Max Angelelli vince e smette. Nell&rsquo;anniversario dei 50 anni dal trionfo di Lorenzo Bandini su Ferrari, nella parata pi&ugrave; stordente della storia endurance, un pilota italiano 50enne trionfa alla 24 Ore di Daytona, su una Dallara Cadillac - anche se ufficialmente ha solo il marchio americano -, che pi&ugrave; tricolore di cos&igrave; non si pu&ograve;, battendo una vettura gemella.  Fino a oggi Max era arrivato sette volte secondo a Daytona, classicissima nella quale in realt&agrave; era riuscito a vincere solo una volta, nel 2004, insieme a Wayne Taylor, suo team boss. Che tredici anni dopo fa correre col pilota bolognese, giunto all&rsquo;ultimo hurr&agrave;,&nbsp;i suoi due figli, Ricky e Jordan, insieme all&rsquo;asso della Nascar, Jeff Gordon.&nbsp;  Ritenuto l&rsquo;anello debole della catena, in un&rsquo;edizione complessa e selettiva, con molta pioggia e il triplo delle insidie in pista, il vecchio Max si rivela perfetto e velocissimo al volante, comportandosi alla grande e divenendo nei momenti di pausa dalla guida fondamentale team coach al box, dopo essere stato l&rsquo;uomo che aveva svezzato la nuovissima Dallara Dpi, all&rsquo;occorrenza ribattezzata Cadillac, ma di genesi e natali tricolori quanto quelli dello stesso Max the Axe.&nbsp;  &Egrave; una vicenda fantastica, che avvince e fa commuovere chi ama le corse, ma anche e soprattutto chi, pi&ugrave; semplicemente, adora le belle storie tout-court.  Roba positiva, galvanizzante, catartica, che ti fa far pace col mondo. Non solo. Coi chiari di luna che si vivono nelle corse, il trionfo di Angelelli e Dallara nella classicissima dell&rsquo;endurance si candida fin d&rsquo;ora a diventare il successo di un binomio tricolore pi&ugrave; importante di tutta la stagione automobilistica, fatte salve successiva sorprese inattese, peraltro pi&ugrave; che ben accette.  E allora, qual &egrave; il problema?  Per Max e la Dallara, nessun problema. Solo meritati applausi.&nbsp;  Per noi, sportivi, race fans, spettatori e aficionados italiani, invece, di problemi ce ne sono almeno un paio e belli grossi quanto assurdi.  Il primo. La risonanza mediatica. Max &egrave; protagonista di una delle corse e delle imprese pi&ugrave; belle della storia recente delle corse e i grandissimi mezzi d&rsquo;informazione ben poco lo filano. Diciamo quasi zero. E di sicuro nessuno lo inviter&agrave; a qualche talk-show, gli dar&agrave; la parola, ne mostrer&agrave; le doti raffinate e pervicaci che da tre lustri hanno fatto di lui un plurititolato Grand-Am, gi&agrave; campione italiano di F.3 e splendido specialista di Macao in monoposto.  Perch&eacute; in certi weekend italiani c&rsquo;&egrave; spazio solo se sei un calciatore di Serie A o financo di Lega Pro, magari protagonista di un gol in sospetto fuorigioco o d&rsquo;un fallo da moviola.&nbsp;  Angelelli, l&#39;ultima impresa del bolognese d&#39;America: &quot;Senza parole&quot;  E sui telegiornali con la tua storia personale scannerizzata in bella evidenza ci vai se squagli la suocera nell&rsquo;Acqua Ragia, mica se vinci la 24 Ore di Daytona.  Ma c&rsquo;&egrave; dell&rsquo;altro, non bastasse questo, perch&eacute; certe volte proprio noi italiani siamo un caso unico al mondo e, purtroppo, la maggior parte delle volte, clinico.  Come noto, il trionfo della Cadillac by Dallara del team di Wayne Taylor &egrave; stato propiziato nel finale di gara causa una toccata del figlio Ricky Taylor, che in quel momento era al volante, con la vettura gemella e battistrada del team Action Express, mentre c&rsquo;era il 31enne portoghese Filipe Albuquerque nell&rsquo;abitacolo.  Storia semplice.