Il retroscena del GP di Sochi &egrave; quello che nessuno mai avrebbe voluto si avverasse. E a svelarlo &egrave; Helmut Marko, consulente sportivo della Red Bull: &quot;La fidanzata di un nostro pilota &egrave; stata infettata, mentre lui non &egrave; stato contagiato. C&rsquo;era una vita fantastica l&igrave; in Russia, fan di buon umore, bel tempo, bella atmosfera in citt&agrave;, ma fuori dal paddock c&rsquo;erano pochissime persone che camminavano indossando mascherine: non pu&ograve; continuare cos&igrave; con queste misure relatiavemente restrittive. Un altro pilota &egrave; andato a una festa in cui erano presenti tre persone col covid, e anche lui poi fortunatamente &egrave; risultato negativo&quot;.  Il turbo ibrido &egrave; il male assoluto  C&#39;&egrave; qualche scuderia che nasconde qualcosa?  Non fa nomi per ora Marko, nelle parole rilasciate al sito SpeedWeek, ma lancia solo una bomba che fa esplodere tutto il Circus. Di chi parla l&#39;ex pilota austriaco? Dei piloti Red Bull e quindi Verstappen e Albon? Oppure dell&#39;Alpha Tauri e di Gasly e Kvyatt? O ancora di uno dei ragazzi dell&#39;Accademy?&nbsp;  Curioso come sia stato proprio lui prima dell&#39;inizio del Mondiale 2020 a proporre, chiaramente in modo provocatorio, di creare una sorta di &quot;campo Covid&quot; per tutti i piloti Red Bull cos&igrave; da farli infettare lievemente per poi guarire e sviluppare gli anticorpi giusto in tempo per poter correre la stagione motoristica.  Un grande cambiamento di opinione visto che adesso lamenta una mancata attenzione e dei giusti protocolli Fia per la sicurezza sanitaria di tutta la Formula 1. Attualmente l&#39;unico pilota contagiato e guarito resta Checo Perez, rimpiazzato per un periodo da Hulckenberg e poi reintegrato in Racing Point una volta negativo al doppio tampone. La domanda viene spontanea: c&#39;&egrave; qualche team quindi che a tre giorni dal Gp dell&#39;Eifel nasconde qualcosa?&nbsp;  &nbsp;  &nbsp; 

<p>Il consulente della Red Bull d&agrave; una bella scossa a tutto il Circus svelando il retroscena della positivit&agrave;, oltre ai 10 contagiati riscontrati dopo il GP di Sochi, anche per una fidanzata di un pilota. Di chi si tratta?</p> 

Red Bull, Marko e le ombre sul Circus: &quot;In Formula 1 la ragazza di un pilota ha il Covid&quot;

Renault, Red Bull e dichiarazioni di Helmut Marko. Il mix, lo scorso anno, &egrave; stato spesso esplosivo. Le critiche continue al lavoro del motorista hanno incrinato il rapporto, salvo poi essere costretti, in Red Bull, a una rapida retromarcia quando si sono accorti che di alternative per restare in Formula 1, con altra power unit, non ce n&rsquo;erano. Da Renault a TAG-Heuer, cambia il nome non la sostanza e il lavoro di sviluppo portato avanti dai tecnici Renault Sport sembra dia i suoi frutti.  Cambiano cos&igrave; anche le dichiarazioni di Marko, &ldquo;stranamente&rdquo; concilianti e a riconoscere un miglioramento. Ovviamente, non prima di aver ribadito: &laquo;La macchina &egrave; fantastica, come ci aspettavamo&raquo;. Poi, aggiunge: &laquo;Sono soddisfatto soprattutto del lavoro fatto da Renault in inverno, sull&rsquo;affidabilit&agrave; e la reattivit&agrave; hanno fatto un passo avanti. Adesso i progressi si traducono anche nei tempi sul giro&raquo;. L&rsquo;ultima evoluzione di power unit proposta nel 2015 in Brasile non diede i risultati auspicati dalla Red Bull, che quantifico in un miglioramento cronometrico trascurabile gli sforzi Renault. Dichiarzioni di Marko alle quali sommare quelle di un Ricciardo che non si &egrave; ancora sbilanciato sul potenziale velocistico, limitandosi a segnalare l&rsquo;affidabilit&agrave; superiore.  La power unit 2016, da quel che anticipa Helmut Marko, vedr&agrave; il primo step evolutivo a Montreal: &laquo;Ci sar&agrave; un importante aggiornamento, dopodich&eacute; potremo puntare a ottenere dei podi confidando unicamente sulle nostre forze&raquo;, si sbilancia ad Auto Bild.  Parole insolite, che Gerhard Berger ha commentato: &laquo;Se Helmut riconosce dei meriti alla Renault, allora il passo avanti del motore dev&rsquo;essere enorme&raquo;.  Fabiano Polimeni

Elogi ai quali non eravamo abituati dal consulente Red Bull al motorista. E dal Canada punta in alto

Marko, brava Renault

Quanto dovrebbe guadagnare un pilota di Formula 1? Secondo Helmut Marko, molto meno degli ingaggi attuali. Va detto che, per quanto i top driver raggiungano cifre da considerare faraoniche per i comuni mortali, le cose cambiano se rapportate con altri sportivi. Confrontando l&rsquo;ingaggio annuo stimato di Alonso e quello di Floyd Mayweather, non c&rsquo;&egrave; partita: 36 a 275, ovviamente in milioni di euro.  &laquo;In linea di massima i piloti di oggi sono strapagati, per due ragioni. La prima &egrave; che esiste solo un piccolo rischio di incidente grave o fatale; la seconda, riguarda i giovani talenti come Verstappen o Wehrlein, che riescono facilmente a guidare senza sforzi queste macchine per 100 giri&raquo;, spiega Marko a Sport Bild. Il fattore-rischio a ben vedere &egrave; solo una piccola parte da considerare nel determinare l&rsquo;ingaggio.  F1, Hamilton il pilota pi&ugrave; pagato  Piuttosto, in un libero mercato nel quale tutti vogliono accaparrarsi i servizi dei migliori, la partita si gioca sul piano economico e delle garanzie tecniche. Scandalizzarsi perch&eacute; cinque piloti su 20 guadagnano dai 10 milioni di euro (Button) fino ai quasi 40 di Alonso, &egrave; esagerato. &laquo;In passato, anche Vettel aveva bisogno di prendersi delle pause, perch&eacute; non era abituato alle grandi forze generate dalla macchina. Questo significa che sono pi&ugrave; semplici da guidare oggi e i piloti fanno di meno&raquo;, aggiunge il consulente Red Bull.  Detto che non si pu&ograve; certo legare la retribuzione ai regolamenti tecnici che rendono pi&ugrave; o meno veloci le monoposto, l&rsquo;ingaggio dei piloti dovrebbe essere commisurato a &ldquo;quante&rdquo; attivit&agrave; devono compiere in macchina?  Opposta &egrave; la visione di Niki Lauda, che ristabilisce un po&rsquo; l&rsquo;equilibrio delle cose: &laquo;I piloti non guadagnano troppo. Non dobbiamo dimenticarci i proventi generati dalla Formula 1 ogni anno e quanto gli stessi piloti contribuiscano a ci&ograve;&raquo;.  Fabiano Polimeni  

