        Quattro punti inattesi, frutto di una strategia su un'unica fermata ai box e, soprattutto, effettuata in regime di VSC. Il Gran Premio di Spagna porta il sorriso in casa Sauber, settimo Pascal Wehrlein, undicesimo Marcus Ericsson. In pista. Per sfruttare il momento, richiamare immediatamente Wehrlein ai box non appena &egrave; stata esposto il regime di VSC, Pascal &egrave; incorso nella penalizzazione di 5" - sommata al tempo finale - causa passaggio alla sinistra del birillo posto in ingresso della pit-lane, anzich&eacute; a destra, arretrando in classifica in ottava posizione. A Barcellona si sono presentati senza aggiornamenti tecnici, il primo pacchetto di sviluppo arriver&agrave; a Montecarlo.&nbsp; &laquo;Nel week end di Monaco sono in programma aggiornamenti importanti che dovrebbero portarci un guadagno di prestazione, dopo arriveranno sviluppi in Austria, Silverstone e Budapest&raquo;, la roadmap tracciata da Monisha Kaltenborn. Tra tattica di gara alternativa, ritiri altrui e contatti al primo giro, il risultato Sauber lascia la McLaren in coda alla classifica Costruttori, unico team ancora a zero punti.&nbsp; &laquo;Abbiamo corso una buona gara a Barcellona, resta per&ograve; la delusione per come abbiamo iniziato la stagione, ci aspettavamo di pi&ugrave;. Dal disappunto alla forza per dire che possiamo far meglio e l'abbiamo fatto, abbiamo la stabilit&agrave; e gli strumenti per riuscirci. Vogliamo agganciare i team di met&agrave; schieramento a fine anno, &egrave; una zona ampia quella di met&agrave; gruppo, perci&ograve; pi&ugrave; in alto saremo meglio sar&agrave;. Con tutti i cambiamenti intervenuti nel team siamo pronti a tornare&raquo;.&nbsp; Il 2017 &egrave; stagione di transizione per il team elvetico, verso quali orizzonti? Immaginare oggi il futuro con Honda, nelle condizioni tecniche in cui versa il progetto della power unit nipponica, &egrave; deprimente, salvo consolarsi con il minor costo della fornitura. La scelta di puntare sul motore Ferrari quest'anno incide sulle casse meno di quanto non avrebbe voluto dire avere l'unit&agrave; 062. In altri termini, di allocazione delle risorse economiche, giustifica la scelta, Kaltenborn: &laquo;E' stata una nostra scelta, su raccomandazione del board tecnico. Intravedevano i vantaggi frutto dell'esperienza maturata l'anno precedente: con una power unit "nota" puoi dedicarti completamente all'aspetto aerodinamico e telaistico. Erano i vantaggi prospettati sullo sviluppo, sapevamo ci sarebbe stato un gap di potenza ma l'obiettivo era di compensarlo il pi&ugrave; possibile attraverso l'evoluzione aerodinamica, prutroppo non &egrave; stato centrato l'obiettivo. C'&egrave; delusione, speravamo tutti in qualcosa di meglio&raquo;. Sul futuro si affida alle rassicurazioni ricevute da Honda: &laquo;Il passaggio avverr&agrave; il prossimo anno, pu&ograve; accadere molto nei prossimi mesi. Honda &egrave; impegnata a migliorare il motore, sappiamo che a volte serve del tempo e siamo fiduciosi, dai colloqui intrattenuti, che supereranno le difficolt&agrave;&raquo;. Indianapolis, Alonso 24mo nelle libere 2 Il risultato maturato in Spagna premia il team e Pascal Wehrlein, dopo mesi nei quali &egrave; stato al centro di critiche per aver ammesso di non avere la preparazione fisica necessaria per scendere in pista. Palcoscenico offerto ad Antonio Giovinazzi per due gare e Monisha Kaltenborn aggiunge: &laquo;Mi &egrave; dispiaciuto molto per Antonio Giovinazzi, voleva fare davvero un bel lavoro. In Australia &egrave; stato impressionante, in Cina &egrave; stato sfortunato ad avere due incidenti, &egrave; senza dubbio un momento da non ricordare. E' stato un week end costoso, preferisci investire soldi nello sviluppo e non nel ricostruire una macchina. Brawn, confronto F1-MotoGP per armonizzare i calendari Da quel che abbiamo offerto ai nostri piloti, non c'&egrave; nulla di cui posso dirmi insoddisfatta. Un giudizio completo sar&agrave; possibile e corretto farlo solo quando potremo offrire loro le giuste basi tecniche&raquo;.       

