        La morale laterale a tutta la entusiasmante faccenda di Hamilton e della Ferrari in chiave 2025 ha il nome e il cognome di un ragazzo bolognese che il prossimo 25 agosto compir&agrave; 18 anni. E che risponde all&rsquo;anagrafe alle coordinate di Kimi Andrea Antonelli, in possesso di un contratto decennale che lo lega, fin da bambino, alla Mercedes. Kimi tra i candidati per il dopo-Hamilton &Egrave; lui uno dei condidati, per quanto adesso possa sembrare maturo e quasi irrealistico, a prendere il posto di Hammer in seno al team di Toto Wolff in chiave 2024. Poi, ovvio, i nomi da fare accanto al suo possono essere altri, da quello senz&rsquo;altro meno rivoluzionario di Esteban Ocon per andare alla soluzione ag&eacute;e e flamboyant quanto sinceramente fantascientifica di Fernando Alonso, classe 1981. Per&ograve; resta il fatto che quella di Antonelli &egrave; una candidatiura di bandiera senz&rsquo;altro suggestiva e che si pone su basi solide. Che diverrebbero quasi granitiche se solo riuscisse ad aggiudicarsi al primo tentativo il titolo di F.2, dopo che ha fatto lo stesso con tutte le sfide che a oggi ha superato trionfando, sia in kart che in monoposto. Dalla F.4 alla F.Regional. Alla Prema F.2 dovr&agrave; superare la concorrenza interna del britannico Oliver Bearman, boy della Ferrari Academy, di un anno meno giovane (19 anni a 18), mentre in pista trover&agrave; anche un maturo antagonista nel francese Vistor Martins, per cui rivali e lotte certo non gli mancheranno. Ma l&rsquo;impressione &egrave; che il bolognese non &ldquo;deve&rdquo; ma &ldquo;pu&ograve;&rdquo; farcela, ecco. E tutto questo fin da ora rende il futuro campionato di F.2 una categoiria da tenere d&rsquo;occhio con particolarissima attenzione, magari fin da oggi. Per il resto il segreto e il suggerimento da qui in poi, paradossalmente, &egrave; fare esattamente il contrario di quanto &egrave; oggetto di questo articolo: ossia bisogna assolutamente evitare di mettere troppa pressione a Kimi, perch&eacute; teenager e meritevole del clima pi&ugrave; sereno e meno esagerato possibile. Per&ograve;, non c&rsquo;&egrave; niente da fare, un po&rsquo; di fregola viene, pensando a Hamilton partente, ormai separato in casa con Russell a lui e a quell&rsquo;abitacolo della Mercedes F.1 destinato a vuotarsi e a esigere un nuovo titolare. E soprattutto al digiuno doloroso dei piloti italiani dalla F.1... Per cui, anche se sottovoce e senza enfasi troppo adrenalinizzante, fin da ora, forza, Kimi Antonelli, comunque vada siamo tutti con te. Come minimo, grazie per ridare impulso alla nostra capacit&agrave; di sognare. Leggi anche: Nel motosport il vecchio avanza       

Il ragazzo prodigio della Mercedes &egrave; tra i papabili per prendere il posto di Lewis Hamilton, anche se non gli va fatta troppa pressione...

Ora Kimi Antonelli è ancor più in preallarme

        Un momento speciale ai Caschi d'Oro 2023, che ha il sapore di un investitura quasi ufficiale. Abbiamo chiamato Kimi Antonelli il "Capitan Futuro" del motorsport italiano e sul palco di Roma l'abbiamo premiato con un riconoscimento inedito, assieme a Pirelli. Mario Isola ha consegnato al pilota Prema e campione F3 Regional il Ruotino d'Oro che ricevono i piloti di F1 che firmano la pole.  La promessa Capitan Futuro "Per noi &egrave; stata una stagione estremamente positiva, abbiamo rinnovato con la F1 fino al 2027 e quindi ci vedrete ancora per un po'. Siamo impegnati nel motorsport a 360 gradi e sosteniamo i giovani. Questo &egrave; un premio importante, sei la promessa dei giovani piloti italiani, fanne buon uso", ha detto Mario Isola a Kimi Antonelli "Sono molto contento - ha risposto Kimi -&nbsp;di ricevere questo premio. E' stata una bella stagione e siamo pronti per il prossimo step. I Test positivi, livello alto non sar&agrave; facile, ma abbiamo una buona base".       

Il presente del pilota Prema dice F2, ma con l'investitura del Ruotino d'Oro Pirelli il futuro di Kimi ha il profumo di Formula 1

Caschi d'Oro, il Ruotino Pirelli per Kimi Antonelli

Kimi Antonelli &egrave; il Capitan Futuro del motorsport tricolore. Anni 17, piede destro pesante e un sogno meraviglioso nella testa: approdare in F.1. &Egrave; uno che ha bruciato le tappe il bolognese che domenica scorsa a Zandvoort ha messo in saccoccia il titolo della Formula Regional by Alpine. Un&rsquo;altra stagione trionfale per questo giovanotto terribile sul quale tutto lo Stivale da corsa ripone grandi speranze. Il prossimo passaggio sar&agrave; direttamente in Formula 2 dove l&rsquo;attende l&rsquo;avventura pi&ugrave; tosta che abbia mai vissuto.&nbsp;  F1, il calendario degli ultimi GP della stagione 2023  Kimi e Mercedes, un sodalizio iniziato dai Caschi d&#39;Oro  Capitan Futuro correva in kart ed era grosso poco pi&ugrave; di un soldo di cacio quando alla Festa dei Caschi d&rsquo;Oro di alcuni anni fa si present&ograve; bello come il sole. Un sorriso stampato sul viso, capelli lunghi sulle spalle, occhi vispi e sognanti. Dolce e determinato. Empatico. Colp&igrave; un po&rsquo; tutti i presenti. Tanto che a un certo punto mi si avvicin&ograve; Bradley Lord, il responsabile della pubbliche relazioni di Mercedes F.1, per chiedere chi fosse quel bambino che stava catalizzando su di s&eacute; tante attenzioni. Ricordo ancora quando glielo presentai. Kimi gli strinse forte la mano e da l&igrave; inizi&ograve; a parlare. Qualche settimana pi&ugrave; tardi, il ragazzino bolognese pass&ograve; a far parte dello junior team Mercedes...  E ora eccolo l&igrave; che festeggia la conquista del campionato di Formula Regional al debutto nella serie, dopo aver fatto la stessa cosa stradominando in F4. Un&rsquo;altra stagione vincente per Andrea, lo snodo fondamentale per debuttare il prossimo anno in Formula 2, saltando la Formula 3 e presentarsi carico nel campionato che apre (anche se non sempre) le porte alla Formula Uno. Capitan Futuro Antonelli &egrave; pronto alle nuove sfide. C&rsquo;&egrave; immerso dalla testa ai piedi fin da quando ha iniziato a muovere i primi passi con quattro ruote sotto al fondoschiena. Per lui &egrave; stato un continuo confrontarsi con l&rsquo;asticella che si alza insieme alla pressione. Avr&agrave; modo di prepararsi a dovere l&rsquo;emiliano della Mercedes che detta cos&igrave; potrebbe anche sembrare un controsenso. C&rsquo;&egrave; il marchio della Stella sulla sua tuta anche se abita a 44 km da Maranello, le strade non si sono incrociate.  Dalla Lancer alla vittoria in Formula Regional  La prima volta che Kimi Antonelli &egrave; apparso sulle pagine di Autosprint guidava una Mitsubishi Lancer sul ghiaccio. Aveva 9 anni e a fatica arrivava ai pedali, qualche tempo dopo gli dedicammo una copertina perch&eacute; lui, giovane kartista italiano era finito alla corte di Toto Wolff. Andrea &egrave; un grande talento italiano da tutelare. Erano diversi anni che un pilota tricolore non vinceva una serie internazionale a ruote scoperte. L&rsquo;ultimo in ordine di tempo era stato Raffaele Marciello nel 2013 in Euro F.3. La vittoria di Capitan Futuro in F.Regional torna a far vedere luce in fondo al tunnel: tornare a rivedere tra qualche stagione un pilota italiano sulla griglia del Mondiale non &egrave; pi&ugrave; un sogno mostruosamente proibito.   

