        Una monoposto di Formula 1 torner&agrave; a esibirsi sul tracciato della 12 Ore di Bathurst.&nbsp;L'ultima volta avvenne con il run di Jenson Button a Mount Panorama, su McLaren, nel 2011 e al volante della MP4-23 del 2008, in un evento demo che vide la F1 affiancata da una Supercar Commodore V8. Toccher&agrave; alla Red Bull RB7 effettuare dei giri, stavolta nel corso del week end della gara di endurance, tra il 3 e il 5 febbraio.&nbsp; L'organizzatore della 12 Ore ha introdotto l'appuntamento di contorno rinviando ai prossimi due mesi l'annuncio del pilota che sar&agrave; al volante. Caschi d'Oro 2022, il ricordo di Forghieri  Sar&agrave; la prima uscita di Ricciardo con Red Bull? Con l'ingaggio di Daniel Ricciardo quale terzo pilota e riserva, ricordando le parole di Marko circa gli impegni promozionali e i run dimostrativi con vecchie Red Bull, sono alte le probabilit&agrave; che sia l'australiano il pilota al volante della RB7, peraltro in un appuntamento come la 12 Ore di Bathurst, da considerare "di casa" per il pilota di Perth. "Avere Red Bull, i campioni in carica di Formula 1, all'evento &egrave; un privilegio. Sapere che la loro monoposto girer&agrave; a Mount Panorama &egrave; qualcosa in pi&ugrave;; sar&agrave; uno spettacolo senza pari, come mai si &egrave; visto alla 12 Ore in passato e porta l'evento a un nuovo livello", ha commentato Shane Rudzis, direttore della 12 Ore di Bathurst. "Sar&agrave; l'occasione migliore nel 2023 perch&eacute; i tifosi australiani appassionati di Formula 1 si possano avvicinare a una monoposto e sar&agrave; un'occasione ancora pi&ugrave; rara di vedere girare la F1 a Mount Panorama". Ferrari 499P, conclusi i test di sviluppo 2022       

L'organizzatore ha annunciato l'evento di contorno alla gara endurance, Red Bull sar&agrave; sul circuito che nel recente passato ha visto Button su McLaren

12 Ore di Bathurst 2023, una F1 tornerà a esibirsi a Mount Panorama

        Meglio i circuiti tradizionali o quelli moderni? A sentire Sebastian Vettel, non c'&egrave; dubbio che i primi abbiano un fascino irraggiungibile per i secondi. Ed il tedesco, pur essendo uno dei migliori interpreti dei circuiti moderni, spesso disegnati da Hermann Tilke, lo ha ribadito recentemente spiegando che al posto di correre a Las Vegas, gli piacerebbe provare altre vecchie piste, come ad esempio quella australiana di Bathurst. F1 2022, il calendario: prossima tappa Baku, poi il Canada Bathurst, una sfida mostruosa Il Mount Panorama Circuit, circuito di 6213 metri che sorge a Bathurst, nello stato del Nuovo Galles del Sud, &egrave; uno dei tracciati pi&ugrave; impegnativi che ci siano, essendo una pista caratterizzata da continui saliscendi e con i muretti che delimitano la maggior parte del disegno. Una sfida totale per chi guida che il pilota dell'Aston Martin vorrebbe cogliere, correndo l&agrave; piuttosto che sui nuovi circuiti tipo Las Vegas, per una critica che comprende soprattutto il contesto: "A Las Vegas ci sono gi&agrave; stato e sinceramente non mi &egrave; piaciuta molto. E' troppo affollata per i miei gusti, ed in generale mi pare che le persone l&agrave; si comportino male. Non c'&egrave; niente contro il comportamento scorretto, a patto che non si esageri, e Las Vegas pare proprio un punto di riferimento per le persone che si spingono troppo oltre, ed a quel punto non &egrave; pi&ugrave; divertente". Dovesse scegliere, Vettel andrebbe in altri luoghi a correre: "Prima di andare a Las Vegas preferire andare da altre parti, come ad esempio a Bathurst, si potrebbero prendere i soldi investiti per Las Vegas ed utilizzarli per altri circuiti che gi&agrave; esistono. Secondo me Bathurst sarebbe una vera sfida, perch&eacute; reputo quella pista mostruosa. Non ci sono mai andato, ma spero di poterla provare un giorno". Amarcord: Ferrari, nel 1972 l'ultima vittoria nell'Endurance       

Il pilota dell'Aston Martin vorrebbe correre una prova a Bathurst, pista molto impegnativa, piuttosto che andare a gareggiare in una citt&agrave; che non gli piace come Las Vegas

Vettel: "Macché Las Vegas, andiamo a correre a Bathurst"