&nbsp;  Per giri e giri Ricky punta Filipe, che pervicacemente e legittimamente non d&agrave; strada, facendo ostruzione con impenetrabili traiettorie scudo. Fino a che, alla curva uno, Albu allarga, Taylor tenta d&rsquo;infilarsi tenendo una traiettoria interna, il leader stringe la curva, i due inevitabilmente si toccano e la nera Dallara-Cadillac inseguitrice passa in testa, mentre quella bianca ha la peggio, esce, si scompone e perde game, set e match.&nbsp;  Una manovra al limite, certo che s&igrave;, ma a quel punto e in quel punto ci poteva e ci doveva stare. Chiaro, con l&rsquo;isteria formalista da periti assicuratori che c&rsquo;&egrave; stata in F.1 fino alla scorsa stagione, un&rsquo;entrata del genere sarebbe stata sanzionata di sicuro e col massimo della pena prevista.&nbsp;  Ma fortunatamente negli Usa - dove l&rsquo;infilata estrema di Zanardi a Herta al Cavatappi di Laguna Seca all&rsquo;ultimo giro della gara Cart 1996, viene ancora giustamente, machisticamente e sportivamente considerata un umanissimo capolavoro e le buone maniere sull&rsquo;asfalto o fuori non sono un&#39;ossessione - l&rsquo;occhio dei commissari segue vie pi&ugrave; elasticamente eque e cos&igrave; il trionfo dell&rsquo;equipaggio Taylor-Taylor-Angelelli-Gordon tale &egrave; restato, senza decisioni a tavolino o odiosi provvedimenti discilpinari a posteriori.  Non &egrave; bastato.&nbsp;  Perch&eacute; la maggior parte dei commenti togati made in Italy sottolinea che la vittoria &egrave; avvenuta tra le polemiche e a causa di un episodio di gara controverso, per non dir peggio.  Mi sembra di sognare.&nbsp;  Neppure in Argentina, all&rsquo;indomani della vittoria calcistica ottenuta con un gol di mano di Maradona, fu stigmatizzato il gesto del Pibe de Oro.&nbsp;  Perfino in Italia, all&rsquo;indomani del trionfo ai mondiali contro la Francia, nessuno disse che si trattava d&rsquo;una vittoria psicologicamente non aliena a una provocazione scorretta di Materazzi a Zidane che poi casc&ograve; nel tranello e fu quel che fu.  Re Bernie deposto. &Egrave; la fine di un&rsquo;epoca  Ma qui in realt&agrave; il discorso sarebbe ed &egrave; molto pi&ugrave; facile, carino e scorrevole, perch&eacute; quando &egrave; successo l&rsquo;episodio controverso Max i suoi stint di guida li aveva comunque portati a termine e da gran campione, quindi l&rsquo;epilogo, comunque lo si voglia giudicare, &egrave; del tutto ininfluente con la sua prodezza oggettiva di splendido 50enne.  Invece no. Non &egrave; cos&igrave; per tutti, come dovrebbe essere. Meglio storcere la bocca e puntare il ditino, no?  La nuda verit&agrave;? Max Angelelli merita un immenso abbraccio e una standing ovation per essere stato per anni e da anni il pilota pi&ugrave; sottostimato tra gli italiani che si sono distinti negli Usa.  E inoltre ha tutti i numeri per essere portato in trionfo a braccio, perch&eacute;, oltre a essere un plurivincitore di Daytona e gi&agrave; della Grand-Am, &egrave; riuscito a condurre in porto un successo ancora pi&ugrave; lodevole e sintomo di forza caratteriale: quello d&rsquo;aver sopportato e sconfitto col sorriso l&rsquo;indifferenza, il mancato tributo e il voltarsi dall&rsquo;altra parte di chi non doveva.  Ancora una volta, nelle corse, a gara terminata, un italiano vincente deve misurarsi col pi&ugrave; acerrimo degli avversari: noi stessi. O meglio, l&rsquo;Italia che fa finta di non vedere.  Tanto che se fossero nati in Inghilterra, miti dell&#39;endurance come Merzario, Vaccarella, Pirro, Capello e Baldi avrebbero monumenti equestri in piazza,. Invece sono italiani in questa Italia, quindi nisba.  Be, dai, non importa. Per una volta, in pista, meglio machisti che masochisti.  Grande, immenso Max Angelelli e, ancora una volta, complimenti, Dallara.  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La toccata del compagno Taylor con Albuquerque non inficia l&rsquo;impresa&nbsp;di Max e della Dallara-Cadillac: chi non lo riconosce ha solo torto...