&quot;Ai Caschi d&#39;Oro di Autosprint di qualche anno fa, Bradley Lord di Mercedes chiese di Kimi: glielo presentammo e ora eccoci qui&quot;

L&#39;editoriale del Direttore: Kimi Antonelli, capitan futuro all&#39;attacco

Andrea Kimi Antonelli in Formula 2. Nonostante non ci sia ancora l&rsquo;ufficialit&agrave;, pare ormai certo che il giovane talento di casa nostra far&agrave; il grande salto, bruciando quella che per molti &egrave; ormai una tappa obbligata. Niente FIA Formula 3 il prossimo anno, ma subito il campionato immediatamente inferiore alla Formula 1. Per di pi&ugrave; con il team Prema, che lo ha accompagnato fin dai suoi primi passi nelle monoposto, e ovviamente con il supporto della Mercedes, che nel 2018 lo ha inserito nel programma junior.  Niente Formula 3 per Kimi Antonelli  Niente di certo, almeno sulla carta, ma questa era la notizia che girava maggiormente nel paddock di Monza. Tramite alcune indiscrezioni, avevamo appreso che il pilota emiliano avrebbe dovuto disputare la gara di Macao di F3 in programma a novembre. Invece sembra che gli obiettivi, a breve e lungo termine, siano ancora pi&ugrave; ambiziosi.  Di certo per Antonelli la Formula 2 rappresenta un passaggio non da poco. Anche in termini di potenza. Dai 280 cv del Formula Regional ai 620 cv della categoria maggiore. Passando, aggiungiamo noi, dai 560 cv della Mercedes GT3 con cui ha debuttato a Misano quest&rsquo;anno nel Campionato Italiano Gran Turismo con una pole, una vittoria e ancora un terzo posto. E non &egrave; neppure escluso di rivederlo nella stessa serie al volante della vettura della casa di Stoccarda, di sicuro un&rsquo;ottima scuola (gare di 50 minuti, poca aerodinamica ed un motore che spinge tanto).  Intanto Andrea Kimi cercher&agrave; di portare a termine la sua missione: quella di conquistare appunto il titolo del &ldquo;Regional&rdquo; europeo in cui &egrave; balzato in testa alla classifica lo scorso luglio in occasione della tappa del Paul Ricard. Tre le vittorie al suo attivo; la prima a Spa, un&rsquo;altra al Mugello e poi in Francia. Ed ancora quattro secondi posti. Ovvero sette volte sul podio su 12 gare, sei punti di vantaggio nei confronti del norvegese Martinius Stenshorne e quattro doppi appuntamenti ancora all&rsquo;appello, cominciando dalla prossima tappa di Spielberg in programma questo fine settimana.&nbsp;  Continua a leggere l&#39;articolo su Autosprint in edicola, oppure clicca qui per l&#39;edizione digitale.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   Un post condiviso da Autosprint Official (@autosprintofficial)   

La grande speranza dell&#39;automobilismo tricolore brucer&agrave; una tappa, passando dalla Formula Regional alla serie cadetta in chiave 2024

Kimi Antonelli verso il grande salto in Formula 2

Andrea Kimi Antonelli ha portato a casa due titoli nel 2022 in F4 nel campionato italiano e tedesco, dunque, Casco d&#39;oro doveroso. Ecco cosa ci ha detto alla cerimonia di premiazione a Bologna dei Caschi d&#39;Oro e Volanti Aci 2022

Caschi d'Oro 2022 Andrea Kimi Antonelli: "Vi racconto il mio incredibile 2022"

