        Ad Assen restano alla finestra, mentre a Zandvoort incassano il &ldquo;no&rdquo; del governo a un contributo economico in favore dell&rsquo;organizzazione del Gran Premio d&rsquo;Olanda. &Egrave; lo scenario definito dopo le parole del ministro dello Sport, Bruno Bruins, che ha escluso la possibilit&agrave; di un contributo statale a supporto dei promoters di Zandvoort.&nbsp; Ben venga la Formula 1 ma, vista la portata del business il giro di affari che &egrave; in grado di attivare, i promoters dovranno fare affidamento esclusivamente su investimenti privati. Nel dettaglio, Bruins, ministro del dicastero che comprende Sport, Salute e Welfare, ha commentato: &ldquo;Il ministero &egrave; dell&rsquo;opinione che un finanziamento del governo non sia necessario n&eacute; giustificato, altri eventi sportivi possono essere organizzati senza supporto finanziario del governo centrale. Dato l&rsquo;impatto e la grandezza di un Gran Premio di Formula 1, ci sono sufficienti opportunit&agrave; per gli investitori olandesi di apportare un contributo finanziario e trarne vantaggio&rdquo;. Tradotto, la mano pubblica serve altrove. La cifra al centro del contendere, peraltro, appare irrisoria dinanzi alle difficolt&agrave; di altre sedi di gran premio a far fronte ai tagli dei finanziamenti pubblici. Dall&rsquo;Olanda emerge il dato di 5 milioni di euro l&rsquo;anno, tale la richiesta a supporto della &ldquo;candidatura&rdquo; di Zandvoort. &ldquo;Prendiamo nota della reazione del ministro Bruins ai nostri piani ambiziosi di riportare un gran premio in Olanda. Nella lettera, il ministro indica che il supporto governativo che abbiamo richiesto non &egrave; aderente al quadro finanziario, ma che il ministero &egrave; pronto a supportare l&rsquo;evento attraverso un sistema di garanzie&rdquo;, replicano da Zandvoort. Il circuito in riva al mare risulta essere in cima alla lista di Liberty Media per l&rsquo;organizzazione di un GP in Olanda, sebbene sorgano non pochi interrogativi sull&rsquo;idoneit&agrave; della tracciatura alla Formula 1 moderna. Da Zandvoort al nord-est del paese, la provincia di Drenthe, per dire dell&rsquo;attesa di Assen, in seconda battuta pronta a cogliere la chance per organizzare l&rsquo;evento in ottica 2020. &ldquo;Abbiamo detto al ministro che non inoltreremo una richiesta di finanziamento, abbiamo gi&agrave; definito il finanziamento della Formula 1 sul TT Circuit, lavori che saranno ultimati nel 2020. A ottobre poseremo il nuovo asfalto per preparare Assen alla Formula 1&rdquo;, ha commentato Jos Vaessen, presidente del consorzio che opera per l&rsquo;organizzazione dell&rsquo;evento. Parole alle quali sommare quelle del promoter, Lee van Dam, riportate dal Telegraaf: &ldquo;Siamo ancora assolutamente in corsa per ospitare la Formula 1 nel 2020. Abbiamo avuto incontri con la FOM la scorsa settimana e saremo presto, di nuovo, seduti intorno a un tavolo. Sono cos&igrave; diretti che, se non fossimo pi&ugrave; una possibile parte, ce l&rsquo;avrebbero detto&rdquo;. Commento in replica alle indiscrezioni che volevano un accordo tra Formula 1 e Zandvoort entro il prossimo 31 marzo, unica alternativa possibile all&rsquo;organizzazione del GP d&rsquo;Olanda.&nbsp;       

Il ministro della Salute, del Welfare e dello Sport ha escluso un intervento pubblico a supporto del Gran Premio d'Olanda. Assen attende l'evolversi delle trattative tra FOM e Zandvoort

