In occasione del GP del Giappone, il pilota della Ferrari sfoggerà un casco dedicato al suo amico e mentore Jules Bianchi, morto a seguito di un incidente avvenuto proprio a Suzuka nel 2014. "Mi manchi e farò di tutto per portare quel casco domenica sul gradino più alto del podio" ha scritto Leclerc

Leclerc, a Suzuka casco speciale dedicato a Jules Bianchi

Era il 17 luglio del 2015 quando Jules Bianchi a soli 25 anni perdeva la sua corsa pi&ugrave; importante: quella con la vita. Un talento in Formula 1, un piccolo campione di kart e una promessa della Ferrari Driver Academy, con un futuro da grande pilota delle monoposto nella scuderia del Cavallino. &nbsp;  &Egrave; l&#39;epilogo pi&ugrave; triste di una tragedia che ritorna a ricordare tutta la sua gravit&agrave;, con le parole di un padre, Philippe Bianchi, che 4 anni fa come oggi maledice un Gran Premio disputato in condizioni meteorologiche al limite.  Adieu Bianchi: il ricordo    Ma l&#39;incidente sulla pista di Suzuka, durante il GP del Giappone del 5 ottobre 2014, spezza&nbsp;i sogni di un ragazzo - nipote del pilota&nbsp;Lucien Bianchi&nbsp;morto nel 1969 durante le prove a&nbsp;circuito di Le Mans -&nbsp;sempre col sorriso sul volto. La pioggia incessante sul circuito, la visibilit&agrave; limitata e una gru maledetta, che stava rimuovendo la monoposto di Adrian Sutil&nbsp;finito fuori pista, e&nbsp;che molto probabilmente non doveva riamanere&nbsp;l&igrave;.  Bianchi: una carriera brillante, stroncata  Bianchi al 43&deg; giro perde il controllo della sua MR03 e ci finisce contro, la prende&nbsp;in pieno e cade in un lungo coma di 9 mesi, dal quale non si risveglier&agrave; pi&ugrave;. Dopo il tragico incidente la FIA decide di ritirare il&nbsp;numero&nbsp;17, dalla lista dei numeri del mondiale F1, e Nizza, la sua citt&agrave; natale, gli intitola una strada, che oggi &egrave; meta di pellegrinaggio per i tanti appassionati del motorsport. E nonostante il tempo passato, il suo ricordo continua a vivere nel cuore degli appasionati e di tutti quelli che&nbsp;si sono emozionati almeno una volta vedendo Jules sorridere al&nbsp;volante.  Bianchi, quell&rsquo;abbraccio che rester&agrave;  &nbsp;   Never forgotten. Always in our hearts.#JB17 #ForzaJules pic.twitter.com/PVp3ZcvXtt &mdash; Formula 1 (@F1) 17 luglio 2019   &nbsp; 

Un sorriso e un ricordo che rimangono nonostante il tempo che passa. Era il 17 luglio del 2015 quando dopo 9 mesi di coma dall&#39;incidente del GP del Giappone, moriva Jules Bianchi: giovane pilota dal futuro in Ferrari

Jules Bianchi, quattro anni e un ricordo sempre vivo

Era il 17 luglio del 2015&nbsp;quando Jules Bianchi a soli 25 anni perdeva la vita a seguito delle conseguenze di uno scontro con una gru, durante il GP del Giappone del 5 ottobre 2014. La corsa disperata in ospedale&nbsp;di&nbsp;Yokkaichi, l&#39;intervento per ridurre un ematoma al cervello, le sue condizioni critiche e i 9 mesi di coma e quel dolore rimangono indimenticabili nei cuori degli appassionati e dei piloti della Formula 1&nbsp;

Jules Bianchi, il ricordo del pilota a quattro anni dalla sua morte

Jules Bianchi ci ha lasciato il 17 luglio dello scorso anno, dopo una lotta di ben nove mesi seguita all&rsquo;incidente di Suzuka del 5 ottobre 2014. Oggi la famiglia del pilota annuncia di voler intraprendere un&rsquo;azione legale nei confronti della FOM, Formula One Management Limited, entit&agrave; sovrana della Formula 1, la FIA e il team Marussia, squadra cui apparteneva il pilota.  Bianchi, il rapporto sull&#39;incidente  Lo riporta il Telegraph: la speranza del padre Philippe &egrave;&nbsp;di cambiare il verdetto con cui era stato archiviato il caso, ossia che Jules non aveva rallentato sufficientemente mentre la gara era sotto regime di doppia bandiera gialla a causa della rimozione della Sauber di Sutil. Il padre del pilota francese ha dichiarato: &ldquo;Cerchiamo giustizia per Jules e vogliamo stabilire la verit&agrave; sulle decisioni che hanno portato all&rsquo;incidente di nostro figlio. Abbiamo tante domande che sono rimaste senza risposta e sentiamo che la morte di Jules avrebbe potuto essere evitata se non fosse stata commessa una serie di errori&rdquo;. &nbsp; &nbsp;   

Il padre del pilota deceduto in seguito all&rsquo;incidente del GP del Giappone: &ldquo;La sua morte poteva essere evitata&rdquo;

