Per sempre nel cuore degli appassionati della Formula 1, per sempre quello sguardo magnetico, i suoi occhi ipnotici e impossibili da dimenticare. Ayrton Senna &egrave; stato uno dei pi&ugrave; importanti piloti del Circus, il suo talento e la sua tragica fine lo hanno reso anche a distanza di ormai 30 anni dalla sua morte, una leggenda indimenticabile.&nbsp; E proprio in occasione del triste anniversario dell&#39;incidente sul circuito di Imola &egrave; stata presentata oggi nella meravigliosa Ambasciata del Brasile in piazza Navona a Roma,&nbsp;la grande mostra &quot;Ayrton Senna Forever&quot;, che aprir&agrave; al pubblico da mercoled&igrave; 24 aprile a domenica 13 ottobre 2024 negli spazi del Mauto, il Museo Nazionale dell&rsquo;Automobile di Torino. In occasione della conferenza stampa, il cortile dell&rsquo;Ambasciata del Brasile a Roma ospita &ndash; dall&rsquo;11 al 12 aprile &ndash; la vittoriosa McLaren Honda MP4 /4 del 1988, con quindici trionfi su sedici GP, che ha accompagnato Ayrton verso il suo primo titolo mondiale a Suzuka.    La mostra pi&ugrave; completa di sempre  Dalle prime esperienze sui kart fino alle monoposto di Formula 1, negli spazi del Mauto prende vita la storia del pilota brasiliano, restituito al pubblico come campione automobilistico ed essere umano che ha saputo lasciare il proprio segno nell&rsquo;immaginario di un&rsquo;epoca. La mostra curata da Carlo Cavicchi, direttore di Autosprint dal 1984 al 1999, racconta l&rsquo;epopea sportiva e la storia umana di un campione, amatissimo in Italia.  I visitatori troveranno ad affiancarli nel viaggio del mondo di un mito, le sue automobili pi&ugrave; significative nel corso della sua carriera: dalle prime Formula Ford all&rsquo;ultima Williams, all&rsquo;importante corpus di pubblicazioni e memorabilia, tra cui la vasta selezione di tute da corsa e caschi mai esposta. Il filo rosso della carriera sportiva del pilota si arricchisce di elementi intimi e personali, con oltre 250 oggetti, restituiti al pubblico anche attraverso l&rsquo;ampia documentazione, riunita insieme a tutti i libri scritti su di lui in ogni lingua. Tra filmati in Super8 e installazioni audiovisive, nei 6 maxi schermi presenti, spiccano le 114 fotografie scattate dai pi&ugrave; grandi autori dell&rsquo;epoca che contribuiscono a costruire un ritratto a tutto tondo di Ayrton Senna: dall&rsquo;amico e fotografo Angelo Orsi, fotografo anche di Autosprint e grande amico di Senna, a Keith Sutton, da Ercole Colombo a Bernard Asset, da Steven Tee a Rainer Schlegelmilch.  Completa l&rsquo;esposizione il ciclo di cinque appuntamenti di incontro e dibattito che coinvolge piloti, giornalisti, progettisti e amici, gli affetti e i rivali di sempre nella ricostruzione corale della vicenda sportiva e personale del campione. Tra questi, lo speciale evento di mercoled&igrave; 1&deg; maggio 2024 con un collegamento live streaming con l&rsquo;Autodromo di Imola per partecipare alle celebrazioni commemorative sulla curva del Tamburello. Il racconto in diretta da Imola sar&agrave; intervallato nel corso dell&rsquo;intera giornata da approfondimenti di giornalisti, tecnici, e piloti presenti al Mauto. Insomma non la solita esposizione ma un viaggio immersivo molto avveniristico tra installazioni di vetrate e metallo, con oltre 20 schede sulla vita personale di Senna, dove sulle pareti ci saranno le sue frasi pi&ugrave; profonde.  Senna oltre il tempo e la leggenda  &quot;Non &egrave; mai semplice parlare di Senna, il &#39;per sempre&#39; che d&agrave; il titolo alla mostra &egrave; proprio per ch&eacute; &egrave; un personaggio che trascende da qualsiasi legge. Passano gli anni e qualsiasi cosa si dica e faccia su di lui attira l&#39;attenzione di migliaia di persone: &egrave; sempre qui anche a distanza di 30 anni. Se dovessi scegliere il mio &#39;momento per sempre&#39; su di lui &egrave; senza dubbio il ricordo delle pale dell&#39;elicottero che passano sopra la redazione di Autosprint a Bologna e che portano Senna in ospedale dopo il tragico incidente al GP di San Marino del &#39;94. Senna era un perfezionista, come spero che lo siamo stati noi. So che abbiamo fatto una cosa che a lui sarebbe andata bene&quot;.  &ldquo;Ayrton Senna era pi&ugrave; di un idolo della Formula 1. Era un modello di eccellenza, perseveranza e integrit&agrave;, qualit&agrave; che si riflettevano nei successi ottenuti nella sua carriera. Nel coronamento della sua carriera, Senna conquist&ograve; estimatori non solo in Italia, ma in diversi Paesi, contribuendo in maniera determinante alla divulgazione di questo sport su scala mondiale. Tre volte campione di Formula 1, Senna sognava un paese in cui tutti avessero l&#39;opportunit&agrave; di avere successo in qualunque cosa volessero. La sua eredit&agrave; nello sport e il suo impegno personale per lo sviluppo del Brasile &ndash; soprattutto nei settori dell&rsquo;istruzione e dello sport &ndash; rimangono vivi e non saranno dimenticati&rdquo;, ha detto invece Renato Mosca, Ambasciatore del Brasile in Italia, che ha aperto l&#39;evento.  &quot;Abbiamo portato nella mostra la volont&agrave; di dare una lettura che vada oltre l&#39;aspetto sportivo e umano, ha un taglio culturale profondo perch&eacute; lo merita. La sua tragica scomparsa lo ha proiettato nella dimensione di una star, una delle pi&ugrave; grandi figure del secolo passato&quot;, queste le parole di Benedetto Camerana, presidente del Mauto.  &quot;Il Brasile e l&#39;Italia hanno in comune il rispetto e l&#39;ammirazione per Ayrton e per l&#39;eredit&agrave; che ha costruito. La mostra senza precedenti al Mauto ci incoraggia a ricordare la sua parabola dentro e fuori dalla pista, e che ancora oggi &egrave; fonte di ispirazione per tutti noi. Esporre una collezione di oggetti personali, attrezzature e automobili &egrave; un modo che noi di Senna Brands e della famiglia abbiamo trovato per restituire ai fan un po&#39; di quell&#39;affetto&quot;, ha aggiunto Bianca Senna, CEO di Senna Brands e nipote di Ayrton nonch&eacute; figlia della sorella Viviane, in un videomessaggio proiettato in sala.    &nbsp; 

A Roma &egrave; stata presentata la pi&ugrave; grande e completa esposizione mai realizzata dedicata all&rsquo;iconico pilota brasiliano a cura di Carlo Cavicchi ex direttore di Autosprint, a 30 anni dal tragico incidente che gli cost&ograve; la vita

Ayrton Senna per sempre: la mostra per ricordare il campione

A trent&rsquo;anni dal tragico incidente nel quale il pilota brasiliano perse la vita, l&rsquo;Ambasciata del Brasile a Roma ospita l&rsquo;evento di presentazione di una mostra unica al Mauto di Torino, visitabile dal 24 aprile al 13 ottobre, dove &egrave; stata esposta la McLaren Honda MP4/4 del 1988

