Rigorosamente rosse, velocissime e potentissime: come adesso ma molto di più. Abbiamo chiesto all'Intelligenza Artificiale di creare le cinque Ferrari del futuro. Vediamo come si chiameranno e come saranno le supercar di Maranello iperfuturistiche

Dalla Nebula X alla Hyperion: ecco le 5 Ferrari del futuro create dall'IA

        Ritrovarsi l&igrave;, da solo, sulla vetta pi&ugrave; alta, potrebbe dargli qualche vertigine. Ma a quota 7 Lewis Hamilton non &egrave; solo, &egrave; in buona compagnia con l'unico altro uomo al mondo che prima di lui era gi&agrave; riuscito a spingersi cos&igrave; in alto. Semmai &egrave; Michael Schumacher a non doversi pi&ugrave; preoccupare della solitudine.   GP Turchia, la gioia di Hamilton: un fiume in piena dopo il traguardo Il passaggio di consegne  Il passaggio di testimone tra Michael e Lewis a fine 2012 fu pratico, perch&eacute; di fatto il primo lasci&ograve; il sedile al secondo. Questo passaggio invece, pi&ugrave; simbolico, &egrave; per&ograve; pi&ugrave; struggente, dal momento che qui stiamo riscrivendo il libro dei record della Formula 1. Con la sensazione che per Lewis il settimo piano sia solo transitorio, in vista di un ottavo titolo iridato che sembra messo l&igrave;, a portata di mano, giusto per aspettare lui. Se e quando Lewis metter&agrave; il suo autografo su quel benedetto contratto, allora si potr&agrave; parlare del traguardo dell'ottavo titolo. Prima, non ha senso parlarne.&nbsp;   The only two drivers in history to have won 7 #F1 world titles, in their own words... pic.twitter.com/UkPXnIt0oS &mdash; Formula 1 (@F1) November 15, 2020    Re Lewis VII! Perez 2&deg;, sorride la Ferrari con Vettel il Magnifico davanti a Leclerc  Poche difficolt&agrave; Tutto sommato, ha avuto poco senso anche parlare della lotta iridata di questo 2020. Troppo superiore la Mercedes a tutte le altre, troppo superiore Lewis Hamilton a Valtteri Bottas e non solo a lui. Il pilota migliore finisce sempre sulla macchina migliore, o, se preferite, &egrave; la macchina migliore a finire nelle mani del pilota migliore. In un senso o nell'altro, il risultato non cambia. Bottas ha rappresentato un ostacolo troppo impalpabile per poter essere definito una minaccia, un avversario la cui solidit&agrave;, dopo lo sfogo iniziale di Spielberg, si &egrave; via via disciolta di fronte ad un Hamilton che appena prese le misure non si &egrave; fatto pi&ugrave; vedere.&nbsp;    Leclerc furioso via radio, se la prende anche con Binotto: "Tranquillo un c***o, sono un c*****e" In prima fila sempre Vincerlo doveva vincerlo questo titolo, Lewis. Ma poteva scegliere il come, ed &egrave; proprio la maniera in cui &egrave; arrivato a dover far scattare l'applauso. Talmente sicuro di s&eacute; dentro l'abitacolo da potersi concedere pi&ugrave; di qualche distrazione fuori dagli autodromi, per tendere la mano alle persone meno fortunate, quelle che hanno pi&ugrave; bisogno, quelle che hanno meno diritti di altri. Il successo sportivo &egrave; stato il veicolo di un Hamilton star dentro e fuori, in prima fila sia in pista che nell'esposizione mediatica. Sui tracciati, invece, ha vinto riuscendo a metterci qualcosa anche se spesso non sarebbe servito. L'arrivo su tre ruote a Silverstone, il sorpasso di Portimao, il lungo stint a perdifiato di Imola, l'ultimo capolavoro di Istanbul: tutte istantanee di un 2020 difficile per tutti, da primato per lui.  Rivivi le emozioni della gara di Istanbul  Che fare? E adesso? Con il record di pole, di vittorie, di podi e di titoli, con quest'ultimo a pari merito, che fare? Proseguire su per la montagna, verso vette inesplorate, o fermarsi qui? Forse quest'anno Lewis ci ha pensato, che in fondo tutto questo potrebbe anche bastare. Ma fermarsi adesso, ad un passo da un ottavo titolo mai raggiunto da nessuno, ed in una situazione di superiorit&agrave; netta, sembrerebbe troppo strano. Conteranno le motivazioni, e non solo quelle. Nel cuore Lewis ama ancora correre, c'&egrave; da scommetterci. Ma la testa, quella, dopo aver visto tante ingiustizie, a 35 anni potrebbe anche chiedere di iniziare a pensare ad altro. Se non adesso, nel breve, brevissimo termine. Il futuro &egrave; ancora tutto da scrivere.         

<p>A 35 anni, l'inglese ha di fronte a s&eacute; l'ottavo titolo, ma anche un impegno fuori dalle piste che lui sente sempre pi&ugrave; suo</p>

