Non &egrave; ancora definito il momento esatto in cui Jost Capito passer&agrave; ufficialmente in McLaren e il suo ruolo in seno al team di Woking diverr&agrave; effettivo. Ma gi&agrave; &egrave; chiaro quale missione lo attende e quale compito svolgere in via prioritaria: mettere ordine nel team. Si tratter&agrave; di coordinare una struttura organizzativa orizzontalistica e complessa, per di pi&ugrave; da far dialogare con Honda, dall&rsquo;altra parte del globo.  &laquo;Ho la libert&agrave; di fare quel che &egrave; necessario venga fatto. Al momento &egrave; un&rsquo;organizzazione a matrice&raquo;, ha dichiarato ad Autosport. &laquo;Devi far funzionare i rapporti, deve esserci un unico team, non importa dove lavorano le persone. Mettere insieme una squadra &egrave; sempre una sfida ed &egrave; pi&ugrave; complessa se hai un pezzo che vive in un altro continente o se c&rsquo;&egrave; una cultura diversa&raquo;, ha spiegato.  Non &egrave; intimorito dal compito, anzi, &egrave; sicuro di poter gestire i diversi approcci culturali che si sono palesati la scorsa stagione: &laquo;Ho lavorato con i giapponesi in passato, per cui ho una buona esperienza in merito&raquo;.  Fabiano Polimeni

Al suo arrivo dovr&agrave; mettere ordine nel team e assicura di avere i poteri per farlo

McLaren, Capito libero di intervenire

Lasciateli lavorare, sanno cosa fanno. E&rsquo; un po&rsquo; il sunto di quello che &egrave; (e sar&agrave;) l&rsquo;inverno in McLaren, chiamata a recuperare un gap all&rsquo;apparenza irrecuperabile, per le proporzioni che si sono palesate fino al termine del campionato. Ron Dennis assicura che in fabbrica si lavora &ldquo;pancia a terra&rdquo;, per usare il gergo ciclistico, e consapevoli di quali interventi siano necessari.  Sebbene i risultati, in termini assoluti, siano stati fortemente deficitari, Dennis guarda all&rsquo;ultima gara di Abu Dhabi per proiettarsi con fiducia al futuro. &laquo;Dopo la gara Fernando era contento, questo perch&eacute; negli ultimi 5 giri abbiamo messo i parametri in modalit&agrave; &ldquo;massima potenza&rdquo; per consentirgli di divertirsi un po&rsquo; in pista e per verificare quanto sarebbe andata forte in quelle condizioni la monoposto. I risultati sono stati incoraggianti, ha ottenuto il suo miglior giro al 52mo dei 55 giri e solo due piloti hanno fatto meglio in quel pomeriggio: Hamilton e Vettel. Perci&ograve;, se come dice il proverbio vali per quel che dimostri nell&rsquo;ultima gara, posso dire che non siamo dopotutto messi troppo male&raquo;, spiega in una lunga intervista al sito ufficiale della Formula 1.  I migliori risultati stagionali per la McLaren sono giunti su piste lente, sulle quali il fattore power unit era notevolmente ridimensionato nella sua importanza. Segnale che, telaisticamente, la MP4-30 dopotutto non &egrave; stato un progetto totalmente sbagliato? &laquo;Il nostro telaio &egrave; molto buono, tutti i dati sostengono questa convinzione. Abbiamo i migliori piloti di tutta la griglia, lo testimoniano le statistiche. La partnership con Honda &egrave; nuova e non &egrave; una sorpresa che serva del tempo&raquo;, commenta Dennis, richiamando alla mente il digiuno biblico della Ferrari, dal &rsquo;79 al 2000: &laquo;Quando Schumacher ha vinto il titolo nel 2000 fu il primo trionfo dai tempi di Scheckter 21 anni prima. Ok, si tratta di un esempio estremo, ma sappiamo tutti cosa accadde inseguito. In altri termini, hanno scalato la loro montagna. Anche la Red Bull &egrave; arrivata al successo un po&rsquo; di anni fa, ma prima dei mondiali tra il 2010 e 2013, dal 2005 al 2009 non furono particolarmente vincenti. Ho gran rispetto per questi team, richiamo le difficolt&agrave; che hanno avuto per illustrare, senza timore d&rsquo;esser contraddetto, come il successo in Formula 1 richieda del tempo perch&eacute; arrivi. Non credo ci sia nulla in particolare che &egrave; stato fatto in modo errato in quel che abbiamo fatto nel 2015, non mi interrogo su cosa sarebbe potuto essere se avessimo operato diversamente&raquo;.  Parla anche del rapporto con Fernando Alonso. Lo humor di Interlagos giura che non gli ha dato fastidio, poi commenta: &laquo;E&rsquo; un gran lavoratore e ha talento, non c&rsquo;&egrave; dubbio. E&rsquo; maturato enormemente dall&rsquo;ultima volta che guid&ograve; per noi, 8 anni fa, ora &egrave; uno dei piloti pi&ugrave; completi con i quali abbia mai avuto il privilegio di lavorare. Ha quelle quattro &ldquo;e&rdquo; che tutti i piloti dovrebbero puntare ad avere: energia, entusiasmo, esperienza e abilit&agrave; (expertise; ndr)&raquo;. Parole di stima, seguite da un chiarimento: prima di raggiungerci, sapeva a cosa sarebbe andato incontro. &laquo;Ha un contratto triennale, senza clausole legate alle prestazioni n&eacute; altro. Ha sempre saputo che il 2015 sarebbe stato un anno di apprendimento, sapeva altrettanto bene che, insieme con Honda faremo grandi progressi. Si &egrave; unito a noi con gli occhi aperti. Ha avuto stagioni migliori del 2015 ovviamente, ma sa che lo aspettano grandi annate davanti con McLaren-Honda&raquo;.  Prospettive, da riportare alla realt&agrave;, quella che Maurizio Arrivabene ha chiamato in causa nei giorni scorsi a Maranello: per quanto si potr&agrave; far bene, tutti dovranno fare i conti con il progresso messo in campo dai favoriti, chi domina da due anni. E&rsquo; quello il metro di paragone da prendere in esame.  Fabiano Polimeni