"Ayrton Senna Forever" si presenta a Roma

        Il cimitero di Morumbi &egrave; una citt&agrave; giardino che sorge tra le ramificazioni infinite di San Paolo. Una parentesi di pace in un mondo di rumore e velocit&agrave; che sembra rappresentare perfettamente chi &egrave; stato, e chi continua ad essere, Ayrton Senna. Sulla sua tomba una frase: &ldquo;Nada pode me separar do amor de Deus. Niente pu&ograve; separarmi dall'amore di Dio&rdquo;. Da l&igrave;, e dalla sua fine 30 anni fa a Imola in un giorno indimenticato e indimenticabile per la memoria collettiva, inizia il viaggio a ritroso nella storia di Ayrton Senna. Un percorso fatto di luoghi e di sentimenti, punti cardinali nella vita del pilota e dell&rsquo;uomo. Sono occhi feroci quelli di Senna, occhi bambini quelli di Ayrton. &Egrave; forse proprio la dualit&agrave; di questo personaggio, tanto affamato in pista quanto sensibile fuori dai margini del motorsport, a rendere davvero immortale l&rsquo;eredit&agrave; di Senna. Dalla decisione di lasciare il Brasile per cercare la fortuna nel mondo dei motori in Europa, fino all&rsquo;Italia, inizio e tragico epilogo della sua vera carriera. Nel mezzo il sogno: la velocit&agrave;, la ricerca dell&rsquo;agonismo puro e la consapevolezza dolorosa di dover venire a patti con politica e denaro in un ambiente stritolante come quello della Formula 1. Una storia, quella di Ayrton Senna, che attraversa il tempo, lo spazio e la sensibilit&agrave; di un uomo che non &egrave; mai stato e mai sar&agrave; solo un grande pilota. PREFAZIONE La prefazione del libro &egrave; stata scritta dal giovane talento Andrea Kimi Antonelli. Classe 2006 il pilota italiano &egrave; la stella pi&ugrave; luminosa del futuro del motorsport nel nostro paese. Scelto giovanissimo da Toto Wolff per prendere parte al programma del Mercedes Junior Team, Kimi Antonelli debutter&agrave; quest'anno in Formula 2 con Prema dopo aver saltato il tradizionale passaggio in Formula 3. Una scelta che descrive il suo talento e la voglia di arrivare in Formula 1. La decisione di chiamare Antonelli per scrivere questa prefazione arriva dall'enorme passione che Kimi ha sempre mostrato nei confronti di Ayrton Senna, un pilota che - per ovvie questioni generazionali - non ha mai visto correre in pista, ma che ha studiato e amato negli anni della sua formazione, dimostrando quanto Ayrton Senna sia presente e fondamentale ancora oggi, ispirando giovani piloti che non lo hanno vissuto in prima persona. IL VIAGGIO IN BRASILE L'ultimo capitolo del libro chiude il viaggio nella memoria di Ayrton Senna con un reportage realizzato in prima persona dall'autrice Giulia Toninelli. Durante la settimana del Gran Premio di Interlagos di Formula 1 del 2023, l'autrice &egrave; volata in Brasile per seguire il circus nel paddock e, contemporaneamente, raccogliere testimonianze e impressioni sul profondo legame che, a distanza di 30 anni dall'incidente di Imola, lega i brasiliani al ricordo di Senna. Un percorso che l'ha portata al cimitero di Morumbi, alla Fondazione e all'Istituto Senna, in un viaggio che chiude il cerchio e risponde alla domanda cardine di questo libro: chi &egrave;, ancora oggi, Ayrton Senna?        

A 30 anni dall'incidente di Imola che cambi&ograve; per sempre la storia della Formula 1 &egrave; uscito il libro di Giulia Toninelli sul pilota brasiliano con prefazione di Kimi Antonelli

Ayrton Senna: occhi feroci, occhi bambini

Il 24 marzo 1991 Ayrton Senna vince la gara di casa a Interlagos. Per il pilota brasiliano &egrave; il primo successo in patria, dopo ben 7 edizioni in cui non era mai riuscito a imporsi. Ecco le immagini del memorabile primo successo di Magic in Brasile, al volante della McLaren-Honda

Ayrton Senna, la prima vittoria di Magic in Brasile

E poi c&rsquo;&egrave; la storia pi&ugrave; tragica. Quella di Roland Ratzenberger, morto da ultimo della fila il giorno prima che andasse in scena l&rsquo;analogo destino per il pilota pi&ugrave; amato, il pi&ugrave; famoso, Ayrton Senna. Siamo a Imola, ed &egrave; il 30 aprile del 1994. &Egrave; una stagione che vedr&agrave; affannarsi in pista ben 52 piloti di 14 scuderie, ci sono le prequalifiche per eliminare due fra i 28 che si presentano ogni volta al via. Roland fin da piccolo voleva essere come Niki Lauda e andava a 300 all&rsquo;ora verso il viale dei sogni, prima con la mente e poi al volante. E pazienza se l&rsquo;aveva imboccato tardi, quello stradone pieno di gloria. Pazienza se quella vettura sgangherata che gli hanno messo sotto il sedere &egrave; la pi&ugrave; lenta. &Egrave; o non &egrave; l&rsquo;auto che avrebbe sempre voluto guidare? S&igrave;, &egrave; una Formula Uno, &egrave; dipinta di blu e ha il numero 32.  Ricordando Roland Ratzenberger  Roland &egrave; al settimo cielo il giorno che ci sale per la prima volta. La gloria, quella vera, quella dei Primi della classe, &egrave; dall&rsquo;altra parte del viale dei box, dove ci sono auto come la sua, solo pi&ugrave; luccicanti e molto pi&ugrave; veloci. Anche quel giorno a Imola &egrave; come essere bambini con lo zucchero filato al Luna park. C&rsquo;&egrave; l&rsquo;inarrivabile Ayrton Senna, c&rsquo;&egrave; l&rsquo;astro nascente Michael Schumacher (poi vincitore del Gp pi&ugrave; triste), quindi Damon Hill, Gerhard Berger, Mika Hakkinen, Michele Alboreto.   E anche altri che, come lui, cercano le briciole della notoriet&agrave; in coda al gruppo. A Roland per&ograve; sembra gi&agrave; tanto bello cos&igrave;, poter salire su quella Simtek, vettura di una piccola e giovane scuderia con un vecchio motore Ford e un telaio adattato alla meglio. S&igrave;, sa di essere uno fra gli ultimi, l&rsquo;ultimo della gara del debutto, neanche qualificato a San Paolo del Brasile, ma Roland &egrave; comunque un ragazzo felice, il giorno prima del giorno che cambi&ograve; per sempre la Formula Uno. Il maledetto 1&deg; maggio che rap&igrave; Ayrton Senna, il campione pi&ugrave; campione di sempre.  Continua a leggere l&#39;intervista esclusiva completa sul nuovo numero di Autosprint in edicola, oppure qui in edizione digitale!  &nbsp; 

Imola, 30 aprile 1994: il pilota austriaco muore nelle qualifiche. Emergono dubbi sulla sicurezza. Il giorno dopo in gara lo stesso destino tocca al campionissimo Ayrton Senna, che aveva portato con s&eacute; una bandiera austriaca per dedicargli il trionfo. L&#39;abbraccio fra primo e ultimo: stessa passione, stessi sogni

