        Non poteva aprire al meglio la stagione 2024 Josef Newgarden, che dopo aver conquistato la pole position in qualifica, ha dominato la tappa d'apertura dell'IndyCar 2024 a St. Petersburg regalando il successo a Roger Penske. Sulla pista aeroportuale della Florida, Newgarden ha dominato quasi dall'inizio alla fine, riuscendo a recuperare anche quando, in uscita dalla prima sosta, era stato sopravanzato da Felix Rosenqvist e Colton Herta. In una gara tutta votata a massimizzare la durata dello stint, visto che la strategia migliore era quella delle due soste, Newgarden &egrave; stato imbattibile, bravo anche a dare subito il 100 per cento in ogni ripartenza mentre altri faticavano a mandare in temperatura le gomme. &Egrave; stato il caso di Rosenqvist e Herta, che hanno perso via via terreno cos&igrave;, mentre al contrario, Pato O'Ward &egrave; riuscito a rimontare anche grazie alle mescole dure che hanno sopportato meglio la sua consueta aggressivit&agrave;. Poker Chevrolet nella prima della Indycar&nbsp; La giornata &egrave; stata positiva per tutto il team Penske, con altre due vetture, quelle di Scott McLaughlin e Will Power, tra i primi quattro. Quinto posto invece per Herta, che ha preceduto Alex Palou e Rosenqvist. Con il consumo inferiore del V6 Honda, i tre sembravano avere la chance di recuperare, ma ci&ograve; non si &egrave; verificato, e il poker &egrave; stato cos&igrave; servito per il cravattino Chevrolet. Ottima comunque la prova di Palou, partito tredicesimo in una gara non particolarmente brillante per il team Ganassi. Lo spagnolo, campione in carica, anche lo scorso anno aveva chiuso fuori dalla top-5 a St.Petersburg, e sappiamo com&rsquo;&egrave; andata a finire. Tuttavia, allora davanti non c'era un Newgarden che, anche grazie ai numerosi appuntamenti su ovali, rappresenta un pericolo molto rilevante. Parlando di team Ganassi, nono, dietro ad Alexander Rossi, ha concluso Scott Dixon, nelle barriere Marcus Armstrong, arrivato lungo, e Linus Lundqvist, toccato in staccata da Romain Grosjean. Quest'ultimo, dopo essere stato penalizzato per l'incidente, &egrave; stato costretto al ritiro da un problema tecnico, lasciando per&ograve; una buona impressione, specie in qualifica, all'esordio col team Juncos. Problemi tecnici anche per Marcus Ericsson, che partiva sesto alla prima apparizione con il team Andretti. In top-10 si &egrave; visto anche Rinus VeeKay, buon interprete per il team ECR mentre il nuovo arrivato Christian Rasmussen &egrave; stato subito rallentato da un guaio tecnico. Una foratura nelle prime fasi ha compromesso la gara di Christian Lundgaard, mentre i compagni al team RLL, Pietro Fittipaldi e Graham Rahal, non sono risultati particolarmente incisivi. Leggi anche: NASCAR, a Las Vegas Larson batte Reddick L'ordine d'arrivo del Firestone Grand Prix di St.Petersburg, prima gara dell'IndyCar 2024 1. Newgarden (Dallara-Chevy) 100 giri in 1h51'29"5954, alla media di 155.892 km/h2. O&rsquo;Ward (Dallara-Chevy) a 1"65343. McLaughlin (Dallara-Chevy) a 2"62944. Power (Dallara-Chevy) a 3"55525. Herta (Dallara-Honda) a 4"27586. Palou (Dallara-Honda) a 5"72857. Rosenqvist (Dallara-Honda) a 7"25858. Rossi (Dallara-Chevy) a 8"40089. Dixon (Dallara-Honda) a 9"03310. VeeKay (Dallara-Chevy) a 10"041311. Ferrucci (Dallara-Chevy) a 15"031112. Kirkwood (Dallara-Honda) a 19"130213. Ilott (Dallara-Chevy) a 19"995514. Simpson (Dallara-Honda) a 20"806415. Fittipaldi (Dallara-Honda) a 23"731216. Rahal (Dallara-Honda) a 25"428817. Blomqvist (Dallara-Honda) a 30"34918. Canapino (Dallara-Chevy) a 31"535419. Harvey (Dallara-Honda) a 39"01520. Lundgaard (Dallara-Honda) a 39"652721. Rasmussen (Dallara-Chevy) a 42"178722. Braun (Dallara-Honda) a 47"5862 Giro pi&ugrave; veloce: il 64&deg; di Newgarden in 1'00"6795, alla media di 171.863 km/h In campionato 1. Newgarden 54; 2. O'Ward 40; 3. McLaughlin 35; 4. Power 32; 5. Herta 31        

Newgarden si aggiudica il Firestone Grand Prix di St.Petersburg, guidando un poker targato Chevrolet