Angelelli a Daytona: &egrave; vera gloria!

Max The Axe ha vinto con la Cadillac-Dallara del team Taylor la 24 Ore di Daytona 2017, l&rsquo;ultima gara della sua carriera lunga tre decenni. Arrivato ai 50 anni, Angelelli ha deciso di ritirarsi, dopo aver vinto 27 gare nell&rsquo;IMSA, due titoli nelle Grand-Am Rolex Sports Car Series e, all&rsquo;inizio della sua carriera, il titolo italiano Formula 3. Le immagini di una vita da corsa.&nbsp;

Max Angelelli: il bolognese che ha trovato l’America

La 24 Ore dei prototipi ha visto trionfare le Cadillac, con Max Angelelli che chiude alla grande la carriera anche grazie al duello all&rsquo;arma bianca del compagno Rick Taylor contro Albuquerque. Ma a Daytona si sono viste grandi battaglie anche e soprattutto nelle categorie GT.

24 Ore di Daytona: Max trionfa e chiude

&ldquo;Qui &egrave; dove tutto &egrave; cominciato e qui &egrave; dove tutto finir&agrave; per me come pilota&quot; racconta il veterano delle vetture prototipo Massimiliano Angellelli. Il bolognese ha annunciato che la 24 ore di Daytona, la prima gara con la Cadillac DPi-V.R per la WTR, sar&agrave; l&#39;ultima gara della sua carriera. Iniziata nel 1987 con le monoposto della Formula Alfa Boxer.  Per lui il titolo italiano di Formula 3 nel 1992, quando il nostro campionato era ultra-competitivo e con anche cinquanta vetture al via. Poi la Formula 3 tedesca (1993-1995), il Gran Premio di Macao di Formula 3 (1996), il FIA GT (1997-1998). Ed anche la 24 Ore di Le Mans 1999 alla guida di una Panoz LMP-1 Roadster-S motorizzata Ford e conclusa 11esimo.  Nel 1999 con l&#39;American Le Mans Series &egrave; iniziata la sua avventura statunitense, ricca di successi, che andr&agrave; a concludersi appunto alla fine di questo mese. L&#39;anno pi&ugrave; ricco di soddisfazioni per Max &egrave; stato il 2005, quando con il suo storico compagno di squadra Wayne Taylor ed Emmanuel Collard hanno vinto la 24 Ore di Daytona e conquistato il campionato Grand American Daytona Prototype di quell&#39;anno.  &ldquo;Sono diventato chi sono proprio qui, partendo da Daytona, ed ora andr&ograve; a salutare e ringraziare la gente proprio in questa pista. Penso sia giusto cos&igrave;. Ringrazio Wayne per avermi spinto a correre a Daytona ancora una volta.&rdquo;  &quot;Max the Axe&quot; in America ha vinto due volte la Grand-Am ed in totale 27 gare in Imsa, anche se ha deciso di autoretrocedersi a terzo pilota per la Wayne Taylor Racing nelle ultime stagioni. &ldquo;Volevo farlo prima,&rdquo; ha raccontato a Sportscar365. &ldquo;Wayne mi ha convinto perch&eacute; mi conosce molto bene e sa quanto sono legato a Daytona come gara, come tracciato , come tutto&quot;.  Angelelli, che ha compiuto 50 anni a dicembre, &egrave; co-proprietario della WTR e rimarr&agrave; attivo nella squadra e nell&#39;essere il collegamento tra la sede del team ad Indianapolis, la Dallara e la Cadillac. &ldquo;Ormai &egrave; diventato praticamente impossibile per me fare entrambe le cose e rendere al livello che la squadra vuole da un pilota,&rdquo; ha commentato. &quot;C&#39;&egrave; sempre una fine a tutto nella vita&rdquo;.  &ldquo;Ho avuto una carriera in Europa e poi sono andato in Giappone, poi sono stato mandato in America contro la mia volont&agrave;!&rdquo; ha raccontato. &ldquo;Me ne sono andato dagli States e tornato in Giappone perch&eacute; &egrave; dove volevo stare. Per una serie di coincidenze, sono tornato in Usa e devo dire grazie a quelli che mi hanno forzato a farlo, e Wayne era uno di loro. Credo sia stata la migliore decisione della mia carriera. La seconda &egrave; stata andare in Grand-Am. Era una grande organizzazione. L&igrave; mi sono fatto un nome e devo ringraziarli&rdquo;. 

Il bolognese chiuder&agrave; la propria lunga carriera piena di successi dopo la 24 ore della Florida

Max Angelelli annuncia il ritiro dalle corse dopo Daytona!

Oggi, sabato 21 marzo, &egrave; di scena la 12 Ore di Sebring, seconda prova del campionato americano Tudor Uscc (che sta per United SportsCar Championship) gestito dall'Imsa. La partenza della classica gara di durata statunitense &egrave; prevista alle ore 15,40 italiane, quando in Florida sono le 10,40, per concludersi un giro d'orologio pi&ugrave; tardi, quando cio&egrave; da noi saranno quasi le 4 di notte e anche in pista sar&agrave; buio. Una gara resa molto difficile dal fondo decisamente irregolare che rende ancor pi&ugrave; complesse le 17 curve.  Il pi&ugrave; veloce nelle qualifiche &egrave; stato il francese Olivier Pla, che dunque ha guadagnato la pole position alla Ligier JSP2 numero 57 motorizzata Judd del Krohn Racing, che condivide con lo stesso Krohn e Jonsson. Fra i prototipi troveremo a correre anche due italiani, vale a dire Max Angelelli, che nelle gare di lunga distanza affianca sempre i fratelli Taylor sulla Corvette DP numero 10, e Max Papis, che correr&agrave; con Curran e Cameron sulla Corvette DP numero 31 di Action Express.  Per quanto riguarda le GT, in classe GTLM hanno svettato le Porsche ufficiali, in particolare la numero 912 di Frederic Makowiecki (in equipaggio con Bergmeister e Bamber) dopo un lungo testa a testa con Pilet e Kaffer. Una lotta davvero serrata come testimoniano i soli 35 centesimi di scarto dei primi 6 in griglia. Qui sar&agrave; da seguire anche la Ferrari di Risi Competizione col numero 62, affidata appunto a Pierre Kaffer ma anche ai nostri Giancarlo Fisichella e Andrea Bertolini. Invece fra le GTD il pi&ugrave; veloce &egrave; stato Jeroen Bleekemolen sulla Viper numero 33 del Riley Motorsports. Qui gli italiani in gara sono Marco Cioci e Piergiuseppe Perazzini, al volante della Ferrari numero 49 di AF Corse che condividono con Aguas e Potolicchio.  Per farvi capire meglio cosa significa guidare sul Sebring International Raceway, alleghiamo il video onboard dalla Riley-Ford del Ganassi Racing con Felix Sabates alla guida.  Maurizio Voltini    

Fra le GT svettano invece le Porsche, con Makowiecki su tutti. La gara partir&agrave; alle 15,40 di questo sabato

Pla e la Ligier in pole alla 12 Ore di Sebring (video)