Roland Ratzenberger, quando l&#39;ultimo va a morire

Quella per le figurine &egrave; una passione che non ha et&agrave;, e che coinvolge tanto i pi&ugrave; piccoli quanto gli adulti. E, a volte, diventa una questione dal peso economico rilevante. &Egrave; il caso dell&#39;asta organizzata da Bolaffi, in cui sono state messe in vendita centinaia di figurine, alcune delle quali rarissime. Tra queste, la &ldquo;rookie&rdquo; del 198 4raffigurante Ayrton Senna, che &egrave; stata venduta alla cifra record di 2.400 euro.  Quotazione super per la figurina di Senna  Calciatori e non solo. Aste Bolaffi, nell&#39;evento del 12 maggio, ha messo in vendita centinaia di figurine, pi&ugrave; o meno rare, dedicate ad alcuni tra i pi&ugrave; apprezzati giocatori di sempre: da Baggio a Zoff, passando per Maradona, Totti e Del Piero. Senza escludere i campioni di altri sport, come appunto l&#39;automobilismo. Ed &egrave; stata proprio la figurina dedicata a un pilota di Formula 1 ad aggiudicarsi il primato di lotto pi&ugrave; costoso di questa asta. La &ldquo;rookie&rdquo; di Ayrton Senna, datata 1984, &egrave; stata infatti venduta per una cifra pari a ben 2.400 euro, superando la figurina Baggio-Monelli nella rarissima versione non tagliata e la &ldquo;Yellow Nameplate&rdquo; di Eusebio al Benfica del 1963/64. Entrambe, sono state aggiudicate a 1.875 euro ciascuna. La figurina di Senna ritrae il pilota con la tuta della Toleman, scuderia per la quale il brasiliano correva all&#39;epoca, e faceva parte del set di carte da gioco Scratch n&#39; Play della Panini. Stampata su plastica trasparente, costituisce una vera rarit&agrave;.  &quot;&Egrave; stata una prima esperienza molto positiva per Aste Bolaffi &ndash; ha spiegato Filippo Bolaffi, amministratore delegato della casa d&#39;aste in cui &egrave; stata venduta la figurina di Senna - ha confermato che le figurine pi&ugrave; ambite sono quelle relative a icone dello sport nei momenti pi&ugrave; significativi delle rispettive carriere. Per esempio sono state vendute a realizzi significativi tutte le figurine dell&#39;anno di esordio (Rookie year) di Dino Zoff, Paolo Rossi, Roberto Baggio, Francesco Totti e Alessandro Del Piero. Siamo stati sorpresi dalla competizione per alcuni lotti apparentemente molto di nicchia (come le edizioni Carlo Vidali), protagonisti di sfide accese tra i collezionisti; alcuni hanno triplicato il prezzo di partenza, a dimostrazione dell&#39;attento interesse suscitato dall&#39;asta&rdquo;. All&#39;evento appena concluso ne seguir&agrave; un altro, analogo, tra sei mesi, in cui verranno proposte ancora numerose figurine rare e introvabili.  Formula 1, il calendario della stagione 2022 

La figurina che ritrae il pilota brasiliano con la divisa Toleman, datata 1984, &egrave; stata venduta per una cifra elevatissima

Asta da record per la figurina di Ayrton Senna

L'artista Jisbar racconta come è nato il progetto dedicato al mitico Ayrton Senna

Senna Now, ecco la dedica speciale al mitico Magic

Nata dall&#39;idea di Matteo Macchiavelli, in collaborazione con lo street artist Jisbar, ecco il tributo dedicato all&#39;indimenticabile campione brasiliano, Ayrton Senna

Senna Now, l'art car dedicata a Magic

        Su Sky e in streaming su NOW un nuovo imperdibile appuntamento della produzione originale Sky Sport &ldquo;Storie di Matteo Marani&rdquo;. Da sabato 11 dicembre alle ore 22.45 su Sky Sport Uno, il programma d&rsquo;inchiesta e approfondimento storico torna con un coinvolgente ed emozionante episodio, &ldquo;L&rsquo;ultimo giro di Ayrton&rdquo;, dedicato al pilota pi&ugrave; amato nell&rsquo;intera storia della Formula 1: Ayrton Senna. La storia del campione brasiliano Ayrton Senna &egrave; stato un campione in pista e un mito fuori dei circuiti, in grado di avvicinare migliaia di persone all&rsquo;automobilismo grazie al suo talento e carisma. A 27 anni dalla scomparsa &ndash; ingiusta e straziante &ndash; nessuno l&rsquo;ha mai dimenticato. &ldquo;Storie di Matteo Marani&rdquo; torna su Sky e in streaming su NOW per raccontare l&rsquo;ultimo giorno dell&rsquo;asso brasiliano, ricostruendo attraverso gli atti del processo e le voci dei protagonisti ci&ograve; che accadde davvero il primo maggio 1994 alla curva del Tamburello. Ne esce un&rsquo;inchiesta dal sapore forte, dai colori vividi, in cui verit&agrave; e nostalgia emergono prepotenti. La tragedia di Imola Il sesto giro del Gran Premio di San Marino divenne &ldquo;L&rsquo;ultimo giro di Ayrton&rdquo; per colpa di troppi errori nella preparazione della monoposto e per una serie incredibile e assurda di fattori. L&rsquo;inchiesta &egrave; per&ograve; anche un modo per ricostruire sino in fondo la grandezza incomparabile del fuoriclasse. Tre milioni di brasiliani lo piansero a San Paolo, molti artisti si sono ispirati a lui, la Nazionale di calcio gli dedic&ograve; la Coppa del Mondo del &rsquo;94 vinta sull&rsquo;Italia di Roberto Baggio. Una dimostrazione di amore che non si &egrave; mai interrotta, nemmeno dopo un quarto di secolo, con migliaia di tifosi che ancora oggi si recano in processione a Imola per ricordare il loro idolo. Racconti e testimonianze inedite Proprio dal circuito romagnolo, luogo in cui si correva quella terza gara del Mondiale F1 del 1994, si dipana la nuova puntata del programma curato da Fabio Fiorentino e Andrea Parini. Gli ultimi momenti della corsa, riletti con la telemetria e le clamorose perizie del tribunale, si accompagnano ai momenti esaltanti delle grandi vittorie di Ayrton, ripercorrendo una carriera straordinaria, unica, irripetibile. Lo raccontano gli amici dei box come Giancarlo Minardi, uomini della Formula 1 come Flavio Briatore, tifosi come Alessandro Del Piero. Il tutto corredato da un ricorso moderno e al tempo stesso sapiente alle immagini pi&ugrave; toccanti e con documenti assolutamente inediti. Il tributo a una leggenda Storie di Matteo Marani si trasforma cos&igrave; in grande tributo a Senna, alle sue imprese, alla sua immensa classe, dai tempi del kart alla William FW16 sulla quale perse la vita. Perch&eacute; se &egrave; vero che a Imola mor&igrave; il campione, &egrave; vero che da quel momento e da quel preciso punto al Tamburello nacque una leggenda. La leggenda di Ayrton.       

"L'ultimo giro di Ayrton" &egrave; il prossimo appuntamento dedicato alle storie dello sport raccontate dal programma di inchiesta e approfondimento "Storie di Matteo Marani". Puntata tutta dedicata al campione pi&ugrave; amato dalla Formula 1