Ron Dennis richiama i tempi bui Ferrari e gli inizi difficoltosi Red Bull. Su Alonso: &egrave; maturato tantissimo

McLaren: telaio 2015 valido, serve del tempo per vincere

E&rsquo; qualcosa in pi&ugrave; di un concept dalle forme avveniristiche. McLaren MP4-X &egrave; una visione sul futuro. Certo non quello dietro l&rsquo;angolo, perch&eacute;, design a parte, il concentrato di soluzioni e tecnologie (assolutamente reali) all&rsquo;avanguardia &egrave; tale che per ritrovarle concretamente applicabili servir&agrave; ancora molto sviluppo. C&rsquo;&egrave; il vestito, appariscente come proposte gi&agrave; note, ma andando a fondo si scopre altro.  Anzitutto, il desiderio di una monoposto di Formula 1 con superfici alari in grado di modificare la propria forma, cos&igrave; da garantire, a seconda delle necessit&agrave;, la minor resistenza aerodinamica in rettilineo e il perfetto carico ed equilibrio in curva. Secondo i tecnici del McLaren Applied Tecnologies &egrave; possibile, integrando degli elettrodi nei profili le cui forme devono poter variare. Non &egrave; l&rsquo;unica &ldquo;diavoleria&rdquo; hi-tech, ovviamente vietata dai regolamenti attuali.    &nbsp;  C&rsquo;&egrave; spazio per l&rsquo;utilizzo di nuovi materiali nella realizzazione della struttura, capaci di assorbire al meglio gli urti e sposati con l&rsquo;immancabile cupolino a protezione del pilota. Diventa un grande schermo sul quale proiettare molteplici informazioni, un Head Up Display avanzato. Cambierebbe anche il modo di gestire la monoposto, con un sistema di telecamere che assicurerebbe al pilota una visione a 360 gradi di ci&ograve; che accade intorno.    Altra caratteristica &ldquo;da videogame&rdquo;, la presenza sulla carrozzeria di pannelli fotovoltaici, con i quali stoccare energia da reimpiegare per dare un boost di potenza. Si evolve anche il modo di sponsorizzare un team: addio alle livree classiche, spazio ad annunci dinamici, ritagliati sulle preferenze del pubblico, una pubblicit&agrave; mirata. E&rsquo; l&rsquo;aspetto pi&ugrave; commerciale tra le innovazioni del concept.  La Ferrari F1 del futuro  Tornando alla tecnica, le carenature sui cerchi integrerebbero un avanzato sistema di monitoraggio non solo di pressione e temperatura sulla superficie delle gomme, ma anche di rilevamento dell&rsquo;usura. Interessante, poi, la presenza di un sistema capace di leggere le condizioni strutturali della monoposto, avvisando per tempo del rischio di rottura su un componente.  Sul fronte del pilota, McLaren MP4-X immagina l&rsquo;utilizzo esteso della bio-telemetria, per controllare costantemente i parametri vitali e verificare le prestazioni fisiche. Anche la tuta diventa oggetto hi-tech oltre ogni immaginazione, grazie a tessuti evoluti e con sensori integrati capaci di indicare all&rsquo;equipe medica, in caso di incidente, le aree di un eventuale trauma.  Quanto all&rsquo;aerodinamica, si sperimenta un ritorno importante all&rsquo;effetto suolo, estremizzando l&rsquo;effetto Venturi sul fondo grazie a canali molto spinti, per i quali, tuttavia, andrebbe ripensato il modo classico di disporre la meccanica. Le batterie di recupero dell&rsquo;energia, ad esempio, verrebbero integrate nella scocca, tanti piccoli accumulatori alloggiati in pi&ugrave; punti. C&rsquo;&egrave; di pi&ugrave;: la stessa carrozzeria avrebbe un ruolo, farebbe parte della &ldquo;rete&rdquo; per veicolare l&rsquo;elettricit&agrave;.  Tutto molto affascinante e avveniristico, ma &egrave; una Formula 1 realmente immaginabile e, soprattutto, quel che vorrebbe il pubblico?  Fabiano Polimeni     