Cos&igrave; dopo 23 ore Quando manca solo 1 ora alla conclusione di questa 24 Ore di Daytona, la situazione resta ancora tutt'altro che definita. Fra i Prototipi &egrave; al comando Dixon con la Ford n.02 ma &egrave; costantemente insidiato da Taylor che gli &egrave; in scia con la Corvette DP n.10. In pi&ugrave; &egrave; ancora a pieni giri e staccata di una ventina di secondi (che non sono certo un'eternit&agrave;) l'altra Corvette n.5 in mano a Bourdais, mentre la Ford n.01 guidata da Hand ha cominciato a patire problemi tecnici che le hanno fatto perdere ai box parecchi giri.  Un po' pi&ugrave; stabile la situazione in GTLM, dove al comando &egrave; la Corvette n.3 di Garcia. Ma la BMW Z4 n.25, pur con qualche guaio di troppo anche all'ultimo pit-stop di Werner (un meccanico ha litigato con una ruota), &egrave; sempre a pieni giri e nemmeno tanto distante. Quando la Corvette n.4 ultimamente in mano a Gavin ha dovuto fare una sosta in pi&ugrave; per riparare il parafango squarciato da un contatto, perdendo 4-5 giri ma restando comunque terza.  Simile la situazione in GTD: solo i primi due sono davvero in gara, anche se c'&egrave; un divario di quasi un giro fra la Viper n.93 di Farnbacher e la Porsche n.22 di Van Gisbergen. Mentre per il terzo posto la Porsche n.58 di Eng, attardata di 3 giri, potrebbe dover fare i conti con la Ferrari n.49 in mano a Rugolo, in rimonta dopo aver passato l'altra Ferrari n.63 guidata da Bell. &Egrave; questa l'ultima possibilit&agrave; rimasta per una "Rossa" di raggiungere il podio.   Cos&igrave; dopo 20 ore Contrariamente al solito, nella lotta per il vertice tra la Corvette DP n.10 di Taylor e le Ford 02 e 01 (ora con Larson e Karam) si &egrave; inserito un altro contendente: &egrave; l&rsquo;altra Corvette DP n.5 che con Fittipaldi, Barbosa e Bourdais prima di loro &egrave; risalita con costanza dopo i problemi elettrici patiti a met&agrave; nottata, arrivando a prendere anche la testa della gara, nonostante un piccolo incendio in un pit-stop. In ogni caso la situazione di testa &egrave; tuttora molto fluida, e tutti e quattro i contendenti citati sono nelle condizioni di poter pretendere la vittoria finale. Offrendo ancora momenti emozionanti, con i protagonisti spesso in coda l&rsquo;uno all&rsquo;altro e alcuni restart (numerose le bandiere gialle di neutralizzazione) con accesi testa-testa.  Al contrario, la gara delle GTLM si sta trasformando in un mezzo massacro, con l&rsquo;eliminazione progressiva dei vari protagonisti. Cos&igrave;, se ad un restart &egrave; stato entusiasmante il duello fra Gavin e Briscoe affiancati per varie curve, a quello successivo Gavin patisce un contatto fra la sua Corvette n.4 e una &ldquo;barchetta&rdquo; PC che danneggia ruota e parafango anteriori sinistri: questo lo costringe ad una riparazione ai box abbandonando la testa della corsa. Poco dopo c&rsquo;&egrave; un errore anche per Spengler, che nella bagarre sbaglia la chicane e, tagliando nell&rsquo;erba, danneggia la sua BMW Z4 n.25 strappando anche il paraurti posteriore. Aggiungendo a ci&ograve; lo stop della Porsche n.17 per un cedimento meccanico, abbiamo una situazione per cui pi&ugrave; si va avanti e pi&ugrave; questa si conferma, per le GTLM, una gara di resistenza ancorch&eacute; tiratissima, in cui &egrave; basilare evitare i problemi e i danni.  Non che in classe GTD siano stati pi&ugrave; tranquilli: prima arriva lo stop in pista della Viper n.33 di Bleekemolen, poco dopo la 17esima ora; poi il dritto di Rast con l&rsquo;Audi n.48 che lo fa scendere dal 3&deg; al 6&deg; posto; e successivamente alla stessa macchima, quando per&ograve; &egrave; passato Haase alla guida, cede il cofano in velocit&agrave;, col pilota costretto a trovare la via dei box con la visibilit&agrave; quasi del tutto impedita. Nel frattempo le classifiche cambiano di giro in giro ed &egrave; chiaro che nella storia di questa edizione della 24 Ore di Daytona ci sia ancora parecchio da decidersi. Anzi, proprio mentre scriviamo, Van Gisbergen (Porsche n.22) sta insidiando il comando della GTD a Wittmer (Viper n.93)...     Cos&igrave; dopo 16 ore Continua intensa la gara di Daytona anche all&rsquo;inizio della sua seconda met&agrave;, dopo 16 delle 24 ore totali. Quando in Florida &egrave; ancora buio, dato che sono le 6 locali. Qui il resoconto della prima met&agrave; di gara, ricordando che seguiamo la competizione anche su twitter all'account @autosprintLIVE.  Davanti a tutti, Angelelli approfitta di un pit-stop con solo cambio gomme e rifornimento per portarsi in scia alla Ford 02 (sulla quale era stato effettuato anche il cambio pilota fra McMurray e Dixon) e passarla per andare al comando. Segue sempre molto ravvicinata la Ford 01 sulla quale Hand ha appena sostituito Karam. Mentre &egrave; staccato di 2 giri Bourdais sulla Corvette DP n.5 che ha comunque recuperato parecchio, e poco dopo met&agrave; gara Pew era andato dritto a una curva mentre era 3&deg; con la Ligier n.60. Poi con l&rsquo;ultima sosta Hand e Taylor (che ha sostituito Angelelli) passano 2&deg; e 3&deg;, ma sono a contatto diretto.  Ancor pi&ugrave; vivace la competizione in classe GTLM, dove nelle ultime 4 ore Werner con la BMW Z4 n.25 continua ad insidiare la Corvette n.3 guidata prima da Magnussen e poi da Garcia. Questo con l&rsquo;altra Corvette n.4 di Pagenaud (e prima Milner) &egrave; sempre a una dozzina di secondi e deve controllare la Porsche n.17 di Henzler. Poi le Corvette approfittano di una neutralizzazione per effettuare una sosta con interventi pi&ugrave; pesanti del consueto, anche ai freni (sulla 3 viene sostituito pure il parabrezza) e perdono un po&rsquo; di tempo. Da segnalare inoltre che i meccanici sono riusciti a risistemare la Porsche n.911, che quindi &egrave; tornata in gara (con Tandy) anche se staccata di 7-8 giri.  In GTD bello osservare che Bertolini &egrave; stato parecchio al comando con la Ferrari n.64 e bene va anche la n.63 guidata da Sweedler, sempre di Scuderia Corsa. Sono comunque sempre in gara per la vittoria, dato che qui abbiamo ancora 6 vetture a pieni giri, con la Viper n.33 di Keating al comando. Mentre Rugolo si trova in ottava posizione di classe sulla Ferrari n.49 e Fisichella, per&ograve; in GTLM, &egrave; nono dopo i problemi elettrici di cui abbiamo gi&agrave; parlato.    Maurizio Voltini

