        In questi 25 anni di presenza in pista ho avuto la fortuna di vedere laurearsi campioni del mondo, 9 diversi piloti: Hakkinen (2), Schumacher (7), Alonso (2), Raikkonen (1), Hamilton (7), Button (1), Vettel (4), Rosberg (1) e Verstappen (2,99). Pi&ugrave; di un quarto dei 34 che hanno scritto la storia, con importanti ere di dominio di 3 teams, Ferrari, Red Bull e Mercedes. Non c&rsquo;&egrave; possibilit&agrave; che un pilota possa diventare campione del mondo in Formula 1 se non &egrave; dotato della migliore macchina o quantomeno vicina a essere la migliore. Ci &egrave; andato vicino Schumacher contro la Williams degli ultimi due titoli, ci &egrave; andato vicinissimo Alonso, nel 2010 e 2012, ma alla fine nell&rsquo;albo d&rsquo;oro &egrave; difficile trovare il nome di piloti che non fossero dotati in quella stagione della monoposto vincente. L&rsquo;eccezione pu&ograve; essere Rosberg pap&agrave; nel 1982, anno tragico per la pi&ugrave; forte Ferrari. In tutto questo da tifoso ho memoria dei campionati da Scheckter (1979) a Villeneuve (1997). Ho tifato per Jacques, perch&eacute; mi appassionava Gilles, la cui scomparsa fu per me una pugnalata, ma come anche i supereroi muoiono? Ho tifato su tutti per Piquet. Di fatto mi sono sempre piaciuti i &ldquo;non indifferenti&rdquo; quelli umani e per certi versi veraci. Viverli dalla pista &egrave; un&rsquo;altra cosa perch&eacute; hai modo di conoscerli, di parlargli, di farti anche un&rsquo;idea di cosa c&rsquo;&egrave; oltre al pilota e avere cos&igrave;, umanamente giustificabile, una maggiore o una minore simpatia per la persona. Non mi piacevano i Senna, ovviamente perch&eacute; antagonista numero uno di Piquet, i Prost o i Lauda, troppo calcolatori, non impazzivo per Hill, seppur preso in simpatia dopo il mondiale perso con Schumi, perch&eacute; buttato fuori, mi piaceva Hakkinen un po&rsquo; il compromesso tra i fenomeni e i normali, ma mi hanno sempre attratto quelli che avevano quel qualcosa di &ldquo;diverso&rdquo; che poi, come &egrave; normale, ti fa innamorare. Il bello &egrave; che quel qualcosa &egrave; diverso da tifoso a tifoso e va rispettato.&nbsp;Max sinceramente non so dove collocarlo... Continua a leggere l'articolo completo sul nuovo numero di Autosprint in edicola, oppure clicca qui per l'edizione digitale!        

La collocazione del campionissimo olandese nella classifica della stagione di Formula 1 in corso non &egrave; certo in dubbio. Piuttosto &egrave; intrigante immaginare come si colloca nella storia

Max Verstappen è il più forte di sempre in Formula 1?

In Giappone Max Verstappen si è laureato per la seconda volta Campione del Mondo: ecco i post con cui i piloti e i team avversari hanno fatto le loro congratulazioni al pilota olandese