IndyCar: Newgarden domina l’apertura 2024

        Josef Newgarden ha vinto anche il secondo appuntamento del weekend dell'IndyCar in Iowa, dominando stavolta sin dalle prime fasi dopo aver avuto ragione di entrambi i compagni prima del cinquantesimo passaggio. Nel resto della serata &egrave; stato imbattibile, involandosi verso la sua sesta vittoria della carriera in Iowa e la quinta consecutiva sugli ovali, un trend che continua dalla fine dello scorso anno a Gateway e che &egrave; passato dalla Indy 500 di quest'anno. Indycar: in Iowa Newgarden domina in gara 1 Newgarden fa il bis Battuto ancora Will Power, che ha cercato di approfittare senza esito di un ultimo restart. L'australiano ha chiuso secondo a sette decimi di distacco dopo essere partito dalla pole. Una ripartenza a quattro giri dal termine dopo un contatto di Ryan Hunter-Reay aveva visto Felix Rosenqvist prendere il via secondo. Lo svedese, partito dalle retrovie, si &egrave; portato al vertice anche grazie ad un undercut ben assestato, ma &egrave; finito sullo sporco negli ultimi chilometri e ha completato la corsa quarto alle spalle anche di Alex Palou. Lo spagnolo &egrave; stato esemplare, approfittando degli eventi di gara per massimizzare il risultato in una gara e su un circuito particolarmente ostici per tutto il team Ganassi. Alla fine, ha limitato i danni nei confronti di Newgarden, su cui ha ancora 80 punti di vantaggio in classifica. La quinta posizione &egrave; stata appannaggio di Scott McLaughlin, che insieme a Newgarden e Power ha occupato le prime posizioni per buona parte della gara. Il neozelandese ha concluso come ultimo pilota a pieni giri. Il resto dello schieramento ha visto continue battaglie che hanno portato le posizioni ad alternarsi e i protagonisti a perdere tempo prezioso venendo alla fine doppiati. Scott Dixon ha terminato sesto davanti a Colton Herta, tornato in top-10 dopo la giornata-no di sabato, e David Malukas, convincente con il team Coyne nella doppia prova in Iowa. Top-10 anche per Marcus Ericsson e Pato O'Ward, che hanno perso terreno e passo gara nella seconda met&agrave; dei 250 giri in programma. In tutto il weekend non sono da riportare incidenti degni di nota a parte qualche leggera toccata con le barriere, come quella di Takuma Sato. Una ruota persa da Sting Ray Robb ha portato alla squalifica la seconda vettura del team Coyne dopo aver seminato il panico tra il gruppo al giro 157, mentre Benjamin Pedersen &egrave; stato "parcheggiato" per non essere riuscito a mantenere il 105% dei tempi del leader. L'ordine di arrivo della Hy-Vee One Step 250 all'Iowa Speedway 1 - Josef Newgarden (Dallara-Chevy) - Penske - LAP 250 2 - Will Power (Dallara-Chevy) - Penske - 0"705 3 - Alex Palou (Dallara-Honda) - Ganassi - 26"864 4 - Felix Rosenqvist (Dallara-Chevy) - McLaren - 41"167 5 - Scott McLaughlin (Dallara-Chevy) - Penske - 1'18"891 6 - Scott Dixon (Dallara-Honda) - Ganassi - 1 giro 7 - Colton Herta (Dallara-Honda) - Andretti - 1 giro 8 - David Malukas (Dallara-Honda) - Coyne - 1 giro 9 - Marcus Ericsson (Dallara-Honda) - Ganassi - 1 giro 10 - Pato O&rsquo;Ward (Dallara-Chevy) - McLaren - 1 giro In campionato 1. Palou 477; 2. Newgarden 397; 3. Dixon 257; 4. Ericsson 330; 5. McLaughlin 329.       

Newgarden vince anche gara 2 e si avvicina al leader Palou. Will Power secondo al traguardo

IndyCar: Newgarden completa il dominio in Iowa

        Per avere ancora speranze di titolo, Josef Newgarden doveva puntare solo a vincere in Iowa, ed &egrave; riuscito nell'intento nella prima delle due gare in programma sulla pista da un chilometro di Newton. Dopo la qualifica in terza posizione, era visibilmente deluso, ma ha usato l'esperienza da leader del gruppo sugli ovali per ribaltare la situazione. In Iowa in particolare, tanti elementi si estremizzano. I giri sono velocissimi, sotto i 20 secondi, ma le velocit&agrave; sono alte e non c'&egrave; respiro. I doppiaggi possono fare la differenza, specie quando si arriva in coda alle auto pi&ugrave; veloci, cos&igrave; come lucidit&agrave; e tenuta fisica. Dopo la prima met&agrave; di corsa guidata da Will Power, l'australiano si &egrave; trovato in difficolt&agrave; nel sorpassare alcuni piloti nella top-10, e Newgarden ne ha approfittato. Aveva gi&agrave; preso il secondo posto a Scott McLaughlin intorno al 100&deg; giro. Indycar, Toronto: la prima di Lundgaard, capolavoro di Palou Delusione Power e Herta Dopodich&eacute;, non &egrave; quasi mai stato nel mirino, se non per qualche doppiaggio difficile che non ha per&ograve; permesso a McLaughlin di infilarsi nel varco giusto. Viceversa, Power non ha pi&ugrave; trovato il ritmo ed &egrave; scivolato dapprima terzo, prima di strisciare contro le barriere e lasciar passare anche Pato O'Ward, alla fine quarto. Alla ripartenza dopo l'ultima caution della serata, dovuta ad un incidente solitario di Graham Rahal, &egrave; arrivato anche l'attacco di Marcus Ericsson. Lo svedese ha proposto una prova pulita, la migliore del team Ganassi, a dimostrare la sua completezza anche su una pista normalmente ostica per i piloti europei. Una vetrina ottima per lui in termini di trattative 2024. Power si &egrave; poi piazzato quinto, ultimo dei piloti a pieni giri, seguito da Scott Dixon, Alex Palou e Kyle Kirkwood, che hanno tentato una strategia con overcut che necessitava di una safety-car al momento giusto. Una scelta abbastanza disperata che mostra bene con cosa si confrontavano (e che rischi dovevano prendere) i rivali di Penske. In top-10 hanno chiuso annche Takuma Sato e Alexander Rossi, poco fuori Romain Grosjean. Da dimenticare la corsa di Colton Herta, subito sotto di diversi giri per un problema al pit-stop. Potr&agrave; rifarsi nella seconda manche di stasera, anch&rsquo;essa con pieni punti. Newgarden partir&agrave; settimo (la qualifica prevedeva due giri cronometrati, uno per gara) e promette ancor pi&ugrave; grinta, mentre Power, autore di una doppia pole, riprover&agrave; a rompere il ghiaccio nel suo 2023 finora al di sotto delle attese. L'ordine d'arrivo della Hy-Vee one Homefront 250, undicesimo appuntamento dell'IndyCar 2023: 1 - Josef Newgarden (Dallara-Chevy) - Penske - 250 giri 2 - Scott McLaughlin (Dallara-Chevy) - Penske - 3"3755 3 - Pato O&rsquo;Ward (Dallara-Chevy) - McLaren - 9"6072 4 - Marcus Ericsson (Dallara-Honda) - Ganassi - 14"6385 5 - Will Power (Dallara-Chevy) - Penske - 22"4025 6 - Scott Dixon (Dallara-Honda) - Ganassi - 1 giro 7 - Kyle Kirkwood (Dallara-Honda) - Andretti - 1 giro 8 - Alex Palou (Dallara-Honda) - Ganassi - 1 giro 9 - Takuma Sato (Dallara-Honda) Ganassi - 1 giro 10 - Alexander Rossi (Dallara-Chevy) - McLaren - 1 giro 11 - Romain Grosjean (Dallara-Honda) - Andretti - 1 giro 12 - David Malukas (Dallara-Honda) - Coyne - 2 giri 13 - Felix Rosenqvist (Dallara-Chevy) - McLaren - 2 giri 14 - Helio Castroneves (Dallara-Honda) - MSR - 2 giri 15 - Callum Ilott (Dallara-Chevy) - Juncos - 3 giri 16 - Agustin Canapino (Dallara-Chevy) - Juncos - 3 giri 17 - Rinus VeeKay (Dallara-Chevy) - ECR - 3 giri 18 - Jack Harvey (Dallara-Honda) - RLL - 3 giri 19 - Colton Herta (Dallara-Honda) - Andretti - 4 giri 20 - Christian Lundgaard (Dallara-Honda) - RLL - 4 giri 21 - Conor Daly (Dallara-Chevy) - ECR - 5 giri 22 - Devlin DeFrancesco (Dallara-Honda) - Andretti - 5 giri 23 - Ryan Hunter-Reay (Dallara-Chevy) - ECR - 6 giri 24 - Ed Carpenter (Dallara-Chevy) - ECR - 7 giri 25 - Sting Ray Robb (Dallara-Honda) - Coyne - 8 giri 26 - Santino Ferrucci (Dallara-Chevy) - Foyt - 9 giri 27 - Benjamin Pedersen (Dallara-Chevy) - Foyt - 15 giri 28 - Graham Rahal (Dallara-Honda) - RLL - 101 giri In campionato 1. Palou 442; 2. Newgarden 344M 3. Dixon 328; 4. O'Ward 309; 5. Ericsson 307.       