Sempre nella lotta al vertice i nostri Angelelli fra i Prototipi e Bertolini fra le GTD. Competizione ancora apertissima anche in GTLM

24H Daytona: la seconda parte di gara

Proseguono le &ldquo;Roar Before the Rolex 24&rdquo; a Daytona; nella seconda giornata (qui la prima) di queste sessioni di prove in preparazione alla 24 Ore di fine gennaio, che ha previsto anche un turno in notturna, le Corvette DP hanno proseguito nel loro sviluppo (per la prossima stagione sono stati effettuati diversi cambiamenti, come avevamo scritto qui) e si cominciano a vedere i primi risultati tangibili.  Cos&igrave; a fine giornata il pi&ugrave; veloce &egrave; risultato Jordan Taylor sulla Corvette DP n.10 che condivide con il fratello Ricky e con Max Angelelli. Molto veloce anche la Corvette DP n.5 con Sebastien Bourdais, 2&deg; tempo a 129 millesimi, come pure va sottolineato il 3&deg; tempo ottenuto dalla Ligier/Honda JS P2 n.60 con Ozz Negri, a 161 millesimi.  L&rsquo;importanza di questi riscontri viene ribadita da Taylor: &laquo;Cinque anni fa non ci saremmo impegnati cos&igrave; tanto alla ricerca dei tempi, ma oggi devi cercare di avere la macchina pi&ugrave; veloce perch&eacute; quando si arriva all&rsquo;ultima ora di gara devi ancora competere con qualcuno per la vittoria&raquo;.  Anche sulla vettura gemella che viene portata in corsa da Max Papis, la n.31 del team Action Express, continuano le fasi di sviluppo e messa a punto, come spiega Max stesso: &laquo;Siamo in linea con quanto stavamo gi&agrave; facendo nelle scorse prove di dicembre. La macchina ha un buon comportamento, ma il nuovo corpo vettura ha bisogno di sviluppo. E vedo che ci sar&agrave; da stare attenti anche alle P2 che si sono dimostrate subito molto veloci&raquo;.  Nella classe GTLM stavolta la pi&ugrave; rapida &egrave; risultata una Porsche, la 911 RSR n.912 guidata da Earl Bamber, mentre in GTD si &egrave; confermato nuovamente Marc Goossens con la Viper SRT GT3-R n.33. Invece fra i Prototype Challenge ha svettato sempre un&rsquo;Oreca, ma in questo caso quella n.54 di Colin Braun.  Va detto anche che in questa giornata si sono verificati diversi incidenti non lievi: il pi&ugrave; drammatico, tanto da causare lo stop di una sessione, &egrave; stato quello a Byron DeFoor che si &egrave; cappottato alla prima curva con la Riley/BMW n.50, pare a seguito di un problema tecnico. Hanno avuto bisogno di passare per l&rsquo;infermeria della pista, venendo fortunatamente dimessi subito anche loro, pure Francois Perrodo e Jerome Mee, dopo gli incidenti rispettivamente con la Ferrari n.51 di AF Corse e con la Oreca n.38. Mentre per essere stata coinvolta in un altro incidente, la DeltaWing ha dovuto abbandonare la giornata per rientrare in sede: i danni erano troppo estesi per poterli sistemare in pista.  Maurizio Voltini     

Crono pi&ugrave; veloce per la n.10 dei Taylor e di Angelelli nella seconda giornata di prove per la 24 Ore Imsa