Ayrton Senna, Sky dedica un docufilm all'amato campione brasiliano

        Tornare a parlare di Ayrton Senna, come se fosse qui. Come se non se ne fosse mai andato, rapito dalla sorte. Eppure il vero destino di Beco &egrave; quello di restare sospeso in un eterno limbo emozionale, oscillante tra immagini che vanno dalla giovinezza agonistica alla maturit&agrave;, senza mai passare oltre. Quasi a incarnare un pilota che poteva sembrare vulnerabile e allo stesso tempo la leggenda di un campione col passare degli anni sempre pi&ugrave; immortale. Perch&eacute; l&rsquo;Ayrton Senna di adesso non &egrave; pi&ugrave; quello del 1991, fresco del terzo mondiale vinto, o quello struggente che si calava nell&rsquo;abitacolo della sua Williams, nel primo pomeriggio del giorno 1 maggio 1994.  Ayrton Senna, il profeta L&rsquo;Ayrton di oggi &egrave; un modello, un formidabile traino motivazionale, un simbolo forte di classe, resilienza, riscatto, determinazione e poesia. Meno pilota, forse, e molto pi&ugrave; uomo, personaggio e inno. Inno a solidariet&agrave;, dedizione, empatia, determinazione e capacit&agrave; di comunicazione. Anche in questo sta la sua modernit&agrave;, la sua veicolabilit&agrave;, il suo mantenersi perfettamente spendibile in un mondo che nel frattempo &egrave; molto cambiato dal giorno delle sue ultime vittorie in pista. Ma poco importa, perch&eacute; Beco resta non solo un campione, ma profeta dello Sport. Uno che fa e dice cose che restano. Un Uomo che affronta tutto e tutti senza essere mai banale o insincero, dicendo sempre ci&ograve; che pensa e pensando puntualmente e attentamente prima di dire o manifestare il suo pensiero. Forma di rispetto Per questo per noi tornare a parlare di lui non &egrave; un omaggio alla storia della F.1, ma semplicemente il giusto rispetto dovuto a un presente indeclinabile in modo diverso, proprio perch&eacute; Ayrton Senna sa restare a dispetto dei decenni sempre attuale e in grado di fornire spaccati inediti e inconsueti della sua storia stratificata, complessa e ricca di anse e momenti ancora in ombra. Per questo, riandare a lui e con lui, qui ed ora, &egrave; anche l&rsquo;occasione per tornare ad approfondire momenti fin qui svelati ma non abbastanza assaporati, riguardanti soprattutto l&rsquo;alba della sua vicenda di campione del Motorsport. Pensiamo agli inizi a livello internazionale in kart, in Italia, certo, ma anche al momento del salto di qualit&agrave; in Formula 3, in quella intensissima stagione 1983 in Gran Bretagna, nella quale il brasiliano duella piuttosto selvaggiamente con Martin Brundle, prima di imporre la sua legge, oltre a scrivere il suo nome anche sull&rsquo;albo d&rsquo;oro di una gara classica come il Gp di Macao. Sempre in quell&rsquo;anno, talmente magico e fervido da raccogliere le esperienze di un&rsquo;esistenza intera, Ayrton entra nel radar addirittura di quattro team di Formula Uno, che complessivamente gli fanno svolgere addirittura quattro provini consecutivi. Un campione infinito Un viatico assolutamente inconsueto, unico e improbabilissimo per un giovane pilota privo d&rsquo;esperienza iridata, eppure realissimo solo per un campione mai visto e diverso dagli altri quale il 23enne Ayrton Senna Da Silva &egrave; e, in fondo, rester&agrave; per sempre. Nonfinisce qui, perch&eacute; l&rsquo;anno dopo succede un&rsquo;altra di quelle cose a oggi tenuta quasi in ombra, in secondo piano e piuttosto lontano da un racconto vero,vivo e degno della massima attenzione. Nella primavera del 1984, infatti, prima ancora che l&rsquo;astro di Senna brilli per la prima volta in F.1 in occasione del Gp di Monaco, il brasiliano prende parte a una gara celebrativa monomarca che riunisce tutti i pi&ugrave; grandi piloti del Circus iridato passato e presente, a bordo di vetture Mercede 190E, quale inaugurazione ufficiale del nuovo e modernissimo (e pure sciapo) circuito del Nurburgring, sorto accanto alla terribile Nordschleife. Ebbene, in una corsa che assomma col senno e col Senna di poi, ben undici campioni del mondo di F.1, Ayrton d&agrave; un&rsquo;immensa lezione a tutti, dominando la gara su asfalto umido, ovvero nella sua condizione atmosferica ideale, come da l&igrave; a pochi giorni riveler&agrave; nel bagnato Gp di Monaco, dove sar&agrave; secondo al volante della pur non irresistibile Toleman. Sempre con noi Ecco, tutto ci&ograve;, unito a un bel pezzo che vede protagonista pap&agrave; Milton, viene unito e amalgamato a un corpo- so fotocolor riguardante tutte e 41 le sue vittorie iridate nel mondiale di F.1, da Portogallo 1985 sino ad Australia 1993. Tutto all&rsquo;insegna dell&rsquo;Alfa e dell&rsquo;omega, dall&rsquo;inizio alla fine. Cercando di rivivere, approfondire e centellinare aspetti fin qui ancora non dovutamente analizzati nel dettaglio all&rsquo;interno della vita e della carriera di un campione la cui ricchezza di esperienze umane e sportive restano a tutt&rsquo;oggi un giacimento immenso e tutto da valorizzare, con curiosit&agrave; e vorace interesse. Per questo, un campionissimo come Ayrton &egrave; una presenza sempre pi&ugrave; gradita, struggente e importante. Capace di ricordare in lui uno dei simboli della nostra giovi nezza grazie alla sua, che perpetuandosi nel ricordo ci offre ricordi, ma anche ideali dei quali ci inorgogliamod&rsquo;essere partecipi sempre e per sempre.       

Primo maggio 1994 - primo maggio 2021. Ayrton Senna &egrave; e rester&agrave; per sempre con noi

Dolce rivivere Senna

Imola, il GP dell&#39;Emilia Romagna e Ayrton Senna. Non sar&agrave; una gara della Formula 1 qualunque quella che domenica 1 novembre si correr&agrave; all&#39;Autodromo Enzo e Dino Ferrari. Vista i 14 anni di assenza dal calendario del Circus, il Comune di Imola ha voluto celebrare il ritorno delle monoposto in citt&agrave; con un&#39;iniziativa benefica straordinaria che durer&agrave; per tutto il Natale.&nbsp;  Sar&agrave; proprio Senna, la leggenda brasiliana morto il 1 maggio del 1994 proprio sulla pista di Imola, a illuminare le festivit&agrave; natalizie nel centro della citt&agrave;. Le sue parole, i suoi aforismi pi&ugrave; famosi, che hanno ispirato - cos&igrave; come la sua vita - tantissimi giovani piloti del motorpsort, infatti saranno le nuove luminarie stradali di questo fine 2020.  GP Emilia Romagna: sindaco, Regione e autodromo per le &quot;porte aperte&quot;  &quot;Sognare &egrave; necessario&quot;  Esattamente come gli scorsi anni il centro di Bologna era stato decorato con le parole delle canzoni di Lucio Dalla e Cesare Cremonini, tutti i cittadini imolesi dal tramonto di oggi mercoled&igrave; 28 ottobre potranno alzare gli occhi all&#39;ins&ugrave; per leggere due delle frasi pi&ugrave; significative pronunciate dal 3 volte iridato, mai dimenticato da tutti tifosi:  -&ldquo;I ricchi non possono vivere su un&rsquo;isola circondata da un oceano di povert&agrave;. Noi respiriamo tutti la stessa aria, bisogna dare a tutti una possibilit&agrave;&ldquo;;  -&ldquo;Se una persona non ha pi&ugrave; sogni non ha pi&ugrave; alcuna ragione per vivere. Sognare &egrave; necessario. Anche se nel sogno va intravista la realt&agrave;. Per me &egrave; uno dei principi della vita&ldquo;.  Oltre alle frasi, saranno poi installate sotto i voltoni dell&#39;orologio due riproduzioni luminose della Ferrari SF1000 stilizzata.    Un&#39;iniziativa condivisa soprattutto dalla famiglia di Ayrton, in primis dalla sorella Viviane e dal nipote Bruno, che hanno dato il via libera all&rsquo;utilizzo delle frasi, attraverso Claudio Giovannone, ambasciatore europeo della Fondazione Senna. &quot;Al termine del periodo natalizio le luminarie, come successo gi&agrave; a Bologna saranno poste in vendita ed il ricavato devoluto in beneficenza ad associazioni no profit del territorio&quot;, ha spiegato l&#39;assessore all&#39;Autodromo e al Turismo, Elena Penazzi.  Orgoglioso dell&#39;iniziativa sopratutto il sindaco Marco Panieri: &quot;Illuminare Imola con le frasi di Ayrton Senna, in questo momento cos&igrave; delicato a causa del Covid-19, &egrave; un gesto che ci fa guardare al futuro con speranza, ridando lustro e decoro alla citt&agrave;. Non potendosi svolgere manifestazioni o altri eventi, per non creare assembramenti, ci piace comunque dare la possibilit&agrave; agli imolesi e non solo, di fare una passeggiata in centro per ammirare le scritte, seguendo ovviamente tutti i protocolli di sicurezza&rdquo;.  Viva le piste al sugo!&nbsp; 