Sempre difficile anche in questa edizione 2020, la 12 Ore di Bathurst ha visto prevalere per la prima volta la Bentley, in particolare la Continental n.7 del team M-Sport con Jules Gounon, Maxime Soulet e Jordan Pepper ad alternarsi alla guida. La gara ha visto una lotta serrata con la Mercedes AMG GruppeM n.999 con Raffaele Marciello affiancato alla guida da Maximilian Buhk e Felipe Fraga, ma due penalizzazioni (l&#39;ultima dopo la bandiera a scacchi) e una foratura quasi sul traguardo lo condannano al secondo posto che poi i commissari fanno diventare 6&deg;. Cos&igrave; sul podio vanno la McLaren n.60 di Parente-Barnicoat-Blomqvist e la Mercedes n.888 di Van Gisbergen-Whincup-G&ouml;tz.  Il weekend &egrave; stato caratterizzato da incidenti seri &ndash; fortunatamente solo spettacolari e senza conseguenze per i pioti &ndash; fin dalle prove, tanto che lo schieramento di partenza si &egrave; assottigliato a 34 macchine. Purtroppo anche Luca Ghiotto &egrave; stato tra quelli che non hanno potuto prendere il via, dopo che la sua Aston Martin &egrave; andata distrutta in un terrificante incidente con Kirchhoefer alla guida. Nello scatto al via il migliore di tutti &egrave; Buhk che dalla terza posizione conquistata da Marciello in qualifica riesce a scavalcare i primi due gi&agrave; alla prima curva, in particolare il poleman Pilet sulla Porsche n.911 condivisa con Campbell e Jaminet. Ma dopo una decina di minuti &egrave; Barnicoat a prendere il comando, dopo una bella staccata, allungando.    Le prime ore di gara vedono alcuni incidenti a causare ripetuti ingressi della safety car: inizia Ledogar dopo aver perso la sua Aston Martin su un cordolo, prosegue Westwood che picchia anche lui duramente con la sua Lamborghini. Poi tocca a Tander che, nel superare il compagno di team Vanthoor finito leggermente largo, perde la sua Audi semidistruggendola in uno dei punti pi&ugrave; veloci del tracciato di Mount Panorama. Peccato, perch&eacute; ci&ograve; segna il ritiro anche di Mirko Bortolotti, fino a quel momento il pi&ugrave; veloce di tutti.  Dopo che l&#39;Audi di Cini viene mandata in testacoda da una Mercedes, gli animi sembrano calmarsi e inizia un periodo record di &quot;green flag&quot; senza neutralizzazioni, nel quale dopo la McLaren con Parente si mette in evidenza la Bentley con Pepper. Per&ograve; Marciello &egrave; sempre vicino e alla staccata pi&ugrave; veloce passa anche al comando. Solo che in un pit-stop rimedia 15 secondi di penalit&agrave; per un problema di rifornimento. Si registrano alcune forature, per esempio da parte di Pilet che scende da 4&deg; a 15&deg;, ma anche a Drudi mentre era 10&deg;, mentre Vanthoor deve rientrare ai box per problemi meccanici alla sua Audi condivisa con Haase e Vervisch.    All&#39;ottava ora arriva la safety car a interrompere il periodo senza neutralizzazioni, per via della Lamborghini di Lind parcheggiata a bordo pista a causa di un problema tecnico, anche se poi riuscir&agrave; a ripartire e a raggiungere i box. Altra safety car poi per Van der Zande che si ferma anche lui in pista con problemi di motore alla sua Honda Acura NSX, seguita da un&#39;altra SC per il testacoda della Bentley n.8. Ma &egrave; dopo 10 ore di lotta ravvicinata tra Gounon e Marciello che arriva qualche imprevisto: si avvicina un temporale che minaccia pioggia, arriva comunque parecchio vento, mentre alla Bentley n.7 al comando scoppia una gomma. L&#39;inconveniente succede per&ograve; poco prima dell&#39;ingresso ai box, per cui Gounon perde pochissimo.  Cos&igrave; anche nell&#39;ultima ora di gara la Bentley riesce a mantenere un certo margine (una quindicina di secondi) sulla Mercedes, mentre Blomqvist &egrave; tranquillo 3&deg; con la McLaren e invece Van Gisbergen e Campbell lottano duramente per il 4&deg; posto rispettivamente su Mercedes e Porsche, dopo che una foratura ha fatto perdere la posizione alla Mercedes n.77 di Engel. Ma a dieci minuti alla fine anche Marciello buca, per questo finisce largo fuoripista (in un punto dove comunque c&#39;&egrave; spazio) e rientra ai box per la sostituzione, scendendo 3&deg;. Riesce comunque a recuperare e all&#39;ultimo giro sorpassa Blomqvist tornando 2&deg;. Solo che nella sosta frenetica non ha spento il motore come imposto dal regolamento, e cos&igrave; scatta la penalit&agrave; (30 secondi) che lo fa scendere da 2&deg; a 6&deg;. Mentre arriva la pioggia quando ancora sta sventolando la bandiera a scacchi, ma ormai ininfluente.    Per quanto riguarda gli altri italiani in gara, Andrea Caldarelli e Marco Mapelli (qui in coppia dopo aver lottato l&#39;uno contro l&#39;altro a Daytona, sulla Lamborghini del team Orange) potevano lottare per una posizione a podio, se non fosse stato per il citato problema al loro compagno d&#39;equipaggio Lind e conseguente ritiro. 7&deg; posto invece per Matteo Cairoli, sulla Porsche Absolute con Werner e Preining, e buona gara anche per Michele Beretta (Mercedes Black Falcon con Assenheimer e Afanasiev) e per Edoardo Liberati (Nismo GTR con Imperatori e De Oliveira) finiti rispettivamente 12&deg; e 13&deg;. Mentre Mattia Drudi (Audi R8 con Van der Linde e Winkelhock) si deve accontentare del 18&deg; posto finale. 

