Vi siete accorti? Nel mondo delle corse i Costruttori sono sempre di meno. In F.1 ce ne sono solo dieci e vogliono pure blindare e incatorciare la porta, mettendo una cifra di cauzione d&rsquo;entrata a millemila fantastiliardi. In F.2, F.3 e F.Indy c&rsquo;&egrave; il monotelaio. Addirittura nel Wec, l&rsquo;ultima riserva gioiosa di creativit&agrave;, le LMDH Hypercar (non le LMH tra le quali la Ferrari) devono per forza farsi realizzare il telaio prescatolato da un&rsquo;altra azienda tra quattro appositamente designate, cos&igrave; pure la Porsche corre con una macchina che geneticamente non &egrave; tutta Porsche. E questo vale a caduta per quasi tutte le categorie racing, ma in special modo per le monoposto.&nbsp;  Tutte le notizie di Formula 1    Ormai i monomarca, i monomarca mascherati o, peggio ancora, le formule che solo apparentemente sono libere, hanno letteralmente sterminato quella che era la fiorente, opulenta, stratificata e ricchissima idealmente e culturalmente, anche se per certi versi economicamente povera, civilt&agrave; dei costruttori di auto da corsa medi e piccoli. Nelle librerie specializzate interi volumi di storia sono dedicati ai racer che sfornavano monoposto nelle categorie minori o maggiori, fino agli Anni &rsquo;90. Da l&igrave; in poi, per riassumere tutto, ahim&eacute;, basterebbe un ciclostilato o un pieghevole, altro che libroni. Vi piace questa cosa? La ritenete bella e giusta? Frutto dell&rsquo;opulento mondo dell&rsquo;economia selvaggia e delle razionalizzazioni elettroniche? Siete davvero sicuri che va bene cos&igrave; e che non ci siamo persi qualcosa, anzi tantissimo? Secondo me, pi&ugrave; semplicemente, ci siamo persi il meglio delle corse. La parte pi&ugrave; creativa, pulsante e passionale. Peccato.   