Una sola sosta per Pascal Wehrlein in Spagna, effettuata sotto VSC e con tutti i vantaggi del caso, ha riportato la Sauber nella top ten, lasciando McLaren a quota zero nella classifica Costruttori

Sorpresa Sauber, Kaltenborn: "Vogliamo tornare a metà schieramento"

        E' una Monisha Kaltenborn fiduciosa, quella che commenta la presentazione della Sauber C36. Puntellate le finanze con l'arrivo della nuova propriet&agrave; le aspettative intorno al team elvetico devono fare i conti con il limite tecnico di una power unit 2016, in un campionato che certo non vedr&agrave; diminuire l'importanza dei cavalli sulla prestazione complessiva. &laquo;Insieme a Longbow Finance S.A. abbiamo una grande opportunit&agrave; per  tornare competitivi e ai successi passati in Formula 1. Vogliamo  adottare un nuovo approccio e abbiamo gi&agrave; intrapreso i primi passi per  costruire solide fondamenta per il futuro&raquo;, ha dichiarato il team principal, che spera di portare la "nuova" Sauber nelle posizioni di met&agrave; gruppo. In attesa di pesare i miglioramenti compiuti e la validit&agrave; dell'interpretazione delle nuove norme tecniche, in Sauber hanno&nbsp; partorito una livrea interessante per accostamenti cromatici. L'area tecnica diretta da Jorg Zander dovr&agrave; avere le risorse economiche necessarie per sviluppare il progetto durante l'anno e sul punto, Kaltenborn d&agrave; ampie assicurazioni: &laquo;Chiaramente dovremo migliorare, abbiamo una solida base nella Sauber C36-Ferrari cos&igrave; come le risorse per svilupparla ulteriormente e sar&agrave; importante per collocarci nelle posizioni di met&agrave; gruppo&raquo;. F1, il calendario delle presentazioni  A Barcellona i primi chilometri saranno percorsi da Marcus Ericsson, in attesa che arrivi la conferma dell'impiego di Antonio Giovinazzi. Quanto a Pascal Wehrlein, se avr&agrave; il via libera dai medici e si sar&agrave; del tutto ripreso dai problemi alla schiena che lo accompagnano dall'incidente alla Race of Champions, sar&agrave; in pista dal 7 al 10 marzo per il secondo turno di prove.       

I limiti di una power unit 2016 peseranno sul progetto che Jorg Zander dovr&agrave; far crescere durante l'anno. Il team principal assicura: "Le risorse non mancheranno"

Kaltenborn: "Dalla C36 nasce una nuova Sauber"