Gounon-Soulet-Pepper vincono sul circuito di Mount Panorama dopo una lotta serrata con la Mercedes di Marciello-Buhk-Fraga, poi penalizzata

La Bentley M-Sport si aggiudica la 12 Ore di Bathurst

Tutto si &egrave; deciso nell&#39;ultima mezz&#39;ora, vale a dire dopo l&#39;ultima neutralizzazione, nella 12 Ore di Bathurst. Cio&egrave; quando Matt Campbell, finito quinto nell&#39;ultimo pit-stop per aver cambiato anche i pneumatici (perdendo quindi pi&ugrave; tempo rispetto ad altri che non hanno effettuato la sostituzione), ha poi recuperato sfruttando al meglio le gomme pi&ugrave; fresche e portando cos&igrave; alla vittoria la Porsche 911 GT3-R EBM (Earl Bamber Motorsport) n.912 condivisa con Dennis Olsen e Dirk Werner.  Il successo non &egrave; stato tuttavia ottenuto in modo facile: negli ultimi giri Campbell ha dato (e rischiato) il tutto per tutto, trovando la strenua difesa di chi non voleva cedere tanto facilmente la posizione sull&#39;impegnativo tracciato di Monte Panorama. In particolare, il sorpasso un po&#39; forzato su Chaz Mostart (BMW M6) alla &quot;The Chase&quot; ha determinato un&#39;investigazione post-gara che comunque non ha portato a sanzioni. Dopo di quello, i sorpassi su Raffaele Marciello (Mercedes AMG) al restart e su Jake Dennis (Aston Martin Vantage) a 9 minuti al termine, hanno dato a Campbell il comando della corsa e la vittoria finale con un vantaggio di soli 3&quot;441.  Terzo al traguardo sulla Mercedes n.999 (partita in pole position) in equipaggio con i due Maximilian, Buhk e Gotz, Raffaele Marciello si &egrave; detto molto deluso dal trattamento degli ufficiali di gara, per via di due penalit&agrave; messe in dubbio: &laquo;Penso che ci abbiano derubato della vittoria e che gli australiani ci abbiano trattato in modo diverso dagli altri. Abbiamo sub&igrave;to due drive-through e per quanto riguarda il mio (per sorpasso sotto bandiere gialle, ndr) le bandiere sono uscite dopo che ero gi&agrave; passato. Ci sono foto che lo dimostrano, ma non siamo riusciti a parlare con i commissari. Alla fine abbiamo fatto un lavoro incredibile, finendo terzi, ma eravamo venuti per vincere. &Egrave; un peccato&raquo;. L&#39;altro drive-through era stato comminato a Buhk per aver cercato di scaldare le gomme ondeggiando, mentre era dietro la safety car.  In una gara molto tattica basata su &quot;triple stint&quot; con lo stesso set di Pirelli, Marciello &egrave; riuscito ad avere la meglio nella battaglia finale per il terzo posto con Shane Van Gisbergen, sull&#39;altra Mercedes condivisa con Lowndes e Whincup, finendo quindi dietro all&#39;Aston Martin di Dennis-Vaxiviere-Kirchhoefer, secondi al traguardo. 

L&#39;australiano porta alla vittoria la Porsche del team Bamber condivisa con Werner e Olsen, nell&#39;iconica gara di Monte Panorama. Marciello solo 3&deg; per le penalizzazioni

12H Bathurst: Campbell decisivo negli ultimi minuti

BATHURST - Dopo sei anni la Audi &egrave; tornata a vincere la 12 Ore di Bathurst, primo dei quattro appuntamenti dell&#39;Intercontinental Gt Challenge 2018. A conquistare il successo &egrave; stato l&#39;esperto equipaggio del Team Wrt composto da Dries Vanthoor e dai campioni in carica della Blancpain Sprint Cup, Robin Frijns e Stuart Leonard. Una vittoria che si &egrave; concretizzata quando mancavano poco pi&ugrave; di 20 minuti dallo scadere del tempo, a causa della definitiva interruzione per un incidente dalla dinamica spaventosa, ma fortunatamente risoltosi senza importanti conseguenze per i piloti: quello che ha visto l&#39;altra R8 Lms del locale Ashley Walsh fermarsi in mezzo alla pista in seguito a un contatto con la Marc Focus V8 di Bryce Fullwood, per poi venire centrata in pieno dalla Mercedes di John Martin.  &nbsp;    A fare temere inizialmente per la sua salute &egrave; stato l&#39;australiano, rimasto immobile nella sua vettura; poi tutto si &egrave; concluso al meglio e lo stesso Walsh, che divideva il volante con i connazionali Duvashen Padayachee, James e Theo Koundouris, in virt&ugrave; del numero dei giri completati fino a quel momento ha potuto persino conservare la leadership di classe Am ed il decimo posto assoluto.  Un ultimo brivido finale, dopo una gara come sempre condizionata da continue neutralizzazioni, ma che ha inevitabilmente condizionato le strategie dei pit-stop nei minuti decisivi. Vanthoor, Leonard e Frijns sono stati protagonisti di una condotta accorta, tenendosi il pi&ugrave; possibile lontano dai guai, con l&#39;ultimo dei tre che si &egrave; portato al comando a 45 minuti dalla fine, nel corso del 259&deg; giro, quando la Porsche della Manthey Racing guidata da Fred Makowiecki, leader nella conclusiva ora, si &egrave; fermata ai box per un ultimo rifornimento. Ma il vero colpo di scena si era vissuto ancora prima, con il ritiro alla tornata numero 239 per un problema alla trasmissione dell&#39;altra Audi del Jamec Pem Racing che Markus Winkelhock aveva ereditato la prima posizione dai suoi compagni Chris Mies e Christopher Haase.    Ci&ograve; dopo che la vettura gemella di Kelvin van der Linde (in squadra con Frederic Vervisch e Garth Thander) aveva &quot;baciato&quot; le protezioni intorno all&#39;ottava ora mentre era in testa, riportando dei danni alla posteriore sinistra. A vestire i panni dei protagonisti sono stati anche gli italiani. Cominciando da Raffaele Marciello, al suo debutto nella 12 Ore di Bathurst, che assieme a Tristan Vautier, Jamie Whincup e Kenny Habul ha raccolto con la Mercedes del SunEnergy1 Racing un eccellente secondo piazzamento.  Esordio, settimo posto e terzo di classe per David Fumanelli, costantemente nelle posizioni di vertice con la Amg-Gt3 del team Strakka divisa con Nick Leventis, Cameron Waters e Lewis Williamson; senza lo &quot;stop&quot; forzato per la bandiera rossa conclusiva, il podio assoluto poteva comunque essere alla portata del 25enne pilota milanese. Subito dietro la Lamborghini Hurac&aacute;n di Ivan Capelli, in equipaggio con Jim Manolios, Ryan Miller e Dean Canto, che ha fatto meglio dello scorso anno, quando aveva concluso decimo. Disastro per la Bmw del Team Schnitzer che Chaz Mostert (in equipaggio con Augusto Farfus e Marco Wittmann) era riuscito a piazzare in pole, poi protagonista di un contatto nelle fasi finali con la Bentley di Steven Kane che ne ha determinato il ritiro. Terzo posto per la Porsche di Jeroen Bleekemolen, Marc Lieb, Luca Stolz e Tim Pappas, primi nella Pro-Am.    &nbsp; 

