E&rsquo; stata la stagione della ripartenza, tre vittorie buone per gettare le basi e andare a caccia del titolo nel 2016, quella della Ferrari. Un contributo essenziale &egrave; arrivato da Sebastian Vettel, ma James Allison non vuole che finisca in ombra il lavoro di Kimi Raikkonen. Il direttore tecnico sottolinea come il finlandese, a dispetto del gap di punti nella classifica finale iridata, sia riuscito in alcune fasi a &ldquo;mettere in difficolt&agrave;&rdquo; Seb.  &laquo;Ci sono state occasioni in cui ha fatto sudare Sebastian e l&rsquo;ha portato a dover dare il massimo per tenerlo a distanza. In altre gare, come a Silverstone, Seb schiettamente ha riconosciuto che non riusciva a essere veloce tanto quanto Kimi in diversi settori di pista, in gara&raquo;, ha spiegato il direttore tecnico in un&rsquo;intervista alla BBC.  Certo, sprazzi in una stagione da 19 gran premi, condita di tanti, troppi intoppi che ne hanno rovinato il risultato nel suo complesso: tra errori del pilota a problemi di affidabilit&agrave;, come in Ungheria, quando la doppietta era stata costruita magistralmente e sembrava a portata di mano. &laquo;Durante la stagione, specialmente alla fine, abbiamo visto comunque che Kimi ha portato Sebastian a lavorare duramente per &ldquo;guardagnarsi lo stipendio&rdquo;. Guardo avanti adesso, alla prossima stagione, perch&eacute; so che il rapporto tra i due rester&agrave; forte e mi attendo di vederli entrambi spronarsi a vicenda. Kimi &egrave; un pilota forte ed esperto, non vedo l&rsquo;ora di scoprire cosa potr&agrave; fare il prossimo anno&raquo;.  I passaggi a vuoto di Vettel sono stati notevolmente inferiori e, guardando alla gara &ldquo;peggiore&rdquo; dell&rsquo;anno, si conta comunque un risultato accettabile per il tedesco: &laquo;In Bahrain ha fatto uno o due errori. Non abbiamo una macchina forte come la Mercedes, &egrave; ovvio, nonostante ci&ograve; abbiamo vinto tre gare, tutte con Sebastian. Il motivo delle tre vittorie e dei tanti podi sta nel fatto che gli abbiamo chiesto una specie di miracolo, di portare la macchina in una posizione competitiva, perch&eacute; non lo &egrave; ancora per dirsi una monoposto vincente. Lui ha compiuto questi miracoli giro dopo giro, gara dopo gara, weekend dopo weekend.  Solo in qualche caso, una o due volte in un intero anno, in migliaia di giri, ti accorgi che non &egrave; un robot ma un essere umano, questo contribuisce a tracciare la grandezza dei risultati ottenuti nelle altre gare&raquo;, ha riconosciuto Allison.  Fabiano Polimeni

Il DT Ferrari analizza la stagione e riconosce a Raikkonen un merito importante: aver spinto Sebastian a dare il massimo

Allison: Kimi ha fatto sudare Vettel

Pu&ograve; essere la rivalit&agrave; che terr&agrave; banco il prossimo anno, quella Hamilton-Vettel. A Sochi l&rsquo;inglese non ha fatto mistero di come desideri duelli ruota a ruota, vecchio stile, evocando le battaglie Senna-Mansell. Per mandare in scena il remake a 20 anni e passa di distanza, servir&agrave; per&ograve; lo sforzo tecnico della Ferrari, un recupero che vada a chiudere il gap ancora esistente dalla Mercedes. Variabile di pista in pista, certamente molto inferiore allo scorso anno e con un progresso tangibile compiuto a Maranello da Melbourne a Sochi.  E il primo a essere consapevole che occorre un ulteriore colpo di reni, un gran balzo in avanti nel corso dell&rsquo;inverno, &egrave; proprio James Allison. &laquo;Quest&rsquo;anno non gli abbiamo minacciati ma spero riusciremo a farlo in futuro. Abbiamo compiuto un buon passo in avanti durante la stagione ma abbiamo bisogno di farne altrettanti il prossimo anno. E&rsquo; quello che puntiamo a fare&raquo;, ha dichiarato a Sky Sports dopo il Gran Premio di Russia.  In attesa che si decida sull&rsquo;introduzione o meno della power unit ulteriormente evoluta gi&agrave; ad Austin, Allison guarda proprio al fronte dello sviluppo motoristico e, con una situazione attuale che vede il regolamento prescrivere il congelamento dell&rsquo;evoluzione al 28 febbraio, con l&rsquo;impiego del monte gettoni riconosciuto per il 2016, dice: &laquo;Abbiamo buone chance di essere competitivi sia con che senza uno sviluppo durante la stagione. Ci sar&agrave; un incontro nel quale verr&agrave; deciso se consentire lo sviluppo delle power unit o meno durante il campionato, ma speriamo di schierare una macchina competitiva il prossimo anno sin dalla prima gara&raquo;.  Fabiano Polimeni

