Erano cinquant'anni che non vinceva - dal 1965 con la Chaparral - ma stavolta la Chevrolet ha davvero sbancato, alla 12 Ore di Sebring. La seconda prova del campionato Tudor-Uscc e Naec (North American Endurance Cup) ha infatti visto il podio interamente occupato da equipaggi delle Corvette DP, a cominciare ovviamente da quello vincente della numero 5 dell'Action Express con Joao Barbosa, Christian Fittipaldi e Sebastien Bourdais.  Un'altra Corvette, ma non in versione Prototipo, si &egrave; inoltre imposta in classe GTLM: la C7R ufficiale di Antonio Garcia, Jan Magnussen e Ryan Briscoe, a precedere la Ferrari 458 di Risi Competizione guidata da Giancarlo Fisichella, Andrea Bertolini e Pierre Kaffer. Per poco non &egrave; stata una vittoria "americana" anche in GTD, dove la Viper di Bleekemolen-Bleekemolen-Keating si &egrave; ammutolita a pochi minuti al traguardo, lasciando la vittoria alla Porsche 911 di Mario Farnbacher, Ian James e Alex Riberas.  Non c'&egrave; stato bisogno di inopportune neutralizzazioni - solo 6 "yellow flag" in tutte le 12 ore - per avere una gara avvincente. Allo start sembra scattare meglio Dalziel con la Honda HPD n.1, ma dall'esterno il poleman Pla entra pi&ugrave; veloce alla prima curva con la Ligier n.57, tenendo la testa della parte iniziale della gara. Poi per&ograve; la Ligier di classe P2 affronta problemi di scarico e un urto in pitlane con Krohn alla guida, lasciando il comando alla seconda ora. Invece problemi di sterzo vanno ad affliggere la Honda n.1, e cos&igrave; in testa si ha alternanza finch&eacute; all'ottava ora la Corvette DP n.5 prende il comando per non lasciarlo pi&ugrave; fino alla fine, seguita dall'altra "Vette" dei fratelli Taylor con il nostro Max Angelelli, seppur rallentati nella prima parte per un contatto con una GT. Mentre Westbrook supera Dixon negli ultimi 10 minuti, completando un podio targato Corvette.  Quinta la seconda Corvette dell'Action Express, la n.31 in cui il nostro Max Papis condivideva il volante con Eric Curran e Dane Cameron. &laquo;&Egrave; stata una gara davvero tirata - ci ha spiegato alla fine lo stesso Papis - con poca differenza tra le varie macchine. Purtroppo una incertezza al terzo pit-stop ci &egrave; costata il podio (un problema di pistola nel cambio gomme, ndr), ma la velocit&agrave; c'era e sono cose che possono capitare nelle corse. Peccato, ma con il 5&deg; posto non ci possiamo lamentare nemmeno troppo&raquo;. Da evidenziare come dopo quel pit-stop Max abbia effettuato un paio di sorpassi in modo davvero rilevante anche per i commentatori americani.  In classe GTLM la Porsche non &egrave; stata in grado di concretizzare in classifica quanto fatto vedere in gara con i tre equipaggi delle numero 17 (Sellers-Henzler-Long), 911 (Tandy-Pilet-Lietz) e 912 (Bergmeister-Bamber-Makowiecki). In particolare, queste ultime hanno avuto problemi al cambio e a una ruota rispettivamente. Mentre la Corvette n.3 di Garcia-Magnussen-Briscoe si riprende dopo un testacoda causato da una toccata, precedendo sul traguardo la Ferrari 62 di Fisichella-Bertolini-Kaffer risalita dopo qualifiche meno brillanti del solito e col romano decisivo nel salire da 4&deg; a 2&deg; nell'11esima ora.  Ma il finale pi&ugrave; trilling &egrave; stato in classe GTD, nella quale 8 vetture hanno concluso a pieni giri. Una gara combattuta che sembrava risolta a 10 minuti alla fine, quando Farnbacher finisce a girare largo nello spazio di fuga della curva 10 per un bloccaggio in frenata mentre si difende da Bleekemolen in scia. Ma non &egrave; finita, perch&eacute; poco dopo la Viper n.33 entra in pit-lane col motore ammutolito, spinta a mano dai meccanici negli ultimi metri: ma non c'&egrave; nulla da fare, e cos&igrave; la leadership torna alla Porsche n.23 di Farnbacher-James-Riberas a precedere di meno di 9 secondi un'altra protagonista, l'Aston Martin n.007 di Nielsen-Davison-Davis. Terza la Ferrari 458 di Sweedler-Bell-Lazzaro, mentre quella di Perazzini-Cioci-Agues-Potolicchio non va pi&ugrave; in l&agrave; del 10&deg; posto dopo essere stata anche colpita dalla Porsche n.44 di Potter: ma ai vincitori di Daytona va peggio, fermi ai box per svariati giri a sostituire ruota e freno anteriori a pezzi.  Il prossimo appuntamento con la serie gestita dall'Imsa &egrave; programmato per sabato 18 aprile con il GP cittadino di Long Beach, gara della durata di 100 minuti che sar&agrave; riservata solo ai Prototipi e alle GTLM.  Maurizio Voltini           