Dice definitivamente addio, Peter Sauber. La scuderia elvetica cambia propriet&agrave;, passe nella mani di una societ&agrave; finanziaria svizzera, la Longbow Finance S.A. con sede a Lutry, nel cui consiglio di amministrazione figura Raymond Baer, presidente onorario di Julius Baer, gi&agrave; sponsor della Formula E per due stagioni. La Longbow &egrave; collegata al gruppo Tetra Laval, che possiede il marchio TetraPak, nonch&eacute; sponsor di Marcus Ericsson.&nbsp;  La societ&agrave; finanziaria rilever&agrave; la Sauber Holding AG e, come si legge nel comunicato stampa diramato dalla scuderia, &laquo;&egrave; chiara intenzione di Longbow Finance S.A. di stabilizzare il gruppo e creare le basi per un futuro competitivo e di successo.&nbsp;  La transazione garantisce la prosecuzione del marchio Sauber in Formula 1 e aprir&agrave; opportunit&agrave; per incrementare ulteriormente le attivit&agrave; di ingegneria del gruppo. Non ci saranno cambiamenti n&eacute; al nome della compagnia n&eacute; del team&raquo;. Continuazione essenziale anche per garantirsi i benefici economici assicurati dal Patto della Concordia. Al posto di Peter Sauber, che lascia ogni incarico, arriva Pascal Picci alla presidenza di Sauber Holding A.G., con Monisha Kaltenborn confermata come membro del consiglio di amministrazione, amministratore delegato e team principal.&nbsp;  &laquo;Come societ&agrave; svizzera, siamo molto lieti di aver assicurato il futuro di una presenza elvetica in un&#39;industria altamente specializzata e innovativa&raquo;, il commento di Picci, presidente e CEO di Longbow Finance S.A. Peter Sauber ha aggiunto: &laquo;Monisha Kaltenborn e io abbiamo sottoscritto ieri (19 luglio; ndr) un accordo che assicura il futuro della scuderia di Formula 1 e del gruppo Sauber. Sono molto contento che il mio investimento coraggioso di riacquistare il team sei anni fa (dopo la parentesi BMW; ndr), con l&#39;intenzione di garantire la sede a Hinwil e la presenza in Formula 1, si sia dimostrato essere quello giusto&raquo;.  GP Italia, Imola ricorre al TAR contro l&#39;ACI  La profonda crisi finanziaria ha portato la scuderia al ritardo dei pagamenti dei dipendenti per pi&ugrave; mensilit&agrave; in questa prima met&agrave; di 2016, senza contare il totale immobilismo sul fronte dello sviluppo tecnico. Senza risorse economiche e novit&agrave;, Sauber ha saltato entrambe le sessioni di test infra-campionato previste. &laquo;Siamo molto lieti che, attraverso l&#39;accordo con Longbow Finance S.A., possiamo garantire il futuro della Sauber al vertice del motorsport. Siamo convinti che il partner sia quello giusto per rendere di nuovo competitiva la scuderia e ottenere successi in Formula 1.  La nuova struttura ci consentir&agrave; di espandere ulteriormente i nostri affari con clienti esterni, ai quali vendiamo il nostro know-how. Questa soluzione &egrave; nell&#39;interesse degli impiegati, dei partner, dei fornitori fedeli, della sede a Hinwil e per il motorsport elvetico&raquo;.  L&#39;intervista: Alonso a ruota libera 

<p>Peter Sauber lascia ogni attivit&agrave;, il team rilevato da una societ&agrave; finanziaria elvetica. Monisha Kaltenborn ancora team principal</p> 

Sauber, finisce un&#39;era: venduta la scuderia

E&rsquo; una Monisha Kaltenborn pi&ugrave; interessata al tema dei costi in Formula 1, che non al dominio di un singolo team. Certo, si potrebbe obiettare che i due temi possano avere un qualche collegamento, riducendo le chance di vittoria delle scuderie che non dispongono delle risorse economiche dei big: a ben vedere, per&ograve;, la partita non si gioca unicamente su questo piano.  Ferrari, Red Bull, Mercedes. Tre fasi di predominio che hanno contrassegnato gli ultimi 15 anni del mondiale, ma &laquo;per me non &egrave; mai stata una cosa negativa, perch&eacute; tutti ci siamo trovati in una tale situazione&raquo;, spiega il team principal Sauber.  Dominio pi&ugrave; &ldquo;simpatico&rdquo;, se di simpatia si pu&ograve; parlare, quello ferrarista: &laquo;Se torniamo indietro agli anni di Schumacher, per quanto tempo ha dominato? E guardiamo a tutte le cose che erano collegate: le gomme sviluppate per un team, essenzialmente per un solo pilota, eppure non c&rsquo;erano mai queste discussioni. Ci sono scuderie pi&ugrave; apprezzate dai tifosi e alcune che piacciono meno, ma tutto ci&ograve; &egrave; legato alla squadra, il colore che di solito si vede sulle tribune &egrave; il rosso&raquo;.  Si spinge oltre Kaltenborn, tanto da poter leggere tra le sue parole un &ldquo;quel che &egrave; bene per la Ferrari, &egrave; bene per la Formula 1&rdquo;: &laquo;Non era un problema il dominio in termini di spettatori, sponsor e accordi commerciali. Ogni team gioca il proprio ruolo in Formula 1 e per una scuderia come la nostra, non ci importa se qualcuno domina. E&rsquo; importante, invece, che non si utilizzi la posizione di dominio per spingere lo sport in una direzione che non sia quella giusta e buona per la categoria tutta.  Devi rispettare tutti i team, sia il numero uno, come il numero due o l&rsquo;ultimo, perch&eacute; tutti fanno la loro parte e contribuiscono allo spettacolo&raquo;, ha raccontato a Motorsport.com.  Escludendo l&rsquo;apprezzamento di un monopolio piuttosto di un altro da parte dei tifosi, quel che manca alla Formula 1 odierna, secondo la Kaltenborn, &egrave; essenzialmente l&rsquo;assenza di incursioni e inserimenti al vertice da parte di altre scuderie, anche sporadicamente: &laquo;Non importava se ai tempi di Schumacher vinceva il titolo a Magny Cours e avevi ancora tante gare da correre. C&rsquo;era la possibilit&agrave; per pi&ugrave; scuderie di arrivare sul podio, ottenere il risultato, e questo rendeva la F1 pi&ugrave; interessante&raquo;.  Fabiano Polimeni

