Non era mai successo che una forza dominante tornasse in un evento che ne ha sancito l&rsquo;ascesa dopo mezzo secolo d&rsquo;assenza. Come se l&rsquo;Impero Romano s&rsquo;iscrivesse alla Nato. O Atlantide e Mu all&rsquo;elenco delle potenze marinare. O Nabucodonosor si presentasse candidato sindaco alle elezioni comunali di Babilonia. Ovvero il Biondo, Tuco e Sentenza si rimettessero a cercare oro nella tomba di Stanton. Mai visto questo, direbbe Marc Gen&eacute;, strapazzando congiuntivi e mordendo perifrastiche, come Trinit&agrave; e Bambino di fronte a padellate oliose di fagioli con le cotiche.    Il ritorno atteso della Ferrari  Ecco, fermi tutti: l&rsquo;ultima Ferrari iridata e in gara alla 24 Ore di Le Mans veniva concepita esattamente alla fine dell&rsquo;anno in cui impazzava il sequel di Trinit&agrave;. Giusto per avere un&rsquo;idea. E la cavalcata di Merzario e Pace, sul podio alla fine con la 312 PB, avveniva nel 1973, poco dopo che Coppola e Brando avevano vinto l&rsquo;Oscar col Padrino, mentre era al Governo il Divo Giulio con l&rsquo;Andreotti secondo, in attesa di lasciare spazio al Rumor quarto. Insomma, &egrave; una vita che aspettiamo il ritorno di un prototipo ufficiale Ferrari alla 24 Ore di Le Mans. Forse sul Pianeta Terra solo la mancata reunion dei Beatles ha sommato nei decenni altrettante accorate preghiere di realizzazione, in questo caso non esaudite. E sogni traditi. Ma la Ferrari no. A Le Mans torna.  Prove gi&agrave; iniziate  E mentre leggete queste righe i motori delle 499P di AF Corse staranno gi&agrave; latrando a tutta sull&rsquo;Hunaudieres, come non ci fosse un domani. Perch&eacute; le stelle pi&ugrave; belle e le comete pi&ugrave; amate son come gli amori nelle canzoni di Venditti: fanno giri immensi e poi ritornano. Sissignori, questa non &egrave; solo storia, ma poesia che sfreccia, una faccenda magica d&rsquo;allineamento di pianeti che sembra tipo quando vai all&rsquo;Ikea, sbagli a pronunciare il nome di un prodotto e cos&igrave; facendo evochi un demone millenario. La nascita delle competizioni automobilistiche la conoscono tutti.  L&#39;epica delle corse e dei Cavalieri del Rischio  A fine &rsquo;800, con le prime pioneristiche maratone da citt&agrave; a citt&agrave;. La nascita del culto dell&rsquo;Uomo al volante, dell&rsquo;eroe invitto e delle prime galoppate dei Cavalieri del Rischio ha gli Anni del Novecento ed &egrave; frutto delle gesta epiche di Nazzaro, Bordino, Nuvolari, Campari e Varzi. Fino ad allora e fino a loro il campione contava pi&ugrave; del metallo con cui sfrecciava. E perfino Adolf Hitler, il quale aveva iniettato danaro e svastiche nei Gran Premi dalla seconda met&agrave; degli Anni &rsquo;30, dovette riconoscere che Caracciola, Rosemeyer e Stuck alla fine della fiera risultavano assai pi&ugrave; amati di Mercedes e Auto Union, poich&eacute; era il coraggio degli eroi a prevalere sulla volont&agrave; di potenza dei bolidi e mai viceversa. Fino al giorno e alla notte che cambiarono per sempre la storia motoristico-amatoria di tutti noi. E anche se dovevamo ancor nascere, fa lo stesso. Tra il 25 e il 26 giugno 1949 una macchina rossa e italiana proprio come l&rsquo;Alfa Romeo, che aveva gi&agrave; vinto quattro volte consecutive a inizio Anni &rsquo;30, ma pi&ugrave; strana, fascinosa e inattesa, con Luigi Chinetti e Lord Selsdon a turno al volante - pi&ugrave; Chinetti, per la verit&agrave; -, si aggiudica la 24 Ore di Le Mans.    L&#39;alba della Ferrari  La Ferrari ha due anni d&rsquo;et&agrave;, come un bimbo che comincia a esprimersi con grazia, ed &egrave; alla prima grande affermazione internazionale, perch&eacute; la Mille Miglia &egrave; la gara di casa, lo scudetto, mentre la 24 Ore rappresenta la Champions League. Il trampolino che lancia. Rampa missilistica che proietta nello spazio profondo, l&agrave; dove nessuno s&rsquo;era spinto cos&igrave; precoce. Passano tre lustri. Pochi. Ma la Ferrari vince nove dei primi unici mondiali endurance e a Le Mans nove edizioni della 24 Ore, fino al 1965. Le chiamano prove del nove mica a caso. La Casa del Cavallino Rampante, fondata da un quasi cinquantenne nel 1947, tal Enzo che a guardarlo in faccia sembra gi&agrave; anzianotto