Tanti record, 4 titoli Mondiali, team prestigiosi e compagni di scuderia leggendari. Il pilota tedesco a fine anno dir&agrave; addio al suo grande amore: la F1 dopo una straordinaria carriera durata 16 anni. Ripercorriamo i momenti topici della sua indimenticabile avventura nel Circus

Sebastian Vettel e l'addio alla F1: i numeri di una carriera straordinaria

&Egrave; un Sebastian Vettel sorridente e ottimista quello che si &egrave; presentato oggi alla presentazione della nuova Aston Martin AMR22. Dopo un primo anno di ambientamento nel team inglese, in questo 2022 il pilota tedesco punter&agrave; a migliorare i risultati della scorsa stagione, in cui ottenne un podio e 43 punti, chiudendo al 12&deg; posto della classifica iridata. Ottimismo da parte di Vettel, ma con cautela, con la consapevolezza di essere solo al secondo anno del piano di sviluppo quinquennale di Aston Martin, e che le nuove regole costituiscono un&#39;incognita per tutti. Ecco cosa ha detto il quattro volte Campione del Mondo alla presentazione della AMR22.  &quot;Guarda quella macchina, chi non sarebbe entusiasta della prospettiva di correre con quella? Il nome? Ancora non l&#39;ho deciso, lo troveremo dopo che l&#39;avr&ograve; provata&quot; ha esordito scherzando Vettel, osservando la monoposto che lo accompagner&agrave; nei prossimi mesi sulle piste del calendario. &ldquo;Quando si tratta di speranze per la stagione, non credo che nessuno sappia davvero cosa aspettarsi &ndash; ha proseguito il tedesco - Ci sono nuove regole e ovviamente tutte le squadre sperano di aver capito bene. Tutti vogliono vincere, me compreso, e nessuno sarebbe in Formula 1 se il loro sogno non fosse quello di vincere. Io non sono diverso&rdquo;.  Nuova Aston martin AMR22: che il piano abbia inizio!    Vettel: &quot;Aston Martin ha grandi ambizioni&quot;  Crescita costante fatta di continua evoluzione, per arrivare a vincere sul lungo termine: questa la strategia di Aston Martin, come ha spiegato lo stesso Vettel: &quot;La cosa principale &egrave; continuare ad andare avanti e salire. Questo &egrave; solo il secondo anno di un piano quinquennale, quindi siamo ancora abbastanza vicini all&#39;inizio. Ma questa squadra ha grandi ambizioni e grandi progetti, e sono estremamente entusiasta di farne parte&quot; ha concluso il tedesco, che ora direzioner&agrave; tutta la sua attenzione alle due sessioni di test pre stagionali in Spagna e Bahrain, per poi ritrovarsi in griglia di partenza il week end del 18-20 marzo a Sakhir.  F1 2022, il calendario delle presentazioni dei team 

Il quattro volte Campione del Mondo, in occasione del lancio della nuova Aston Martin AMR22, ha spiegato le sue aspettative per il 2022, tra nuove regole e piani di crescita

Nuova Aston Martin AMR22, Vettel: &quot;Sogno di vincere, il team ha grandi ambizioni&quot;

