Finisce il digiuno della Ferrari e di Vettel, durato qualcosa come 553 giorni, e per i tifosi rossi &egrave; giusto esultare dopo la vittoria al primo GP stagionale, quello dell&#39;Australia. Anche perch&eacute; di questo successo si pu&ograve; dire di tutto, tranne che sia stato fortuito. La SF70H &egrave; stata consistente soprattutto sulla distanza (rispetto sia alla W08 sia alla RB13) ritrovando dunque quelle belle qualit&agrave; di un paio di stagioni fa. Sebastian Vettel non sar&agrave; partito benissimo, ma ha comunque tenuto la seconda posizione e poi non ha fatto una sbavatura mantenendo un ottimo ritmo, interrotto solo dai doppiaggi.  Ma soprattutto stavolta il muretto Ferrari non si &egrave; fatto prendere dal panico quando Hamilton ha effettuato il suo cambio gomme, come invece successo troppe volte nel 2016, e ha continuato con la sua strategia preimpostata, cambiando le gomme ben sei giri dopo l&#39;inglese. Strategia vincente e che analizziamo pi&ugrave; compiutamente &quot;nel mirino&quot;, visto che ha permesso a Vettel di rientrare in pista proprio davanti a Verstappen e Hamilton (doppio vantaggio quindi), e da quel momento pilota e macchina hanno potuto capitalizzare la prima posizione virtuale (era 3&deg;) facendola diventare una vittoria reale. Insomma, la dimostrazione che non c&#39;era da inventarsi chiss&agrave; che o da assumere chiss&agrave; chi: bastava lasciar lavorare gli uomini Ferrari come sanno fare, senza esagerare con le pressioni che gi&agrave; sono superiori alla normalit&agrave;.  In questa esaltazione, non vorremmo dimenticarci di Kimi Raikkonen: il finlandese non ha brillato, salvo la buona difesa al via da Verstappen e il giro pi&ugrave; veloce di gara sul finire, e incamera comunque un prezioso quarto posto finale, ancorch&eacute; non esaltante. In ogni caso &egrave; riuscito a rispondere anche al recupero di Max nella seconda parte di gara. Forse contando sulla sua capacit&agrave; di preservare le gomme, e sul fatto che abbia effettuato la sua sosta 3 giri dopo Vettel, per il secondo stint si potevano azzardare le gomme supersoft anzich&eacute; soft. Ma probabilmente c&#39;era la paura di un degrado anticipato anche con le gialle, e per questo si &egrave; tenuto Kimi su una posizione attendista, di riserva in caso di problemi ai primi, che per&ograve; non sono emersi. E cos&igrave; solo in ultimo Raikkonen ha sfruttato il reale potenziale del mezzo, ottenendo appunto il GpV. Pu&ograve; essere dunque troppo presto per giudicare il finlandese, pur se crediamo non vadano sottovalutate le sue sensazioni sul feeling che ha con la macchina, che al momento &quot;calza&quot; meglio a Vettel che a lui.  A fronte di una strategia Ferrari irreprensibile, si contrappongono tanti dubbi per quella Mercedes. Forse anche effettuando pi&ugrave; tardi la sosta di Lewis Hamilton non sarebbe cambiato granch&eacute;, e sicuramente non &egrave; stata misurata appieno la difficolt&agrave; di superare Verstappen. Ma resta il fatto che la gara &egrave; stata persa perch&eacute; Vettel &egrave; riuscito a rientrare dopo la sosta ai box proprio davanti a Hamilton, per di pi&ugrave; con Verstappen in mezzo. Che solo il pit-stop dell&#39;olandese abbia permesso a Hamilton di provare a inseguire Vettel, &egrave; qualcosa che rende pessimisti sulle possibilit&agrave; di sorpasso con le monoposto di quest&#39;anno. E comunque, proprio per la sosta anticipata, alla fine l&#39;inglese non aveva &quot;abbastanza gomma&quot; per attaccare la prima posizione. Toto Wolff ha ammesso che hanno sbagliato a fidarsi troppo delle indicazioni di Lewis che aveva segnalato un calo delle prime ultrasoft (poi risultate ancora &quot;buone&quot; all&#39;analisi dei tecnici Pirelli) portando al pit-stop anticipato: si comincia a sentire forse la mancanza di Nico Rosberg, che avrebbe dato un &quot;secondo parere&quot; sulla questione?  