Daytona "Roar": risalgono Corvette e Porsche

&Egrave; in corso a Daytona la &ldquo;Roar Before the Rolex 24&rdquo;, vale a dire la tre giorni di prove in preparazione alla famosa 24 Ore che si correr&agrave; a fine mese e che aprir&agrave; la stagione Imsa della serie Tudor-Uscc. Nella prima giornata hanno svettato le Ford Ecoboost, in particolare quella n.01 di Chip Ganassi guidata da Scott Dixon che ha preceduto per 99 millesimi il compagno di squadra Joey Hand con la n.02. Terza invece la Corvette DP n.5 della Action Express con Sebastian Bourdais, staccata di meno di 2 decimi.  Per quanto riguarda la presenza degli italiani, ricordiamo quella dei due Max, entrambi con delle Corvette DP: Angelelli &egrave; assieme ai fratelli Taylor sulla n.10 che ha segnato il sesto tempo, subito davanti alla n.31 che Papis condivide con Curran-Cameron-Keen. Terzo tempo fra le GTLM invece per Rigon che guida assieme a Kaffer la Ferrari 458 n. 62 di Risi Competizione, mentre Rugolo &egrave; pi&ugrave; indietro in GTD con la Ferrari n.49.  Infatti ricordiamo che oltre ai Prototipi dell&rsquo;assoluta corrono altre tre categorie: la Prototype Challenge, in pratica la LMP2 americana, dove il pi&ugrave; veloce &egrave; risultato Renger van der Zande sulla Oreca n.8; la GTLM in cui ha primeggiato Pedro Lamy con la Aston Martin n.98; infine la GTD dove ha svettato Marc Goossens con la Viper n.33.  Maurizio Voltini   

Nelle prime sessioni di prove in preparazione alla 24H Imsa sono Ford i Prototipi pi&ugrave; veloci

Daytona "Roar": a Dixon la prima giornata

Continua a crescere l&rsquo;interesse per le gare Endurance: da un lato abbiamo la 24 Ore di Daytona che ci attende fra meno di un mese (la serie Tudor-Uscc dell&rsquo;Imsa partir&agrave; il weekend del 25 gennaio) mentre l&rsquo;inizio del WEC sar&agrave; in aprile con la 6 Ore di Silverstone. Ma pure per la 24 Ore di Le Mans si &egrave; gi&agrave; in fibrillazione: &egrave; vero che la gara sar&agrave; a met&agrave; giugno, ma verso fine gennaio scade il termine per le iscrizioni, e pare proprio che quest&rsquo;anno ci sar&agrave; un vero boom di richieste per la partecipazione alla classicissima gara di durata francese.  Perch&eacute; in ogni caso a correre a Le Mans sono previste 56 vetture, ma stando alle prime indiscrezioni e ai primi calcoli sembra che le domande di iscrizione potrebbero arrivare ad essere addirittura un&rsquo;ottantina. Questo sia perch&eacute; la gara in s&eacute; &egrave; tornata ad essere sempre pi&ugrave; attraente nei confronti degli appassionati e dei costruttori (e parallelamente anche l&rsquo;intero campionato), sia perch&eacute; all&rsquo;arrivo di nuovi concorrenti pure in una categoria difficile come la LMP1, si aggiunge il rinfoltimento della LMP2 e l&rsquo;ingresso della nuova classe LMP3 che sta gi&agrave; raccogliendo un certo numero di partecipanti.  Analizzando pi&ugrave; in dettaglio, ricordiamo che la categoria di vertice dei Prototipi LMP1 vedr&agrave; l&rsquo;arrivo della Nissan e lo schieramento di una vettura in pi&ugrave; da parte della Porsche giusto per questo appuntamento. A seguire pubblichiamo la lista dei quasi certi concorrenti con i probabili equipaggi (molti da confermare) e vediamo come gi&agrave; in questa classe si possano contare 14 vetture.  Con il consueto travaso di concorrenti dalla European Le Mans Series che prosegue in modo positivo, la LMP2 a Le Mans potrebbe registrare addirittura pi&ugrave; di 30 richieste di iscrizione. Fra queste si prevede anche quella dagli Usa del team dei fratelli Taylor, che schiererebbe fra l'altro il nostro Max Angelelli. Cos&igrave; in LMP2 sarebbero due i piloti italiani - c&rsquo;&egrave; anche Maurizio Mediani con la SMP Racing - al pari di quelli in LMP1, che sono Marco Bonanomi e Andrea Belicchi.  La LMP3 &egrave; una categoria neonata che per&ograve; &egrave; promossa proprio dall&rsquo;ACO (Automobile Club de l&rsquo;Ouest), vale a dire l&rsquo;organizzatore di Le Mans, e quindi ci si aspetta le venga dato una sorta di &ldquo;posto privilegiato&rdquo;. Al momento sono almeno 5 i team che hanno programmato di partecipare a questa serie nell&rsquo;intera stagione, e dunque anche alla 24 Ore.  Per quanto riguarda le GT, ci si aspettano 9-10 macchine fra i Pro: ai team ufficiali Porsche, Aston Martin e Corvette, nonch&eacute; quello Ferrari-AF Corse con Bruni-Vilander-Fisichella e Rigon-Calado-Beretta (tutti con due vetture), si potrebbero aggiungere Risi Competizione e SMP Racing, con una 458 ciascuno. Mentre in classe GTE-Am si potrebbero avere facilmente una quindicina di vetture, sebbene in questo caso le caratteristiche amatoriali di piloti e squadre rendano pi&ugrave; difficile avere una qualche sicurezza sui programmi.  Di fatto, per quanto gli organizzatori non abbiano ancora ufficializzato nulla al riguardo, sembrano abbastanza certe almeno 70 richieste di iscrizione alla 24 Ore di Le Mans del 2015. Dunque non sar&agrave; facile selezionare adeguatamente fra queste domande e di sicuro ci sar&agrave; qualche difficolt&agrave; in pi&ugrave; nelle qualifiche&hellip; I Prototipi LMP1 alla 24 Ore di Le Mans Toyota Racing &mdash; Toyota TS040 Hybrid Buemi-Davidson-Conway Sarrazin-Wurz-Nakajima  Audi Sport Team Joest &mdash; Audi R18 e-tron quattro F&auml;ssler-Tr&eacute;luyer-Lotterer Duval-Di Grassi-Jarvis Rast-Albuquerque-Bonanomi  Porsche Team &mdash; Porsche 919 Hybrid Dumas-Lieb-Jani Bernhard-Webber-Hartley Hulkenberg-Tandy-Makowiecki-Christensen  Nismo Nissan Motorsport &mdash; Nissan GT-R LM Nismo Pla-Heidfeld Gen&eacute;-? Mardenborough-?  Rebellion Racing &mdash; Rebellion R-One Prost-Beche-Heidfeld Belicchi-Kraihamer-Leimer  Lotus CLM &mdash; Lotus P1/01 AER equipaggio da definire  Maurizio Voltini