Macchine troppo semplici da guidare, anche i migliori giovani riescono ad andar forte. Lauda non &egrave; d&rsquo;accordo

F1, Marko: piloti strapagati

Consigli &ldquo;interessati&rdquo;, quelli che Helmut Marko rivolge a Renault. Il consulente di Red Bull analizza il quadro che si prospetta davanti al team per il 2016 e vuole che sia chiaro un punto: i motori li paghiamo e li abbiamo sempre pagati in passato, per cui ci aspettiamo un adeguato ritorno. Parole che potrebbero apparire &ldquo;scontate&rdquo;, ma che si completano nel loro significato quando aggiunge: &laquo;Guardando all&rsquo;ex team Lotus, oggi team Renault, credo sarebbe saggio se si concentrassero su di noi.  Con la squadra che hanno e quei piloti, non otterranno praticamente nulla&raquo;, l&rsquo;affondo rilanciato da Motorsport Magazin. Come a voler suggerire di non trattarli da semplici clienti, magari di serie B, perch&eacute; la Red Bull pu&ograve; assicurare garanzie tecniche pi&ugrave; ampie con un progetto telaisticamente e aerodinamicamente vincente, se il motore sar&agrave; all&rsquo;altezza.  E&rsquo; consapevole anche del &ldquo;rischio&rdquo; di essere battuti dalla piccola Toro Rosso, in una lotta interna che vedr&agrave; proprio nella power unit l&rsquo;elemento di differenziazione e, al tempo stesso, un parametro per misurare i progressi Renault. &laquo;Considerato l&rsquo;attuale livello di cavalli, Toro Rosso sar&agrave; pi&ugrave; veloce tra i 4 e i 6 decimi a giro, rispetto all&rsquo;anno scorso. Hanno un solo problema, quello di ritrovarsi con un motore 2015 che non sar&agrave; sviluppato&raquo;, riconosce.  Lo scenario di stare dietro al team &ldquo;satellite&rdquo; non lo preoccupa: &laquo;Se scopriremo che il motore Renault non avr&agrave; compiuto evidenti miglioramenti, allora Toro Rosso sar&agrave; davanti nelle prime gare: non &egrave; bello ma non &egrave; nemmeno un problema.  Siamo una famiglia e, se dovesse verificarsi questo scenario, Red Bull dovr&agrave; lavorare ancor pi&ugrave; duramente. Sono convinto che il motore Renault, nel corso del campionato, arriver&agrave; allo stesso livello del Ferrari&raquo;.  Fabiano Polimeni

I &ldquo;consigli&rdquo; alla casa transalpina, ritenuta senza chance di far bene con il team ufficiale

Marko a Renault: si concentri su Red Bull

di Cesare Maria Mannucci  Il prossimo anno la futura Red Bull Rb12 sar&agrave; motorizzata Tag-Heuer. Ossia il propulsore Renault ribattezzato con il prestigioso nome della Casa di orologi, di propriet&agrave; del gruppo LVMH. Helmut Marko, il &ldquo;Dottore&rdquo;, uomo che comanda la presenza Red Bull in F.1, link diretto con Dietrich Mateschitz, si augura che le cose possano migliorare rispetto alla stagione appena conclusasi, la pi&ugrave; disastrosa nella recente storia ricca di successi della Red Bull in F.1. Nella sua analisi sul campionato appena concluso, Helmut Marko analizza tutto.  Dai problemi con la Renault, al &ldquo;Cartello&rdquo; - lo chiama proprio cos&igrave; - fatto dagli altri Costruttori contro la Red Bull. Da una certa ingenuit&agrave; della Red Bull nel pianificare il proprio futuro senza valutare a fondo le impilicazioni delle proprie vittorie passate, agli occhi degli altri Costruttori automobilsitici coinvolti in F.1. Il primo anno senza Vettel, quanto valgono Kyvat e Ricciardo, le nuove star che si prospettano all&rsquo;orizzonte come Verstappen e Sainz.  La fine dell&rsquo;idea di realizzare un motore Red Bull, la crisi in numeri della F.1 rispetto ad altre categorie del motorsport.  Le vere ragioni per i no ricevuti da Mercedes, Ferrari e Honda, i rapporti con la Renault e le aspettative della Red Bull per il 2016. Tutto raccontato con la solita lucidit&agrave; analitica che contraddistingue da sempre il Marko pensiero.  - Per la Red Bull la stagione pi&ugrave; dura, la prima senza vittorie da 7 anni. Cosa hai imparato da questo campionato? &laquo;Che non bisogna mai arrendersi, anche quando la situazione sembra disperata. Perch&eacute; all&rsquo;inizio non solo c&rsquo;erano i problemi con la power-unit, ma anche il telaio e l&rsquo;aerodinamica non erano al massimo, c&rsquo;erano parecchie cose da sistemare. Visto che il motore non era performante, abbiamo dovuto lavorare in maniera pi&ugrave; intensa e ossessiva per cercare di recuperare parte delle performance con la vettura. Ecco direi che abbiamo imparato a massimalizzare quel poco o tanto che avevamo&raquo;.  - Al di l&agrave; dei problemi con la power-unit, non &egrave; stato un errore da parte di Red Bull sostituire un pilota 4 volte campione del mondo come Vettel con Kvyat, che non era mai salito su un podio e aveva una esperienza molto limitata? &laquo;Dopo le tre vittorie ottenute nel 2014, credo che si possa considerare Ricciardo un pilota esperto, gi&agrave; formato. Cos&igrave; gli abbiamo messo vicino un giovane pilota, che poi alla fine dell&rsquo;anno ha fatto pure pi&ugrave; punti. I piloti in questa stagione non sono mai stati un problema. All&rsquo;inizio di campionato, Kvyat &egrave; stato tormentato da problemi tecnici, che molti hanno equivocato per suoi problemi. Cos&igrave; sembrava che fosse in difficolt&agrave; a correre per una grande squadra come la Red Bull, ma non era cos&igrave;. Ora &egrave; molto competitivo. Ovviamente, quando puoi disporre di Sebastian Vettel, sei perfettamente consapevole della sua qualit&agrave; e del suo rendimento, sempre altissimo e costante.   Kvyat quest&rsquo;anno &egrave; forse il pilota che ha mostrato pi&ugrave; progressi, in Ungheria con il secondo posto ha fatto una corsa perfetta. Sapevamo che quest&rsquo;anno Renault non sarebbe stata in grado di realizzare una power unit competitiva e inizialmente affidabile. Cos&igrave; era meglio avere un pilota giovane, comunque motivato, che non si arrendesse davanti alle difficolt&agrave; tecniche, che nelle prime gare sono state davvero enormi. Diciamo che se avessimo preso un pilota come... Fernando Alonso, probabilmente si sarebbe lamentato tutto il tempo. Kvyat &egrave; un pilota giovane, molto motivato, che ha imparato tanto nel corso della stagione. Magari in alcune occasioni sar&agrave; sembrato perso, ma l&rsquo;unica volta ch&egrave; &egrave; stato in reale difficolt&agrave; &egrave; stato durante il Gp di Montecarlo. Dopo quella corsa, direi che si &egrave; messo a posto&raquo;.  - Avete bussato alla porta di Ferrari, Mercedes e Honda, ma nessuno alla fine vi ha dato la power unit per il 2016. Ritieni che i grandi Costruttori abbiano fatto &ldquo;Cartello&rdquo; contro di voi? &laquo;Esatto, &ldquo;Cartello&rdquo; &egrave; la parola corretta. Purtroppo ci siamo accorti di questa situazione solo alla fine, quando ormai era troppo tardi. Da un certo punto di vista siamo persino orgogliosi che team come Mercedes, Ferrari e McLaren abbiano paura di noi, tanto da non darci il motore. Noi che siano solo una squadra indipendente. In realt&agrave; si &egrave; trattato di un vero e proprio &ldquo;Cartello&rdquo; contro di noi, contro la Red Bull&raquo;.  (Continua)  L&rsquo;intervista completa su Autosprint n.49 in edicola