Newgarden vince davanti a Scott McLaughlin e Pato O' Ward, delusione Will Power e Colton Herta

IndyCar: in Iowa Newgarden domina gara 1

        Avrebbe potuto essere la 500 Miglia di tanti e tante cose. Avrebbe potuto essere la 500 Miglia di Marcus Ericsson, ad un passo dal compiere un'impresa riuscita solamente a cinque piloti; poteva essere la 500 Miglia di Alex Palou, l'uomo pi&ugrave; veloce nella storia di Indy per almeno un altro anno, se solo Rinus VeeKay non avesse commesso un errore da principiante; avrebbe potuto essere la 500 Miglia del dramma, se quella gomma fosse finita nel pubblico anzich&eacute; su una Chevrolet bianca, ed avrebbe potuto essere la 500 Miglia della McLaren, davanti a lungo ma non quando contava. E cos&igrave;, &egrave; stata la 500 Miglia di Josef Newgarden, vittorioso in un finale inaspettato.  Fight. To. The. Finish.@josefnewgarden wins on the last lap. #INDYCAR // #indy500 pic.twitter.com/PDMvvp2X77 &mdash; NTT INDYCAR SERIES (@IndyCar) May 28, 2023    La prima di Josef, la beffa di Marcus  Josef Newgarden si era laureato campione IndyCar gi&agrave; due volte (2017 e 2019), ma non era mai riuscito a portare a casa il Borg-Warner Trophy ed a gustarsi il latte pi&ugrave; dolce del mondo. Ce l'ha fatta in un'edizione strana, pazza per certi versi, con quelle tre bandiere rosse finali che hanno allungato a dismisura la narrazione di una 500 Miglia di Indianapolis che si sarebbe potuta concludere molto prima e con un esito diverso. Invece la trama si &egrave; sviluppata in modo imprevedibile, a cominciare dal grossolano errore di VeeKay,&nbsp;che ci ha privato di un Palou in formato campione dopo l'eccezionale pole position conquistata pochi giorni prima. Fin l&igrave; era stata una corsa lineare, azzardiamo pure tranquilla (per quanto tranquillo pu&ograve; essere andare a 370 orari), ma si sa che sul catino dell'Indiana le cose cambiano spesso ed in fretta, e non a caso &egrave; la corsa pi&ugrave; veloce del mondo. Dopo 91 giri senza inciampi, con la prima caution per Sting Ray Robb, sono passati pi&ugrave; di 50 giri per averne un'altra, stavolta per mano di Romain Grosjean. Ma &egrave; stato al giro 184 che la corsa &egrave; cambiata, con il botto di Rosenqvist colpito poi da Kirkwood. Il dio delle corse non si &egrave; girato dall'altra parte, ha fatto s&igrave; che la gomma volasse in un parcheggio e grazie al cielo Indianapolis ha potuto proseguire nella sua sceneggiatura, fatta di altre due bandiere rosse prima dell'ultimo giro, tutto d'un fiato. Era Ericsson contro Newgarden, ha vinto il secondo con l'amarezza del primo, che 21 anni dopo Helio Castroneves (biennio 2001-2002) stava per riuscire a compiere l'impresa di portare a casa due Indy consecutive. Non che non lo meritasse, Marcus: ma Indianapolis &egrave; questa, dolce o atroce a seconda che tu sia dietro di 0"0974 oppure davanti.  Champion. #INDYCAR // #Indy500 pic.twitter.com/E8veA9HZzi &mdash; NTT INDYCAR SERIES (@IndyCar) May 29, 2023    Un sogno che si realizza Il bello della domenica di Newgarden &egrave; stato anche il dopo gara. Umanissimo, nostalgico e struggente. Il bagno di folla che si &egrave; regalato dopo aver lasciato la macchina in mezzo alla pista, &egrave; stato un voler rendere partecipi tutti quanti. Perch&eacute; che tu sia un pilota, un meccanico, un ingegnere, un qualsiasi addetto ai lavori o anche solo uno spettatore, la Indy 500 unisce, tutti fanno parte di questo grande evento. E' quello che ha detto Josef, perch&eacute; Indianapolis senza le migliaia di persone che fanno da sfondo non sarebbe la medesima cosa. Per Josef era anche un omaggio a s&eacute; stesso, al Josef che, da bambino, andava proprio sugli spalti: &egrave; partito dalle gradinate di Indianapolis e ci &egrave; tornato adesso, da vincitore. Abbracciando tutti, divertendosi con tutti: e chiss&agrave; che la ciclicit&agrave; della storia non abbia fatto anche stavolta il suo corso, permettendo ad un bambino di abbracciare il Newgarden di oggi prima di diventare il Newgarden di domani.&nbsp; E poi il ringraziamento alla moglie, Ashley, che con le cuffie in testa sembrava ancora pi&ugrave; emozionata di lui. L'ha ringraziata, Josef, perch&eacute; a volte ci si dimentica che per chi rientra negli affetti pi&ugrave; stretti di un pilota le gare sono anche pi&ugrave; difficili che per i piloti stessi. Quelle parole tinte di rosa sono state un tocco in pi&ugrave; che non ha commosso solo i romantici, ma tutti gli appassionati di corse. E poi l'immancabile bacio ai mattoncini del traguardo, il tocco tra storia e tradizione, sempre stupendo in una giornata cos&igrave;.  Life changing moments.#INDYCAR // #Indy500 pic.twitter.com/vE0EqjSwcB &mdash; NTT INDYCAR SERIES (@IndyCar) May 29, 2023    Indy, la terra delle possibilit&agrave; Marcus Ericsson, che ha sperato in una bandiera gialla lunga fino alla bandiera a scacchi, dovr&agrave; farsene una ragione. Ma per lui che in F1 veniva ed a volte viene ancora ricordato "solo" come il primo compagno di squadra di Leclerc, &egrave; la certificazione di uno status di pilota di prim'ordine conquistato nei territori a Stelle e Strisce. E' il bello dell'America, la terra delle possibilit&agrave;. Soprattutto le seconde, quelle che concede a chi, battuto un anno, ci vuole riprovare l'anno successivo. Sar&agrave; cos&igrave; per Palou, sar&agrave; cos&igrave; per una McLaren che, dopo aver condotto la gara per ben 76 giri, lascia l'Indiana con un 5&deg; posto come miglior risultato. Quella possibilit&agrave; che, invece, non avr&agrave; pi&ugrave; il veterano Tony Kanaan: dopo averci corso 22 volte vincendo una (2013), TK ha lasciato con un 16&deg; posto. Niente di che, come piazzamento, ma dopo aver fatto vedere, a 48 anni, il fegato che ci vuole per gare cos&igrave;, con un sorpasso sull'erba che &egrave; roba da mitologia. Buona vita, Tony. Per tutti gli altri, invece, arrivederci Indianapolis: all'anno prossimo.       