Alla 24 Ore del 2015 &egrave; prevista una partecipazione senza precedenti

Boom di richieste per Le Mans

A Road Atlanta si &egrave; svolto l&rsquo;ultimo atto della serie Tudor Uscc con la Petit Le Mans, una delle quattro grandi endurance nel campionato promosso dalla Imsa. Dopo le 10 ore di gara il successo &egrave; stato conquistato dai fratelli Ricky e Jordan Taylor coadiuvati per l&rsquo;occasione dal nostro Max Angelelli, dopo aver lottato per tutto il tempo con l&rsquo;altra Corvette DP di Fittipaldi-Barbosa-Bourdais. A Christian e Joao va comunque il titolo finale, visto che Sebastien li ha affiancati giusto nelle occasioni maggiori, grazie alla lunga serie di pod&icirc;.  &Egrave; stata una gara che ha visto numerose neutralizzazioni, e durante una di queste si &egrave; decisa la classe GTLM per un inconsueto quanto tecnicamente fatale incidente in pit-lane: la Ferrari che Fisichella aveva guidato nelle prime fasi e poi affidata a Kaffer, &egrave; ripartita davanti ai rivali diretti nel pit-stop, ma quando ha rallentato per il semaforo rosso a fine corsia &egrave; stata tamponata seccamente dalla Porsche di Pilet, distrattosi e a sua volta preso dalla Corvette di Magnussen. Un tamponamento multiplo che in un colpo solo ha tolto dalla competizione GT i tre protagonisti di vertice: la Ferrari n.62 di Risi Competizione si &egrave; dovuta ritirare per la scocca danneggiata, mentre la Porsche n.911 e la Corvette n.3 sono state attardate in modo decisivo dalle riparazioni. Cos&igrave; a contendersi il successo fra le GT sono state fino alla fine le Porsche di Henzler-Sellers-Holzer e di Long-Christensen-Bamber, oltre alla Viper di Goossens-HunterReay-Wittmer, giunte in scia nell&rsquo;ordine sul traguardo. Ed &egrave; proprio Kuno Wittmer a vincere in campionato, dopo essersi &ldquo;separato&rdquo; in questa gara dal solito compagno Bomarito, giounto 6&deg; correndo con Farnbacher e Bell: una tattica per raddoppiare le possibilit&agrave; in campionato da parte della squadra Dodge.  Per quanto riguarda gli altri italiani in gara, Max Papis &egrave; arrivato 5&deg; fra i Prototipi; Andrea Bertolini 9&deg; in GTLM; Michele Rugolo e Alessandro Balzan rispettivamente 6&deg; e 9&deg; in GTD; mentre l&rsquo;equipaggio composto da Piergiuseppe Perazzini, Marco Cioci ed Eddie Cheever III si &egrave; dovuto ritirare sempre in GTD.  Maurizio Voltini     

L&rsquo;ultima gara della serie Tudor Uscc incorona per&ograve; Barbosa e Fittipaldi. Fisichella-Kaffer tamponati in pit-lane

Imsa: Angelelli vince con i Taylor a Road Atlanta

Alla 6 Ore del Glen ha rischiato di vincere una &ldquo;barchetta&rdquo;, vale a dire una biposto scoperta, la Nissan Morgan di Yacaman-Brundle-Tung gi&agrave; autori della pole. Ma al restart dopo la penultima safety car, a 11 minuti alla fine, la maggior potenza delle Corvette DP fa la differenza facendole perdere due posizioni in poche curve. Poi altra safety car, un solo giro finale libero e quindi secondo posto dietro alla Corvette di Westbrook-Valiante, i vincitori al Watkins Glen, ottava prova della serie Tudor United SportsCar. A seguire le altre Corvette DP di Barbosa-Fittipaldi-Frisselle (che si sono giocati il comando per tutta la gara assieme alle due vetture davanti), di Frisselle-Frisselle-Fogarty e di Taylor-Taylor-Angelelli, con Massimiliano dunque primo fra gli italiani presenti in Imsa-Uscc.  In GTLM, vinta da Magnussen-Garcia su Corvette C7-R dopo una bella lotta con Farnbacher-Goossens-Bomarito e la loro Viper, Giancarlo Fisichella arriva 7&deg; con la 458 Italia condivisa con Kaffer. Mentre in GTD, dove primeggia la BMW Z4 di Cameron-Palttala, abbiamo Alessandro Balzan 5&deg; assieme a Westphal e Davis sulla Ferrari 458, Marco Bonanomi 10&deg; sull&rsquo;Audi R8 LMS guidata assieme a Espenlaub e Putman, nonch&eacute; Michele Rugolo solo 19&deg; per l&rsquo;incidente capitato a Gerber (sulla Ferrari 458 anche Griffin).  Maurizio Voltini