Nelle corse le factory sono sempre di meno

Ci vediamo da Mario: Costruttori, classe quasi estinta

Sembrava impossibile, ma la seconda edizione della tappa IndyCar a Nashville &egrave; stata ancora pi&ugrave; convulsa e ricca di sorprese della prima. Sullo stretto tracciato cittadino del Tennessee, che si snoda nel quartiere portuale della Music City, si &egrave; dato il via con un ritardo di quasi due ore causa fulmini nell&rsquo;area, e quasi met&agrave; della corsa si &egrave; svolta sotto safety-car, con il trionfo di Scott Dixon. Il noezelandese, coinvolto in uno dei contatti iniziali, ha preso il comando grazie ad una fortunosa caution di poco successiva al suo pit-stop che l&#39;ha catapultato al comando. Anche con i danni al fondo della sua Dallara-Honda, &egrave; riuscito a contenere il poleman Scott McLaughlin chiudendo davanti a lui di un solo decimo, in volata.  McLaughlin, autore di una corsa estremamente pulita, forse merito dell&rsquo;esperienza nelle gare cittadine in Australia, ha passato a cinque giri dalla fine Christian Lundgaard, che gli era ripartito davanti, mentre nella stessa ri-partenza ha trovato il muro Romain Grosjean, secondo nella griglia iniziale. A lanciarlo nelle barriere, Josef Newgarden, che ha passato Colton Herta, Alexander Rossi e Grosjean in una volta sola, appoggiandosi per&ograve; al francese per fare la curva. Alla fine, Newgarden ha chiuso sesto davanti a Felix Rosenqvist e a Lundgaard, andato a perdere terreno negli ultimi chilometri.  Terzo ha invece concluso Alex Palou che ha corso buona parte della gara con un &quot;baffo&quot; dell&#39;alettone danneggiato. Lo spagnolo anche grazie alla strategia aveva comandato buona parte dei giri in programma confermandosi competitivo in ogni situazione. Sia Rossi che Herta sono a loro volta sopravvissuti a degli incidenti, approfittando dell&#39;opportunit&agrave; data dalle caution per effettuare soste strategiche e recuperare terreno: Herta era finito addirittura sotto di un giro dopo una toccata con Dalton Kellett.&nbsp;  Altro incidente con implicazioni per il campionato &egrave; stato quello al giro 26 con Graham Rahal che ha tamponato Pato O&#39;Ward mandandolo contro Will Power. Il messicano si &egrave; dovuto fermare col cambio rotto, mentre Power, pur con qualche problema nella selezione delle marce, ha tagliato il traguardo undicesimo. Anche Marcus Ericsson ha subito una sorte simile, toccato da Herta. Lo svedese &egrave; stato l&#39;ultimo dei piloti classificati al quattordicesimo posto.&nbsp;  Power ha mantenuto la testa della classifica, ma ha ora Dixon a soli sei punti di distacco, mentre Ericsson &egrave; sceso al terzo posto a -12. Subito dietro Newgarden e Palou.&nbsp;  L&rsquo;ordine d&rsquo;arrivo del Big Machine Music City Grand Prix di Nashville (Top-10):  1 - Scott Dixon (Dallara/Honda) - Ganassi - 80 giri 2 - Scott McLaughlin - Dallara/Chevy - Penske - 0&quot;1067 3 - Alex Palou (Dallara/Honda) - Ganassi - 0&quot;61 4 - Alexander Rossi (Dallara/Honda) - Andretti - 0&quot;9412 5 - Colton Herta (Dallara/Honda) - Andretti - 1&quot;3942 6 - Josef Newgarden - Dallara/Chevy - Penske - 2&quot;1828 7 - Felix Rosenqvist - Dallara/Chevy - McLaren - 2&quot;8426 8 - Christian Lundgaard (Dallara/Honda) - RLL - 3&quot;2724 9 - Jack Harvey (Dallara/Honda) - RLL - 4&quot;156 10 - Simon Pagenaud (Dallara/Honda) - Meyer Shank - 4&quot;4  In campionato  1. Power 450; 2. Dixon 444; 3. Ericsson 438; 4. Newgarden 428; 5. Palou 417.   

