Cesare De Agostini se n&rsquo;&egrave; andato. Evento inatteso e triste quanto terribilimente impoverente, per noi tutti. Alfa e Omega, 4 agosto 1941-20 gennaio 2022. Lui, che con una punta di civetteria nell&rsquo;ambito di Autosprint amava essere ricordato come il collaboratore di pi&ugrave; antica militanza, misconosceva il vero punto della questione, cio&egrave; questo: era, &egrave; e sar&agrave; per sempre il pi&ugrave; bravo. A prescindere. Di pi&ugrave;. Cesare De Agostini &egrave; uno dei pi&ugrave; valenti scrittori della letteratura italiana contemporanea e - sia chiaro -, non solo di Motorsport. Una quarantina di libri all&rsquo;attivo, preferibilmente biografici, a valorizzare miti quali Nuvolari, Villeneuve, Regazzoni, la Cisitalia, l&rsquo;Auto Union e Ferrari il Sceriffo, fino ad arrivare a Maria Teresa de Filippis e Don Ruspa -, perch&eacute; invecchiando sapeva sempre pi&ugrave; innamorarsi anche di piccole-grandi storie -, pi&ugrave; quasi altrettanti anni di servizio come giornalista della Gazzetta di Mantova.  Quindi la verve e la preparazione del vaticanista che raccontava fede, santi e conclavi in articoli e libri rendendoli emozionanti come Mille Miglia. E nel frattempo, appunto, sei decadi di collaborazione con noi. Un oceano d&rsquo;inchiostro, di storie, di rapporti, d&rsquo;emozioni e di carta a contenere ogni possibile bersaglio della sua passione, del suo spirito d&rsquo;osservazione che sapeva essere tela, pennello, colori, ma anche scala valoriale, promessa di gioia per il lettore e anche impegno forte e rigoroso di scrupolo cronachistico e blindata onest&agrave; fatta inchiostro. Poi per&ograve; c&rsquo;era e sempre ci sar&agrave; la forma. Il suo Stile. Di vita e linguaggio. Quel saper mettere il discorso su piste carezzevoli e strane, che mentre leggi ti fanno ringraziare il dio della scrittura, anche perch&eacute; Cesare, il Cesare Augusto dei Raccontacampioni, sapeva essere suo profeta, in ogni riga.    Leggi anche: Ferrari 1972, quell&#39;ultimo hurr&agrave; endurance  Il metodo De Agostini  Affondare nella sua prosa &egrave; come mettere i piedi su una neve che scricchiolando ha il suono del cristallo in briciole preziose, mentre l&rsquo;aria d&rsquo;una soleggiata giornata sottozero ti riempe i polmoni e gli occhi godono d&rsquo;un cielo cobalto. L&rsquo;uso delle interpunzioni come schegge balenanti, brandendo, lieve, metafore e metonimie, il periodare sapiente e calmo tenendo a bada il talento che non ha bisogno di lanci lunghi ma si basta di gioco corto e carezzevole, come il Brasile di Pel&eacute;, Did&igrave; e Vav&agrave;. A preparare il gol bailado. Il suo. L&rsquo;arrivare semiologicamente a segno esprimendo un concetto e finendo di raccontare una storia, mentre tu lo leggi e ti stai divertendo. Come quando baci una di cui sei perdutamente innamorato e questa, a prescindere, bacia talmente bene di suo che ti farebbe stare da re anche se di lei non te ne fregasse niente. Ecco, questo &egrave; il che di seduttivo che mantengono le righe di Cesare e, pro quota, ciascun libro, ogni articolo e perfino tutte le frasi che ha detto. Gi&agrave;.  