Lewis, il futuro è adesso

Dopo due gare corse nelle posizioni di testa, in casa Red Bull si guarda a Monza con molto meno ottimismo. Christian Horner ha anticipato che sar&agrave; inevitabile una penalizzazione per il cambio di motore, scelta strategica per presentarsi a Singapore nelle migliori condizioni per staccare un buon risultato, su un circuito storicamente amico.  Intanto, il team principal ha trovato il tempo di rispondere alle domande dei tifosi, a Sky Sport UK, lanciando sul tavolo alcuni temi interessanti, a cominciare dalla gestione dei quattro piloti che, oggi, gravitano pi&ugrave; da vicino nell&rsquo;orbita Red Bull in Formula 1. Ricciardo e Kvyat i titolari, Sainz e Verstappen i talenti in fase di &ldquo;apprendistato&rdquo; alla Toro Rosso. &laquo;Inevitabilmente ci sar&agrave; un effetto a cascata, ma probabilmente &egrave; lontano ancora un anno ed &egrave; bene essere sinceri con tutti i piloti.   Investire sui giovani si &egrave; dimostrato un gran successo per la Red Bull con Vettel e i due Daniel e ora con Max e Carlos&raquo;, dice guardando al classico ciclo biennale di esperienza in Toro Rosso prima della scelta su un&rsquo;eventuale promozione o taglio.  Sotto il profilo tecnico, con il 2016 destinato a vedere nascere la nuova parnership Red Bull-Mercedes, c&rsquo;&egrave; chi chiede a Horner quali sarebbero stati i risultati quest&rsquo;anno con la power unit tedesca al posto di Renault. &laquo;E&rsquo; difficile dirlo, la macchina &egrave; da considerare come un pacchetto nel complesso, ma credo che sul fronte telaistico siamo migliorati quest&rsquo;anno. Avevamo un gran telaio l&rsquo;anno scorso, che venne influenzato dai cambi regolamentari intorno al t-tray e l&rsquo;ala anteriore ma oggi credo abbiamo una macchina dignitosa&raquo;.  Uno degli aspetti che pi&ugrave; ha colpito della relazione con il motorista francese negli ultimi due anni e nel 2015 in particolare, &egrave; stata l&rsquo;aperta e continua critica per la mancanza di prestazioni, un pubblico accusare apparso ingeneroso nei confronti di chi ha contribuito negli anni al successo del team: &laquo;Sfortunatamente ci si dimentica che in uno sport competitivo, dopo 7 o 8 anni insieme, la frustrazione esplode quando vengono fatte delle promesse&raquo;.  Guardando al futuro, ai cambiamenti regolamentari per rendere pi&ugrave; coinvolgente la Formula 1, scarta la strada della semplificazione aerodinamica: &laquo;non credo avrebbe un impatto, se si guarda alla GP2 hanno comunque difficolt&agrave; a seguirsi l&rsquo;un l&rsquo;altro, ancor di pi&ugrave; in GP3. Il problema principale &egrave; sul grip meccanico, abbiamo visto che con livelli di degrado elevati in gara, si hanno corse pi&ugrave; interessanti e varie&raquo;.  Fabiano Polimeni

Il team principal risponde ai tifosi e parla di piloti, Renault e scelte tecniche per il futuro della F1

Horner: Abbiamo una macchina dignitosa

Una decina di giorni fa abbiamo visto come un costruttore di automobili, la Chevrolet, ipotizzerebbe una futura monoposto da corsa. Oggi vi proponiamo invece un filmato che rappresenta la &ldquo;visione&rdquo; di una possibile futura gara. A immaginarla &egrave; per&ograve; stavolta un costruttore di pneumatici, Hankook, che dunque vede un futuro &ldquo;alternativo&rdquo; dal suo punto di vista: in questo caso si ipotizza che i pneumatici impiegati possano cambiare la forma del battistrada in movimento e adattarsi cos&igrave; quasi istantaneamente alle condizioni del fondo.  Non solo asfalto, quindi, ma anche sterrato, neve, acqua (nel senso proprio di guado, non solo di pioggia&hellip;) e quant'altro. Rendendo dunque possibili gare affrontate (ma solo dalla vettura equipaggiata con tali pneumatici, ammesso li si possa ancora chiamare cos&igrave;) come una sorta di SuperRallyCross, anche se certe &ldquo;sportellate&rdquo; mostrate nel video potrebbero far pensare magari a un &ldquo;demolition derby&rdquo;, piuttosto. Oppure alle Wacky Races&hellip;  Dunque guardate il filmato e diteci se vi garberebbe un futuro racing di questo tipo. Senza dimenticare tuttavia che non siamo poi cos&igrave; fuori dalla realt&agrave;. Infatti &egrave; stato allo scorso Salone di Essen che la Hankook ha rivelato quel set di pneumatici &ldquo;concept&rdquo; futuristici, ideato in collaborazione con l&rsquo;Universit&agrave; di Design, Ingegneria e Affari di Pforzheim, in Germania, secondo le direttive del &ldquo;Design Innovation Project&rdquo; che ricercava ruote in grado di adattarsi a qualsiasi superficie.  Ne sono scaturiti tre modelli, sempre &ldquo;concept&rdquo; beninteso: Boostrac, che presenta un battistrada a blocchi esagonali che si possono espandere o compattare; Alpike, che allargando la circonferenza con borchie e scanalature, alza l&rsquo;assetto e si adatta alla neve; HyBlade, che affronta l&rsquo;acqua con un battistrada da &ldquo;ruota idraulica&rdquo; con tanto di palette laterali. Vediamo come si comporterebbero in azione.  Maurizio Voltini       

Pneumatici &ldquo;mutaforma&rdquo; permetterebbero gare simili a SuperRallyCross con tutti i generi di fondo, pi&ugrave; o meno stradale

Le corse del futuro, come le vede Hankook [video]

