        Uno, Gil de Ferran, dal mondo della Indycar &egrave; migrato in Formula 1, al muretto di McLaren. L&rsquo;altro, Bob Fernley, dal ponte di comando di Force India, lasciato lo scorso agosto, diventa presidente e responsabile del progetto McLaren Indycar. Fernley in realt&agrave; non &egrave; nuovo al mondo delle corse nord-americane, trascorsi che risalgono a inizio anni Ottanta, con l&rsquo;esperienza Ensign nella serie Can-Am e, successivamente, nella stessa Indycar fino agli anni Novanta, quando rientr&ograve; in Gran Bretagna. Fernley guider&agrave; la struttura, indipendente dal progetto Formula 1, che dovr&agrave; curare gli aspetti tecnici e sportivi della rincorsa alla Indy 500 2019 di Fernando Alonso, impegno ufficializzato nel week end di Interlagos. Non solo, Fernley operer&agrave; su un orizzonte pi&ugrave; ampio, valutando un coinvolgimento McLaren nella serie Indycar a pieno regime, qualcosa della quale si &egrave; gi&agrave; discusso nei mesi scorsi. Un arrivo, quello del tecnico ex Force India, di primo piano per l&rsquo;esperienza che pu&ograve; vantare in Formula 1 e i risultati ottenuti nella gestione del team sotto la propriet&agrave; Mallya. Una risorsa che potrebbe nel, medio periodo, non dovesse avere sbocco l&rsquo;esperienza Indy 500 in un programma completo, tornare utile in Formula 1. &ldquo;Bob &egrave; un gestore fantastico, una persona che rispetto tantissimo. La sua esperienza e doti direttive saranno essenziali per noi in questo progetto. Ha talento nel costruire team efficaci e nell&rsquo;estrarre il massimo con risorse limitate. La Indy 500 non &egrave; una gara semplice e Bob &egrave; un ruolo chiave, sono felicissimo sia a bordo con noi&rdquo;, ha commentato Zak Brown, al quale riporter&agrave; direttamente Fernley. &ldquo;Sono fiero di guidare questo progetto McLaren e questa struttura, ritornare alla Brickyard sar&agrave; un&rsquo;esperienza molto speciale. La 500 &egrave; una sfida pazzesca e abbiamo degli avversari incredibilmente forti da battere se vorremo avere successo. Dovremo prepararci bene per il mese di maggio e il lavoro inizia adesso&rdquo;, ha aggiunto il neo-presidente di McLaren Indycar.       

L'ex team principal Force India diventa presidente di McLaren Indycar. Curer&agrave; la caccia alla Tripla Corona di Fernando Alonso e valuter&agrave; le condizioni di un futuro impegno a tempo pieno di McLaren

McLaren, Fernley responsabile del progetto Indy 500

        Confronto a tinte accese, quelle delle livree di VJM10 e RS17. Maglia rosa contro maglia gialla, Giro contro Tour, se fosse altro sport. Al momento, per&ograve;, Force India e Renault si confrontano nel gruppetto di mezzo, senza alcuna possibilit&agrave; di primato, forzature cromatiche a parte. Alla presentazione delle due monoposto fu subito botta e risposta Abiteboul-Mallya, su chi avrebbe retto meglio quella corsa agli armamenti che sarebbe stato lo sviluppo tecnico 2017. Dopo tre gare, chi ha portato pi&ugrave; punti a casa, con una buona costanza di risultati e presenza nella top ten in gara &egrave; il team di Mallya. Renault ha impressionato positivamente in qualifica, specialmente con Nico Hulkenberg e dai test in Bahrain sperano di aver risolto i problemi che si sono manifestati nel passo gara, al di sotto della velocit&agrave; mostrata sul giro singolo. Acque agitate in Force India per le vicende giudiziarie che perseguitano Vijay Mallya. A parlare &egrave; Bob Fernley e riconosce ai francesi il buon lavoro fatto finora: &laquo;Sono sorpreso del loro stato di forma. Hanno fatto un lavoro fantastico in inverno, decisamente migliore di quello che credevo potessero fare. Arrivati ai test credevo sarebbe stata una lotta a quattro con la Williams, Toro Rosso e McLaren. E' evidente che la McLaren non c'&egrave; riuscita e la Renault ha preso il loro posto, credo continuer&agrave; a essere cos&igrave; per tutta la stagione&raquo;. In prospettiva la partita potrebbe anche includere Renault, tuttavia, dopo tre gare, il confronto dice di appena 2 punti per la scuderia d'Oltralpe contro i 17 di Force India, i 16 di Williams (tutti di Felipe Massa) e i 12 di Toro Rosso. &laquo;Da quel che vedo al momento sembra piuttosto emozionante. Ci sono due squadre in lotta davanti e quattro che si contenderanno il quarto posto, la Red Bull si trova da qualche parte in mezzo&raquo;, ha commentato ad Autosport. Marko: "Red Bull maestra di rimonte"       