Ad alcuni per fare un complimento a volte si dice che scrivono con la naturalezza con cui parlano: be&rsquo;, lui no, tutto il contrario. Cesare aveva una prosa sciolta nella metrica ma con la stessa suggestione della poesia e s&rsquo;esprimeva a parole misurate, scolpite, drammaticamente meditate e prescelte tra le milionate di termini in tasca, perch&eacute; niente nella sua vita &egrave; stato casuale, purchessia, spesso o buttato l&agrave;. La forma era una cosa seria, terribilmente seria, per lui. E doveva andare d&rsquo;accordo con la sostanza. Poi l&rsquo;essudato finale doveva dire, raccontare sincero, svelare e svelarsi, mettendo a nudo narrato ma anche narratore e allo stesso tempo piacere al lettore senza compiacerlo. Farlo riflettere evitando di sfibrarlo, annoiarlo o indignarlo. Stimolandolo a pensare e basta, per&ograve; con in bocca cioccolata&amp;menta.  Uomo bello quanto scrittore bravo  Proprio non so se Cesare De Agostini sia mai stato un bell&rsquo;uomo, ma di certo sempre lo terr&ograve; in me come un Uomo Bello assai. Ricco di sentimenti, sotto il pelo dell&rsquo;acqua tempestosamente passionale, capace di amicizie che godeva e pativa quasi fossero amori, trasformandole alla bisogna e a tratti in ire forti, ovvero incline a coltivate affinit&agrave; e parallelamente a incompatibilit&agrave; dichiarate e non mutuabili. Di Cuore e di Carattere. Ma di fondo un meraviglioso Galantuomo. Persona ricca di principi, imbevuti d&rsquo;etica. Sapeva stare sul palcoscenico alla grande, oratore insigne, colto e aulico ma anche, paradossalmente, schivo, pud&igrave;co, dotato del senso della misura e dell&rsquo;umilt&agrave; rara dei geni che se ne stanno buoni perch&eacute; serenamente consapevoli d&rsquo;avere tanto da dire e dare, ma proprio nulla da dimostrare. Non era uno facile, ma dava umanamente assuefazione, tanto che, una volta che t&rsquo;aveva aperto il cuore, diventava impossibile farne a meno.  Volete la verit&agrave;? Nel giro di chi scrive libri, mai chiedere a un autore il contatto del suo editore. Di regola &egrave; geloso, punto; ecco, magari gli sa meglio se trascorri un weekend con la moglie - dello scrittore, non dell&rsquo;editore, eh - perch&eacute; spesso ha paura che gli rubi uno spazio, un libro da fare o chissach&eacute;. Cesare no. Cesare, pensate, era il contrario algebrico. Era capace di chiamare e dire: &quot;Ehi, mi ha cercato un editore per scrivere un libro, ma non ho tempo: ti va di farlo? Dai&quot;. E questo &egrave; successo minimo tre volte, a me, ma l&rsquo;avr&agrave; fatto mille con altri, perch&eacute; era cos&igrave;. Non ha mai chiesto niente a nessuno, aiutando tanti. E allora GRAZIE, per tutto.    E si sveglino, i dormienti  Parlare di Cesare &egrave; anche fare a pugni con un&rsquo;ingiustizia di fondo. Perch&eacute; resta scrittore quasi sconosciuto alla critica togata e ufficiale, ai salotti e salottini che ha sempre rifuggito e alle aree politiche che ha puntualmente schivato. Certe volte in Tv, anche nei cosiddetti programmi colti, odo lodi a mezze figure dotate di talentini e talentucci che a Cesare non avrebbero potuto neanche lavare la biancheria, ma il mondo va cos&igrave;. Eppoi ci sta anche che se uno scrive e piazza gran belle storie di calcio, o che so, d&rsquo;atletica, di boxe, di rugby o di ciclismo, &egrave; percepito - anche giustamente - come artista rivelato, ma se uno fa lo stesso affondando le mani nel Motorsport viene considerato alla stregua di un autoriparatore che firma una bolla di consegna. E questo, sia chiaro, non &egrave; un problema di Cesare, ma di chi Cesare e il Motorsport non li ha mai capiti, assaporati e valutati, facendo danno solo a se stesso e a chi doveva esserne informato.  