Avrebbe potuto essere la 500 Miglia di tanti, e invece alla fine &egrave; stata la 500 Miglia di Josef Newgarden, in una giornata fatta di intrecci, delusioni, errori e drammi sfiorati

500 Miglia di Indianapolis: fra tanti, Josef Newgarden

        Josef Newgarden ha messo a segno a Gateway la sua quinta vittoria del 2022 in IndyCar, passando con autorit&agrave; Scott McLaughlin negli ultimi giri che, a causa di un'interruzione per pioggia si sono trasformati in una gara nella gara. Dopo le prime fasi in cui Will Power aveva comandato dalla pole, Newgarden e McLaughlin avevano avuto la meglio con una sosta in pi&ugrave; al giro 144, mentre l'australiano si trovava a risparmiare carburante. L'acquazzone che attendeva &egrave; arrivato solo al giro 215, e ci&ograve; l'ha molto penalizzato facendolo scivolare, nel finale, addirittura al sesto posto. Una volta passato Power, Newgarden &egrave; sembrato difficile da fermare. Si &egrave; sbarazzato di Pato O'Ward e anche quando un problema ai box, il fatto di essersi trovato davanti Christian Lundgaard, ha permesso a McLaughlin di soffiargli la posizione, si &egrave; rifatto sotto in tempo utile, ovviamente grazie alla puntuale ripresa delle ostilit&agrave;. I giri conclusivi hanno visto emergere un nuovo rivale, David Malukas. Poco prima della bandiera rossa per pioggia, il team Coyne ha infatti richiamato ai box entrambi i piloti, con una mossa molto rischiosa che scommetteva sulla ripresa della corsa. Quando poi ci&ograve; si &egrave; verificato, Malukas con gomme pi&ugrave; fresche e pi&ugrave; carburante da sfruttare ha passato O'Ward e McLaughlin, terminando a soli quattro decimi da Newgarden. Troppo tardi per&ograve; per pensare di vincere. Viva Las Vegas! Quando a vincere era Elvis Presley Newgarden-Power, il gap si riduce  Newgarden ha invece ridotto il suo gap da Power a soli tre punti: nonostante la singola vittoria ottenuta, per il leader contano i tanti podi e piazzamenti in top-5. Tra i piloti in lizza per il titolo, e racchiusi in 54 punti, quelli che si possono ottenere in un weekend, anche i top-driver di Ganassi. La squadra ha visto Marcus Ericsson, Scott Dixon e Alex Palou nei primi dieci anche se mai in gioco per la vittoria, e ha marcato punti utilissimi con due prove finali che dovrebbero essere pi&ugrave; amiche a Portland e Laguna Seca. Non va poi neanche dimenticato O'Ward, che con il suo quarto posto in gara a Gateway &egrave; a -58 e tutt'altro che rassegnato.  Chi invece &egrave; mancato &egrave; stato il team Andretti, con tutti i piloti doppiati comandati da Colton Herta, undicesimo. Con una situazione di classifica cos&igrave; tirata, al momento, per partecipare alla battaglia per il titolo ci vuole di pi&ugrave; di quanto Grosjean e compagni siano riusciti a fare. Tanto pi&ugrave; che Alexander Rossi &egrave; rimasto senza carburante prima della seconda sosta. Tra gli altri guai quelli di Rinus VeeKay con un problema meccanico e Callum Ilott, che ha investito un meccanico in pit-lane rimediando uno stop and go. L'ordine d'arrivo della Bommarito Auto Group 500 1 - Josef Newgarden (Dallara-Chevy) - Penske - 260 giri 2 - David Malukas (Dallara-Honda) - Coyne - 0"4708 3 - Scott McLaughlin (Dallara-Chevy) - Penske - 1"5254 4 - Pato O&rsquo;Ward (Dallara-Chevy) - McLaren - 5"2079 5 - Takuma Sato (Dallara-Honda) - Coyne - 5"5365 6 - Will Power (Dallara-Chevy) - Penske - 11"8662 7 - Marcus Ericsson (Dallara-Honda) - Ganassi - 12"6189 8 - Scott Dixon (Dallara-Honda) - Ganassi - 15"8852 9 - Alex Palou (Dallara-Honda) - Ganassi - 21"8239 10 - Graham Rahal (Dallara-Honda) - RLL - 26"1005 In campionato 1. Power 482; 2. Newgarden 479; 3. Dixon 468; 4. Ericsson 465; 5. Palou 439.        

A Gateway vince Newgarden che si avvicina in classifica a soli 3 punti da Power, leader del Campionato