La 2&ordf; prova Uscc/Naec vede la vittoria della Corvette DP di Barbosa-Fittipaldi-Bourdais, ma anche in GTLM con la C7R di Garcia-Magnussen-Briscoe, mentre la GTD &egrave; decisa negli ultimi 10 minuti

Sebring 12H: dominio Chevy dopo 50 anni

Con distacchi ancora una volta irrisori, specie considerando che parliamo di una gara durata una giornata, si &egrave; conclusa la 24 Ore di Daytona con la vittoria della Ford n.02 del team di Chip Ganassi e con l'equipaggio composto da Scott Dixon, Tony Kanaan, Kyle Larson e Jamie McMurray. Questo con un vantaggio di soli 1"333 sui secondi classificati, cio&egrave; Barbosa-Fittipaldi-Bourdais sulla Corvette DP n.5, che sono stati capaci di recuperare un forte ritardo dovuto a problemi elettrici nel corso della nottata. Mentre la bella gara dei fratelli Taylor col nostro Max Angelelli, comunque terzi sulla Corvette DP n.10, &egrave; stata compromessa da un'ultima sosta sul finire della corsa, per via del cambio pilota "obbligato" fra Jordan e Ricky per non "sforare" il tempo massimo di guida.  Questa edizione della classica gara di apertura delle serie gestite dall'Imsa (il campionato Tudor-Uscc ma anche il Naec) si &egrave; rivelata davvero dura, anzi un mezzo massacro. Il fatto &egrave; che ci&ograve; non &egrave; stato dovuto a condizioni particolari del clima o della pista, ma proprio ad una competitivit&agrave; estrema che ha spremuto all&rsquo;inverosimile piloti e macchine in tutte le classi in gara. &Egrave; cos&igrave; che si spiegano i cedimenti superiori alla media statistica come pure certe vere e proprie ingenuit&agrave; di guida, che sovente hanno compromesso la gara anche dei protagonisti pi&ugrave; accreditati. Infatti nessuno si &egrave; risparmiato e spesso i capofila hanno corso interi stint con gli avversari &ldquo;incollati&rdquo; al paraurti posteriore (o viceversa), e non soltanto per via delle neutralizzazioni, che pure sono state numerose.  Anche la GTLM ha visto una gara molto combattuta, con la vittoria della Chevrolet n.3 di Magnussen-Garcia-Briscoe insidiata fin sotto la bandiera a scacchi dalla BMW Z4 n.25 di Auberlen-Werner-Farfus-Spengler, secondi per soli 0"478. Ma questa &egrave; la categoria che pi&ugrave; di tutte ha visto i protagonisti quasi falcidiati da errori e inconvenienti tecnici: non ne sono stati esenti i primi due n&eacute; soprattutto Gavin-Milner-Pagenaut giunti terzi ma staccati con l'altra Corvette ufficiale n.4 dopo essere stati fra i protagonisti. Da segnalare come la Ferrari n.51 della AF Corse, nelle mani di Bruni-Perrodo-Collard-Vilander, sia stata protagonista iniziale ma poi vittima di problemi e incidenti quasi sempre quando alla guida era Perrodo. Mentre quella di Risi portata in gara col n.62 da Fisichella-Rigon-Kaffer-Beretta, anch'essi pi&ugrave; volte al vertice della classe nonostante qualche svista di guida poi recuperata, &egrave; stata messa in ginocchio da problemi elettrici al motore.  Sembrava che la Ferrari potesse consolarsi con la classe GTD, ma dopo aver brillato per gran parte della gara, le 458 della Scuderia Corsa sono venute a mancare sul finire. Parliamo della n.63 di Lazzaro-Bell-Sweedler-Segal, ma soprattutto della n.64 di Bertolini-Serra-Gomes-Longo, che il pilota di Sassuolo aveva condotto spesso in testa prima di un incidente con Longo alla guida, uscito pare per una chiazza d'olio. Cos&igrave; alla fine solo Rugolo ha avuto la possibilit&agrave; di agguantare un podio per la Ferrari, nello specifico la n.49 di AF Corse condivisa con Lathouras-Thome-Hoshino, ma &egrave; arrivato quarto a poca distanza dalla Porsche n.58 di Eng-Dempsey-Heylen-Snow e ovviamente dietro ai vincitori Farnbacher-Keating-Carter-Wittmer-Lawrence con la Viper n.93 e i secondi MacNeil-Keen-Davis-VanGisbergen sulla Porsche n.22 a soli 7 secondi e mezzo. Anche in questa classe sono parecchi a poter recriminare, a partire dalla Viper n.33 affidata ai Bleekemolen, Keating e Goossens per via di un'avaria tecnica. Ma nemmeno le Audi e le Porsche ufficiali possono gioire, le prime vittime di tanti guai e le seconde addirittura scontratesi fra loro in una difficile fase di gara.  Qui e qui gli approfondimenti-cronaca su quanto &egrave; successo a Daytona nella prima e nella seconda met&agrave; di gara, ricordando che il prossimo appuntamento con la serie americana sar&agrave; quello con la 12 Ore di Sebring, in programma il weekend del 21 marzo.  Maurizio Voltini    