        &Egrave; un'Italia vincente quella che esce dai FIA Motorsport Games 2022, le Olimpiadi del motorsport andate in scena lo scorso week end in Francia. Sul circuito del Paul Ricard, la squadra azzurra ha raccolto tre medaglie d'oro e un argento, aggiudicandosi il successo finale davanti al team di casa. A capitanale la rappresentanza tricolore &egrave; stato Andrea Kimi Antonelli, fresco vincitore della Formula 4 italiana e tedesca, che si &egrave; imposto nella gara di monoposto F4. Ori anche per l'equipaggio formato da Roberto Dapr&agrave; e Luca Guglielmetti nel Rally e per Andrea Zivian e Nicola Arena nell'Historic Rally, mentre Mirko Bortolotti ha conquistato la medaglia d'argento nella competizione GT Sprint. Ferrari per Le Mans &egrave; una realt&agrave; che fa sognare Incetta di ori ai FIA Motorsport Games Nel 2019, la FIA aveva deciso di dare vita a un evento ispirato ai giochi olimpici, in cui piloti da tutto il mondo si incontrassero per sfidarsi nella propria specialit&agrave;, in rappresentanza del proprio Paese, esattamente come succede nelle tradizionali Olimpiadi. La prima edizione dei FIA Motorsport Games ebbe luogo sul circuito di Vallelunga dopo la cerimonia d'apertura a Roma. In quell'occasione vinse la Russia, con l'Italia seconda a pari merito con l'Australia. A distanza di tre anni, il team azzurro &egrave; riuscito a migliorarsi imponendosi su tutte le altre squadre in gara, aggiudicandosi la vittoria nella seconda edizione dei giochi del motorsport organizzati dalla Federazione Internazionale dell'Automobile. Dopo la spettacolare cerimonia di apertura a Marsiglia, le gare sono andate in scena sul circuito francese del Paul Ricard, dove si sono dati battaglia ben 463 piloti provenienti da 72 nazioni, in 8 diverse discipline tra cui karting, rally, gare GT fino agli e-sports. A spartirsi gran parte delle medaglie d'oro sono stati il team francese e quello italiano, che alla fine &egrave; riuscito a trionfare grazie a una medaglia di bronzo in pi&ugrave; conquistata rispetto ai padroni di casa. Grande protagonista di questi FIA Motorsport Games &egrave; stato Andrea Kimi Antonelli, astro nascente delle monoposto &ldquo;allevato&rdquo; nel vivaio Mercedes. Il giovane pilota ha partecipato e vinto la gara di monoposto Formula 4 organizzata da KCMG, imponendosi sia in qualifica con un margine di 0,6&rdquo; sul secondo classificato che in gara, stavolta con un margine di ben 7 secondi. &ldquo;Ci tenevo molto a vincere perch&eacute; rappresentavo l&rsquo;Italia! Tutto molto bello, sebbene sofferto per via del polso perch&eacute; in gara mi procurava non poca fatica fisica. L&rsquo;esperienza di gruppo con il Team Italia e di portabandiera mi ha sicuramente arricchito personalmente e non potevo chiudere la stagione in modo migliore!&rdquo; ha detto Kimi Antonelli. La Formula 4 si conferma cos&igrave; una specialit&agrave; italiana: nel 2019 a Vallelunga era stato infatti un altro azzurro, Andrea Rosso, a ottenere la prima posizione. F1, la classifica Piloti aggiornata&nbsp; &nbsp; Rally e GT, medaglie per gli italiani Specialit&agrave; in cui i piloti tricolori si sono distinti &egrave; anche quella del Rally, con ben due medaglie d'oro conquistate dal team Italia. La prima &egrave; stata appannaggio dell'equipaggio Roberto Dapr&agrave;-Luca Guglielmetti su Peugeot 208 R2. La competizione, articolata su 14 speciali tra Marsiglia e Tolone, ha visto impegnati 11 equipaggi: grazie a 4 vittorie di tappa e tre secondi posti, Dapr&agrave; e Guglielmetti sono riusciti a imporsi sugli altri concorrenti arrivando all'ultimo traguardo con un vantaggio di 1,3 secondi. Altro oro per l'equipaggio Andrea Zivian-Nicola Arena nella disciplina Historic Rally, riservata a vetture dei regolamenti FIA 2 e 3 tra il 1970 e l'81. Una vera dominazione quella dei due italiani, che al volante della loro Audi quattro hanno vinto tutte le sette prove speciali di cui l'evento si componeva. Determinante per il successo finale &egrave; stata infine la medaglia d'argento nella competizione Sprint GT, ottenuta da Mirko Bortolotti al volante della Lamborghini Hurac&aacute;n GT3 della Grasser Racing. Scattato 5&deg;, il pilota trentino ha recuperato fino al secondo posto dietro al solo Matt Cambell su Porsche. Per quanto riguarda infine le altre specialit&agrave;, va registrato il quarto posto Simone Firenze con le buggy della categoria Cross Car Senior, mentre non sono stati entusiasmanti, malgrado le buone prestazioni, i risultati di Luca Losio negli e-sports, di Manuel Vacca nel Drifting e di Giacomo Ghermandi nelle Touring Car. Messo in cassaforte il successo al Paul Ricard e portate in Italia le medaglie, ora l'attenzione si sposta alla prossima edizione dei FIA Motorsport Games, prevista per il 2024 in Spagna, sul circuito di Valencia. GP Messico, i 5 temi del fine settimana       

La squadra azzurra ha conquistato tre ori e un argento conquistando il successo nella seconda edizione delle Olimpiadi del motorsport al Paul Ricard

FIA Motorsport Games, vince l'italia capitanata da Kimi Antonelli

Il pilota neocampione della Formula 4, con il team Prema, al termine della vittoria in gara2 al Mugello firma il successo numero 12 in stagione e ripercorre un anno decisamente ricco di soddisfazioni in Italia e non solo. Ma il giovane a 16 anni ha gi&agrave; le idee chiare su cosa vuole fare da grande... (Intervista a cura di Dario Lucchese)

Kimi Antonelli esclusivo: "Vittoria straordinaria in F4. Il futuro? Magari in Formula 1"

Il pilota finlandese si è recato a Charlotte per testare la Chevrolet Camaro di Trackhouse Racing, con cui disputerà la gara della Nascar a Watkins Glen

Kimi Raikkonen, il test con la Nascar negli USA

Il pilota finlandese, che prender&agrave; parte alla gara di Watkins Glen della Nascar, si &egrave; recato negli USA per prepararsi al simulatore ed effettuare alcuni briefing

Kimi Raikkonen, primo contatto con la Nascar di Trackhouse Racing

Il pilota finlandese ha scelto l'Italia per passare le vacanze estive con la famiglia. E mentre passeggiava per strada ha incrociato un cane chiuso in una vettura con il finestrino aperto. Per rinfrescarlo dall'afa di luglio gli ha offerto un po' del suo gelato! (fonte Instagram)

Kimi Raikkonen cuore d'oro: il cane è chiuso in auto e lui gli offre un gelato!

        Kimi Raikkonen si prepara a tornare in pista. A meno di un anno dal ritiro dalla Formula 1, il pilota finlandese ha annunciato che correr&agrave; una gara della serie americana Nascar ad agosto. Non una novit&agrave; assoluta per l'ex ferrarista, che durante il suo periodo di lontananza dalla F1, nel biennio 2010-2011, si era gi&agrave; comentato in questa categoria. A distanza di oltre un decennio Iceman &egrave; pronto a gettarsi di nuovo nella mischia del popolare campionato USA: l'appuntamento &egrave; a fine agosto sul circuito di Watkins Glen, dove Kimi sar&agrave; al volante di una Chevrolet Camaro. F1 GP Monaco, gli orari della gara su Sky, Now e TV8 Raikkonen, il ritorno in Nascar Era il 12 dicembre 2021 quando Kimi Raikkonen, nei panni di pilota Alfa Romeo Racing, aveva corso la sua ultima gara in Formula 1. L'atto conclusivo di una carriera cominciata vent'anni prima con la Sauber e culminata con il Titolo iridato conquistato nel 2007 con la Scuderia Ferrari. Dopo aver trascorso gli ultimi mesi dedicandosi esclusivamente alla famiglia, Iceman &egrave; pronto a tornare in pista per una nuova avventura. Con un post sui social, il pilota finlandese ha infatti annunciato il suo ritorno nella Nascar, serie che lo vide protagonista di sporadiche apparizioni dopo il suo primo ritiro dalla F1. Ad avvicinare Raikkonen alla serie americana &egrave; stato Justin Marks, boss del team Trackhouse, che recentemente aveva lanciato Project91, un'iniziativa finalizzata a fare correre &ldquo;star&rdquo; internazionali del motorismo nella sua squadra. Iceman ha aderito al progetto e potr&agrave; cos&igrave; mettersi al volante della terza vettura del team, accanto a quelle dei titolari Ross Chastain e Daniel Suarez. &ldquo;Kimi Raikkonen &egrave; il pilota che avevo in mente per la prima volta quando abbiamo creato Project91 &ndash; ha spiegato Marks, ex pilota e team boss di trackhouse - Si tratta di un driver di fama mondiale con un enorme talento e un grande seguito di fan. Abbiamo discusso a lungo, ci stiamo gi&agrave; preparando&rdquo;.  La data da segnare sul calendario &egrave; il 21 agosto, quando Kimi prender&agrave; il via nella gara di Watkins Glen sulla Chevrolet Camaro numero 91.        

