        Lewis Hamilton &egrave; stato il primo dal mondo della F1 a farsi sentire sull'uccisione di George Floyd, criticando aspramente il suo ambiente per il silenzio sulla questione. Il suo appello &egrave; stato seguito ed ascoltato dai colleghi e dalle squadre, che a turno hanno espresso la loro vicinanza al popolo afro-americano. Per l'inglese per&ograve; non &egrave; abbastanza, come afferma nuovamente sui social. F1, in caso di positivit&agrave; il campionato andr&agrave; avanti "Le ingiustizie devono finire" Il sei volte campione del mondo ha affidato ad un post su Instagram e Twitter la sua riflessione: "La scorsa settimana &egrave; stata molto buia. Non sono riuscito a trattenere le mie emozioni. Ho sentito cos&igrave; tanta rabbia, tristezza e incredulit&agrave; per ci&ograve; che i miei occhi hanno visto. Sono stato completamente sopraffatto dalla rabbia alla vista di un cos&igrave; palese disprezzo per la vita della nostra gente. Le ingiustizie che vediamo e che i nostri fratelli e sorelle devono affrontare in tutto il mondo sono disgustose e DEVONO finire. Tante persone sembrano sorprese, ma purtroppo noi non lo siamo. Quelli come noi che sono neri, marroni o mulatti, lo vivono ogni giorno e non dovrebbero sentirsi colpevoli dalla nascita, e non devono temere per la nostra vita per il colore della nostra pelle. Will Smith (il noto attore americano, ndr) l'ha detto al meglio, il razzismo non sta peggiorando, &egrave; solo stato filmato. Solo adesso che il mondo &egrave; cos&igrave; ben equipaggiato con le telecamere questo problema &egrave; emerso in modo cos&igrave; grande".  pic.twitter.com/z2moHyemMG &mdash; Lewis Hamilton (@LewisHamilton) June 2, 2020    "Non restate in silenzio" Il messaggio di Hamilton prosegue cos&igrave;: "E' solo quando ci sono rivolte e grida per la giustizia che il potere cede e fa qualcosa, ma &egrave; gi&agrave; troppo tardi e non &egrave; stato fatto abbastanza. Sono servite centinaia di migliaia di denunce da parte delle persone ed edifici bruciati prima che le autorit&agrave; reagissero e decidessero di arrestare Derek Chauvin (il poliziotto che ha ucciso Floyd, ndr) per omicidio, e questo &egrave; triste.&nbsp; Sfortunatamente, l'America non &egrave; l'unico luogo dove il razzismo vive e noi continuiamo a fallire come esseri umani quando non possiamo schierarci per ci&ograve; che &egrave; giusto. Per favore non restate in silenzio, non importa il colore della vostra pelle. Le vite dei neri contano". Sterzi a parte: rivalutiamo il reale, please La polemica con Trump Nelle sue "storie" su Instagram invece il pilota della Mercedes ha pubblicato un'immagine molto polemica nei confronti dell'attuale presidente degli Usa Donald Trump. La raffigurazione &egrave; un confronto tra una foto scattata a Barack Obama, in prima linea in un corteo a favore delle persone di colore molto numeroso, ed un'altra che ritrae Trump da solo circondato solo da poliziotti armati. Nessun commento da parte dell'inglese a questa immagine, solo una "emoji" con due occhi sgranati di sbalordimento. L'Italia sogna un doppio Gp       

<p>L'inglese prosegue la sua personale battaglia contro il razzismo, affidando ai suoi canali social un nuovo messaggio di protesta</p>

Hamilton sul razzismo: "Sono stato sopraffatto dalla rabbia"

Mario Andretti tre settimane fa s&rsquo;era gi&agrave; espresso a modo suo, quand&rsquo;era stato invitato alla Cena di gala Usa-Italia, in occasione della visita di Matteo Renzi al presidente Obama: &laquo;In una competizione tra Donald Trump e Hillary Clinton giocata tutta in pista, penso che Trump prevarrebbe senza problemi. Io con Donald ci ho gi&agrave; corso, lo conosco bene e parlo a ragion veduta&raquo;.&nbsp;  In effetti la frase scherzosa si &egrave; rivelata beneaugurante, guardando alla realt&agrave; dei fatti, con la successiva elezione di Trump a Presidente degli Stati Uniti, nella sfida elettorale dell&rsquo;8 novembre. E comunque trae origine da una non lontana realt&agrave;, visto che &ldquo;Piedone&rdquo;, quando lo stesso Trump era protagonista del noto programma TV &ldquo;The Apprentice&rdquo;, era andato a prenderlo ai piedi della Trump Tower di Manhattan con la biposto promozionale della Indycar. Ospitandolo poi a bordo per un fantasmagorico giro a tutto gas, ovviamente non reale ma frutto di una simpatica ricostruzione in sala di montaggio.    In quell&rsquo;occasione Trump aveva detto d&rsquo;aver condiviso l&rsquo;abitacolo con il pi&ugrave; grande pilota del mondo, facendo brillare gli occhi del grande &ldquo;Piedone&rdquo;.&nbsp;  Quanto a Mario, intervistato via Skype nel programma Tmz Sports, alla vigilia dello showdown elettorale, aveva chiaramente dato il suo endorsement a Trump, dicendosi certo che &laquo;Pur non provenendo dal mondo della politica, Donald sapr&agrave; di sicuro circondarsi della gente giusta&raquo;.&nbsp;  E in un tweet del 10 novembre il campionissimo ha ripreso l&rsquo;immagine che lo ritrae in monoposto con Trump, didascalizzando buffamente: &laquo;Qui siamo io e Trump in una F.IndyCar, perch&eacute; Donald mi ha chiesto di accompagnarlo nella sua prima visita ufficiale ad Obama. Ho motivo di pensare che ci tenesse ad arrivare in anticipo...&raquo;. 

<p>&Egrave; successo a bordo di una F.IndyCar in un filmato promozionale dello show Tv &ldquo;The Apprentice&rdquo;</p> 

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Hamilton sul razzismo: "Sono stato sopraffatto dalla rabbia"

Quando Trump corse con Andretti