionissimo emerge e lo apprezzi meglio da cosa combina quando &egrave; al volante di uno scaldabagno. Con questo voglio dire che il terzo posto e la corsa maestosa di Lewis Hamilton a Silverstone sul piano aritmetico e logico non cambiano nulla, ma sul versante valutativo secco spostano forse pi&ugrave; d&rsquo;un titolo mondiale vinto negli anni agli altri non restava che perdere.    &Egrave; successo anche a Michael Schumacher nel 1996, quando aveva lasciato la vincente Benetton per andare a guidare una moribonda e problematica Ferrari. Allora s&igrave;, vedendo il Kaiser fare miracoli con una macchina dignitosa ma lontanissima dall&rsquo;eccellenza assoluta (vinse tre Gp, per la cronaca) finalmente tutti ma proprio tutti arrivammo a dire che quello era un campionissimo coi controfiocchi, mica solo un pluricampione del mondo qualsiasi. Ecco, stessa cosa con l&rsquo;Hammer visto di scena a casa sua, dove arriva fresco reduce da una polemica con Nelson Piquet, avvelenata e a distanza (di spazio e tempo, visto che le dichiarazioni contestate risalivano alla fine dell&rsquo;anno scorso), che poco porta al blasone della F.1 e presumibilmente - e auspicabilmente -, verr&agrave; dimenticata presto. Bene, calzato il casco in testa e ripresa in mano una W13 profondamente modificata praticamente dappertutto, davanti al pubblico che lo ama pi&ugrave; di tutti, finalmente il Sir ritrova se stesso e il sorriso dei tempi migliori, esibendosi in un weekend assolutamente imperiale. All&rsquo;interno del quale, oltre a portarsi a casa una coppetta e ad assaggiare lo champagne del podio come gi&agrave; in Canada, gi&agrave; che c&rsquo;era ribadisce qualche concetto importante.    Punto primo, il vero supercampione non si giudica n&eacute; quando ha la macchina assolutamente migliore delle altre, okay, ma neanche con quella assolutamente peggiore rispetto alle top cars. Egli umanamente svetta altres&igrave; quando ha per le mani una vettura accettabile che finalmente gli permette di viaggiare non lontano dai primi. Premesso questo, sia in prova che, ancor pi&ugrave; in gara, il Lewis visto a Silverstone &egrave; stellare. E se negli ultimi giri non riesce a entrare in lizza per la vittoria dopo la Safety-Car, &egrave; solo perch&eacute; l&rsquo;unica Ferrari gommata bene e la Red Bull di Perez ne avevano troppo di pi&ugrave;. Bene, detto questo, Hamilton nel salotto di casa, ossia a appunto Silverstone, ha anche chiarito una volta per tutte che George Russell potr&agrave; essere forte e astro nascente quanto gli pare, ma se per caso la W13 ha una chance di lottare per le posizioni ultranobili della classifica, allora il pi&ugrave; aguzzo dei due piloti diventa in modo inesorabile quello con sette titoli mondiali vinti in carriera, senza nulla togliere al fortissimo e sfortunato compagno di squadra.    Perch&eacute; il grandissimo medesimo torna a essere tale quando finalmente ha per le mani un ferro che gli consente di riacquistare la motivazione per mordere l&rsquo;asfalto. Fino a che ha avuto quella specie di sdraia saltellante delle prime gare, peraltro reduce dall&rsquo;incazzatura di Abu Dhabi 2021, Hamilton gliel&rsquo;aveva data un po&rsquo; su, certo che non ne valesse la pena di tirare fuori la lingua e gli occhi dalle orbite per lottare per un sesto piuttosto che per un quinto tempo in prova. Adesso, a quanto pare, lo cose si mettono in un modo diverso, perch&eacute; se la W13 continua a evolversi, a correggersi e a crescere, magari sul tracciato giusto e con l&rsquo;occasione buona Hammer prova l&rsquo;immenso gusto di ridiventare Hammer. E, attenzione, perch&eacute; in un mondiale nel quale fin da perincipio non ha nulla da sperare e da pretendere, cosa che non gli capitava da nove anni filati, proprio in Gran Bretagna lui ha potuto rendersi conto che le possibilit&agrave; di togliersi il solo zero che gli d&agrave; veramente fastidio a questo punto non sono per niente compromesse. In altre parole, quest&rsquo;anno, tra tutto, il baronetto tribola tantissimo all&rsquo;idea di disputare per la prima volta una stagione a zero vittorie. Ebbene, a Silverstone ha (ri)cominciato ad acquisire la speranza di uscire dal tunnel, riacquistando la consapevolezza che con una Mercedes messa finalmente a posto, il giorno giusto e al momento fortunato magari un successo di tappa pu&ograve; uscirgli fuori eccome. Un buon motivo per guardare al resto del campionato con l&rsquo;occhio finalmente di nuovo rapace e con uno smile che sembra preludere a un vicino, reiterato, promesso e temuto (dagli altri) nuovo tentativo di grande impresa.  La verit&agrave; &egrave; che tutto il podio di Silverstone parla di piloti ritrovati, rinfrancati e ora di nuovo sorridenti. E se Sainz trionfando pu&ograve; dire d&rsquo;aver chiuso i conti con una fase delicata della carriera, togliendosi la scimmia sulla spalla della mancata affermazione, se Perez pu&ograve; sorridere essendo diventato addirittura l&rsquo;inseguitore pi&ugrave; vicino al caposquadra Max Verstappen in classifica generale, Lewis Hamilton pu&ograve; essere doppiamente entusiasta, perch&eacute; vivere giornate cos&igrave; a trentasette anni e mezzo &egrave; un bellissimo segnale, capace di salvare presente e futuro.  Forse il gesto pi&ugrave; bello e intelligente lo ha fatto Nigel Mansell, quando ancora la gara era di l&agrave; da venire, avvicinandosi ad Hammer, portandolo in prima fila, in bella vista del loggione di Silverstone e indicandolo con stima salvo poi addirittura inchinarsi a lui, in una sorta di stupendo passaggio di consegne, di certificazione di classe e anche di endorsement a mille cavalli vapore. E allora pazienza, Lewis Hamilton, se questo &egrave; uno di quegli anni in cui stai facendo l&rsquo;abitudine a perdere, perch&eacute; &egrave; proprio sollevandoti e luccicando prezioso in una situazione del genere, stai dimostrando d&rsquo;essere un pilota immensamente di classe e, comunque vada, a prescindere, per sempre un vincente.   