Nel 2016 Red Bull avr&agrave; ancora il motore Renault ma ribattezzato Tag-Heuer. Un estratto dell&rsquo;intervista pubblicata su Autosprint in edicola

F1, Helmut Marko e il suo j'accuse

Lo scenario &egrave; chiaro: Red Bull con motorizzazione Ferrari nel 2016. Altre alternative non ce ne sono e le parole di Helmut Marko in un&rsquo;intervista al sito ufficiale della Formula 1, quando paventa come estrema opzione anche l&rsquo;uscita dal mondiale a fine anno, sono buone per i commenti da bar. I dettagli dell&rsquo;accordo, munifico per il team di Maranello, li sveliamo su Autosprint in edicola, insieme ai possibili scenari che potrebbero aprirsi a medio termine, rimessi fortemente in discussione dal terremoto che negli ultimi giorni si &egrave; abbattuto su Volkswagen.  L&rsquo;affondo iniziale, Marko lo riserva per l&rsquo;ennesima volta alla Renault: &laquo;Non sono riusciti a fornirci un motore che ci permettesse di competere per le posizioni di testa, &egrave; semplice. La scorsa stagione e quella in corso sono state difficili e non intravedevamo la possibilit&agrave; che arrivassero il prossimo anno sullo stesso piano di Ferrari o Mercedes&raquo;.  Come qualsiasi cliente, fa considerazioni legittime, spiegando come &laquo;paghiamo per un prodotto e a nessuno piace spendere soldi per uno inferiore, era il tempo di prendere una decisione&raquo;. E&rsquo; stata presa e, dopo il no ricevuto da Mercedes, l&rsquo;alternativa &egrave; diventata la Ferrari. Christian Horner, al sabato di Singapore, ha ribadito che non si cerca nient&rsquo;altro che un motore competitivo, quello che a Maranello possono realizzare. Eppure Marko gioca ancora con la minaccia di un&rsquo;uscita dalla Formula 1 come possibile opzione a fine anno, del tutto irrealistica: &laquo;L&rsquo;accordo con la Ferrari non &egrave; ancora stato definito ma s&igrave;, abbiamo avuto un incontro con il signor Marchionne a Monza. C&rsquo;&egrave; anche l&rsquo;opzione di fermarsi con la Formula 1&raquo;, rilancia quando gli chiedono cosa potrebbe accadere senza una fornitura del Cavallino rampante. &laquo;E&rsquo; uno degli scenari. Se non avremo un motore che ci permetter&agrave; di competere davanti, preferiremmo fermarci&raquo;.  L&rsquo;interesse del team &egrave; quello di avere una specifica quanto pi&ugrave; vicina all&rsquo;ufficiale: &laquo;Non ci preoccuperemo se ci saranno pochi cavalli in meno. Alla fine &egrave; molto semplice verificare quel che abbiamo con i controlli attraverso il GPS e altri parametri. La verit&agrave; &egrave; che non si tratta dell&rsquo;hardware del motore, il problema &egrave; sulle benzine e il software&raquo;.  Tornando all&rsquo;attualit&agrave; sportiva, Marko guarda gli obiettivi anche per Red Bull e Toro Rosso, la prima con 59 punti di divario dal terzo posto della Williams, la seconda in lizza per il quinto posto nel Costruttori e spiega perch&eacute; non crede possibile il recupero: &laquo;Nel momento in cui corriamo su circuiti di motore non abbiamo la minima possibilit&agrave; e, dopo Singapore che ha portato un buon bottino di punti, c&rsquo;&egrave; una serie di piste da motore: Suzuka, Sochi, Austin e il Brasile. La Toro Rosso, poi, ha avuto troppi problemi sfortunatamente, perci&ograve; dobbiamo guardare con realismo e per la Red Bull significa finire quarta, mentre per la Toro Rosso &egrave; tutto da vedere&raquo;.  Fabiano Polimeni

Sulla fornitura Ferrari dichiara di non essere preoccupato di una leggera disparit&agrave; di cavalli tra motore ufficiale e clienti

F1, Marko: cavallo pi&ugrave;, cavallo meno

Appuntamento a Singapore. Lo d&agrave; Helmut Marko, anticipando che sar&agrave; a Marina Bay che si conoscer&agrave; un po&rsquo; di pi&ugrave; del futuro Red Bull. La pista Mercedes negli ultimi giorni si &egrave; raffreddata parecchio e l&rsquo;addio a Renault appare cosa fatta (secondo certe fonti sarebbe gi&agrave; stata comunicata la disdetta della fornitura); l&rsquo;alternativa resta la power unit Ferrari. &laquo;I colloqui con Mercedes sono giunti al termine ancor prima di entrare nei dettagli. C&rsquo;erano delle richieste specifiche ma non abbiamo raggiunto un punto tale da discuterne approfonditamente. Vedremo adesso quale motore useremo&raquo;, rivela ai tedeschi di Speedweek.  Il dilemma di un motorista nel fornire le power unit a un team come la Red Bull &egrave; facile immaginare quale possa essere, almeno il pi&ugrave; evidente: ritrovarsi non solo con un competitor in pi&ugrave; in grado di vincere, ma potenzialmente con un team cliente che vada meglio dell&rsquo;ufficiale. Sarebbe un po&rsquo; il tirarsi la zappa sui piedi. A sentire Marko, tuttavia, non &egrave; solo con il V6 tedesco che la Red Bull pu&ograve; tornare vincente, anzi: &laquo;Forse saremo in grado di battere la Mercedes con il nuovo pacchetto e allora sarebbe molto pi&ugrave; spiacevole che se lo facessimo con un loro motore&raquo;.  Quando gli fanno notare il tempo che passa e il progetto per la monoposto 2016 che avanza, senza ancora chiarezza su quale motore dovr&agrave; trovare posto al retrotreno, l&rsquo;advisor minimizza: &laquo;Non siamo ancora in una fase critica, perch&eacute; la Red Bull ha standard tecnici molto elevati e non ci troviamo sotto una forte pressione come, invece, la Toro Rosso. Questo perch&eacute; loro sono un team molto pi&ugrave; piccolo, ma una cosa &egrave; certa: prima si avr&agrave; una decisione, meglio sar&agrave;&raquo;.  A Monza, Sergio Marchionne ha ribadito come lui discuta con chiunque, se pu&ograve; fare il bene dell&rsquo;azienda, e sullo scenario di una Red Bull motorizzata Ferrari Marko commenta: &laquo;Per noi sarebbe il primo passo per avere finalmente un motore nuovamente competitivo, cos&igrave; non ci troveremmo a inizio campionato con una partenza a handicap. Quando ci saremo assicurati un motore competitivo, allora inizieremo a pensare cosa potr&agrave; accadere a lungo termine&raquo;.  Fabiano Polimeni

