Il pilota finlandese si è recato a Charlotte per testare la Chevrolet Camaro di Trackhouse Racing, con cui disputerà la gara della Nascar a Watkins Glen

Kimi Raikkonen, il test con la Nascar negli USA

<p>Il pilota finlandese, che prender&agrave; parte alla gara di Watkins Glen della Nascar, si &egrave; recato negli USA per prepararsi al simulatore ed effettuare alcuni briefing</p> 

Kimi Raikkonen, primo contatto con la Nascar di Trackhouse Racing

        Kimi Raikkonen si prepara a tornare in pista. A meno di un anno dal ritiro dalla Formula 1, il pilota finlandese ha annunciato che correr&agrave; una gara della serie americana Nascar ad agosto. Non una novit&agrave; assoluta per l'ex ferrarista, che durante il suo periodo di lontananza dalla F1, nel biennio 2010-2011, si era gi&agrave; comentato in questa categoria. A distanza di oltre un decennio Iceman &egrave; pronto a gettarsi di nuovo nella mischia del popolare campionato USA: l'appuntamento &egrave; a fine agosto sul circuito di Watkins Glen, dove Kimi sar&agrave; al volante di una Chevrolet Camaro. F1 GP Monaco, gli orari della gara su Sky, Now e TV8 Raikkonen, il ritorno in Nascar Era il 12 dicembre 2021 quando Kimi Raikkonen, nei panni di pilota Alfa Romeo Racing, aveva corso la sua ultima gara in Formula 1. L'atto conclusivo di una carriera cominciata vent'anni prima con la Sauber e culminata con il Titolo iridato conquistato nel 2007 con la Scuderia Ferrari. Dopo aver trascorso gli ultimi mesi dedicandosi esclusivamente alla famiglia, Iceman &egrave; pronto a tornare in pista per una nuova avventura. Con un post sui social, il pilota finlandese ha infatti annunciato il suo ritorno nella Nascar, serie che lo vide protagonista di sporadiche apparizioni dopo il suo primo ritiro dalla F1. Ad avvicinare Raikkonen alla serie americana &egrave; stato Justin Marks, boss del team Trackhouse, che recentemente aveva lanciato Project91, un'iniziativa finalizzata a fare correre &ldquo;star&rdquo; internazionali del motorismo nella sua squadra. Iceman ha aderito al progetto e potr&agrave; cos&igrave; mettersi al volante della terza vettura del team, accanto a quelle dei titolari Ross Chastain e Daniel Suarez. &ldquo;Kimi Raikkonen &egrave; il pilota che avevo in mente per la prima volta quando abbiamo creato Project91 &ndash; ha spiegato Marks, ex pilota e team boss di trackhouse - Si tratta di un driver di fama mondiale con un enorme talento e un grande seguito di fan. Abbiamo discusso a lungo, ci stiamo gi&agrave; preparando&rdquo;.  La data da segnare sul calendario &egrave; il 21 agosto, quando Kimi prender&agrave; il via nella gara di Watkins Glen sulla Chevrolet Camaro numero 91.        

<p>L'ex Campione del Mondo F1 ha annunciato che prender&agrave; parte a una gara della popolare categoria americana con una Chevrolet Camaro</p>