Highlights, cronaca, risutalti e classifica della seconda tappa di Nashville

IndyCar: Dixon vince una folle gara a Nashville

Cosa sarebbe successo se fossimo stati in Nascar o IndyCar? Spesso, quando in Formula 1 ci sono discussioni su eventi di gara controversi, vengono fatti paragoni con gli Stati Uniti, indicati come la terra in cui questo tipo di situazioni &egrave; gestito al meglio. Ma spesso se ne parla senza troppa competenza sulle regole e su come vengono applicate. Quindi cosa sarebbe accaduto in America in un finale concitato come quello tra Max Verstappen e Lewis Hamilton a Yas Marina?  Partiamo dall&#39;assunto che negli USA lo spettacolo viene prima di (quasi) tutto. Concludere una gara sotto safety-car &egrave; visto come una sconfitta dello sport, e si sono create una serie di regole o consuetudini per evitarlo a tutti i costi.  In IndyCar, bandiera rossa &quot;tattica&quot; e re-start  In IndyCar, con ogni probabilit&agrave;, dopo l&#39;uscita di Nicholas Latifi sarebbe stata data a discrezione del direttore gara una bandiera rossa, anche se non strettamente indispensabile. Questo avrebbe permesso di fare un primo raggruppamento dei piloti e di ripulire la scena dell&#39;incidente. Poi sarebbe stato dato il &quot;wave-by&quot; ai doppiati, e si sarebbe ridato il via alla gara, con almeno uno o due giri in bandiera verde. Ovviamente, in accordo con le esigenze televisive e per ottimizzare gli spazi pubblicitari, dato che lo &ldquo;sportivo&rdquo; ha tra i suoi obiettivi anche assecondare la TV. Questo &egrave; successo ad esempio alla Indy 500 del 2014 o anche lo scorso anno al GP di Detroit, quando si diede bandiera rossa per un incidente &ldquo;normale&rdquo; di Romain Grosjean. E alla ripresa delle ostilit&agrave;, la vettura di Will Power, che si trovava in testa, si rifiut&ograve; di partire. L&rsquo;australiano, comprensibilmente, non ne fu felice, ma in altri casi in cui la rossa non c&#39;&egrave; stata, le polemiche si sono rivelate molto maggiori, come ad esempio alla Indy 500 di due anni fa. Secondo il direttore gara, c&#39;era troppo poco tempo, e il gruppo &egrave; stato fatto arrivare fino alla fine in situazione di neutralizzazione. Apriti cielo. Dai tifosi agli addetti ai lavori, moltissimi hanno biasimato la mancata chance data a Scott Dixon di attaccare Takuma Sato. Da vedere se, magari con un americano davanti, ci sarebbe stata altrettanta indignazione, ma tant&#39;&egrave;.  In IndyCar, Verstappen avrebbe potuto attaccare Hamilton. Unica differenza, che non avrebbe potuto montare gomme morbide nuove per via della chiusura della pit-lane. Nel 2014, molti in IndyCar portarono ad esempio il modello Nascar come opzione migliore.  In Nascar si procede a oltranza  Cosa sarebbe successo in Nascar? Semplicemente, la gara sarebbe proseguita a oltranza in safety-car fino all&#39;avvenuto ripristino della pista e al raggruppamento delle vetture. Poi si sarebbe data la ripartenza, e due giri di corsa libera. Se nel primo di questi due giri si fosse verificato un altro incidente? Vedi sopra, prosecuzione a oltranza. Solo se l&#39;incidente avviene nell&#39;ultimo giro (e quindi &egrave; poco influente per chi l&rsquo;ha gi&agrave; superato) la bandiera a scacchi &egrave; data sotto safety-car. Il record fu a Talladega 2020, con una gara durata 12 giri e quasi 20 chilometri in pi&ugrave; del dovuto: a giocarsela fu un gruppone scatenato, e lo spettacolo fu memorabile. Anche in questo caso, Verstappen si sarebbe ritrovato attaccato al paraurti di Hamilton, anzi, al suo fianco. Forse per&ograve; si sarebbero dovuti entrambi fermare per rabboccare il carburante: sei piloti restano senza benzina all&#39;overtime, sono... affari loro. 

Il finale di Abu Dhabi ha fatto discutere per la gestione delle bandiere gialle. Cosa sarebbe successo se l&#39;epilogo si sarebbe verificato nelle maggiori serie americane?

Sfida finale Hamilton-Verstappen Come sarebbe andata in Indy o NASCAR?