L'ex Campione del Mondo F1 ha annunciato che prender&agrave; parte a una gara della popolare categoria americana con una Chevrolet Camaro

Nascar, Raikkonen prenderà parte alla gara di Watkins Glen

Il nostro Mario Donnini dà inizio a una nuova rubrica settimanale in cui svela e racconta il numero dì Autosprint in edicola. Buona visione con l'unboxing del n.1 2022 nonché del libro su Raikkonen e anche buona lettura, dunque!

Mario Donnini svela lo speciale di Autosprint "Raikkonen, romanzo kiminale"

Smettere a quarantadue anni pu&ograve; significare un sacco di cose, caro Kimi, ma una su tutte. Non ci saranno repliche, ulteriori ritorni o ripensamenti. Non ne rester&agrave; pi&ugrave; il tempo. Perch&eacute; anche la Formula Uno, come tutte le cose importanti nelle stagioni della vita, diventer&agrave; un ricordo bello e anche un&rsquo;esperienza irreversibile e da rivivere con un pizzico di malinconia. In fondo tu, dear Iceman, nella storia del mondiale di Formula Uno, volente o nolente, consapevole o ignaro, per due decenni buoni sei stato la valvola della pentola a pressione, la scheggia antisistema che rendeva il sistema pi&ugrave; sopportabile, la mosca bianca che aiutava a non pensare troppo a varie altre mosche e ai loro non sempre condivisibili e squisiti atterraggi.  Se sei stato davvero un uomo di ghiaccio, proprio non lo so, perch&eacute; i nomignioli nello Sport e nei bar da una vita lasciano il tempo che trovano. Per&ograve;, cubetti o non cubetti, resto pi&ugrave; che certo che - e questo &egrave; ci&ograve; che conta -, sei stato un Uomo Vero. Perch&eacute; in un mondo che ci vuole come vuole, che fin dalla nascita ci chiede d&rsquo;essere funzionali, precisi e complementari al meccanismo micidiale con cui c&rsquo;ingloba - che poi siamo capi di stato o usceri del catasto poco importa, ciascuno si ritrova binari, biglietti da pagare e obliterare oltre a stazioni obbligate -, be&rsquo; ecco, in un Pianeta fatto cos&igrave; a razzo di pane, tu sei stato forse uno dei pochi terrestri dell&rsquo;era moderna ad aver coltivato un sogno raggiungendolo per strade tutte sue e restando esattamente, perennemente e implacabilmente te stesso.     Tardelli, Frank &amp; Il Biondo  Dai, certe sere di freddo, acqua e vento, quando c&rsquo;&egrave; bisogno di qualcosa che ci faccia evitare d&rsquo;esser tristi, ciascuno ha le sue medicine. C&rsquo;&egrave; chi riguarda il gol di Tardelli alla Germania, chi rigusta Frank Sinatra in concerto che fa piangere il mondo urlando struggente l&rsquo;ultima strofa di I did it my way - ho fatto tutto a modo mio -, chi si spara il Triello de &ldquo;Il Buono, il Brutto e il Cattivo&rdquo; di Sergio Leone e chi si inietta gli ultimi giri di Brasile 2007, con te che vai in trionfo strabeffando Alonso, Hamilton, Ron Dennis, la McLaren e la Mercedes, in un catino che frigge di Ferrari, un Maracan&agrave; improvvisamente arrossatosi per tingersi di leggenda. Tu, Kimi Raikkonen, per noi, sei questo, s&igrave;, tutto questo insieme. Fuso, oliato, mitizzato ma anche visto per quello che semplicemente sei. Un grido a squarciagola di libert&agrave;, forse l&rsquo;ultimo, l&rsquo;hangover durante il quale siamo orgogliosi d&rsquo;essersi presi una sbornia di te. Sei un gol alla Germania in finale, sei quello che fa come gli pare, sei il Biondo che resta in piedi mentre ci si spara sulle note dell&rsquo;Estasi dell&rsquo;Oro, alla faccia di Tuco e Sentenza, sei il simbolo meraviglioso e bello di vent&rsquo;anni di automobilismo altrimenti mediamente ammosciato e deludente, che in te trova qualcosa d&rsquo;inatteso, di diverso, d&rsquo;unico, trasversale, silenziosamente o laconicamente pulito, pur rifuggendo il perbenino, il finto, il retorico e gli estrogeni. Ecco, ghiaccio o non ghiaccio, il tuo bello &egrave; che non sei uno molliccio. Mai. Per come sei arrivato nelle corse e in Formula Uno, per come te ne sei andato dal Circus la prima volta, a soli trent&rsquo;anni, per il modo sorprendente in cui sei tornato poco dopo e, infine, per quando, come e perch&eacute; ci saluti per sempre, poich&eacute; niente &egrave; per sempre. Tu, non ricchissimo d&rsquo;estrazione, col fratello pilota pure lui, ma velocissimo, scatenato e tostissimo fin dai tempi del kart, quand&rsquo;eri praticamente un baby. E poi subito belva in macchina, dalla F.Ford alla F.Renault, tanto che resti uno dei pochi al mondo ad arrivare in F.1 presto, a 21 anni, e dopo sole 23 gare disputate in carriera, evitando sia F.3 che formula cadetta, perch&eacute; chi va forte ha anche tanta fretta.    Sensazionale in Formula Uno  Poi favole e realt&agrave;, vere le prime e esagerata la seconda. Tu che in un test Sauber al Mugello dai mezzo secondo al giro al titolare Diniz e prendi solo otto decimi da king Schumi su Ferrari, tu che fai esordio nel mondiale F.1 in Australia con una stranissima superlicenza condizionata e vai a punti pesanti, addormentandoti a mezz&rsquo;ora dal via.  Tu che entri pochi mesi dopo nell&rsquo;orbita McLaren, diventandone nuova punta di lancia, in un&rsquo;era in cui essere il primo cavaliere di Ron Dennis significa l&rsquo;investitura verso la leggenda. Dopo sole quaranta gare corse in auto in vita tua. Poi quel mondiale sfiorato all&rsquo;ultimo tuffo a Suzuka 2003 battuto d&rsquo;un soffio da Schumi, il passaggio alla Rossa per prendere il posto del suo pilota pi&ugrave; vincente e infine la laurea iridata d&rsquo;Interlagos 2007, che a tutt&rsquo;oggi resta anche l&rsquo;ultimo urlo mondiale del Cavallino Rampante. Per&ograve; basta con la cronaca, perch&eacute; le cose su di te le sappiamo tutti e ci piacciono da matti.  Grazie, Kimi, e lo dico da giornalista, perch&eacute; hai detto chiaramente che i giornalisti medesimi in venti anni non hanno fatto altro che gonfiarti le palle, eiettando domande per lo pi&ugrave; inutili e insulse.  