Nascar, Raikkonen prenderà parte alla gara di Watkins Glen

        A caccia della Tripla Corona, a caccia di vittorie, che sia la Indy o Daytona, con cavalli americani. Fernando Alonso correr&agrave; la prossima Indy 500 con un motore Chevrolet sulla Dallara che schierer&agrave; McLaren. Rapporti che si intrecciano tra categorie, quelli di Fernando e del gruppo GM, vista la partecipazione alla 24 Ore di Daytona con la Cadillac DPi di Wayne Taylor Racing. I ricorsi storici a sottolineare la collaborazione tra McLaren e la casa del cravattino riportano all&rsquo;esperienza di met&agrave; anni Sessanta nella serie Can-Am, sette stagioni tra il '66 e il '72 corse con un V8 Chevrolet dietro la schiena. Dalla partecipazione del 2017 a Indianapolis con Honda - fermata dal ritiro per problemi al motore - a Chevrolet, il parziale delle vittorie a Indianapolis vede un dominio nipponico nelle ultime 15 edizioni: per ben 12 volte a vincere &egrave; stato un team motorizzato Honda, anche se il campione uscente, Will Power, ha trovato il successo con Chevrolet quest&rsquo;anno. Chevy vincitrice anche nel 2013 con Tony Kanaan e nel 2015 con Juan Pablo Montoya, restringendo l'analisi agli ultimi 15 anni. Statistiche. &ldquo;Sar&agrave; un privilegio vestire il marchio del cravattino alla Indy 2019. Avere un motore Chevrolet dietro di me vuol dire che ci stiamo mettendo nella posizione migliore possibile per lottare al vertice. Ho avuto un breve assaggio della potenza dei motori Chevy all&rsquo;inizio della settimana sulla Nascar di Jimmie (Johnson; ndr) e mi &egrave; piaciuto. L&rsquo;opportunit&agrave; di correre qualsiasi Indy 500 &egrave; un onore e sono orgoglioso d&rsquo;avere Chevrolet come parte del team&rdquo;,&nbsp;ha commentato Fernando. Sterzi a parte: Grazie, Leclerc, per farci desiderare il 2019&nbsp; Team diretto da Bob Fernley, che ha aggiunto: &ldquo;La collaborazione con Chevrolet &egrave; un pezzo cruciale del nostro programma per la Indy 500 2019. Da motore vincente in carica, lo Chevrolet ci colloca in una posizione competitiva per partecipare a quest&rsquo;evento incredibilmente sfidante. Abbiamo stabilito in fretta un fitto rapporto di collaborazione con il team Chevrolet, degli assoluti professionisti, dedicati alla sfida e dei veri racers&rdquo;. Unit&agrave; che, da regolamento, sar&agrave; il V6 2.2 litri con doppio turbocompressore. L'editoriale del Direttore: Segnali di classe dal bravo Leclerc       

Confermata la collaborazione tra McLaren e il marchio statunitense dopo l'esperienza con Honda nel 2017. Dopo l'evento Nascar-F1 e la 24 Ore di Daytona con Cadillac, un altro impegno supportato dai marchi del gruppo GM

Alonso a caccia della Indy 500 con il motore Chevrolet

La &ldquo;Regina del Nurburgring&rdquo;, Sabine Schmitz, parteciper&agrave; alla gara che il Wtcc disputer&agrave; sulla pista tedesca il 16 maggio. La pilota teutonica correr&agrave; su una Chevrolet Cruze del team Munnich. Nessuno conosce le 170 curve del &ldquo;Ring&rdquo; meglio di Sabine, 45 anni, nata nei paraggi considerato che la sua famiglia possiede un hotel proprio con vista sul circuito.  La Schmitz ha vinto al Nurburgring la 24 Ore su una Porsche ufficiale e mediamente percorre 30.000 giri all&rsquo;anno sulla pista tedesca, addetta come &egrave; al &ldquo;taxi service&rdquo; del tracciato. Sabine lavora anche in TV: su D Max presenta D Motor, mentre per la BBC collabora a Top Gear. La Schmitz, che ritorner&agrave; in pista dopo un anno di assenza, avr&agrave; a bordo una telecamera a lei dedicata. E se piovesse? Andrebbe a nozze, visto che lei ama girare sul Nordschleife proprio con l&rsquo;acqua!  Enrico Rosi Cappellani