Il team principal Sauber mette a confronto i trionfi Ferrari con Schumacher e l&rsquo;attuale fase Mercedes

F1, Kaltenborn: dominio di un team non &egrave; negativo

Non serviva il meeting della Commissione F1 di marted&igrave; per scoprire come i team fossero contrari all&rsquo;introduzione del motore indipendente, fortemente voluto dalla FIA e da Ecclestone. Se introduzione sar&agrave;, dal 2017, arriver&agrave; con una decisione imposta dall&rsquo;alto, al Consiglio mondiale del motorsport in dicembre, con la FIA a spingere adducendo cause di forza maggiore per scavalcare il no della Commissione F1. Dopo la notizia della partecipazione al bando di Mecachrome, insieme a Ilmor e AER, arrivano le parole di Monisha Kaltenborn.  &laquo;Per logica, dovrei dire che voglio un motore meno costoso. Si deve fare qualcosa dopotutto che abbia un senso e non dovremmo discutere, nel caso dei motori indipendenti, di qualcosa che in seguito sappiamo non si concretizzer&agrave; in questa direzione. E&rsquo; pi&ugrave; sensato intrattenere colloqui maturi in merito&raquo;, spiega il team principal Sauber ad Autosport.  Il punto cruciale sta nella realizzazione dell&rsquo;equivalenza tra propulsori nettamente diversi tra loro: i semplificati biturbo immaginati dalla FIA come alternativa low-cost, da 6-7 milioni di euro, e le power unit con ERS, oggi all&rsquo;incirca 3 volte pi&ugrave; costose.  &laquo;Non vedo come si possa realizzare un&rsquo;equivalenza. Se c&rsquo;&egrave; un modo che non conosco, ditecelo. Non dovremmo avere discussioni premature, &egrave; una perdita di tempo, non avendo informazioni a sufficienza per giudicare come vogliono introdurre questo motore indipendente.  Se per loro &egrave; davvero una cosa seria, vorrei pi&ugrave; informazioni per capire meglio. Viceversa, &egrave; meglio sederci e parlare del costo dell&rsquo;attuale fornitura dei motori&raquo;.  Fabiano Polimeni

Kaltenborn bolla come inutili le discussioni su un motore alternativo. Il problema &egrave; l&rsquo;equivalenza con le power unit

Motore indipendente in F1: una perdita di tempo

Liberalizzare senza limiti e consentire uno sviluppo aperto a tutti? Non sarebbe la strada giusta da seguire, secondo Monisha Kaltenborn. Piuttosto, secondo il team principal Sauber, la Formula 1 dovrebbe pensare a una sorta di &ldquo;deroga&rdquo; per tutti i motoristi, Mercedes a parte. I dubbi su quale sia sportivit&agrave; alla base di tale considerazione sono legittimi, cos&igrave; come quelli sull&rsquo;effettiva utilit&agrave;, considerati i passi avanti compiuti dalla power unit tedesca dando credito ai rumors che vorrebbero un percepibile incremento di potenza fatto passare lavorando sul fronte dell&rsquo;affidabilit&agrave;, senza sprecare nemmeno un gettone.  &laquo;Se si liberalizzasse lo sviluppo, sarebbe per tutti. Non mi piace fare confronti con il DTM, ma l&igrave; hanno consentito a un nome importante di procedere con lo sviluppo e non ci sono riusciti a sufficienza per collocarsi a certi livelli. Credo sia il tipo di idee di cui abbiamo bisogno per livellare il campo, poich&eacute; i vantaggi esistenti oggi dureranno per anni e non sar&agrave; possibile raggiungerli&raquo;, ha commentato a Sky Sports riferendosi al gap che divide le power unit Ferrari, Renault, Honda dalla Mercedes.  Niente balance of performace in senso stretto, ma Mercedes messa in un angolo a guardare gli altri recuperare. &laquo;Uno sviluppo aperto sarebbe a vantaggio di tutti e continuerebbero a progredire anche loro; con l&rsquo;enorme vantaggio che hanno al momento, se anche si fermassero, agli altri servirebbero due anni per riprenderli. E&rsquo; qualcosa da tenere seriamente in considerazione, perch&eacute; i tifosi non accetteranno altri due anni con queste gare. Ci sono altri eventi, le televisioni pagano molto di pi&ugrave; per trasmetterli e noi ne pagheremo le conseguenze&raquo;, aggiunge.  Fabiano Polimeni