Mediamente, su di noi hai ragione. Ovviamente me compreso. Grazie anche perch&eacute; vestendoti da gorilla e facendo l&rsquo;asino alle feste, hai riportato un briciolo di scanzonata umanit&agrave; alla figura del campione, senn&ograve; condannato ad essere perennemente ingessato e insopportabilmente politically correct. Grazie per tutte le sbornie che ti sei preso, non solo quelle private ma anche le altre, decisamente pi&ugrave; pubbliche, financo a una premiazione della FIA, e grazie per le sigarette, i sigari e qualsiasi cosa emettesse fumo, ovviamente legale, che ti sei sparato quasi sempre di nascosto, fino al 2017, anno dopo il quale ti sei dato una calmata. I grazie vanno intesi pure nel senso del tuo discostarsi dalla figuretta del pilotino salutista, schizzinosetto, chirichetto e timorato. Bacco, tabacco e diciamo pure anche qualche Venere dimostrano che in te c&rsquo;&egrave; fuoco, oltre alla cenere. E meno male, perch&eacute; i tuoi silenzi sono molto pi&ugrave; sinceri e carichi di significato dei vuoti, insulsi e sciatti bla bla di gran parte dei tuoi colleghi, pi&ugrave; o meno titolati.  Laconico come Eastwood  Poi c&rsquo;&egrave; un altro aspetto meraviglioso ed &egrave; la tua capacit&agrave; di dire tutto in mezza riga. Quella voglia di non parlare che ti spinge a essere lapidario, secco, asciutto, essenziale, una specie d&rsquo;eroe Spaghetti Western. E allora godetevelo adesso, perch&eacute; un giorno lo ricercheremo, nel Circus, uno cos&igrave;, e lui non ci sar&agrave;. &laquo;Guidare &egrave; l&rsquo;unica cosa che amo riguardo alla Formula Uno&raquo;. &laquo;Facciamo cos&igrave; cagare, &egrave; incredibile&raquo; (Al suo debutto in Nascar). &quot;La mia vita sarebbe stata molto pi&ugrave; facile se fossi stato un pilota di F.1 negli Anni &rsquo;70. Sono nato sicuramente nell&rsquo;era sbagliata&quot;. &quot;Sono stato ubriaco per 16 giorni di fila fra il Gp del Bahrain e quello di Spagna. Non sono riuscito a ricordare quel periodo, in gran parte me lo hanno dovuto ricordare gli altri. Abbiamo fatto il giro dell&rsquo;Europa e ci siamo divertiti, non era la prima volta, per noi era normale. Non c&rsquo;&egrave; niente di sbagliato in questa cosa&quot;. &quot;Bere e fumare ha reso il mio modo di vivere migliore. Se sei un tipo a cui piace leggere libri, devi leggere. Devi fare qualsiasi cosa che ti faccia stare bene, l&rsquo;importante &egrave; che tu sappia cos&rsquo;&egrave; meglio per te. Ognuno ha il proprio metodo, non importa quale sia. Deve essere divertente: se qualcuno ti dice tutto il tempo di fare qualcosa che non ti diverte, a lungo andare non andrai bene&quot;. &quot;Se potessi incontrare il Kimi Raikkonen 21enne al suo debutto in F.1, cosa gli direi? Niente, non gli parlerei nemmeno&quot;. &quot;Cosa ascolto durante la parata dei piloti? Qualsiasi genere di musica. Molto spesso, per&ograve;, metto le cuffiette solo cos&igrave; che le persone non mi disturbino in quanto pensano che io stia ascoltando musica, mentre in realt&agrave; non sto ascoltando nulla&quot;. &quot;Come mi sono fatto male? Sport. Ho sempre detto che fare sport &egrave; pi&ugrave; pericoloso, probabilmente bere birra &egrave; pi&ugrave; sicuro. Di solito infatti non ti infortuni, al massimo hai i postumi della sbronza&quot;. Reporter: &quot;Kimi, sei mai stato arrabbiato per qualcosa, e hai gridato?&quot;. Kimi: &quot;S&igrave;, molte volte, ovviamente non sei felice nel caso in cui ti ritiri o qualcosa del genere, ma credo che per lo pi&ugrave; accade nella vita normale che nelle corse. Reporter: Ci puoi fornire esempi?&quot;. Kimi: &quot;No, in realt&agrave; no&quot;. Reporter: &quot;Quali sono le cose che ti fanno arrabbiare nella vita normale, come dici tu?&quot;&nbsp;Kimi: &quot;Se continuate a fare domande come quelle&quot;. E per finire: &quot;Ho sempre detto che quando non mi piacer&agrave; correre, semplicemente non mi presenter&ograve; pi&ugrave; alla prossima gara. Potrei andare via se non ne avessi voglia e non ho alcun motivo per fare qualcosa che non mi piacerebbe. Ci sono tante cose sicuramente che non mi piace fare, ma correre non &egrave; una di queste&quot;.  Bwoahhh, Canada 2008 &amp; altre storie    Dai, Kimi, ora dobbiamo abituarci a fare a meno di te, in pista e al paddock, a uscire dall&rsquo;assuefazione potente dei tuoi Bwoahhh coi quali iniziavi ogni risposta, per dire poco pi&ugrave; di niente ma pure tanto. E adesso, qui, ho solo qualche riga per ricordarti, esaltarti e amarti ricorrendo a un solo episodio capace di contenere tutto, per cominciare a rimpiangerti e a commuovermi da subito. Canada 2008, gara piena, pit-lane. Hamilton fa strike e colpisce te, Raikkonen Kimi di anni 29, in fila al semaforo della corsia, oh yes, ti tampona alla carlona, subito dopo la ripartenza dei box. Botto sciapo e clamoroso, detriti, casino e piloti fuori gara. Tu, Kimi, scendi a movimenti lenti, quasi ieratico, tranquillissimo. Ti accosti a Hamilton, uno dei pi&ugrave; clamorosi paraculi del Pianeta Terra, lo guardi sereno poi gli indichi il semaforo, facendogli fare una delle pi&ugrave; universali figure da barbagianni che un supercampione abbia mai fatto. E attenzione, perch&eacute; Lewis &egrave; tutt&rsquo;altro che uno cos&igrave;, solo che, ecco, appunto, l&rsquo;attimo del coglione capita a tutti, prima o poi, perfino a lui. Ma nelle teatralit&agrave;, nella presenza scenica, nell&rsquo;a-sciuttezza recitativa e nei tempi comici da consunto attor grande, tu, Kimi Raikkonen, ti riveli per sempre, a Montreal 2008, come uno strano, diverso, tosto, unico, inimitabile, esilarante e irresistibile, proprio perch&eacute; non hai nessuna voglia di far ridere ma ci riesci alla stragrande, perch&eacute; tu sei cos&igrave;, punto. Perfino mai zittibile, bench&eacute; e perch&eacute; poco parlante.  Lo stile di guida    E poi c&rsquo;&egrave; lo stile di guida. La capacit&agrave; negli anni felici d&rsquo;essere velocissimo quando serve, di saper tirare la coltellata in gara e anche di issarsi a re indiscusso del giro pi&ugrave; veloce in corsa. Capace di andar forte a ritmo costante, un vero martello, riuscendo a rispettare mediamente la meccanica e le gomme probabilmente meglio di chiunque altro, nei giorni migliori.  