La pilota teutonica correr&agrave; su una Chevrolet Cruze 

Wtcc: La "Regina" Schmitz al Nurburgring con Munnich

12 Ore Sebring: strapotere Chevrolet

Erano cinquant'anni che non vinceva - dal 1965 con la Chaparral - ma stavolta la Chevrolet ha davvero sbancato, alla 12 Ore di Sebring. La seconda prova del campionato Tudor-Uscc e Naec (North American Endurance Cup) ha infatti visto il podio interamente occupato da equipaggi delle Corvette DP, a cominciare ovviamente da quello vincente della numero 5 dell'Action Express con Joao Barbosa, Christian Fittipaldi e Sebastien Bourdais.  Un'altra Corvette, ma non in versione Prototipo, si &egrave; inoltre imposta in classe GTLM: la C7R ufficiale di Antonio Garcia, Jan Magnussen e Ryan Briscoe, a precedere la Ferrari 458 di Risi Competizione guidata da Giancarlo Fisichella, Andrea Bertolini e Pierre Kaffer. Per poco non &egrave; stata una vittoria "americana" anche in GTD, dove la Viper di Bleekemolen-Bleekemolen-Keating si &egrave; ammutolita a pochi minuti al traguardo, lasciando la vittoria alla Porsche 911 di Mario Farnbacher, Ian James e Alex Riberas.  Non c'&egrave; stato bisogno di inopportune neutralizzazioni - solo 6 "yellow flag" in tutte le 12 ore - per avere una gara avvincente. Allo start sembra scattare meglio Dalziel con la Honda HPD n.1, ma dall'esterno il poleman Pla entra pi&ugrave; veloce alla prima curva con la Ligier n.57, tenendo la testa della parte iniziale della gara. Poi per&ograve; la Ligier di classe P2 affronta problemi di scarico e un urto in pitlane con Krohn alla guida, lasciando il comando alla seconda ora. Invece problemi di sterzo vanno ad affliggere la Honda n.1, e cos&igrave; in testa si ha alternanza finch&eacute; all'ottava ora la Corvette DP n.5 prende il comando per non lasciarlo pi&ugrave; fino alla fine, seguita dall'altra "Vette" dei fratelli Taylor con il nostro Max Angelelli, seppur rallentati nella prima parte per un contatto con una GT. Mentre Westbrook supera Dixon negli ultimi 10 minuti, completando un podio targato Corvette.  Quinta la seconda Corvette dell'Action Express, la n.31 in cui il nostro Max Papis condivideva il volante con Eric Curran e Dane Cameron. &laquo;&Egrave; stata una gara davvero tirata - ci ha spiegato alla fine lo stesso Papis - con poca differenza tra le varie macchine. Purtroppo una incertezza al terzo pit-stop ci &egrave; costata il podio (un problema di pistola nel cambio gomme, ndr), ma la velocit&agrave; c'era e sono cose che possono capitare nelle corse. Peccato, ma con il 5&deg; posto non ci possiamo lamentare nemmeno troppo&raquo;. Da evidenziare come dopo quel pit-stop Max abbia effettuato un paio di sorpassi in modo davvero rilevante anche per i commentatori americani.  In classe GTLM la Porsche non &egrave; stata in grado di concretizzare in classifica quanto fatto vedere in gara con i tre equipaggi delle numero 17 (Sellers-Henzler-Long), 911 (Tandy-Pilet-Lietz) e 912 (Bergmeister-Bamber-Makowiecki). In particolare, queste ultime hanno avuto problemi al cambio e a una ruota rispettivamente. Mentre la Corvette n.3 di Garcia-Magnussen-Briscoe si riprende dopo un testacoda causato da una toccata, precedendo sul traguardo la Ferrari 62 di Fisichella-Bertolini-Kaffer risalita dopo qualifiche meno brillanti del solito e col romano decisivo nel salire da 4&deg; a 2&deg; nell'11esima ora.  Ma il finale pi&ugrave; trilling &egrave; stato in classe GTD, nella quale 8 vetture hanno concluso a pieni giri. Una gara combattuta che sembrava risolta a 10 minuti alla fine, quando Farnbacher finisce a girare largo nello spazio di fuga della curva 10 per un bloccaggio in frenata mentre si difende da Bleekemolen in scia. Ma non &egrave; finita, perch&eacute; poco dopo la Viper n.33 entra in pit-lane col motore ammutolito, spinta a mano dai meccanici negli ultimi metri: ma non c'&egrave; nulla da fare, e cos&igrave; la leadership torna alla Porsche n.23 di Farnbacher-James-Riberas a precedere di meno di 9 secondi un'altra protagonista, l'Aston Martin n.007 di Nielsen-Davison-Davis. Terza la Ferrari 458 di Sweedler-Bell-Lazzaro, mentre quella di Perazzini-Cioci-Agues-Potolicchio non va pi&ugrave; in l&agrave; del 10&deg; posto dopo essere stata anche colpita dalla Porsche n.44 di Potter: ma ai vincitori di Daytona va peggio, fermi ai box per svariati giri a sostituire ruota e freno anteriori a pezzi.  Il prossimo appuntamento con la serie gestita dall'Imsa &egrave; programmato per sabato 18 aprile con il GP cittadino di Long Beach, gara della durata di 100 minuti che sar&agrave; riservata solo ai Prototipi e alle GTLM.  Maurizio Voltini           