Lo stratega della Red Bull parla della situazione motori. Ora &egrave; la Ferrari la principale candidata

F1, Marko: stop trattative Red Bull-Mercedes

Il Gran Premio d&rsquo;Austria &egrave; alle porte, ma non si annuncia un week end memorabile per le Red Bull, che pure giocano in casa. Conta nulla il fattore &ldquo;mura amiche&rdquo; in Formula 1 ed Helmut Marko lo sa bene. Cos&igrave;, a F1.com parla d&rsquo;altro che non delle chance di vittoria di Kvyat e Ricciardo. Parla di motori, di Strategy Group (inutile, perch&eacute; ciascun team pensa ai propri interessi, a dire dell&rsquo;advisor austriaco) e dello spettacolo da riportare nella categoria. Gara difficile quella di Montreal e altrettanto lo sar&agrave; sul Red Bull Ring: per tornare a navigare in zona punti, quella pregiata a ridosso del podio, si dovr&agrave; attendere. &laquo;A Monaco abbiamo avuto un risultato fantastico per il morale del team e ha dimostrato che il telaio &egrave; come lo volevamo, i prossimi circuiti simili saranno Budapest e poi Singapore. Se hai solo tre appuntamenti dove sei relativamente competitivo, &egrave; la fine di tutti i sogni di gloria! E&rsquo; fastidioso&raquo;.  Per di pi&ugrave; dovranno affrontare gli appuntamenti futuri con la consapevolezza di dover subire diversi arretramenti in griglia per la sostituzione della power unit. Cinque non basteranno, si andr&agrave; ancora oltre e quello messo meglio a tal proposito, nella galassia Red Bull-Toro Rosso, &egrave; Carlos Sainz: &laquo;Solo Max ha usato finora il quinto motore, ma nelle prossime due o tre gare saremo costretti a montarlo su entrambe le Red Bull. Sainz &egrave; fortunato, &egrave; solo al terzo motore e potrebbe montarlo a Monza (il quinto; ndr)&raquo;.  Il team anglo-austriaco ha provato la mossa di un&rsquo;estensione al limite fissato dal regolamento quest&rsquo;anno, ma non c&rsquo;&egrave; stato nulla da fare, per ragioni di costi, non ne &egrave; convinto per&ograve; Marko, che dice: &laquo;Mercedes si &egrave; espressa contro per ragioni di costi, il che ritengo sia lontano dalla realt&agrave;. Hanno un vantaggio e vogliono conservarlo. Un sesto motore sar&agrave; inevitabile, proveremo a sostituirli su circuiti nei quali non sar&agrave; troppo penalizzante, non vogliamo certo cambiarlo in Ungheria, dove abbiamo buone chance di essere competitivi, come anche a Singapore. Monza, dove avremmo comunque poche possibilit&agrave;, &egrave; una pista buona per cambiarlo&raquo;.  Infine, ha anche la ricetta per incrementare lo spettacolo e limitare il potere degli ingegneri: &laquo;Il problema potrebbe risolversi facilmente: gli ingegneri possono spendere solo i soldi che i team ricevono dagli sponsor. Si adatterebbero subito a un diverso approccio di spesa, lo spettacolo e i tifosi non sono al centro dei loro pensieri, vivono unicamente dalla loro prospettiva tecnica, ma dopotutto la Formula 1 &egrave; anche uno show e dobbiamo soddisfare quello che i tifosi vogliono vedere. A mio avviso vorrebbero qualcosa di selvaggio e spettacolare, non un&rsquo;estensione di tutte le restrizioni che ci sono nella normale circolazione stradale. Servono dei limiti, delle regole, ma vogliono vedere uno spettacolo quando arrivano in pista&raquo;.  Fabiano Polimeni

Saranno i circuiti pi&ugrave; simili a Monaco, nei quali poter tornare davanti secondo Helmut Marko 

F1, Red Bull punta Ungheria e Singapore

L&rsquo;affidabilit&agrave; sembra sia stata raggiunta, almeno guardando l&rsquo;esito del Gran Premio del Canada per i team motorizzati Renault. Sulle prestazioni, invece, c&rsquo;&egrave; ancora una montagna da scalare. Saranno agevolati dalla disponibilit&agrave; di 12 gettoni per lo sviluppo, quello che potrebbe portare una power unit con specifiche differenti e aggiornata. C&rsquo;&egrave; chi immagina il Gran Premio del Belgio per il debutto, mentre Helmut Marko pone molto pi&ugrave; in avanti l&rsquo;appuntamento, fissandolo non prima delle ultime tre gare  &laquo;La cosa frustante con la power unit riguarda i tempi di risposta, semplicemente troppo lunghi&raquo;, dice Horner riferendosi a tutta la serie di processi che intercorrono tra una nuova soluzione e la sua implementazione finale sul motore che scende in pista. &laquo;Verranno effettuati dei test importanti nelle prossime due settimane a Viry sul banco prova e avranno un impatto cruciale sul prossimo anno o, quantomeno, daranno la direzione da seguire. Si preannunciano due grandi settimane dietro le quinte a Viry Chatillon&raquo;, riporta Motorsport.com.  In un&rsquo;intervista al sito della Formula 1, chi calca la mano sul deficit di potenza &egrave; Helmut Marko: &laquo;L&rsquo;avete visto a Montreal, non appena c&rsquo;&egrave; un lungo rettilineo, lo subiamo. Sappiamo di avere un handicap sul versante motoristico, relativamente alla potenza. Stiamo cercando di adattarci con bassi carichi aerodinamici, ali ridotte, ma c&rsquo;&egrave; un limite a quel che puoi ottenere&raquo;.  E&rsquo; la Ferrari il termine di paragone che deve avere in mente Renault: &laquo;Ferrari ha dimostrato che &egrave; possibile recuperare durante la stagione e Renault ora riconosce quel che devono fare: lo sviluppo non &egrave; stato indirizzato nella giusta direzione&raquo;.  Fabiano Polimeni

Si attendono grandi passi avanti dal prototipo di power unit che girer&agrave; al banco in queste settimane