Formula 1 Olanda: Zandvoort, negati i fondi pubblici

Strana giornata di Motorsport, quella di domenica scorsa, a proporre un confronto terribile, a pochi minuti di distanza, tra due grandi classiche dei rispettivi repertori MotoGp Vs F.1: Dutch TT a due ruote vs Gp d&rsquo;Austria a quattro.&nbsp;Compito improbo per la F.1, sulla carta. Visto che la classe maggiore del motomondiale ad Assen d&agrave; vita a uno degli spettacoli pi&ugrave; belli della storia recente delle corse.&nbsp;Poco importa chi vince e chi perde. Quello interessa solo le fazioni. Ci&ograve; che conta &egrave; la trama avvincente, l&rsquo;agonismo meraviglioso, al di l&agrave; del finale che &egrave; solo un particolare, un orpello, ovvero il giusto premio al vincitore.  Poi tocca alla F.1.  Partenza bella tosta, ma dopo qualche giro le tessere del mosaico sembrano andare a posto. A quanto pare, sar&agrave; un monologo delle evolute Mercedes Ham-Bot, con le Ferrari malinconicamente lontane, forse perfino dal podio. E invece no.&nbsp;Bottas &egrave; out, la Virtual Safety car mal gestita mette in crisi Hamilton e infine pure Lewis rompe. Entrambi, seppur con sintomi diversi, accusano lo stesso tipo di allarme, vale a dire problemi che marcano l&rsquo;inizio della rottura del motore. E tutto si sconvolge.  Badate bene, lasciamo stare che ci abbia guadagnato la Ferrari e perso la Mercedes, non &egrave; questo il punto. Anzi, onore a Wolff &amp; C., &egrave; solo un episodio e il mondiale &egrave; abbastanza lungo da riservarsi verdetti ben pi&ugrave; complessi e strutturati.  Il fatto &egrave; un altro: la F.1 riscopre a Spielberg la crudelt&agrave;, l&rsquo;imprevedibilit&agrave; e la soggettivit&agrave; di un esito che improvvisamente torna a mettere in primo piano il fattore un tempo pi&ugrave; capriccioso, instabile e terrorizzante:&nbsp;quello dell&rsquo;affidabilit&agrave;. Con possibili conseguenze da scontarsi non solo in gara ma anche in quelle a venire.  Ecco, la prima, quella del ritiro d&rsquo;un top team in completo default tecnologico, &egrave; roba d&rsquo;altri tempi. Di quando la F.1 non era tutta elettronica e infallibilit&agrave; computerizzata, ma rivelava spesso la sua fallibilit&agrave; ciccia &amp; brufoli.  Tanto che Jim Clark sapeva bene che con quella Lotus cos&igrave; fragile presumibilmente non avrebbe mai vinto il Gp di Montecarlo - e mai lo vinse -, perch&eacute; troppo massacrante per vederlo alla fine al top.&nbsp;In fondo fino alla fine degli Anni &rsquo;80 la F.1 ammetteva fisiologicamente dei risultati da scartare, proprio ritenendo fisiologica una certa quota di rotture meccaniche e evitando cos&igrave; che diventassero determinanti ai fini dell&rsquo;assegnazione del titolo.  In poche parole, quella di domenica &egrave; stata una giornata strana e spiazzante, nella quale la F.1 ha finito col pareggiare complessivamente il conto con la MotoGp, riscoprendo il suo volto pi&ugrave; antico e nostalgicamente andato: quello della totale imprevedibilit&agrave; che sconvolge una trama altrimenti, come spesso accade, fin troppo banale. Mentre di converso la MotoGp ha proposto un narrato meraviglioso con un finale che ha visto il solito Marquez fare un boccone di tutti quanti i rivali.  E allora scatta la nostalgia di quando la F.1 era tanta, se non tutta cos&igrave;. Di quando potevi essere bravo quando volevi ma alla fin fine dipendevi dai capricci del motore e della pompa della benzina, che potevano salvare o distruggere carriere intere. Rendendo Chris Amon e Jean Pierre Jarier sfortunieri incredibili e lasciando intendere che gli altri, i pi&ugrave; blasonati, oltre che la classe, avevano anche il culo dalla loro parte.&nbsp;  Tempi in cui l&rsquo;imperfezione umana era il contraltare scenico della genialit&agrave; creativa e l&rsquo;imponderabilit&agrave;, i gremlins in agguato, una risultante necessaria.&nbsp;Tanto da far germogliare una civilt&agrave; mediatico-informativa che al nostro Matitaccia faceva dipingere sulle pagine a vignetta dell&rsquo;Autosprint dei dopoGp che furono, il grande Mario Poltronieri a mo&rsquo; di gufo pronto, appunto, a gufare involontariamente contro questo o quello al grido di&ldquo;Fuma! Fuma!&rdquo;.  In poche parole, nel momento pi&ugrave; inatteso, quando la lotta stessa per il mondiale 2018 sembrava ormai ammosciata e andata, in Austria la F.1 ha fatto la sua bella figura e ha retto il colpo, andando ad attingere a trame, sensazioni e colpi di scena d&rsquo;altri tempi.  Rifacendo navigare i tifosi pi&ugrave; d&#39;antan su mari in cui, ancora una volta, naufragare &egrave; stato dolce. 

Il&nbsp;kappa&ograve; Mercedes rende il Gp d&rsquo;Austria non meno spiazzante e avvincente del Dutch TT della MotoGp