La 2&ordf; prova Uscc/Naec vede la vittoria della Corvette DP di Barbosa-Fittipaldi-Bourdais, ma anche in GTLM con la C7R di Garcia-Magnussen-Briscoe, mentre la GTD &egrave; decisa negli ultimi 10 minuti

Sebring 12H: dominio Chevy dopo 50 anni

Per questa concept di monoposto futura proposta dalla Chevrolet &egrave; stato addirittura riesumato il marchio Chaparral - e la cosa in s&eacute; non dispiace certo nemmeno agli appassionati pi&ugrave; duri e puri - ma &ldquo;purtroppo e per fortuna&rdquo; non si tratta di una &ldquo;vera&rdquo; monoposto. Infatti quello della Chaparral 2X VGT &egrave; un progetto sviluppato solo per i videogame, nello specifico per Gran Turismo 6: la sua sigla sta infatti per Vision Gran Turismo. Insomma, si tratta di una vettura che va ad aggiungersi a quelle futuristiche con cui si pu&ograve; giocare sulla Playstation.  Ma non &egrave; tutto qui: &laquo;Questo progetto &egrave; una visione audace e ambiziosa che dimostra come i team di design e progetto della Chevy sfidano le norme ed esplorano le tecnologie di domani - &egrave; stato detto da Clay Dean, direttore esecutivo del design avanzato - ed &egrave; anche un inno ad una partnership unica che ha aperto la strada a tecnologie innovative che vengono utilizzate oggi in pista e su strada&raquo;. Si fa riferimento in particolare all&rsquo;accordo stipulato da pi&ugrave; di 45 anni fra la Chaparral Racing e il reparto ricerca e sviluppo della Chevrolet.  Ideata senza dover sottostare a particolari regolamenti, giusto come sfida concettuale, la Chaparral 2X VGT unisce tecnologie attuali e futuristiche. Cos&igrave; a elementi gi&agrave; sviluppati come scocca in fibra di carbonio, sistema propulsivo interamente in lega leggera, trasmissione automatica da corsa e aerodinamica attiva, vengono aggiunte nuove tecnologie e nuovi materiali. Fra queste, non solo la particolare forma, ma pure il sistema propulsivo al laser, ispirato a tecnologie che si stanno sviluppando per i viaggi spaziali (ma anche per gli aerei) del futuro.  Sembra di parlare di fantasie alla Star Trek, ma si tratta di qualcosa di ben pi&ugrave; vicino alla realt&agrave;: un laser da 671 kW, montato in posizione centrale posteriore e alimentato da un pacco di batterie a ioni di litio, emette fasci di luce pulsata focalizzandoli in una camera dove di conseguenza si creano onde di pressione di forza notevolissima. Queste confluiscono in un generatore ad aria in grado di fornire fino a 900 cv di spinta, cos&igrave; da assicurare (almeno nella teoria e nel gioco) una velocit&agrave; massima di circa 385 km/h e un&rsquo;accelerazione da 0 a 100 orari in soli 1,5 secondi.  La posizione del guidatore sarebbe prona, con braccia e gambe dirette verso le ruote anteriori e posteriori in modo da avere un controllo pi&ugrave; diretto e intuitivo, consentendo strategie attive di gestione assieme a funzioni aerodinamiche manovrate direttamente dal driver. &laquo;&Egrave; come adattare una &ldquo;wing suit&rdquo; (quella adottata da certi paracadutisti, ndr) alle forme di una vettura da corsa, per volare molto bassi sull&rsquo;asfalto&raquo;, &egrave; stato descritto dal supervisore al progetto Frank Saucedo.  Cos&igrave; si ottiene downforce quando serve e senza ricorrere ad ali convenzionali, riducendo pure i pesi. Allo stesso fine tutto &egrave; ridotto al minimo indispensabile: per esempio, la strumentazione &egrave; assente e i dati vengono proiettati direttamente sulla visiera del casco. Tutti fattori che migliorano maneggevolezza e tenuta senza necessit&agrave; di ricorrere a ruote enormi, qui su cerchi da 17 pollici. Tutta teoria? Intanto allo scorso Los Angeles Auto Show &egrave; stata presentata questa monoposto nella sua forma fisica, e non solo virtuale&hellip;  Maurizio Voltini  &nbsp; 