Prova di forza per Alexander Rossi a Elkhart Lake, nel decimo appuntamento della stagione 2019 dell&#39;IndyCar Series. Sulla &quot;tosta&quot; pista di Road America, un saliscendi da 4km con corvoni veloci da &quot;pelo&quot; e poche vie di fuga, l&#39;americano del team Andretti ha affiancato al via il poleman Colton Herta e ha tenuto gi&ugrave; il piede, transitando affiancato a lui alla prima curva e resistendo finch&eacute; il rivale non ha mollato.  Da quel punto in poi, Rossi &egrave; stato su un altro pianeta, incrementando progressivamente il proprio margine e terminando la corsa con un vantaggio di quasi 30&quot;. Aiutato dall&#39;assenza di safety-car, una rarit&agrave; su una pista tanto complicata, si &egrave; letteralmente involato, riducendo a sette punti il distacco nei confronti del leader del campionato Josef Newgarden. Il portacolori del team Penske &egrave; arrivato terzo, alle spalle di Will Power, limitando i danni in un appuntamento in cui alla compagine del capitano &egrave; mancato qualcosa.&nbsp;  Sotto il podio  Quarto, autore di una gara regolare, Graham Rahal, mentre per il quinto posto si &egrave; scatenata una gran battaglia finale, vinta da Scott Dixon: il neozelandese ha piazzato un&#39;incredibile rimonta dall&#39;ultimo posto, dopo aver subito una tamponata al primo giro da Ryan Hunter-Reay. Sesto Felix Rosenqvist.  Pi&ugrave; indietro invece Herta, che ha iniziato con gomme morbide usate, vedendole per&ograve; decadere troppo in fretta e perdendo subito il &quot;treno&quot; dei leader. Inoltre, ha avuto un problema al primo rifornimento, mentre nel finale &egrave; andato ancora in crisi di gomme, forse per aver dovuto anticipare i primi pit. Alla fine ha terminato ottavo dietro a James Hinchcliffe. Top-10 anche per Simon Pagenaud, e Takuma Sato, protagonisti di contatti minori ma in grado di completare la corsa. Tredicesimo Marcus Ericsson, finito largo in ghiaia all&#39;inizio.&nbsp;    L&#39;ordine d&#39;arrivo dell&#39;IndyCar Series a Elkhart Lake  1. Rossi (Dallara-Honda) 55 giri in 1h39&#39;40&quot;4743, alla media di 213,872 kmh; 2. Power (Dallara-Chevy) a 28&quot;4391; 3. Newgarden (Dallara-Chevy) a 31&quot;8443; 4. Rahal (Dallara-Honda) a 33&quot;4094; 5. Dixon (Dallara-Honda) a 39&quot;1173; 6. Rosenqvist (Dallara-Honda) a 41&quot;7825; 7. Hinchcliffe (Dallara-Honda) a 45&quot;5520; 8. Herta (Dallara-Honda) a 47&quot;6935; 9. Pagenaud (Dallara-Chevy) a 53&quot;8945; 10. Sato (Dallara-Honda) a 58&quot;9047; 11. Hunter-Reay (Dallara-Honda) a 1&#39;01&quot;0878; 12. Bourdais (Dallara-Honda) a 1&#39;03&quot;9724; 13. Ericsson (Dallara-Honda) a 1&#39;17&quot;7859; 14. Pigot (Dallara-Chevy) a 1&#39;19&quot;6032; 15. Harvey (Dallara-Honda) a 1&#39;42&quot;2456; 16. Chilton (Dallara-Chevy) a 1&#39;46&quot;5309; 17. O&#39;Ward (Dallara-Honda) a 1 giro; 18. Veach (Dallara-Honda) a 1 giro; 19. Ferrucci (Dallara-Honda) a 1 giro; 20. Leist (Dallara-Chevy) a 1 giro; 21. Kanaan (Dallara-Chevy) a 1 giro; 22. Carpenter (Dallara-Chevy) a 1 giro; Giro pi&ugrave; veloce: Herta in 1&#39;45&quot;0774, alla media di 221,319 kmh.  In campionato  1. Newgarden 402; 2. Rossi 394; 3. Pagenaud 341; 4. Dixon 308; 5. Power 294. 

L&#39;americano del team Andretti trionfa nel decimo appuntamento della stagione sulla pista di Road America. Secondo e terzo posto invece per&nbsp;Power e Newgarden.&nbsp;Top-10 anche per Simon Pagenaud, e Takuma Sat