Comunque la Mercedes W08 non risulta inferiore &quot;di base&quot;, per cui non la si pu&ograve; dare per battuta: il prossimo GP avr&agrave; caratteristiche differenti, e con l&#39;avanzare della stagione anche Valtteri Bottas dar&agrave; il suo contributo. Il finlandese ha dimostrato di avere ancora del margine di affiatamento con macchina e squadra, peraltro non &egrave; stato &quot;stracciato&quot; in gara come certi preannunciavano, pur se resta da verificare (anche da parte Mercedes, che non vi ha fatto cenno) l&#39;effetto concreto di alcuni problemi di erogazione della potenza lamentati sul finale da Hamilton.  Max Verstappen ha fatto quel che ha potuto, avvicinandosi a Raikkonen senza per&ograve; riuscire ad insidiarlo realmente. Davvero da dimenticare invece la gara di Daniel Ricciardo: dopo l&#39;incidente in qualifica e la conseguente sostituzione del cambio che gli ha fatto perdere altri 5 posti in griglia, altri problemi al cambio (la parte elettrica gestionale) l&#39;hanno bloccato nel giro di allineamento in griglia a mezz&#39;ora dal via, l&#39;hanno fatto partire con 2 giri di ritardo e infine l&#39;hanno costretto al ritiro. La Red Bull dovr&agrave; lavorare, anche perch&eacute; fin dalle prove &egrave; sembrato che i tecnici non fossero ancora riusciti a &quot;dialogare&quot; correttamente con la macchina.  Aggiungendo il malaugurato ritiro di Romain Grosjean con il motore in fumo (cosa che aveva fatto preoccupare un po&#39; in Ferrari), Felipe Massa ha cos&igrave; ottenuto un 6&deg; posto finale frutto di una gara regolare. Qualche problema in pi&ugrave; per Lance Stroll (ritirato per problemi ai freni) e per Sergio Perez, riuscito comunque a finire 7&deg; (ma doppiato) contenendo il ritorno delle Toro Rosso. Con Carlos Sainz 8&deg; e Daniil Kvyat 9&deg; si tratta di un risultato positivo per il team di Faenza. Come pure per Esteban Ocon, ultimo della top ten e soprattutto autore del pi&ugrave; bel sorpasso in gara (al pari di quello di Perez su Sainz) quando il francese, Hulkenberg e Alonso si sono ritrovati in tre a ventaglio. Era tanto che non vedevamo una situazione del genere, pur se va detto che i sorpassi sono sembrati generalmente difficili e frutto pi&ugrave; che altro del DRS.  Male per Fernando Alonso, autore peraltro di una bella gara prima del ritiro (dopo quello precedente di Stoffel Vandoorne), bene invece per Antonio Giovinazzi: al debutto ha fatto vedere di che pasta &egrave; fatto, mettendo pressione al compagno di squadra, impostando una gara mirata a non fare errori (non ne ha fatti) e finendo con un incoraggiante 12&deg; posto, pur se la strategia non &egrave; parsa delle migliori (partito con soft). Bello constatare come nel run con le supersoft continuasse a migliorare costantemente, limando continuamente i suoi tempi senza strafare. La sua presenza in una gara di Formula 1 &egrave; strameritata, speriamo non rimanga occasionale.  GP d&#39;Australia: la classifica finale 

<p>A Melbourne, Vettel e la Ferrari hanno primeggiato in tutto: guida, velocit&agrave;, sfruttamento gomme e strategia. Una vittoria non casuale</p> 

1 risultato per 'analisi gara'

F1 Australia, analisi di una vittoria Rossa e completa