Nella gara Imsa-Uscc, le safety car fanno vincere la Corvette DP di Westbrook-Valiante. Indietro Angelelli e gli altri italiani con le GT

Male per gli italiani la 6 Ore del Glen

24 Ore Daytona

GP3 a Monza: Kvyat e Harvey fra gli incidenti al via La prima variante di Monza &egrave; un &ldquo;imbuto&rdquo; problematico ad ogni partenza, figurarsi quando parliamo di piloti ancora inesperti e indisciplinati (non tutti, eh!) come quelli della GP3. Cos&igrave; alla prima curva di gara-1 Kvyat passa indenne, ma dietro il gruppo &egrave; falciato da Zamparelli che, un po&rsquo; come successe a Liuzzi (ma stavolta in modo pi&ugrave; doloso, tanto da essere escluso da gara-2), taglia all&rsquo;interno sull&rsquo;erba ma poi rientra in pena chicane. Risultato: Daly e Visoiu centrati in pieno, Daly davanti viene spinto contro Sainz, e in generale vengono coinvolti anche Sa Silva, Cullen e Vainio. Di tutti questi, solo Sainz e Vainio non sono costretti al ritiro. Davanti Kvyat fa gara a s&eacute;, incamerando bottino pieno (anche i due punti del giro veloce in gara), vincendo davanti a Yelloly, mentre Regalia riesce a superare e controllare Williamson e Sims. Anche in gara-2 si decide tutto alla partenza, ma in modo differente: infatti Niederhauser &ldquo;stalla&rdquo; e blocca la fila, venendo centrato da Fontana. Comunque alla prima curva Cullen si tocca con diversi piloti fra cui Venturini: ritiro per entrambi e safety-car. Quindi Harvey, scattato bene, tiene il comando mentre dietro vi sono diversi sorpassi con protagonisti Sims, Korjus, Regalia e Williamson, ma alla fine &egrave; Kvyat che risale meglio di tutti, salendo fino al secondo posto anche grazie ad un certo degrado delle gomme di Williamson, terzo sul traguardo. Ma ormai &egrave; tradi per attaccare Harvey che ottiene la sua seconda vittoria, da debuttante. Con questi risultati, Kvyat ha ridotto a 7 punti il distacco da Regalia in campionato. F3 Open a Spa: Stuvik e Jones si spartiscono una gara caotica In gara-1 si mette subito in evidenza Ed Jones che partendo terzo salta quasi subito Cougnaud e poi anche il poleman Stuvik prima della fine del giro iniziale. Ma Stuvik non si arrende e lotta riuscendo a ripassare al comando e a vincere. Dietro vi sono diversi incidenti e ritiri per via della pista umida (non che a Spa sia una novit&agrave;&hellip;) e alla fine emergono Urrutia e Mason. Anche in gara-2 le fasi iniziali sono state vivaci, ma stavolta decisamente troppo, tanto da causare la bandiera rossa gi&agrave; al primo giro. Anche stavolta Stuvik in pole, ma di nuovo Jones passa prima Mason e poi lo stesso Stuvik a Les Combes. Ma quasi contemporaneamente Vicky Piria si gira e su di lei decolla e cappotta Urrutia, fortunatamente senza conseguenze fisiche. Safety-car rilasciata, ma quando ancora in pieno primo giro i primi rallentano vedendo i segnali, i piloti pi&ugrave; indietro non fanno in tempo a frenare e si innesca un&rsquo;ammucchiata che coinvolge una decina di monoposto, causando la sospensione della gara. Potete vedere l&rsquo;episodio nel filmato che abbiamo pubblicato qui. Alla seconda partenza &egrave; sempre Jones a svettare, ma ancora Stuvik lo insidia fino alla fine, stavolta per&ograve; senza riuscire a passarlo. Gran lotta anche per il terzo posto, dalla quale emerge Mason. In classifica resta quindi leader Stuvik davanti a Jones di 8 punti. GrandAm a Laguna Seca: Angelelli e Taylor allungano La penultima gara della stagione GrandAm fra i Prototipi &egrave; stata affrontata con 10 piloti racchiusi in 5 punti nella classifica generale. Per&ograve; Max Angelelli e Jordan Taylor riescono a vincere allungando cos&igrave; anche in campionato, pur se il distacco da Pruett-Rojas non &egrave; certo risolutivo: 304 contro 296 punti. In realt&agrave;, grazie ad una vettura molto a punto, Angelelli-Taylor non hanno avuto troppi problemi, mentre per Pruett-Rojas &egrave; stato decisivo il sorpasso a due giri al termine su Dixon-Franchitti, terzi. In GT, Lally-Potter (Porsche GT3) sono riuscito a salire al vertice nella fase finale precedendo di pochissimo sul traguardo Johnson-Marcel (BMW M3), mentre terzi sono arrivati Curran-Said (Corvette). Purtroppo solo quinti Balzan-Keen con la Ferrari 458 Scuderia Corsa, per cui Alessandro &egrave; stato scavalcato in classifica generale proprio da Lally-Potter, anche qui con 8 punti di margine.  Maurizio Voltini&nbsp;  

Nelle formule europee svettano Kvyat, Harvey, Stuvyk e Jones, mentre oltreoceano Angelelli e Taylor vincono a Laguna Seca e si avvicinano al titolo GrandAm

13 risultati per 'angelelli'

Angelelli a Daytona: è vera gloria!