Sebastian Vettel arriva alla Ferrari nel 2015 al posto di Fernando Alonso con la quasi certezza generale che la Rossa in lui sta ritrovando un nuovo Schumi per tornare a vincere titoli a raffica. Come se vigesse una sorta di leggenda la quale prevede che a un certo punto a Maranello si presenta un bel nibelungo e tutto va a posto. No. La realt&agrave; non solo non si rivela questa, ma va molto lontana dall&rsquo;esserlo. Per un motivo semplicissiomo che in un paio di righe sintetizza sette anni di sofferenze: tante sono le stagioni di formula turboibdrida disputate, nelle quali se non hai una Mercedes &egrave; meglio chete ne stai a casa, punto. Poi, certo, Sebastian Vettel ci prova, strada facendo. Specie nel 2017, fin quando l&rsquo;affidabilit&agrave; della macchina tiene, e, soprattutto, nel 2018 quando per&ograve; la sua capacit&agrave; psicologica di sopportare l&rsquo;insostenibile pressione della sfida si mette a dare segnali di irreversibile breakingpoint.    Poi si pu&ograve; indicare il punto di rottura a Hockenheim, a Monza o dove sivuole, poco importa. Fin da Baku 2017 Seb mette in mostra la sequela di errori under pressurpi&ugrave; lunga, mortificante e terribile mai evidenziata da un top driver pluriridato nella storia della F.1.E, come sempre accade in questi casi, il campione che comincia a sbagliare, ben presto &egrave; destinato a errare di meno, pagando per&ograve; il prezzo d&rsquo;andare pi&ugrave; piano. Cos&igrave; il 2020, a parte il bel terzo posto a Istanbul, diventa per lui la peggior stagione immaginabile in Ferrari, iniziata con la certezza del licenziamento e terminata col doppiaggio sub&igrave;to al 47esimo giro della gara di Abu Dhabi dal capoclassifica Verstappen e l&rsquo;aggravante dell&rsquo;altra sverniciata incolpevolmente presa al 51esimo giro, addirittura dal non irresistibile Albon, al volante dell&rsquo;altra Red Bull. Insomma, c&rsquo;&egrave; poco da fare, in pista i risultati dicono questo. Ferrari poco meglio che inguardabile, lo stesso Leclerc talmente inquieto da mettersi a sbagliare pure lui, vedi Sakhir 2, e Vettel condannato ad andarsene dalla Ferrari in un&rsquo;atmosfera di reciproca stanchezza coniugale, sottotesto che reca in s&eacute; un corale e condiviso grazie a Dio &egrave; finita.  GP Abu Dhabi, Binotto: &quot;Vettel per sempre parte della Ferrari&quot;  Per&ograve;, attenzione, anche no. Perch&eacute; a volte la storia delle corse non &egrave; solo un mattinale fatto di vittorie o sconfitte, registro freddo e scabroche annota solo delusioni, sorprese, trionfi o giornate incolori. Ci anche sono situazioni particolari in cui il vero bilancio appare invisibile ma annusabile, palpabile e misurabile con strumentazioni magiche e ancora ad oggi non inventate da nessuno, eppure producibili impressioni, sensazioni e parametri sentimentali. E nel caso di Sebastian Vettel c&rsquo;&egrave; qualcosa da va completamente al di l&agrave; dei risultati e dei Gran Premi vinti, quand&rsquo;anche nella classifica di tutti i tempi resti il terzo pilota del Cavallino pi&ugrave; vincente di sempre, dietro Michael Schumacher e Niki Lauda, ossia il pi&ugrave; medagliato tra i non iridati in Rosso, ma non &egrave; questo il punto. Voglio dire che ci sono ferraristi che salutano la compagnia comunque amati, apprezzati, goduti e vissuti talmente tanto, da lasciare una traccia importante, sentita e calda. Perch&eacute; la Ferrari non &egrave; una squadraccia leggendaria qualsiasi, che se non vince non campa, proprio no. La Rossa &egrave; crogiuolo d&rsquo;esistenze, passioni, vicende e mitologie strane, all&rsquo;interno del quale si sanno apprezzare individualit&agrave;, empatie, aneliti e sensibilit&agrave; anche a prescindere dai trofei vinti e dai mondiali ghermiti.     Chris Amon resta pur sempre l&rsquo;amatissimo simbolo della Ferrari pre-Fiat, dell&rsquo;ultima Rossa completamente (o quasi) autarchica, che nella sfortuna del pilota viveva comunque un periodo avaro di soddisfazioni ma non certodi coraggio, inventiva e meriti. La stessa Rossa del quinquennnio all&rsquo;insegna di Jean Alesi resta un esempio in cui il cuore del pilota, certe volte, si propone come valore aggiunto e commovente, tale da consegnare all&rsquo;archivio anni bui e grigiri schiarati e colorati da giornate campali e luminose di resiliente spirito. Ecco, il senso di tutto &egrave; che i cinque anni e le sei stagioni in Rosso di Sebastian Vettel saranno in ogni caso il simbolo di una scoperta diversa da quella che ci si aspettava di fare. Primo, perch&eacute; Vettel non &egrave; Schumacher. Secondo, perch&eacute; Vettel &egrave; Seb.  GP Abu Dhabi: i 5 temi del fine settimana  Bellopambino, dopo l&rsquo;era in Red&nbsp; Bull, &egrave; destinato a scoprire una fase nuova e diversa della sua vita. Laddove la non inaffondabilit&agrave; delle Ferrari si accompagna alla vulnerabilit&agrave; psicologica di un ragazzo che si scopre battibile, fragile, a tratti in crisi nera e soprattutto inserito all&rsquo;interno di un meccanismo infernale destinato in quasi un decennio a premiare sempre e solo le Mercedes. Ma Sebastian Vettel va avanti, soffre e risponde a modo suo: decidendo di bere l&rsquo;amaro calice fino in fondo, con signorile e tribolata compostezza, prendendo con sprezzatura gli schiaffoni agonistici che pian piano comincia a rifilargli il compagno di squadra, quindi, a cascata, comprensibilmente, la dirigenza, la classifica del mondiale, la gerarchia in seno al team e infine la scadenza contrattuale.    Ed &egrave; qui che si scopre e si rivela il Seb pi&ugrave; bello e nobile. L&rsquo;uomo, l&rsquo;ex ragazzo che soffre. L&rsquo;animo nobile di un tedesco innamorato degli italiani, uno capace di cantarti Toto Cutugno o Celentano, d&rsquo;amare isuoi meccanici di oggi molto pi&ugrave; della sua bacheca di trofei dei tempi d&rsquo;oro. Un trentatreenne cos&igrave; tosto da dire che &egrave; contento d&rsquo;aver terminato la sua stagione pi&ugrave; difficile, pur sentendosi triste, perch&eacute; cos&igrave; facendo &egrave; finita la sua storia con la Ferrari. La quale, comunque sivoglia inquadrarla, resta appunto non un rapporto sportivo ma una dolce liason, da lui vissuta con gli effetti, l&rsquo;empatia, le speranze, i batticuore e le farfalle nello stomaco della grande storia d&rsquo;amore.  E quel reciproco team radio finale - ci scuseranno commercialisti eragionieri dalla partita doppia facile - vale molto, infinitamente di pi&ugrave; dei cinque milioni di dollari aggiuntivi artigliati dalla McLaren col terzo posto nel mondiale Costruttori, perch&eacute; fa venir da piangere sentir dire un pilota e un ragazzo &quot;Voi siete la squadra Rossa cos&igrave; appassionata che non si arrender&agrave; mai&quot;, avendo per risposta &quot;Tu, Seb sei un grande uomo con un grande cuore&quot;.    In fondo il rapporto tra lui e l&#39;ingegnere di pista Adami &egrave; una delle ultime favole calde di questa F.1 burocratizzata e ghiaccetta, quindi assaporiamola sino alla fine. E allora questa Ferrari di Abu Dhabi 2020, se in pista si becca un voto quattro che non gli e lo leva nessuno, nell&rsquo;atmosfera impalpabile e intensa di una serata importante, merita l&rsquo;abbraccio corale che si deve a un mondo, a un ambiente e a un campione che se ne va. Perch&eacute; in tutto questo, all&rsquo;interno del Circus della politica, della tecnologia furba, degli equilibri da figli di buona donna, per un attimo o una vita ci avete fatto riscoprire i valori dell&rsquo;amicizia, della dolcezza, dell&rsquo;umanit&agrave;.  E adesso, forse, comincia a diventare chiaro il senso di tutto, la cifra di questi anni difficili e avari, travagliati e per certi versi malinconici, vissuti nel bene o nel male dalla Ferrari e dai ferraristi nel segno di Sebastian Vettel e della sua inattesa e struggente serendipity. Gi&agrave;, serendipity .Come quando cerchi un ago nel pagliaio, non riesci a trovarlo ma incontri la figlia del contadino e te la sposi. Parimenti, attendevamo un eroe, un pluricampione crucco, robotico e invulnerabile, invece abbiamo trovato un ragazzo che a volte si spezza ma finalmente si spiega, tanto da mostrarsi una bella persona e un uomo meraviglioso.  In bocca al lupo per il tuo futuro in Aston Martin, caro Vettel, e grazie comunque, perch&eacute; dentro sei stupendo, Seb. 