Il suo libro pi&ugrave; bello?  Boh, secondo me non esiste un suo miglior libro, perch&eacute; son tutti belli. Comunque il mio preferito resta &ldquo;&Egrave; questione di cuore&rdquo; - Bancarella Sport 1983 -, scritto da lui facendo aprire Clay Regazzoni, perch&eacute; riesce a parlare del dramma della paraplegia dopo il crash di Long Beach, con dolcezza e poesia irripetibili. E, anche per Autosprint, &ldquo;Tazio Vivo&rdquo;, &ldquo;Gilles Vivo&rdquo; e &ldquo;Ferrari, il Sceriffo&rdquo; piuttosto che &ldquo;La Ferrari in tuta&rdquo;, con Giulio Borsari, oltre a &ldquo;La coda del Drago&rdquo;, su e con Sandro Munari, restano pietre miliari, con lui impressionista puro che con tre pennellate ti regala una poesia, un poema e una civilt&agrave;, a tratti restituendo una tragedia di cronaca trasformandola in letteratura epica.    Gli Amici, quelli veri  Cesare, dicevo, ha coltivato e tesaurizzato l&rsquo;Amicizia come il suo pi&ugrave; bel giardino. Gianni Cancellieri, co-autore di mille libri fatti insieme e anche il primo a incaricarlo di scrivere un pezzo su As, nel lontano 1963, resta tra i suoi interfaccia pi&ugrave; cari, cos&igrave; come il compianto editore Giorgio Nada e Stefano Chiminelli, che presto dar&agrave; alle stampe l&rsquo;opera postuma &ldquo;Nuvolari in sella&rdquo;, sulla storia di Tazio centauro. Proprio Stefano ama dire: &quot;Se volete conoscere l&rsquo;anima di Cesare, potete farlo anche ora: basta aprire un suo libro&quot;. Per questo le figlie Elly, Inge e Lara, che abbracciamo idealmente, piangendolo possono comunque trovare un raggio di luce e conforto.  I bei cocci di una carriera immaginaria  Allora, tutti insieme: il pi&ugrave; bravo di tutti? Cesare De Agostini. E un po&rsquo; mi dispiace per gli altri. Uno che per pi&ugrave; di mezzo secolo, con la scusa di scrivere di corse, ha fatto letteratura alta. E pure a turno, bionda e mora ma sempre formosa il giusto. E, oh, yes, di gran classe. Mbe&rsquo;, gi&agrave; che c&rsquo;era, finalmente, verso la fine della pista, il Pi&ugrave; Grande ha perfino raccontato la sua carriera mancata di potenziale asso del volante con un incredibile libro su se stesso pilota mai nato, by Giorgio Nada Editore.  S&igrave;, mi sono letto pure il suo automobilistico, autoironico, autobiografico e autosfottente &ldquo;Se questo &egrave; correre&rdquo; in una notte e l&rsquo;ho trovato delizioso, mentre pagina dopo pagina raccoglie i cocci di una vita immaginaria - per dirla alla Massimo Ranieri -. In un abitacolo quasi solo agognato, ma con lo stile sognante di sempre. Un consiglio? Per una volta sottraete qualche ora a internet e leggetelo, dicendogli arrivederci. Perch&eacute; in pratica lui l&igrave; ci dice ciao raccontando il pilota che non &egrave; mai stato cos&igrave; come adesso ci sta salutando all&rsquo;interno di una scomparsa che, vedrete, non sar&agrave; per niente tale. Semplicemente perch&eacute; tutto ci&ograve; per cui e di cui Cesare De Agostini ha scritto e vissuto, non &egrave; per niente adatto a morire. 