Lewis ha dimostrato d&#39;essere sempre Hammer, smentendo i gufi

Ma che bello ritrovare Hamilton!

        Un po' di svago dopo una settimana difficile, tra mal di schiena e acciacchi di ogni tipo dopo il GP a Baku. Per Lewis Hamilton il miglior relax al mondo &egrave; un tuffo nel passato, a quando da bambino giocava in cameretta ai videogiochi della Formula 1, sognando un giorno di poterla vivere non solo da vicino, ma da protagonista. Contro ogni pronostico che lo vedeva lontano da Montreal, il 7 volte campione del mondo &egrave; atterrato in Canada per il weekend di gara che lo vedr&agrave; scendere in pista come sempre al volante della sua Mercedes W13. GP Canada: gi orari tv Battere tutti i record La prima cosa che ha fatto Hammer una volta sceso dall'aereo &egrave; stata quella di andare in un negozio di videogames e comprare un vecchio gioco e una consolle vintage: Ayrton Senna's Super Monaco Grand Prix e una SEGA Genesis. Come tutti noi, si&egrave; concesso qualche ora con il suo eroe preferito, Ayrton Senna, dal quale ha sempre preso forza e ispirazione, soprattutto nei monenti pi&ugrave; complicati della sua carriera. Con un filo di nostalgia, Lewis ha anche condiviso il suo record di tutti i tempi: ben 49 secondi per un giro. "Sono atterrato a Montreal e sono andato subito in un negozio di giochi vintage. Ho preso un Sega Genesis e, naturalmente, Ayrton Senna Super Monaco GP. Adoravo questo gioco da bambino e lo adoro ancora adesso. &Egrave; ancora attuale! Naturalmente sono diventato super competitivo con me stesso. Il mio record personale al momento &egrave; un giro di 49 secondi, ma sono sicuro di poterlo battere. Questo solo dopo alcuni tentativi. Vi far&ograve; sapere quando l'avr&ograve; battuto", ha scritto Lewis. Ecco il video che ha poi caricato sul suo profilo Instagram:        

Il 7 volte iridato appena atterrato in Canada ha fatto tappa in un negozio di videogiochi vintage e si &egrave; comprato una SEGA Genesis per battere quello che &egrave; sempre stato il suo record fin da bambino

Hamilton, tuffo nel passato a Montreal: gioca con F1 Ayrton Senna's Super Monaco GP

Sui social la Mercedes lo ha chiamato &quot;Anno 16&quot;, perch&eacute; tanti ne ha vissuti Lewis Hamilton da quando &egrave; sbarcato in Formula 1. E cos&igrave; la Mercedes W13 E Performance sar&agrave; la 16&deg; vettura condotta in gara dal sette volte campione del mondo, che inizia il 2022 con la voglia di riscattare un mondiale che ancora brucia.   Mai pensato al ritiro  Non si poteva che tornare l&igrave;, sul chiacchieratissimo ultimo giro di Dhabi 2021: &quot;Non ho mai detto che mi sarei ritirato, amo fare ci&ograve; che faccio. E&#39; come essere in una famiglia, e non ci sono sensazioni simili. E&#39; stato un periodo difficile per me, avevo bisogno di fare un passo indietro e focalizzarmi sul presente. Ho avuto la fortuna di avere la mia famiglia attorno a me. Ma non c&#39;&egrave; stato un momento in cui ho pensato di ritirarmi, piuttosto c&#39;&egrave; stato un momento in cui ho deciso che avrei attaccato di nuovo nella nuova stagione. Sar&agrave; entusiasmante avere George, porter&agrave; un&#39;energia rinnovata nel team. Ha avuto una carriera strepitosa sin qui, sar&agrave; bello vederlo crescere e lavorare con lui, collaboreremo&nbsp;per far crescere la macchina nella stessa direzione. Decima stagione con il team? Per me &egrave; un qualcosa di naturale essere qui, ricordo gli inizi nel 2013. E&#39; un privilegio far parte delle Frecce d&#39;Argento. Ogni membro della squadra lavora per vincere il campionato. Siamo gi&agrave; ad 8 titoli, traguardo mai raggiunto da nessuno, adesso lottiamo per il prossimo&quot;.  Obiettivo superare la striscia degli 8 titoli Costruttori  Sulla W13 E Performance che torna a colorarsi d&#39;argento, Hamilton ha dato le sue primissime impressioni, sottolineando gli sforzi della squadra per far nascere questa nuova monoposto: &quot;E&#39; emozionante assistere alla nascita di questa nuova generazione di vetture, si tratta di un cambiamento enorme, &egrave; interessante vedere il design finale, tutti hanno cercato di creare un capolavoro. Abbiamo fatto alcuni giri al simulatore, dobbiamo essere sicuri di avere la giusta correlazione. Tutti vogliono assistere a lotte pi&ugrave; ravvicinate, seguire le vetture era molto difficile per cui mi auguro davvero che con le nuove regole riusciremo a centrare gli obiettivi che queste inseguono. La presentazione della vettura &egrave; sempre uno dei momenti pi&ugrave; entusiasmanti, mi sembra di essere tornato al mio primo anno in F1.   Nuove macchine? Sono curioso di vedere cosa hanno fatto gli altri, io ho seguito di tanto in tanto gli studi in galleria del vento per vedere come prendeva forma la vettura, ma una delle cose pi&ugrave; interessanti del nostro sport &egrave; proprio quella che non puoi sapere fino all&#39;ultimo cosa stanno facendo i tuoi avversari, e possiamo scoprirlo solo in pista. Ci saranno evoluzioni nei test, noi dobbiamo concentrarci sul nostro lavoro ed i nostri obiettivi. Sono orgoglioso della squadra, tutti sono concentrati al massimo, nessuno pensa agli otto titoli Costruttori vinti, sono tutti affamati di nuove vittorie e focalizzati su nuovi traguardi&quot;. &nbsp; 