La famiglia di Jules Bianchi prepara un&rsquo;azione legale contro la FOM

Suzuka un anno dopo, un anno dopo l&rsquo;incidente di Jules Bianchi, non pu&ograve; essere una gara come un&rsquo;altra per il team Manor Marussia. Se Monaco riportava alla mente la gioia dell&rsquo;arrivo a punti, il Gran Premio del Giappone incarna la tragica fine di un sogno, con l&rsquo;ultima, intensa, immagine di un pilota che pulisce attentamente la visiera del suo casco prima dell&rsquo;ultimo start. Sar&agrave; un week end ricco di emozioni per il team di John Booth: &laquo;Pensiamo a Jules quotidianamente, sar&agrave; per sempre parte del nostro team. Senza dubbio i ricordi che abbiamo sono in prevalenza quelli felici, i festeggiamenti per i suoi risultati incredibili e il tempo trascorso insieme&raquo;, ricorda il team principal.  &laquo;Eravamo la squadra di Jules e vorrei chiedere a tutti di comprendere e rispettare il nostro desiderio, in questo week end, di affrontare l&rsquo;esperienza di tornare a Suzuka in un modo molto riservato. E&rsquo; mio compito assicurare al team il giusto ambiente nel quale svolgere il loro lavoro nonostante circostanze molto difficili. I bei ricordi che abbiamo di Jules e il cameratismo interno al team sono tutto quel che ci serve per correre in suo onore questo fine settimana.  Emozionalmente sar&agrave; un&rsquo;esperienza diversa da Monaco, posto ricco di ricordi speciali, e dall&rsquo;Ungheria, dove tutti abbiamo dovuto dire un difficile arrivederci a un collega e un amico amato&raquo;.  Una Manor che si presenter&agrave; in Giappone con l&rsquo;accoppiata Stevens-Rossi, entrambi presenti a Suzuka nel 2014, sebbene nel ruolo di test driver. &laquo;Siamo gi&agrave; un team molto affiatato, ma in certe occasioni come questa, ci stringiamo ancor di pi&ugrave; e questo ci aiuta ad affrontare le sfide che abbiamo davanti in pista e fuori. Nella stessa situazione, Jules avrebbe corso in modo professionale e molto concentrato, sar&agrave; quello che far&ograve;&raquo;, commenta Stevens. &laquo;Dovr&ograve; risolvere alcuni dei problemi che hanno rovinato la prestazione a Singapore, lavoreremo insieme come team per comprenderli e risolverli e poter agguantare un altro buon risultato per Jules&raquo;.  Fabiano Polimeni

Il Gran Premio del Giappone riporta alla mente l&rsquo;incidente di Jules Bianchi. Booth: &ldquo;Correremo in suo onore&rdquo;   

F1, Suzuka emozionale per la Manor

Il commesso addio a Jules Bianchi si &egrave; svolto ieri mattina alla chiesa Sainte Reparate di Nizza. A rendere l&rsquo;ultimo omaggio allo sfortunato pilota francese deceduto venerd&igrave; 17 luglio c&rsquo;erano tutti i suoi colleghi di F1. Fra loro Lewis Hamilton, Rosberg, Vettel, Massa, Grosjean, Maldonado, Gutierrez. E poi tanti colleghi di Bianchi che hanno condiviso battaglie in pista negli anni passati, in karting, in F.3 e in Gp2 prima del suo arrivo alla F.1. Presenti anche lo staff attuale della Ferrari, con il team principal Maurizio Arrivabene in prima fila, e anche Domenicali che era stato quattro anni fa l&rsquo;artefice dell&rsquo;ingresso di Bianchi nella Ferrari Driving Academy. E anche il presidente della Fia, Jean Todt e suo figlio Nicolas Todt, che era il manager di Bianchi fin dall&rsquo;inizio della carriera di Jules.    Tra i pi&ugrave; commossi Jean Eric Vergne, il francese ex Toro Rosso e attualmente in forza alla Ferrari dove si occupa del simulatore, che era amico fraterno di Bianchi. Fu Vergne a realizzare gli adesivi per i caschi dei suoi colleghi con la scritta "TousavecJules#17&rdquo; (tutti con Jules) che i piloti hanno sfoggiato negli ultimi Gran premi del 2014.  Al termine della cerimonia funebre sono state suonate due canzoni che erano colletto care a Jules Bianchi: &ldquo;Hotel California&rdquo; degli Eagles e &ldquo;La notte&rdquo; di Arisa, che testimonia l&rsquo;attaccamento del pilota francese all&rsquo;Italia. A parte l&rsquo;esperienza in Ferrari, la famiglia Bianchi &egrave; di origine italiane: il nonno paterno di Jules, Mauro, e il pro-zio Luciano, erano milanesi trasferiti in Francia nel dopoguerra. Entrambi erano stati piloti e Luciano, che francesizz&ograve; il suo nome in Lucien, corse alcuni Gp di F.1 &nbsp;nei primi Anni &rsquo;60, vinse una 24 Ore di Le Mans con Rodriguez nel 1968 e perse la vita sempre a Le Mans nei test della 24 Ore l&rsquo;anno successivo con una Alfa Romeo 33.