In occasione della gara di Formula 1 il Comune ha deciso di installare le luminarie natalizie in anticipo nel centro citt&agrave;. Al posto di renne e Babbo Natale spuntano cos&igrave; le parole pi&ugrave; belle di una delle leggende indimenticabili del motorsport&nbsp;

GP Emilia Romagna, il ricordo di Ayrton Senna illumina il centro di Imola

L&rsquo;immagine che vedete pubblicata&nbsp;per anni ha fatto parte dell&rsquo;arredamento di Autosprint, attaccata a una parete nella storica redazione, in via del Lavoro 7 a San Lazzaro di Savena. La teneva dietro la scrivania, Sua Eccellenza della Reflex Angelo Orsi. Spuntava ogni giorno da dietro la chioma riccia del celebre fotografo del nostro settimanale e ogni volta che andavi da lui non potevi fare a meno di guardarla.    &quot;Qui eravamo al Gp di Spa del 1991&quot;, buttava l&igrave;, Angelone sempre poco prodigo di aneddoti, quasi con voce metallica. Didascalico. Anno e Gran Premio.  E non era solo deformazione professionale. Perch&eacute; dietro quello scatto, oltre quella stretta di mano, c&rsquo;era un rapporto profondo. Raccontava la storia di una leggenda, troppo presto rapita dal destino e dagli errori dell&rsquo;uomo, e di un&rsquo;amicizia senza data di scadenza. &quot;Quella scena si ripeteva tutte le volte che c&rsquo;era la possibilit&agrave; &ndash; raccontava a noi giovani di redazione &ndash;. All&rsquo;epoca mica &egrave; come adesso, che i meccanici si affollano a fare festa. Ai miei tempi era diverso. E quando sotto al podio si creava la situazione di venire a contatto con i piloti, Ayrton, quando vinceva e, come noto, capitava spesso, veniva l&igrave; dov&rsquo;ero io, a stringermi la mano, a darmi il cinque&quot;.  Angelo ha sempre protetto molti aspetti di Senna, ma gli ha anche scattato foto indimenticabili. E proprio da gran parte delle immagini nelle quali Orsi ha immortalato Ayrton Senna &egrave; composto questo numero&nbsp;di Autosprint Gold Collection dedicato ai 60 anni dalla nascita del pilota-mito brasiliano.  Esce in edicola alla vigilia della ricorrenza pi&ugrave; triste, quella del 1 maggio 1994, ventisei anni fa, ma si tratta di un ricordo caldo, avvolgente.  Ci sono le memorie di Angelo Parrilla, che lo fece correre in kart e che dice &quot;Un amico mi disse di avere un pilota veloce da propormi. Gli chiesi quanto fosse veloce e lui replic&ograve;: &ldquo;Come una palla di fucile&rdquo;. Si sbaglia- va: andava il doppio di una palla di fucile&quot;, c&rsquo;&egrave; un&rsquo;intervista ritrovata al pap&agrave; di Ayrton, Milton che sottolinea &quot;Di certo un giorno mio figlio correr&agrave; con la Ferrari&quot;, c&rsquo;&egrave; il racconto di una carriera e di un personaggio fuori dal comune, un graffio nel cuore degli appassionati, ci sono gli anni della Formula 3 e quelli in cui la Formula Uno si contende il brasiliano.  E poi brillano per la loro bellezza tutte le foto delle sue 44 vittorie nel Circus. Un meraviglioso tuffo nella leggenda del campionissimo, a 60 anni dalla sua nascita. 

Il secondo fascicolo della nuova stagione della raccolta Autosprint Gold Collection &egrave; dedicato ad Ayrton e al suo mito. In edicola vi aspetta un numero molto emozionate

Indimenticabile Ayrton

Costretti in casa. Tempestati ora dopo ora da aggiornamenti drammatici. Un bollettino di guerra. Libert&agrave;&nbsp;personali ormai inesistenti. Vite spezzate. Un virus maledetto. Terribile. Invisibile. Un dramma. Notizie sempre pi&ugrave;&nbsp;inquietanti. E altre che fanno pure incazzare. Ne pesco una dal mazzo che, in questi giorni &egrave;&nbsp;scivolata nel mare della rete, spazzata via dalle onde malefiche del coronavirus ma che &egrave;&nbsp;stata fastidiosa e irritante. Riguarda le esternazioni che Bernie Ecclestone ha rivolto a noi italiani. Rispondendo a una domanda su un futuro di Lewis Hamilton a Maranello, Mister E ha specificato: &laquo;Un passaggio alla Ferrari non funzionerebbe, perch&egrave;&nbsp;loro sono italiani. Questo significa che dovrebbe imparare la loro lingua, perch&egrave;&nbsp;sarebbe l&rsquo;unico modo per capire cosa dicono alle sue spalle. Il problema con tutti gli italiani &egrave;&nbsp;che non vogliono litigare, non vogliono avere discussioni con nessuno. Invece di ammonire qualcuno che non sta facendo un buon lavoro dicendo: &lsquo;Risolvi la questione tu o lo far&ograve; io, ma voglio i risultati&rsquo;, loro dicono: &lsquo;Andiamo a cena, in modo da poterne parlare. Siamo amici&rsquo;&raquo;.  F1, Carey: &quot;Mondiale tra le 15 e le 18 gare&quot;  Ho il massimo rispetto per Bernie Ecclestone, ma non &egrave; questo il punto. Basterebbe entrare nello studio di un qualsiasi avvocato del Bel paese per scoprire che la propensione al litigio dell&rsquo;italiano &egrave; ben al di sopra dei livelli di guardia. E che le questioni da noi si risolvono molto di pi&ugrave; nell&rsquo;aula di un tribunale che attorno a una tavola imbandita. Ma caro Supremo, certe esternazioni avrebbe potuto risparmiarsele. Gli italiani hanno mille difetti, ma proprio in questi momenti&nbsp;stanno dando una prova che gli inglesi (per ora) manco si sognano.  Nuovo Sterzi a Parte:&nbsp;Mario Andretti incita l&#39;Italia  Perch&egrave;&nbsp;se il modello &egrave;&nbsp;quello sbandierato al mondo, in un primo momento, dal loro primo ministro Boris Johnson allora sono ancora pi&ugrave;&nbsp;orgoglioso di essere italiano. Prima che cambiasse idea lo spettinato ministro di Sua Maest&agrave;&nbsp;ha offerto la cifra esatta che spesso anche oltre la Manica si apre bocca senza accendere il cervello. Detto questo trovo poco sopportabile che veniamo etichettati come falsi proprio dall&rsquo;ex padrone della Formula Uno, che si &egrave;&nbsp;arricchito a dismisura anche grazie agli italiani e ai molti pranzi chiarificatori citati ad esempio sbagliato da Ecclestone...  Cos&igrave;&nbsp;&egrave;&nbsp;venuto del tutto automatico dedicare la copertina di questo numero di Autosprint ad Antonio Giovinazzi, al suo casco tricolore e ai messaggi di speranza che lancia attraverso una lunga intervista al nostro Alessandro Gargantini. E&#39; la nostra risposta a chi continua ad etichettarci con pizza, spaghetti e mandolino. Oltre una stagione di Formula Uno che (forse) scatta solo a giugno, la rivoluzione regolamentare che scivola dal 2021 al 2022, al panico e alla paura di questi giorni terribili da noi si resta uniti, anche senza andare a cena.  Ultima nota: da questa settimana inauguriamo un nuovo filone narrativo. Sono i racconti della passione magistralmente elaborati da Mario Donnini. Con tutto il Motorsport fermo ai box, certe storie hanno il potere di riunirci tutti attorno a un unico focolare mentre si lotta per spegnere ogni tipo di focolaio. 