La F.1 riscopre il fascino della fallibilit&agrave; tecnologica

Se lo scorso dicembre erano state le simulazioni effettuate dalla FIA a dare esito positivo alle speranze di Assen di ottenere l&#39;omologazione del tracciato quale pista di Grado 1, step necessario per ospitare un gran premio di Formula 1 come anche dei semplici test, gennaio porta il parere positivo di Charlie Whiting. L&#39;ispezione sul campo ha indicato al gestore dell&#39;impianto - che ospita, quali eventi di rilievo internazionale, la MotoGP e la Superbike - le misure e gli adeguamenti da adottare. Provvedimenti che interessano la sicurezza, da allineare alle velocit&agrave; in curva e le esigenze delle monoposto di Formula 1. Si aggirerebbero intorno ai 2 milioni di euro, i costi da sostenere per adattare Assen a pista FIA di Grado 1.  &laquo;Il Circuito di Assen ha ricevuto una valutazione positiva da parte di Charlie Whiting, il quale &egrave; rimasto colpito dal tracciato e dall&#39;elevato livello di manutenzione. Con l&#39;integrazione di poche, relativamente semplici, modifiche, il circuito incontra tutti i requisiti per ottenere la licenza di pista di Grado 1, adeguamenti necessari, ad esempio, nell&#39;area della sicurezza&raquo;, specifica la nota diffusa dal gestore del circuito.  Tracciato da 4.500 metri nella configurazione adottata dal 2009, non subirebbe modifiche tali da stravolgerne il disegno, dovesse andare in porto il progetto di ospitare un Gran Premio d&#39;Olanda nei prossimi anni, prospettiva sulla quale Arjan Bos, responsabile della societ&agrave; di gestione di Assen, spiega: &laquo;I necessari interventi, che possono essere realizzati nel breve termine, principalmente riguardano i cordoli, le barriere e l&#39;installazione delle barriere Tecpro in determinati punti. Piccole variazioni dovranno essere fatte al circuito, senza che incidano sulla natura di Assen, che preserver&agrave; il layout. Abbiamo sempre detto che speriamo di riportare un gran premio in Olanda entro tre anni. Al momento le possibilit&agrave; sono al 50%&raquo;. Il passo successivo prevede un incontro con la FOM.&nbsp;&nbsp; 

L&#39;obiettivo &egrave; di poter realizzare gli interventi necessari a fare di Assen unapista FIA con licenza di Grado 1. Bos lavora a un GP d&#39;Olanda entro 3 anni, prossimo passo l&#39;incontro con Liberty Media

Formula 1, Assen convince Whiting: si lavora al GP d&#39;Olanda

Da pista di Grado 2 a circuito di Grado 1. E&#39; il primo, necessario, passo che dovr&agrave; compiere Assen per ambire all&#39;organizzazione di un gran premio di Formula 1. E la propriet&agrave; dello storico tracciato sul quale corre la MotoGP si &egrave; attivata presso la FIA perch&eacute; venga riconosciuto il livello della struttura e ritenuta idonea a ospitare la Formula 1. Dalle simulazioni computerizzate condotte dalla Federazione non sono emersi ostacoli tecnici, dalla conformazione del tracciato alla larghezza minima richiesta.  Ad annunciarlo, il responsabile dell&#39;impianto, Arjan Bos. Nei prossimi mesi verranno condotte le necessarie ispezioni direttamente in pista, anzitutto sull&#39;idoneit&agrave; delle strutture a supporto&nbsp;e, in caso di responso positivo, Assen verr&agrave; promossa; il regolamento sportivo 2018 ratificato dalla FIA a dicembre, impone lo standard di pista di Grado 1 anche per ospitare sessioni di test di F1.  &laquo;Al momento abbiamo superato la parte teorica (le simulazioni computerizzate; ndr).&nbsp;Seguiranno ricerche e un esame definitivo delle strutture, dovremo intervenire sugli spazi dedicati ai media, le dimensioni del paddock, dei box e delle strade d&#39;accesso&raquo;, ha aggiunto Bos all&#39;Het Noorden. &laquo;L&#39;incremento delle velocit&agrave; in MotoGP ci ha costretti a realizzare degli adeguamenti negli ultimi anni e grazie a ci&ograve; non dovremo modificare troppe cose. Adesso sar&agrave; importante verificare nella pratica i riscontri teorici avuti dalla FIA&raquo;.  Non esiste alcun automatismo, sia chiaro, tra la qualificazione di pista idonea a ospitare un gran premio di Formula 1 e l&#39;inserimento in calendario. Sempre pi&ugrave; fitto, con 21 appuntamenti nel 2018, la necessit&agrave; di compattare tre gare consecutivamente nel mese di luglio, qualcosa che Ross Brawn ha gi&agrave; assicurato non si ripeter&agrave; negli anni a venire. E non &egrave; solo Assen a volere la Formula 1. A un Gran Premio d&#39;Olanda lavora anche Zandvoort, senza contare new entry come il Kuwait, ultima meta destinata a ricevere un Tilkodromo, proseguendo con l&#39;interesse manifestato dalla Turchia a un rientro. Una lunga strada attende Assen e un ipotetico Gran Premio d&#39;Olanda, assente dal mondiale dal 1985, ultima esibizione con Lauda in trionfo.  Quanto alla concorrenza di Zandvoort, propriet&agrave; del principe Bernard d&#39;Orange, Bos ha commentato: &laquo;C&#39;&egrave; una sana concorrenza, siamo avversari con un obiettivo comune: vogliamo ospitare la Formula 1 in Olanda. A Zandvoort sono stati realizzati degli investimenti e la pista ha attualmente pi&ugrave; futuro di quanto non ne avesse prima&raquo;. 

Le prime valutazioni condotte dalla FIA hanno dato esito positivo, si attendono le verifiche sul tracciato e sulle strutture per promuovere l&#39;impianto, che spera di poter ospitare il GP d&#39;Olanda in futuro

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