e oltre la collina, unendosi a Le Mans, nella notte, con la pioggia, il vento e poi il sole strano e aggressivo di questo posto della Francia, circa 200 km a sinistra di Parigi, crea una reazione simbiotica unica e gloriosa. Prodigio chimico-emotivo che per la prima volta nelle storia del Motorsport fa nascere oltre a tante imprese un culto preciso, che tutto muta. Quello per la Ferrari. E non solo. Con esso, il superamento della supremazia eroica dell&rsquo;Uomo e del Pilota, sull&rsquo;autorevolezza e la magnetica mal&igrave;a feromonica della macchina. Perch&eacute; Ferrari non vuol dire solo Ferrari, ma nuovo ordine delle cose: se dalla notte dei tempi esistevano magia bianca e magia nera, dall&rsquo;endurance, dalle mille maratone epiche, con Le Mans in testa, nasce la magia Rossa. Quella che per la prima volta cambia le carte in tavola, nelle corse e non solo, rendendo il bolide pi&ugrave; importante di chi lo guida e pi&ugrave; amato. Oltre che antropomorfo e femmineo soggetto del desiderio. Da l&igrave; c&rsquo;&egrave; il punto di non ritorno, come nella notte in cui, all&rsquo;interno del ciclo di Terminator, le macchine sfidano e superano l&rsquo;uomo. Spiegandogli che potr&agrave; solo difendersi, prendendo atto che la scienza speciale pu&ograve; pi&ugrave; dell&rsquo;indomito ardire in carne e ossa, producendo creature rombanti ma viventi.  Il legame tra Ferrari e Le Mans  Gi&agrave;. La Ferrari diventa davvero Ferrari a Le Mans e da Le Mans. E da l&igrave; in poi fa inesorabilmente innamorare principi, vedette, capi di stato, marajah, premi Oscar, Henry Ford II, sottosegretari con le cambiali, impiegati del catasto e perfino mio zio Raniero col motocarro. Tutti. Piloti compresi. I quali ormai sanno e prendono atto che &egrave; arrivato un qualcosa che da l&igrave; in poi sar&agrave; amato ben pi&ugrave; di loro. &Egrave; dal 1965 che una Ferrari non vince a Le Mans. Ed &egrave; dal 1973 che neanche ci prova. Cos&igrave; questo ritorno deciso dal Presidente Elkann e dolcemente sognato e preparato da Coletta ha connotazioni che vanno totalmente al di l&agrave; dello Sport e della sfida, assumendo contorni epocali, apicali e epici che involvono - direbbe chi ha studiato - aspetti culturali, onirici e misteriosofici. &Egrave; ritorno laico alla casa del padre, questo, cortocircuito di rinascita dal brodo primordiale, l&rsquo;omaggio al passato che ritorna, il gusto di mettere ali Hypercar per carezzare radici, onorando e allineando l&rsquo;identit&agrave; con la tecnologia.  100 anni di Le Mans, ma non solo  Poi certo, mica le saghe rendono ciechi, oltre alla Ferrari in ballo c&rsquo;&egrave; il centenario della maratona della Sarthe, i 30 anni dall&rsquo;ultima vittoria Peugeot, il mezzo secolo dalla nascita dell&rsquo;Oreca, i vent&rsquo;anni dall&rsquo;ultima vittoria Bentley e i 65 anni dal giorno in cui Michel Vaillant ebbe il foglio rosa, ma, che ci volete fare, testa e cuore, adesso come adesso, vanno da un&rsquo;altra parte. Volano verso i box di AF Corse e Amato Ferrari, a cercare con lo sguardo ansioso e il cuore in tumulto lo sfavillare di vernici vermiglie spalmate sulle forme flessuose delle 499P cristallizzate da Cannizzo. Perch&eacute; i veri amori son fatti di reinnamoramenti improvvisi, inaspettati e violenti e chi ama sul serio prima o poi ci ricasca dentro, avoja, pure con le scarpe. Benvenuti a questo ritorno d&rsquo;antica fiamma, dunque. Venite, accomodatevi pure nelle origini e pure nel futuro della poesia pi&ugrave; bella che il mondo delle corse ha: preparatevi a gustare questo omaggio che la Rossa far&agrave; alla classica pi&ugrave; sontuosa, alla corsa pi&ugrave; famosa e importante del mondo, nonch&eacute; pure a se stessa. Sfrecciando, oggi come allora, per un giorno intero. Bucando la esse di La Foret per aggredire Tertre Rouge e baciare l&rsquo;Hunaudieres, preparandosi ad Arnage e alle esse Porsche, nel ricordo di Maison Blanche. Mentre su al villaggio un&rsquo;orchestrina suona, pioviggina appena e nell&rsquo;aria della sera sembra poter apparire Steve McQueen in tuta Gulf, con una leggenda infinita a incendiargli gli occhi screziati di cielo.  Comunque vada, bentornata, Ferrari, alla 24 Ore di Le Mans. 