Dries Vanthoor, Robin Frijns e Stuart Leonard vincono il primo appunatmento dell&#39;Intercontinental Gt Challenge: Audi non vinceva in Australia da 6 anni

12 Ore di Bathurst, Audi rompe il lungo digiuno

C&#39;&egrave; gi&agrave; chi parla di &quot;36 Ore di Daytona-Bathurst&quot;, per come le due classiche gare di durata, siano quest&#39;anno una consecutiva all&#39;altra, in due weekend contigui. Entrambe gare molto considerate - e quasi temute, per la loro selettivit&agrave; - nell&#39;ambiente dell&#39;Endurance, che di fatto aprono la stagione di questo tipo di competizione. Questa delle 36 ore non &egrave; per&ograve; solo una battuta: saranno ben 22 i piloti che potranno infatti dire di aver preso il via a questa maratona virtuale, impegnandosi davvero in entrambe le gare in Florida e in Australia. Tra questi Romain Dumas, ma anche Earl Bamber, Marcus Winkelhock, Chris Mies, Laurens Vanthoor, Augusto Farfus, Frederic Makowiecki e Pedro Lami giusto per citarne alcuni.  Ma se appunto la 24 Ore di Daytona &egrave; stata appena archiviata, tutt&#39;altro &egrave; per la 12 Ore che si disputer&agrave; tra poco sull&#39;impegnativo circuito da 6,2 km di Mount Panorama. Un tracciato caratterizzato da due lunghissimi rettifili che raccordano la zona del via con la parte &quot;alta&quot;, paragonabile a vere e proprie montagne russe dove pochi errori sono ammessi. Nelle categorie top - ovvero GT3 (Classe A) e GT4 - si scontreranno Ferrari, Lamborghini, Porsche, Audi, Mercedes, McLaren, Bentley e Aston Martin, pi&ugrave; BMW, KTM e Ginetta. Sono inoltre ammesse le auto della categoria V8 australiana, pi&ugrave; le Focus e le Mazda &quot;speciali&quot; degli omonimi trofei. In pi&ugrave; vi saranno varie gare &quot;di supporto&quot; con altre categorie minori.  Oltre ai &quot;reduci da Daytona&quot; gi&agrave; citati, tra i piloti pi&ugrave; accreditati segnaliamo ovviamente chi ha gi&agrave; vinto in edizioni passate, come Craig Lowndes, Shane van Gisbergen, Alvaro Parente o Jamie Whincup, ma non sono certo i soli che puntano al gradino pi&ugrave; alto del podio. Sperando che su quei gradini della premiazione possa arrivare anche almeno uno dei tre italiani in gara: tra i &quot;Pro&quot; e in equipaggio con Whincup, al via ci sar&agrave; anche Raffaele Marciello (Mercedes #75), oltre a Ivan Capelli (Lamborghini #29) tra i &quot;Pro-Am&quot; al pari di David Fumanelli (Mercedes #55).  CURIOSIT&Agrave;  - Il circuito di Mount Panorama &egrave; lungo 6.213 metri, presenta 23 curve ed &egrave; composto da strade normalmente aperte al traffico (limite 60 km/h). - Tra il rettilineo dei box e il punto pi&ugrave; alto della pista sulla montagna (a 862 metri slm) vi &egrave; un dislivello di 174 metri. - Il rettilineo di ritorno Conrod Straight &egrave; lungo 1.916 metri. - Il giro record appartiene a Shane van Gisbergen su McLaren 650S GT3: 2&#39;01&quot;286 (qualifiche 2016). - La gara parte con il buio alle 5,45 locali e termina 1 giro dopo lo scoccare delle 17,43. - Oltre ai muretti ai lati, tra i pericoli della gara vi sono i canguri (che riescono a superare le protezioni) e i serpenti a sonagli (attirati dal calore delle auto che si fermassero a bordo pista). - Tracciato e gara sono gestiti da una cooperativa costituita tra i circa 40 residenti della zona. - Nella notte tra sabato e domenica sar&agrave; possibile vedere la gara in streaming sul sito web ufficiale www.bathurst12hour.com.au/streams-tv/international-streaming.  IL PROGRAMMA DI GARE (orari italiani) gioved&igrave; 1 febbraio ore 22,25-22,55&nbsp;&nbsp;&nbsp; prove libere - sessione 1 ore 23,00-23,45&nbsp;&nbsp;&nbsp; prove libere - sessione 2 ore 24,45-01,30&nbsp;&nbsp;&nbsp; prove libere - sessione 3 venerd&igrave; 2 febbraio ore 03,35-04,20&nbsp;&nbsp;&nbsp; prove libere - sessione 4 ore 22,55-23,35&nbsp;&nbsp;&nbsp; prove libere - sessione 5 sabato 3 febbraio ore 01,05-01,50&nbsp;&nbsp;&nbsp; qualifiche (esclusa Classe A) ore 01,55-02,25&nbsp;&nbsp;&nbsp; qualifiche (solo Classe A) ore 06,15-07,00&nbsp;&nbsp;&nbsp; Top 10 Shootout ore 19,45&nbsp;&nbsp;&nbsp; partenza 12 Ore di Bathurst 