Verstappen Campione, le congratulazioni social di piloti e team

        &ldquo;Il mondo &egrave; mio&rdquo;. Chiss&agrave; se la canticchiava anche lui, da bambino, nella sua lingua. Ora il mondo &egrave; suo sul serio, campione in una stagione pazzesca dopo un duello feroce e crudele nell'esito. Uno dei due doveva perdere per le leggi dello sport, ma faceva comunque male sapere che ad uno sarebbero rimasti solo gli applausi. Un mondiale in equilibrio precoce fino all'ultimo ha premiato il ragazzino che quasi sette anni fa si era presentato ai cancelli di Melbourne senza ancora la patente. Quel ragazzino si chiamava Max Verstappen ed oggi &egrave; campione del mondo.  Lettera aperta a Kimi Raikkonen Ragazzino con i numeri del campione Di Max Verstappen dicevamo che prima o poi avrebbe vinto, perch&eacute; questo era scritto nel suo destino. Non poteva essere altrimenti, tutto faceva pensare che fosse esattamente cos&igrave;. Intorno a lui aleggiavano le stimmate del prescelto, per un ragazzo destinato a grandi cose. Ha sempre avuto in mente quale fosse il suo obiettivo, la sua missione. Parleremo a lungo di questo mondiale 2021, in un'annata in cui l'estro di Max Verstappen ha preso una forma definitiva, concreta e molto pi&ugrave; solida. Da ragazzo capace di grandi numeri ma in cerca della grande occasione, oggi &egrave; diventato campione alla prima vera opportunit&agrave; della vita. Pap&agrave; Jos, tenero quanto un blocco di cemento, lo ha formato indicandogli nella vittoria l'unica via percorribile; si &egrave; a lungo dubitato che su Max Jos avesse riversato le sue frustrazioni di pilota non affermato in via definitiva, ma ci si pu&ograve; anche chiedere se in realt&agrave; non si fosse reso conto da subito che quel primogenito avesse i numeri del fenomeno, e che in fondo valesse la pena essere tanto severo. Del resto, a casa Verstappen, Max &egrave; sempre stato trattato cos&igrave;, da campione in erba dal grande avvenire. Pap&agrave; lo obbligava a non superare in rettilineo, in modo che il figlio imparasse l'arte del sorpasso: &ldquo;E' per questo che oggi si ha la sensazione che Max possa passare ovunque&rdquo;, ha detto una volta trionfante. In una giornata nera, Jos addirittura lo lasci&ograve; un quarto d'ora in una fermata dell'autostrada: ne aveva combinata una grossa, tipo perdere una gara. Mamma Sophie invece, pilotessa di belle speranze, non ha mai fatto mancare il suo appoggio, e con lei Max ha sempre rivisto le gare registrate per migliorare.   