IndyCar: Rossi su un altro pianeta a Elkhart Lake

Vincendo una splendida battaglia con Alexander Rossi durata per tutta l&#39;ultima parte di gara, Simon Pagenaud ha riportato il tricolore francese sul tetto della 500 Miglia di Indianapolis dopo oltre cent&#39;anni. Il pilota transalpino ha avuto dalla sua la vettura pi&ugrave; a posto dell&#39;intera manifestazione, ma ha dovuto reagire anche alle cariche del giovane rivale del team Andretti.    Portato indietro, quando stava attaccando per la vetta, da un problema col bocchettone del rifornimento, Rossi &egrave; salito in cattedra rimontando a suon di macchinate fino alla seconda posizione. Poi, in seguito a un incidente multiplo innescato da Sebastien Bourdais e Graham Rahal, si &egrave; scatenata la bagarre conclusiva con 15 giri al fulmicotone fatti di sorpassi continui e difese strenue.  Alla fine, Pagenaud ha avuto il giusto tempismo nella serie di contrattacchi, mentre Rossi, perfetto nella gestione di un mezzo leggermente inferiore tramite aggiustamenti continui d&#39;assetto, ha perso con onore, rinsaldando il proprio ruolo da protagonista. Per il team Penske si &egrave; trattato del 18&deg; successo a Indy. A tentare di approfittare della lotta al top &egrave; stato Takuma Sato, che &egrave; letteralmente sbucato dal nulla nel finale dopo essersi trovato sotto di un giro per una sosta supplementare. Al giapponese non &egrave; mancato molto per impensierire i primi due, e ha confermato il proprio buon rapporto con lo Speedway.  Quarto e pi&ugrave; staccato Josef Newgarden, che era anche riuscito a prendere la leadership ma ha pagato dazio per un ultimo pit-stop difficile anche sui giri d&#39;ingresso e d&#39;uscita. Quarto al traguardo, ha preceduto Will Power che, finito lungo nella sua piazzola ai box, aveva colpito il tubo dell&#39;aria compressa di un avvitatore, venendo penalizzato.  Sesto invece un insoddisfatto Ed Carpenter, che non ha avuto lo scatto decisivo per replicare i risultati delle prove. Staccati altri protagonisti del campionato come Scott Dixon e Ryan Hunter-Reay. Il neozelandese ha visto la sua strategia compromessa dal tempismo dell&rsquo;incidente di Ericsson, riportando poi anche un danno nel finale. Si &egrave; piazzato diciassettesimo.  Il miglior rookie &egrave; stato Santino Ferrucci, bravo alla sua prima esperienza ad Indy a procedere passo dopo passo, contando anche su una macchina competitiva. Come detto, a caratterizzare il finale &egrave; stato un incidente multiplo che ha portato alla bandiera rossa e che, oltre a Bourdais e Rahal, ha messo KO diversi protagonisti interessanti come Felix Rosenqvist, Marco Andretti e Zach Veach.  Tra gli altri KO da riportare quelli di Marcus Ericsson, finito nel muretto dentro la pit-lane, Kyle Kaiser, eroe delle qualifiche che aveva mandato a casa Alonso, e di Colton Herta, fermato da un problema alla trasmissione. Una strisciata e la rottura di un semiasse hanno fermato Ben Hanley e il team DragonSpeed. Penalizzato da un contatto ai box Helio Castroneves, mai in gioco per il suo possibile quarto successo.  L&#39;ordine d&#39;arrivo della 103esima Indy 500:  1 - Simon Pagenaud (Dallara-Chevy) &ndash; Penske - 200 giri 2 - Alexander Rossi (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 200 3 - Takuma Sato (Dallara-Honda) &ndash; RLL - 200 4 - Josef Newgarden (Dallara-Chevy) &ndash; Penske - 200 5 - WIll Power (Dallara-Chevy) &ndash; Penske - 200 6 - Ed Carpenter (Dallara-Chevy) &ndash; ECR - 200 7 - Santino Ferrucci (Dallara-Honda) &ndash; Coyne - 200 8 - Ryan Hunter-Reay (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 200 9 - Tony Kanaan (Dallara-Chevy) &ndash; Foyt - 200 10 - Conor Daly (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 200 In campionato: 1. Pagenaud 249; 2. Newgarden 249; 3. Rossi 228; 4. Sato 203; 5. Dixon 203. 

Dopo un duro duello&nbsp;contro Alexander Rossi, il pilota transalpino del team Penske &egrave; riuscito a&nbsp;conquistare la 500 Miglia di Indianapolis&nbsp;numero 103

5 risultati per 'indy car'

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