Il vice team principal Bob Fernley riconosce i meriti del buon lavoro fatto da Renault in inverno: "Hanno preso il posto che credevo avrebbe occupato McLaren"

Force India sorpresa da Renault: quattro team per il mondialino

        Montreal dir&agrave; se la Force India si &egrave; "rimessa in carreggiata" e potr&agrave; puntare a ripetere la serie di risultati che lo scorso anno consentirono al team di Vijay Mallya - oggi con ben altri problemi ai quali pensare, che non quelli legati alla monoposto - di essere presenza stabile nella zona nobile dei punti e concludere il campionato in quinta posizione. Gli aggiornamenti introdotti a Barcellona funzionano e Sergio Perez ha anticipato che altri ne arriveranno a Silverstone.&nbsp; Secondo il pilota messicano, se gli sviluppi andranno nella giusta direzione, ambire al quarto posto nel Costruttori non &egrave; utopia. Una Force India in lotta diretta con Toro Rosso e Williams, rispettivamente alle spalle di 7 punti e davanti di 29 dopo l'ultimo gran premio. Cos'&egrave; mancato, prima di Montecarlo, alle VJM09 e alla scuderia per ottenere i risultati che ci si aspettava dopo lo slancio guadagnato nel 2015? &laquo;Esclusivamente un po' di fortuna, perch&eacute; nelle prime quattro gare ci siamo trovati al posto sbagliato nel momento sbagliato&raquo;, analizza Bob Fernley, vice team principal. &laquo;Il nostro avversario pi&ugrave; grande &egrave; la Toro Rosso e, grazie al buon risultato di Monaco, siamo riusciti a scavalcarli nel campionato. Eravamo competitivi anche a Barcellona, con la macchina aggiornata, ora lo abbiamo dimostrato e il risultato di Montecarlo alza la fiducia interna al team in vista delle prossime piste, che dovrebbero esserci favorevoli&raquo;. Il Gran Premio del Canada, Montreal &egrave; pista di motore, frenata e trazione, poi c'&egrave; l'incognita Baku, sconosciuta a tutti e con i riferimenti del simulatore da utilizzare per prepararsi al week end nel migliore del modi: &laquo;A Montreal non mi aspetto alcun problema, forse anche tra le strade di Baku, vedremo come usciremo da queste due gare e poi rivaluteremo tutto&raquo;. Clear e il divario Ferrari-Mercedes       

<p>Bob Fernley guarda alle prime gare dell'anno e cosa non ha funzionato. Montreal sar&agrave; una pista favorevole. Perez anticipa: altri sviluppi a Silverstone</p>

Force India: «Ci è mancata un po' di fortuna»