Le esequie si sono svolte ieri a Nizza. C&rsquo;erano Vettel, Hamilton, Rosberg, Massa e Vergne amico fraterno di Jules

Tutta la F1 al funerale di Bianchi

Tutta la F1 al funerale di Bianchi, le immagini

La Federazione dell&rsquo;Auto ha deciso di ritirare il numero di Jules Bianchi, il 17, dalla lista dei numeri del mondiale F1.  Come forse sarete, due anni fa la Fia sulla scia di una usanza americana fatta propria anche dalla MotoGp, ha imposto i numeri fissi ai piloti F1. Ognuno avrebbe potuto scegliersi il proprio numero che sarebbe rimasto proprio a &ldquo;vita&rdquo; finch&eacute; in attivit&agrave;, o altrimenti sarebbe stato ritirato al pilota dopo cinque anni di inattivit&agrave; e rimesso a disposizione.  Bianchi aveva scelto per s&eacute; il numero 17 mentre per esempio Alonso il 15, Raikkonen il 7, Hamilton il 44, Rosberg il 6, Hulkenberg il 27 (quello di Villeneuve). Unica eccezione Vettel che aveva corso una stagione con il n.,1 di campione del mondo prenotando poi il 5 che ha usato quest&rsquo;anno che non &egrave; pi&ugrave; campione in carica.  Ora il numero 17 di Bianchi &egrave; stato ritirato dalla federazione in omaggio al pilota scomparso e non potr&agrave; pi&ugrave; essere scelto dai futuri piloti in F1. Esattamente come la federazione moto aveva ritirato il 58 di Marco Simoncelli dopo la sua morte nel 2011.      

Decisione della federazione in omaggio al pilota francese scomparso 

La Fia ritira il 17, numero di Bianchi

Marted&igrave; 21 luglio. Sar&agrave; questa la data per dare l&rsquo;ultimo saluto a Jules Bianchi, a Nizza, alle ore 10:00 nella cattedrale di Sainte Reparate. Intanto, continuano le parole di cordoglio di tutti i personaggio del mondo della Formula 1, mescolate a valutazioni che tornano prepotentemente d&rsquo;attualit&agrave; nove mesi dopo Suzuka. Una commissione d&rsquo;indagine ha analizzato gli eventi che hanno portato all&rsquo;incidente, fornendo giustificazioni non sufficienti alla famiglia Bianchi.  La storia non si fa con i &ldquo;se&rdquo; e i &ldquo;ma&rdquo;, tuttavia, la tragedia di Suzuka ha riportato davanti alla cruda realt&agrave; dell&rsquo;esistenza di un rischio di fondo, insito nella Formula 1. &laquo;E&rsquo; stato fatto molto per la sicurezza, non abbiamo avuto un incidente mortale in Formula 1 per 21 anni, significa aver fatto tanto lavoro. Ma come in ogni cosa, c&rsquo;&egrave; sempre ancora un po&rsquo; da fare&raquo;, ha commentato Alain Prost.  Il quattro volte iridato ha voluto ribadire la sua visione sulla gestione delle fasi finali di gara a Suzuka, sebbene in contrapposizione con l&rsquo;inchiesta, giunta alla conclusione che una molteplicit&agrave; di fattori imprevedibili siano stati alla base dell&rsquo;incidente, originato dal mancato rallentamento di Jules Bianchi nel settore con doppie bandiere gialle. &laquo;Ho detto quel che pensavo allora e non intendo cambiare idea oggi, anche se ci sono state delle inchieste, molte riunioni e discussioni. Penso ci sia stato un piccolo errore di valutazione, costato molto caro. C&rsquo;era stato un incidente (quello di Adrian Sutil; ndr), pioggia battente e una pessima visibilit&agrave;. Sarebbe dovuta entrare una safety car per rallentare la corsa prima dell&rsquo;ingresso del mezzo di recupero in pista: quello &egrave; stato l&rsquo;errore di valutazione.  L&rsquo;inchiesta ha svelato qualcosa di diverso, il che &egrave; un po&rsquo; scandaloso, pur conoscendo tutte le persone che vi hanno lavorato e le stimi. L&rsquo;unica cosa che ancora doveva essere fatta sul piano della sicurezza, riguardava i mezzi di recupero che entrano in pista&raquo;, spiega Prost.  Purtroppo, si &egrave; intervenuti al richiamo pi&ugrave; tragico. Anche le parole di Bernie Ecclestone nelle ultime ore vanno a ripercorrere cos&rsquo;&egrave; andato storto il 5 ottobre 2014: &laquo;Quel mezzo che ha colpito non sarebbe dovuto essere l&igrave;. Se non ci fosse stato, avrebbe colpito le barriere, come l&rsquo;altro pilota uscito di pista&raquo;. Ecco, &ldquo;se&rdquo;: qualcosa non sufficiente a confortare i familiari di Jules.  &laquo;Oggi la Formula 1 &egrave; sicura, le macchine sono super sicure, i circuiti sicuri, tutto va bene, come ho detto non sarebbe accaduto nulla senza quel mezzo l&igrave;. Abbiamo reso la Formula 1 la pi&ugrave; sicura possibile ma ovviamente questi ragazzi guidano al massimo&hellip;&raquo;. Una sicurezza, come dire, relativa. Infine, un pensiero anche alle ripercussioni che psicologicamente potranno vivere i piloti, impegnati domenica in Ungheria: &laquo;Tutti sanno che esiste un pericolo, col quale convivono. Quando accadono certe cose, tu pensi sempre che non possano capitarti, perci&ograve; non credo che far&agrave; alcuna differenza sui piloti&raquo;, ha dichiarato a Sky Sports.  Fabiano Polimeni

Passi avanti enormi sulla sicurezza non eliminano un rischio di fondo che &egrave; parte stessa delle corse 