La Chaparral 2X VGT &egrave; solo una concept virtuale, ma integra soluzioni tecniche attuali con altre decisamente futuristiche

La monoposto del futuro secondo Chevrolet

&Egrave; andato in scena sul Goldeport di Pechino il quartultimo atto stagionale del Wtcc. Dalla Cina sono emerse importanti novit&agrave; che hanno messo un po' in ombra la lotta per il titolo in Casa Citroen tra Lopez e Muller. A Pechino si &egrave; infatti registrata la prima vittoria in campionato della Lada. Artefice Rob Huff, partito in pole grazie alla griglia invertita in gara-2. La Lada gi&agrave; in Argentina era salita sul podio con il pilota inglese, ora ha raggiunto l'obiettivo inseguito da anni.  In Cina si &egrave; anche registrata un'altra rara vittoria "non Citroen" del 2014. Ad imporsi in gara-1 &egrave; stato infatti Tom Chilton, con la Chevrolet preparata dalla nostra ROAL. Chilton ha brillato sin dalle qualifiche, ottenendo la pole. Detto dei due vincitori britannici, si deve dare conto del duello di vertice Lopez-Muller. Se prima di Pechino l'argentino aveva 60 punti di vantaggio sul francese, dopo il gap &egrave; salito a quota 66.  In gara-1 infatti Muller (2&deg;) ha preceduto Lopez (3&deg;). In gara-2 per&ograve; il sudamericano &egrave; salito sul gradino basso del podio, mentre l'alsaziano non &egrave; andato oltre la 9&ordf; piazza. Per i colori italiani va segnalato il 2&deg; posto nella corsa conclusiva della Chevrolet preparata dalla ROAL per l'olandese Coronel. Da parte sua Gianni Morbidelli, anche lui con una Cruze, ha lasciato Pechino con un 4&deg; ed un 7&deg; posto. Dopo qualifiche al top, Gabriele Tarquini su Honda ha conquistato solo un 10&deg; posto in gara-2. Peggio di lui il compagno di squadra alla JAS Monteiro, sempre fuori dai punti.  Prossima trasferta, stessa Nazione, tra 7 giorni, ma a Shanghai.  Enrico Rosi Cappellani

Sul tracciato di Pechino si aggiudicano una gara a testa Chilton e Huff spezzando il dominio Citroen

10 risultati per 'chevrolet'

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La monoposto del futuro secondo Chevrolet

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WTCC: la prima della Lada