<div title="Page 1"> L&#39;Italia e gli italiani dimostrano il coraggio che gli inglesi e Boris Johnson per ora non hanno avuto. Combattere il coronavirus non &egrave; sedersi attorno&nbsp;ad&nbsp;una tavola imbandita e lo sa bene Antonio Giovinazzi che si &egrave; raccontato in questo nuovo numero di Autosprint tra messaggi di speranza e sogni futuri </div>

L&#39;editoriale del Direttore:&nbsp;Bernie hai toppato, intanto si va avanti!

Venticinque anni da quel giorno e esattamente altrettanti dal momento in cui &ldquo;Beco&rdquo; andandosene &egrave; restato in noi. Se uno &egrave; grande davvero - nella tua vita o in quella di tutti -, te ne accorgi, perch&eacute; pi&ugrave; passa il tempo, pi&ugrave; sembra essere scomparso da poco. E per Ayrton il giorno del destino, 1 maggio 1994, resta galleggiante in un&rsquo;atmosfera sospesa che sa a suo modo d&rsquo;eterno presente. Solo a ripensarlo aggrappati alla ringhiera di qualsiasi anniversario. Ma ce dell&rsquo;altro. Ben altro, da aggiungere.  Il pi&ugrave; amato  Ho una mia teoria sul perch&eacute; Ayrton Senna sia il campione pi&ugrave; amato della Formula Uno moderna. C&rsquo;&egrave; qualcosa d&rsquo;infinito e struggente che lega gli appassionati al suo nome, un che di chimico e emotivo, pungente e allo stesso tempo caldo e irrisolto.  Perch&eacute; Ayrton, solo a pensarlo, &egrave; l&rsquo;unico che da subito fa venire un nodo in gola.  A un quarto di secolo dalla scomparsa, per chi l&rsquo;ha tifato in diretta, resta il simbolo bello e nostalgico d&rsquo;una giovent&ugrave; volata via, sua e anche nostra, d&rsquo;accordo, ma soprattutto sembra la parabola inquieta d&rsquo;una vita stupenda dalle ali spezzate, vincente e offesa, esaltante e sfortunata, quantificabile e calcolabile in partita doppia tra debiti in- giusti, immensi contratti col destino e risarcimenti entusiasmanti e indimenticabili.  Per il suo talento infinito, tante, troppe furono le sconfitte. E quasi tutte perfide.  Dotato di un DNA speciale, da pilota superiore, non riusc&igrave; mai a diventare Campione del mondo in kart. Ogni pilota ha il suo cruccio, il trofeo femmina sfuggito, il traguardo mancato. Per Ayrton, cos&igrave; come, guarda caso, per Michael Schumacher, fu il primo. L&rsquo;iride per ragazzi. Graffio doloroso, per lui, vulnus delicatissimo, suppurato in un periodo nero nel quale decise, per la prima e unica volta nella sua vita, di smetterla con le corse, salvo poi tornare e smettere di smettere.  Per sempre.  Montecarlo, 1984: cambia la storia  Passato alle auto, le cose cambiarono. Senna vinceva sempre e comunque, ovunque e in qualsiasi categoria promozionale. Fino all&rsquo;approdo in F.1. L&igrave; sarebbe stata dura. Perch&eacute; era ancora giovane e inesperto, velocissimo ma tenero e con una macchina, la Toleman-Hart, strana, capricciosa e dal motore friabile, all&rsquo;interno di una squadra figlia d&rsquo;un Dio minore.  Poi venne quel pomeriggio di pioggia a Montecarlo e la storia della F.1 cambi&ograve;. Sotto un autentico diluvio, il ragazzo brasiliano stava scrivendo una pagina mai letta di leggenda, rimontando furiosamente su Alain Prost al volante della McLaren-Tag-Porsche, &ldquo;nostro signore&rdquo; della F.1 incistato nella regina madre.  Attenzione, dietro la leggenda la realt&agrave; dice che in quel momento il pi&ugrave; veloce in pista fosse Stefan Bellof con una Tyrrell pi&ugrave; sottopeso di Kate Moss strafatta, per&ograve; il dato sensibile e percepito dal mondo fu quello di una svolta nella storia delle corse: l&rsquo;eroe nuovo era Ayrton Senna.  Gli ultimi convulsi giri, quella bandiera improvvida da parte del direttore di gara Jacky Ickx, il furbo salvataggio del fragile leader ormai kappa&ograve; in piedi a danno del rimontante freshman, lasci&ograve; a tutti un grido strozzato in gola di gioia rappresa. Semplicemente, stava andando in scena una delle pi&ugrave; grosse ingiustizie del mondo della F.1, voluta o meno. In quel momento, in centinaia di migliaia, forse a milioni, capimmo che Ayrton Senna era in debito col destino e anche noi tutti gli dovevamo qualcosa.  La prima vittoria  Il conto fu pagato un anno pi&ugrave; tardi, col brasiliano in fuga al volante di una Lotus nero e oro tra le colonne d&rsquo;acqua nebulizzate dell&rsquo;uragano di Estoril, al Gp del Portogallo, la sua prima vittoria in F.1.  Con la Casa inglese, nell&rsquo;era del dopo Chapman targata Ducarouge, Ayrton accese ben presto un altro mutuo con la sorte. Velocissimo, quasi imbattibile sul giro secco e senza alcuna possibilit&agrave; di vincere il Mondiale, perch&eacute; il team e la monoposto potevano vivere momenti speciali, ma mai la consistenza pervicace e costante capace d&rsquo;assicurargli la gioia del titolo.  Approdo a Woking  Fu col passaggio alla McLaren, al fianco dell&rsquo;uomo della sorte, il suo doppio motivante, il doppelganger galvanizzante Alain Prost che nel 1988 il brasiliano si bagn&ograve; a Suzuka, dopo una rimonta da antologia su pista insidiosamente umida, con lo champagne del primo titolo mondiale.  Non era finita, perch&eacute; una nuova e pi&ugrave; crudele ingiustizia lo stava attendendo al varco, l&rsquo;anno dopo, con la toccatina venefica, sempre a Suzuka, ad opera dello stesso Prost col quale era ormai guerra aperta e totale.  La ripartenza, il taglio di percorso, la squalifica successiva e la perdita del titolo. Quindi le polemiche con Balestre, Presidente della Federa- zione Internazionale e amicone di Prost, lo spettro della sospensione disciplinare della licenza durato per mesi, una nuova unghiata nelle sue carni e quindi il ritorno alla carriera, alle corse e alla vita con una liberatoria vendetta con la quale a fine 1990 Ayrton, il risorto, fa strame, alla prima curva della solita Suzuka, del solito Prost, ormai transfuga in Ferrari.  La vittoria in Brasile  Il 1991 sembra l&rsquo;anno dell&rsquo;ennesimo patimento, stravolta tutto brasileiro. Perch&eacute; Senna di pena ne coltiva un&rsquo;altra. Ha vinto dappertutto meno che in Brasile, cos&igrave;, negli ultimi giri del Gp di casa, l&rsquo;ennesima, nuova e pi&ugrave; pervicace maledizione l&rsquo;affligge e mentre sembra riuscire a sfatarla, la sua McLaren accusa guai gravi al cambio, con la muta degli inseguitori che si fa pi&ugrave; vicina, pronta a sbranarlo.  Poi l&rsquo;urlo. Il ruggito di gioia disperata che da quel pomeriggio infuocato lacerer&agrave; per sempre l&rsquo;aria di chi avr&agrave; la poesia di risognarlo. Ayrton Senna vince il Gran Premio del Brasile 1991, in condizioni quasi impossibili. L&rsquo;operazione non poteva riuscire, ma il paziente vive. E dopo mo- menti cos&igrave;, comunque vada, in noi vivr&agrave; per sempre.  