Propone uno sviluppo libero per i motoristi, Mercedes esclusa: &ldquo;Serviranno due anni per recuperare&rdquo;

F1, Kaltenborn: tifosi stanchi di queste gare

I giocatori che scrivono le regole non &egrave; mai stata una grande idea. Quella che, per&ograve;, si sta nonostante tutto portando avanti, alla ricerca di nuove strade, nuove idee, in grado di risollevare la Formula 1. L&rsquo;ultima voce autorevole a levarsi per un cambio netto di direzione &egrave; quella di Christian Horner. I problemi in Red Bull sono enormi, tuttavia, il team principal trova il tempo per indicare la strada che, a suo modo di vedere, &egrave; l&rsquo;unica percorribile: serve una figura terza, estranea alla Formula 1 attuale, che ne capisca di tecnica e business. Un nome a caso? Ross Brawn. &laquo;Lo Strategy Group al momento &egrave; abbastanza inutile e continuo a dire come serva una decisione su quale Formula 1 si vuole da parte dell&rsquo;organo di governo (la Fia; ndr) e il detentore dei diritti commerciali (la Fom). La rimettano poi ai team e dicano: &ldquo;Questo &egrave; il prodotto che vogliamo, queste sono le regole, l&igrave; c&rsquo;&egrave; il modulo d&rsquo;iscrizione&rdquo;&raquo;.  E&rsquo; la linea sostenuta da tempo dai piccoli team, quelli della visione pi&ugrave; &ldquo;dittatoriale&rdquo; della Formula 1. Ma la novit&agrave; introdotta da Horner &egrave; un&rsquo;altra, identifica una figura esatta come ideale regolatore: &laquo;Forse avremmo bisogno di una figura indipendente, qualcuno non attualmente coinvolto, qualcuno come Ross Brawn, che capisca il business, le sfide nello scrivere quelle che sono le specifiche tecniche alle quali una monoposto deve rispondere&raquo;.  Niente decisioni collegiali, si sono dimostrate non funzionare, perch&eacute; troppo complesse prima di tutto. &laquo;Il risultato dello Sporting Group sono le penalizzazioni viste qui (un record in Austria, ben 70 posizioni da scontare; ndr), diventate troppo complicate, mentre i risultati del gruppo tecnico sono le attuali regole sui motori. Liberiamoci di questi gruppi, si crei un prodotto e lo si metta davanti ai team&raquo;.  Eppure c&rsquo;&egrave; chi, nonostante sia vicino alla linea oggi lanciata da Horner, non lesina critiche. Ed &egrave; Monisha Kaltenborn, che a Sky Sports Digital dice: &laquo;I team indipendenti lo dicono da molto tempo. Ogni volta che c&rsquo;&egrave; il dominio di qualcuno, quel team prover&agrave; sempre a rafforzare la propria posizione. In una certa misura, anche se la Red Bull oggi arriva a lamentarsi, rappresentano gran parte del problema e sono coloro i quali devono prendersi le loro responsabilit&agrave; per certe regole, che si sarebbero potute adottare o meno, quando erano contrari. Non &egrave; cos&igrave; facile dire adesso di portare qualcun altro solo perch&eacute; non va pi&ugrave; bene a loro. Per quattro anni hanno dominato, come team indipendente abbiamo sempre detto che servivano regole diverse, non decise o influenzate pesantemente da un team&raquo;.  Fabiano Polimeni

Serve una figura terza e indipendente per scrivere le regole future. Kaltenborn bacchetta la Red Bull: &egrave; anche colpa loro

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