Gara sempre combattuta e dura, oltre che stregata per le Ferrari, quella di apertura della serie Imsa, vinta da Dixon-Kanaan-Larson-McMurray

24H Daytona alla Ford per poco pi&ugrave; di 1"

Cos&igrave; dopo 23 ore Quando manca solo 1 ora alla conclusione di questa 24 Ore di Daytona, la situazione resta ancora tutt'altro che definita. Fra i Prototipi &egrave; al comando Dixon con la Ford n.02 ma &egrave; costantemente insidiato da Taylor che gli &egrave; in scia con la Corvette DP n.10. In pi&ugrave; &egrave; ancora a pieni giri e staccata di una ventina di secondi (che non sono certo un'eternit&agrave;) l'altra Corvette n.5 in mano a Bourdais, mentre la Ford n.01 guidata da Hand ha cominciato a patire problemi tecnici che le hanno fatto perdere ai box parecchi giri.  Un po' pi&ugrave; stabile la situazione in GTLM, dove al comando &egrave; la Corvette n.3 di Garcia. Ma la BMW Z4 n.25, pur con qualche guaio di troppo anche all'ultimo pit-stop di Werner (un meccanico ha litigato con una ruota), &egrave; sempre a pieni giri e nemmeno tanto distante. Quando la Corvette n.4 ultimamente in mano a Gavin ha dovuto fare una sosta in pi&ugrave; per riparare il parafango squarciato da un contatto, perdendo 4-5 giri ma restando comunque terza.  Simile la situazione in GTD: solo i primi due sono davvero in gara, anche se c'&egrave; un divario di quasi un giro fra la Viper n.93 di Farnbacher e la Porsche n.22 di Van Gisbergen. Mentre per il terzo posto la Porsche n.58 di Eng, attardata di 3 giri, potrebbe dover fare i conti con la Ferrari n.49 in mano a Rugolo, in rimonta dopo aver passato l'altra Ferrari n.63 guidata da Bell. &Egrave; questa l'ultima possibilit&agrave; rimasta per una "Rossa" di raggiungere il podio.   Cos&igrave; dopo 20 ore Contrariamente al solito, nella lotta per il vertice tra la Corvette DP n.10 di Taylor e le Ford 02 e 01 (ora con Larson e Karam) si &egrave; inserito un altro contendente: &egrave; l&rsquo;altra Corvette DP n.5 che con Fittipaldi, Barbosa e Bourdais prima di loro &egrave; risalita con costanza dopo i problemi elettrici patiti a met&agrave; nottata, arrivando a prendere anche la testa della gara, nonostante un piccolo incendio in un pit-stop. In ogni caso la situazione di testa &egrave; tuttora molto fluida, e tutti e quattro i contendenti citati sono nelle condizioni di poter pretendere la vittoria finale. Offrendo ancora momenti emozionanti, con i protagonisti spesso in coda l&rsquo;uno all&rsquo;altro e alcuni restart (numerose le bandiere gialle di neutralizzazione) con accesi testa-testa.  Al contrario, la gara delle GTLM si sta trasformando in un mezzo massacro, con l&rsquo;eliminazione progressiva dei vari protagonisti. Cos&igrave;, se ad un restart &egrave; stato entusiasmante il duello fra Gavin e Briscoe affiancati per varie curve, a quello successivo Gavin patisce un contatto fra la sua Corvette n.4 e una &ldquo;barchetta&rdquo; PC che danneggia ruota e parafango anteriori sinistri: questo lo costringe ad una riparazione ai box abbandonando la testa della corsa. Poco dopo c&rsquo;&egrave; un errore anche per Spengler, che nella bagarre sbaglia la chicane e, tagliando nell&rsquo;erba, danneggia la sua BMW Z4 n.25 strappando anche il paraurti posteriore. Aggiungendo a ci&ograve; lo stop della Porsche n.17 per un cedimento meccanico, abbiamo una situazione per cui pi&ugrave; si va avanti e pi&ugrave; questa si conferma, per le GTLM, una gara di resistenza ancorch&eacute; tiratissima, in cui &egrave; basilare evitare i problemi e i danni.  