GP ABu Dhabi: il fine settimana in 5 punti Quel botto a Monaco 2018 Nel percorso del 2021 c'&egrave; anche quello di un ragazzo diventato uomo. Per scelte di vita e di carriera. Nel privato Max ha iniziato l'anno con un post sui social a togliere ogni dubbio su una relazione chiacchieratissima nel paddock, quella con Kelly Piquet, figlia del tre volte campione Nelson ed ex di Daniil Kvyat, l'uomo a cui a suo tempo Max aveva soffiato il sedile in Red Bull. Lei, con una figlia al seguito, lo ha subito reso padre adottivo, sua sorella Victoria lo ha reso zio; e lui alla vigilia di Abu Dhabi ci ha tenuto a sottolineare l'importanza della sfera privata. Si sussurra che Kelly, nove anni pi&ugrave; di lui, gli abbia trasmesso una serenit&agrave; esistenziale che prima Max non aveva, e che sia stata un'ancora nei momenti pi&ugrave; belli ma soprattutto in quelli pi&ugrave; brutti. Perch&eacute; con la pressione Verstappen ha dovuto fare i conti: tenere i nervi saldi in una stagione cos&igrave; lunga e cos&igrave; complicata riesce solo a chi ha qualcosa in pi&ugrave;, non solo nel piede ma anche nella testa. Sul piede destro, mai avuti dubbi. Era la tenuta mentale quella che spaventava, e che ha continuato a spaventare. A tratti Max &egrave; stato il peggior nemico di se stesso, con una condotta irrispettosa, sprezzante degli avversari e soprattutto del proprio talento, che ha avuto bisogno di anni per essere incanalato. Barcellona 2016 &egrave; stata la vittoria al debutto in Red Bull, un'affermazione strepitosa diventata storia; ma il crocevia pi&ugrave; importante per Verstappen &egrave; stato un altro, due anni pi&ugrave; tardi. Era un sabato, precisamente il 26 maggio 2018: in un fine settimana in cui la vittoria era affare esclusivo delle Red Bull, al mattino Max piant&ograve; la macchina in barriera alle Piscine; danni troppo grossi, impossibili da riparare in tempo per le qualifiche, e dunque partenza dal fondo. Il che, a Montecarlo, &egrave; sinonimo di gara butatta. Quel giorno persero la pazienza pure Helmut Marko e Christian Horner, che lo avevano sempre difeso; ma &egrave; giusto dire che proprio quel giorno &egrave; nato un nuovo Max Verstappen, pi&ugrave; pragmatico e meno propenso all'errore.    Horner: "E' il mondiale pi&ugrave; bello"  Premio finale dopo una stagione strepitosa Ogni tanto i vecchi fantasmi sono tornati. Perch&eacute; l'indole &egrave; quella, non puoi farci niente. Ed arrivano episodi come quelli di Jeddah, quando ha sbagliato quasi tutto nell'atteggiamento, palesemente improntato alla ricerca del contatto, dell'incidente per finire fuori lui insieme ad Hamilton. In Arabia aveva dovuto convivere con il timore crescente di un mondiale che se ne andava, del pericolo sempre pi&ugrave; grosso di vedersi sfuggire dalle mani un riconoscimento che avrebbe meritato. Quello stesso mondiale che gli &egrave; stato consegnato da un deus ex machina che ad Abu Dhabi ha tifato spudoratamente per lui, evidentemente deliziato da una guida sopraffina lungo tutto il 2021. Qualche divinit&agrave; deve essersi esaltata a vederlo correre ad Imola, in Francia, in America oppure in Messico, giusto per fare una raccolta degli istanti pi&ugrave; significativi del suo mondiale, e deve aver deciso di premiarlo dopo un'annata da cuori forti, da cuori impavidi. Un'annata da Max Verstappen.         