Il pilota della Mercede &egrave; pronto a tornare al volante e&nbsp; a dimenticare l&#39;ultimo giro ad Abu Dhabi che gli &egrave; costato il titolo nel 2021: &quot;&Egrave; stato un momento difficile. Ma siamo tutti affamati di nuove vittorie e focalizzati su nuovi traguardi&quot;

Hamilton: &quot;Non ho mai detto che mi sarei ritirato, mi sembra di essere al mio primo anno in F1&quot;

Certe volte siamo troppo presi dalla sindrome del vincente e diamo importanza ad alcune cose, per finire col misconoscerne altre, decisamente pi&ugrave; rilevanti e ricche d&rsquo;immenso valore. Per esempio, si strombazza tanto che anche quest&rsquo;anno Lewis Hamilton andr&agrave; - e andr&agrave; eccome - alla ricerca dell&rsquo;ottavo titolo iridato in F.1 per cercare di staccare Schumacher, quando invece, secondo me, l&rsquo;originalit&agrave; e anche la preziosit&agrave; di Hammer risiedono altrove.  Ossia nel rapporto unico e a oggi inscindibile che il campionissimo inglese &egrave; riuscito a stabilire con la Mercedes. Sia chiaro, come tutte le grandi storie, anche questa nasce praticamente per caso. Nel senso che dall&rsquo;et&agrave; di dodici anni Lewis &egrave; diventato uomo McLaren grazie all&rsquo;intuito, e anche al buon cuore di Ron Dennis senza essere dal primo momento un baby nel mirino o sotto l&rsquo;egida della Stella a Tre Punte. Per&ograve; in quel momento la Casa di Woking era nel bel mezzo di un rapporto di fornitura e collaborazione con i tedeschi e ci&ograve; ha fatto s&igrave; che praticamente il destino abbia messo lo stesso Hamilton in una situazione del tutto particolare.  In effetti non solo Lewis ha poi debuttato in F.1 con la McLaren dotata dei motori Mercedes, ma dal 2007 a oggi ha sempre e solo corso con&nbsp;monoposto spinte&nbsp;da propulsori della Casa madre - assommando 288 Gran Premi disputati esclusivamente con motori tedeschi -, peraltro militando nelle file McLaren fino al 2012 compreso e dalla stagione successiva gareggiando per il team di Toto Wolff equamente rifornito da Brackley e Brixworth.  Cos&igrave; tanti guardano solo ai sette mondiali vinti e ai 103 Gran Premi ghermiti, mentre secondo me bisogna anche per una buona volta dire che la cosa tale da rendere Lewis Hamilton unico nel mondo della F.1 e anche delle corse &egrave; che &egrave; riuscito a vincere tutti e sette gli allori iridati correndo con lo stesso marchio di motore, Mercedes, compreso il primo e unico raggiunto con la McLaren, nel 2008, ai danni della Ferrari di Massa. E va ribadito che con la Mercedes lo stesso Hamilton si avvia certamente e proprio in questa stagione a battere il record assoluto di fedelt&agrave; a un marchio (vedi Cuore da Corsa di questo numero alle pagine 68-73), in vigore ormai da pi&ugrave; di tre lustri e detenuto da Schumacher al volante della Ferrari, con 179 Gp, mentre Lewis ora &egrave; a quota 178.    Hamilton &quot;di corsa&quot; a Brackley  In altre parole, ancora due Gp e la storia delle corse sar&agrave; riscritta, magari non per sempre, ma per un &nbsp;lungo periodo, di sicuro. E proprio nell&rsquo;era in cui gli sportivi vengono visti e vissuti sempre pi&ugrave; come mercenari, come soldati di tutte le guerre pronti a cambiare casacca inseguendo incessantemente il miglior offerente, ovvero, nel caso della&nbsp;Formula Uno, la combinazioni di volta in volta pi&ugrave; remunerativa e competitiva, Lewis Hamilton brilla esattamente per la dote opposta.  Finendo dapprima scelto da Ron Dennis all&rsquo;interno di una delle Case pi&ugrave; gloriose nella F.1 nell&rsquo;era moderna e poi azzeccando clamorosamente - ma non certo casualmente - l&rsquo;unica scelta che s&rsquo;&egrave; mai trovato a dover compiere all&rsquo;interno della sua carriera di F.1, che dura ormai da sedici stagioni, ma senza mai l&rsquo;ansia del cambio di casacca, fatto salvo quel determinante 2013 nel quale gli &egrave; mutata ulteriormente la vita, con un salto di qualit&agrave; ineguagliabile. Tra l&rsquo;altro prendendo il posto proprio del licenziato ultraquarantenne Michael Schumacher, uno che come pilota professionista alla Mercedes c&rsquo;era addirittura nato, a render financo pi&ugrave; simbolico e ricco degli auspici del destino un passaggio di consegne che ora, quasi dieci anni dopo, sta per trovare ulteriore suggello anche dal punto di vista statistico.  Hamilton e Mercedes, un legame dal forte significato  E stavolta i numeri non sono solo un confronto tra entit&agrave; quantitative, ma sono anche in grado d&rsquo;esprimere ben altro. Di pi&ugrave;. Un messaggio epocale di cambiamento e rivoluzione geopolitica e sociostrutturata, possibile anche grazie allo sport del motore. In fondo nella seconda met&agrave; degli Anni &rsquo;30 le Mercerdes assieme alle Auto Union calcavano e quasi monopolizzavano la scena internazionale del motore, dominando in lungo e per largo la categoria Grand Prix, accogliendo con scaltrezza ma anche con riluttanza a bordo dei bolidi piloti stranieri quali Luigi Fagioli e Dick Seaman (alla Stella a Tre Punte), piuttosto che Achille Varzi e Tazio Nuvolari alla Auto Union, passaggi che esigevano sia dispensa e autorizzazione delle autorit&agrave; naziste che il benestare altrui, per gli italiani del Duce Benito Mussolini, per vedere in ogni caso piloti al volante di bolidi bianchi o argentei che portavano non raramente la svastica a bordo, in bella mostra.    Capito: &quot;Per Russell meglio se Hamilton corre, cos&igrave; pu&ograve; provare a batterlo&quot;  Ebbene, a ottantasei anni dalle Olimpiadi di Berlino 1936 e dallo sdegno di Adolf Hitler per i dorati trionfi di Jesse Owens, e a poco meno dalla civilt&agrave; dei bolidi sfreccianti coi simboli della malintesa superiorit&agrave; di razza nei confronti del resto del globo terracqueo, &egrave; bellissimo ora sottolineare e riconoscere che un uomo di colore sta per raggiungere il primato di fedelt&agrave; e continuit&agrave; al marchio tedesco pi&ugrave; vincente nella storia della F.1 iridata. Tra l&rsquo;altro al volante di una monoposto che non &egrave; pi&ugrave; una Freccia d&rsquo;Argento come allora, ma sfreccia dipinta di nero proprio per espresso omaggio e segno di solidariet&agrave; a vantaggio della promozione e della tutela delle istanze d&rsquo;eguaglianza portante avanti dai neri d&rsquo;America e non solo d&rsquo;America e non solo dai neri, ma da tutti gli uomini di buona e pulita volont&agrave;.  Record di fedelt&agrave;  Giusto per scodellarla in modo diverso ma equivalente, nel secondo Gp della stagione, Lewis Hamilton, presumibilmente aumentando di due presenze il suo score e salendo a 180 gare iridate con la Mercedes, diventer&agrave; il Pilota pi&ugrave; fedele (oltre che il pi&ugrave; vincente) correndo con lo stesso&nbsp;marchio. Stupenda notizia, bellissimo traguardo che gi&agrave; &egrave; dolce e doveroso pregustare e anche un passo avanti e un momento bello e pulito, che vede lo Sport del motore lanciare un segnale bellissimo, sul piano del progresso e del superamento di barriere ora pacificamente ritenute assurde ma un tempo odiosamente imperanti, financo nelle corse. Per dirla diversamente, certi trionfi di Sport a volte s&rsquo;ottengono anche non vincendo, ma dando segnali come questi di una realt&agrave; stupendamente improntata a valori forti.  Per questo sapere che Lewis Hamilton &egrave; prossimo e vicinissimo a diventare il campionissimo pi&ugrave; fedele di tutti i tempi &egrave; una stupenda notizia, sia per lui, che per noi, che per la stessa Mercedes. 