F1, Renault al lavoro

Tutti ricordiamo come a inizio 2014 la Red Bull fu tra quei team che pi&ugrave; uscirono in modo tecnicamente tragico dalle prove invernali, girando pochissimo. Ma &egrave; anche storia come poi la squadra di Milton Keynes si riprese in modo spettacolare, arrivando a vincere ben tre gare e risultando l'unica a spezzare il monopolio Mercedes. Quest'anno per&ograve; le cose stanno andando ben diversamente: in ombra nei test precampionato, pur se in maniera meno drammatica dello scorso anno, ha per&ograve; continuato a restare nella mediocrit&agrave; (tutt'altro che aurea...) anche nei primi due Gran Premi. Subendo oltretutto l'onta di "pigliarle" pure dai cugini di Faenza, con le Toro Rosso quasi sempre davanti nonostante a guidarle vi siano due (splendidi) "novellini".  Ad analizzare la situazione della Red Bull ci aiuta un'intervista esclusiva che Helmut Marko, l'ex pilota austriaco ora "motorsport consultant" del team, ha rilasciato a Formula1.com, dove si inizia chiedendo lumi su uno degli elementi pi&ugrave; criticati, cio&egrave; la power unit francese: per quanto riguarda il propulsore Renault, come vi trovate in questo momento? &laquo;Siamo molto distanti dalla Mercedes - risponde Marko - che sta dominando in modo lampante. Queste unit&agrave; sono complesse: motore endotermico e ibrido, MGU-K, MGU-H&hellip; E c'&egrave; da mettere tutto insieme e fare in modo che sia guidabile: &egrave; questo a fare la differenza, ed &egrave; chiaramente il caso Mercedes. Ma dato che le regole non sono aperte, questo significa che hai la possibilit&agrave; di apportare modifiche solo su una scala molto limitata, e di conseguenza diventa molto difficile, se non impossibile, riuscire a recuperare&raquo;.  &Egrave; qualcosa che riguarda solo il 2015 oppure fino a quando non cambieranno i regolamenti? &laquo;Questa situazione durer&agrave; fino a quando le regole non verranno cambiate di nuovo. Certo, quando ti capita un weekend disastroso come quello di Melbourne, le parole sfuggono alla svelta; e il fine settimana in Malesia non ha facilitato granch&eacute; la situazione. Ora abbiamo istituito un sistema in cui viene chiaramente definito chi ha certe responsabilit&agrave;, in quanto ci sono stati in passato errori da parte Renault cos&igrave; come da parte nostra, anche perch&eacute; vi sono differenti culture aziendali. C'&egrave; fondamentalmente un'organizzazione statale, mentre noi in UK abbiamo persone molto motivate che reagiscono istantaneamente a qualsiasi necessit&agrave;. Aggiungiemo i problemi alla struttura di prova, e si arriva alla situazione che avete visto nelle ultime due gare. Come e quando troveremo dei miglioramenti, e se in questa stagione o nel 2016, non &egrave; ancora chiaro&raquo;. Dove va la Renault?  Quanto pensate siano reali le minacce Renault di tirarsi indietro? &laquo;In Renault stanno spendendo un sacco di soldi per questo propulsore. Non tanti quanto Mercedes, ma lo stesso una quantit&agrave; significativa. E si confrontano con gli stessi problemi che abbiamo noi: il loro coinvolgimento in F1 deve ripagare! Aggiungete che la Renault si sente sottorappresentata sul lato del marketing, e cos&igrave; si arriva a considerazioni come comprare la Toro Rosso o pi&ugrave; facilmente aggiungervi una livrea gialla per avere una migliore piattaforma di marketing. Ma naturalmente le cifre devono corrispondere&raquo;.  Che significato potrebbe avere, per la Red Bull Racing, se la Toro Rosso diventasse gialla? &laquo;Un simile scenario potrebbe aver luogo solo se la stretta relazione fra RBR e Toro Rosso restasse intatta all'interno delle regole. L'organico della Red Bull Racing &egrave; molto pi&ugrave; elevato e l'equipaggiamento del team pi&ugrave; sofisticato: quindi senza il know-how della RBR, la Toro Rosso ne risentirebbe come competitivit&agrave;. Per cui, come ho detto, una stretta interazione fra entrambe le squadre &egrave; fondamentale per un tale scenario&raquo;. Power unit alternative  Ci sono voci che l'Audi avrebbe gi&agrave; pronta una power unit e stia aspettando solo che la parte posteriore della monoposto Red Bull diventi disponibile. &Egrave; cos&igrave;? &laquo;Rispondo con le parole di Dietrich Mateschitz: non ci sono stati colloqui n&eacute; stiamo iniziando una campagna acquisti invernale. Mi riferisco anche ai 300 milioni che sono stati messi in giro come prezzo di vendita&raquo;. Ma non avete dato un'occhiata in giro per quanto riguarda un possibile cambiamento della power unit? &laquo;Abbiamo un contratto con la Renault fino alla fine del 2016. Un nuovo costruttore di motori dovrebbe aspettare, nel rispetto delle regole, fino al 2017 per vedere cosa sia possibile. Questa decisione su cosa fare nel 2017 dev'essere presa presto, perch&eacute; ogni nuovo costruttore ha bisogno di tempo per lo sviluppo. Immagino almeno due anni&raquo;. Ma riuscite ad immaginare di avere un altro prodotto sul lato posteriore della vostra macchina? &laquo;Non siamo interessati a sviluppare una nostra power unit. Noi siamo costruttori di telai e squadra corse, e la nostra priorit&agrave; &egrave; quella di rendere ancora una volta un successo la nostra partnership con Renault. Qualora ci&ograve; non accadesse, sarebbe normale cercare alternative&raquo;.  La Red Bull ha avuto 5 anni di grandi successi con la Renault, culminati nella conquista di 8 titoli in 4 anni. Pu&ograve; una cattiva annata distruggere un matrimonio cos&igrave; felice? &laquo;S&igrave;, abbiamo avuto anni di grandi successi con la Renault, per cui &egrave; stato davvero inaspettato avere una cos&igrave; difficile stagione nel 2014 e che il motore Renault non potesse competere con il Mercedes. Certo abbiamo migliorato nel corso della stagione e siamo rimasti l'unica altra squadra a vincere oltre alla Mercedes. Quindi la delusione che l'inizio del 2015 sia stata nuovamente una catastrofe, &egrave; stata davvero grande. Ora ci troviamo al secondo anno di problemi, e in questo momento in sesta posizione fra i costruttori proprio dietro al nostro junior team! Naturalmente questo &egrave; stato un campanello d'allarme per le persone che lavorano a Viry, che ci hanno promesso un significativo aumento delle prestazioni nel corso del campionato, che ci permetter&agrave; di essere di nuovo competitivi&raquo;. Futuro immediato  &Egrave; ci&ograve; che vi aspettate?  &laquo;Questo &egrave; ci&ograve; che ci aspettiamo, e la Renault ci ha informato con fatti e cifre. Ma avviene con met&agrave; anno di ritardo&raquo;. Quindi quali saranno i requisiti minimi per fine stagione 2015? &laquo;La Toro Rosso dovrebbe finire al 5&deg; posto e la Red Bull al 3&deg;. Con l'handicap che abbiamo avuto quest'anno sul fronte del propulsore, alla fine potremmo dire: "Per questa stagione va bene cos&igrave;". Ma non a medio termine&raquo;, conclude Marko.  Maurizio Voltini