La Ferrari cercava un campionissimo ma in un periodo di crisi ha trovatoun uomo caldo e vero. Non &egrave; poco e ora &egrave; tempo di salutarsi

Sei Vettel, persona meravigliosa

Atto finale per Sebastian Vettel coi colori della Ferrari. Il GP di Abu Dhabi sar&agrave; l&#39;ultima gara in cui vedremo Seb vestire i colori della Rossa e salire su una monoposto del Cavallino. E proprio per questo il 4 volte iridato, amatissimo dai tifosi Ferrari, ha voluto chiudere la sua avventura d&#39;amore lunga sei anni, sfoggiando per tutto il weekend un casco speciale col Cavallino olografico e coloratissimo e la scritta &quot;Grazie ragazzi&quot;. &quot;E&#39; &quot;un modo per ringraziare la squadra e salutare tutti i tifosi che non mi hanno mai fatto mancare il loro supporto&quot;, ha detto Seb che ha chiuso le FP1 a YAs Marina col 14&deg; tempo. Ecco le foto

GP Abu Dhabi, Vettel con il casco speciale per l'ultima gara in Ferrari 

Scusate, ma, a forza di far finta di niente, sar&agrave; anche ora di parlarne. Perch&eacute; da un anno a questa parte in Ferrari - e pure fuori - si continua a ignorare che Sebastian Vettel non &egrave; pi&ugrave; una soluzione del Cavallino Rampante, ma il problema.  Attenzione, chiariamoci: magari dal prossimo Gp Seb si sveglia e, da l&igrave; in poi, li vince tutti. Chiss&agrave;, la vita &egrave; strana, tutto ci pu&ograve; stare. Ma non &egrave; questo il punto.&nbsp;  Perch&eacute; adesso i fatti dicono ben altro.&nbsp;    Da un anno a questa parte, quindi da oltre venti Gran Premi, Vettel commette in media un grave errore ogni due gare e da inizio stagione si sta dimostrando in difficolt&agrave; perfino sul giro secco al confronto con il compagno di squadra Leclerc, il quale ormai gli sta davanti con indicativa regolarit&agrave;.  A fronte di questo, fino a oggi Sebastian Vettel non &egrave; stato mai messo minimamente in discussione, il vertice della squadra continua a dargli piena fiducia e addirittura a livello di tattiche di gara puntualmente quella che funziona di pi&ugrave; viene riservata a lui, che ha anche il privilegio di poterla rifiutare, se non ne &egrave; del tutto convinto.&nbsp;  Mentre, al contrario, Leclerc sembra dover lottare in pista a ogni Gran Premio con una sorta di avversario invisibile in pi&ugrave;, ossia ci&ograve; che gli viene puntualmente prescritto dal muretto. Non che sia davvero cos&igrave;, ma, paradossalmente, l&rsquo;impressione resta questa, considerando che anche la gestione dell&rsquo;entrata della Safety-Car a Silverstone ha segnato un nuovo schiaffone sulle tenere e acerbe gote del peraltro stupendo pilota monegasco.    In altre parole, se la Ferrari non ha la miglior monoposto del lotto non &egrave; mica un dramma. Cose che non dovrebbero ma possono capitare, quando al top da un lustro c&rsquo;&egrave; un superteam come la Mercedes. Dispiace per&ograve; che dall&rsquo;inizio anno a oggi la Red Bull si stia dimostrando in netta progressione, tanto di fatto da aver non solo millimetricamente scavalcato la Rossa, specie al confronto in condizioni gara.  E, ben al di l&agrave; di questo, ci sono alcuni atteggiamenti della Ferrari che restano misteriosi, poco facili da spiegare e indecifrabili ai pi&ugrave;. In particolare, perch&eacute; far finta di niente di fronte alla spettacolare, malinconica e devastante crisi di Sebastian Vettel? Perch&eacute; non prendere atto che la sua &egrave; la sequenza di errori pi&ugrave; intensa, dannosa e preoccupante di un pilota Ferrari in 69 anni di F.1 iridata? Perch&eacute; non sottolineare che di fronte a una mitragliata di svarioni del genere - in gergo, parlasi di Vettelate -, un timoniere come Enzo Ferrari avrebbe avocato a s&eacute; la situazione, convocando il pilota per uno scambio spassionato di battute, tale da ammettere qualsiasi possibile esito?&nbsp;    Ecco, qui nessuno vuole la testa di Vettel. Non &egrave; detto che fare a meno prima possibile dei suoi servigi sia la soluzione giusta. Ma cavarsela con una frasina di circostanza anche stavolta e guardare dall&rsquo;altra parte non pare pi&ugrave; la soluzione utile e ideale. Perch&eacute;, dai e dai, ignorare la questione significa ingrandire il problema e soprattutto tenerselo tale e quale a tempo indeterminato. S&igrave;, per almeno un altro anno e mezzo pieno, tanto s&rsquo;estende la durata del contratto in vigore tra le parti.  Cosa succede a Sebastian Vettel? Mica facile capirlo. Di certo deve spiegare due ordini di questioni, ossia le seguenti:&nbsp;  A) Sotto pressione, sbaglia puntuale.&nbsp;  B) Pi&ugrave; si va avanti, pi&ugrave; soffre il confronto diretto col compagno di squadra Leclerc. Da ci&ograve; si arguisce che il guaio non &egrave; la Ferrari Sf90, la quale di suo non &egrave; stellare, avendo preso a Silverstone trenta secondi dalla Mercedes, malgrado una Safety-Car che ha neutralizzato la gara dopo 20 giri. No, anche se la Rossa andasse meno della Williams, in un momento nero come questo, il Sebastian Vettel di mezza estate sarebbe ultimo dietro a Leclerc, penultimo.  