Lewis Hamilton e Mercedes, un legame vincente e duraturo che porta con s&eacute; un forte significato simbolico

San Valentino con Hamilton, il pi&ugrave; fedele (alla Mercedes)

Il sogno dell&#39;ottavo Mondiale di Lewis Hamilton &egrave; sfumato all&#39;ultimo giro del gran premio di Abu Dhabi. Dopo aver condotto la gara per buona parte della sua durata, il pilota ingese ha perso la leadership della gara, e soprattutto quella del Campionato, alla ripartenza dopo la Safety Car. Un solo giro che ha permesso a Max Verstappen di prendersi la vittoria sul circuito di Yas Marina e laurearsi Campione del Mondo. Al termine della gara, Hamilton ci ha tenuto a congratularsi con il rivale e a ringraziare il team Mercedes.  GP Abu Dhabi: Verstappen vince il Mondiale e batte Hamilton all&#39;ultimo giro!  Hamilton, le congratulazioni a Max e i ringraziamenti a Mercedes  &quot;Innanzitutto, congratulazioni a Max e al suo team - ha detto il pilota britannico dopo essere sceso dalla sua monoposto - credo che noi abbiamo fatto un lavoro fantastico quest&rsquo;anno:&nbsp;tutti, in fabbrica e in pista, hanno&nbsp;lavorato straordinariamente per tutto l&rsquo;anno.&nbsp;&Eacute;&nbsp;stata una stagione tra le pi&ugrave; difficili. Sono molto fiero del mio team&nbsp;e grato di aver percorso questo viaggio insieme a loro. Abbiamo dato tutto, in quest&rsquo;ultima parte della stagione in particolare, non abbiamo mai mollato e voglio ringraziare per il supporto. Mi sono sentito alla grande in macchina negli ultimi 2-3 mesi, e in particolare alla fine della stagione&quot;.  Poi l&#39;augurio: &quot;Siamo ancora in mezzo alla pandemia, e spero che possano rimanere&nbsp;in salute e sicuri, e&nbsp;passare il Natale con la loro famiglia. Vedremo cosa succede l&rsquo;anno prossimo&quot;.  Verstappen vince il Mondiale di F1 2021: il commento di Mario Donnini 

Lewis Hamilton commenta la sua stagione dopo il GP di Abu Dhabi, ringraziando il team Mercedes e complimentandosi con il rivale al Titolo Max Verstappen