Un concept che oltre alle forme spaziali riassume un concentrato di tecnologia da fantascienza 

La F1 del futuro: McLaren MP4-X

Finalmente arriva la parola definitiva sul balletto &ldquo;Button-s&igrave;, Button-no&rdquo;. Rester&agrave; in McLaren ancora un anno, come da contratto, perch&eacute; esisteva s&igrave; una clausola per interrompere il rapporto con il pilota inglese, ma la McLaren ha deciso di non esercitarla, come spiegato da Ron Dennis. Un&rsquo;altra stagione al volante, sperando in un progetto molto pi&ugrave; competitivo di quanto non si sia dimostrata quest&rsquo;anno la MP4-30.  &laquo;Io e Jenson abbiamo discusso privatamente nelle ultime settimane su quali erano i suoi piani, entrambi siamo lieti che abbiano portato all&rsquo;annuncio odierno. Come ho sempre specificato, l&rsquo;attuale contratto di Jenson prevedeva una durata di due anni, 2015 e 2016, con l&rsquo;esistenza di una clausola per terminare il rapporto dopo una stagione, che la McLaren avrebbe potuto esercitare se avessimo voluto.  Ma quando &egrave; apparso chiaro, dalle discussioni con Jenson, che l&rsquo;impegno, l&rsquo;entusiasmo e la concentrazione erano rimasti quelli di sempre, l&rsquo;opzione &egrave; diventata irrilevante&raquo;, ha commentato Dennis. Condizioni immutate, quindi, sotto il profilo contrattuale, dopo le recenti voci sul tentativo da parte di Dennis di giocare al ribasso sull&rsquo;ingaggio, che si aggirerebbe sui 16 milioni di euro per il 2016, dopo un 2015 a 8 milioni.  &laquo;Ho riflettuto molto nei mesi scorsi e non &egrave; un segreto che a un certo punto abbia avuto davanti due alternative per il mio futuro. Ma da sei stagioni sono un pilota McLaren e ho potuto conoscere Ron molto da vicino. Abbiamo avuto dei colloqui nelle scorse settimane, nel corso dei quali &egrave; apparso evidente che da parte sua era assolutamente determinato e attrezzato per traghettare il team dalle difficolt&agrave; odierne a grandi successi in futuro&raquo;, le parole di Button dopo l&rsquo;annuncio.  &laquo;Questo mi ha dato fiducia e abbiamo deciso insieme di continuare la nostra collaborazione. Non &egrave; stata una stagione semplice per noi, sappiamo tuttavia cosa serve per migliorare e, insieme alla Honda, lavoreremo duramente nelle settimane e nei mesi a venire, per garantirci un 2016 migliore di quanto non sia stato il 2015&raquo;.  Fabiano Polimeni