Grande avvio per la stagione delle gare di durata: appena dopo Daytona arriva l&#39;impegnativa 12 Ore sul circuito di Mount Panorama, Australia. Al via anche i nostri Marciello, Capelli e Fumanelli

12 Ore di Bathurst: l&#39;endurance si corre nel downunder

Non &egrave; la F1, ma Vilander-Lowndes-Whincup vincono un&#39;edizione memorabile della classica endurance australiana decisa a 20 minuti alla fine da un errore di van Gisbergen

12H Bathurst: Ferrari batte Mercedes - FOTO

Solo a 20 minuti alla conclusione il team Maranello Motorsport ha potuto avere una ragionevole certezza di vittoria finale con la Ferrari 488 GT3 n.22 guidata da Toni Vilander, Craig Lowndes e Jamie Whincup, alla 12 Ore di Bathurst. &Egrave; stato quando Shane van Gisbergen ha commesso un errore fatale che nelle esse dello Skyline (la &quot;parte alta&quot; del tracciato su Mount Panorama) l&#39;ha mandato contro il muretto. Gara finita l&igrave; per la Mercedes n.22 che condivideva con Craig Baird e Maro Engel: particolarmente contrariato il tedesco, che del resto aveva condotto una gara perfetta evitando intelligentemente le molte trappole che anche in questa edizione 2017 lo spettacolare e impegnativo tracciato australiano ha posto ai 52 concorrenti. Come quando resiste a un attacco un po&#39; fuori misura di Haase senza stringere e cos&igrave; poco dopo sfrutta un doppiato in testacoda per superare Lowndes.    Cos&igrave; al secondo posto finale si classifica la Porsche 911 n.12 di CalvertJones-Long-Lieb-Campbell (primi fra i Pro/Am) seguita dalla Bentley Continental n.17 di Kane-Smith-Jarvis e dalla Porsche n.912 di Talbot-Martin-Padayachee (primi in Am). L&#39;esperienza &egrave; contata in una gara che ha fatto anche stavolta molte vittime, fortunatamente solo dal punto di vista dei danni meccanici, tanto che nemmeno i vincitori sono stati indenni da inconvenienti: come quando il poleman Vilander si &egrave; preso un drive-through per aver zigzagato dietro la safety car (uscita 16 volte in totale) oppure quando al quarto restart proprio Baird tocca Lowndes mandandolo nella sabbia della prima curva (e ottenendo 10 secondi di stop&amp;go).  Nelle fasi iniziali hanno avuto cos&igrave; un po&#39; di gloria e visibilit&agrave; altri protagonisti, come Mostert (BMW M6 n.90 con Twigg e Haber) che al primo restart &quot;frega&quot; Vilander che aveva fatto raffreddare troppo le gomme. Poi, fra incidenti e penalit&agrave;, le pur promettenti M6 spariranno tutte dalle zone alte di classifica. Parte bene anche la Bentley Continental n.8 di Soulet (con Soucek e Abril) che sale da quinta a terza in due giri, prima di toccare un muretto rimettendoci una ruota. Fra i protagonisti iniziali vanno inserite pure la Porsche n.911 di Bamber-Estre-Vanthoor (poi ritirata per la rottura dello sterzo) e la Nissan n.24 di Strauss-Kelly-Mardenborough.  Ma gi&agrave; dopo 2 ore si capisce che la lotta vera &egrave; fra la Ferrari n.88 e la Mercedes n.22: una lotta feroce che vede i piloti dare il tutto per tutto anche in ogni singolo doppiaggio, tanto che sul finire van Gisbergen manda a muro la Porsche di McPherson, &quot;colpevole&quot; di non essersi spostato abbastanza alla svelta, mentre inseguiva Whincup. Manovra che causa la 16esima e ultima Safety Car e anche un drive-through per l&#39;australiano, che non fa in tempo a scontare per l&#39;incidente subito dopo il restart. Va tuttavia evidenziato che il pilota della Mercedes STM/HTP stava in quel momento tentando l&#39;impossibile con pneumatici usurati: per non perdere il contatto con la Ferrari al comando, nell&#39;ultimo pit-stop il team aveva infatti rinunciato al cambio gomme.  La gara si &egrave; quindi conclusa con il grande successo della Ferrari davanti a oltre 40mila spettatori, ovviamente propiziato dalla velocit&agrave; di Vilander (suo il giro pi&ugrave; veloce in 2&#39;02&quot;908, anche perch&eacute; era alla guida nel momento pi&ugrave; propizio) ma con i compagni assolutamente all&#39;altezza del finlandese: in particolare Whincup, al debutto con le GT, &egrave; stato spesso geniale nello sfruttare le scie dei doppiati combattendo con macchine pi&ugrave; veloci sui lunghi rettilinei, specie Conrod Straight in discesa, dove si passano i 280 km/h prima di fiondarsi in pieno dentro The Chase.  Infine, per quanto riguarda l&#39;unico italiano in gara Ivan Capelli - sulla Lamborghini n.29 di Trofeo Motorsport guidata in equipaggio con Manolis, Miller e Canto - partito 25&deg; riesce ad incamerare un pi&ugrave; che onorevole 10&deg; posto assoluto, 3&deg; di classe GT3 Am. La prima delle Lamborghini Huracan, piuttosto penalizzate da un BoP per nulla favorevole, &egrave; stata comunque quella di Lago-Owen-Russell, sesti assoluti (secondi di classe Am) a 2 giri dai vincitori. 