GP Abu Dhabi, Hamilton: &quot;Abbiamo dato tutto. Congratulazioni a Max&quot;

Stavolta il tema era differente dal solito. In genere a Max Verstappen si chiede d&rsquo;andare a razzo dall&rsquo;inizio alla fine, di partire bene, di salutare il gruppone dopo tre o quattro curve e d&rsquo;involarsi progressivamente verso la vittoria, a ritmo forsennato. Stavolta no. Faccenda tutta diversa. Tanto per cominicare, niente prima fila e neanche seconda, ma ad attenderlo c&rsquo;&egrave; una squisita partenza a fondo griglia, causa penalty per la sostituzione del motore. Cosa alla quale lui, in tutta la vita, proprio non &egrave; mai stato abituato, dal kart alla F.1, passando per la F.3. No, l&rsquo;avvio da fanalino di coda non &egrave; mai stata una sua prerogativa e solo l&rsquo;idea d&rsquo;esserci obbligato di certo fin dal sabato gli dava l&rsquo;orticaria, per indole, orgoglio e la rabbia cieca che provi quando senti di dover scontare una colpa per niente tua. Anche aver di fatto rinunciato alla qualifiche - &laquo;Perch&eacute; tanto la gara secondo le previsioni sar&agrave; a pista asciutta quindi non avrebbe senso consumare il motore nuovissimo con chilometraggio inutile&raquo;, poi invece piove eccome, nel finale - alla resa della realt&agrave; &egrave; stata una decisione comprensibile e neanche sbagliata, ma in corsa l&rsquo;acqua &egrave; arrivata eccome, a mescolare le carte del Gp di Russia e a ridefinirne il vero volto, cogliendo Verstappen del tutto privo dell&rsquo;allenamento, dei riscontri e della preparazione al bagnato di Sochi cui aveva appunto rinunciato sabato, quindi costretto pure a improvvisare, negli ultimi determinanti e cruciali giri della corsa.    A giudicare dallo schieramento di partenza e dalle prime fasi, sembrava tanto poter essere il weekend delle seconde linee e delle squadre di seconda fascia, ma, vai e stringi, quando sembra che tutto cambia, tutto rimane tale e quale. Sorta di morale del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, la quale recita, a fronte dell&rsquo;apparente rivoluzione in atto, che alla fine la realt&agrave; resta esattamente com&rsquo;&egrave; da tempo immemore, con Hamilton davanti a Verstappen sia in corsa che nel mondiale, e con lo stesso Lewis che, unico pilota della storia, raggiunge quota cento vittorie, da ipervincente in terza cifra. Per&ograve; va anche e soprattutto individuata e sottolineata una realt&agrave; del tutto laterale ma per niente secondaria che emerge da Sochi - il verbo emergere &egrave; il pi&ugrave; indicato visto l&rsquo;elemento naturale che ha sconvolto gli ultimi giri del Gp -, e cio&egrave; il fatto indiscutibile che vede lo stesso Max Verstappen superare una delle prove pi&ugrave; difficili che abbia mai affrontato fino a oggi, ovvero la prova carattere. Perch&eacute; per una volta nessuno gli chiedeva di vincere, ma, cosa ancora pi&ugrave; difficile, per lui il nuovo imperativo minimalista era di partire intelligentemente e di rimontare il pi&ugrave; possibile. Max, da un punto di vista psicologico, si trovava quindi nelle condizioni ideali per rovinare tutto, perch&eacute; di handicap ne aveva a go-go: primo fra tutti, partire dal fondo avendo saltato tutti i giri del sabato, sia mattina che pomeriggio, quindi ritrovarsi Bottas subito tra le scatole, perch&eacute; messo l&igrave; appositamente per impicciare e fare da tappo, e poi dover in ogni caso effettuare una lunga teoria di sorpassi in un tracciato non esattamente favorevole a essi, a caccia di un Hamilton di per s&eacute; del tutto imprendibile.    Verstappen: &quot;Per fortuna &egrave; arrivata la pioggia: da ultimo sono arrivato 2&deg;&quot;  Ebbene, quindicesimo al sesto giro, eccolo infilare in sequenza Bottas, Gasly e Leclerc. Tredicesimo dopo dieci giri, alla ventesima tornata Max &egrave; gi&agrave; strepitoso sesto dietro un Alonso in grandissima forma, quindi si ferma al ventisettesimo giro per il pit e mette gomme dure al fine di ricominciare la rimonta, ritrovandosi decimo. Tornato settimo al quarantesimo passaggio, Max &egrave; quarto passata la boa dei cinquanta giri e negli ultimi tre disperati, estremi e convulsi passaggi, riesce ad approfittare della situazione sempre pi&ugrave; strana e soprattutto degli errori altrui, issandosi in una seconda posizizione che fino a due ore prima sarebbe sembrata proibitiva se non del tutto impossibile. In altre parole, una vera e propria prodezza, un colpo di scena del tutto inatteso, una dimostrazione difficile, sofferta ma evidente di immenso carattere da parte dell&rsquo;olandese che a Sochi, in corsa, spiega al mondo che sa subire, ragionare, mordersi le labbra senza esagerare e, soprattutto, che ha imparato ad aspettare, a non aggredire la realt&agrave; alla do cojo, cojio, sfoderando uno stato mentale e caratteriale per lui, fino alla domenica di Sochi, il pi&ugrave; lontano possibile dalla sua indole guerriera.    Il Verstappen che esce dal Gp di Russia, quindi, paradossalmente, se &egrave; il pilota che ha appena perso la leadership iridata per due sole lunghezze a vantaggio del vincitore Lewis Hamilton, &egrave; anche il campione e l&rsquo;uomo che esce del tutto indenne dalla graticola che in una gara come questa era prontissima a frigggerlo. Il Max che guarda alla parte restante di un mondiale ancora tutto da combattere e giocare, &egrave; un pilota temprato dalla prova, indurito dagli schiaffi del destino presi, brunito dalle scottature avute e, in ogni caso, consapevolissimo d&rsquo;aver dimostrato una personalit&agrave; accesa, forte e in grado di condurlo e consigliarlo verso le scelte migliori e la gestione ideale dei problemi. Quindi, cos&igrave; come &egrave; vero che un futuro campione del mondo getta le basi per diventare tale comportandosi in modo saggiamente costruttivo nelle gare che sa di non poter vincere, &egrave; anche sacrosanto riconoscere che nella carriera recente il Gp di Russia era quello che presentava per Max il maggior numero di possibilit&agrave; d&rsquo;errore, una dopo l&rsquo;altra.  E lui, con pervicace puntualit&agrave; e maturit&agrave; invidiabile e tut&rsquo;altro che scontata, ha dimostrato al mondo di potere e saper superare la terribile prova, indenne e nel migliore dei modi. Accettando anche un calo di performance a met&agrave; gara, specie di appannamento prestazionale pi&ugrave; della Red Bull che suo, anche in questo caso senza perdere per neanche un secondo la lucidit&agrave; per andare avanti nel migliore dei modi. Sino al finale che lo ha visto tra i pi&ugrave; tempestivi - okay, &egrave; anche vero che non aveva molto da perdere, a quel punto -, a montare le gomme da bagnato, gestendo lo scampolo finale di gara nel migliore dei modi.  Quindi, in definitiva, a Sochi i vincitori sono due: la gara la porta a casa uno stupendo Lewis Hamilton, mentre, a sua volta, Max Verstappen riesce a battere l&rsquo;avversario pi&ugrave; temibile che fino a oggi ha incontrato sulla sua strada, ovvero la parte pi&ugrave; bizzosa, impaziente e immatura di se stesso. Complimenti, perch&eacute;, superata questa prova carattere, il suo primo titolo mondiale, bench&eacute; la lotta con Mister Hammer 100 resti apertissima e ultraincerta, si fa decisamente meno lontano.   