Ecco, semplicemente questa &egrave; una situazione che la Ferrari non pu&ograve; assolutamente permettersi. &Egrave; tempo che la squadra scopra e realizzi cosa esattamente sta capitando sul Pianeta Vettel.    E allora delle quattro l&rsquo;una:&nbsp;  1) Vettel potrebbe essere vittima di una semplice crisi (ma quasi infinita per tempistiche, pressioni e aspettative della F.1) transitoria, causa congiunzioni astrali sfavorevoli. Tranquilli, improvvisamente tutto torner&agrave; a posto, tipo ai tempi dei quattro titoli mondiali con la Red Bull, e chiunque ha scritto un solo rigo di perplessit&agrave; nei confronti di Seb, se ne pentir&agrave; amaramente. Magari a partire dal prossimo Gp.  2) Vettel potrebbe vivere quella che Enzo Ferrari definiva la parabola del campione. Ciascuno risponde al suo orologio psico-biologico-motivazionale. Prima o poi, passato l&rsquo;apice, inesorabilmente peggiori e vai meno forte e, per compensare, spesso commetti pi&ugrave; errori. Che sia la prole, la famiglia a carico o cosa, pu&ograve; darsi che Seb ne abbia sempre di meno, per cause naturali. In fondo Scheckter fin&igrave; fritto come pilota a trent&rsquo;anni d&rsquo;et&agrave; e Seb ne ha trentadue.  3) Vettel potrebbe avere problemi personali particolari, di foro interiore. Non comprensibili ma solo lontanamente intuibili dall&rsquo;esterno, tali in ogni caso da minare la sua serenit&agrave; e, di conseguenza, il rendimento in pista.  4) Vettel ormai sarebbe alla fine della luna di miele con la Ferrari, in quanto la reciproca fiducia ormai &egrave; svanita per sempre. Al termine della quinta stagione in Rosso, Michael Schumacher cominciava a vincere una mitragliata di titoli mondiali, cinque, mentre Seb potrebbe aver consolidato la certezza - e con lui il team nei suoi confronti -, che la possibilit&agrave; d&rsquo;abbracciare un titolo mondiale &egrave; pi&ugrave; lontana del giorno in cui approd&ograve; a Maranello, per dare vita al dopo Alonso.&nbsp;  Be&rsquo; chi scrive teme terribilmente il punto 2) e si augura gioiosamente lo scenario 1). Anzi, come si dice in questi casi, spero tanto di sbagliarmi e forza Seb. Ma questo, in fondo, non sposta i termini.  Il punto &egrave; un altro. La situazione in Ferrari ormai sta toccando, per il caso Vettel, il livello di guardia ed &egrave; indifferibilmente ora di smettere d&rsquo;ignorare il problema all&rsquo;apparenza e di cominciare un confronto interno - mica un dibattito pubblico come marito e moglie che litigano il pomeriggio a pagamento in Tv sulle reti commerciali, neh -, allo scopo di capire e capirsi sullo stato delle cose. Perch&eacute; sono proprio le indicazioni e il sincero e reciproco contributo dialogico a poter dare indicazioni preziose sullo stato reale del rapporto e sulla sussistenza o meno di prospettive future di miglioramento della situazione. &Egrave; tempo, cio&egrave;, di stilare una road map che permetta di ricalendariare target &amp; sfide, riprogrammando la stagione alla luce del chiarimento da operare in maniera urgente e franca.    Il pilota si deve spiegare pi&ugrave; di quanto abbia fatto fino a oggi e ha il dovere di cominciare a dare segnali concreti: prima all&rsquo;interno del team e poi, ovvio, anche all&rsquo;esterno, in pista. Ma, come si dice in politica, &egrave; tempo d&rsquo;avviare una verifica vera. Perch&eacute;, la butto l&agrave; alla Checco Zalone, il posto fisso non esiste pi&ugrave; e tantomeno alla Ferrari. Gi&agrave; tanti, troppi anni di gestione con lo schema di una punta e di un gregario ci avevano abituati alla presenza di un pilota su due inoffensivo da contratto, rassegnato e in funzione ancillare. Anni luce di Barrichello, Massa e del Raikkonen fase due, coccolati fino a che ci sono stati a perdere sorridendo e a portar la croce cantando, non devono certo propiziare condiscendenza e tolleranza verso la situazione di una punta come Vettel, che sta scatenando non solo campanelli d&rsquo;allarme ma campanoni da suonare a distesa.  Sebastian Vettel pu&ograve; tornare ad essere il primo pilota della Ferrari, ma in questo preciso momento non merita di esserlo.&nbsp;  Niente di personale. Meritocrazia, risultati e logica vogliono che ora tocchi a Charles Leclerc ereditare da subito tale status. E con esso le tattiche migliori e pi&ugrave; aggressive in gara, nonch&eacute; quell&rsquo;occhio di riguardo che a oggi &egrave; mancato al monegasco, nel tentativo - lecito ma infruttuoso - di continuare a dare credito a un Seb Vettel in caduta libera. Seb continui pure con la Ferrari, ma, dal prossimo Gran Premio in poi, tocca a lui dimostrare di meritarsela.&nbsp; 