Il nostro Mario Donnini ricorda il grande Cesare dedicandogli una puntata di Sterzi a parte

Con De Agostini se n&#39;&egrave; andato il migliore

Prima vittoria nel Campionato Italiano Gran Turismo, per la coppia del team Antonelli Motorsport formata da Riccardo Agostini ed Alberto Di Folco, che in gara-1 hanno preceduto Alex Frassineti e Stefano Gattuso (Ombra Racing), i quali hanno cos&igrave; completato la doppietta Lamborghini. Sul circuito toscano a chiudere sul podio &egrave; stato anche l&rsquo;inedito equipaggio composto da Daniel Mancinelli, autore della pole, e Gregory Romanelli.&nbsp;  Proprio Mancinelli ha preceduto al via la Audi di Marco Mapelli, mentre Jeroen Mul ha conservato con l&rsquo;altra Hurac&aacute;n Gt3 di Imperiale la terza posizione davanti alla Bmw M6 di Alberto Cerqui. Ottimo avvio di Eddie Cheever III, primo della GT3, che ha guadagnato due posizioni portandosi quinto assoluto davanti a Di Folco. Con il leader in fuga e autore del giro pi&ugrave; veloce, Cerqui ha provato ad attaccare Mul, riuscendo a sorpassarlo alla fine del rettilineo principale all&rsquo;inizio del nono giro. Fermo ai box per un problema invece Vito Postiglione, in quel momento secondo di classe e decimo assoluto con la Lamborghini Gallardo della Imperiale. A farsi avanti prima delle soste proprio nella Gt3, &egrave; stato invece Matias Russo, che con la Audi ha avuto la meglio sulla Porsche di Alessandro Baccani dopo un acceso confronto. Successicamente ai pit-stop Romanelli, che &egrave; subentrato sulla Ferrari della Easy Race mantenendo il comando, &egrave; stato protagonista di un&rsquo;escursione sulla ghiaia. Sempre seconda la Bmw, al cui volante &egrave; stalito Stefano Comandini. Ad avvantaggiarsi dei cambi (con la Audi costretta a pagare un handicap tempo di 30&rdquo;) &egrave; stato invece Agostini, che dopo avere rilevato alla guida Di Folco si &egrave; ritrovato terzo davanti a Frassineti (che ha sostituito Gattuso). Emozionante la volata conclusiva, con i primi quattro raccolti in poco pi&ugrave; di tre secondi. A 11&rsquo; dal termine Comandini si &egrave; quindi portato in testa. Nella tornata successiva la stessa manovra &egrave; riuscita anche ad Agostini e Frassineti, adesso secondo e terzo. Un problema alla posteriore sinistra, ha invece costretto ai box Mirko Bortolotti, in quel momento quinto. A tre giri dalla fine, il contatto all&rsquo;uscita della Biondetti tra Comandini e Agostini, che aveva gi&agrave; quasi completato il sorpasso ai danni del pilota della Roal, costretto poi a fermarsi a bordo pista con la sua M6 danneggiata nell&rsquo;anteriore. Il padovano ha stretto quindi i denti e al traguardo ha concluso davanti a Frassineti, mentre tra le Gt3 Federico Leo e Cheever III hanno preceduto la Audi di Emanuele Zonzini e Matias Russo.  Prima affermazione nella Super Gt Cup per il binomio della Raton Racing formato da Antonio D&rsquo;Amico e Adrian Zaugg, sulla Lamborghini Hurac&aacute;n &ldquo;Super Trofeo&rdquo; davanti alle vetture gemelle di Takashi Kasai-Matteo Desideri (Antonelli Motorsport) e Bar Baruch Liang Jia. Un&rsquo;occasione persa per la &ldquo;new entry&rdquo; Loris Spinelli, pi&ugrave; veloce in qualifica su un&rsquo;altra vettura di Antonelli e poi penalizzato da un drive through per avere zigzagato nel corso del giro di ricognizione. Tra le Gt Cup successo dei &ldquo;deb&rdquo; Erich Prinoth-&ldquo;Babalus&rdquo;, sesti assoluti su Ferrari 458. 

La prima delle due gare toscane del Tricolore Gran Turismo ha riservato tante sorprese

Italiano Gran Turismo: al Mugello la prima di Agostini-Di Folco (Super Gt3) e D&rsquo;Amico-Zaugg (Gt Cup)

Carrera Cup - Mugello: Agostini campione?

Carrera Cup Vallelunga, Agostini e Drudi al top

Carrera Cup Mugello, Agostini torna in vetta

da Pau: Alessandro Gargantini  Felix Rosenqvist ha ritrovato la via del successo nella terza serie continentale, aggiudicandosi la terza manche prevista sul tracciato d&rsquo;Aquitania. Il driver di Muecke ha beffato al via il poleman Esteban Ocon, partito un po&rsquo; a rilento ed ha rintuzzato con esperienza tutti gli attacchi del rivale. Il francese era comunque riuscito a limitare i danni e conservare la seconda posizione grazie ad una manovra un po&rsquo;al limite con la quale ha chiuso ogni varco a Max Verstappen, poi finito a muro nel corso del primo giro. Terza posizione per Tom Blomqvist protagonista di una corsa regolare. Jake Dennis, quarto, ha confermato i suoi progressi.  I nostri portacolori non sono stati particolarmente fortunati. Antonio Giovinazzi ha mantenuto la sua posizione in griglia, chiudendo decimo. Doppio ritiro per i piloti della Eurointernational Beretta e Agostini, entrambi protagonisti di uscite di pista. Agostini &egrave; finito contro le barriere della curva della stazione, mentre Beretta &egrave; stato tamponato al Liceo. Antonio Fuoco ha archiviato con un undicesimo posto un fine settimana sfortunato.  Esteban Ocon precede di ben 57 punti Tom Blomqvist al vertice della classifica EuroF3. Il prossimo appuntamento &egrave; previsto a Budapest a fine mese.

Sul tracciato cittadino precede Ocon che aumenta il vantaggio in classifica

6 risultati per 'agostini'

Con De Agostini se n'è andato il migliore

Italiano Gran Turismo: al Mugello la prima di Agostini-Di Folco (Super Gt3) e D’Amico-Zaugg (Gt Cup)

Carrera Cup - Mugello: Agostini campione?

Carrera Cup Vallelunga, Agostini e Drudi al top

Carrera Cup Mugello, Agostini torna in vetta

EuroF3: a Rosenqvist la terza di Pau