Grazie pure per quel primo addio  Non so quello che accadr&agrave; adesso che te ne vai, per&ograve; permettimi di dirti grazie per come te nei sei andato la prima volta dalla F.1, a fine 2010. Perch&eacute; salutare la compagnia a poco pi&ugrave; di trent&rsquo;anni, a due da un titolo vinto ancor fresco e dalla Rossa, non era mica da tutti. Per andarsi a giocare reputazione e pelle nel mondiale rally, oppure nei catini dei truck e della Nationwide serie, la F.2 della Nascar, come uno di quei vecchi campioni del rodeo che a un certo punto della vita se ne fregano degli agi e delle cose patinate preferendo tirare lacci e corna dove capita, a pi&ugrave; bestie possibili. Fantastica, la tua lezione di fine 2009. Signori della F.1, vi saluto, forse per sempre. Dai, chiunque faccia ingresso nel Circus, da sempre, fosse anche un reggicoda o il pi&ugrave; grande, giammai ne esce prematuramente e volentieri. Guai. La F.1, il paddock e il suo giro largo, sono droghe mediatiche, araldiche, economiche dalle quali non ti liberi mai una volta che le hai sniffate, vedi Jackie Stewart e Niki Lauda, per fare gli esempi di due intelligenti, furbi e genuinamente pervasi da passione non solo per la filigrana. Tu, no. Quando &egrave; stato tempo, hai preso e te ne sei andato, pur pagato dalla Ferrari per l&rsquo;anticipata fine del rapporto in pista. Per&ograve; non sei stato a casa a guardarti le unghie dei piedi, no, hai colto l&rsquo;occasione per tuffarti negli ultimi paradisi dei duri e puri. Nei rally e nel giro Nascar, ovvero per lo universo mondo nonch&eacute; nell&rsquo;America del Profondo Sud con la tua faccetta irriverente da Huck Finn. Ossia, rispettivamente, sulle strade pericolosamente qualsiasi griffate Wrc e nei catini pi&ugrave; artificiosi, cio&egrave; il modo pi&ugrave; naturale e quello pi&ugrave; bastardo per provare a farsi male competendo ma sentendosi tremendamente vivi e al diavolo la Formula Uno. Grazie anche per come sei tornato nel Circus E poi il ritorno clamoroso nel Circus, a 33 anni, come fanno quelli che contano, dopo che sembrano spacciati. Un nome che sembrava morto e solo nostalgicamente pronunciabile, la Lotus, accanto a un cognome dato per disperso, Raikkonen. Nell&rsquo;era delle tattiche esasperate e delle gomme ad alto degrado, agli ordini di James Allison, la combinazione motorizzata Renault fa miracoli, gira nelle zone nobili del mondiale e vince Gran Premi, due. Tanto che la Ferrari per il 2014 si ritrova a cercare un buon secondo da affiancare ad Alonso e sceglie il Cavallino di ritorno, Kimi, accolto dalla marea Rossa come l&rsquo;innamorato ritrovato, mica solo un campione purchessia. E da l&igrave; cinque stagioni belle, particolari, piene di tanto e intense, vissute tutte col tuo stile. Da assistman, gregario di lusso, specie di Vettel, con bei gesti, buone prove e qualche cocente delusione, pi&ugrave; spruzzatine di dispetti qua e l&agrave;, perch&eacute; arrivare secondi per decreto non d&agrave; mai gusto, neh. Ma il pomeriggio magico in Texas 2018, con quello scatto felino al via, rimette tante cose a posto. Culminando con una vittoria liberatoria, purificatrice, definitiva, che ci unisce tutti in un ideale abbraccio con cui da allora tanti di noi continuano a cingerti. E quindi il triennio in casa Alfa Romeo, nel quale dimostri d&rsquo;assere ancora uno d&rsquo;artiglio, quarantenne che non s&rsquo;arrende mai, capace di qualche bello spunto e pure di sfiorare il podio, con un quarto posto in Brasile 2019. Fino al giorno, al brutto giorno, in cui, in pieno 2021, annunci di voler chiudere coi Gran Premi a fine stagione, trasformando il resto delle gare in un semitour d&rsquo;addio e in un conto alla rovescia affettivo, fino al salutone targato Abu Dhabi, 14 dicembre.  Quelle cifre e poi Spa  Trecentocinquanta Gp corsi, pi&ugrave; di chiunque altro sul Pianeta Terra, 21 vinti, 18 pole e 46 giri pi&ugrave; veloci. Raccontato cos&igrave;, Kimi, sposti eccome, anche se sembra l&rsquo;elenco del telefono. Eppure entusiasma soprattutto pensare a te come al maestro moderno della superpista di Spa, con quattro vittorie complessive, come Hamilton e Clark, e dietro solo a Senna con cinque e a Schumi a sei.    Passerella di commiato  Ma torniamo a questo 2021. Con ogni Gran Premio che si &egrave; trasformato in una passerella durante la quale salutarti in tanti e salutarti bene &egrave; stata la cosa pi&ugrave; malinconica ma anche la pi&ugrave; dolce di questa era, perch&eacute; con te se ne va la parte migliore di questa F.1 e anche il gusto bambino di tutti noi di leggere in te uno col quale ci sarebbe piaciuto andare a cena e bere mezzo bicchiere di pi&ugrave;, per ridere insieme, sbracati, confusi e felici. &ldquo;Leave me alone&rdquo; &ldquo;Leave me alone, I know what I&rsquo;m doing&rdquo;, lasciatemi solo, so quello che sto facendo. Il tuo ultimo team radio nella notte di Abu Dhabi 2012, prima del favoloso trionfo a bordo della Lotus, resta for ever la tua frase simbolo, che per tanto tempo ci ha fatto ridere, sorridere e tacere, goduti. Ma dopo quasi dieci anni di silenzio, dopo l&rsquo;ultima notte di Abu Dhabi 2021, finito questo buio strano, infilzato di mille luci e fuochi d&rsquo;artificio, di pacche sulla spalle, di sorrisi un po&rsquo; forzati, di &ldquo;dai, teniamoci in contatto&rdquo; come quando da bimbi si partiva dal mare salutando tutti e promettendo cartoline sapendo che invece sarebbe stato un addio vero, finalmente ho, abbiamo, una risposta da inviarti. Collegandoci idealmente a te dal nostro muretto fittizio dal quale ti abbiamo seguito, stimato, applaudito e voluto bene da venti stagioni che sembrano un milione d&rsquo;anni per le infinite emozioni che hai regalato, ma mezzo secondo per come tutto &egrave; sfumato, perch&eacute; la vita bella e vigliacca regala estasi veloci, lasciando duraturi solo i gusci secchi dei ricordi. E allora, caro Kimi Raikkonen, adesso che ti sei sfilato l&rsquo;ultima tuta del Gran Premio di chiusura nel cerchio della vita agonistica, ti guardiamo idealmente negli occhi, riprendendo la linea via etere per dirti, semplicemente, in ci&ograve; che resta nella notte della tua carriera, in questo team radio dei Cuori da Corsa, con un sorriso un po&rsquo; storto e la gola che s&rsquo;annoda pensando al domani senza di te, solo una piccola cosa, ma per noi - e penso anche per te -, molto importante.  Ciao, Kimi. Sai quel che fai, ma non ti lasceremo mai solo. 