Dennis conferma le condizioni contrattuali del biennale siglato l&rsquo;anno scorso. Jenson: &ldquo;Attrezzati per grandi successi&rdquo;

F1, Button resta in McLaren

Festegger&agrave; domani i 34 anni, Fernando Alonso. E lo far&agrave; con un piccolo regalo arrivato qualche giorno in anticipo, in Ungheria. Un week end che l&rsquo;ha visto spingere la MP4-30 in pista prima a piedi, in qualifica, poi fino al quinto posto in gara, miglior risultato del 2015 per il team inglese. A Montecarlo i primi punti con Button, a Budapest un bel bottino complessivo, ora si guarda a Singapore, altro circuito potenzialmente buono per fare un altro passo avanti. &laquo;E&rsquo; stata una gara molto buona e la quinta piazza finale &egrave; un piccolo bel regalo per l&rsquo;intero team, specialmente considerando che non siamo competitivi come vorremmo&raquo;, spiega l&rsquo;asturiano.  Ha rischiato per&ograve; di rivivere i fantasmi di Barcellona, quando dovette ritirarsi per un problema ai freni posteriori. Ancora una volta, una visiera a strappo &egrave; finita nelle prese di raffreddamento, causando un innalzamento delle temperature e obbligando il team a richiamarlo per la terza sosta, rimuovere la visiera e mandarlo in pista con le gomme soft nel finale.  Si proietta in avanti Alonso, consapevole che al rientro dalla sosta saranno due gare dure ad attendere la McLaren-Honda. &laquo;In calendario ci sono un paio di piste sulle quali ci aspettiamo di andare meglio: Monaco, Singapore e l&rsquo;Ungheria. Sapevamo di dover tirar fuori il massimo oggi. E&rsquo; stata una gara caotica e ci siamo avvantaggiati di ogni opportunit&agrave; che si &egrave; presentata. Questi punti sono un bel modo di mandare tutto il team in vacanza ma avremo bisogno di massimizzare le occasioni nella seconda met&agrave; della stagione&raquo;.  Per Button un risultato meno eclatante, ma ugualmente buono per far morale. &laquo;Fernando ha fatto un gran lavoro, montando le gomme morbide nello stint finale. E&rsquo; stata la decisione giusta, io non mi sono fermato sotto Safety Car come ha fatto praticamente chiunque intorno a me; una scelta molto difficile, perch&eacute; le gomme medie usate erano diventate vecchie a fine gara e c&rsquo;erano molte macchine pi&ugrave; veloci su gomme morbide pi&ugrave; nuove.  Gli incidenti e le penalizzazioni certo ci hanno aiutato, ma abbiamo fatto comunque un buon lavoro. Le prossime due gare, Spa e Monza, saranno probabilmente difficili, per&ograve; &egrave; bello vedere che siamo facendo progressi&raquo;, ha commentato Button.  Fabiano Polimeni

Alonso ha nuovamente sofferto un surriscaldamento dell&rsquo;impianto per una visiera finita nelle prese di raffreddamento