Dal nostro inviato a Interlagos (Brasile): Alberto Antonini  Di che cosa ha bisogno la Ferrari del post-Alonso? &ldquo;Se sento che hanno bisogno di essere pi&ugrave; motivati e di lavorare in futuro con meno pressione, lo capir&ograve;&rdquo;. Cos&igrave; la pensa proprio Fernando, facendo intendere che dopo di lui le cose cambieranno.  L&rsquo;ultima voce sul suo futuro &egrave; l&rsquo;intervista alla tedesca &ldquo;Bild&rdquo; di Eric Boullier della McLaren, in cui il francese fa intendere di non poter aspettare ancora a lungo la decisione definitiva. &ldquo;Nel paddock ci sono tante voci: prima la McLaren, poi la Lotus con la quale, &egrave; vero, ho una discussione d&rsquo;affari, ma solo con Gerard Lopez per la squadra di ciclismo. Oggi ho letto che compro la Marussia per un dollaro... Non ho nessuna scadenza settimanale, la situazione &egrave; la stessa di cui ho parlato in Giappone. Ho preso una decisione due o tre mesi fa, spero di farvela sapere presto. Sono molto fortunato a non avere i problemi di altri piloti in lotta per un sedile, e di poter scegliere dove andr&ograve;&rdquo;.  E se la Mercedes dovesse dominare ancora? &ldquo;&Egrave; probabile, visto da fuori. Lo pensavamo anche della Red Bull l&rsquo;anno scorso, e poi nell&rsquo;ultimo inverno non riuscivano a fare pi&ugrave; di cinque giri nei test. Questa, comunque, non &egrave; la priorit&agrave;. La priorit&agrave; &egrave; la gara di questo fine settimana&rdquo;.  Per la gara brasiliana, Alonso non spera neanche nella pioggia: &ldquo;Non credo che due gocce cambieranno le cose in una stagione in cui siamo andati solo due volte sul podio. Qui nel team c&rsquo;&egrave; un po&rsquo; di delusione, ma dal punto di vista personale, anche se i risultati sono stati scarsi, penso di avere disputato il mio migliore campionato. Con il punto pi&ugrave; alto in Ungheria e il pi&ugrave; basso in Giappone, per l&rsquo;incidente di Jules e per il ritiro dopo poche curve&rdquo;.  In generale, il Brasile si presenta come un&rsquo;incognita. &ldquo;Perch&eacute; l&rsquo;asfalto &egrave; nuovo e abbiamo visto situazioni simili a Sochi, che non usurava le gomme ma con molto grip, e ad Austin. Per questo anche qui &egrave; un punto interrogativo&rdquo;.

"Pi&ugrave; motivazione e meno pressione". Nessuna novit&agrave; - e una battuta - sul suo futuro: "Compro la Marussia"

Alonso: la Ferrari senza di me

Dal nostro inviato a Suzuka (Giappone): Alberto Antonini  &ldquo;Non vivo su Marte; le sento anche io le voci che girano&rdquo;. Fernando Alonso ha la barba lunga: forse gli &egrave; venuta a sentir parlare tutti del suo contratto. Ma nessuno, in F.1, vive su marte, e si sa bene che la sua situazione con la Ferrari &egrave; sempre tesa. Forse pi&ugrave; che a Singapore, anche se lui stesso afferma che &ldquo;non ci sono stati sviluppi&rdquo;.  Si discute ancora del suo contratto. E non &egrave; pi&ugrave; un mistero che, ferma restando la data di scadenza a fine 2016, Fernando voglia ridiscutere le condizioni per rimanere. Altrimenti sarebbe pronto a mosse estreme.  L&rsquo;ipotesi che si fa strada in queste ore &egrave; addirittura quella del ritiro temporaneo, dell&rsquo;anno sabbatico. Sembrava assurda fino a pochi giorni fa, e in effetti lo &egrave; ancora, perch&eacute; senza Alonso non solo la Ferrari, ma tutta la F.1 perde qualcosa di importante. Ma non &egrave; pi&ugrave; un&rsquo;eventualit&agrave; da escludere.  &ldquo;Io sono fortunato, perch&eacute; ho la fortuna di poter scegliere la squadra&rdquo;. &Egrave; una frase enigmatica quella pronunciata da Fernando a Suzuka. Anche se poi si &egrave; impegnato a fare il meglio con la sua squadra attuale. &ldquo;La priorit&agrave; &egrave; quella di fare tutto quello che &egrave; il bene della Ferrari&rdquo;.  La McLaren-Honda preme con la sua offerta. La squadra di Maranello si tiene aperta la possibilit&agrave; di prendere Vettel. Sebastian ha passato molto tempo al box con Chris Horner, sul volto aveva un&rsquo;espressione serena, diversamente da altre volte in cui lo si poteva cogliere &ldquo;in tensione&rdquo;. Ma un &ldquo;s&igrave;&rdquo; deciso, alla domanda se rester&agrave; in Red Bull anche nel 2015, Seb non lo dice. &ldquo;La situazione non &egrave; cambiata&rdquo;, si limita ad affermare. E poi &ldquo;a dar retta alle voci, Jenson Button avrebbe gi&agrave; (in McLaren, ndr) diciassette compagni di squadra. E io ero uno di loro, fino a poche settimane fa, e magari fra poco torner&ograve; a esserlo&rdquo;.  E invece nei progetti &lsquo;alternativi&rsquo; di Vettel non &egrave; la McLaren-Honda che interessa, ma una monoposto rossa.

Fernando a Suzuka: "Sono fortunato a poter scegliere la squadra. Ma ora la priorit&agrave; &egrave; fare bene con la Ferrari". E cresce l&rsquo;ipotesi dell&rsquo;anno sabbatico