Quindi il terzo Mondiale vinto, sempre nel 1991, perch&eacute; la rivale Williams-Renault di Mansell non &egrave; ancora affidabile, ma nel 1992 arriva la sconfitta, perch&eacute; la &ldquo;Red Five&rdquo; del Leone stavolta non si rompe pi&ugrave;. Non c&rsquo;&egrave; tempo per pensarci. Nuovi schiaffi terribili attendono Ayrton Senna.  Lotta per un sedile  Nel 1993 &egrave; in lotta col mondo e si ritrova perfino la guerra civile in casa. Abile come il cardinale Richelieu, Alain Prost gli ha soffiato il posto nella miglior squadra che sfodera la vettura pi&ugrave; competitiva, ancora la Williams, dotata del francesissimo e politicamente demoprostiano motore Renault.  Ayrton ha fatto di tutto per non restare fregato, offrendosi perfino gratis a patron Frank, ma le ragioni dei poteri forti e i motivi d&rsquo;opportunit&agrave; politica prevalgono sulla meritocrazia: quella macchina imbattibile andr&agrave; al 38enne prepensionando francese, mentre Mister Magic &egrave; in lotta al calor bianco col suo capo Ron Dennis. Tra i due l&rsquo;accordo &egrave; talmente instabile da venir rinnovato gara per gara, a cachet, un milione di dollari al colpo.  A Donington, sempre sul bagnato, con una partenza e un primo giro ispirati dal demone delle corse, Ayrton infligge a Prost un&rsquo;umiliazione pi&ugrave; grande del Mondiale vinto implacabilmente dal francese a fine stagione.  La fine di tutto  Poi la doppia notizia. Per il 1994 Alain smette e finalmente Senna ottiene la sospirata Williams-Renault. Per anni il Mondiale parrebbe prenotato dal tonitruante nuovo binomio.  Il pomeriggio del 1&deg; maggio 1994 cambia tutto, per sempre. Ayrton perde la vita nello schianto terrificante della curva del Tamburello. Il prezzo definitivo. Non sono previste rivincite.  L&rsquo;ingiustizia suprema &egrave; accaduta. Punto. &Egrave; la fine.  E invece no. Mentre la comunit&agrave; delle corse, il Brasile e, diciamolo, il mondo intero, piangono il campione pi&ugrave; amato, a San Lazzaro di Savena, provincia di Bologna, nella redazione di Autosprint, accade qualcosa di straordinario e segreto, che fino ad oggi pochi conoscono e un ristrettissimo numero di iniziati vive in diretta.  Una storia da scrivere  Per uno strano gioco del fato, quel pomeriggio, tra i primi a precipitarsi nel luogo dell&rsquo;incidente, in motorino, c&rsquo;&egrave; uno dei pi&ugrave; grandi amici di &ldquo;Magic&rdquo;, il fotografo di As Angelo Orsi, il quale d&rsquo;istinto, scatta a mitraglia una serie innumerevole di foto del Campione ferito a morte. In redazione &egrave; vietato parlarne, il tutto &egrave; segretato, eppure dai movimenti strani dei capi, dai sussurri e dalle riunioni riservatissime qual- cosa trapela. Autosprint ha le immagini agghiaccianti che il mondo sta cercando. Quelle del pi&ugrave; Grande della F.1 moderna colpito alla testa da un pezzo di sospensione che s&rsquo;&egrave; comportato come una fiocina sparata da un immaginario sub assassino, condannandolo.  Roba da passare alla storia, da diventar ricchi solo cavalcando il sensazionalismo, l&rsquo;onda emotiva del momento, la retorica del dolore spettacolarizzato e fine a se stesso. Invece no. Quelle immagini che il mondo, anzi, la parte peggiore del mondo, bramerebbe, vengono occultate, nascoste, proibite per sempre perch&eacute; l&rsquo;orrore nulla aggiunge alla verit&agrave;, direbbe saggio Indro Montanelli. In poche ore il direttore Carlo Cavicchi prende alcune decisioni che lo rendono, da gran giornalista, un timoniere straordinariamente immenso. Il suo settimanale eviter&agrave; di speculare nella spettacolarizzazione della morte in diretta, uscir&agrave; semplicemente con copertina nera e s&rsquo;impegner&agrave; a cercare e dimostrare, giorno per giorno, durante mesi di ficcante giornalismo d&rsquo;inchiesta, che Ayrton non ha sbagliato, &egrave; morto senza commettere errori e che a cedere &egrave; stato il piantone dello sterzo della sua Williams, della quale &egrave; divenuto all&rsquo;improvviso innocente passeggero. Una lezione profonda e coraggiosa, una ricerca della verit&agrave; che gli anni valorizzeranno, coronandola d&rsquo;un successo comunque amaro ma che ora &egrave; giusto riconoscere.  Niente e nessuno, neppure le risultanze processuali, riusciranno poi a essere pi&ugrave; precise e puntali, del rigore professionale, delle capacit&agrave; e del rigore deontologico dimostrato da Cavicchi e Orsi per primi, coloro che avevano in mano lo scoop della vita e che preferirono segretarlo in cassaforte sino alla fine dei secoli, perch&eacute; Ayrton Senna era un uomo, un campione, un amico, che in quel momento meritava qualcosa d&rsquo;altro e di pi&ugrave;. Un supplemento di moralit&agrave; e affetto, un risarcimento esistenziale definitivo alla ricerca dell&rsquo;ultima verit&agrave;, dell&rsquo;ultimo disperato tentativo di difesa della sua memoria, che nei decenni sarebbe comunque stupendamente riuscito.  Cosa resta  E adesso,venticinque anni dopo, qualcosa di poetico e irrosolto galleggia ancora nell&rsquo;aria, tra noi tutti e Ayrton. Come in una storia d&rsquo;amore immensa bruscamente interrotta ma mai finita davvero, nella quale ciascuno sentiva di volere e potere dare di pi&ugrave;, se solo ce ne fosse stato il tempo. Per motivi semi-psicanalitici, sembra quasi che tutti pro- vino, che tutti noi proviamo ancora, un senso di debito con Ayrton Senna.  Per le emozioni, l&rsquo;esaltazione, i momenti in cui ci ha fatto dire, come il Faust di Goethe, &ldquo;Fermati, attimo, sei bello&rdquo;, per quella stima infinita che non abbia- mo neanche avuto le occasioni giuste per dimostrargli. Per quei suoi occhi che ancora oggi, dalle immagini, divorano chi li guarda, regalando un senso di serena enigmaticit&agrave;, dell&rsquo;incompiutezza di una celeste corrispondenza che sentiamo insopprimibilmente di voler colmare e onorare. &Egrave; stato il campione pi&ugrave; mediatico, poliglotta, financo sgradevolmente sincero e puntualmente vero delle corse vissute dal Villaggio Globale dei media.  Era bello, buono non a tutti i costi, caldo, mistico, vulnerabile, vendicativo e corazzato, velocissimo, quasi imbattibile e voglio- so di dare un senso alla vita pensando che fosse un dono troppo grande da gustare nella sola, banale e distratta inconsapevolezza dell&rsquo;uomo di successo qualsiasi. A venticinque anni dalla scomparsa, questo non &egrave; un semplice viaggio di retrospettiva, riscoperta o conoscenza retroattiva di un mito. No, in verit&agrave; vuol essere molto pi&ugrave; o molto meno, ma qualcosa di diverso assai. Sono schegge balenanti di una vita, colpi di specchio preziosi e forniti da chi Ayrton l&rsquo;ha conosciuto bene.  Semplici nuovi contatti con &ldquo;Beco&rdquo;, per riprovare la sensazione unica d&rsquo;avere un debito emotivo ed esistenziale con lui, in grado di suscitare di nuovo, come allora, un magnetismo che ci attira al suo vissuto. Invitandoci a dedicargli ancora tempo, in un reincontrarsi amico, che non finir&agrave; mai. 