Calcolatrice alla mano, per Force India il finale di stagione vive tutto sulla conferma del quinto posto nel mondiale Costruttori, maturato meritatamente, con risultati costanti dall&rsquo;introduzione della monoposto Evo. Poi ci sono gli obiettivi prefissati per continuare a dare slancio allo sviluppo e migliorare, benefici da trasferire sul 2016. E Bob Fernley, vice team principal della scuderia, ha le idee chiare al proposito: &laquo;Abbiamo dimostrato sin da Silverstone che la macchina vale davvero la top ten. Ritiro in Ungheria a parte, siamo riusciti costantemente a ottenere punti, la velocit&agrave; c&rsquo;&egrave;. Non siamo per&ograve; dove vorremmo essere e l&rsquo;obiettivo chiave, al momento, &egrave; quello di entrare nel gruppo dei nostri pari, ovvero la Williams&raquo;. Pensa a chi ha lo stesso motore Mercedes clienti e sente che la Force India pu&ograve; provare ad avvicinare le FW37.  A partire dal Gran Premio di Russia, aspettando quel Messico che potrebbe portare altre novit&agrave; tecniche, sebbene al proposito Fernley vada cauto e spieghi come l&rsquo;introduzione di aggiornamenti sar&agrave; subordinata alla piena validazione da parte dello staff tecnico. Intanto, c&rsquo;&egrave; una Sochi da preparare, altro terreno fertile per una buona prestazione, essendosi dimostrata la VJM08 monoposto capace di adattarsi a ogni configurazione. &laquo;Sono andato a punti lo scorso anno e non vedo l&rsquo;ora di correre nuovamente. Hanno fatto davvero un bel lavoro con la pista e ci sono alcune curve interessanti, soprattutto la lunga sinistra in curva 3&raquo;, commenta Sergio Perez.  Confronti? &laquo;Mi ricorda per certi versi Singapore e Abu Dhabi, con tante curve a 90 gradi e accelerazioni che scaricano molta energia sulle gomme posteriori&raquo;. La selezione Pirelli, pi&ugrave; morbida rispetto all&rsquo;esordio, &egrave; salutata positivamente dal pilota messicano, che aggiunge: &laquo;I sorpassi non sono stati semplici l&rsquo;anno scorso, quest&rsquo;anno con gomme pi&ugrave; morbide speriamo ci siano diverse opzioni per la strategia&raquo;.  Reduce da una convincente prova in Giappone, dopo una Singapore da dimenticare, &egrave; Nico Hulkenberg: &laquo;Era il risultato che mi serviva, dopo un paio di week end sfortunati. Il primo assaggio lo scorso anno della Russia mi &egrave; piaciuto. Il giro &egrave; piuttosto lungo, con tante curve simili ed &egrave; difficile mettere insieme un giro perfetto: il settore finale &egrave; tecnico e rappresenta una grande sfida per i piloti&raquo;.  Fabiano Polimeni

Fernley fissa l&rsquo;obiettivo: raggiungere l&rsquo;altro team motorizzato Mercedes. Perez: &ldquo;Sochi mi ricorda Singapore&rdquo;

GP Russia, Force India punta Williams

A Silverstone ha catturato l&rsquo;attenzione di tutti per l&rsquo;innovativo disegno del muso, con due aperture a incalanare l&rsquo;aria e direzionarla verso il fondo. E&rsquo; stata la modifica pi&ugrave; evidente apparsa sulla Force India Evo, peraltro provata nei test di Zeltweg. Il riscontro della pista non pu&ograve; che dirsi positivo per il team di Mallya, capace di fare una qualifica consistente, con Hulkenberg a 4 centesimi da Kvyat, Perez poco pi&ugrave; indietro. In gara, poi, fino alla prima sosta non ha sofferto troppo la pressione di Raikkonen alle sue spalle. Certo non &egrave; la Rossa il rivale diretto, ma con la quinta piazza nel mondiale Costruttori la Red Bull &egrave; pi&ugrave; vicina che mai: 24 punti da recuperare. Ce la faranno? E&rsquo; un obiettivo realistico al quale puntare?  Secondo Bob Fernley, s&igrave;. &laquo;Non sono certo che siamo la quarta scuderia pi&ugrave; veloce, onestamente. Credo che Red Bull e anche Toro Rosso siano ancora leggermente migliori, ma penso che con il prosieguo della stagione europea, arriveremo l&igrave; o quasi&raquo;, commenta a F1.com.  Possono contare sull&rsquo;arrivo di piste da motore come Spa e Monza, dove far valere i cavalli della power unit Mercedes, mentre a Budapest &egrave; difficile immaginare Hulkenberg e Perez in grado di impensierire le due Red Bull, a meno di penalizzazioni e arretramenti. &laquo;Non abbiamo alcuna chance contro le loro risorse, ma se riusciremo a innalzare un po&rsquo; il livello di competitivit&agrave; potremo avvicinarci alla Red Bull e la differenza la far&agrave; la nostra affidabilit&agrave;&raquo;.  Una stagione partita in ritardo e in salita, aspettando i risultati della galleria del vento di Colonia, che ha partorito il nuovo muso. Non rester&agrave; l&rsquo;unico pacchetto di sviluppo, anzi. Dopo la sosta estiva, arriveranno altri aggiornamenti: &laquo;Ovviamente sar&agrave; interamente aerodinamico, speriamo di poterlo introdurre, se saremo fortunati, per Spa, ma certamente lo avremo a Monza&raquo;.  Fabiano Polimeni