Bianchi: Prost-Ecclestone sui rischi F1

&laquo;Le parole non possono descrivere l'enorme tristezza del nostro team stamane, appena abbiamo appreso della scomparsa di Jules. Ha lasciato un segno indelebile in tutte le nostre  vite e rester&agrave; per sempre parte di quanto otterremo&raquo;. Sono le parole di John Booth, team principal della Manor Marussia, scuderia che a Bianchi deve la sua stessa esistenza e partecipazione al mondiale di Formula 1 2015. Il cordoglio del mondo della Formula 1, e del motorsport in generale, non ha tardato a manifestarsi sui social network, con messaggi su Twitter e ricordi sulle pagine Facebook dei team. &laquo;Jules era un talento brillante, destinato a fare grandi cose nel nostro sport. Era anche una splendida persona, capace di lasciare un segno indelebile su una miriade di persone in tutto il mondo. Gli riconoscevano, noi allo stesso modo, di essere al contempo un pilota straordinariamente motivato ma anche estremamente umile, affettuoso e una persona piacevole, che ha acceso il nostro garage e le nostre vite. Sapevamo di avere un pilota molto speciale sin dalla prima volta in cui guid&ograve; la nostra monoposto nei test invernali del 2013. E' stato un onore poterlo avere come pilota titolare, compagno e, ovviamente, amico. Le nostre preghiere e i nostri pensieri vanno alla meravigliosa famiglia Bianchi, che &egrave; rimasta cos&igrave; forte per Jules negli ultimi nove mesi&raquo; conclude il comunicato diramato dalla Manor Marussia. Non poteva mancare nemmeno il ricordo di quella seconda famiglia che &egrave; stata la Ferrari, con la FDA ad accoglierlo e farlo crescere come pilota. E' Maurizio Arrivabene a parlare: &laquo;Quando si perde un ragazzo come Jules, il dolore e la tristezza vanno oltre il vuoto sportivo. Sincere condoglianze alla famiglia a nome mio e di tutta la GES&raquo;.  Fabiano Polimeni

Con il team inglese i primi punti, la Rossa il sogno spezzato. Il cordoglio di Booth e Arrivabene 

F1, Bianchi: il ricordo di Manor e Ferrari

L&rsquo;ultima volta che Philippe Bianchi aveva parlato delle condizioni del figlio Jules, la Formula 1 faceva tappa a Monaco. In 12 mesi, dalla gioia dei primi punti in carriera, a un dramma consumato e vissuto da 7 mesi, dal buio ottobre del Gran Premio del Giappone a Suzuka. Oggi ne sono trascorsi altri due e le speranze che nutre il padre su una ripresa dell&rsquo;ex pilota Marussia sono minime. &laquo;E&rsquo; una tortura quotidiana, &egrave; insopportabile. A volte sentiamo di impazzire perch&eacute; , almeno per me, questa &egrave; una situazione terribile, sicuramente peggiore di una morte, visto che non siamo in grado di aiutarlo pi&ugrave; di quanto riusciamo&raquo;, dice alla radio France Info.  E&rsquo; sempre stato realista sulla criticit&agrave; della situazione e spiega quello che sarebbe dovuto essere il decorso clinico nell&rsquo;ipotesi migliore: &laquo;Generalmente i progressi devono essere fatti nei primi sei mesi, ne sono passati 9 e Jules non &egrave; ancora sveglio e non ci sono passi avanti significativi. Il tempo passa e oggi sono meno ottimista di quanto non lo fossi due o tre mesi dopo l&rsquo;incidente, quando potevamo sperare in un&rsquo;evoluzioni migliore. A un certo punto, devi tenere i piedi ben piantati per terra e realizzare quanto sia grave la situazione&raquo;.  Parole drammatiche, alle quali si aggiungono quelle scambiate con Jules dopo l&rsquo;incidente di Schumacher, che sottolineano quanto per il giovane francese il sogno della Formula 1 fosse tutto. &laquo;Se dovesse sopravvivere con una disabilit&agrave; enorme, non siamo certi sarebbe quello che vorrebbe Jules. Quando ne abbiamo parlato, ci ha disse che se avesse avuto un incidente simile a quello di Michael Schumacher, nel quale sarebbe rimasto anche solo senza la possibilit&agrave; di guidare ancora, sarebbe stata molto dura da accettare, essendo le corse la sua vita&raquo;.  Fabiano Polimeni

Speranze minime e un dubbio: vivere con una disabilit&agrave; grave non sarebbe quello che Jules vorrebbe

 Incidente Bianchi, il padre Philippe &egrave; pessimista

Sessantatr&eacute; vetture per un pensiero speciale: Michael e Jules sempre nei cuori dei tifosi ferraristi. Sul rettilineo d&rsquo;arrivo del circuito di Monza un gruppo di appassionati e fortunati possessori di una vettura del Cavallino hanno formato un messaggio davvero unico: &ldquo;Go Michael &ndash; Jules&rdquo;. Un saluto immortalato da un drone che ha reso omaggio alla fantasia e alla passione dei ferraristi.   Un mondo che spesso tende a dimenticare troppo in fretta, ha vivissimo il ricordo della battaglia che i due sfortunati piloti stanno portando avanti giorno dopo giorno. Un tributo che si carica di significato per il ferrarista pi&ugrave; vincente della storia ed un giovane che ha solo accarezzato il sogno del Cavallino.  Roberto Chinchero 

Un messaggio davvero particolare quello che sul circuito di Monza hanno dedicato i Ferrari Club Italiani a Michael e Jules. 