Intervista al consulente di una delle squadre F1 che sta pi&ugrave; deludendo in questo avvio di stagione

Marko e il disastroso 2015 della Red Bull

Helmut Marko continua ad esternare contro l&rsquo;attuale situazione in F.1. Dopo avere evocato l&rsquo;introduzione del Balance of Performance, ora Marko evoca il ritorno di Max Mosley: &laquo;In F.1 serve una leadership forte che possa forzare il processo decisionale, oggi troppo complicato. Proprio come era all&rsquo;epoca di Max Mosley. Dai nostri ultimi dati, nel 2014 l&rsquo;audience complessivo mondiale della F.1 &egrave; calata del 26%. Sino a quando le regole tecniche e sportive saranno le attuali, bisogna chiedersi quale sia il reale valore commerciale di questa F.1. Solo quando la F.1 non sar&agrave; pi&ugrave; vista da nessuno, allora forse alla Mercedes si renderanno conto della situazione&raquo;.  

&ldquo;Nel 2014 l&rsquo;audience complessivo mondiale della F.1 &egrave; calata del 26%. SErve una leadership forte&rdquo;. 

Formula 1, Helmut Marko rivuole l&rsquo;era Mosley 

Prendere gli attuali motori V6, montarvi due turbocompressori invece di uno, eliminare la regola del flussometro e sbarazzarsi dell&rsquo;Ers e di tutte le componenti ibride. &Egrave; la &ldquo;pazza idea&rdquo; di Helmut Marko, superconsigliere Red Bull, per limitare i costi: &ldquo;Cos&igrave; il prezzo dei motori arriverebbe al massimo a 8 milioni&rdquo;, daice Marko. Dieci in meno degli attuali. E anche Chris Horner accenna a &ldquo;un V6 semplificato&rdquo; per risolvere la crisi.  La realt&agrave; &egrave; che sul fronte delle power unit &egrave; battaglia aperta: Mercedes ha chiuso a qualsiasi concessione riguardante la libert&agrave; di sviluppi nel corso della stagione 2015. Gli altri costruttori volevano poter spendere 13 &ldquo;gettoni&rdquo; in pi&ugrave; dei 66 complessivi, ma per cambiare la regola serve l&rsquo;unanimit&agrave;. E Mercedes fa veto.  Per rappresaglia Ferrari, Renault e anche Honda sono allineate nel volere sbloccare la normativa a partire dal 2016 e introdurre la totale libert&agrave; di sviluppo. Per farlo, a questo punto, servir&agrave; solo la maggioranza semplice: con tutti contro Mercedes, &egrave; abbastanza facile da ottenere, a patto che sopravvivano almeno nove team.  Cos&igrave;, per&ograve;, i costi saliranno alle stelle. &ldquo;Dobbiamo essere sensati&rdquo;, implora Toto Wolff. Ma lo ascolteranno?  Alberto Antonini  

Li propone Helmut Marko (Red Bull) per ridurre i costi: altrimenti si andr&agrave; alla guerra contro Mercedes

F1, la pazza idea: V6 biturbo!

Helmut Marko non &egrave; persona da mezze misure. Dice (quasi) sempre quello che pensa, e lo fa in modo schietto. Trascorsa qualche settimana dall&rsquo;annuncio della separazione tra le Red Bull e Sebastian Vettel, il consulente del team (perch&eacute; ufficialmente questo &egrave; il ruolo dell&rsquo;ex pilota austriaco all&rsquo;interno della Red Bull Racing) ha rilasciato delle dichiarazioni in merito alla partenza di Vettel e al futuro della squadra. Partendo dalla sensazione iniziata in estate che il pilota tedesco stesse per cambiare i suoi piani, una percezione che si &egrave; poi concretizzata quando Fernando Alonso ha lasciato il suo sedile in Ferrari.  &laquo;Quando abbiamo saputo che Sebastian avrebbe lasciato la Red Bull &ndash; spiega Marko sul sito ufficiale della Formula 1 &ndash; abbiamo comunicato cosa avevamo in programma nel nostro futuro, e lo abbiamo fatto rapidamente. In quanto a Sebastian&hellip;la Ferrari &egrave; ancora &ldquo;il Nome&rdquo; in F1. &Egrave; un mito, ed ogni pilota vuole provare a correre in quel team nell&rsquo;arco della sua carriera agonistica. Sebastian ha gi&agrave; vinto quattro volte il titolo mondiale, ora &egrave; il momento per vivere il mito. Credo anche che sia il momento ideale per arrivare a Maranello. La Ferrari non &egrave; al top, e in una situazione del genere si possono dettare pi&ugrave; condizioni, che per esempio la Red bull avrebbe potuto non accettare&raquo;.  Marko racconta anche la reazione del proprietario della Red Bull Dietrich Mateschitz quando &egrave; stato messo al corrente della partenza di Vettel. &laquo;Ho avvertito Dietrich&ndash; conferma Marko &ndash; e abbiamo concordato che non era una storia d'amore, ma parliamo giustamente di un rapporto di lavoro. Se si crede che l'erba potrebbe essere pi&ugrave; verde da qualche altra parte, allora &egrave; giusto prendere una decisione. Poi sapevamo che Daniel pu&ograve; ricoprire il ruolo di team-leader, se non fosse stato cos&igrave; la situazione sarebbe stata diversa&raquo;.  Roberto Chinchero

Il manager della Red Bull conferma piena fiducia nelle capacit&agrave; di Daniel Ricciardo promosso a leader del team nel 2015

Helmut Marko: "Abbiamo un team leader"

Detto, fatto. A conferma di quanto anticipato da Helmut Marko in una recente intervista, Max Verstappen esordir&agrave; in un weekend di gara di Formula Uno venerd&igrave; prossimo a Suzuka. Il sedicenne pilota olandese sar&agrave; al volante della monoposto di Jean-Eric Vergne, che dovr&agrave; farsi da parte per favorire l&rsquo;ambientamento del pilota che rilever&agrave; il suo volante nel 2015.  I problemi legati alla concessione della Superlicenza dovrebbero essere quindi alle spalle. &laquo;E&rsquo; una buona preparazione in vista del mio impegno del prossimo anno &ndash; ha commentato Verstappen &ndash; un&rsquo;opportunit&agrave; che semplicemente non avrei potuto minimamente immaginare solo qualche mese fa. Avere oggi questa chance &egrave; gi&agrave; un sogno che si avvera. Ovviamente non andr&ograve; in pista per provare a battere dei record. Il mio compito oggi &egrave; quello di familiarizzare con la monoposto, abituarmi a lavorare con il team e prepararmi al meglio in vista della prossima stagione&raquo;.  Roberto Chinchero