Al limite spesso, falloso talvolta, velocissimo sempre: Max Verstappen &egrave; questo, prendere o lasciare. E dopo anni ad inseguire un'occasione, ha saputo sfruttare la prima opportunit&agrave; della vita per artigliare un titolo mondiale

F1 2021: Max Verstappen, ritratto di un campione

Super festa per super Max, che vince il suo primo titolo in carriera. Una festa incontenibile sia sul podio e sia in pista, dove l&#39;olandese, il primo del suo paese a esser iridato, si &egrave; sciolto nell&#39;abbraccio col padre Jos e ha poi abbracciato anche Hamilton. Ecco le immagini pi&ugrave; belle da Yas Marina

GP Abu Dhabi: la gioia incontenibile di Verstappen

        Una vittoria costruita durante tutto l'anno. Mick Schuamcher vince il suo primo titolo in Formula 2 nella Sprint Race del GP di Sakhir. Anche se oggi il giovane tedesco della Prema non &egrave; salito sul podio, arrivando solo 18&deg; nell agara vinta da Daruvala, davanti al britannico Ticktum e al giapponese Tsunoda, Mick pu&ograve; festeggiare alla grande abbracciando uno per uno i suoi meccanici che presto lascer&agrave; per approdare in Formula 1 con la Haas. Lacrime di gioia, tanta emozione e una profonda gratitudine per il figlio di Michael, che pu&ograve; chiudere un anno da incorniciare al primo posto della classifica piloti con punti. Momenti indimenticabili: la rimonta a Spa, la prima vittoria sull'Hungaroring, quella indimenticabile a Monza, sulla stessa pista dove il pap&agrave; ha fatto saltare di gioia i tifosi italiani, il debutto purtroppo mancato in Formula 1 nelle prove libere al Nurburgring, il casco del pap&agrave; regalato a Hamilton per le 91 vittorie in carriera e infine l'annuncio dal 2021 con la Haas nella massima serie. Un turbinio di emozioni per lui e anche per tutti i tifosi del Circus e soprattutto i ferraristi che non vedono l'ora di tifare ancora uno Schuamcher in Formula 1.  Vettel: "Aiuto Mick come suo padre ha fatto con me" Campione ma con un pizzico d'amaro "Non ho parole, sono felicissimo. Volgio solo dire grazie". Queste le prime parole via radio di Mick al suo team. "Non &egrave; stata una grande prova, speravo di farla ma &egrave; andata cos&igrave; - aggiunge poi una volta uscito dalla sua monoposto nella zona interviste -. Dedico il campionato al team. Non so davvero cosa sia successo all'avvio: essere cos&igrave; aggressivo in frenata ha compromesso le gomme e la gara. Ilott aveva un ottimo ritmo, ma a un certo punto era impossibile. Alla fine, per&ograve;, &egrave; andata bene, siamo campioni".&nbsp; "Mi dimenticher&ograve; della gara di oggi e del 18&deg; posto, ma terr&ograve; a mente tutte le ottime prove di quest'anno. Sono davvero molto emozionato, ci vorr&agrave; forse qualche giorno per realizzare che sono campione in questa categoria. Sono davvero orgoglioso di aver lavorato con persone dalle quali ho imparato molto. A loro devo tantissimo e sar&agrave; sempre grato. Il campionato &egrave; stato difficile, tutti erano a un livello altissimo. Mi sono divertito e ho spinto sempre, dall'inizio alla fine. Ho cercato di migliorarmi assieme alla squadra e questo &egrave; il motivo per il quale abbiamo vinto". &nbsp; &nbsp;  1 picture = 1 thousand words  pic.twitter.com/93dOEKYupy &mdash; PREMA (@PREMA_Team) December 6, 2020          

Il figlio del 7 volte iridato &egrave; il neocampione della Formula 2 col team Prema, nonostante il suo 18&deg; posto nella Sprint Race di oggi: "Mi dimenticher&ograve; della gara, ma terr&ograve; a mente tutte le ottime prove di quest'anno. Sono davvero molto emozionato, ci vorr&agrave; forse qualche giorno per realizzare che sono campione"

F2 GP Sakhir, Mick Schumi in trionfo: "Non ho parole, sono felicissimo. Voglio solo dire grazie"

Una gara pazzesca, una rimonta meravigliosa e un&#39;emozione che vale pi&ugrave; di mille parole. Lewis Hamilton vince il GP Turchia e conquista il Mondiale di Formula 1 2020 e il suo 7&deg; titolo iridato eguagliando il record assoluto di Michael Schumacher. Sul podio con lui c&#39;&egrave; l&#39;avversario di una vita: Sebastian Vettel che festeggia cos&igrave; presumibilmente il suo ultimo podio con la Ferrari. Al secondo posto la Racing Point di Perez, mentre Leclerc &egrave; 4&deg;. Ecco le foto della pazza domenica a Istanbul

GP Turchia: Hamilton vince il Mondiale 2020 ed eguaglia i 7 titoli di Schumacher FOTO

Una corsa memorabile, dai mille volti: siamo a Brands Hatch nel 1973, con le F.1 che sfidano le F.5000 in una gara dalla trama strepitosa e dall'esito imprevedibile. Ecco alcune immagini