Un saluto speciale a Schumacher e Bianchi

Ottavo al traguardo, nono con la penalizzazione inflitta. Jules Bianchi fece l&rsquo;impresa dell&rsquo;anno a Montecarlo nel 2014, quella che permette di fatto oggi alla Manor di schierarsi in griglia di partenza. Purtroppo non si registrano novit&agrave; di sorta nel quadro clinico che lo vede ricoverato a Nizza, in un lungo (e dagli esiti incerti) processo riabilitativo. Philippe Bianchi aggiunge pochi dettagli a quanto non abbia gi&agrave; detto nei mesi scorsi, senza illusioni e con un quadro che non &egrave; quello augurato.  &laquo;La prima cosa, la pi&ugrave; importante per noi, &egrave; che Jules sia vivo. Sta lottando con le armi che ha, ma in termini neurologici non sono certo abbia la forza di poter fare molto al momento. Finch&eacute; c&rsquo;&egrave; vita c&rsquo;&egrave; speranza, anche se a un certo punto speri in un miracolo&raquo;, dice a Canal Plus.  La situazione &egrave; definita stagnante, un immobilismo che non esclude nessun esito: &laquo;Quando ci alziamo ogni mattina pensiamo alla vita di Jules, ma anche alla sua morte. Dobbiamo pensarci perch&eacute; siamo in una condizione in cui sappiamo che molte cose possono accadere. Tutti noi abbiamo smesso di vivere quel 5 ottobre, &egrave; qualcosa che non puoi mai aspettarti&raquo;, aggiunge il padre.  Per un attimo, poi, la mente torna a Monaco 2014, al risultato impossibile: &laquo;Era il sogno di Julesm andare a punti in Formula 1 e l&rsquo;ha fatto con la Marussia. Ero l&igrave; e sono stato fortunato abbastanza, quando ha terminato la gara, a essere la prima persona ad abbracciarlo: quelli sono stati momenti incredibili&raquo;.  A rievocare quei momenti sono anche i meccanici e il personale della Manor, che per l&rsquo;occasione indossano un braccialetto colorato con stampati i numeri dell&rsquo;impresa: P8 #JB17 e la data del Gran Premio di Monaco 2014. Nel paddock non &egrave; mancato nemmeno il ricordo di Fernando Alonso. &laquo;Credo sia dura da capire, quando ti trovi su una macchina non competitiva: ottenere dei punti &egrave; un qualche tipo di miracolo. E&rsquo; quello che ha fatto Jules l&rsquo;anno scorso e tornare qui senza vederlo insieme a noi in griglia &egrave; molto triste&raquo;.  Fabiano Polimeni  

Il pap&agrave; Philppe: "Non si registrano cambiamenti nel quadro clinico di Jules". A Monaco il ricordo di Alonso e della Manor

F1, Bianchi: la situazione &egrave; stagnante

Jules Bianchi continua la sua battaglia a Nizza, in ospedale, insieme ai genitori che restano in attesa di una notizia positiva, di un risveglio. Torna a parlare Philippe Bianchi e lo fa per ribadire quello che &egrave; un quadro clinico immutato e non d&agrave; per scontato che il tempo possa cambiare in meglio la situazione.  E&rsquo; quanto dice a La Gazzetta dello Sport, senza farsi illusioni ma con la speranza che qualcosa vada nella direzione da tutti auspicata: &laquo;Serve pazienza, tanta pazienza. Ci sono piccoli progressi, ma Jules resta sempre in coma. E finch&eacute; non si sveglier&agrave;, l&rsquo;unica cosa che possiamo fare &egrave; aspettare. I dottori non si pronunciano, fino a quando resta in questo stato non possono dire nulla.  Potrebbe svegliarsi oppure non farlo mai&raquo;. Trasmette bene quello che l&rsquo;animo dei genitori in questi mesi, poi aggiunge: &laquo;Non &egrave; facile, vivere cos&igrave; &egrave; inumano, non sapere come andranno a finire le cose &egrave; davvero difficile. Sapere che in ogni momento pu&ograve; arrivare una chiamata spiacevolissima dall&rsquo;ospedale, ma dobbiamo essere forti per Jules&raquo;.  Potrebbe sembrare una parentesi ormai chiusa nella sua dinamica, la vicenda dell&rsquo;incidente di Suzuka,&nbsp; ma per i signori Bianchi non lo &egrave; affatto (e come potrebbe, visto il prezzo altissimo che sta pagando Jules).  Un&rsquo;indagine della Fia ha ricostruito quanto accaduto in pista e determinato le cause, ma Philippe Bianchi si &egrave; rivolto a un legale per far luce: &laquo;Ho deciso una cosa: il mio compito al momento resta soltanto quello di occuparmi di Jules. Per quello che &egrave; successo in Giappone mi sono preso un ottimo avvocato: &egrave; lui che sta studiando tutto quello che &egrave; successo quel giorno e, fino a quando il mio legale non sar&agrave; arrivato a una conclusione, io non posso e non voglio dire niente. Non so ancora che strada prenderemo, cosa succeder&agrave; in futuro, di sicuro quello che &egrave; accaduto a Suzuka non &egrave; stata una situazione normale di gara. L&rsquo;inchiesta ha detto che in pista non &egrave; successo niente di sbagliato, per&ograve; poi hanno cambiato tutto. Se c&rsquo;&egrave; qualcuno che ha avuto delle responsabilit&agrave; in quanto accaduto, dovr&agrave; senz&rsquo;altro pagare&raquo;.  f.p.      &nbsp;

Parla il padre del pilota francese e annuncia di essersi rivolto a un legale per far luce sull&rsquo;incidente

Jules Bianchi potrebbe non svegliarsi pi&ugrave;