McLaren, ancora problemi ai freni 

Quale sia il (non) stato di forma delle McLaren &egrave; evidente da tempo, inutile infierire sulle difficolt&agrave; enormi incontrate dalla Honda nella realizzazione di una power unit anzitutto affidabile, dopodich&eacute; capace di assicurare prestazioni allineate ai competitors. Pi&ugrave; interessante &egrave;, invece, ascoltare le dichiarazioni di Ron Dennis al The Independent. Non &egrave; certo il tipo che ammette fallimenti o errori, tale &egrave; l&rsquo;ego del personaggio, cos&igrave; fa notizia leggere delle parziali ammissioni di &ldquo;colpa&rdquo; sulla stagione in corso, la sua preparazione e la sfida delle power unit per Honda.  &laquo;Il nostro impegno resta focalizzato sulla vittoria del campionato, il che richiede una concentrazione chirurgica su ogni aspetto della monoposto, tutto deve rappresentare il meglio del meglio. N&eacute; Honda n&eacute; noi stessi ci aspettavamo una sfida cos&igrave; difficile, ma loro sono partiti dal foglio bianco, non solo sul motore ma anche sulle strutture di ricerca e sviluppo, del tutto nuove&raquo;, spiega. Boullier ha recentemente ammonito come serva un deciso cambio di passo, perch&eacute; se &egrave; vero che il 2015 &egrave; stagione di test, buona per preparare il 2016, i problemi che continuamente bersagliano le due MP4-30 dovranno finire al pi&ugrave; presto, per non compromettere anche il campionato in cui, evidentemente, non sar&agrave; pi&ugrave; permesso nessun passo falso.  Sul momento attuale, la McLaren fanalino di coda nel Costruttori, Dennis non si dice troppo sorpreso, &laquo;sorprende tutti tranne me, perch&eacute; &egrave; una situazione gi&agrave; vista prima. Abbiamo fatto progressi costanti e misurabili, ogni passo fatto ci ha portato avanti come previsto dal team e abbiamo correlazioni molto buone tra i calcoli in fabbrica e riscontri in pista, &egrave; promettente&raquo;.  Una punta di presunzione da parte di Dennis emerge anche nell&rsquo;intervista al tabloid britannico, non sarebbe altrimenti il Ron che conosciamo: &laquo;Sappiamo si tratta di una grande sfida, ma stiamo facendo progressi. Honda ha costruito cos&igrave; tanti motori nel corso degli anni che so per certo avremo uno dei migliori, se non il miglior motore. Purtroppo questi powertrain ibridi, con i sistemi di recupero dell&rsquo;energia, sono molto, molto complessi e non importa chi ci sia al volante: serve tempo per padroneggiare la tecnologia&raquo;.  Non manca nemmeno la frecciata diretta allo Strategy Group, in particolare pensando agli investimenti che McLaren realizzer&agrave; in futuro, calcolati in 50 milioni di dollari: &laquo;Sono shockato dalle discussioni interne allo Strategy Group, specialmente quando ci apprestiamo a investire tutti questi soldi. Quando questo comitato decide cosa posso e non posso avere, &egrave; qualcosa sulla quale sono estremamente critico, come qualunque norma o regolamento che intacchi la mia capacit&agrave; di utilizzare le risorse della societ&agrave; per renderci pi&ugrave; competitivi.  Con 17 campionati del mondo penso di capire cosa sia necessario fare. Quando participi ad alcuni di questi incontri dello Strategy Group c&rsquo;&egrave; una straordinaria mancanza di esperienza da parte di alcuni team. Portano avanti cose che ho sperimentato non funzionare non una volta sola, ma sono state provate e hanno fallito per sette diverse occasioni. Tutto quel che puoi fare &egrave; gridare la tua idea al momento e nelle sedi opportune&raquo;.  Fabiano Polimeni

Parla della crisi McLaren e critica profondamente lo Strategy Group che propone idee sbagliate

F1, Dennis: difficolt&agrave; inattese

La conferma arriva direttamente dal team, che su Twitter ha annunciato il superamento del crash test da parte del nuovo musetto e il prossimo debutto sulla McLaren MP4-30 al Gran Premio d&rsquo;Austria. Sar&agrave; probabilmente la modifica visivamente pi&ugrave; eclatante sulla monoposto di Button e Alonso, attesa da un importante pacchetto di sviluppi, che la facciano progredire in attesa di una power unit affidabile e prestazionale.  Sebbene il tweet McLaren non aggiunga altro, &egrave; confermata la novit&agrave; di un musetto corto, in stile Mercedes, quindi in decisa controtendenza rispetto alla scelta operata inizialmente a Woking, pi&ugrave; vicino alla &ldquo;scuola di pensiero&rdquo; Ferrari che non a quella Mercedes, Williams e, successivamente, Red Bull, ultimo team uniformatosi al design di un muso corto.  Non &egrave;, per&ograve;, l&rsquo;unica notizia degna di nota emersa nel week end, relativamente alla McLaren. Infatti, Eric Boullier, presente alla 24 Ore di Le Mans, ha vissuto momenti concitati mentre era in volo insieme a Zak Brown, CEO di CSM Group e figura di vertice nel settore del marketing, con importanti contratti portati a termine in Formula 1 e in Nascar da vent&rsquo;anni a questa parte. Il Cessna sul quale erano appena partiti ha avuto un&rsquo;avaria all&rsquo;impianto elettrico, con lo spegnimento dell&rsquo;intera strumentazione di bordo.  Boullier ha dovuto contattare telefonicamente, essendo senza contatto radio, l&rsquo;aeroporto di Le Mans, per avvertire dell&rsquo;accaduto e chiedendo il rientro e l&rsquo;atterraggio. Il pilota Alastair Breckon ha riportato i due a terra, che si ritroveranno con una storia in pi&ugrave; da raccontare ai nipoti.  Fabiano Polimeni