Non che in classe GTD siano stati pi&ugrave; tranquilli: prima arriva lo stop in pista della Viper n.33 di Bleekemolen, poco dopo la 17esima ora; poi il dritto di Rast con l&rsquo;Audi n.48 che lo fa scendere dal 3&deg; al 6&deg; posto; e successivamente alla stessa macchima, quando per&ograve; &egrave; passato Haase alla guida, cede il cofano in velocit&agrave;, col pilota costretto a trovare la via dei box con la visibilit&agrave; quasi del tutto impedita. Nel frattempo le classifiche cambiano di giro in giro ed &egrave; chiaro che nella storia di questa edizione della 24 Ore di Daytona ci sia ancora parecchio da decidersi. Anzi, proprio mentre scriviamo, Van Gisbergen (Porsche n.22) sta insidiando il comando della GTD a Wittmer (Viper n.93)...     Cos&igrave; dopo 16 ore Continua intensa la gara di Daytona anche all&rsquo;inizio della sua seconda met&agrave;, dopo 16 delle 24 ore totali. Quando in Florida &egrave; ancora buio, dato che sono le 6 locali. Qui il resoconto della prima met&agrave; di gara, ricordando che seguiamo la competizione anche su twitter all'account @autosprintLIVE.  Davanti a tutti, Angelelli approfitta di un pit-stop con solo cambio gomme e rifornimento per portarsi in scia alla Ford 02 (sulla quale era stato effettuato anche il cambio pilota fra McMurray e Dixon) e passarla per andare al comando. Segue sempre molto ravvicinata la Ford 01 sulla quale Hand ha appena sostituito Karam. Mentre &egrave; staccato di 2 giri Bourdais sulla Corvette DP n.5 che ha comunque recuperato parecchio, e poco dopo met&agrave; gara Pew era andato dritto a una curva mentre era 3&deg; con la Ligier n.60. Poi con l&rsquo;ultima sosta Hand e Taylor (che ha sostituito Angelelli) passano 2&deg; e 3&deg;, ma sono a contatto diretto.  Ancor pi&ugrave; vivace la competizione in classe GTLM, dove nelle ultime 4 ore Werner con la BMW Z4 n.25 continua ad insidiare la Corvette n.3 guidata prima da Magnussen e poi da Garcia. Questo con l&rsquo;altra Corvette n.4 di Pagenaud (e prima Milner) &egrave; sempre a una dozzina di secondi e deve controllare la Porsche n.17 di Henzler. Poi le Corvette approfittano di una neutralizzazione per effettuare una sosta con interventi pi&ugrave; pesanti del consueto, anche ai freni (sulla 3 viene sostituito pure il parabrezza) e perdono un po&rsquo; di tempo. Da segnalare inoltre che i meccanici sono riusciti a risistemare la Porsche n.911, che quindi &egrave; tornata in gara (con Tandy) anche se staccata di 7-8 giri.  In GTD bello osservare che Bertolini &egrave; stato parecchio al comando con la Ferrari n.64 e bene va anche la n.63 guidata da Sweedler, sempre di Scuderia Corsa. Sono comunque sempre in gara per la vittoria, dato che qui abbiamo ancora 6 vetture a pieni giri, con la Viper n.33 di Keating al comando. Mentre Rugolo si trova in ottava posizione di classe sulla Ferrari n.49 e Fisichella, per&ograve; in GTLM, &egrave; nono dopo i problemi elettrici di cui abbiamo gi&agrave; parlato.    Maurizio Voltini