Corsa dei Campioni edizione 1973: le foto

In un automobilismo che sta sempre pi&ugrave; avviandosi sulla strada dell&rsquo;ovvio e del prevedibile, uno dei viaggi pi&ugrave; affascinanti e struggenti conduce alle corse dagli esiti pi&ugrave; inattesi e sorprendenti di sempre. Tra questi, una spicca in particolare ed &egrave; la Corsa dei Campioni Edizione 1973, sullo stupendo circuito di brands hatch.  La gara non &egrave; valida per il mondiale, eppure attira un nutritissimo lotto di iscritti, molti dei quali direttamente provenienti dalla F.1, reduce dalla trasferta di Kyalami, in Sudafrica, laddove ha vinto Jackie Stewart su Tyrrell nel giorno del salvataggio dalle fiamme di Clay Regazzoni ad opera di un meraviglioso Mike Hailwood, sceso dalla sua Surtees per slacciare le cinture di sicurezza ed estrarre il pilota svizzero dalla Brm, evitandogli morte certa e atroce.    Hailwod su Surtees TS14, Niki Lauda su Brm P160, affiancato dal veterano Jean-Pierre Beltoise e da Vern Schuppan che sostituisce Regazzoni, capeggiano gli iscritti della F.1, affiancati dalle Lotus 72 di Emerson Fittipaldi e Ronnie Peterson e dalla McLaren che porta la nuovissima M23 al debutto europeo con Denis Hulme e la vecchia M19 con Jody Scheckter. Sensazione la desta la Brabham che fa esordire la BT42 a sezione trapezoidale progettata dal giovane Gordon Murray per il tester John Watson, col boss Bernie Ecclestone che presta il muletto, la vecchia BT37, al veterano Graham Hill, il quale non ha ancora pronta la sua Shadow Dn1-Embassy privata.  Poi c&rsquo;&egrave; James Hunt con una vecchia Surtees Ts9 noleggiata da Lord Alexander Hesketh appositamente per il suo pupillo. Quanto a Frank Williams, ecco lo iscrivere due Iso-Marlboro per Howden Ganley e Tony Trimmer. Insomma, a parte la Tyrrell e la Ferrari, i nomi grossi ci son tutti e il plateau dei partecipanti &egrave; semplicemente da urlo, per un weekend che fa il pienone, attirando circa 50mila spettatori, con le tante tribune al gran completo.  Tutto l&#39;archivio dei nostri Cuori da Corsa  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  Di scena anche la F.5000, in coabitazione  E poi, a margine, c&#39;&egrave; anche la partecipazione di un selezionato numero di monoposto di F.5000, la serie per monoposto coi poderosi motori stock block a dar vita a creature pi&ugrave; pesanti, economiche, a tratti casarecce e meno raffinate delle F.1, ma non per questo meno valide e affascinanti. Per far convivere le due categorie, si sceglie di disputare una gara del campionato Rothmans il sabato, coi migliori sedici alla ne che vengono ammessi di diritto alla Race of Champions, insieme alla dozzina di F.1 presenti.  Detto e fatto. Il britannico Peter Gethin si aggiudica la corsa di quali cazione, guadagnandosi di diritto l&rsquo;accesso alla RoC, al volante della sua Chevron B24, sperando di gurare dignitosamente anche al confronto con le F.1, il giorno dopo.  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  Beltoise vince 100 bottiglie di champagne!  Sono 100 bottiglie di champagne il premio per il poleman e a vincerle &egrave; il francese della Brm, Jean- Pierre Beltoise, il quale rivela: &quot;Adesso ne stapperemo qualcuna coi miei meccanici, e il resto lo porter&ograve; a casa mia, a sud di Parigi. Non vivo nella capitale, proprio perch&eacute; la mia cantina finirebbe col risentire delle vibrazioni causate dalla metropolitana. Solo dicendo questo, capite bene quanto son felice per questa mia preziosa vincita...&quot;.  Le Brm di Beltoise, Lauda e Schuppan hanno i tre migliori tempi, seguiti dalla McLaren di Scheckter, dalla Surtees di Hailwood e dalle Lotus di Peterson e Fittipaldi, con la Chevron F.5000 di Gethin sorprendentemente all&rsquo;ottavo posto. Quaranta sono i giri in programma, il giorno 18 marzo 1973, per la Daily Mail Race of Champions, che equivalgono a 106 miglia, ossia grosso modo la met&agrave; di un Gp vero e proprio. Ventinove le monoposto al via. Tra il poleman Beltoise, in 1&rsquo;21&rdquo;1 e il fanalino di coda Allen, su Surtees Ts8 di F.5000, ci sono quindici secondi di scarto.  