IndyCar: Newgarden mette la quinta e avvicina Power

Vittoria numero 4 dell&#39;anno per Josef Newgarden nella prima delle due manche in programma questo weekend in Iowa. All&#39;Iowa Speedway, ovale corto dalle curve piatte e senza veri rettilinei, che tiene sempre i piloti in tensione, Newgarden ha preso la testa da Will Power nelle prime fasi dopo aver perso la pole di pochissimo, e non &egrave; pi&ugrave; stato impensierito neanche quando l&#39;australiano &egrave; stato sopravanzato da Pato O&#39;Ward.  Herta, dopo il test con McLaren spera in una FP1  Newgarden, ora a -15 da Ericsson  Risultato principale, che Newgarden &egrave; ora al secondo posto in campionato a soli 15 punti da Marcus Ericsson. Lo svedese era in lotta per la terza piazza, ma ha sbagliato nell&#39;attaccare un doppiato, finendo sullo sporco e dovendo cedere diverse posizioni. Alla fine ha concluso ottavo, mentre Power ha completato il podio. L&#39;australiano ha di poco preceduto Rinus VeeKay, che ha concluso quarto, mentre Scott Dixon, in difficolt&agrave; ad inizio giornata, si &egrave; piazzato quinto.  Tutti doppiati gli altri: con un giro da soli 19 secondi non &egrave; difficile perdere un giro: sesto ha concluso Alex Palou, mentre Romain Grosjean &egrave; stato il migliore di casa Andretti al settimo posto. Migliore dei rookie Christian Lundgaard, che alla prima gara in Iowa ha seguito di nove decimi il compagno Graham Rahal. Non lontani neanche Jimmie Johnson e Callum Ilott. Stava andando molto bene Scott McLaughlin, che era in lotta per il podio. Il neozelandese &egrave; stato mandato fuori con una ruota mal fissata e ha dovuto fare una sosta aggiuntiva. Per Felix Rosenqvist invece &egrave; stato fatale un errore che l&#39;ha messo a muro, cos&igrave; come accaduto anche a Ed Carpenter.  Indietro dopo la positiva qualifica Conor Daly, che ha pagato un&#39;usura delle gomme pi&ugrave; aggressiva di quanto atteso, mentre Colton Herta ha avuto un calo di motore avendo preso parte alla gara con un&#39;unit&agrave; &quot;chilometrata&quot;. Per la seconda gara sostituir&agrave; il propulsore, ma avr&agrave; nove posizioni di penalit&agrave; perch&eacute; sar&agrave; il suo quinto dell&#39;anno. A pesare, quello (nuovo) distrutto a Indianapolis nel Carb Day.  L&#39;ordine d&#39;arrivo della Hy-Vee Deals 250 all&#39;Iowa Speedway:  1 - Josef Newgarden (Dallara-Chevy) - Penske - 250 giri 2 - Pato O&rsquo;Ward (Dallara-Chevy) - McLaren - 6&quot;1784 3 - Will Power (Dallara-Chevy) - Penske - 20&quot;2822 4 - Rinus VeeKay (Dallara-Chevy) - ECR - 20&quot;3748 5 - Scott Dixon (Dallara-Honda) - Ganassi - 21&quot;9744 6 - Alex Palou (Dallara-Honda) - Ganassi - 1 giro 7 - Romain Grosjean (Dallara-Honda) - Andretti - 1 giro 8 - Marcus Ericsson (Dallara-Honda) - Ganassi - 1 giro 9 - Graham Rahal (Dallara-Honda) - RLL - 1 giro 10 - Christian Lundgaard (Dallara-Honda) - RLL - 1 giro  In campionato 1. Ericsson 375; 2. Newgarden 360; 3. Power 353; 4. Palou 342; 5. Dixon 337. 

Il pilota della Chevrolet vince la sua quarta gara della stagione e si avvicina alla vetta della classifica: ecco cos&#39;&egrave; successo nell&#39;appuntamento in Iowa della IndyCar

IndyCar: Newgarden mette la quarta in Iowa

        Poco spettacolo in pista a Gateway per la seconda gara del weekend dell'IndyCar Series sul tracciato dell'Illinois. Complici le turbolenze in scia si &egrave; rivelato praticamente impossibile non solo sorpassare, ma anche doppiare le altre vetture, con il risultato che tutto &egrave; stato deciso dalla combinazione tra soste ai box e traffico. A prevalere alla fine, grazie ad una prova maiuscola del Team Penske, &egrave; stato Josef Newgarden, che insieme a Pato O'Ward ha scavalcato il compagno Will Power all'ultima sosta. Il pilota australiano, nei giri precedenti il rientro, si &egrave; infatti trovato davanti una vettura pi&ugrave; lenta cosa che gli ha fatto perdere terreno. Ha cos&igrave; chiuso anche alle spalle del portacolori McLaren/Schmidt. Tutti gli altri tentativi di passare hanno portato a contatti. E' stato ad esempio il caso del vincitore di gara 1 Takuma Sato. Il giapponese, rientrato per primo ai box dopo aver condotto le prime fasi, si &egrave; ritrovato in gruppo perdendo il treno delle prime posizioni. IndyCar: Dixon batte Sato in Gara 1 a Gateway Dixon sempre avanti di 100 punti Negli ultimi passaggi, mentre cercava di recuperare, ha poi strisciato contro le barriere finendo nono. Un undercut iniziale che l'ha visto tornare in pista da solo ha premiato Rinus VeeKay, che ha concluso quarto. L'olandese ha avuto la meglio su Colton Herta, coi due che si sono toccati. Herta ha miracolosamente salvato la sua Dallara finendo sesto, alle spalle anche di Scott Dixon.&nbsp; Miglioramenti per Felix Rosenqvist, settimo, mentre continua la crisi di Alexander Rossi, quattordicesimo. Partito dalle retrovie, non ha avuto nessuna chance di recuperare. Dixon in classifica mantiene un grande margine in classifica, quasi 100 punti. In calendario, una sola gara, anche se ci si aspetta l'inserimento di una "doppia" a Mid Ohio in settembre. In ogni caso, considerato poi il suo record alla pista di Lexington, il titolo per lui sembra ormai in tasca. La cosa che ha fatto pi&ugrave; parlare della gara &egrave; forse stata la fase iniziale, quando un mezzo spazza-pista &egrave; saltato inondando l'asfalto di liquido. Risolto il problema con abbondante filler, si &egrave; riusciti a partire, anche se in ritardo. L'ordine d'arrivo della Bommarito Automotive 500, gara 2: 1 - Josef Newgarden (Dallara-Chevy) &ndash; Penske - 200 giri 2 - Pato O'Ward (Dallara-Chevy) &ndash; McLaren - 1"4356&nbsp; 3 - Will Power (Dallara-Chevy) &ndash; Penske - 3"3580&nbsp; 4 - Rinus VeeKay (Dallara-Chevy) &ndash; ECR - 4"4369&nbsp; 5 - Scott Dixon (Dallara-Honda) &ndash; Ganassi - 6"2173&nbsp; 6 - Colton Herta (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 7"0022&nbsp; 7 - Felix Rosenqvist (Dallara-Honda) &ndash; Ganassi - 9"6894&nbsp; 8 - Conor Daly (Dallara-Chevy) &ndash; Carlin - 9"9199&nbsp; 9 - Takuma Sato (Dallara-Honda) &ndash; RLL - 10"8130&nbsp; 10 - Santino Ferrucci (Dallara-Honda) &ndash; Coyne - 15"6741&nbsp; Il campionato 1. Dixon 416; 2. Newgarden 320; 3. O'Ward 297; 4. Sato 274; 5. Herta 250.       