12H Bathurst: Ferrari batte Mercedes a Mount Panorama

Partenza alle 5.45 di sabato mattina, le 19.45 italiane, per una delle gare di endurance pi&ugrave; affascinanti al mondo. La 12 Ore di Bathurst, la classica australiana che si corre a Mount Panorama.  Il tracciato, lungo 6,2 km, &egrave; considerato tra i pi&ugrave; difficili al mondo, al punto di essere chiamato &ldquo;Blue Hell&rdquo;, inferno blu, in assonanza con la definizione di &ldquo;Inferno verde&rdquo; che da sempre si porta dietro il vecchio N&uuml;rburgring. E a rappresentare l&rsquo;Italia ci sono due vetture della Motor Valley, la Ferrari 488 GT3 di Toni Vilander e la Lamborghini Huracan GT3 affidata a Ivan Capelli.&nbsp;  Il finlandese, reduce dal terzo posto di categoria alla 24 Ore di Daytona, correr&agrave; con la GT3 del team Maranello Motorsport di Mark Coffey, che nel 2014 ha regalato alla Casa modenese la prima e unica vittoria nella classica australiana nata nel 1991. Il team &egrave; basato a Richmond, in Virginia, e tre anni fa si impose con una 458 Italia guidata dall&rsquo;ex pilota di Formula 1 Mika Salo e dagli &ldquo;aussie&rdquo; John Bowe, Peter Edwards e Craig Lowndes.  E sempre dalla Formula 1 viene l&rsquo;ex ferrarista Ivan Capelli, al via con la Lamborghini Hurac&agrave;n GT3 del team australiano &nbsp;Trofeo Motorsport. Il milanese ha gi&agrave; corso la 12 Ore nel 2013 e nel 2015 ed &egrave; l&rsquo;unico italiano al via. E&#39; possibile seguire la gara in diretta streaming sul sito ufficiale dell&#39;evento. &nbsp;   

L&rsquo;ex pilota di Formula 1 unico italiano alla classica dell&rsquo;endurance australiana su una Lamborghini, Vilander tiene alto l&#39;onore Ferrari

12 Ore di Bathurst anche Ivan Capelli e Vilander al via

Il 4 febbraio alle 19.45 italiane parte la classica dell&#39;endurance australiano, dedicata a vetture GT3. Unico italiano in gara Ivan Capelli al volante di una Lamborghini Hurac&agrave;n. Nel video il pilota Nissan Michael Caruso ci porta a bordo della sua GT-R Nismo per un giro del tracciato di Mount Panorama.

12 Ore di Bathurst, hot lap con la Nissan GT-R Nismo

12 Ore Bathurst: McLaren pole e vittoria

Prima vittoria per la McLaren nella 12 Ore di Bathurst, quest&rsquo;anno valida come prima delle tre prove dell&rsquo;Intercontinental GT Challenge. Un successo giunto al termine di una gara che ha visto ben 29 cambi di leadership, quello ottenuto dall&rsquo;equipaggio della Tekno Autosports formato da Alvaro Parente, Jonathan Webb e Shane van Gisbergen.  Quest&rsquo;ultimo era stato autore in qualifica di una strepitosa pole con cui ha demolito il record del circuito australiano di Mount Panorama, fermando i cronometri sul responso di 2&rsquo;01&rdquo;286, oltre un secondo inferiore a quello stabilito nel 2015 dall'Audi di Laurens Vanthoor. Il neozelandese ha sostenuto l&rsquo;ultimo stint, tenendo a bada la Nissan Gt-R Nismo che Katsumasa Chiyo ha &ldquo;ereditato&rdquo; dai suoi compagni Rick Kelly e Florian Strauss.  A decidere tutto sono stati gli ultimi giri, quando il vantaggio tra la vettura giapponese e la 650S Gt3 di van Gisbergen (balzato in testa a 50&rsquo; al traguardo) si &egrave; sensibilmente assottigliato, traducendosi alla fine in 1&rdquo;276. Terza la Bentley Continental di Kane-Smith-Bell. Quarta la prima Audi, quella della Phoenix Racing affidata a Davison-Vanthoor-Winkelhock.  Un problema alla ruota posteriore destra (a causa di un detrito) ha messo kappa&ograve; l&rsquo;Audi R8 di Marco Mapelli durante la seconda ora, mentre si trovava al terzo posto dopo che Chris Mies l&rsquo;aveva qualificata in quarta posizione. Unica consolazione, aver comunque fatto in tempo a ottenere il miglior crono fra i piloti Audi. Poca fortuna anche per la Ferrari 458 che Andrea Montermini divideva con Benny Simonsen, Tony Defelice e Roberto Lonato, all&rsquo;arrivo 17&ordf; dopo che il modenese &egrave; stato danneggiato da un doppiato e che i compagni avevano "baciato" i muretti di Bathurst un paio di volte. .  Dario Lucchese   