Si scaldano gli animi tra Jean Todt e l&rsquo;ex pilota di Formula 1 Philippe Streiff. Il Presidente della FIA e Gerard Saillant, Presidente della commissione medica FIA, starebbero pianificando un&rsquo;azione legale contro il 59enne francese per via di alcuni suoi commenti relativi al rapporto sull&rsquo;incidente di Bianchi.  Streiff &ndash; che ricordiamo essere costretto su una sedia a rotelle in seguito ad un terribile incidente che avvenne in Brasile nel 1989 durante alcuni test &ndash; punta il dito contro la FIA, che sarebbe secondo lui responsabile di non assumersi responsabilit&agrave; in merito a quanto accaduto nel corso del GP del Giappone lo scorso anno.  I commenti del francese, rilasciati nel corso di un&rsquo;intervista radiofonica, hanno fatto irritare Todt, che ha precisato essere vicino a Bianchi e alla sua famiglia in questo momento per loro cos&igrave; difficile. Nella giornata di ieri la FIA ha criticato le dure dichiarazioni di Streiff, comunicando: &laquo;La FIA e il suo Presidente Jean Todt, cos&igrave; come Gerard Saillant, sono sconcertati per le recenti dichiarazioni rilasciate da Philippe Streiff relative allo stato di salute di Bianchi&raquo;.  &laquo;Queste dichiarazioni sono state rese pubbliche da svariati media. La FIA, Jean Todt e Gerard Saillant &ndash; prosegue il comunicato &ndash; desiderano precisare che i commenti rilasciati da Streiff sono da ritenersi infondati e diffamatori&raquo;.  Il comunicato FIA aggiunge che sono stati consultati degli avvocati e che verranno intraprese azioni legali nei confronti di Streiff affinch&eacute; i suoi commenti non si ripetano.  &laquo;Considerando la gravit&agrave; dell&rsquo;attacco alla nostra reputazione &ndash; prosegue la FIA &ndash; abbiamo dovuto chiedere ai nostri avvocati di presentare una denuncia per diffamazione allo scopo di fermare la circolazione delle dichiarazioni di Philippe Streiff e di sanzionarle in modo appropriato, in quanto non fanno altro che aggiungere dolore alla famiglia di Jules Bianchi&raquo;.  Ricordiamo che Jules Bianchi &egrave; al momento ancora ricoverato in un ospedale francese, in seguito alle lesioni riportate dal pilota dopo che la sua monoposto &egrave; andata ad impattare con un mezzo di soccorso per l&rsquo;uscita di pista nel corso del GP del Giappone del 2014.  A.C.

A Todt e Saillant non sono piaciute le dichiarazioni dell&rsquo;ex pilota di F1 in merito all&rsquo;incidente

 Caso Bianchi: Streiff critica la FIA. Che minaccia azioni legali

A tre mesi dal drammatico incidente che ha cambiato per sempre la vita di Jules Bianchi, durante il GP F1 a Suzuka (Giappone), i genitori del pilota francese, Philippe e Christine, hanno rilasciato un comunicato per aggiornare sulle condizioni cliniche del figlio.  &ldquo;Ci avviamo alla conclusione di un anno difficile per la nostra famiglia e vogliamo cogliere l&rsquo;occasione per fornire un ulteriore aggiornamento relativo alle condizioni cliniche di Jules, tenendo fede al nostro impegno di continuare a dare informazioni, quando appropriato, ai suoi tanti fan.  &Egrave; stato un passo molto significativo e di grande conforto per noi essere stati in grado di riportare Jules in Francia il mese scorso, per fargli continuare la riabilitazione circondato dall&rsquo;affetto della famiglia e degli amici. Questo &egrave; molto importante per Jules e anche per noi.  Da allora, Jules ha ricevuto le migliori cure da parte del reparto di Terapia Intensiva del Centro Ospedaliero Universitario di Nizza (CHU) e lo stesso accade ora nel Centro di Riabilitazione dell&rsquo;ospedale che &egrave; specializzato per questo tipo di traumi.  Le condizioni neurologiche di Jules rimangono invariate: &egrave; incosciente ma in grado di respirare autonomamente. In proposito non ci sono dunque informazioni significative da aggiungere, ma ci &egrave; di grande conforto il fatto che Jules continui a lottare come sapevamo che avrebbe fatto, mettendo in condizione i professori di medicina di prendersi cura di lui e fargli iniziare, seppure in modo estremamente cauto, il programma di riabilitazione.  Riflettendo sugli eventi accaduti negli ultimi mesi, vogliamo ringraziare ancora una volta per lo straordinario calore e l&rsquo;affetto dimostrato nei confronti di nostro figlio. Questo continua ad essere un periodo difficile per la nostra famiglia, ma sapere che Jules ha catalizzato verso di s&eacute; i pensieri di cos&igrave; tante persone in tutto il mondo ci &egrave; stato di grande aiuto per andare avanti.  Vogliamo anche ringraziare i media per il rispetto e la vicinanza dimostrate verso la nostra famiglia in questi tempi cos&igrave; difficili, ve ne siamo estremamente grati.  Noi continueremo a fornire delle informazioni quando sar&agrave; possibile farlo e vogliamo esprimere la nostra pi&ugrave; profonda gratitudine verso tutte le persone che continuano a pregare per Jules".      