Mette nel mirino la Mercedes e sull&rsquo;evoluzione dei motori non teme il congelamento al 28 febbraio

Allison spera: Ferrari subito competitiva nel 2016

Da Maranello: Roberto Chinchero  Questo &egrave; un estratto dall'intervista esclusiva pubblicata sul prossimo numero di Autosprint, in edicola da martedi 21 luglio, al Direttore Tecnico della Ferrari James Allison.  A 47 anni James Allison &egrave; all'apice della sua carriera. Dopo la &ldquo;gavetta&rdquo;, che comprende cinque stagioni trascorse a Maranello dal 1999 al 2004, dallo scorso inverno &egrave; il direttore tecnico della Ferrari. &Egrave; al timone tecnico pi&ugrave; importante della F.1. Un ruolo che &egrave; stato negli anni di Forghieri, di Barnard, di Ross Brawn. Un ruolo che assorbe tutto, sabati, domeniche, notti e vacanze. Ma anche un ruolo che pu&ograve; regalare quelle famose &ldquo;Gioie Terribili&rdquo; che Allison ha gi&agrave; vissuto in un ruolo pi&ugrave; marginale durante la sua prima esperienza con il Cavallino sul petto.  Allison &egrave; un ferrarista nel cuore, &egrave; un &ldquo;racer&rdquo;, con un grinta che non &egrave; usuale in un ingegnere. E il suo titolo di studio emerge quando si parla di metodologie che non accettano compromessi. A dispetto magari di qualche decisione destinata a pagare nel lungo periodo, cosa impopolare in un contesto affamato di risultati come &egrave; la Ferrari attuale.  Allison finora da d.t. ha fatto bene, ma il concetto di &ldquo;far bene&rdquo; quando si parla della Scuderia &egrave; molto particolare, al punto che nelle ultime settimane (complice due gare senza podi) &egrave; circolata qualche voce su una sua possibile partenza. Difficile da credere, un po&rsquo; perch&eacute; Allison non &egrave; tipo da lasciare i lavori a met&agrave;, ma anche perch&eacute; mentre lo attendiamo nella nuova sede della Ges di Maranello &egrave; a colloquio con Maurizio Arrivabene. Terminata la chiacchierata, i due escono dall&rsquo;ufficio del numero uno del Cavallino sorridenti, con un&rsquo;espressione davvero lontana rispetto ai &ldquo;rumors&rdquo; circolati. &laquo;Visto? &ndash; sorride Arrivabene &ndash; siamo ancora tutti insieme, e lo saremo a lungo&raquo;.    - Ma allora Ing. Allison, &egrave; vero o no che potrebbe cambiare aria?  &laquo;Per prima cosa ho un contratto che mi lega a questa azienda ancora per diversi anni &ndash; ha subito chiarito - poi sono venuto in questa per ripetere l&rsquo;esperienza di vincere con questa squadra, perch&eacute; &egrave; una sensazione unica al mondo. Ho vissuto la vittoria Ferrari da giovane ingegnere, ed &egrave; stata un&rsquo;esperienza pazzesca, visto che abbiamo vinto cinque mondiali. E la prospettiva di poter rivivere quei momenti nel ruolo che occupo oggi &egrave; qualcosa che vorrei davvero riuscire a fare, una questione di cuore. Voglio restare qui fino a quando non terminer&ograve; il mio lavoro e se Ferrari vorr&agrave; lo stesso sar&ograve; molto contento&raquo;.  - Lo scorso autunno la Ferrari ha visto una vera a propria rivoluzione sia tecnica che dirigenziale. Come ha vissuto la vigilia di questo campionato?  &laquo;C&rsquo;era pressione, ma a dirla tutta la pressione &egrave; costante in un lavoro di questo tipo, non soltanto sulle mie spalle ma su quelle di ogni componente dello gruppo tecnico. &Egrave; un lavoro di prestazione: non ci si pu&ograve; nascondere quando la macchina non va forte come dovrebbe. Ho sempre visto la pressione come una aspetto positivo, perch&eacute; ti obbliga a dare il massimo, a migliorarsi sempre di pi&ugrave;. A dicembre 2014 sentivo la responsabilit&agrave; che precede l&rsquo;esordio di una macchina nuova, ma c&rsquo;era anche una stagione che andava a cominciare con un nuovo gruppo di ingegneri, quindi un meccanismo da rodare&raquo;.  - Che bilancio fa di questa prima parte di Mondiale?  &laquo;Positivo. Ovviamente nessuno in questa azienda sar&agrave; contento fino a quando non avremo vinto, fino a quando non avremo una monoposto vincente delle quale possiamo essere orgogliosi Per&ograve; posso dire che questo gruppo &egrave; cresciuto molto partendo da un punto di partenza che non era dei migliori. Siamo migliorati, ma abbiamo ancora molto da fare&raquo;.    - Nel paddock la Ferrari &egrave; ritenuta la squadra che nel 2015 &egrave; cresciuta pi&ugrave; di ogni avversario, eppure &egrave; bastato mancare il podio per due gare per finire gi&agrave; nel mirino. Come vivete questa situazione?  &laquo;Siamo abituati. Lavoriamo per una squadra che dispone di piloti molto bravi, di un budget importante, di strumenti all&rsquo;avanguardia: non abbiamo scuse, dobbiamo lottare per la vittoria. E quando non ci si riesce &egrave; una delusione per tutti. Chi lavora in Ferrari sa bene che se non si vince &egrave; molto probabile che ci saranno dei problemi. A Maranello tutti i dipendenti conoscono bene questo aspetto, e quando si decide di lavorare per la Ferrari, ci si prende la responsabilit&agrave; di dover realizzare una vettura vincente. E credo che sar&agrave; sempre cos&igrave;&raquo;.  - Avete iniziato con un podio, poi subito una vittoria. Se il successo di Sepang fosse arrivato un po&rsquo; pi&ugrave; avanti nella stagione, paradossalmente sarebbe stato meglio nella gestione delle attese di tifosi e appassionati. Concorda?  &laquo;Forse nella gestione delle aspettative s&igrave;. Ma non si pu&ograve; certo rifiutare un successo quando arriva. Quella del Gran Premio di Malesia &egrave; stata una gioia incredibile, tornare al successo ci ha gratificato e dato una grande carica, ma ora non vedo l&rsquo;ora di poterla rivivere. Se guardo quanto fatto da inizio stagione, credo che il lavoro abbia prodotto dei buoni risultati. Siamo migliorati di un secondo e mezzo al giro grazie allo sviluppo fatto sia sulla vettura che sulla power unit. Nella prima parte di stagione gli aggiornamenti sono arrivati molto velocemente rispetto alla concorrenza, quindi abbiamo ridotto molto il divario che c&rsquo;era a Melbourne, disputando alcune gare con una performance molto consistente. Poi abbiamo visto che le squadre motorizzate Mercedes hanno compiuto un bel salto avanti a partire dal weekend di Montreal. E l&igrave; il gap si &egrave; allargato nuovamente. Ma se dovessi scommettere su cosa accadr&agrave; nella seconda met&agrave; di stagione, credo che torneremo a ridurre il nostro ritardo dalla Mercedes e che andremo meglio della Williams&raquo;. (continua)...  I dettagli rivelati da Allison li scoprirete nell'intervista integrale, pubblicata sul numero di Autosprint n.29 in edicola da martedi 21 luglio.  

Una anticipazione dell'intervista esclusiva al Direttore Tecnico della Ferrari pubblicata sul numero di Autosprint in edicola da martedi 21

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