Ayrton ha una storia che continua a parlare, malgrado tutto. Nelle emozioni di chi l&#39;ha vissuto davvero

Ayrton Senna, cose ancora non lette

E' universalmente riconosciuto come il pilota di F1 più forte di tutti i tempi. Unico, capace di emozionar ed esaltare le folle, semplicemente Magico... Il mito di Ayrton Senna rivive ancora a distanza di 25 anni dalla sua morte. Guardate qui una selezione delle foto più belle della sua carriera

Ayrton Senna, il mito: Foto

Avrebbe compiuto 59 anni, proprio oggi.&nbsp; Il 21 marzo del 1960 nasceva a San Paolo,&nbsp;Ayrton Senna: &nbsp;il pilota pi&ugrave; forte di tutti i tempi, per moltissimi&nbsp;appassionati di Formula 1 e del Motorsport. E a distanza di 25 anni dalla sua morte, e dal tragico incidente&nbsp;nel&nbsp;Gran Premio di San Marino del 1994, verr&agrave; ricordato soprattutto&nbsp;in Brasile, con una giornata speciale ricca di eventi come annunciato direttamente dalla famiglia stessa

Formula 1, Ayrton Senna: il ricordo nel giorno del suo 59° compleanno 

E alla fine il mezzo miracolo &egrave; avvenuto. Decine e decine di appassionati in fila per entrare all&#39;inaugurazione della mostra fotografica dedicata ad Ayrton Senna, &quot;Simply the best&quot;, nel pomeriggio di domenica 16 dicembre a Castel San Pietro, in provincia di Bologna.  Per gustare circa 80 scatti preziosi, la maggior parte dei quali a oggi inediti, raffiguranti altrettanti ritratti del campionissimo brasiliano che sembra rivivere tridimensionalmente nelle sue espressioni pi&ugrave; intense ovvero casuali e quotidianamente tali da riproporlo affascinante e nello stesso tempo tremendamente e dolcemente vicino. E gli appassionati hanno risposto da subito, stanno rispondendo e risponderanno al richiamo delle opere di Angelo Orsi e Mirco Lazzari, entrambi storici fotografi di Autosprint, con Angelone in grado di rappresentare un punto di riferimento e anche il compagno ideale e complementare per Mirco, nel tracciare un percorso dedicato a Senna che tocca i momenti principali della carriera e soprattutto l&#39;intimo, le sensazioni e le emozioni pi&ugrave; che i prodigi di guida.  Un taglio che ha suscitato da subito lo stupore e l&#39;entusiasmo dei visitatori mettendo al primo piano il feeling istintivo e il sentimento puro, il tutto riportando Angelo Orsi nel ruolo che gli spetta di amico vero di Ayrton Senna e di profondo conoscitore delle vicende sportive e umane del campionissimo brasiliano.  Insieme a loro domenica si sono ritrovati ad accogliere il pubblico subito dopo il taglio del nastro avvenuto alla presenza del Sindaco di Castel San Pietro, Gian Carlo Minardi, ex Costruttore di F.1, il vignettista Matitaccia, il direttore dell&#39;autodromo di Imola Roberto Marazzi e il dottor Domenico Salcito, medico che prest&ograve; i primi soccorsi allo sfortunato pilota nel primo pomeriggio del 1. maggio 1994, prendendo atto della situazione ormai compromessa.  I due reporter si ritrovano quindi per una rassegna che celebra stupendamente &ldquo;Beco&rdquo; proprio in vista dell&rsquo;entrata del 2019, anno nel quale cadr&agrave; il venticinquennale dalla scomparsa. Un bell&rsquo;omaggio anche rispettoso dei trascorsi di Ayrton, che nei giorni dei test e nei weekend dei gloriosi Gp imolesi amava soggiornare proprio a Castel San Pietro. La rassegna, supportata dalla locale amministrazione comunale, si tiene appunto a Castel San Pietro presso la sala d&rsquo;arte contemporanea sita in via Giacomo Matteotti, al numero civico 79.  Il 19 dicembre, mercoled&igrave;, &egrave; previsto un incontro con gli autori presso la sede dell&rsquo;iniziativa, alle ore 20,30. La mostra &egrave; aperta tutti i giorni dalle 16,30 alle 19,00, eccetto le date del 24 dicembre e del 1&deg; gennaio. La durata si protrarr&agrave; fino al giorno 31 gennaio 2019. A giudicare dall&#39;avvio, la mostra &egrave; destinata a registrare un afflusso ben al di l&agrave; delle comunque ottimistiche previsioni e il muro sul quale i visitatori sono chiamati a lasciare la propria firma accanto a un bellissimo ritratto di Ayrton rischia di dover essere oggetto di un felice ampliamento.  In ogni caso, domenica pomeriggio si &egrave; avuta una visione rarissima, data da un numero incredibile di race fan italiani ordinatamente e appassionatamente in fila per entrare in una mostra. Anche di questo e per questo va reso grazie fin da ora a Angelo Orsi, a Mirco Lazzari e al loro talento cos&igrave; felicemente espresso. 

La rassegna fotografica letteralmente presa d&#39;assalto dai fans di Senna e non solo

Fa&nbsp; il pienone la mostra su Ayrton di Orsi e Lazzari

Realizzato in collaborazione con l&rsquo;Instituto Senna e con la famiglia di Ayrton, &egrave; stato presentato a San Paolo &ldquo;Senna 100&rdquo;, probabilmente il libro pi&ugrave; bello e originale mai realizzato sul campione. Ben 100 oggetti personali e significativi della vita di Senna, tra cui uno dei Caschi d&rsquo;Oro che As gli attribu&igrave;, sono stati fotografati in studio e affiancati da una immagine della vita di Ayrton dove l&rsquo;oggetto stesso era presente.  C&rsquo;&egrave; pure l&rsquo;orologio Tag-Heuer che indossava il giorno della sua morte, la bibbia che Senna aveva letto la notte prima dell&rsquo;incidente. E anche il primo casco arancione indossato all&rsquo;epoca dei kart o la prima tuta di pelle. Il tutto con la testimonianza di Donna Neide, madre di Ayrton, e le immagini, molte inedite, di Norio Koike, il fotografo personale di Senna, che poi abbandoner&agrave; la F.1 dopo la sua morte. Un libro d&rsquo;arte, con i testi realizzati da Celso De Campos Jr.

Un libro-cult su Senna

Alex Del Piero ha da poco compiuto 40 anni. Ayrton Senna &egrave; scomparso da venti. Presto, l&rsquo;ex calciatore dedicher&agrave; una mostra al campione brasiliano. Aprir&agrave; il prossimo febbraio a Torino, presso l&rsquo;Adp shop che vende prodotti firmati con la griffe di Del Piero. E ci saranno molte delle monoposto guidate da Ayrton, dalle Lotus alla McLaren.

L&rsquo;ex calciatore dedicher&agrave; una mostra al campione brasiliano, il prossimo febbraio 

Alex Del Piero onora la memoria di Senna

Con la Formula 1 che corre in Brasile, un tributo al grande Ayrton, scomparso 20 anni fa. Guarda il VIDEO

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