Confermato il superamento dei crash test Fia; a Le Mans, imprevisti in volo per Boullier

GP Austria, McLaren: debutta il nuovo muso

Un ritiro e un ottavo posto. Montecarlo doveva essere il grande banco di prova nel quale puntare a un risultato importante per la McLaren e se da un lato c&rsquo;&egrave; l&rsquo;aspetto positivo di aver raccolto i primi punti stagionali con Button, non pu&ograve; passare in secondo ordine l&rsquo;ennesimo ritiro in gara, con Alonso, cos&igrave; come le difficolt&agrave; nelle libere 1 avute da Button.  &laquo;Continuiamo a spingere e migliorare a ogni gara. A Fernando ho chiesto di continuare ad aver fiducia nel progetto, nonostante il risultato negativo di Monaco&raquo;, ripete Eric Boullier, fiducioso pi&ugrave; per l&rsquo;appuntamento in Austria che non quello in Canada. Eppure i temi salienti dei due circuiti sono assai vicini tra loro: tanto motore da far valere, anzitutto.  Ma a Zeltweg arriver&agrave; un pacchetto aerodinamico fortemente rivisto: &laquo;Abbiamo un piano molto aggressivo per l&rsquo;Austria, &egrave; una gara chiave per noi&raquo;, dice Alonso a Marca, per poi aggiungere: &laquo;In Canada non ci aspettiamo nessun miracolo, perch&eacute; fino all&rsquo;Austria non avremo pezzi nuovi e vedremo di difenderci. Montreal &egrave; il primo circuito sul quale useremo un carico aerodinamico con alettoni tipo Monza, c&rsquo;&egrave; tanto da scoprire. L&rsquo;obiettivo &egrave; sul 2016, spero di passare il 2015 ad apprendere il pi&ugrave; possibile&raquo;, il mantra ripetuto da Fernando, che nell&rsquo;immediato dopogara di Montecarlo su Twitter aveva scritto: ci vuole coraggio a iniziare un nuovo progetto. Per finirlo, serve perseveranza.#LetsDoThis    Se il pacchetto di aggiornamenti sulla MP4-30 arriver&agrave; in tempo per l&rsquo;Austria, si dovr&agrave; pazientare fino all&rsquo;Ungheria per un motore Honda evoluto. Le indiscrezioni indicano nella gara di Budapest quella buona per introdurre una nuova specifica, con l&rsquo;impiego di gran parte dei gettoni riconosciuti al motorista (9). Non si sbottona a tal proposito Yasuhisa Arai, aggiungendo invece: &laquo;Sento che finalmente abbiamo iniziato, ogni gara &egrave; un andare passo dopo passo. Spero che nelle prossime ci siano progressi maggiori per agguantare finalmente buone posizioni e andare a podio, questo &egrave; quel che mi auguro e che forse possiamo ottenere&raquo;.  Scendendo nei dettagli del comportamento registrato a Montecarlo, spiega: &laquo;Abbiamo raggiunto una guidabilit&agrave; adeguata per Monaco, dove non &egrave; importante la potenza, a gas aperto, si parzializza molto ed &egrave; un&rsquo;area sensibile, sulla quale abbiamo una guidabilit&agrave; molto buona e sia Jenson che Fernando hanno avuto buone sensazioni&raquo;. Sulle sfide del Canada: &laquo;So che ci serve pi&ugrave; potenza, ma non &egrave; semplice ottenerla. Si tratta di come rendere disponibile la potenza dell&rsquo;MGU-K per quel tipo di circuiti ad alte velocit&agrave;&hellip;&raquo;.  Fabiano Polimeni

Il Canada sar&agrave; un gran premio difficile, rumors indicano l&rsquo;Ungheria per il debutto della power unit aggiornata