Silverstone chiarisce in modo inequivocabile che non ha pi&ugrave; senso riconoscere a Vettel lo status di primo pilota Ferrari nei confronti di Leclerc, il quale in pista sbaglia meno e rende di piu

Basta col Capitano

Debutto vincente per Juan-Pablo Montoya nella Race of Champions che quest&#39;anno si corre presso il Marlins Park di Miami: il colombiano vincitore della Indy 500 del 2015 ha svettato sui 16 partecipanti nonostante si trattasse della sua prima partecipazione a questa sfida, attratto dal fatto che si corresse nella sua citt&agrave;. A sfidarlo nella Grand Final &egrave; stato Tom Kristensen, che invece conta 15 partecipazioni consecutive e ben 5 arrivi in finale, senza per&ograve; riuscire mai a vincere finora.  &nbsp;  &nbsp;&laquo;Ho fatto questa gara per divertimento - ha spiegato alla fine Montoya - ma alla fine quando sei al volante ti concentri come sempre, pensando solo a come scaldare le gomme, a come lasciare la frizione per partire meglio, a come affrontare la prima curva e cos&igrave; via.&nbsp;&Egrave; incredibile come arrivi ad impegnarti comunque, come se fossi in qualifica. Non so cosa abbia fatto la differenza, per&ograve; non ho avuto vergogna a chiedere agli altri cosa fosse meglio, cos&igrave; ho costruito un database sulle cose da fare. Per esempio ho parlato con David (Coulthard, ndr) prima della finale su quando fosse meglio cambiare con quella macchina, perch&eacute; non lo sapevo proprio. Alla fine &egrave; andata bene: forse &egrave; stata la fortuna del principiante&hellip;&raquo;.  &nbsp;  Il fatto di cambiare continuamente vetture fra una sfida e l&#39;altra &egrave; infatti una delle difficolt&agrave; di questa manifestazione.&nbsp;&laquo;Sono orgoglioso di essere arrivato in finale - &egrave; invece il commento di Kristensen - e sono contento di essere qui anche stavolta, dopo due ritiri nelle scorse edizioni. Siamo piloti da corsa e in una gara come la ROC tiriamo fuori il massimo: qui se sei attento non vinci, ma se spingi &egrave; facile sbagliare. Comunque cerchi di fare il meglio e le gare sono molto combattute. Quindi complimenti a Juan-Pablo: lo conosco da tanti anni e ho sempre saputo che avrebbe avuto una grande carriera&raquo;.&nbsp;  &nbsp;  Montoya e Kristensen sono arrivati in finale battendo rispettivamente Felipe Massa e David Coulthard nonch&eacute;, prima ancora nei &quot;quarti&quot;, Travis Pastrana e Jenson Button: l&#39;inglese &egrave; stato battuto per soli 0&quot;06 allo spareggio, dal 9 volte vincitore di Le Mans. Sebastian Vettel, &quot;Champions of Champions&quot; uscente, non &egrave; invece riuscito a passare le eliminatorie nel Gruppo A dove ha trovato Pastrana, Castroneves e Speed. Dopo una vittoria, Pascal Wehrlein &egrave; stato invece protagonista di un incidente nel suo gruppo.  &nbsp;  Tuttavia a Vettel &egrave; andata meglio nella parallela &quot;prova di abilit&agrave;&quot; del cosiddetto ROC Skills Challenge: un tracciato a fianco del Marlins Park con varianti, slalom, curve a 360&deg; e parcheggio parallelo: qui il tedesco &egrave; arrivato in finale, cedendo solo a James Hinchcliffe.&nbsp;Questa domenica sono attese le sfide di gruppo, cio&egrave; con squadre di due piloti: Vettel sar&agrave; in coppia proprio con Wehrlein nel Team Germany, e dovranno vedersela gi&agrave; nelle eliminatorie con i forti Team Great Britain (Button e Coulthard) e Team Nordic (Kristensen e Solberg).&nbsp; 

Vettel non passa le eliminatoria nella sfida di Miami, mentre Massa e Coulthard arrivano in semifinale