Questa non &egrave; solo una partecipazione che sa di gloria e nostalgia, ma un evento epico ed epocale. un centenario onorato che sa di culto dell&rsquo;identita&rsquo;, di omaggio e rispetto ad ali e radici del Cavallino Rampante all&rsquo;insegna di sfida e tecnologia. riconoscendo che, come dice Venditti, certi amori fanno giri immensi e poi...

Ferrari a Le Mans, ritorno insuperabile

La Scuderia Ferrari nel corso del weekend del Gran Premio di San Paolo, in Brasile, ricorder&agrave; Mauro Forghieri &ndash; mancato luned&igrave; scorso a 87 anni &ndash; con un elemento grafico che comparir&agrave; sulle F1-75 di Charles Leclerc e Carlos Sainz. Lo sticker, che &egrave; stato applicato oggi nei box di Interlagos, porta la dicitura &ldquo;ciao Furia&rdquo;, e fa riferimento all&rsquo;affettuoso soprannome che era stato coniato dai meccanici della Scuderia per il geniale ingegnere che si distingueva per un carattere a dir poco focoso  Forghieri, che con la Scuderia ha vinto 54 Gran Premi di Formula 1 cui si aggiungono undici campionati del mondo oltre che nove titoli nelle competizioni di durata, andava fiero di questo soprannome ed &egrave; per questo che il team lo ha scelto per un ultimo saluto. Oltre che sulle F1-75 in pista in Brasile, lo sticker sar&agrave; presente anche sulle altre Ferrari ufficiali in gara nel fine settimana, le due 488 GTE impegnate nell&rsquo;ultimo round del World Endurance Championship in Bahrain, la numero 51 di Alessandro Pier Guidi-James Calado e la 52 di Miguel Molina-Antonio Fuoco. 

Le Rosse in gara in Brasie e in Bahrain omaggeranno la memoria del mitico Furia con uno sticker sulle scocche

Ferrari, un adesivo per ricordare Mauro Forghieri

Sembrava essere tornato il sereno in casa Ferrari, ma l&#39;apparenza era solo la quiete prima della tempesta. Secondo quando anticipato dalla Gazzetta dello Sport, Maranello si prepara a un cambio al vertice che ha il sapore della rivoluzione.  Il dualismo tra Binotto e Arrivabene, che molte tensioni aveva generato in passato, &egrave; stato risolto in favore del primo. L&#39;ingegnere reggiano, chiamato da Sergio Marchionne a ricoprire il ruolo di Direttore Tecnico del Reparto Corse nel 2016, sar&agrave; il nuovo Team Principal della Scuderia prendendo cos&igrave; il posto del manager bresciano.  Sebbene fino a settembre Arrivabene sembrasse saldo al suo posto, anche grazie all&#39;arrivo di&nbsp;Camilleri,&nbsp;suo ex capo ai tempi della Philip Morris,&nbsp;il mancato rinnovo del suo contratto ha fatto da innesco a una situazione che stava diventando sempre pi&ugrave; esplosiva. Il rapporto tra i due sarebbero diventati insanabili e le voci di mercato che volevano Binotto conteso tra Mercedes e Renault hanno fatto il resto.  La Rossa, dunque, si &egrave; trovata di fronte a un bivio sulla strada verso la stagione 2019. Con la monoposto ormai pronta, si &egrave; scelto di dare un segnale di discontinuit&agrave; rispetto a quanto visto nelle ultime stagioni.  Infatti&nbsp;sull&#39;operato del Team Principal ha pesato la gestione del Mondiale 2018, perso nonostante la SF71H sia apparsa pi&ugrave; competitiva della Mercedes per lunghi tratti di stagione.  Ora non resta che aspettare di capire come riparti&agrave; il nuovo corso della Ferrari. 