F1, Alonso: Posso andare dove voglio

Alonso aveva detto in giorni non sospetti (appena martedi 2 settembre) che stava lavorando per rinnovare il contratto con Ferrari oltre il 2016. Ma una settimana fa non era ancora esploso il terremoto della lite Marchionne-Montezemolo. Ora i piani del pilota spagnolo subiscono una complicazione.  Che succeder&agrave;, adesso tra la Ferrari e Fernando Alonso? Vogliono saperlo tutti, nel momento in cui Luca di Montezemolo sta per lasciare la presidenza. Come andranno le cose con la gestione Fiat di Marchionne?  Sappiamo che il contratto di Fernando scade a fine 2016. Fino a quella data, pilota e squadra possono dividersi solo per due motivi: il mancato rispetto delle clausole contrattuali (del tipo: la squadra non paga, o il pilota fa o dice qualcosa che lo espone a ritorsioni), oppure un accordo consensuale.  La prima ipotesi &egrave; francamente remota. La seconda non &egrave; impossibile. Per&ograve;, va sottolineata una cosa: il fatto che la Ferrari (intesa come azienda) si appresti a cambiare il suo vertice dirigenziale, non cambia la natura e la realt&agrave; del contratto in essere di Alonso col team. A prescindere da chi &egrave; il capo, gli accordi sottoscritti restano tali. Questo per altri due anni, quattro mesi, e tre settimane, cio&eacute; fino a termine del 2016.  Il discorso cambia per l&rsquo;eventuale prolungamento oltre il 2016. Alonso stava trattando un altro triennale, 2017-2019. E lo stava trattando non con Mattiacci, ma soprattutto con Montezemolo che in qualit&agrave; di Presidente era l'unico che aveva il potere di sottoscrivere un contratto con cifre milionarie. La presenza di Montezemolo per&ograve; per Alonso era una sora di garanzia. Senza di lui lo spagnolo cambier&agrave; idea?  Intanto &egrave; quasi scontato che, se anche Alonso e la Ferrari trovassero un accordo, servirebbe un nuovo contratto, non una &ldquo;semplice&rdquo; estensione del precedente, gi&agrave; prolungato nel 2012. Sappiamo anche che Alonso trattava su altre cifre, ben pi&ugrave; alte di quelle chieste finora. In questo &egrave; facilitato dal fatto che 1) la Ferrari al momento pu&ograve; dargli ben poche garanzie di tornare a vincere in tempi brevi; e 2) la controfferta McLaren-Honda si aggira sui 30 milioni annui. Perch&eacute; Fernando dovrebbe rimanere in un team che non vince, se c&rsquo;&egrave; chi lo paga di pi&ugrave;? Per fedelt&agrave; al Cavallino? Discorsi bellissimi, che per&ograve; vacillano sempre, davanti ai milioni. Ricordate l&rsquo;esempio di Schumacher.  Il punto &egrave; che Sergio Marchionne, &ldquo;timoniere&rdquo; della nuova gestione, non &egrave; mai stato famoso per strapagare i suoi collaboratori. Va bene che Alonso non &egrave; un operaio della Fiat (mentre molti dipendenti Ferrari, anche in F1, vengono pagati secondo i contratti di Torino): ma come pu&ograve; lo stesso manager che avr&agrave; ruoli collegati tra Fca e Ferrari giustificare all'opinione pubblica una politica di tagli da una parte, e uno stipendio multimilionario dall&rsquo;altra?  Probabile, anzi sicuro, che il rinnovo di Alonso &ldquo;non sia in agenda&rdquo; per Marchionne. Ma prima o poi bisogner&agrave; affrontare la questione.  Alberto Antonini

L'avvicendamento alla Presidenza Ferrari pu&ograve; condizionare il rinnovo del contratto di Fernando 

Il futuro di Alonso da Luca a Marchionne

Luca di Montezemolo non ha mancato l&rsquo;appuntamento con Monza. Nonostante le voci che lo davano in uscita dalla Ferrari, o forse proprio per questo. Ha scelto di parlare del suo futuro con i media dicendo: &laquo;A marzo ho offerto agli azionisti di rimanere altri tre anni&raquo;. Non ha precisato al 100% se gli azionisti hanno accettato, ma le sue intenzioni erano di celebrare il 70esimo compleanno - che cadr&agrave; nel 2017 - ancora al timone del Cavallino. &laquo;Se ci saranno novit&agrave;, sar&ograve; io il primo, e sottolineo il primo, a comunicarle. C&rsquo;&egrave; stato un polverone eccessivo in questo periodo&raquo;.  Si aspettavano decisioni per il prossimo consiglio di amministrazione, gioved&igrave; 11. Ma Montezemolo ha parlato di programmi che vanno un po&rsquo; pi&ugrave; in l&agrave; nel tempo: &laquo;Presenteremo una vettura fantastica, da realizzare in pochi esemplari, all&rsquo;inizio di ottobre. Poi porteremo a Los Angeles 600 Ferrari da ogni parte dell&rsquo;America, per celebrare i 60 anni del marchio negli Usa&raquo;.  Sulla Formula Uno, la collaborazione con Marco Mattiacci riguarda l&rsquo;aspetto dei regolamenti. Il presidente Ferrari batte su questo chiodo da tempo: &laquo;Non &egrave; possibile che non si possano toccare i motori per tutta la stagione. Non &egrave; possibile che non si possa provare in pista. Dobbiamo riscrivere le regole in modo semplice, per gli spettatori. Ho ricevuto l&rsquo;appoggio di Jean Todt e di Bernie Ecclestone. E nello stesso tempo stiamo lavorando anche di pi&ugrave;, in squadra, per tornare al vertice&raquo;.  Insomma, per il momento non cambia niente. Non &egrave; cambiata neanche la realt&agrave; rispetto a un week end &ldquo;difficile&rdquo;, come Montezemolo aveva previsto prima delle qualifiche. Alonso settimo e Raikkonen fuori dalla Q2. Altri tempi, rispetto a quando il Presidente veniva a festeggiare la pole (2010). Ma non tanto diversi da quando, poco pi&ugrave; di vent&rsquo;anni fa, diceva: &laquo;E se non facciamo almeno terza fila &egrave; un disastro&raquo;.  Alberto Antonini

E parla del futuro (possibile) non solo della Formula 1 ma anche delle prossime Ferrari stradali, con il 60ennale Usa