Il futuro pilota della Toro Rosso sar&agrave; in pista nella prima sessione di prove libere con la monoposto di Jean-Eric Vergne

Verstappen nella FP1 a Suzuka

In un&rsquo;intervista pubblicata su formula1.com, Helmut Marko parla a ruota libera del mondiale in corso e della prossima stagione, iniziando dai contenuti del lungo colloquio avuto a Singapore con il capo progettista della Red Bull Rob Marhall: &laquo;Abbiamo parlato soprattutto della vettura 2015, dell&rsquo;integrazione della monoposto con il propulsore e della necessit&agrave; di ottenere un ancora migliore cooperazione con Renault. Abbiamo discusso molto anche con i tecnici francesi, su come migliorare il propulsore 2015, la sua affidabilit&agrave;, il sevizio e la gestione in pista. Sappiamo che avremo un propulsore veramente competitivo a partire dalle gare Europee del 2015, ma non dovrebbe essere male anche nelle prime trasferte del mondiale&raquo;.  A sorpresa arriva anche il messaggio di chi al mondiale 2014 ci crede ancora un po&rsquo;: &laquo;Vogliamo difendere la nostra seconda posizione nel campionato costruttori, soprattutto dalla Williams che mi sembra al momento l&rsquo;avversario pi&ugrave; pericoloso. E che ci crediate o no&hellip;non abbiamo ancora rinunciato al campionato piloti. Con i doppi punti di Abu Dhabi tutto &egrave; ancora possibile!&raquo;.  Marko risponde chiaramente anche alle dichiarazioni di Gerald Lopez, che recentemente ha sottolineato come la Red Bull sia sempre stato un cliente numero uno per la Renault. &laquo;Non credo che sia mai stato cos&igrave;, per molti anni siamo stati una squadra cliente, come tanti altri. E&rsquo; stato solo il nostro successo ad avvicinarci. Al contrario credo che per anni sia stata Lotus un cliente particolare, i beniamini segreti della Renault. La scorsa stagione Raikkonen e Grosjean sono stati tra i nostri avversari maggiori. Negli ultimi tempi abbiamo avviato un processo per rafforzare la cooperazione tecnica (con Renault) al fine di poter competere con la Mercedes nel 2015. Nel lungo termine ci sono discussioni in corso su come collaborare ad un livello pi&ugrave; ampio nel corso di un periodo pi&ugrave; lungo&raquo;.  Argomento Sebastian Vettel. Ed anche qui Marko non usa giri di parole: &laquo;Non sono del tutto concorde con chi scredita Vettel. In Canada entrambi (Seb e Ricciardo) avevano la possibilit&agrave; di vincere, cos&igrave; come Budapest, ma la Safety-Car ha giocato contro Sebastian. In entrambe le gare i due avevano la stessa velocit&agrave;, ma a causa di questioni al di fuori del nostro controllo si concluse a svantaggio di Seb. Poi i media hanno alzato un gran polverone, a volte ho letto cose davvero poco felici, molta spazzatura. Ci sta dire che Sebastian ha avuto un periodo difficile, ma soprattutto perch&eacute; tutto funzionava in modo pi&ugrave; &ldquo;liscio&rdquo; nell'altro lato del garage&raquo;.  Infine Max Verstappen, operazione di cui Marko &egrave; stato artefice in prima persona. &laquo;E&rsquo; un talento eccezionale, uno di quelli che arriva solo una volta in decenni&hellip;Paragonarlo a qualcuno? Molto probabilmente Ayrton Senna. E in tal caso non si deve guardare alla sua et&agrave;. Si &egrave; confrontato con persone che sono molto esperte nel valutare giovani piloti, e tutti mi hanno confermato che la sua mente &egrave; molto pi&ugrave; simile a quella di un ragazzo di 22 anni piuttosto che a 16. Lavoriamo con lui intensamente, far&agrave; dei test nelle prove di venerd&igrave;. Non molto tempo fa ha fatto un test di 400 km in Italia (una giornata di prove ad Adria) &egrave; molto spesso impegnato al simulatore, sta lavorando sul suo fisico e sull&rsquo;aspetto psicologico con i migliori esperti. Quindi mi aspetto che possa essere competitivo sin dalla sua prima gara. Non stiamo giocando alla lotteria, sappiamo quello che stiamo facendo&raquo;.  Roberto Chinchero

Dalla Renault a Vettel, ad un mondiale in cui crede ancora (2014) ed uno che vede con ottimismo. E Verstappen che&hellip;assomiglia a Senna

F1, Helmut Marko a tutto campo

Dal nostro inviato a Marina Bay (Singapore): Alberto Antonini  Negli ultimi tre anni &egrave; stato il re di Singapore. Adesso, Sebastian Vettel gioca in difesa. Non solo contro la Mercedes vincitutto, ma anche contro la sua stessa squadra. Dove Ricciardo sta facendo meglio di lui e Helmut Marko gli tira frecciate trasversali, mascherate da complimenti: &ldquo;Non avrebbe senso oggi penalizzare un pilota con i giochi di squadra... specie considerando che &egrave; il &lsquo;pezzo&rsquo; pi&ugrave; caro di tutta la Red Bull&rdquo;.  Soldi, sempre soldi. Quelli che Seb prenderebbe dalla McLaren (o dalla Ferrari?), quelli che sicuramente Alonso non prenderebbe mai dalla Red Bull. Sebastian accetta anche le critiche: &ldquo;Daniel ha fatto un grandissimo lavoro quest&rsquo;anno, fate bene voi giornalisti a parlarne sempre... Cos&igrave; pu&ograve; chiedere pi&ugrave; soldi!&rdquo;. Quanto a lui, ammette che &ldquo;quest&rsquo;anno, per tante ragioni, non &egrave; andata come avrebbe dovuto. &Egrave; stato difficile. Adesso ho un nuovo telaio, il numero 5. Mi piace il cinque, ma non mi piace arrivare quinto... I problemi del passato? Abbiamo scoperto che quelli avuti in Bahrain e in Cina non erano legati alla scocca, ma all&rsquo;assetto&rdquo;.  Sebastian ha ancora il suo angelo custode al muretto, Guillaume &ldquo;Rocky&rdquo; Roquelin, che a fine anno passer&agrave; ad altro incarico. Ma le conversazioni famose, fra lui e il suo ingegnere saranno mutilate dalle regole Fia sulla comunicazione radio. &ldquo;Gestire parametri come il consumo &egrave; semplice, non &egrave; difficile seguire un certo valore di riferimento. Pi&ugrave; complicato quando si tratta di tenere d&rsquo;occhio lo stato di carica del sistema elettrico. Se ai box ci sono gli schermi, se ci portiamo dietro tanta gente per tutto il mondo, &egrave; perch&eacute; servono a qualcosa. Certe operazioni saranno impossibili da gestire da soli&rdquo;.  E infine, la battuta sibillina sul suo futuro: &ldquo;Con la Red Bull ho un rapporto speciale, che dura da quando avevo dodici anni. Ma chi pu&ograve; dire se in futuro avranno ancora una loro squadra, o se invece non ne avranno due? Non ho la sfera di cristallo, io...&rdquo;.