Parente-Webb-vanGisbergen si aggiudicano la gara di Mount Panorama, prova d'inizio dell'Intercontinental GT Challenge. Poca fortuna per gli italiani

12H di Bathurst: vittoria McLaren

12 Ore Bathurst, volata vincente Nissan

L'ultima di 20 neutralizzazioni alla 12 Ore di Bathurst &egrave; stata fatale all'Audi n.15 di Vanthoor, che dopo aver dominato la gara con giri record si trovava ad attaccare la Bentley n.10 di Bell. Invece entrambi sono stati traditi da un ottimo restart di Chiyo sulla Nissan n.35, che nel giro di un paio di curve ha preso il comando fino alla vittoria finale, e hanno pure dovuto difendersi da Mucke sull'Aston Martin n.97. Ma vediamo nel video com'&egrave; andata esattamente nei 4 minuti finali della gara australiana.    Maurizio Voltini

Cos&igrave; la Nissan ha battuto Audi e Bentley alla fine di una emozionante 12 Ore australiana

Gli ultimi giri di Bathurst [video]

In una gara quasi drammatica, che ha visto l&rsquo;uscita di ben 20 safety car in 12 ore, Bathurst ha visto l&rsquo;episodio decisivo proprio all&rsquo;ultimo restart. Quando mancavano solo 4minuti di gara, Katsumasa Chiyo sulla Nissan GT-R n.35 ha beffato prima Vanthoor sull&rsquo;Audi R8 n.15 e poi Bell sulla Bentley n.10, e cos&igrave; nel giro di un paio di curve ha preso il comando per non lasciarlo pi&ugrave; fino alla bandiera a scacchi, dando quindi la vittoria alla compagine giapponese assieme a Florian Strauss e Wolfgang Reip.  L&rsquo;Audi esce come grande sconfitta dopo aver dominato gran parte della gara a suon di giri record, con Vanthoor che solo all&rsquo;ultima curva riesce a recuperare un secondo posto amaro per lui, Mapelli e Winkelhock; ma era scivolato 4&deg; nella lotta con Bell e Mucke, quest&rsquo;ultimo sull&rsquo;Aston Martin n.97 (assieme a O&rsquo;Young e MacDowall). Quinta e ultima a pieni giri la Mercedes SLS n.36 di LeBrocq (con Muscat e Canto) mentre Andrea Montermini riesce a portare al traguardo sesta la Ferrari 458 n.49 (con Simonsen e Loberto) precedendo la Lamborghini Gallardo n.32 di Russell-Lago-Owen e la Ferrari 458 n.33 di Vilander-Griffin-WangSun.  Per le altre Ferrari &egrave; stata una gara &ldquo;maledetta&rdquo;: la n.77 di AF Corse era fra i primi con Rugolo-Rigon-Wyatt, ma &egrave; stata eliminata (mandata in testacoda contro il muretto) dalla Mercedes di Canto, mentre si era in regime di safety car. Sorte simile per la Ferrari n.29 su cui correva Ivan Capelli, tamponata duramente dall&rsquo;Audi n.55 sempre durante una neutralizzazione. Gli errori, gli incidenti, i testacoda e le penalizzazioni sono stati davvero numerosi su questo tracciato molto difficile e sul quale si &egrave; corso quasi sempre a filo di paraurti e a pieno gas, tanto da portare al record di ben 20 interventi della safety car e all&rsquo;arrivo al traguardo di sole 17 delle 27 GT3 partite (su oltre 50 concorrenti totali), ma nessuno si &egrave; fatto davvero male.  Qui i nostri servizi sulle qualifiche e sulla presentazione della 12 Ore di Bathurst, oltre al video degli ultimi 4 emozionanti minuti di gara.  Maurizio Voltini   

In una gara con 20 safety car, decisiva la mossa di Chiyo su Vanthoor (Audi) e Bell (Bentley). Montermini 6&deg; e primo tra le Ferrari