F1, McLaren: in Austria gli aggiornamenti principali

Dopo il disastroso Gp di Spagna e alla vigilia di Monaco, Ron Dennis ha convocato i dipendenti del team McLaren e li ha accusati di non lavorare abbastanza per migliorare l&rsquo;attuale situazione. Ron Dennis ha usato il pugno di ferro, ha criticato anche Eric Boullier per il suo modo di gestire il team, a suo dire troppo arrendevole con gli ingegneri, e ha detto che &egrave; pronto a prendere a calci in culo chiunque non stia dando il massimo dell&rsquo;impegno. Ripreso anche Button per le sue dichiarazioni dopo Barcellona, tanto che l&rsquo;inglese ha poi dovuto fare un dietrofront pubblico.  Un&rsquo;arringa che vale il giusto, quando si pensa che le quasi 70 persone che lavorano all&rsquo;ufficio marketing, da 7 anni non riescono a trovare uno sponsor principale per il team. Per il Gp di Monaco il team &egrave; tornato occasionalmente alla Johnny Walker. E Button ha ottenuto i primi punti in gara: la strigliata a quanto pare &egrave; servita...

F1, Ron Dennis striglia il suo team

C&rsquo;&egrave; almeno un aspetto positivo, legato al progetto &ldquo;size-zero&rdquo; di McLaren-Honda: la MP4-30 &egrave; base da poter sviluppare fino ad Abu Dhabi, in una metamorfosi continua che porter&agrave; alla MP4-31 da impiegare nel mondiale 2016. Scelte tecniche in controtendenza con i metodi di lavoro tradizionali hanno contraddistinto l&rsquo;aerodinamica della macchina disegnata da Prodromou, che &egrave; forse azzardato definire un capolavoro &ndash; termine affibbiato da Ron Dennis nonostante le difficolt&agrave; evidenziate &ndash; ma va alla ricerca dell&rsquo;estremizzazione in alcune aree, la stessa vista in Red Bull nelle stagioni passate, proprio quando la McLaren &laquo;aveva perso leggermente la strada sul fronte aerodinamico.  E&rsquo; stato chiaro che se avessimo proseguito con i concetti precedenti, ci sarebbe stato solo un tanto che avremmo potuto ottenere. Quindi, abbiamo iniziato a creare un nuovo concetto aerodinamico e anche una diversa modalit&agrave; di lavoro&raquo;, svela il progettista greco.  Grazie alla stabilit&agrave; regolamentare, il 2016 non vedr&agrave; stravolgimenti nel disegno della macchina, potendo sfruttare in tal senso una lunghissima e continua sessione di test: le ultime gare del campionato, nelle quali iniziare ad avvantaggiarsi portando in pista idee e soluzioni per il mondiale a venire. Dettaglio non da poco, se letto insieme alle sessioni di test limitate che si avranno a febbraio e marzo prossimi. A patto di aver risolto gran parte, se non tutti, i problemi legati alla power unit. &laquo;Dovremo continuare a svilupparla fino all&rsquo;ultima gara&raquo;, conferma Prodromou, mentre per Matt Morris &ndash; direttore dell&rsquo;ingegneria - &laquo;non dovremo attraversare la fase dell&rsquo;introduzione di un nuovo motore, come negli ultimi due anni: prima con il turbo ibrido Mercedes poi con Honda, per cui proseguiremo lo sviluppo. Molto di quello che impareremo in pista nel 2015 vedr&agrave; l&rsquo;evoluzione naturale nella macchina del prossimo anno&raquo;.  Nonostante le difficolt&agrave;, il clima in fabbrica &egrave; diverso, merito della ristrutturazione operata a Woking. &laquo;Le persone si sentono pi&ugrave; coinvolte nel progetto che in passato, quando alcuni facevano il loro lavoro perch&eacute; gli veniva detto, anzich&eacute; sentirsi parte del processo; ora un pezzo della macchina &egrave; il loro e si sentono orgogliosi&raquo;, dice sempre Morris rispondendo ai tifosi sul sito del team.  Boullier sottolinea il concetto: &laquo;Siamo d&rsquo;accordo sulla direzione che vogliamo seguire e portiamo le persone con noi, il comportamento &egrave; cambiato: dal &ldquo;dire&rdquo; alle persone al &ldquo;chiedere&rdquo;&raquo;. Maggior democrazia? Sicuramente un miglior ambiente nel quale esprimersi. Conta qualcosa? Evidentemente s&igrave;, perch&eacute; &ndash; riprendendo sempre le parole di Boullier &ndash; gli aggiornamenti portati in pista nel 2014 al 50% non davano i risultati sperati, mentre le novit&agrave; introdotte finora sono andate nella giusta direzione, riducendo a un &ldquo;fisiologico&rdquo; 5-10% la percentuale di componenti senza riscontri tra tavolo da disegno e cordoli.  A sentire la fiducia che hanno in McLaren, i risultati dovrebbero essere solo una questione di tempo. Interessante anche il passaggio in cui si parla di un&rsquo;incrementata capacit&agrave; produttiva: &laquo;Abbiamo investito in nuovi macchinari e aggiornato quelli vecchi, cos&igrave; facendo siamo stati in grado di aumentare la quantit&agrave; di componenti creati in-house del 30%, il che rende il ciclo di sviluppo pi&ugrave; rapido, flessibile e snello&raquo;.  Ora manca solo la messa in pratica del know-how e una power unit affidabile, i piloti attendono.  Fabiano Polimeni