Race of Champions: Montoya batte Kristensen nella finale individuale

C&rsquo;era il rischio di una ulteriore sanzione a Sebastian Vettel al GP Messico dopo i 10&rdquo; di penalit&agrave; per il contatto con Ricciardo e i 2 punti sulla patente-licenza. Il &ldquo;reato&rdquo; in oggetto erano le offese mandate in diretta via radio a Charlie Whiting, il direttore di gara, perch&eacute; non interveniva in corsa per ordinare a Verstappen di restituire la posizione negli ultimi due giri di gara in Messico. Per&ograve; stavolta Vettel l&rsquo;ha scampata bella. Di solito la Fia &egrave; molto rigida quando si offendono i suoi rappresentanti ufficiali e i gradi di punizione possono andare dal semplice rimprovero, all&rsquo;ammenda, alla squalifica per una o pi&ugrave; corse. Ma stavolta Jean Todt in persona, presidente FIA, &egrave; intervenuto per perdonare Vettel in via eccezionale.  Il comunicato FIA dice: &ldquo;Subito dopo la gara Vettel ha porto di persona le proprie scuse a Charlie Whiting, poi di sua iniziativa ha scritto una lettera di scuse al presidente della Fia Todt e allo stesso Whiting in cui ai &egrave; profondamente scusato per il proprio comportamento. Nelle lettere ha anche annunciato che vorr&agrave; incontrare Verstappen per dialogare con lui e assicurarsi che la cosa non si ripeter&agrave;. Perci&ograve; alla luce delle sue scuse sincere e del profondo pentimento, il presidente della Fia, Jean Todt, ha deciso in via eccezionale di di non intraprendere azioni disciplinari contro Vettel e di non portare perci&ograve; questa vicenda davanti al Tribunale Internazionale della Fia&rdquo;.   La Fia nel comunicato precisa per&ograve; che non saranno pi&ugrave; tollerate linguaggi volgari n&eacute; offese ai giudici di gara e chi nei prossimi GP si rendesse colpevole di comportamenti del genere verr&agrave; fatto oggetto di sanzioni disciplinari e la cosa verr&agrave; portata davanti al tribunale internazionale che potr&agrave; prendere ulteriori provvedimenti.  NO ALLA F1 IN MANO AGLI ARBITRI  Ricordiamo che la Fia non &egrave; nuova a procedimenti disciplinari per piloti che ne contestano l&rsquo;autorit&agrave;: nel 1997, mentre lottava per il titolo mondiale F1, Jacques Villeneuve, venne costretto nella settimana del Gp Canada, ad attraversare l&rsquo;oceano avanti e indietro in volo nel giro di poche ore per andare da Montreal a Parigi per essere ascoltato davanti al tribunale della Fia e tornare in Canada per la corsa subito dopo. Non c&rsquo;erano gli estremi per sanzionarlo ma fu sottoposto a un avanti-indietro stressante che gli cre&ograve; disagio fisico alla vigilia di una corsa per lui importante. 

Il presidente della Fia, Jean Todt, ha deciso in via eccezionale di di non intraprendere azioni disciplinari contro Vettel

Vettel non avr&agrave; sanzioni&nbsp;per il &ldquo;vaffa&rdquo; a Whiting&nbsp;

Per la seconda volta nel 2016 le Ferrari sono finite fuori dal podio. Quinto Raikkonen e nono Vettel. Il peggior risultato dell&rsquo;anno ma non la peggiore gara del 2016 in assoluto perch&eacute; a Monaco, a fronte di un 4&deg; posto ci fu anche un ritiro di una delle due auto (Raikkonen).&nbsp;Vettel partiva indietro, solo 11&deg;, e non &egrave; mai stato in condizioni di salire molto in alto. Addirittura ha dovuto lottare per entrare nei punti duellando con Hulkenberg, Alonso, Massa e Kvyat e finendo nettamente battuto per esempio da Sainz che guida una Toro Rosso con motore Ferrari di un anno fa.  &ldquo;La scelta di fermarmi per primo a&nbsp;mettere le slick ha pagato - dice Vettel - perch&eacute; era il momento perfetto, abbiamo guadagnato tanto perch&eacute; dopo quella sosta mi sono ritrovato&nbsp;sesto, poi ho rovinato io tutto con un testa-coda (alla curva 1 che gli ha fatto perdere 9 secondi e due o tre posizioni, ndr)&rdquo;.&nbsp;Ci si aspettava una debacle della Ferrari su questa pista che si adatta perfettamente alle Mercedes e alla Red Bull e non alla Ferrari. Molti curvoni veloci, cambi di direzione continui e poche frenate secche (dove la Ferrari &egrave; superiore). Serve grande deportanza, dove Ferrari non eccelle. Maranello si aspettava di prendere la paga anche delle red Bull, Vettel l&rsquo;aveva anche ammesso dopo le prove dicendo che qui sarebbero stati indietro, ma si sperava restassero agganciati al quarto posto duellando per il podio se tutto andava bene, non faticare a stare nei top cinque (Raikkonen) o a rimontare per entrare in zona punti (Vettel).  In definitiva qual &egrave; il motivo di questa crisi? Vettel a fine gara - con lo sguardo serio e senza il suo solito sorriso - fa una analisi fredda e logica. Ma anche molto spietata.&nbsp;&ldquo;Basta guardare la classifica (negativa) per capire il nostro problema: non siamo stati veloci sul giro. Come ieri in prova. Anzi, sul giro secco non andava poi cos&igrave; male, ma nel corso della gara non siamo mai stati abbastanza veloci per eguagliare il passo delle Red Bull e seguire le Mercedes&rdquo;.&nbsp;Pi&ugrave; lenti, dunque. Ma quanto lenti? Da uno a due secondi al giro sul passo gara, di pi&ugrave; sul bagnato, di meno sull&rsquo;asciutto.&nbsp;Per la precisione una media di 1&rdquo;3 al giro (Raikkonen ha accumulato 69 secondi di distacco in 51 giri di gara).  Una analisi specifica del ritmo di gara dimostra quanto dice Vettel e il limite velocistico della Ferrari. Per esempio, a met&agrave; gara, gi&agrave; con le slick, l&rsquo;elenco dei giri pi&ugrave; veloci vedeva le Mercedes di Rosberg e Hamilton in testa con 1&rsquo;37&rdquo;317 e 1&rsquo;37&rdquo;911 rispettivamente, le Red Bull praticamente sullo stesso ritmo (Verstappen 1&rsquo;37&rdquo;818 e Ricciardo 1&rsquo;38&rdquo;027) e Vettel quasi due secondi pi&ugrave; lento in 1&rsquo;39&rdquo;259. Poi, a due terzi di gara (40&deg; giro) a distanze acquisite, poca benzina e gomme consumate, la Ferrari ha mostrato un ritmo&nbsp;pi&ugrave; vicino ai leader: le Mercedes giravano in 1&rsquo;36&rdquo;3 (Rosberg), le Red Bul in 1&rsquo;36&rdquo; alto (Verstappen 1&rsquo;36&rdquo;792 e Ricciardo 1&rsquo;36&rdquo;965) mentre Raikkonen era praticamente sul passo delle RB: 1&rsquo;36&rdquo;994, e Vettel solo qualche decimo dietro: 1&rsquo;37&rdquo;194. Ma ormai il distacco dal leader della gara era quasi di un minuto e quindi ogni possibilit&agrave; compromessa.  Ma allora dov&rsquo;&egrave; il problema? Vettel getta acqua sul fuoco e parla di episodio anomalo o unico: &ldquo;&Egrave; stata una bruttissima giornata e basta. Ma non credo che dobbiamo mettere tutto sottosopra, &egrave; la cosa peggiore che possiamo fare, abbiamo fiducia nell&rsquo;auto e nel team e non c&rsquo;&egrave; motivo di farsi prendere dal panico e buttare tutto all&rsquo;aria. Per&ograve; possiamo capire parecchio da questa vicenda e comprnedere perch&eacute; siamo stati deboli in queste condizioni&quot;.  &nbsp;  E poi una ciliegina finale: &ldquo;Ma ci sono state anche cose positive: abbiamo reagito bene agli imprevisti e siamo ai box per il cambio gomme nel momento pi&ugrave; giusto&rdquo;. Gi&agrave;, almeno stavolta la strategia &egrave; stata efficace. Ma basta questo a consolarsi? No, perch&eacute; la prossima corsa &egrave; il GP Ungheria, dove nel 2015 la Ferrari trionf&ograve; mentre adesso i fasti di quei giorni sembrano ben lontani. Anche perch&eacute; i GP di Monaco e Barcellona insegnano che la Ferrari 2016 non eccelle pi&ugrave; in trazione (che &egrave; la dote pi&ugrave; importante sulla pista di Hungaroring). 