Fernley anticipa un nuovo pacchetto per Spa o Monza e spera di poter insidiare la quarta posizione della Red Bull

F1, Force India sviluppa ancora

Con l&rsquo;attenzione catalizzata pressoch&eacute; interamente dalla proposta di reintroduzione dei rifornimenti in Formula 1 nel 2017, c&rsquo;&egrave; un dettaglio passato forse in secondo piano e riguarda la quasi totale assenza di vere decisioni sul versante dei costi. Nella conferenza dei team principal dopo le prove libere a Monaco, &egrave; stato Bob Fernley a evidenziare il problema, riportando d&rsquo;attualit&agrave; anche la redistribuzione dei compensi: &laquo;Devo essere stato a una riunione diversa&raquo;, ha commentato in risposta a Horner e Wolff, che hanno salutato favorevolmente le decisioni prese.  &laquo;Non credo sia stato per nulla un buon meeting. Dopo 18 mesi abbiamo fallito completamente sul raggiungimento di un accordo per una qualsiasi forma di controllo dei costi&raquo;, l&rsquo;affondo.  &laquo;Sebbene sia d&rsquo;accordo che sono state fatte buone proposte sul 2017, non si sono toccate quelle che sono le fondamenta della Formula 1&raquo;. A giocare la parte di chi vorrebbe sostenere le preoccupazioni di Fernley, ma deve seguire l&rsquo;orientamento Red Bull, &egrave; Franz Tost: &laquo;Non ero coinvolto nella riunione (la Toro Rosso non fa parte dello Strategy Group; ndr) quindi &egrave; difficile valutare i contenuti, quel che manca &egrave; una discussione su come abbassare i costi e creare interesse, al di l&agrave; del lato tecnico: vedremo quando saranno discussi i regolamenti 2017 quale sar&agrave; il risultato&raquo;.    Un Fernley che passa per bastian contrario e Toto Wolff quasi lo sottolinea. &laquo;Non abbiamo sempre la stessa opinione, ma si tratta di spingere lo sport in avanti. Qualunque decisione prendiamo finisce per &ldquo;fare schifo&rdquo;. Stiamo discutendo di velocizzare le monoposto di 5 o 6 secondi, gomme pi&ugrave; larghe, macchine pi&ugrave; spettacolari e il tema dei rifornimenti. L&rsquo;unica cosa che ho letto dopo il meeting &egrave; che i rifornimenti non hanno alcun senso. Penso dovremmo smetterla di denigrare lo sport, l&rsquo;ho detto un po&rsquo; di volte.  Una delle cose regole che abbiamo stabilito &ndash; e Bob &egrave; nuovo nello Strategy Group per cui forse dovremmo porre pi&ugrave; enfasi su questo &ndash; &egrave; che non dovremmo parlare male dello sport. Dovremmo portarlo in alto: ci servite voi (riferito ai media; ndr) e sta a noi mettere l&rsquo;accento sui punti positivi e le cose attraenti, per provare a fare meglio&raquo;.  Un confronto diretto tra i due team principal, con Fernley a &ldquo;capeggiare&rdquo; la crociata dei piccoli team e un ulteriore affondo sullo Strategy Group: &laquo;Per certi versi sono d&rsquo;accordo con Toto, il problema credo sia nell&rsquo;adeguatezza dello Strategy Group per raggiungere l&rsquo;obiettivo: dovremmo guardare a un programma chiaro che dia risultati. In un anno e mezzo o due di lavoro non &egrave; uscito fuori nulla. Nei tempi passati, con Max (Mosley) e Bernie in carica, non ci sarebbe stato nulla di tutto ci&ograve;, avremmo saputo esattamente la direzione verso la quale andare. Non credo debbano essere i team a prendere le decisioni su dove la Formula 1 dovrebbe andare, a loro dovrebbe dirsi quale sar&agrave; la direzione che prender&agrave; lo sport&raquo;.  Fabiano Polimeni&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;