Sempre nella lotta al vertice i nostri Angelelli fra i Prototipi e Bertolini fra le GTD. Competizione ancora apertissima anche in GTLM

24H Daytona: la seconda parte di gara

Ecco il video che mostra l'incidente che ha tolto di gara le due Porsche ufficiali n.911 e n.912, guidate in quel momento da Lieb e Bamber e in lotta per la vittoria di classe GTLM. Un'incomprensione nel doppiare la Aston Martin n.007 di Nygaard, gi&agrave; attardata per l'incidente con la Ferrari n.51 di Perrodo, ha portato Bamber fuori pista, nell'erba. Solo che ha perso il controllo, rientrando alla curva successiva e finendo addosso direttamente all'altra Porsche guidata da Lieb. Per quest'ultimo, i danni hanno causato lo stop immediato, mentre Bamber &egrave; riuscito a riportare la macchina ai box per le riparazioni.  

Un'incomprensione con Nygaard ha portato Bamber a travolgere Lieb, compromettendo la gara di entrambi

Le Porsche si autoeliminano a Daytona [video]

Max Papis ha raggiunto un accordo con la Action Express Racing per disputare le gare della Tequila Patr&ograve;n North American Endurance Cup, vale a dire le prove "lunghe" della serie americana Imsa-Uscc. Il pilota comasco divider&agrave; la Corvette n.31 della classe Daytona Prototype con Eric Curran e Dane Cameron nonch&eacute;, giusto per la gara iniziale alla 24 Ore di Daytona di fine gennaio, l'inglese Phil Keen.  &laquo;Conosco Max da molti anni - ha commentato il team manager della Action Express, Gary Nelson - e abbiamo corso sia assieme sia uno contro l'altro in molte occasioni. Ma qualunque fosse la situazione, &egrave; sempre stato un grande amico. Per cui non vediamo l'ora di lavorare ancora una volta insieme: so che ha la velocit&agrave; e la maturit&agrave; per ottenere certi risultati&raquo;.  Lo stesso Papis conferma: &laquo;Sono estremamente orgoglioso di ritornare a correre nel campionato che avevo vinto con Ganassi nel 2004, e di farlo con il team Action Express con cui ho un ottimo rapporto da tanti anni. E poi nel team trover&ograve; un "quasi cugino", Christian Fittipaldi. &Egrave; fantastico essere stato scelto tra tanti candidati, dopo che avevo guidato anche alla Petit Le Mans quest'anno. Il livello &egrave; salito in maniera incredibile e sono convinto che sar&agrave; un campionato supercompetitivo, con macchine molto vicine fra loro e non solo fra le DP, ma anche con le P2 ormai a ridosso. In pi&ugrave; sar&ograve; alla guida di una delle macchine pi&ugrave; in vista del campionato: sar&agrave; tutto molto simile a quanto fatto in passato con la Ferrari 333&raquo;.  Maurizio Voltini  

Raggiunto l'accordo per correre con la Corvette DP della Action Express nelle gare "lunghe" della serie Imsa-Uscc

5 risultati per 'naec'

Sebring 12H: dominio Chevy dopo 50 anni

24H Daytona alla Ford per poco più di 1"

24H Daytona: la seconda parte di gara

Le Porsche si autoeliminano a Daytona [video]

Max Papis nell'endurance statunitense