Pi&ugrave; facile a dirsi, che non a mettersi in pratica. La Formula 1 ha un problema di governance o, per dirla in maniera pi&ugrave; chiara, di gestione e definizione della strada da seguire. Troppe voci chiamate a esprimersi in coro o quasi. Tutti concordi che serva cambiare, tutti consapevoli che l&rsquo;attuale sistema di governo rester&agrave; cos&igrave; finch&eacute; gli accordi sottoscritti non andranno ricontrattati. E lo sottolinea anche il presidente della FIA, Jean Todt. &laquo;La governance della Formula 1 non &egrave; buona, ma &egrave; l&igrave; da decenni. Aspetteremo fino al rinnovo del Patto della Concordia nel 2020 e decideremo di apportare delle modifiche. Siamo nel 2016 e non si potr&agrave; cambiare fino al 2020, a meno che le squadre, chi ha i diritti commerciali e la FIA non decidano cambiare, allora potrebbe farsi gi&agrave; domani&raquo;, il commento in Bahrain. Non riescono a concordare quale indirizzo dare a un&rsquo;ora di qualifica, figurarsi immaginare lo spostamento di equilibri cos&igrave; complessi e fondamentali, a ridefinire tutta la gerarchia di poteri.  Quanto agli appelli della GPDA, sia Todt che Ecclestone si sono espressi con toni scettici, ma da prospettive differenti. Mentre Ecclestone ha bollato l&rsquo;uscita della lettera come inutile, perch&eacute; i piloti non hanno voce in capitolo n&eacute; mai avranno una rappresentanza nella Commissione F1, Jean Todt ha usato toni un po&rsquo; pi&ugrave; leggeri, senza realmente modificare la sostanza: criticano il sistema di governo, ma cosa ne sanno loro di governo?  Ecclestone si schiera con la GPDA  Non &egrave; la prima volta che il presidente della FIA supporta, a parole, una visione nella quale la Federazione abbia pieno e totale controllo sulla funzione normativa: non &egrave; per&ograve; nel suo mandato: &laquo;La FIA dovrebbe avere un controllo completo, come legislatore e regolatore della Formula 1. Storicamente, per&ograve;, non &egrave; stato cos&igrave;, &egrave; quel che ho ereditato. Se fossi un dittatore, allora avrei imposto la Q1 e Q2 com&rsquo;&egrave; oggi, rivista nei tempi, e una Q3 in formato 2015&raquo;.  Si andr&agrave; verso altra strada in Cina, l&rsquo;idea della somma dei tempi in ciascuna sessione, sulla quale creare consenso (l&rsquo;unanimit&agrave;) gioved&igrave; prossimo. &laquo;Ho ricevuto il mandato da 250 membri della FIA per esserne il presidente e non posso permettere che la Federazione venga citata in giudizio, che perderemmo. Di solito, quando i dittatori agiscono da tali, falliscono sempre. Il tempo dei dittatori &egrave; passato&raquo;. Certo &egrave; che il &ldquo;democratico&rdquo; &ndash; per dirla con Ecclestone &ndash; funzionamento odierno della Formula 1 sar&agrave; anche &ldquo;attuale&rdquo; ma si &egrave; trasformato in una camicia di forza che vincola le possibilit&agrave; di intervento sulle norme e genera nel migliore dei casi soluzioni di compromesso.  Fabiano Polimeni  

Sulla questione governance della Formula 1, il presidente della FIA spiega: sistema da cambiare, non prima del 2020

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Todt: “Il tempo dei dittatori è passato”