Aveva minacciato una vendetta alla Senna per attaccare Rosberg dopo la delusione della pole soffiatagli, ma alla fine Lewis Hamilton non ha mantenuto la promessa. In partenza &egrave; scattato decisamente pi&ugrave; piano di Rosberg, badando quasi pi&ugrave; a contenere il secondo posto che a cercare di attaccare il primo; ha seguito il compagno di team come un&rsquo;ombra per i primi 55 giri su 78, poi al 56&deg; ha perso di colpo un paio di secondi e il gap da Rosberg &egrave; via via salito.  Che era successo? Hamilton nel dopogara l&rsquo;ha spiegata cos&igrave;: &ldquo;Mi era entrato qualcosa nell&rsquo;occhio e per qualche momento ho avuto qualche problema&rdquo;. Cosa fosse lo svela Toto Wolff, capo della squadra: &ldquo;Un pezzetto di gomma&rdquo; (un marble, come si dice, il ricciolo di gomma che rimane per terra consumandosi. Ma il dubbio &egrave;: come ha fatto un pezzetto di gomma a entrare nel casco sigillato dalla visiera? Sembra impossibile. Fatto sta che da quel momento Hamilton ha cominciato a perdere terreno, facendosi risucchiare da Ricciardo che era lontano una dozzina di secondi. &Egrave; arrivato a oltre 9&rdquo; da Rosberg con Ricciardo che a suon di giri veloci lo ha raggiunto a qualche giro dalla fine ma non &egrave; riuscito mai ad attaccarlo veramente.  C&rsquo;&egrave; per&ograve; qualche dubbio sulla seconda parte di gara rinunciataria di Hamilton. Prima di tutto lui accusa velatamente la squadra per il pit stop durante la safety car. &ldquo;Appena ho visto l&rsquo;incidente (era il 25&deg; giro, ndr) volevo andare ai box a cambiare le gomme ma la squadra non mi ha chiamato&rdquo;. I due sono stati chiamati ai box al giro successivo uno dietro l&rsquo;altro, situazione in cui Hamilton aveva solo da perdere perch&eacute; ha dovuto accodarsi a Nico ed aspettare che prima il compagno cambiasse le sue gomme, poi &egrave; toccato a lui. E gli &egrave; andata pure bene che non ha perso la seconda posizione.  Hamilton non l&rsquo;ha digerita e via radio durante la gara continuava a lamentarsi con i box per quella decisione chiedendosi perch&eacute; non gli avevano fatto cambiare le gomme quando voleva lui. Ma probabilmente la decisione &egrave; dovuta al fatto che, siccome fermarsi per primi in quelle situazioni &egrave; un vantaggio enorme, forse il team non voleva danneggiare Rosberg che in quel momento fra i due era davanti.  In ogni modo Hamilton &egrave; sembrato eccessivamente nervoso: prima si &egrave; lamentato di problemi di potenza, poi di gomme posteriori che andavano degradandosi troppo, poi del truciolo di gomma nell&rsquo;occhio... Infine ha risposto male all&rsquo;ingegnere quando lo ha informato del distacco che andava diminuendo su Ricciardo rispondendo secco: &ldquo;Non mi interessa sapere quanto ho su Ricciardo, ma quanto ho da Rosberg!&rdquo;.  Fatto sta che la strategia furbamente attuata da Rosberg ha dato i suoi frutti: ha messo pressione su Hamilton per tutto il week end, lo ha innervosito fino a condizionarne il rendimento. E grazie a questo lo ha battuto tornando in testa al mondiale con 4 punti di vantaggio. Si potr&agrave; obiettare che &egrave; ingiusto che un pilota che vinca 4 gare su 6 sia dietro nel mondiale rispetto a chi ne ha vinte solo due. Ma il punteggio &egrave; questo e va accettato. Comunque sia, fra i due piloti Mercedes ormai c&rsquo;&egrave; grande freddezza. Come ieri, anche dopo la corsa non si sono salutati, n&eacute; dati la mano, n&eacute; rivolti lo sguardo sul podio nonostante fossero uno di fianco all&rsquo;altro. Hamilton &egrave; convinto che Rosberg stia facendo il furbo usando piccoli trucchi e scorrettezze per danneggiarlo. E prima o poi, su pista dove si pu&ograve; tentare meglio il sorpasso, vorr&agrave; prendersi la sua rivincita.

Non &egrave; successo nulla in gara contro Rosberg, ma ora &egrave; Lewis a dare segni di nervosismo

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Hamilton e la vendetta... rimandata