Un break per fuggire dalla &ldquo;routine&rdquo; europea. Il Gran Premio del Canada obbliga i team a spostarsi con tempistiche differenziate rispetto a quelle adottate per gli appuntamenti nel Vecchio continente, ma soprattutto pu&ograve; considerarsi il primo vero approccio stagionale a una configurazione da basso carico aerodinamico. In Ferrari si &egrave; lavorato sul propulsore, uno dei fattori chiave per la prestazione sui rettilinei, ma non sar&agrave; l&rsquo;unico elemento che definir&agrave; il risultato in pista: &laquo;Montreal &egrave; una gara molto particolare e difficile per la vettura, per l&rsquo;impianto frenante e per tutta la trasmissione. E&rsquo; un circuito caratterizzato da forti accelerazioni e frenate, con poche vere curve&raquo;, spiega Diego Ioverno, responsabile delle operazioni in pista.  Un elemento di continuit&agrave; sar&agrave; costituito, invece, dalle gomme Pirelli, con le mescole supersoft e soft confermate dopo l&rsquo;esordio a Montecarlo, ma non potrebbe essere pi&ugrave; diverso il comportamento delle coperture: &laquo;E&rsquo; profondamente diverso l&rsquo;utilizzo delle gomme a Montreal rispetto a Montecarlo, dove l&rsquo;asfalto &egrave; meno esigente e si ha un problema di warm up iniziale, in Canada si dovr&agrave; gestire l&rsquo;usura&raquo;. Potrebbe essere un elemento che gioca a favore della SF15-T, tanto pi&ugrave; guardando alle temperature attese domenica, con sole e 24&deg; C nell&rsquo;aria.  Sul versante strategico sar&agrave; un gran premio da due soste, nel quale tenere d&rsquo;occhio il consumo di carburante, che &egrave; il pi&ugrave; elevato tra tutti i circuiti del mondiale. &laquo;Come in tutte le gare i pit e la strategia sono molto importanti, in passato era una gara caratterizzata da un solo pitstop e il momento in cui lo si effettuava aveva un&rsquo;importanza fondamentale. Negli ultimi anni si sono viste spesso gare con due pit stop e chi ha provato come noi l&rsquo;azzardo a farne uno non sempre &egrave; stato fortunato&raquo;.  Andar forte sul dritto e frenare altrettanto bene. Sembrerebbe equilibrio semplice da ricercare, quello vincente nel Gran Premio del Canada. Ma &egrave; anche vero che scaricare oltremodo le ali non &egrave; operazione che va molto d&rsquo;accordo con il stabilit&agrave; in staccata, perci&ograve; si dovranno bilanciare i vari aspetti, facendo affidamento sulla cavalleria per potersi permettere qualche grado in pi&ugrave; di ala. &laquo; Ci sono due aspetti fondamentali da tenere in massima considerazione per affrontare al meglio questo tracciato, la velocit&agrave; e l&rsquo;affidabilit&agrave; dell&rsquo;impianto frenante.  L&rsquo;assetto ottimale &egrave; quello che permette di combinare questi due elementi al meglio in modo tale che il pilota possa sentirsi a proprio agio spingendo al massimo. Notoriamente Montreal &egrave; un circuito anche molto severo per i consumi di carburante: anche in questo campo rispetto allo scorso anno abbiamo fatto molti passi avanti, ma come sempre il verdetto finale spetta alla pista&raquo;, analizza Raikkonen.  Da un cittadino all&rsquo;altro, dai muretti del Principato al Muro dei Campioni di Montreal, similitudini che in realt&agrave; non reggono troppo: &laquo;E&rsquo; vero che il circuito di Montreal &egrave; famoso perch&eacute; si passa molto vicino ai muretti, ma paragonato a Monaco o Singapore possiamo comunque definirlo ampio&raquo;, spiega il finlandese, chiamato a una prova finalmente completa sin dal sabato, per risparmiarsi rimonte domenicali che ne limitano il risultato.  Fabiano Polimeni

Ioverno e Raikkonen spiegano le criticit&agrave; da affrontare: dall&rsquo;importanza dei freni alla gestione delle gomme

Ferrari: non solo motore a Montreal

Sono le gomme, le principali imputate nel processo alla qualifica deludente di Kimi Raikkonen a Montecarlo, che significa quasi automaticamente una gara nella quale &ldquo;accontentarti&rdquo; di seguire chi sta davanti, sintesi perfetta fatta dal finlandese nel dopogara. O, quantomeno, il modo di interpretare le coperture da parte della SF15-T. Eppure, a guardare il distacco tra i ferraristi al sabato, si registrano ben 6 decimi, indizio di quanto soffra maggiormente Kimi una condizione tecnica non semplice da risolvere.  Nelle libere, a inizio week end, i piloti accusavano due situazioni diverse, a loro modo critiche sugli pneumatici: scarso grip davanti per Raikkonen, dietro per Vettel. Guardando al risultato delle qualifiche, il tedesco ha trovato un equilibrio migliore, senza considerare anche i problemi di traffico che hanno reso problematica la Q3 della Ferrari numero 7. &laquo;Era molto difficile far funzionare le gomme e quando non riesci ad attivarle in un giro, fa tanta differenza. Perdi molto tempo in un niente, dobbiamo trovare una soluzione e migliorare, questo far&agrave; una gran differenza&raquo;, dice Raikkonen.    Attivarle in fretta, conservando le proverbiali doti di gentilezza del telaio: un equilibrio non semplice da raggiungere. Se, poi, i limiti emergono su circuiti molto brevi e dalle caratteristiche uniche come Montecarlo, ci si potrebbe &ldquo;consolare&rdquo; guardando agli appuntamenti estivi, dove il freddo sar&agrave; un ricordo e potrebbe tornare vantaggiosa una situazione di delicatezza sulle coperture.  &laquo;Le gomme fanno pi&ugrave; differenza di ogni altra cosa e se funzionano o meno c&rsquo;&egrave; un sacco di differenza nel tempo sul giro. Ovviamente abbiamo migliorato la macchina, ma sappiamo che ci sono tante cose per cui non riusciamo a farle lavorare come vorremmo&raquo;. Analisi che riprende le considerazioni di Maurizio Arrivabene, il quale ha sottolineato come i miracoli da un anno all&rsquo;altro non si possano fare e che i limiti della F14-T non sono spariti d&rsquo;un colpo, servir&agrave; ancora tempo e lavoro per raggiungere la perfezione in ogni area.  &laquo;Al momento sappiamo quali sono i problemi, ma non &egrave; cos&igrave; semplice realizzare i pezzi o gli strumenti per mettere a punto quelle cose che ci farebbero migliorare sul giro singolo e le condizioni pi&ugrave; complicate. Se fosse facile, tutti lo farebbero, si tratta di una situazione nella quale mettere insieme le piccole cose, sono sicuro ci arriveremo, ma abbiamo ancora del lavoro da fare&raquo;, spiega Raikkonen.  Fabiano Polimeni

L&rsquo;analisi di Kimi sui motivi che hanno penalizzato le prestazioni della Ferrari nel GP F1 di Montecarlo

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Ferrari: non solo motore a Montreal

Raikkonen e le gomme da far funzionare