Ecco una grande dichiarazione d&rsquo;amore a Raikkonen. E dal 21 dicembre in edicola un nostro libro a lui dedicato e allegato al settimanale

Lettera aperta a Kimi che lascia la F1

Ha sconfitto il Covid ed &egrave; pronto a tornare pi&ugrave; che carico che mai per godersi gli ultimi brividi di Formula 1 della sua carriera. Kimi Raikonnen si riprender&agrave; il suo sedile e mander&agrave; nuovamente Kubica ai box, dopo l&#39;assenza degli ultimi due GP in Olanda e a Monza.  Un peccato saltare l&#39;ultima gara tricolore davanti al pubblico che l&#39;ha idolatrato ai tempi della Ferrari e poi ovviamente nel 2007 con quel Mondiale, nell&#39;anno del ritiro. Vederlo nel GP d&#39;Italia sarebbe stato una grande emozione e i tifosi sugli spalti sarebbero esplosi, rendendogli il dovuto omaggio.    La strada verso Sochi  Un&#39;emozione mancata, ahim&egrave; per lui e per il pubblico della Formula 1.&nbsp;Archiviato fortunatamente il Covid, Iceman &egrave; il primo che non vede l&#39;ora di salire in macchina e sul suo profilo Instagram lo urla a tutti: &quot;Sto molto bene, ci vediamo al prossimo GP&quot;.&nbsp;E l&#39;appuntamemnto &egrave; quindi per il 26 settembre a Sochi col weekend del GP di Russia. E il profilo ufficiale della F1 infatti risponde: &quot;Ci vediamo a Sochi&quot;!   

Il pilota dell&#39;Alfa Romeo &egrave; guarito dal Covid che lo ha tenuto fuori dalle corse in F1 nelle ultime due gare in Olanda e a Monza&nbsp;

Raikkonen pronto per Sochi: &quot;Sto molto bene, ci vediamo al prossimo GP&quot;

Ha sorpreso e anticipato tutti Kimi Raikkonen, che come sempre si è distinto dagli altri anche nell’annunciare l’addio alla Formula 1 a fine stagione. Dopo 20 anni nel Circus e a 42 anni, proprio come Valentino Rossi, Iceman ha deciso che queste saranno le ultime 10 gare al volante di una monoposto. Chiude in bellezza in Alfa Romeo e con una lunga carriera tra Sauber, McLaren, Lotus e Ferrari, con quell'indimenticabile titolo iridato del 2007 ad oggi anche l’ultimo del Cavallino. Ecco tutto l’affetto di scuderie, piloti e colleghi della Formula 1

Kimi Raikkonen si ritira: i saluti e l’affetto di tutta la F1

Kimi Raikkonen lascia un vuoto nella F1, non solo per la perdita di un talento con pochi pari, ma anche per il suo essere personaggio libero e anticonformista a tutto tondo. I suoi team radio restano a testimoniare il mito

Kimi Raikkonen, i team radio da leggenda

L&#39;ultimo campione del Mondo con la Ferrari, a fine stagione dir&agrave; addio alla Formula 1. Col ritiro del finlandese se ne va anche l&#39;ultima vittoria per la Rossa in classifica piloti in quel Mondiale 2007 che regal&ograve; una gioia indescrivibile ai tifosi di Maranello, un titolo, l&#39;unico in carriera per Iceman, arrivato battendo Lewis Hamilton e Fernando Alonso al GP del Brasile. Sono 8 le stagioni con la Ferrari, dal 2007 al 2009 e dal 2014 al 2018, con 151 GP disputati, dietro solo a Michael Schumacher, per 10 vittorie e 8 pole position. Numeri che si aggiungono alla ciliegina sulla torta: Kimi nel GP d&#39;Italia del 2018 ha centrato il giro pi&ugrave; veloce della storia della Formula 1 per il Tempio della velocit&agrave; fermando il crono a 1:19.119, con una velocit&agrave; media di oltre 286 km/h. Tempo che &egrave; ancora il record della pista. Ecco alcuni momenti che rimaranno per sempre impressi nella storia del Cavallino