Bathurst 12H: la Nissan all'ultimo restart

L&rsquo;Audi sembra avere tutte le intenzioni di rifarsi dello scarno risultato dello scorso anno alla 12 Ore di Bathurst, cos&igrave; dopo aver portato ben 7 R8 LMS ultra a competere nella classe GT3, inizia piazzandone una in pole position: la numero 15 di Laurens Vanthoor (in equipaggio con Mapelli e Winkelhock) che grazie al tempo record di 2&rsquo;02&rdquo;5521 realizzato a 3 minuti alla fine, si aggiudica anche l&rsquo;annesso trofeo dedicato ad Allan Simonsen. Questo poco prima che uscisse la bandiera rossa per un incidente, con la Mercedes SLS n.7 andata a sbattere alla &ldquo;Cutting&rdquo;.  Sui poco pi&ugrave; di 6 km del circuito di Monte Panorama, le qualifiche sono state disputate in due tempi: prima una sessione aperta a tutti di 1 ora, quindi 20 minuti in cui le 27 vetture GT3 della classe A se la sono giocata da sole, senza troppo traffico. Nella prima fase - anche questa con una bandiera rossa di 13 minuti causata da un incidente sempre alla curva Cutting da parte di una Mazda - era stata un&rsquo;altra Audi a svettare, la n.9 guidata da Mies, proprio davanti a Vanthoor e alla Ferrari n.77 dell&rsquo;AF Corse. Nel turno decisivo, quest&rsquo;ultima &egrave; stata la migliore delle Ferrari con il 4&deg; tempo ottenuto da Rugolo (in equipaggio con Rigon e Wyatt) dietro alla Lamborghini Gallardo di Russel (che corre con Lago e Owen) e alla Nissan GT-R di Chiyo (1&deg; fra gli &ldquo;Am&rdquo; con Strauss e Reip) prima che questi andasse in testacoda alla Cutting, danneggiando il retrotreno cos&igrave; da doversi fermare ai box negli ultimi 10 minuti.  Per quanto riguarda gli italiani in gara, oltre a Mapelli, Rugolo e Rigon abbiamo Andrea Montermini sulla Ferrari n.49, che per&ograve; si &egrave; fermata in pista e si ritrova senza tempo, e Ivan Capelli sulla n.29, qualificata 25esima. Da segnalare che uno dei protagonisti dell&rsquo;anno scorso, la McLaren n.59 (Quinn-Quinn-Estre), ha visto la sostituzione del motore durante la notte per problemi elettrici, arrivando a ottenere l&rsquo;8&deg; tempo dietro all&rsquo;Aston Martin di Mucke, alla Ferrari di Vilander e alla Mercedes di LeBrocq-Muscat-Canto. Chiudono la top ten l&rsquo;Audi di Cini e la Bentley di Kane.  Insomma, lotta aperta per vari modelli di macchina (cui si aggiungono un paio di Porsche) per la 12 Ore di Bathurst che partir&agrave; alle 6 di domenica mattina, quando in Italia saranno le ore 20 di sabato sera.  Qui la presentazione della gara.  Maurizio Voltini  

Tempo record di Vanthoor che precede Lamborghini, Nissan e Ferrari per la 12 Ore che parte stasera a Mount Panorama

Audi in pole a Bathurst

Si corre questo fine settimana la 12 Ore di Bathurst, classica gara sul circuito semistradale di Mount Panorama a 200 km ovest di Sidney. Oltre 50 le macchine presenti, fra le quali ben 29 nella Classe A, vale a dire la GT3. Qui troveremo 87 piloti di notevole livello, da Toni Vilander a Mika Salo, e anche un po&rsquo; di italiani. Mentre Max Papis purtroppo non &egrave; riuscito ad accordarsi, abbiamo presenti Davide Rigon e Michele Rugolo sulla Ferrari 458 n.77 di AF Corse (con Wyatt) e Marco Mapelli sul&rsquo;Audi R8 n.15 del team Phoenix (con Vanthoor-Winkelhock), ma con le Ferrari 458 dei team Vicious Rumour e Pirelli anche Andrea Montermini sulla n.49 (con Simonsen-Loberto) e Ivan Capelli sulla n.29 (con Manolios-Miller).  Da quando sono state ammesse le GT, nel 2011, la gara australiana ha visto accrescere ulteriormente la sua popolarit&agrave;, tanto che quest&rsquo;anno l&rsquo;Audi ha deciso di partecipare con ben 7 R8 ultra. Si corre dalle 6 del mattino fino alle 18 di sera di domenica (quando in Italia saranno le 20 di sabato e le 8 di domenica), per cui il caldo aumenter&agrave; le difficolt&agrave; di una corsa gi&agrave; piuttosto impegnativa per via del tracciato. Questo &egrave; ricavato anche da una parte di strade e non perdona errori: lunga 6,1 km, la pista presenta una differenza altimetrica di 174 metri e due rettilinei considerevoli di 1,1 e 1,9 km a facilitare i sorpassi, invece piuttosto difficili nella stretta parte montana.  Nelle prime prove comunque condizionate dal traffico e dalle bandiere rosse, si &egrave; messa in evidenza la Lamborghini LP560-4 con Russell, subito seguita da due Audi R8, una Nissan GT-R e tre Ferrari 458 (con Rugolo 6&deg;). Ma subito c&rsquo;&egrave; stato un incidente nelle libere che ha molto probabilmente tolto di scena un possibile protagonista: la Ferrari del Maranello Motorsport con Tony D&rsquo;Alberto (portato in ospedale per controlli ma poi dimesso) &egrave; rimasta gravemente danneggiata contro la Aston Martin del Craft Bamboo. Anche una delle due Bentley ufficiali &egrave; rimasta seriamente incidentata.  Ricordiamo che all&rsquo;autore della pole position andr&agrave; il premio intitolato ad Allan Simonsen, il cui fratello minore Benny fa equipaggio con Montermini, e infine alleghiamo a seguire il video di presentazione della gara australiana.  Maurizio Voltini    

Nella classica gara australiana a Mount Panorama, lotta tra Ferrari, Audi, Nissan e Lamborghini fra le 29 GT3 top

18 risultati per 'bathurst'