Il pilota della Ferrari, solo nono al traguardo, getta acqua sul fuoco e parla di un episodio anomalo

F1 Gran Bretagna, Vettel: &quot;Giornata storta, ma non bisogna buttare tutto all&#39;aria&quot;

Per la prima volta Sebastian Vettel comincia ad ammettere la superiorit&agrave; della Red Bull sulla Ferrari. Finora la Ferrari aveva sempre sostenuto di essere nettamente la seconda forza del mondiale e di non considerare un vero avversario la Red Bull. Invece le qualifiche di Silverstone trasmettono una realt&agrave; molto differente e pi&ugrave;&nbsp;amara. Sul veloce tracciato inglese la Mercedes e la Red Bull erano inchiodate alle traiettorie e viaggiavano come su binari, mentre la Ferrari era nettamente pi&ugrave; in affanno. E la migliore delle&nbsp;Rosse ha preso ben mezzo secondo da Verstappen.  Vettel ha concluso le qualifiche con un deludente sesto posto in 1.31.490, staccato di 2,2 secondi dalla Mercedes di Hamilton in pole position. E un po&#39; a sorpresa &egrave; stato pure dietro il compagno di squadra Raikkonen che l&#39;ha battuto di sei decimi. Vettel non ha guidato bene a Silverstone. Lo ammette lui stesso. Ma soprattutto brucia al ferrarista che le due Ferrari siano apparse stavolta nettamente meno competitive delle Red Bull. E&nbsp;lui, che oltretutto doveva pagare cinque posizioni in griglia per la sostituzione del cambio dopo le libere 3, non ha fatto la differenza sul giro secco come al solito.  Dopo aver battagliato con le Red Bull in Q1 e Q2 - una volta davanti l&#39;una, poi davanti l&#39;altra - nella sessione decisiva Q3 Vettel e Raikkonen hanno sub&igrave;to le monoposto di Verstappen e Ricciardo che hanno monopolizzato la seconda fila.  Vettel, amareggiato, a fine prove ha fatto un bilancio abbastanza negativo. &quot;Non siamo stati molto veloci per tutto il weekend per dare filo da torcere alla Mercedes. Siamo un po&#39; indietro. Abbiamo fatto qualche passo avanti rispetto al passato, ma non allo stesso livello di altri avversari come Red Bull. Forse se non avessi fatto quell&#39;errore nel giro finale (&egrave; finito piuttosto largo all&#39;uscita di una curva, ndr) avrei potuto essere pi&ugrave; vicino a loro e magari mettermi in mezzo fra Verstappen e Ricciardo. Avevo pi&ugrave; o meno lo stesso passo di Max sul giro, forse un poco meglio di lui. Ma alla fine il risultato non &egrave; venuto. &Egrave; comunque il nostro massimo piazzamenti qui poteva essere il quarto posto&quot;.  Qual &egrave; il problema che limita la performance della Ferrari? Vettel parla abbastanza chiaramente: &quot;Ci manca ancora un po&#39; di potenza e poi l&#39;aerodinamica &egrave; da migliorare&quot;. Su una pista ricca di curvoni veloci, i limiti aerodinamici e di deportanza della SF16-H sono venuti allo scoperto.  Stranamente&nbsp;Vettel non cita l&#39;affidabilit&agrave; tra i guai Ferrari. Anzi dice: &quot;Di questo non sono preoccupato pi&ugrave; di tanto&quot;. Eppure avrebbe parecchio da lamentarsi su questo aspetto. Per la terza volta quest&#39;anno il tedesco ha accusato un problema tecnico. Stavolta lo ha costretto alla sostituzione del cambio a prove gi&agrave; iniziate, sabato mattina. Sostituzione che gli ha fatto perdere altre cinque posizioni in griglia. Per cui invece che sesto come il tempo che aveva fatto, partir&agrave; 11&ordm; al fianco di Massa. Notare che il cambio sostituito da Vettel era stato montato nuovo appena il giorno prima, dopo che era stata riscontrata un&#39;anomalia ed erano stati trovati frammenti di metallo nella trasmissione usata nel GP precedente in Azerbaijian.  L&#39;unica speranza per Vettel in gara &egrave; affidata alla pioggia. Le previsioni annunciano per Silverstone temporali il giorno della gara e il tedesco si auspica questo: &quot;Partendo indietro come sono io, &egrave; meglio che ci sia la pioggia, pu&ograve; rappresentare una variabile che mi aiuter&agrave; a recuperare terreno&quot;. 