Il team principal Bob Fernley accusa l&rsquo;assenza di provvedimenti sui costi e rimpiange il decisionismo di Fia ed Ecclestone

F1, Force India critica lo Strategy Group

La fotografia in apertura (si tratta del Ford Cosworth V8 sulla Lotus di Fittipaldi del 1972) &egrave; ironica ma rende bene l'argomento. La crociata dei piccoli team contro i costi esorbitanti delle attuali power unit ibride continua. Alle dichiarazioni di Monisha Kaltenborn, ostili all&rsquo;idea che le forniture clienti vengano gravate dei costi legati alla ricerca e sviluppo sostenuti dal motorista, &egrave; seguita l&rsquo;uscita su Twitter di Alexander Wurz. L&rsquo;ex pilota ha appoggiato le parole del team principal Sauber, aggiungendo: &laquo;La prima regola sui motori deve prevedere una limitazione dei costi per i clienti, cos&igrave; da garantire la sostenibilit&agrave;. I costi annuali legati alle power unit dovrebbero avere un tetto massimo, altrimenti i team clienti finiscono per finanziare l&rsquo;attivit&agrave; dei costruttori&raquo;.  Una stoccata decisa, alla quale fa seguito la proposta di Bob Fernley (Force India), vicina alla linea Ecclestone, quella che vorrebbe un ritorno ai vecchi motori aspirati V8 con il Kers e potenze nell&rsquo;ordine dei 1000 cavalli. Si discosta parzialmente, per guardare a una nuova Formula 1 che dal 2017 consenta di schierare in griglia sia le attuali power unit, che propulsori V8 con Kers. I costi verrebbero abbattuti drasticamente e il confronto tecnico avrebbe una variabile in pi&ugrave;. &laquo;Penso che il principio di mantenere gli attuali V6 sia assolutamente corretto. Per i costruttori rappresenta un beneficio sia sul fronte tecnico che del marketing, non ho dubbi che l&rsquo;ibrido abbia un futuro a lungo termine in Formula 1&raquo;, chiarisce.    Pensando, per&ograve;, alle difficolt&agrave; di quanti vedono incidere le forniture per qualcosa come 20 milioni di euro sul budget annuale, gli interrogativi sulla sostenibilit&agrave; gi&agrave; a breve termine sono legittimi: &laquo;Come team indipendente, riuscire a dimezzare i costi e avere un&rsquo;equivalenza con i motori V6 sarebbe qualcosa di interessante: non avremmo uno svantaggio, garantiremmo comunque un grande spettacolo. Quello a cui Bernie guarda &egrave; l&rsquo;offerta di un motore equivalente, possibilmente un V8 con Kers, a met&agrave; prezzo degli attuali&raquo;, dice a Motorsport.com  Risponde anche a quanti credono che una diversificazione delle architetture porterebbe a uno squilibrio, non potendo assicurare una parit&agrave; di prestazioni assoluta. Con i V6 ibridi esiste tale livellamento? Basta guardare alla diversit&agrave; di forniture tra alcuni team clienti e factory per smontare dal principio l&rsquo;interrogativo, senza spingersi alle differenze esistenti tra le quattro diverse power unit in griglia.    Semmai, servirebbe un adeguamento regolamentare, norme &ldquo;parallele&rdquo; per gli eventuali V8 alternativi, basti pensare al flussometro o alla disponibilit&agrave; di motori nel corso della stagione. &laquo;Se, diciamo, la Cosworth realizzasse un V8 con Kers, sarebbe un&rsquo;unit&agrave; molto molto buona. Il vantaggio sarebbe di avere un fornitore indipendente e non c&rsquo;&egrave; nulla di sbagliato per quello che &egrave; lo stato di salute della Formula 1. Cosworth e Renault sarebbero i due marchi che potrebbero farlo&raquo;.  Progetti, prospettive, auspici senza al momento alcun tavolo di trattativa al quale lavorare. Non va dimenticato, guardando al tema con gli occhi di chi realizza le power unit odierne, come la fornitura di team clienti abbia offerto (e continuer&agrave; a offrire) la possibilit&agrave; di spalmare i costi di ricerca e sviluppo, fattore tutt&rsquo;altro che secondario per i motoristi e ragione sufficiente a opporsi alle proposte di architetture alternative.  Fabiano Polimeni