I genitori: &ldquo;Le condizioni neurologiche rimangono invariate: &egrave; incosciente ma in grado di respirare autonomamente&rdquo;

Bianchi continua a lottare

La verit&agrave; sull&rsquo;incidente di Jules Bianchi? Come previsto, il pannello degli esperti (di cui facevano parte Stefano Domenicali e Ross Brawn) ha elencato una serie di cause: tutte concorrenti, nessuna determinante.  Questo si legge nel rapporto presentato oggi al Consiglio Mondiale della federazione riunito a Doha, in Qatar:  1. La traiettoria semi-asciutta alla curva 7 di Suzuka era stata interrotta da un rivolo d&rsquo;acqua. Qui hanno perso il controllo Sutil (Sauber) e Bianchi.  2. Jules &egrave; arrivato al punto fra le curve 7 e 8 mentre la gru stava rimuovendo la Sauber. In quel punto erano esposte doppie bandiere gialle.  3. Bianchi non ha rallentato a sufficienza per evitare di perdere il controllo nello stesso punto di Sutil.  4. Se i piloti seguissero quanto richiesto dal regolamento per doppie bandiere gialle (art. 2.4.5.1b, &ldquo;essere pronti a fermarsi in qualsiasi momento&rdquo;, n&eacute; loro, n&eacute; i commissari, correrebbero rischi per l&rsquo;incolumit&agrave; fisica.  5. Gli interventi dopo l&rsquo;uscita di Sutil erano in accordo con quanto previsto dal regolamento e dalla storia dei 384 precedenti negli ultimi otto anni. Anche in retrospettiva, non si vede la necessit&agrave; di fare uscire la safety car prima o dopo l&rsquo;incidente della Sauber.  6. Bianchi ha esagerato nel controsterzare, finendo col lasciare la pista in un punto prima di quanto successo a Sutil, dirigendosi verso la barriera dove purtroppo si trovava la gru, che ha colpito a grande velocit&agrave; infilandosi sotto.  7. Nei 2 secondi in cui si &egrave; trovato fuori pista, Bianchi ha premuto sia il gas che il freno con entrambi i piedi. L&rsquo;algoritmo di sicurezza &ldquo;FailSafe&rdquo; dovrebbe spegnere il motore sovrapponendosi al comando dell&rsquo;acceleratore, ma non ha potuto intervenire per via del controllo di coppia, che fa parte del sistema brake-by-wire. La Marussia di Bianchi aveva un sistema Brake-by-wire molto particolare, risultato incompatibile con il FailSafe. (NOTA: questo problema era stato anticipato da autosprint.it).  8. Il fatto che il FailSafe non abbia potuto limitare la coppia motrice richiesta dal pilota (ovvero, la pressione sul pedale del gas) pu&ograve; avere influito sulla velocit&agrave; dell&rsquo;impatto, ma no &egrave; stato possibile determinare di quanto. &Egrave; tuttavia possibile che Bianchi fosse distratto da quanto stava accadendo e dal fatto che avesse bloccato le ruote anteriori e non fosse in grado di sterzare.  9. Il casco di Bianchi ha colpito la parte inferiore della gru. La forza del colpo e la traiettoria di striscio hanno causato una fortissima decelerazione per la testa e una grande accelerazione angolare che ha portato a lesioni molto gravi.  10. Sono state attuate tutte le misure mediche necessarie a salvare la vita di Bianchi  11. Non sarebbe possibile ridurre le lesioni in un caso come quello di Bianchi adottando abitacoli chiusi o dotando le gru di pannelli anti-intrusione. Con le forze in gioco (una F1 da 700 kg che colpisce una gru da 6,5 tonnellate a 126 km/h) la struttura di protezione della monoposto non pu&ograve; essere sufficiente ad assorbire l&rsquo;impatto senza che la cellula di sopravvivenza si distrugga, o si generino decelerazioni fatali.  &Egrave; da considerarsi del tutto sbagliata l&rsquo;idea che si possa fare in modo che il pilota sopravviva a impatti del genere. Quello che &egrave; assolutamente necessario &egrave; fare in modo che la vettura non colpisca la gru o i commissari che lavorano in quel punto.  Alberto Antonini

Gli esperti al consiglio Fia: tante concause, nessuna prevalente. Il brake by wire ha impedito all&rsquo;elettronica di decelerare

Bianchi, il rapporto sull&rsquo;incidente

I genitori di Jules Bianchi, Philippe e Christine, hanno comunicato oggi pomeriggio che il pilota francese ha lasciato il reparto di terapia intensiva nell&rsquo;ospedale giapponese Mie di Yokkaichi per essere trasportato con successo presso il centro ospedaliero Universitario di Nizza.  E non &egrave; l&rsquo;unica novit&agrave;. &laquo;Jules non &egrave; pi&ugrave; nello stato di coma artificiale in cui &egrave; stato posto poco dopo l'incidente &ndash; conferma il comunicato &ndash; ma tuttavia &egrave; ancora privo di sensi. Respira senza aiuti esterni, ed i suoi segni vitali sono stabili. La sua condizione generale &egrave; per&ograve; ancora classificata come 'critica'. Le cure entreranno ora in una nuova fase, mirate al miglioramento delle sue funzioni cerebrali&raquo;.  La stabilit&agrave; delle condizioni ha permesso il trasporto del pilota francese &laquo;Siamo sollevati &ndash; hanno confermato i genitori di Bianchi - Jules &egrave; stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva e sar&agrave; seguito dai professori Raucoules e Ichai, con il supporto anche del professor Paquis, Responsabile del Servizio di Neurochirurgia. Jules potr&agrave; continuare le cure vicino a casa, potendo contare su tutti i famigliari ed amici. Non possiamo che ringraziare di cuore tutti i medici dell&rsquo;ospedale di Mie, abbiamo con loro un enorme debito per tutto quello che hanno fatto per Jules ed anche per la nostra famiglia, sempre assistita durante un momento per noi molto difficile&raquo;.  Roberto Chinchero