Montezemolo: Sar&ograve; io a dire se mi dimetto

Quindici domande e risposte per svelare Monza, il suo futuro, le emozioni, le speranze. Fernando Alonso si racconta in profondit&agrave; in questa intervista alla viglia del Gp d&rsquo;Italia.  Per Alonso &egrave; stata una settimana tutta italiana. &Egrave; atterrato lunedi 1 settembre a Bologna per impegni di sponsor (addirittura ha twittato i complimenti che gli hanno fatto una coppia di passeggeri anziani seduti vicino a lui in aereo); poi martedi 2 &egrave; stato a Maranello tutto il giorno per parlare con la squadra: dal presidente Luca di Montezemolo, a Marco Mattiacci, per fare poi il punto della situazione dell&rsquo;imminente Gp d&rsquo;Italia con gli ingegneri. In queste ore di mercoledi 3 Alonso si sta spostando verso il circuito di Monza, ma prima di partire per la storica pista il pilota della Scuderia Ferrari ha per&ograve; accettato di rispondere ad alcune domande in una conferenza stampa. E ne &egrave; nata un&rsquo;ampia digressione sulla sua stagione, sui suoi suoi stati d&rsquo;animo, sulle attese e sugli obiettivi. In cui Alonso ha affrontato ancora una volta il tema del rinnovo del contratto ribadendo fiducia alla Ferrari per il futuro. Ecco, dunque, un estratto dell&rsquo;Alonso pensiero.  - Quale messaggio di speranza pensi di poter dare ai tifosi che accorreranno come sempre a Monza per te e per la Ferrari? &ldquo;Dire &egrave; pi&ugrave; facile che fare. Sicuramente dobbiamo disputare la miglior gara dell&rsquo;anno davanti al nostro pubblico. Sappiamo quanto &egrave; grande l&rsquo;esperienza di salire sul podio a Monza e vedere tutta la gente sul rettilineo. Ho avuto la fortuna in questi ultimi quattro anni con la Ferrari di salire quattro volte sul podio (1&deg; nel 2010, 3&deg; nel 2011 e 2012 e 2&deg; nel 2013, ndr) e sarebbe fantastico poter fare una cinquina. So che &egrave; un obiettivo molto ottimistico perch&eacute; purtroppo quest&rsquo;anno non siamo stati frequentemente sul podio. Dobbiamo essere realisti e sapere che sar&agrave; una gara ancora in difesa e in salita, ma tutto pu&ograve; succedere&rdquo;.  - Non credi che sia un po&rsquo; frustrante arrivare a Monza a questo punto della stagione essendo cos&igrave; indietro, dovendo puntare si e no al podio? A Monza negli ultimi anni lottavi per il titolo oppure per vincere davanti al tuo pubblico. &ldquo;Si, certo. Sicuramente questo &egrave; l&rsquo;anno pi&ugrave; difficile per me nei cinque da ferrarista, quello in cui arriviamo a Monza con pi&ugrave; difficolt&agrave; e con un&rsquo;idea di gara che non &egrave; perfettamente chiara nella nostra testa. Negli altri anni lottavi per il titolo o per un podio chiaramente alla portata o magari per una vittoria. Quest&rsquo;anno invece &egrave; tutto molto pi&ugrave; in aria, non c&rsquo;&egrave; alcuna certezza sulle possibilit&agrave; che avremo. Questa situazione pu&ograve; essere definita frustrante, pu&ograve; essere definita triste o semplicemente realt&agrave;. &Egrave; da undici gare che lottiamo per risolvere la situazione e per renderci pi&ugrave; competitivi e penso che lo abbiamo fatto. Direi che i progressi sono anche visibili perch&eacute; nelle ultime tre o quattro gare siamo diventati pi&ugrave; competitivi: in Ungheria abbiamo centrato il podio, a Spa-Francorchamps lo abbiamo sfiorato, e anche ad Hockenheim e a Silverstone non siamo andati male. Quindi nelle ultime gare siamo in recupero e abbiamo delle sensazioni migliori. Questo, certo, non basta, perch&eacute; tutti migliorano e soprattutto le Mercedes, che sono le dominatrici della stagione, visto che se a inizio anno eravamo a due secondi da loro ora comunque siamo ancora ad 1&rdquo;6 o 1&rdquo;4 e quindi i miglioramenti fatti sicuramente non sono ancora sufficienti&rdquo;.  - I miglioramenti che tu stai vedendo nel corso di quest&rsquo;anno bastano per farti avvertire un po&rsquo; di ottimismo in funzione del prossimo anno o sono ancora troppo poco? &ldquo;Tutto aiuta, non solo noi piloti ma anche tutta la gente in fabbrica che lavora giorno e notte. Se si vedono dei miglioramenti, anche queste persone vengono in ufficio ogni mattina alle 8 del mattino con sensazioni diverse, per questo credo che tutti questi miglioramenti stiano aiutando. &Egrave; positivo vedere che, a differenza degli altri anni, almeno c&rsquo;&egrave; la correlazione aerodinamica tra pista e galleria del vento. Tutto quello che viene montato sulla macchina d&agrave; i risultati che ci aspettiamo. C&rsquo;&egrave; il punto interrogativo della power unit sulla quale, dal momento che &egrave; &ldquo;congelata&rdquo; per regolamento, non ci &egrave; consentito di toccare niente. Quindi l&rsquo;inferiorit&agrave; che ci caratterizza dalla prima gara &egrave; pi&ugrave; o meno la stessa di oggi. Per l&rsquo;anno prossimo tutti i cambiamenti che si possono fare al motore rimangono un punto interrogativo: li possiamo fare noi e li possono fare altri, cercheremo di essere un po&rsquo; pi&ugrave; bravi degli altri&rdquo;.  - Secondo te nel 2015, quando sar&agrave; possibie modificare le power unit, che cosa ti puoi aspettare dalla Ferrari? Credi che ci sia la possibilit&agrave; di lottare per il vertice o no? Ti accontenteresti di una macchina che sale sul podio e che lotta ad ogni gara? Quali sono le tue sensazioni? &ldquo;Ad ora, settembre 2014, le aspettative sono di avere una vettura al vertice e che ci permetta di lottare per il campionato del mondo che &egrave; quello che l&rsquo;ambiente si aspetta da noi e si aspetta dalla Ferrari. Certo &egrave; che il gap che dobbiamo ridurre questo inverno &egrave; molto di pi&ugrave; che negli altri inverni perch&eacute; &egrave; di circa un secondo e mezzo. Non so se questo &egrave; possibile farlo in sei mesi, &egrave; una bella sfida per tutta la squadra perch&eacute; penso che abbiamo le capacit&agrave;, abbiamo le strutture e abbiamo le strutture, quindi tocca solo a noi lavorare duramente&rdquo;.  - In base a quello che hai visto del nuovo progetto sei ottimista? Ci sono delle soluzioni o degli aspetti che ti fanno essere ottimista e che ti piacciono della nuova macchina? &ldquo;In tutti i progetti ci sono cose interessanti. Giunti a questo punto dell&rsquo;anno, abbiamo scoperto i punti deboli della vettura attuale, sappiamo quali sono le cose che non vanno bene e quali sono quelle che ci hanno messo in difficolt&agrave; per tutta la stagione. Molti problemi dunque saranno risolti per l&rsquo;anno successivo. Con il cambiamento radicale di regole del 2014 si sono osservate varie filosofie costruttive e di sviluppo da parte dei tre motoristi, ma anche da parte dei vari costruttori sotto il profilo dell&rsquo;aerodinamica. Forse chi sta vincendo adesso, con il senno di poi, ha fatto scelte diverse dalle nostre che si sono rivelate migliori. &Egrave; ovvio che le aspettative per l&rsquo;anno prossimo sono di migliorare tanto&rdquo;.  - Nonostante tu abbia un contratto per l&rsquo;anno prossimo c&rsquo;&egrave; stato un gran parlare del tuo futuro, ci sono anche squadre di nome che ti vorrebbero. Com&rsquo;&egrave; la situazione? &ldquo;Credo che dall&rsquo;estate scorsa ci siano state notizie e rumors quasi continui e quindi &egrave; da un anno che si va avanti cos&igrave;. Non &egrave; una cosa bella, perch&eacute; crea un po&rsquo; di stress e toglie serenit&agrave; sia a me che ai tifosi che alla gente della squadra. Sono orgoglioso che ci sia qualche squadra che dice che vorrebbe avermi perch&eacute; evidentemente apprezza il mio lavoro, per&ograve; a proposito &egrave; da un anno che io dico di voler continuare a correre con la Ferrari e di voler prolungare il contratto. Quella era la mia volont&agrave;, io lo ripeto ogni quindici giorni, al termine di ogni gara eppure non viene mai detto, anzi si tende a dire il contrario. Discorsi relativi alle altre squadre non sono mai usciti dalla mia bocca, invece &egrave; accaduto sempre il contrario&rdquo;.  - Tu vuoi rinnovare, la Ferrari anche. Perch&eacute; allora non l&rsquo;avete ancora fatto? &ldquo;Ci stiamo lavorando, infatti&rdquo;.  - Quindi state lavorando al prossimo contratto. E quindi fino alla scadenza di quello attuale, a fine 2016, tu sei ferrarista e resti alla Ferrari? &ldquo;Io ho un contratto per altri due anni e come dico sempre a proposito delle voci che girano e per mantenere la serenit&agrave;, la mia volont&agrave; &egrave; di continuare per gli anni che sono necessari. Vediamo se questo si pu&ograve; fare ma per i prossimi due anni almeno non c&rsquo;&egrave; problema&rdquo;.  - Il tuo obiettivo &egrave; rimanere in Ferrari finch&eacute; non si torna al vertice? &ldquo;Ovviamente la cosa pi&ugrave; importante &egrave; vincere perch&eacute; &egrave; l&rsquo;obiettivo di tutti gli sportivi. Per&ograve; penso che ci siano anche delle altre cose che possono renderti comunque fiducioso e felice del tuo lavoro e penso che la Ferrari possa offrire molte pi&ugrave; cose rispetto al &ldquo;solo&rdquo; vincere e perch&eacute; esiste una passione per questa squadra che ti rende un pilota gi&agrave; fiero di quello che stai facendo, indipendentemente dal risultato. La cosa pi&ugrave; importante &egrave; mettere a posto le cose che non vanno bene sulla macchina e nella squadra e fare tutto quello che &egrave; necessario. Anche con Mattiacci c&rsquo;&egrave; la volont&agrave; di fare dei cambiamenti e di essere pi&ugrave; aggressivi nell&rsquo;approccio al lavoro che svolgiamo. Questa rinnovata voglia di vincere rende ancora pi&ugrave; attrattivo continuare in Ferrari&rdquo;.  - Il circuito di Monza sembra facile. Ma lo &egrave; davvero? &ldquo;No, non lo &egrave; affatto perch&eacute; giri con una vettura aerodinamicamente molto leggera e quindi le sensazioni sono simili a quelle che si provano guidando sul bagnato in un altro circuito. Inoltre, quando si viaggia a velocit&agrave; cos&igrave; alte, &egrave; pi&ugrave; difficile riuscire ad essere precisi. Non &egrave; semplice iniziare la staccata nel punto giusto quando arrivi alla prima variante a 340 all&rsquo;ora o alla seconda a 330 km orari&rdquo;.  - E le curve? Quali sono le pi&ugrave; impegnative? &ldquo;Descrivere le curve di Monza &egrave; un discorso speciale. per noi piloti a Monza ci soltanto cinque curve, non tutte quelle che vedete disegnate sulla pista. E sono la prima variante, la seconda, le due di Lesmo e la Parabolica. Perch&eacute; il Curvone &egrave; una curva che si fa in pieno, la Ascari, a parte la prima piega a sinistra, si percorre anche lei tutta in pieno compresa l&rsquo;uscita. Con sole cinque curve, anche se metti le gomme nuove, in qualifica, guadagni mezzo decimo in una curva, mezzo in un&rsquo;altra ma alla fin fine le gomme nuove ti danno solo due o tre decimi di vantaggio. Oppure fai un giro perfetto e scopri che hai guadagnato un decimo rispetto a un giro nel quale non hai dato il massimo. Questa &egrave; la differenza principale con Spa: l&agrave; quando fai un giro perfetto scopri di aver guadagnato un secondo su un tuo giro normale, e questo &egrave; qualcosa che ti d&agrave; una bella scarica di adrenalina perch&eacute; percepisci quando sei al limite&rdquo;.  - A Monza alla prima Variante, a quanti metri dalla curva si frena? &ldquo;Alla prima pi&ugrave; o meno a 130 metri dalla curva in qualifica; in gara si stacca a 150 metri perch&eacute; con il pieno di benzina si frena sempre un po&rsquo; prima&rdquo;.  - Alonso vince a Monza se&hellip; &ldquo;Non lo so, non &egrave; facile. Deve succedere qualcosa di particolare, ci serve qualche aiuto anche da parte dei piloti delle scuderie al top mentre noi dobbiamo concentrarci sui &ldquo;se&rdquo; nostri e dare il massimo nel fine settimana, come non abbiamo fatto a Spa, e come non abbiamo fatto in Ungheria durante le qualifiche. A Monza non possiamo fare nessun errore&rdquo;.  - Ti sei dato un limite di tempo per la durata della tua carriera? &ldquo;No, non c&rsquo;&egrave;. Sono molto pi&ugrave; giovane di quanto pu&ograve; sembrare da fuori, ho solo 33 anni e fino a cinque anni fa si arrivava in Formula 1 a 26 o 27 anni. Il fatto &egrave; che io ho cominciato a 19 e sembra che io abbia molti anni ma, vista la mia et&agrave; anagrafica, mi rimangono ancora molte stagioni davanti. Ne potrei ancora avere dieci: Michael Schumacher ha smesso a 43 anni, Pedro de la Rosa &egrave; tutti i giorni al simulatore e ne ha 43, quindi non &egrave; una questione di et&agrave;. &Egrave; questione di divertirsi a fare quello che fai, di continuare ad aver voglia di alzarsi al mattino per allenarsi fisicamente, ad aver voglia di prendere gli aerei e volare in Australia e Malesia, di gareggiare con delle vetture di vertice e percepire ancora sensazioni buone. Fino a quando io avr&ograve; questa voglia e queste sensazioni non mi pongo limiti&rdquo;.  - Ma queste F1 nuova generazione ti diverte? Pi&ugrave; volte hai detto che &egrave; un po&rsquo; come guidare una GP2. &ldquo;Certo, quest&rsquo;anno c&rsquo;&egrave; un po&rsquo; meno divertimento perch&eacute; le macchine sono un po&rsquo; meno veloci del passato. Noi piloti abbiamo bisogno di adrenalina, e speriamo che lo sport torni a prendere la direzione dell&rsquo;estremizzazione delle prestazioni per tornare ad avere delle Formula 1 veramente al top&rdquo;.