Kimi Raikkonen e quell'indimenticabile titolo con la Ferrari nel 2007

Kimi Raikkonen molla a fine stagione. La lascia l&igrave;. A quarantadue anni, alla Valentino Rossi, anche se nel suo caso va pi&ugrave; piano il mezzo di lui e non &egrave; poco. Basta F.1.  Magari prima di dire addio per sempre al Circus, toccher&agrave; 350 gare iridate, che resta pur sempre un primato oltre le frontiere del probabile e giosamente dentro quelle del possibile. A chiudere una carriera stupenda, particolare, obliqua. Fatta d&rsquo;un mondiale vinto, correva il 2007, il primo e unico per lui e a oggi l&rsquo;ultimo per la Ferrari.  Cosa ha rappresentato Kimi Raikkonen  Ma non &egrave; di questo che &egrave; il caso parlare, ma dell&rsquo;uomo. Del personaggio. Anzi, di ci&ograve; che rappresenta Kimi Raikkonen. Perch&eacute; Iceman &egrave; forse il primo pilota nella storia della F.1 moderna al quale tutti vogliono fottutamente bene, con affetto, partecipazione e voglia di abbracciarlo, di ridere e sorridere con lui e per lui esattamente da venti anni a questa parte, dal giorno del suo debutto in F.1 con la Sauber.  Venti anni sono passati, s&igrave;, e lui &egrave; sempre l&igrave;. Arriv&ograve; alla F.1 dopo sole ventitr&eacute; gare in monoposto e gli dettero la Superlicenza condizionata e rivedibile, perch&eacute; non erano sicuri che fosse degno. Se ne va ora, ch&eacute; la situazione &egrave; esattamente opposta. Non si sa se questa F.1 sia pi&ugrave; degna di lui, ecco. Kimi Raikkonen smette semplicemente perch&eacute; prima o poi avrebbe dovuto farlo e questo fine stagione sembra essere una buona idea.  In fondo &egrave; uno dei pochi, se non il solo dell&rsquo;era moderna, che ha sempre detto fatto e pensato tutto quello che cavolo gli &egrave; parso e passato per la testa di dire, fare, baciare, lettere e testamento.  L&#39;ultimo simbolo della F1  Questo non &egrave; solo un pilota, attenzione, no, &egrave; il simbolo dell&rsquo;ultimo grido di libert&agrave;, il latrato anarchico del talento che ancora sopravvive nello sport evitando d&rsquo;essere irreggimentato dal sistema. La chiave della preziosit&agrave; infinita di Kini Raikkonen &egrave; tutta qui, non nel mondiale vinto o nei 21 Gp portati a casa.  Le battute laconiche, l&rsquo;insofferenza per le domande stupide e i giornalisti coglioni, il meraviglioso talento a tenerla corta su qualsiasi argomento, il senso della frase a effetto, il modo asciutto e icastico se non sarcastico, la voglia di non fingere mai niente, l&rsquo;odiare il paraculismo, il buonismo, l&rsquo;untuoso benessere che adesso trasuda dai campionissimi d&rsquo;oggi e perfino la capacit&agrave; di abbandonare la Formula 1 per andare a fare i rally salvo tornare quando nessuno se l&rsquo;aspettava, rimettendosi a vincere e diventando il pi&ugrave; bravo pilota di tutti nel rispetto e nella gestione delle gomme ad alto degrado. Ecco, questo &egrave; Kimi Raikkonen.  Lui, che non &egrave; mai stato un campione nella gestione del degrado del fegato per assunzione di liquidi. Perch&eacute; non c&rsquo;&egrave; Iceman senza vodka, neh. Dai, Kimi, abbiamo qualche mesetto per abituarci a fare a meno di te, in pista e al paddock, a uscire dall&rsquo;assuefazione potente dei tuoi Bwoahhh coi quali iniziavi ogni risposta per dire poco pi&ugrave; di niente ma tanto.  E adesso, qui, ho solo qualche riga per ricordarti, esaltarti e amarti ricorrendo a un solo episodio capace di contenere tutto, per cominciare a rimpiangerti e a commuovermi da subito.  Un campione vero  Canada 2008, gara piena, pit-lane. Hamilton fa strike e colpisce Raikkonen in fila al semaforo della corsia, lo tampona alla carlona subito dopo la ripartenza dei box. Botto sciapo e clamoroso, detriti, casino e piloti fuori gara. Kimi scende a movimenti lenti, quasi ieratico, tranquillissimo. Si accosta a Hamilton, uno dei pi&ugrave; clamorosi paraculi del Pianeta Terra, lo guarda sereno poi gli indica il semaforo, facendogli fare una delle pi&ugrave; universali figure da coglione che un supercampione abbia mai fatto.  E attenzione, perch&eacute; Lewis &egrave; tutt&rsquo;altro che uno cos&igrave;, solo che, ecco, appunto, l&rsquo;attimo del coglione capita a tutti, prima o poi, perfino a lui. Ma nelle teatralit&agrave;, nella presenza scenica, nell&rsquo;asciuttezza recitativa e nei tempi comici da consumato attor grande, Kimi Raikkonen si rivela per sempre, a Montreal 2008, come uno strano, diverso, tosto, unico, inimitabile, esilarante e irresistibile, proprio perch&eacute; non ha nessuna voglia di far ridere ma ci riesce alla stragrande, perch&eacute; lui &egrave; cos&igrave;, punto. Da settant&rsquo;anni ci si scanna in pista per stabilire chi sia il vero campione e lui, semplicemente, ci ha fatto perdutamente innamorare, tutti, perch&eacute; ha dimostrato ogni giorno di ogni weekend di Gp d&rsquo;essere un CAMPIONE VERO.  La passerella d&#39;addio  Non assoggettabile, non mutuabile, mai zittibile bench&eacute; pocoparlante. E adesso ogni Gran Premio si trasformer&agrave; in una passerella d&rsquo;addio, da qui a fine stagione e ne vedremo delle belle, perch&eacute; salutarti in tanti e salutarti bene diventer&agrave; la cosa pi&ugrave; malinconica ma anche pi&ugrave; dolce di questa era, perch&eacute; con te se ne va la parte migliore di questa F.1 e anche il gusto bambino di tutti noi di leggere in te uno col quale ci sarebbe piaciuto andare a cena e bere mezzo bicchiere di pi&ugrave;, per ridere insieme, sbracati, confusi e felici. Leave me alone, dunque. Ti lasceremo solo, certo. Perch&eacute; quando corri, sorpassi, parli o campi, sei uno che sa quello che fa. Divertiti senza la F.1, Kimi.  Noi a divertirci con la F.1 senza di te ci proveremo, ma sar&agrave; dura. 

Il campione finlandese dice basta alla F1 e lascia un vuoto difficilmente colmabile. Il Circus perde non solo un grande pilota, ma soprattutto un simbolo di libert&agrave;

Ciao, Kimi Raikkonen, smetti ma non di piacerci

Kimi Raikkonen lascia la Formula 1 a fine stagione 2021. La notizia del suo imminente ritiro, in realt&agrave;, circolava gi&agrave; da un po&#39; di tempo e&nbsp;Iceman, evidentemente, ha deciso che era arrivato il momento di tagliare corto con le solite domande sul suo futuro e i troppi rumors attorno a lui.  E allora, basta aspettare, anche perch&eacute; non c&#39;&egrave; mai un &quot;momento giusto&quot; per dire certe cose. Farlo a Monza? &quot;Bwhoa&quot; deve aver pensato. Un anonimo mercoled&igrave; di settembre,&nbsp;prima del GP d&#39;Olanda, va pi&ugrave; che bene anzi, temporeggiare oltre sarebbe stato solo un inutile rimandare l&#39;invitabile.  Quindi, telefono in mano e via. Basta un post su Instagram per mettere il punto a 20 anni di GP, 21 vittorie, 18 pole, 103 podi in totale e, soprattuto, il Campionato del Mondo 2007 vinto con la Ferrari.  Il post di Raikkonen  &quot;Ci siamo. Questa sar&agrave; la mia ultima stagione in Formula 1. Questa &egrave; una decisione che ho preso durante lo scorso inverno. Non &egrave; stata una decisione facile, ma dopo questa stagione &egrave; tempo di cose nuove. Anche se la stagione &egrave; ancora in corso, voglio ringraziare la mia famiglia, tutte le mie squadre, tutte le persone coinvolte nella mia carriera agonistica e soprattutto tutti voi grandi fan che avete fatto il tifo per me per tutto questo tempo. La Formula 1 per me &egrave; finita, ma c&#39;&egrave; molto di pi&ugrave; nella vita che voglio vivere e godermi. Ci vediamo in giro! Cordiali saluti Kimi&quot;.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;     &nbsp;  &nbsp;   Un post condiviso da Kimi Ra?ikko?nen (@kimimatiasraikkonen)   

Il pilota finlandese ha annunciato, con un post su Instagram, la decisione di appendere casco e tuta al chiodo dopo 20 anni passati in F1 e un mondiale vinto nel 2007 con la Ferrari.

Kimi Raikkonen, ufficiale l&#39;addio alla F1 a fine stagione

I rumors del Circus parlano chiaro: non c’è posto per Bottas in Mercedes nel Mondiale 2022. Il mercato piloti gira tutto intorno alle Frecce Nere e alla decisione di Kimi Raikkonen di lasciare dopo 22 anni la sua lunga carriera in F1, con quell'indimenticabile titolo iridato del 2007 con la Ferrari, e quindi anche l’Alfa Romeo. Posto libero nel Biscione che potrebbe essere una consegna di testimoni tra finlandesi, e che se andrà a buon fine spianerà la strada alla nuova coppia Hamilton-Russell per il team di Brackley. Il GP a Monza del 12 settembre potrebbe già regalare ai tifosi qualche colpo di scena?

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