Sul tracciato dell'Illinois la seconda gara del weekend dell'IndyCar Series vince l'australiano del Team Penske

IndyCar: Newgarden torna alla vittoria in gara 2 a Gateway

        Chi sale e chi scende nell&rsquo;IndyCar 2019? La serie sta per affrontare la parte decisiva della stagione con un gruppo di testa ricompattato dopo la gara di Mid-Ohio. Ciononostante, l&rsquo;anno in corso ha emesso diversi verdetti, mentre altri protagonisti sono ancora in attesa di una svolta che metta il segno pi&ugrave; alla loro partecipazione. IndyCar: Newgarden la fa da padrone in Iowa Newgarden-Rossi protagonisti primari La prima certezza &egrave; che la quota americana della categoria &egrave; sempre pi&ugrave; importante. Josef Newgarden e Alexander Rossi sono emersi come i due sfidanti pi&ugrave; brillanti, e da giovani di buone promesse sono diventati solide realt&agrave;, anche se in IndyCar l&rsquo;alternanza e la competitivit&agrave; impediscono di mettere a segno strisce di vittorie consecutive. Rossi e Newgarden sono degni rappresentanti di scuderie di punta come Team Penske e Andretti Autosport, impegnati a duellare per il titolo sulla falsariga di quello che facevano, ai tempi, i Rick Mears e gli Al Unser. Non &egrave; un caso che entrambe le squadre abbiano pensato di &ldquo;blindarli&rdquo; con contratti a lungo termine. E l&rsquo;IndyCar si frega le mani perch&eacute; i talenti a stelle e strisce sono il primo &ldquo;vettore&rdquo; della crescita. Agli americani, si sa, pi&ugrave; che vedere un bello spettacolo piace veder trionfare i propri colori. Non a caso, &egrave; gi&agrave; arrivato il nuovo rappresentante della stirpe, Colton Herta. A 18 anni, &egrave; diventato il pi&ugrave; giovane vincitore di sempre nella categoria, nonostante una squadra dal budget abbastanza tirato. Con un buon talento, e le capacit&agrave; di messa a punto tramandate dal padre Bryan, il suo futuro sembra assicurato tanto che lo stesso Roger Penske, dopo aver perso Rossi, avrebbe posato gli occhi su di lui. Tutto sull'IndyCar 2019 Dixon la certezza, Rosenqvist rookie sui generis In casa Ganassi continua invece a regnare l&rsquo;internazionalit&agrave;. Scott Dixon, a dispetto di inizi di stagione non facili e di qualche difficolt&agrave; a Indy, &egrave; sempre un fenomeno, massimizzando ogni elemento delle gare. Il neozelandese, classe 1980, eccelle in ogni settore: messa a punto, qualifica, partenze, giri di ingresso e uscita dai box, riduzione dei consumi. Per questo &egrave; indissolubilmente legato alla scuderia. Con lui Felix Rosenqvist, che Dixon pare abbia fortemente voluto vedendo in lui grandi doti.&nbsp;Lo svedese sta scontando per&ograve; non solo il fatto di essere un rookie, ma anche quello di debuttare con un top-team: al contrario dello stesso Herta e di tanti altri esordienti, che con squadre minore vivono sul &ldquo;massimo risultato possibile&rdquo;, lui &egrave; in una struttura che deve conquistare o comunque lottare per il successo in ogni gara. Dopo fortune altalenanti, a Mid-Ohio si &egrave; espresso col talento che gli era valso due vittorie a Macao ed il titolo europeo F3. Pagenaud, Sato e Power alla rincorsa Tra i &ldquo;top&rdquo; non si pu&ograve; non citare Simon Pagenaud. A dispetto della poca pubblicit&agrave; rispetto a Newgarden, in casa Penske il successo principale - quello di Indy - l&rsquo;ha portato lui, mentre, dall&rsquo;altro lato del garage, Will Power &egrave; ricaduto in qualche errore gratuito di troppo, rispolverando delle brutte abitudini che, col passare degli anni, diventano ormai immancabili. Errori che sono simili a quelli di Takuma Sato, che per&ograve;, fatte le debite proporzioni in termini di vettura a disposizione, ha dalla sua una vittoria a Barber. In un lungo digiuno per il compagno Graham Rahal, &egrave; stato lui a dare gli unici successi 2018 e 2019 al Rahal-Letterman-Lanigan Racing. Segno che a ben oltre 40 anni la vita e la carriera non finiscono...  Ericsson impara, Ferrucci vuole riabilitarsi Per un esperto che rimane sulla cresta dell&rsquo;onda, ci sono altri debuttanti blasonati o quantomeno... conosciuti. C&rsquo;&egrave; Marcus Ericsson. Il pilota ex Alfa Romeo F1 ha fatto suo un secondo posto come miglior risultato e anche sugli ovali, ha trovato in fretta la &ldquo;quadratura&rdquo;.&nbsp;Tuttavia, &egrave; tuttora lontano dal non far rimpiangere Robert Wickens, tra i migliori rookie della storia. C&rsquo;&egrave; poi il caso di Santino Ferrucci. Il pilota del Connecticut, arrivato in IndyCar dopo le grandi polemiche dovute ai misfatti in Formula 2, &egrave; stato protagonista di un processo di &ldquo;ripulitura&rdquo; in termini soprattutto di immagine, e ora sembra quasi il bravo ragazzo della situazione. A onore del vero, ha fatto diverse buone gare e non &egrave; troppo lontano dal caposquadra Sebastien Bourdais. Potr&agrave; rimanere a pieno titolo nella categoria?       

Con la prima parte di stagione &egrave; tempo di verdetti. Analizziamo le prestazioni dei piloti e delle scuderie. Tra i top ci sar&agrave; anche Marcus Ericsson, pilota ex Alfa Romeo di F1?