Stabilit&agrave; regolamentare e un progetto ricco di potenzialit&agrave;: il 2015 vedr&agrave; uno sviluppo costante. Parola di Prodromou, Boullier e Morris

McLaren, evoluzione continua per la MP4-30

Le soddisfazioni migliori, per Jenson Button, arrivano al momento fuori dai circuiti. Appassionato triatleta, nell&rsquo;ultima maratona di Londra ha limato ben 6 minuti dal suo personale, scendendo a 2 ore 52 minuti e 30 secondi, 918mo assoluto su oltre 37 mila partenti. Breve intermezzo tra il Bahrain da dimenticare e il Gran Premio di Spagna nel quale sperare nei primi, consistenti, progressi McLaren. Ma fa eco alle dichiarazioni di Fernando Alonso nel dopogara di Sakhir, quando mise nel mirino Monaco, banco di prova potenzialmente in grado di riportare in posizioni pi&ugrave; consone la MP4-30.  &laquo;Gi&agrave; a Barcellona vedrete un buon passo in avanti, ma sar&agrave; a Monaco che ci saranno tante cose sulla macchina. Speriamo ci sia un miglioramento non solo sulla potenza ma anche sul fronte del grip garantito dall&rsquo;aerodinamica, direi che ho buone sensazioni&raquo;, ha commentato Button.  Progressi a parte, &egrave; sicuro che anche nello stato attuale in cui versa il progetto a Montecarlo riuscirebbero a mettersi in mostra. &laquo;Se ci andassimo domani, ci sarebbero un paio di aree nelle quali la macchina sarebbe forte. Monaco &egrave; un circuito interessante sul quale guidare la MP4-30, &egrave; insidioso trovare il limite ma se ti ritrovi una monoposto nella quale hai fiducia, allora fa una differenza enorme&raquo;.  L&rsquo;atipicit&agrave; del tracciato maschera i difetti sul fronte aerodinamico e motoristico, privilegiando essenzialmente una macchina agile, dal passo corto e con buone doti di trazione. Risponde a questi requisiti l&rsquo;attuale McLaren? Torna piuttosto sull&rsquo;aspetto della fiducia nel mezzo Button e richiama episodi del passato: &laquo;Ricordo Alesi con la Prost fare un buon lavoro sulle strade di Montecarlo (era il 2001 e termin&ograve; sesto; ndr) perch&eacute; si trovava a proprio agio con la macchina ed era bilanciata: &egrave; un dettaglio di enorme importanza, che ti serve sempre. Tanti piloti in Formula 1 hanno molto talento ma si tratta anche di un gioco mentale, specialmente a Monaco&raquo;.  Esperienza, praticamente nessuna chance di sorpasso in gara, una monoposto con la quale i piloti dicono di essere a proprio agio: basteranno questi elementi per sperare nei primi punti della stagione?  Fabiano Polimeni

Per l&rsquo;inglese, reduce dalla maratona di Londra, la MP4-30 andr&agrave; bene tra le stradine del Principato e pensa ad Alesi

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