Ha dominato negli ultimi tre anni. Adesso parla della sua crisi. Mentre Helmut Marko dice &ldquo;&egrave; lui il pezzo pi&ugrave; caro della Red Bull&rdquo;

F1: Vettel, il re decaduto

Immaginate di vedere Niki Lauda con la Ferrari 312T2 del 1975 tirare la staccata all'ultima curva del Red Bull Ring a Gerhard Berger con la Lotus 49 ex Rindt del 1970 e ad Alexander Wurz sulla Benetton del 1998. E poi Helmut Marko, l'uomo forte della Red Bull e scopritore di Vettel, seguirli in scia sulla sua Brm P160 F1 del 1972. Ecco, questo &egrave; lo splendido spettacolo che hanno potuto ammirare gli spettatori del Red Bull Ring prima del gran premio di Formula Uno.  Una fantastica esibizione di F1 degli ultimi 40 anni guidata da tutti i migliori piloti austriaci della storia e non solo di F1. Un revival perfetto che ha reso lucidi dall'emozione gli occhi di chi queste bellissime F1 storiche e quei piloti li ha visti correre sull' aereo tanti anni fa.  Tra gli altri c'erano anche Dieter Quester con una splendida Surtees Ts16 degli anni 70, Frisacher con la Minardi e in pista s'&egrave; vista pure la prima Red Bull F1 della storia, la Rb1 guidata da Christian Klien. Berger invece &egrave; l'unico che si &egrave; alternato su due monoposto: la sua Ferrari F1 turbo del 1988 e la Lotus 49 che era stata portata al successo dal compianto Jochen Rindt. Le auto appartenevano a collezionisti privato (compreso Ecclestone) che le hanno messe a disposizione.  Persino Vettel ha voluto esibirsi anche lui con la Brm del 1972 di Marko. Chi si &egrave; perso quell'epoca si rifaccia gli occhi con queste foto.  

Una stupenda parata ha animato il tracciato, capeggiata dai top driver austriaci di sempre: Lauda, Berger, Marko e tanti altri rispettivamente su Ferrari 312T2, Lotus 49 e Brm P160 F1

Nostalgia d&rsquo;Osterreichring

&Egrave; proprio guerra tra Red Bull e Renault. Come Autosprint ha scritto dopo il GP Monaco (nel capitolo dedicato alla vicenda Newey), la squadra vuole presentare alla Renault il &lsquo;conto&rsquo; dei danni subito quest&rsquo;anno per colpa della iniziale inefficienza del motore Energy F1.  La conferma ora viene dal super-consigliere della Red Bull, Helmut Marko (nella foto). Che in un&rsquo;intervista al quotidiano tedesco &lsquo;Bild&rsquo; afferma: &ldquo;Non sarebbe serio parlare di cifre adesso, ma a fine anno faremo una valutazione del danno sub&igrave;to".  La fornitura Renault costa oltre 20 milioni di euro a squadra e anche se Red Bull &egrave; il team "ufficiale", questi soldi devono rientrare. Perch&eacute; il modello economico e di business di Renault si basa proprio su quattro team paganti: Red Bull, Toro Rosso, Lotus e Caterham. Se qualcuno delle squadra non paga la cifra pattuita, non&nbsp; ci pu&ograve; essere sviluppo per il 2015 e oltre.  Una situazione delicata che starebbe facendo passare a Adrian Newey la voglia di restare legato a Renault. A questo punto le opzioni sono due: primo, Red Bull si cerca um altro motorista. E torna in ballo per l&rsquo;ennesima volta il nome Volkswagen (poco probabile), ma si parla anche di Honda. Seconda opzione, si trova un accordo con Renault. Ma a questo punto bisogna convincere anche Adrian a non farsi tentare dalle sirene di Maranello&hellip;

Helmut Marko conferma le anticipazioni di Autosprint: la squadra vuole essere ricompensata per il danno subito con le rotture di motore

Red Bull vuole lo sconto da Renault!

Un&rsquo;altra spy story affiora in superficie. La Force India non si fida del &ldquo;fimling days&rdquo; Red Bull: cio&egrave; quelle giornate in teoria dedicate alle riprese filmate a scopi commerciali, dove &egrave; strettamente proibito collaudare parti nuove.  Vijay Mallya, il titolare della squadra di Silverstone, si &egrave; insospettito per una di queste giornate che la Red Bull ha svolto a Rockingham, una pista britannica che comprende un ovale da alta velocit&agrave; e una sezione interna. Per questo, il boss della Force India ha inviato un osservatore che spiasse le mosse della squadra campione del mondo.  Il sospetto &egrave; che la Red Bull approfitti di queste occasioni, in barba agli accordi presi fra i team, per sviluppare componenti destinate alla RB9. A mettere in allarme la Force India sarebbe stato anche l&rsquo;evidente salto di qualit&agrave; della Red Bull dopo la pausa estiva: Sebastian Vettel ha vinto tutte le gare dal Belgio in avanti.  Naturalmente Helmut Marko, gran consigliere di Milton Keynes, ha liquidato come sciocchezze queste voci. Ma la cultura del sospetto &egrave; ancora viva in Formula Uno.  &nbsp;

Mallya manda un osservatore. Sospetti sugli sviluppi

Force India &ldquo;spia&rdquo; la Red Bull!

Dov&rsquo;era Sebastian Vettel alle dieci di sera, della sera successiva alla conquista del quarto titolo mondiale? Nel box della Red Bull. Impegnato non a festeggiare e nemmeno in una riunione con i tecnici, bens&igrave; a... spostare casse di materiale da caricare.  Cos&igrave; lo ha trovato un collega tedesco, e quando ha voluto congratularsi con lui il poker-man gli ha risposto &laquo;scusa se non ti stringo la mano, ma &egrave; tutta sporca&raquo;. Un&rsquo;immagine incredibile, quella del pilota pi&ugrave; forte della nostra epoca che aiuta i meccanici a fare le valigie.  Un&rsquo;immagine da &ldquo;bravo ragazzo&rdquo; che per&ograve; contrasta con quello che Helmut Marko ha dichiarato per mettere fine alla continua diatriba fra Seb e Mark Webber. &laquo;Non vanno d&rsquo;accordo dal 2007: da quando, al Fuji, Sebastian tampon&ograve; Mark mandandolo fuori pista&raquo;.  Seb allora era un ventenne pilota ingaggiato a fine stagione dalla Toro Rosso. Webber non sapeva forse ancora che entro due anni sarebbe diventato il suo compagno di squadra. Ma gi&agrave; da allora, secondo il super-consigliere della Red Bull, i due non si sono potuti mai sopportare.    

Ma Helmut Marko: &laquo;con Webber rivali da sei anni&raquo;

20 risultati per 'helmut-marko'

Red Bull, Marko e le ombre sul Circus: "In Formula 1 la ragazza di un pilota ha il Covid"