La conferma in un comunicato &ldquo;non &egrave; pi&ugrave; nello stato di coma artificiale in cui &egrave; stato posto poco dopo l&rsquo;incidente&rdquo; 

Jules Bianchi &egrave; tornato in Francia

La famiglia di Jules Bianchi, attraverso il team Marussia F1, ha diffuso oggi un comunicato stampa per aggiornare le notizie sulla situazione del pilota francese. Ecco il testo integrale:  &laquo;Domenica prossima saranno trascorse quattro settimane dal momento in cui Jules &egrave; stato ricoverato al Mie General Medical Center di Yokkaichi. Lo staff medico che sta seguendo Jules continua a classificare le sue condizioni come critiche ma stabili. Anche se non abbiamo nuove informazioni da dare, ci rendiamo conto del numero enorme di persone in tutto il mondo che sostengono Jules nella sua battaglia. Dobbiamo gratitudine ai tanti fans che continuano a supportarci con i loro messaggi, ed anche per tutte queste persone vogliamo continuare a fornire informazioni, per quanto ridotte esse siano.  Jules continuare a combattere. Anche se ci sono state molte supposizioni, Jules resta ricoverato qui a Yokkaichi, ed affronteremo le problematiche che si presenteranno passo dopo passo.  Ancora una volta, vorremmo sottolineare il nostro sincero apprezzamento per la pazienza e la comprensione mostrati verso la nostra famiglia in questo momento molto difficile. Continuiamo anche di essere confortati dalla consapevolezza che Jules sta ricevendo le migliori cure possibili al Mie General Medical Center. I medici sono costantemente in contatto con i neurochirurghi presso l'Universit&agrave; La Sapienza di Roma, ed il professor Gerard Saillant, Presidente della Commissione medica FIA.  Forniremo un ulteriore aggiornamento quando sar&agrave; opportuno farlo. Nel frattempo, un grazie a tutti coloro che continuano a sostenere Jules nei loro pensieri e nelle loro preghiere&raquo;.  Roberto Chinchero  

La famiglia del pilota francese ha diffuso oggi un comunicato stampa. Le condizioni restano gravi e stabili

Jules Bianchi continua a combattere

C&rsquo;&egrave; una svolta nelle indagini sul caso di Jules Bianchi, che continua la sua lotta per la vita nell&rsquo;ospedale giapponese di Yokkaichi. Secondo indiscrezioni di provenienza inglese, la Fia avrebbe indagato sul funzionamento del sistema brake-by wire della Marussia, subito dopo il Gp del Giappone.  Il brake-by-wire (abbreviato in BBW) &egrave; quel dispositivo che dovrebbe compensare automaticamente la mancanza di sensibilit&agrave; del pilota causata dal recupero di energia. Spieghiamo: quando la vettura frena, il suo motore elettrico cinetico (MGU-K, il vecchio Kers ma pi&ugrave; potente) non d&agrave; energia, ma l&rsquo;assorbe. In pratica diventa una sorta di freno aggiuntivo, che il pilota non pu&ograve; controllare. Per questo &egrave; stato introdotto il brake-by-wire, dotato di una centralina di controllo e di attuatori sull&rsquo;impianto frenante. Ogni squadra sviluppa il proprio sistema, e quello Marussia non &egrave; di provenienza Ferrari, ma realizzato dal team.  Il sospetto &egrave; che Bianchi, uscendo di pista, non sia riuscito a rallentare. Vero che &egrave; finito sull'erba bagnata, ma poi ha imboscato anche la stradina dove la Marussia non ha perso affatto velocit&agrave;. Forse perch&eacute; il BBW ha inviato una sorta di contro-pressione al pedale del freno, forse perch&eacute; &egrave; mancata l&rsquo;azione frenante sull&rsquo;asse posteriore. Qualcosa, in ogni caso, non avrebbe funzionato (testimoni oculari non hanno visto tracce di frenata verso la via di fuga).  La Fia avrebbe appunto chiesto alla Marussia di verificare il funzionamento del sistema in determinate condizioni. Forse non &egrave; casuale che al Gp di Russia a Sochi Max Chilton, con l&rsquo;unica vettura del team in gara, si sia fermato subito, per cause non del tutto chiarite.  Tutto questo far&agrave; parte del materiale affidato al pannello di esperti nominati dalla Fia, di cui fanno parte anche Ross Brawn e Stefano Domenicali. All&rsquo;esame del caso dovrebbe lavorare anche Laurent Mekies, ex capo ingegnere Toro Rosso e ora direttore della sicurezza Fia.  Come &egrave; noto, la Marussia non parteciper&agrave; ai prossimi Gp di Stati Uniti e Brasile ma c'&egrave; una lieve speranza che possa schierarsi all'ultima corsa stagionale ad Abu Dhabi per riuscire ad assicurarsi i premi Fom assegnati alle prime 9 squadre classificate nel mondiale Costruttori 2014 (posizione che per adesso la Marussia detiene), premi che invece decadrebbero se il team saltasse tutte e tre i Gp.  Alberto Antonini

Il sistema di frenata elettronica Marussia sarebbe stato controllato dalla Fia. Forse a Suzuka non ha funzionato

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