Alla vigilia del Gp Monza il ferrarista in 15 domande parla di s&eacute;, delle vittorie sempre pi&ugrave; difficili e del suo futuro a Maranello oltre il 2016

Alonso: Lavoro per rinnovare con Ferrari

Sar&agrave; stata l&rsquo;eccitazione per il miglior tempo temporaneo di Alonso nelle prove libere di ieri, sar&agrave; stato che ormai ha preso meglio conoscenza della situazione Ferrari F1. Fatto sta che ieri a Montecarlo, Marco Mattiacci, il nuovo team principal ha per la prima volta ampiamente parlato da capo della squadra, toccando tanti temi della Ferrari, specialmente quelli che riguardano il futuro della squadra di Maranello. Mattiacci &egrave; intervenuto anche alla tradizionale conferenza stampa dei team principal del giovedi: il suo &ldquo;debutto&rdquo; ufficiale a fianco dei colleghi. TORNARE AD ESSERE PRIMI Gi&agrave; nel paddock Mattiacci stavolta non ha evitato i microfoni, facendo capire con brevi frasi quali siano le sue direttive: &laquo;Serve un processo decisionale pi&ugrave; veloce, per far diventare la Scuderia un team pi&ugrave; agile, aggressivo, ambizioso e competitivo. Stiamo lavorando bene con James Allison, una persona estremamente valida. Ritengo sia preparatissimo e che avr&agrave; un futuro importante nel mondo Ferrari. E Alonso &egrave; un gran campione, molto &ldquo;demanding&rdquo; (usa il termine inglese per intendere &ldquo;esigente&rdquo;: si nota il suo periodo negli Usa per l&rsquo;uso frequente di termini anglosassoni, ndr). Ma ben venga: mi piacciono le persone che chiedono ogni minuto di fare di pi&ugrave;. Posso dire che stiamo gi&agrave; facendo le prime scelte: abbiamo gi&agrave; lavorato molto coinvolgendo tutti i collaboratori. C&rsquo;&egrave; un grosso coinvolgimento anche del presidente. Per cui stiamo facendo molto nel senso di investimenti, metodologie, processi di lavoro e cos&igrave; via. Dobbiamo lavorare con la chiara idea che dobbiamo tornare ad essere primi!&raquo;.  Un&rsquo;affermazione quest&rsquo;ultima che &egrave; piaciuta molto a parecchi tifosi Ferrari, che la contrapponevano al pi&ugrave; frustrante e rinunciatario &ldquo;Lottiamo per riuscire ad essere secondi dopo la Mercedes&rdquo; detto tante volte da Pat Fry. Ovviamente, l&rsquo;importante e che alla fine non si tratti solo di marketing e frasi ad effetto da una parte e realismo dall&rsquo;altra. IL QUADRO DEI PROBLEMI FERRARI Dopo essere stato accolto alla conferenza dei team principal con tutti gli onori, trattandosi della sua prima volta, e interrogato su quale fosse la sua visione del tipo di team Ferrari che voleva condurre, Mattiacci ha risposto: &laquo;Sarei estremamente arrogante nel dire di avere gi&agrave; una visione. Sicuramente sto avendo un quadro anche abbastanza preciso dei problemi che abbiamo sperimentato finora. &Egrave; evidente il divario nei confronti del leader del campionato. Quindi abbiamo chiaro in mente quali debbano essere i prossimi passi. Non direi visione, sappiamo di aver bisogno di un continuo miglioramento ogni gara e questo &egrave; il modo in cui stiamo lavorando. Abbiamo un sacco di attivit&agrave;, persone molto positive, i piloti giusti, ma sicuramente vi &egrave; la necessit&agrave; di migliorare notevolmente&raquo;. IL CONTROLLO DEI COSTI Sulla necessit&agrave; espressa da alcuni relativamente al controllo dei costi in F1: &laquo;Possiamo fare di pi&ugrave;, avendo sempre in mente che la Formula Uno deve fornire la migliore tecnologia e il miglior intrattenimento. Ma sicuramente stiamo facendo alcuni passi produttivi in questa direzione&raquo;.  &Egrave; stato contestato che fra le proposte vi fosse anche quella di fornire &ldquo;vetture clienti&rdquo; ai team minori. &laquo;Si tratta di una questione molto difficile - prosegue Mattiacci. - Noi crediamo fortemente nelle &ldquo;customer cars&rdquo;, le vetture clienti. Penso che se c&rsquo;&egrave; un modo per garantire un livello d&rsquo;ingresso meno costoso rispetto a un budget da top team, siano le vetture clienti. Ma se pensiamo cos&igrave; di ridurre drasticamente il divario tra un &ldquo;top team&rdquo; e un &ldquo;entry team&rdquo;... penso che sia un&rsquo;utopia. Sono d'accordo con una cosa detta da Christian (Horner), il problema sta nel sostenere di pi&ugrave; le auto &ldquo;clienti&rdquo; dando a un nuovo team la possibilit&agrave; di farsi due, tre anni di esperienza e di acquisire le conoscenze per poi diventare competitivi. Questo &egrave; un modo pratico, da &ldquo;realpolitik&rdquo;, di andare avanti. Ma sicuramente immaginare che tutte le squadre possano avere lo stesso budget, o un limite di budget, non credo sia una direzione che vogliamo prendere&raquo;. LA VELOCITA&rsquo; E I DIVARI DELLE F1 2014 Richiesto un punto di vista sui distacchi, sul fatto che a Barcellona la pole position di quest'anno fosse stata di 4,5 secondi pi&ugrave; lenta rispetto al 2013 e che la pole position in GP2 avrebbe permesso di partire al 14&deg; posto in griglia, Mattiacci risponde: &laquo;Prima di tutto penso che si stia facendo un ottimo lavoro. Dobbiamo riconoscere che la Mercedes ha la leadership perch&eacute; hanno lavorato in modo eccellente. Detto questo, &egrave; bene per l&rsquo;audience? &Egrave; bene per intrattenere il pubblico? Ho alcuni dubbi. Ma ci sono diverse strade che stiamo discutendo in merito a tale questione per ridurre i costi e al fine di fornire un prodotto migliore in Formula Uno&raquo;. COME AVVICINARSI ALLA MERCEDES Mattiacci non poteva evitare l&rsquo;argomento di come la Ferrari dovr&agrave; dividersi fra il recuperare il distacco dalla Mercedes durante la stagione, e al tempo stesso dirigere gli sforzi verso la vettura della prossima stagione. &laquo;Penso che come Ferrari siamo fiduciosi nel cercare di migliorare ogni gara ed essere competitivi. Questa &egrave; la cosa di cui io sono assolutamente sicuro. Possiamo vedere a poco a poco che stiamo andando nella direzione giusta. La Mercedes ha fatto un lavoro impressionante e ha ottenuto una leadership impressionante, ma penso, per dire cosa stiamo facendo, che abbiamo due grandi piloti e una squadra che &egrave; molto, molto concentrata nel colmare il divario. Su quando sia il momento opportuno per passare a pensare alla prossima stagione, &egrave; ancora presto per dirlo&raquo;.  Viene fatta un&rsquo;osservazione sul fatto che la Ferrari sia stata spesso vicina a vincere il campionato in questi ultimi anni (2008, 2010, 2012, ndr) mentre adesso pare che tale obbiettivo sia tornato sul medio-lungo termine. E a Mattiacci viene chiesto quale sia questo termine. &laquo;C'&egrave; un sacco di lavoro da fare. Non voglio dare alcun termine, sicuramente si tratta di un termine medio, ma stiamo per tornare competitivi. Questo &egrave; certo. Stiamo lavorando 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per tornare competitivi, questo &egrave; sicuro&raquo;. STRATEGIE DI SPONSORIZZAZIONE Parlando di strategie di sponsorizzazione e relativi limiti, viene evidenziata la forte associazione fra Marlboro e Ferrari, tramite la Philip Morris, arrivando a porre la questione se sia appropriato, per questo sport nel 2014, avere cos&igrave; forti legami con la pubblicit&agrave; del tabacco. &laquo;S&igrave;, in questo momento abbiamo un ottimo rapporto con Philip Morris. Stanno facendo un ottimo lavoro in termini di responsabilit&agrave; sociale. Si tratta di una partnership che dura da molti anni. &Egrave; fondamentale e cruciale attirare sponsor in Formula Uno, perch&eacute; questo significa sicuramente un sostegno finanziario maggiore per tutte le squadre. Allo stesso tempo restando integrati e collegati a diverse aree e diversi tipi di pubblico che, probabilmente, la Formula Uno non raggiunge oggi: quindi &egrave; pi&ugrave; che ben accetto lavorare pi&ugrave; profondamente a quel livello&raquo;. E NEWEY? Infine, la domanda che tutti si aspettavano: avete invitato Adrian Newey a venire a lavorare in Ferrari? Mattiacci risolve l&rsquo;imbarazzo in modo furbo: &laquo;Io? No!&raquo;, risponde secco da far sorridere gli altri team principal alla conferenza.  Maurizio Voltini

Il team principal di Maranello a Montecarlo fa il punto sui problemi attuali e obiettivi futuri del Cavallino  

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