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  Una gara dai mille volti  Ore 15 del giorno di gara. Fa freddo e il cielo &egrave; coperto, ma niente pioggia, pronti al via tutti con le slick. Dopo lo scatto iniziale, Beltoise &egrave; primo alla Paddock, seguito da Peterson e dalle Brm di Lauda e Schuppan. Intanto la McLaren di Scheckter ha stallato in griglia, creando scompiglio e Pilette e Graham Hill si son subito toccati finendo immediatamente la loro corsa.  Fine del primo giro: Beltoise precede Peterson, Lauda, Fittipaldi, Schuppan, Gethin, Hailwood, Hulme, Ganley e il resto del gruppone, mentre Scheckter, avviatosi alla meno peggio, sta gi&agrave; raggiungendo i pi&ugrave; lenti della F.5000 a motore Chevy.  Intanto Fittipaldi &egrave; gi&agrave; out per un problema tecnico, mentre al terzo giro Peterson su Lotus attacca cattivo Beltoise e il pilota della Brm lo fa passare a Clearways, mentre l&agrave; dietro Hulme, al settimo giro, in la Gethin.  Ottavo giro: Watson con la Brabham Bt42 ha un problema tecnico e va dritto contro le barriere, con un impatto secco e terribile. Lo sfortunato irlandese riporta la frattura di tibia e perone e finisce il weekend in ospedale, anche se, tempo tre mesi, torner&agrave; a correre nel mondiale.  Decimo giro, un quarto di distanza: Peterson &egrave; in testa inseguito a due secondi da Beltoise che ha in scia il compagno Lauda. Seguono Schuppan, Hulme, Gethin e lo scatenato Scheckter in piena rimonta.  Subito dopo Ganley &egrave; out a Bottom Bend, con una ruota kappa&ograve;. Nella speciale classifica delle F.5000 Gethin per ora &egrave; primo, davanti a Holland.  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  Incredibile ecatombe  Al 16esimo giro un altro duplice colpo di scena: guai alle gomme Firestone ritardano Lauda, mentre Peterson &egrave; costretto a dire addio ai sogni di vittoria per problemi al cambio della sua Lotus. Cos&igrave; al 20esimo giro, a met&agrave; gara, la Brm di Beltoise resta al top, davanti a Hailwood, Schuppan, Hulme, Gethin e Scheckter.  Improvvisamente i tempi sul giro di Beltoise cominciano a salire e il parigino deve fermarsi ai box per cambiare le gomme, rientrando in pista solo settimo e lasciando il comando alla Surtees di Hailwood. Intanto lo scatenato Jody Scheckter, mentre sta attaccando la Chevron di Gethin, esagera e finisce fuori a Druids, picchiando tanto da rovinare irreparabilmente una sospensione: gara butatta via per il 23enne sudafricano.  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  Lotta furibonda: pure troppo...  A questo punto Hailwood, dopo 25 giri, resta in testa, anche se attenzione a Hulme che riesce a passare la Brm di Schuppan, fiissandosi in seconda posizione, a sua volta seguito da Gethin, Hunt e Beltoise. Un giro dopo Schuppan &egrave; out: anche lui&nbsp;ha le Firestone sulle tele, allarga a Clearways e mentre cerca di riprendere il controllo della sua Brm tira dritto e va a sbattere. Ci&ograve; accade mentre Lauda resta con la sua Brm muta, dopo aver fatto segnare il giro pi&ugrave; veloce della corsa, peraltro, incredibilmente, in coabitazione con Peterson e Beltoise, che si ritrovano con lo stesso crono...  A tre quarti di trama, lo scenario &egrave; inatteso: Hailwood su Surtees comanda le operazioni, con circa quindici secondi sulla McLaren di Hulme che ne vanta venti sullo stupefacente Gethin su Chevron, che precede Hunt e Beltoise.  CONTINUA A LEGGERE L&#39;ARTICOLO COMPLETO IN EDIZIONE DIGITALE O CORRI IN EDICOLA! AUTOSPRINT TI ASPETTA!  &nbsp; 