Sebastian Vettel comincia ad ammettere la superiorit&agrave; della Red Bull sulla Ferrari;&nbsp;le qualifiche di Silverstone trasmettono una realt&agrave; amara

F1 Gran Bretagna, Vettel &quot;Siamo un po&#39; indietro&quot;

Ci sar&agrave; molto da lavorare in vista delle qualifiche e del Gran Premio di Gran Bretagna. &Egrave; questa l&rsquo;indicazione principale emersa dal venerd&igrave; di prove libere di Sebastian Vettel e della sua Ferrari, che si trova attardata di un secondo dalla Mercedes di Hamilton e di circa mezzo secondo dalle due Red Bull di Ricciardo e Verstappen. Con Rosberg fermo per problemi al motore, Vettel ha fatto il quarto tempo (1:32.570), seguito dal suo compagno di squadra, fresco di rinnovo.&nbsp;  &nbsp;  &ldquo;Questo pomeriggio &egrave; stato un po&#39; contrastante, c&#39;era vento e all&#39;inizio non &egrave; andata troppo bene, per&ograve; poi il long run non &egrave; andato male. Sicuramente c&#39;&egrave; bisogno di molto lavoro per domani, per migliorare, ma oggi abbiamo capito tante cose&rdquo; ha detto Vettel a proposito della sua prestazione.  &nbsp;  Il pilota Ferrari ha poi parlato positivamente del rinnovo di Kimi Raikkonen, annunciato stamattina &ldquo;Io e Kimi spingiamo al massimo per cercare di aiutare il team pi&ugrave; che possiamo, mettendo da parte i nostri interessi personali, per non danneggiare gli interessi del team. &Egrave; stata la decisione giusta, il nostro obiettivo principale &egrave; essere tutti sulla stessa linea e spingere nella stessa direzione&rdquo; 

La sua Ferrari si trova attardata di un secondo dalla Mercedes di Hamilton e di circa mezzo secondo dalle due Red Bull di Ricciardo e Verstappen

F1 Gran Bretagna, Vettel &ldquo;Abbiamo tanto da fare&rdquo;

A Silverstone, Gran Premio di Gran Bretagna, a tenere banco &egrave; ovviamente la sfida all&rsquo;ultimo sangue tra Hamilton e Rosberg, che ha offuscato praticamente tutto il resto. Cos&igrave;, una volta tanto, Sebastian Vettel pu&ograve; liberarsi di un po&rsquo; di pressione e concentrarsi ancora di pi&ugrave; sul weekend di gara &ldquo;Bisogna ammetterlo, abbiamo ancora distacco dalle Mercedes, ma ripartiamo da dove abbiamo lasciato, questa pista mi piace e possiamo fare un buon risultato&rdquo;.  &nbsp;  Il pilota Ferrari &egrave; poi tornato sulla gomma scoppiata in Austria &ldquo;Un vero peccato, perch&eacute; abbiamo fatto zero punti in una gara che poteva essere molto buona. Col senno del poi &egrave; facile dire che avremmo potuto cambiare prima la gomma, ma in realt&agrave; era tutto sotto controllo, non avevamo alcun segnale e volevamo restare in pista ancora un poco&rdquo; e ancora &ldquo;Le analisi hanno stabilito che il colpevole &egrave; un detrito, sono cose che capitano. La strategia era giusta, potevamo arrivare alle battute finali con una gomma soft pi&ugrave; fresca&rdquo;  &nbsp;  Parlando della situazione attuale della Ferrari, Vettel ha spiegato che &ldquo;Non abbiamo un problema particolare da risolvere, ma dobbiamo migliorare il complesso in molte piccole aree. Penso che siamo competitivi nelle curve lente, meno in quelle medio veloci, mentre in velocit&agrave; massima siamo migliorati molto. Resto comunque convinto del fatto che in qualifica la Mercedes trovi 25 o 30 CV in pi&ugrave;&rdquo;.  &nbsp;  Infine, Vettel &egrave; stato stuzzicato anche sui duellanti Mercedes &ldquo;Chiedete a loro, non sono fatti miei, ma eviterei certi paragoni, perch&eacute; Senna e Prost da piccoli quando correvano sui go-kar non erano grandi amici. Non mi pare una differenza da poco. Quanto all&rsquo;incidente in gara, &egrave; stato un episodio come tanti, sono i protagonisti a renderlo speciale&rdquo; 

Sulla gommma scoppiata &quot;Col senno del poi &egrave; facile dire che avremmo potuto cambiare prima la gomma, ma in realt&agrave; era tutto sotto controllo&quot;

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