Da ultimo a secondo, Verstappen dimostra a Sochi di avere la spina dorsale e la maturit&agrave; per battere Hamilton nella corsa al titolo

Max supera la prova carattere

Secondo le indiscrezioni che arrivano dall’Inghilterra, il team di Brackley ha già avviato le trattative per un rinnovo pluriennale col sette volte campione inglese. L’annuncio per Lewis, che veste i colori Mercedes dal 2013, sarebbe previsto prima del GP in Ungheria del 1°agosto e quindi prima della pausa estiva. Toto Wolff sta limando i dettagli di quello che molto probabilmente sarà l’ultimo contratto in Formula 1 per Hamilton dopo una carriera storica, fatta di nuovi record riscritti e una partnership vincente come non mai nel motorsport.

Mercedes-Hamilton insieme per altri due anni, Wolff: “Firma in questi mesi"

Non poteva che andare a Lewis Hamilton il Casco Iridato Piloti F.1 2020. Dopo aver conquistato il suo sesto Mondiale, il britannico è pronto per dare l'assalto al titolo 2021. Ma prima, spazio a bilanci e ringraziamenti per il premio ricevuto. Guardate il video!

Caschi d'Oro, Hamilton: "Il 2020 è stato un anno di crescita"

E’ sotto la pioggia che Hammer vince il GP di Turchia, conquista il suo 7° titolo iridato e raggiunge il record di 16 anni fa di Schumi. 94 GP vinti, 97 pole position, 163 podi, 3738 punti collezionati: numeri da capogiro per il pilota più forte di tutti i tempi che ha riscritto la storia della F1. Lacrime, emozioni e una passione iniziata coi kart e poi consolidata dal debutto in F1 nel 2007: “Sono andato ben oltre i miei sogni”

F1, Lewis Hamilton: 7 volte Campione del Mondo come Schumi VIDEO

Le immagini della Mercedes W11 di Lewis Hamilton che vince il gran premio di Silverstone nonostante una ruota ormai a brandelli sono entrate di diritto nella storia del motorsport. Ma anche per un sei volte Campione del Mondo la realt&agrave; di tutti i giorni pu&ograve; risultare decisamente meno spettacolare ed entusiasmante, specie se non c&#39;&egrave; una crew di meccanici ad aspettarti ai box. Se ne &egrave; reso conto a sue spese proprio Hamilton, che ha bucato una ruota della sua Mercedes stradale ed &egrave; stato costretto a sostituirla da solo.  Binotto fa un incidente con la sua Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio VIDEO  Box, box, box!  Non ha impiegato i 2 secondi necessari per un cambio gomme in Formula 1, ma Lewis Hamilton assicura di averci messo &ldquo;un minuto&rdquo; a sostituire il pneumatico forato della sua Mercedes stradale. Un intervento documentato dallo stesso Campione del Mondo sul suo profilo Instagram, dove lo si vede intento nel cambio della gomma in un&#39;area di servizio su un&#39;autostrada. Inconfondibile nel suo sgargiante outfit abbinato all&#39;ormai imprescindibile mascherina.  &ldquo;Abbiamo avuto uno la foratura di gomma in autostrada &ndash; ha spiegato il pilota inglese nel suo post &ndash; e ci siamo dovuti fermare alla stazione di servizio. Ho impiegato un minuto per cambiare la ruota, ma una volta fatto, ero di nuovo in viaggio con il mio EQC. &Egrave; meglio non dover fare rifornimento&rdquo;.&nbsp;  La Mercedes EQC &egrave; infatti il primo Suv 100% elettrico di Stoccarda, nonch&eacute; l&#39;ultima arrivata nel garage da sogno di Lewis Hamilton.&nbsp;     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   We had a tyre blow out on the motorway and had to stop at the station. Took a minute to change the wheel but once done, I was back on the road in my EQC. It&rsquo;s the best not having to refuel.  Un post condiviso da  Lewis Hamilton (@lewishamilton) in data: 20 Ott 2020 alle ore 10:26 PDT     