In un&#39;era di Gran Premi dal risultato molto spesso scontato, andiamo a gustare la gara pi&ugrave; strabiliante della storia, anche se non valida per il Mondiale: la Corsa dei Campioni 1973. Ossia il giorno in cui una modesta F.5000 sbran&ograve; i vip del Circus

Quella Chevron al top in F1!

Stoffel Vandoorne &egrave; matematicamente il campione 2015 della GP2. Con ben due appuntamenti di anticipo (Bahrain e Abu Dhabi), il belga del team ART e parte del programma Junior McLaren ha chiuso il discorso grazie a un quarto posto ottenuto in gara 2 a Sochi. Il suo diretto rivale, Alexander Rossi che aveva vinto gara 1, ha terminato sesto ed ha reso onore a Vandoorne.  La corsa &egrave; stata vinta da Richie Stanaway del team Status che, partito dalla posizione del poleman grazie all&rsquo;ottavo posto di gara 1, ha sempre tenuto il comando davanti a Rio Haryanto. L&rsquo;indonesiano schierato dal team Campos, a 2 giri dal traguardo aveva superato Stanaway, ma nello stesso momento erano apparse le luci gialle che segnalavano l&rsquo;ingresso della safety-car per un gran botto di Johnny Cecotto. Questioni di centesimi per il povero Haryanto che &egrave; stato costretto a cedere la posizione a Stanaway per non incorrere in una penalit&agrave;.  Terza posizione per Raffaele Marciello (Trident), autore di una prova tutta grinta. Quinto al 1&deg; giro, l&rsquo;italiano del Ferrari Driver Academy ha superato Pierre Gasly, protagonista di un leggero lungo alla variante, e poi ha attaccato con coraggio Arthur Pic mettendo a segno una bella manovra. Dopo di che, si &egrave; difeso molto bene da Vandoorne. Per Marciello &egrave; il terzo podio stagionale dopo i secondi posti ottenuti a MonteCarlo e Silverstone, sempre nelle gare sprint. Da segnalare la pessima partenza di Sergey Sirotkin che dalla terza fila ha perso posizioni andando a colpire Dean Stoneman alla prima frenata, incidente che ha poi coinvolto anche Ren&eacute; Binder e Marlon Stockinger.  Massimo Costa

In gara2 a Sochi vince Stanaway davanti a Haryanto in regime di neutralizzazione. Il titolo assegnato con due gare d'anticipo