Come contenere i costi delle forniture per i piccoli team? In Force India sposano l&rsquo;idea di Ecclestone

Fernley: V8 con Kers insieme ai V6 ibridi

Con una strategia attenta e l&rsquo;affidabilit&agrave; in tasca, per la Force India il Gran premio d&rsquo;Australia potrebbe regalare punti. Certo, alla VJM08 manca lo sviluppo, l&rsquo;affinamento degli assetti, figli dei ritardi che l&rsquo;hanno portata in pista solo nell&rsquo;ultima sessione di Barcellona, due giorni e mezzo appena di test, che fortunatamente per Hulkenberg e Perez sono trascorsi senza problemi. Se la prestazione pura sar&agrave; difficile da estrarre in qualifica, in gara entrano in gioco altri fattori.  &laquo;Dipender&agrave; molto da come degraderanno le gomme, perch&eacute; trovarsi su differenti strategie potrebbe aprire nuove opportunit&agrave;&raquo;, anticipa Hulkenberg, sesto nel 2014.  Non si fa illusioni nemmeno Vijay Mallya che commenta: &laquo;Non &egrave; un segreto che abbiamo affrontato alcuni ritardi durante l&rsquo;inverno, ma li abbiamo alle spalle e possiamo concentrarci sulle corse ora. Siamo chiaramente indietro sul chilometraggio rispetto agli altri e c&rsquo;&egrave; del terreno da recuperare, ugualmente sulla performance, perch&eacute; il lavoro svolto a Barcellona &egrave; stato limitato&raquo;.  Attese sportive a parte, c&rsquo;&egrave; poi il desiderio di tornare sulla vicenda Manor da parte di Bob Fernley, per mettere i puntini sulle &ldquo;i&rdquo; e chiarire le ragioni della Force India al no espresso all&rsquo;interno dello Strategy Group in febbraio, quando si doveva decidere della deroga alla Marussia perch&eacute; corresse con la monoposto 2014. Non ci sta a passare per &ldquo;avvoltoio&rdquo; sulla divisione dei premi altrimenti spettanti al team di John Booth: &laquo;I soldi sono irrilevanti, se anche fossero stati redistribuiti, sarebbe stato come un minimo cerotto appiccicato sui problemi che esistono. E non c&rsquo;entrano nulla nel voto che abbiamo espresso&raquo;, puntualizza.  &laquo;La prima cosa che la Manor ha chiesto ai team &egrave; stata di ottenere una concessione sulla sicurezza. Il cambiamento regolamentare tra 2014 e 2015 &egrave; interamente fondato su esigenze di sicurezza, quindi cosa stanno dicendo: &ldquo;Mi piacerebbe portare la mia macchina che &egrave; tecnicamente non sicura, fareste un&rsquo;eccezione per me&rdquo;?&raquo;, aggiunge Fernley per giustificare il no della Force India all&rsquo;idea originaria prospettata dalla Manor.  Che poi vi fossero aspetti&nbsp; collaterali sul fronte economico, per nulla irrilevanti, &egrave; altrettanto evidente, ma veste per un istante i panni del pompiere quando conclude: &laquo;Dobbiamo rispettare il processo e il governo della Formula 1, perch&eacute; &egrave; l&igrave; a protezione di tutti. La sicurezza non pu&ograve; essere compromessa, e se dovesse esserlo, deve esserci una ragione dannatamente valida per farlo. Se sul fronte tecnico il problema Manor &egrave; rientrato, resta pi&ugrave; che mai aperto quello della competitivit&agrave; della scuderia, presente a Melbourne tanto per onore di firma e parecchio spirito Decoubertiniano.  f.p.  

 L&rsquo;affidabilit&agrave; c&rsquo;&egrave;, le prestazioni meno. Intanto Fernley torna sull&rsquo;affare Manor-Marussia 

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