Manca la nota ufficiale da Maranello, ma il Cavallino Rampante ha preso la decisione di risolvere la tensione nel box promuovendo il capo tecnico

Formula 1, in Ferrari &egrave; rivoluzione: Binotto prende il posto di Arrivabene

L&rsquo;ultima gara in Ferrari, Raikkonen, sicuramente non l&rsquo;aveva immaginata cos&igrave;. Il commiato di Iceman alla Rossa di Maranello &egrave; durato solo sei giri, poi la beffa: sulla linea del traguardo, la SF71H #7 si &egrave; ammutolita, tradita da un problema elettrico.  L&rsquo;ultimo Campione del Mondo del Cavallino Rampante, sceso dalla macchina, ha guadagnato poi velocemente la via del paddock, per sbollire la frustrazione di un finale di percorso che avrebbe voluto scrivere diversamente.  Il ritiro avrebbe potuto trasformarsi in un&rsquo;ulteriore beffa, perch&eacute; ha messo a rischio la sua terza posizione nella classifica piloti, ma il quinto posto finale di Bottas e il terzo di Verstappen&nbsp;hanno rimesso le cose a posto per il finnico.  &ldquo;Devo dire grazie a tutti &ndash; ha detto Kimi - Ci sono stati momenti brutti e momenti belli, ma tutti intensi e belli da vivere. Avrei voluto concludere meglio, ma purtroppo questo tipo di inconvenienti fanno parte del nostro sport. Abbiamo tuti il ricordo dei campionati vinti con il team e questo rimarr&agrave; per sempre. Dal team e dai tifosi ho sempre avuto un grandissimo sostegno, sar&ograve; sempre grato per quello che mi hanno dato&rdquo;.  Non sono mancati i saluti di Arrivabene: &ldquo;E&rsquo; stato un peccato il problema tecnico che ha avuto. Per fortuna ha dato una mano il compagno di squadra. Sebastian ha fatto una bellissima gara e garantendosi il secondo posto ha fatto s&igrave; che Verstappen non superasse Kimi nella classifica mondiale. La gara non &egrave; andata come doveva&hellip; Il lungo applauso all&rsquo;uscita dai box &egrave; stato un bel saluto dei ragazzi a Kimi&rdquo;.  Messi da parte saluti e&nbsp;ricordi, per Kimi &egrave; gi&agrave; tempo di pensare alla prossima stagione. Il nuovo capitolo della sua carriera come pilota Sauber inizier&agrave; dai test di marted&igrave;. &ldquo;Sono curioso di provare una macchina diversa, per un team diverso, con le gomme dell&rsquo;anno prossimo che saranno diverse &ndash; ha concluso Raikkonen&nbsp;&ndash; Sar&agrave; un test importante&rdquo;. 

Si chiude con un ritiro al sesto giro la carriera di Raikkonen in Ferrari. Dai test di marted&igrave; inizia l&#39;avventura in Sauber

F1, Abu Dhabi, Kimi: &quot;Sempre grato per quello che la Ferrari mi ha dato&quot;

Le aspettative Ferrari per il Gp Cina

Si discute ancora sulla proposta - che ormai &egrave; legge - di attribuire punti doppi all&rsquo;ultima gara di campionato, il Gp di Abu Dhabi. Ma ci sono anche i retroscena. Durante la cena natalizia, Stefano Domenicali ha rivelato che la proposta iniziale prevedeva di raddoppiare addirittura il punteggio degli ultimi tre Gp della stagione! Secondo altre fonti, invece, a beneficiare del superpunteggio sarebbero state le nuove piste del mondiale.  Una proposta nata, secondo il team principal Ferrari, dagli stessi organizzatori dellle gare e anche dalle varie emittenti tv, in cerca di qualcosa capace di garantire lo spettacolo fino all&rsquo;ultimo. &laquo;A me - commenta Domenicali - sembra una cosa un po&rsquo; artificiale, Ma vista la reazione negativa del pubblico su Internet, credo ci sia spazio per approfondire la cosa&raquo;.  Anche Montezemolo sottolinea che &laquo;la proposta non ci piace molto&raquo;, anche se sarebbe stata la Ferrari a trarne pi&ugrave; vantaggio, nel 2008 e 2012... Per&ograve; da fonti Fia si fa notare che l&rsquo;idea (di Ecclestone), limitata ad Abu Dhabi, &egrave; stata approvata all&rsquo;unanimit&agrave; sia dal Gruppo Strategico, che dalla Commissione F.1. E che a questo punto sar&agrave; difficile tornare indietro.

Era previsto per 3 Gp! Ferrari contro, Fia &ldquo;non si cambia&rdquo;

6 risultati per 'ferrai'

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La farsa del doppio punteggio