IndyCar: il bilancio della prima parte della stagione

Alti e bassi. Cos&igrave; si potrebbe riassumere il weekend dell&#39;IndyCar a Detroit. Sulla difficile pista cittadina di Belle Isle, che si snoda a poca distanza dalle sedi dei grandi costruttori automobilistici, in un parco non utilizzato nel resto dell&#39;anno, si sono svolte due manche a punteggio pieno. Pochi tuttavia hanno potuto approfittare della doppia chance, visto che quasi tutti i piloti di vertice sono andati incontro a fortune alterne.  Josef Newgarden, grazie ad una sosta anticipata e ad una provvidenziale safety-car, &egrave; riuscito a beffare Alexander Rossi in gara 1, involandosi verso il successo. In gara 2, sempre mentre battagliava con Rossi per la leadership virtuale, Newgarden ha invece forzato troppo l&#39;attacco a James Hinchcliffe, che in uscita box si era piazzato davanti a loro con gomme fredde.    &nbsp;  Risultato, un ritiro che riduce al minimo il suo vantaggio in classifica. Con il secondo posto della prima frazione, e riuscendo a ripartire salvaguardando una top-5 nella seconda, Rossi viceversa si &egrave; fatto sotto.  Troppi errori e tante sorprese  Anche Scott Dixon ha avuto la sua quota di sorprese. Nella corsa di sabato, ridotta e ritardata per violenti temporali che rischiavano di mettere in pericolo il pubblico, il neozelandese ha commesso uno dei suoi rari errori, pizzicando il muro interno e venendo scaraventato verso quello esterno.  In gara 2, complice una provvidenziale caution e l&#39;incidente di Hinchcliffe-Rossi-Newgarden, &egrave; invece riuscito a centrare il successo. Al secondo posto ha chiuso Marcus Ericsson. Il team Schmidt ha fatto la migliore scelta di strategia, chiamandolo dopo soli due giri ai box per togliere le gomme morbide, rivelatesi molto poco durature. Se non fosse stato per la tamponata di Sebastien Bourdais a Spencer Pigot in ingresso box, che ha aiutato Dixon, Ericsson avrebbe potuto vincere.&nbsp;  Anche a causare la prima bandiera gialla &egrave; stato un contatto multiplo con vittime di lusso. Simon Pagenaud, dopo aver chiuso sesto al sabato, &egrave; arrivato lungo colpendo Felix Rosenqvist, e coinvolgendo anche Tony Kanaan e Will Power. L&#39;australiano ha poi guidato per tutta la corsa con un problema al cambio, ma con tanti sorpassi e l&#39;alternarsi delle soste si &egrave; ritrovato in terza posizione. Non ha potuto attaccare i leader nel final, ma ha guadagnato punti. Anche al sabato non aveva avuto vita facile: un errore della squadra gli aveva fatto perdere una ruota fuori dai box.  Sempre nella prima manche, Takuma Sato ha chiuso terzo a suon di sorpassi, risultato che ha tentato di ripetere anche la domenica, rimediando per&ograve; una foratura nel finale. Quarto in gara 1, Rosenqvist &egrave; sopravvissuto al colpo iniziale, ma ha pagato caroun errore: rotto lo sterzo in una leggera strisciata, ha tentato di continuare, finendo rovinosamente in testacoda.    Le classifiche  L&rsquo;ordine d&rsquo;arrivo di gara 1 della Detroit Dual:  1 - Josef Newgarden (Dallara-Chevy) &ndash; Penske - 43 giri  2 - Alexander Rossi (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 0&quot;8237  3 - Takuma Sato (Dallara-Honda) &ndash; RLL - 11&quot;4760  4 - Felix Rosenqvist (Dallara-Honda) &ndash; Ganassi - 11&quot;8833  5 - Ryan Hunter-Reay (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 12&quot;2263  6 - Simon Pagenaud (Dallara-Chevy) &ndash; Penske - 12&quot;5127  7 - Graham Rahal (Dallara-Honda) &ndash; RLL - 13&quot;1515  8 - Zach Veach (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 14&quot;0022  9 - James Hinchcliffe (Dallara-Honda) &ndash; SPM - 15&quot;2409  10 - Spencer Pigot (Dallara-Chevy) &ndash; ECR - 16&quot;1462  &nbsp;  L&rsquo;ordine d&rsquo;arrivo di gara 2 della Detroit Dual:  1 - Scott Dixon (Dallara-Honda) &ndash; Ganassi - 70 giri  2 - Marcus Ericsson (Dallara-Honda) &ndash; SPM - 1&quot;9419  3 - WIll Power (Dallara-Chevy) &ndash; Penske - 3&quot;6570  4 - Ryan Hunter-Reay (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 4&quot;5238  5 - Alexander Rossi (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 5&quot;1877  6 - Marco Andretti (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 6&quot;6330  7 - Graham Rahal (Dallara-Honda) &ndash; RLL - 7&quot;1404  8 - Zach Veach (Dallara-Honda) &ndash; Andretti - 8&quot;0411  9 - Sebastien Bourdais (Dallara-Honda) &ndash; Coyne - 8&quot;7886  10 - Santino Ferrucci (Dallara-Honda) &ndash; Coyne - 9&quot;4809  In campionato:  1. Newgarden 316; 2. Rossi 301; 3. Pagenaud 291; 4. Dixon 264; 5. Sato 255.   

Il weekend dell&#39;IndyCar a Detroit &egrave; stato un altalena di sorprese e anche pioggia. A vincere gara 1 &egrave;&nbsp;Newgarden, mentre&nbsp;gara 2, sempre sulla difficile pista di Belle Isle, va a Scott Dixon,&nbsp;davanti a Marcus Ericsson e Will Power

IndyCar: a Newgarden e Dixon i successi di Detroit

Josef Newgarden ha fatto segnare la pole per l&#39;appuntamento dell&#39;IndyCar in Texas sul veloce ovale di Fort Worth. Il campione in carica, rimasto deluso a maggio nella 500 Miglia di Indianapolis, si &egrave; rifatto al ritorno su ovale battendo entrambi i compagni di colori in Penske, Simon Pagenaud e Will Power. Sul miglio e mezzo nei sobborghi di Dallas, i tre piloti del Capitano si sono rivelati una spanna sopra gli altri, almeno nelle prove ufficiali che per&ograve; si disputano con temperature differenti (pi&ugrave; alte) rispetto alla gara. Ancora una volta, contrastanti sono stati i pareri sulla vettura proposta per il 2018, che riduce la downforce di quasi 200 chili rispetto al 2017 producendo buona pare del carico col fondo anzich&eacute; con le ali. Alcuni piloti hanno criticato la minore downforce mentre altri hanno esaltato la maggiore possibilit&agrave; data al pilota di essere determinante: in particolare con le alte temperature, l&#39;handling risulta impegnativo.&nbsp;  Alle spalle dei piloti Penske, in seconda fila ci sar&agrave; per&ograve; anche Robert Wickens, che continua a stupire per la facilit&agrave; con cui riesce a gestire le varie piste, in particolare nel confronto con in compagno di squadra al team Schmidt James Hinchcliffe. La terza fila sar&agrave; composta da due esperti protagonisti finiti nelle barriere a Indy come Sebastien Bourdais e Tony Kanaan. Solo in quarta fila due contendenti per il titolo come Scott Dixon e Alexander Rossi. Un po&#39; in crisi invece Graham Rahal, solo ventesimo anche se, nelle libere finali, si &egrave; piazzato molto meglio. Rahal ha anche annunciato di aver raggiunto l&#39;accordo col team paterno per altri 5 anni. 