Il sei volte iridato questa volta non ha trovato i suoi meccanici di Formula 1per cambiare la gomma della sua vettura. Il pilota inglese si &egrave; dovuto arraggiangiare da solo per sistemare la foratura alla sua Mercedes elettrica in autostrada: ecco cosa &egrave; successo

Lewis Hamilton, cambio gomma &quot;senza pit stop ai box&quot; per la Mercedes EQC FOTO

Lewis Hamilton &egrave; l&#39;uomo, lo sportivo, il Re che &egrave; riuscito a raggiungere il record che sembrava imbattibile. 91 vittorie in carriera, proprio come il suo idolo da bambino Michael Schuamcher. Un primato che riesce a firmare sul Nurburgring, il tracciato di casa del pilota tedesco. Un&#39;emozione straordinaria, un momento indimenticabile che ha raggiunto l&#39;apice quando Mick Schumi ha conscenato a Lewis il casco speciale tributo al suo pap&agrave;. Ecco le immagini della gara in Germania

GP Eifel, Lewis fa la storia: 91 vittorie in carriera come Schumi FOTO

        C'&egrave; sempre Lewis Hamilton in partenza dal palo della griglia del Gp di Spagna. Le qualifiche sul circuito del Montmel&ograve; portano ancora una volta la firma del pilota inglese che regala alla scuderia della Stella la pole position numero 100 dell'era ibrida, con ben 60 targate proprio da Lewis.&nbsp; Un record, quello messo a segno oggi che si aggiunge anche alla sua pole numero 92 in carriera e che permette alla Mercedes di eguagliare ancora una volta un primato che apparteneva alla Ferrari: come &egrave; Monza per la Rossa, adesso il Catalunya &egrave; il primo circuito in cui registrano la prima fila completa 7 volte e dove domani potranno allungare a nove gli anni di trionfi consecutivi. E il sabato di Hammer non si conlude senza aver superato nuovamente Senna di una posizione con la quinta pole nel Gp di Spagna: il record stavolta &egrave; ancora di Schumi, a quota 7.  Qualifiche Gp Spagna, Vettel: "Non so se &egrave; solo sfortuna: sempre gli stessi problemi" Troppo caldo, attenzione al collo Stanco ma felice, del resto le temperature talmente alte qui non aiutano: "Non siamo mai stati qui d'estate, non siamo abituate a girare in questa stagione a Barcellona: fa tanto caldo. Fisicamente &egrave; molto dura, soprattutto in qualifica quando vai cos&igrave; veloce lo senti ancora di pi&ugrave;. Il dazio che paghi a livello fisico &egrave; abbastanza alto e anche le gomme faticano di pi&ugrave;, te ne accorgi quando devi raffreddarle nel giro d'uscita. Dobbiamo gestire proprio tutto questo caldo nei vari giri.&nbsp; Pensavo di essere pi&ugrave; veloce nel secondo giro, pensavo di poter battere il mio primo tempo ma non &egrave; stato cos&igrave;: ho fatto degli errori. Ma il primo &egrave; stato discreto e alla fine &egrave; stato sufficiente per la pole. I ragazzi hanno fatto un lavoro eccezional, stiamo costantemente imparando. Sono stato qui con loro fino alle dieci di ieri sera per esaminare tutti i dati, dettagli e capire dove migliorare, soprattutto in ottica gara visto che la Red Bull &egrave; super veloce. E questo d&agrave; l'idea di quanto sia difficile guidare qui.  Oltre ai problemi di sottosterzo e sovrasterzo, c'&egrave; tanto stress fisico. In frenata, anche la struttura corporea per la velocit&agrave; e le forze G che sono motlo notevoli qui, ne risente soprattutto il collo in curva. Con il caldo bisogna stare attenti a non far surriscaldare le gomme e gestire l'accelleratore.  Per il bilanciamento c&rsquo;&egrave; parecchio vento anche qui. Ci sono raffiche con il vento in faccia in curva 1 e invece in curva 4 ce l'hai alle spalle. Il vento cambia di curva in curva e devi capire come&nbsp; e quanto spingere: trovare il limite senza perdere il controllo della macchina. Ho tantissimo rispetto per i miei colleghi coi quali condivido queste difficolt&agrave; di gestione del tutto.  Valterri e Max sono molto vicini: la strada per la curva 1 &egrave; molto lunga, quindi il lavoro non &egrave; completo e sar&agrave; dura tenere la posizione. Partiamo dal posto perfetto per&ograve; &egrave; difficile vincere qui dalla pole, cercher&ograve; di partire nel modo migliore possibile". Gp Spagna, Verstappen: "Oggi in qualifica abbiamo fatto il massimo"       

Il pilota inglese regala con pole numero 100 alla Mercedes, la 60esima a sua firma: "La Red Bull &egrave; superveloce. Fisicamente &egrave; molto dura, soprattutto in qualifica quando vai cos&igrave; veloce lo senti ancora di pi&ugrave;. Il dazio lo paghi al collo"

Qualifiche Gp Spagna, Lewis: "Mi spingo per trovare il limite senza perdere il controllo"