GP2: Vandoorne campione, Marciello a podio

WRC Rally Australia, Ogier campione

In queste due settimane a cavallo di Ferragosto, troverete in edicola un numero molto speciale di Autosprint. Come spiega anche il nostro direttore Alberto Sabbatini nel suo editoriale, &egrave; una sorta di "Greatest Hits" traslato dal mondo musicale a quello editoriale: dopotutto nel passato pi&ugrave; o meno recente abbiamo pubblicato interviste di grande valore e spessore, rilasciate dai pi&ugrave; grandi campioni che la Formula Uno ha visto correre. Un patrimonio che abbiamo voluto "riesumare" ma che, anche per l'incredibile abbondanza di materiale raccolto in cinquant'anni di pubblicazioni, abbiamo voluto pure "selezionare" secondo una ben precisa metrica: quella di dar spazio alle interviste raccolte nelle fasi iniziali della carriera di questi piloti.  Insomma, una serie di "interviste ritrovate" non solo da "Greatest Hits", ma anche "Early Days", se vogliamo. Perch&eacute; il bello di queste dichiarazioni dei campioni da giovani, quando ancora non si erano adattati e/o abituati a certe modalit&agrave; politicamente corrette - quelle che a fine gara ti fanno dire cose deprimenti alla "Sono contento del risultato e ringrazio la squadra e gli sponsor" e nulla pi&ugrave; - &egrave; che erano pi&ugrave; portati a raccontare le cose come stavano, senza filtri, spontaneamente e oltretutto in modo pi&ugrave; emotivo, ancora coinvolti dallo stupore di essere entrati a far parte di quell'ambiente magico che era il "Circus" della F1. E questo vale da Niki Lauda a Sebastian Vettel, da Gilles Villeneuve a Fernando Alonso, da Nigel Mansell a Lewis Hamilton. Con l'aggiunta di qualche personaggio che pilota non &egrave;, come Enzo Ferrari o Bernie Ecclestone.  Questo numero speciale che trovate in vendita a partire da marted&igrave; 11 agosto, peraltro, &egrave; realizzato riprendendo le stesse scelte grafiche di quando queste interviste vennero pubblicate. Per questo il formato &egrave; quello classico di una volta, pi&ugrave; grande, come andava negli anni '70. Da un lato, infatti, rimpicciolire al formato attuale gli articoli di vari anni fa li avrebbe resi poco leggibili; inoltre in questo modo potrete rivivere l'evoluzione stessa di Autosprint nel tempo, con le sue modifiche editoriali nel corso degli anni.  Allora, appuntamento in edicola, e se ancora non siete convinti - o volete saperne di pi&ugrave; - guardatevi a seguire la presentazione video di questo Speciale da parte del nostro direttore.  Qui di seguito un estratto di alcune delle "Interviste ritrovate" pubblicate su Autosprint Speciale Gilles Villeneuve (1977) Nigel Mansell (1896) James Hunt (1981) Niki Lauda e Clay Regazzoni (1974)  La presentazione di Autosprint Speciale con le "interviste ritrovate" 

Un numero "da collezione" sulle interviste ritrovate: ovvero come i grandi campioni della F1 si presentavano nei primi anni di carriera

In edicola lo Speciale di Autosprint

WRC Spagna

Vincendo il 50&deg; Rally Catalunya , Sebasti&eacute;n Ogier si &egrave; laureato campione del mondo per la seconda volta. &Egrave; la sua 22&deg; vittoria in carriera. Il pilota francese nella tappa finale ha controllato al volante della sua VW Polo WRC&nbsp; gli attacchi del suo compagno di squadra Latvala che era il suo unico rivale per la corsa al titolo, ma che per tenere aperto il campioanto fino alla prossima corsa doveva precedere in questa gara Ogier.  Latvala invece &egrave; stato battuto anche nel terzo giorno e ha chiuso a 11"3 dal vincitore, mentre Hirvonen (Ford) ha completato il podio finale. Ogier &egrave; stato in testa al rally dalla quarta speciale in poi, quindi ha dominato la gara arrivando a raccogliere un vantaggio di oltre 30 secondi, scesi nel finale quando ha gestito il vantaggio.  Ogier &egrave; il terzo francese del mondo a diventare iridato rally dopo Loeb e Auriol negli Anni '90. Per curiosit&agrave;, &egrave; da undici anni (2004) che il titolo iridsato rally va a un piltoa di nome Sebasti&eacute;n: prima Loeb,m con le sue 9 vittorie consecutive, ora le due volte di Oiger.  In evidenza nella giornata finale del Rally Cataluna anche Robert Kubica che dopo i problemi patiti ieri ha chiuso la sua gara al 17&deg; posto, mentre nel Wrc 2 Al Attiyah che vincendo in Spagna e' passato anche in testa al mondiale della categoria.  Questa la classifica finale  1 Ogier (VW), 3h 46m 44.6s 2 Latvala (VW) +11.3s 3 Hirvonen (Ford) +1m 42.2s 4 Ostberg (Citroen) +2m 13.3s 5 Sordo (Hyundai) +2m 22.2s 6 Neuville (Hyundai) +4m 01.0s 7 Mikkelsen (VW) +4m 02.9s 8 Prokop (Ford) +8m 06.8s 9 Paddon (Hyundai) +9m 12.4s

Il francese domina anche nell'ultima giornata del Rally Cataluna e vince gara e titolo. Battuto il compagno Latvala

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