Il campione in carica si &egrave; piazzato davanti a Pagenaud e Power &nbsp;

IndyCar: in Texas, Newgarden guida una tripletta Penske

E&#39; stato un dominio mai messo in discussione quello di Josef Newgarden in Iowa, nella decima prova della IndyCar 2016. A meno di un mese dal tremendo schianto di Fort Worth in cui aveva riportato la frattura di una clavicola e di una mano, il pilota del team Carpenter ha preso il comando al via senza pi&ugrave; mollarlo, soste ai box a parte, e vincendo la sua prima corsa&nbsp;su un ovale. Il tutto su una pista, lo short track da un miglio scarso di Newton, che per forze G generate &egrave; fisicamente la pi&ugrave; impegnativa della serie.  Sia in partenza, sia nei vari re-start, Newgarden &egrave; sempre riuscito ad andarsene, arrivando in pi&ugrave; occasioni a doppiare quasi tutto il gruppo. Non hanno potuto nulla il poleman e leader della classifica Simon Pagenaud ed il campione in carica Scott Dixon, che si sono lanciati (vanamente) all&#39;inseguimento prima di venire&nbsp;entrambi beffati nel finale da Will Power. L&#39;australiano ha cos&igrave; recuperato qualche altro punto per il campionato, anche se ora al secondo posto &egrave; salito proprio Newgarden. Peccato che, se l&#39;IndyCar non cambier&agrave; idea, sar&agrave; costretto a saltare la parte restante della gara in Texas in cui la sua vettura era stata distrutta.    Dietro a Power, Dixon e Pagenaud si &egrave; issato a sorpresa Mikhail Aleshin, primo portacolori di un pacchetto Honda tornato in netta difficolt&agrave;: dopo le piogge mattutine, che avevano spazzato via la gommatura della pista, il bilanciamento aerodinamico &egrave; diventato ancor pi&ugrave; fondamentale, accentuando i guai per chi, come i piloti del team Andretti, non era in forma. Miglior rappresentante alla fine &egrave; stato Alexander Rossi, sesto e primo dei doppiati, mentre Ryan Hunter-Reay, che aveva agonizzato ad inizio gara, &egrave; stato forse sollevato nel vedere il suo motore andare in fumo. Una sorte toccata poco dopo anche a Juan Pablo Montoya.    Nonostante le tante battaglie in pista, non si sono visti incidenti salvo per un testacoda di Max Chilton che &egrave; riuscito, pur forando due gomme nel tentativo di fermare la sua vettura, ad evitare le barriere. Sfortuna nera per Tony Kanaan ed Helio Castroneves, penalizzati da delle soste ai box in regime di bandiera verde effettuate poco prima della neutralizzazione della corsa.    L&#39;ordine di arrivo della Iowa Corn 300 di Newton, decima tappa dell&#39;IndyCar Series 2016:  1. Josef Newgarden (Dallara DW12-Chevy) 300 giri in 1h52&#39;16&quot;3613; 2. Will Power (Dallara DW12-Chevy) a 4&quot;2828; 3. Scott Dixon (Dallara DW12-Chevy) a 5&quot;5085; 4. Simon Pagenaud (Dallara DW12-Chevy) a 6&quot;1827; 5. Mikhail Aleshin (Dallara DW12-Honda) a 7&quot;0386; 6. Alex Rossi (Dallara DW12-Honda) a 1 giro; 7. Tony Kanaan (Dallara DW12-Chevy) a 1 giro; 8. Sebastien Bourdais (Dallara DW12-Chevy) a 1 giro; 9. James Hinchcliffe (Dallara DW12-Honda) a 1 giro; 10. Charlie Kimball (Dallara DW12-Chevy) a 1 giro; 11. Takuma Sato (Dallara DW12-Honda) a 2 giri; 12. Carlos Munoz (Dallara DW12-Honda) a 2 giri; 13. Helio Castroneves (Dallara DW12-Chevy) a 2 giri; 14. Marco Andretti (Dallara DW12-Honda) a 2 giri; 15. Jack Hawksworth (Dallara DW12-Honda) a 2 giri; 16. Graham Rahal (Dallara DW12-Honda) a 3 giri; 17. Gabby Chaves (Dallara DW12-Honda) a 7 giri; 18. Ed Carpenter (Dallara DW12-Chevy) a 16 giri; 19. Max Chilton (Dallara DW12-Chevy) a 26 giri .  In campionato  1. Pagenaud 409; 2. Newgarden 336; 3. Power 334; 4. Dixon 321; 5. Castroneves 318. 

Prima vittoria su un ovale per&nbsp;il&nbsp;<span data-mce-style="color: #000000; font-family: SFNSText, 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 300; letter-spacing: normal; line-height: 22.5px; orphans: auto; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 1; word-spacing: 0px; -webkit-text-stroke-width: 0px; display: inline !important; float: none; background-color: #ffffff;">pilota di Ed Carpenter

IndyCar,&nbsp;Newgarden imprendibile in Iowa

E&rsquo; stata rimandata addirittura al 27 agosto la tappa IndyCar interrotta ieri al Texas Speedway dopo poco pi&ugrave; di 70 giri. Un rovescio di grande violenza ha colpito la pista di Fort Worth, causando anche danni alle infrastrutture e rendendo impossibile il ripristino in giornata. Dato che due tra i protagonisti assoluti della serie, il campione in carica Scott Dixon e Sebastien Bourdais, sono in partenza per Le Mans, si &egrave; cos&igrave; deciso di passare ad un&rsquo;altra data. La corsa verr&agrave; terminata completando i 248 passaggi in programma, dopo la disputa di una breve sessione di libere. La griglia sar&agrave; formata usando la classifica al momento dello stop, tra l&rsquo;altro contestata dato che Ryan Hunter-Reay ed il team Andretti, che si trovavano in corsia box, sono sicuri di essere stati davanti a James Hinchcliffe nel momento della &ldquo;rossa&rdquo;.&nbsp;  IndyCar Texas, tutto fermo per pioggia e brutto incidente: video  Nel frattempo, sono arrivate notizie relativamente confortanti su Josef Newgarden, che ha subito la frattura della mano e della clavicola destre nel tremendo schianto innescato da uno &ldquo;snap spin&rdquo; di Conor Daly al giro 42. L&rsquo;ennesima prova del livello elevatissimo di sicurezza dei telai italiani proposti nella serie dalla Dallara.&nbsp; 

La gara sul circuito americano&nbsp;si concluder&agrave; il 27 agosto

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