Quel numero 2 davanti alla sua W11 Lewis Hamilton proprio non lo sopporta. Le qualifiche del Gp 70&deg; Anniversario sono state &quot;deludenti&quot; per l&#39;uomo dei record, che domani partir&agrave; s&igrave; in prima fila, per la 149esima volta, ma alle spalle del compagno di scuderia Valtteri Bottas, autore di una super pole a Silverstone. Il replay in Gran Bretagna non ha portato la pole numero 92 al pilota inglese che domani comunque in gara cercher&agrave; in ogni modo di riprendersi la rivincita e firmare il suo successo numero 87 in carriera.    Un solo pit stop? Follia anche per l&#39;uomo dei record  Una battaglia molto ravvicinata ma alla fine Lewis si &egrave; fatto beffare: &ldquo;Il mio primo giro grandioso ma il secondo no? Si, non &egrave; stato grandioso. Valtteri &egrave; stato bravo, ha fatto un buon lavoro e si &egrave; meritato la pole. Il mio ultimo giro non &egrave; stato perfetto.   Un solo pit stop per una strategia migliore in gara? Non penso che qualcuno possa farcela con queste gomme pi&ugrave; soft a fare una sosta sola. Nemmeno io con la mia esperienza. Gi&agrave; era molto difficile la scorsa settimana, figuriamoci con queste nuove gomme pi&ugrave; morbide. Non penso proprio sia possibile. Anzi la mia gomma non &egrave; neanche arrivata alla fine. Vedremo come andr&agrave; domani&rdquo;.  E in gara le due Mercedes partiranno per la nona volta in quest&#39;ordine dalla prima fila. Una statistica che sorride a Lewis visto che nelle otto volte precedenti, &egrave; andato a segno ben quattro volte contro le due di Valterri.  Qualifiche Gp 70&deg; anniversario, Vettel: &quot;Sembra che andiamo contro il muro&quot; 

L&#39;inglese della Mercedes si prende tutte le colpe per non aver centrato la sua pole numero 92: &quot;Valtteri &egrave; stato bravo, il mio secondo giro non &egrave; stato grandioso. Un solo pit stop? Nemmeno io con la mia esperienza ci riuscirei&quot;

Gp 70&deg;Anniversario qualifiche, Hamilton: &quot;Non sono stato perfetto&quot;

A Valencia sul circuito Ricardo Tormo, Rossi e Hamilton si sono scambiati i motori e le competizioni in Formula 1 e MotoGp. Per la prima volta hanno girato insieme sulla stessa pista con Vale a bordo monoposto Mercedes e Lewis sulla Yamaha M1. Ecco le foto della giornata 

Lewis Hamilton e Valentino Rossi, #LH44VR46: le foto

Lewis Hamilton con la tuta Ferrari. Una provocazione. E per tanti anche un sogno mostruosamente proibito dopo il 2020 quando scadr&agrave; il suo contratto con la Mercedes. Lewis Hamilton di rosso vestito nel futuro di una Formula Uno che &egrave; grande anche per certe storie agognate e invocate. Come questa.  LH44 a Maranello come Cristiano Ronaldo alla Juventus? Perch&eacute; mettere confini alle fantasie pi&ugrave; sfrenate? &laquo;Al momento &egrave; difficile immaginarmi altrove la Mercedes &egrave; la mia famiglia, sono cresciuto con loro. Anche con la McLaren era cos&igrave;, ma all&rsquo;epoca ho voluto cambiare per dimostrare a tutti che potevo vincere anche con un&rsquo;altra squadra. Sapevo di poter avere successo altrove, ma volevo dimostrarlo. Al momento quindi non penso ad andare in un altro team per vincere anche con loro. Ma non si pu&ograve; mai dire&raquo;.  Gi&agrave;, mai dire mai. Lo dice anche il fresco pentacampione del mondo&hellip; E voi come la pensate? Vi piacerebbe vedere il fuoriclasse di Stevenage sulla Ferrari? Lanciamo, insomma, un grande sondaggio (potete votare le vostre preferenze sul nostro sito internet). Nel frattempo leggete l&rsquo;articolata analisi futurista che fa Mario Donnini su questo numero di As e fatevi la vostra idea&hellip; Domenica prossima, intanto, a Interlagos va in scena il penultimo round del Mondiale 2018. L&rsquo;aritmetica lascia ancora qualche speranza alla Ferrari nella corsa al titolo Costruttori con 55 punti da recuperare sulla Mercedes, quando mancano due Gp prima dei titoli di coda della stagione.  Con 86 punti a disposizione sembra assolutamente un&rsquo;impresa impossibile.  Ma Maranello non molla. &laquo;Vogliamo lottare ancora, c&rsquo;&egrave; un titolo costruttori ancora in ballo e vi prometto che non molleremo fino all&rsquo;ultima curva dell&rsquo;ultimo Gran Premio!&raquo;. L&rsquo;ha ribadito Maurizio Arrivabene a Monza davanti ai 30mila accorsi per le finali mondiali del Ferrari Challenge, dove ha presenziato anche l&rsquo;amministratore delegato del Cavallino Louis Carey Camilleri.  C&rsquo;&egrave; voglia di chiudere l&rsquo;avventura 2018 con altri lampi di rosso e tenere accesa il pi&ugrave; possibile la speranza in un popolo che ama la Scuderia senza mezzi termini con una passione senza confini.  Non ha confini neanche la classe di Sebastien Loeb che dopo la vittoria in Spagna con la Citroen &egrave; tornato a gradire l&rsquo;effetto che fa stare davanti a tutti nel Mondiale Rally. Dopo aver chiuso il suo parco giochi del traverso cinque anni fa, l&rsquo;alsaziano pare averci ripreso gusto e qualche altra gara potrebbe anche correrla nella prossima stagione. Molte voci lo indicano in trattativa con MSport per guidare una Fiesta Wrc. Lo abbiamo chiesto direttamente a lui e ci ha detto: &laquo;Ci sto pensando&raquo;. Intanto lo rivedremo in azione alla Dakar con una Peugeot privata e poi&hellip;&nbsp; 

Hamilton con la tuta xdella ferrari: tra sogno e provocazione

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