Per &ldquo;giustificare&rdquo; il dominio Mercedes nelle ultime stagioni si &egrave; fatto ricorso alla storia recente, un fatto fisiologico: dopo la supremazia Ferrari e quella Red Bull, tocca i tedeschi. Il presidente della FIA, Jean Todt, va oltre, guarda ad altri sport per far rientrare nei binari della normalit&agrave; una supremazia difficile da scalfire, almeno nel brevissimo periodo: &laquo;Sarei pi&ugrave; felice se ci fossero vincitori diversi a ogni gara, ma non accadr&agrave; mai. Fasi di dominio vanno accettate, sono parte dello sport, non solo nel mondo delle corse, ci sono nel calcio, nel tennis, atletica, rugby, ovunque; perch&eacute; non rispettarle anche nel motorsport?&raquo;.  Cicli vincenti &egrave; vero fanno parte dello sport e sono diffusi, ma la F1 ha qualcosa di diverso dagli altri e i periodi di supremazia assoluta di una scuderia non sono direttamente equiparabili con altre discipline. Il fattore regolamentare, le norme che tracciano i &ldquo;limiti&rdquo; del gioco, hanno un ruolo chiave per spostare gli equilibri.  &laquo;La negativit&agrave; che circonda il motorsport &egrave; assolutamente ingiusta, per&ograve; posso accettare le critiche costruttive. Ovviamente non sono soddisfatto, credo che la lotta potrebbe essere migliore e, a porte chiuse, quando ci riuniamo, proviamo a migliorare le cose&raquo;, ha commentato ad Autosport.  Pi&ugrave; volte si &egrave; criticata la mancanza di decisionismo da parte della Federazione, a dire di molti troppo democratica nel processo di adozione delle nuove norme, fino ad arrivare a un &ldquo;immobilismo&rdquo; per gli interessi contrapposti e inconciliabili delle scuderie. Si pu&ograve; cambiare, ma a condizioni precise: &laquo;Esistendo un Patto della Concordia firmato, c&rsquo;&egrave; una goverance precisa, con diritti in capo al detentore dei diritti commerciali, i team e l&rsquo;organo di governo dello sport. Detto ci&ograve;, in veste di presidente della FIA non avrei alcun problema se tutta l&rsquo;autorit&agrave; regolamentare e legislativa venisse data alla Federazione, ma per farlo si dovrebbe firmare un Patto della Concordia diverso. Se sta bene a tutti gli altri, sar&ograve; felice di seguire questa strada, ma so che non &egrave; cos&igrave;&raquo;.  Fabiano Polimeni

La negativit&agrave; che circonda la categoria &egrave; ingiusta, il dominio di un team &egrave; tipico di tutti gli sport

Todt: F1 come gli altri sport

La prossima 24 Ore di Le Mans si annuncia " stellare" non solo per il livello dei partecipanti ma anche per gli ospiti d'onore. Ad assistere alla partenza, sabato 13 giugno, sar&agrave; presente anche il Presidente della Repubblica francese, Fran&ccedil;os Hollande, in compagnia del ministro dell'interno e del ministro dell'agricoltura.  L'ultima volta che un Presidente della Repubblica francese si era recato a Le Mans, era stato nel 1972, quando Georges Pompidou, che all'epoca aveva addirittura dato la partenza di una gara dominata poi dalla Matra. Nella lunga storia di Le Mans, sono solo 3 i Presidenti della Repubblica di Francia che hanno assistito alla gara.  Quest'anno, l'onore della partenza sar&agrave; invece assegnato a William Clay  Ford Jr, presidente della Ford. A sancire il ritorno ufficiale della Ford a Le Mans dal 2016 con la nuova GT gestita dal team di Chip Ganassi.  Cesare Maria Mannucci

Sar&agrave; il terzo Presidente della Repubblica francese a presenziare alla storica gara endurance

Fran&ccedil;ois Hollande alla 24 Ore di Le Mans

Non rivela nulla che gi&agrave; non si sapesse, il presidente dell&rsquo;Aci Angelo Sticchi Damiani. Si parla del futuro di Monza e del gran premio d&rsquo;Italia, messo in forte dubbio lo scorso anno da Bernie Ecclestone. Il contratto attuale scadr&agrave; nel 2016 e si deve lavorare per trovare un accordo che non sia &ldquo;un disastro&rdquo; come venne definito dal gran capo della Fom. &laquo;L&rsquo;autodromo di Monza &egrave; il pi&ugrave; antico della Formula 1, un record che non vogliamo perdere&raquo;, ha dichiarato nel corso di una premiazione all&rsquo;Automobil Club Milano.  L&rsquo;aiuto delle istituzioni ricercato nei mesi scorsi, nello specifico un impegno diretto del governo, non sembra aver sortito grandi effetti, anzi. &laquo;Le cose sono complesse e difficili. Non si possono commettere errori. Dobbiamo capire tutti insieme come arrivare all&rsquo;obiettivo, ovvero che Monza rimanga ancora la sede del Gran Premio d&rsquo;Italia di Formula 1 dal 2017 al 2020&raquo; ha aggiunto il presidente dell&rsquo;Aci, nelle parole riportate dall&rsquo;agenzia AGI.  E&rsquo; un rischio troppo elevato da correre per entrambe le parti, organizzatori ed Ecclestone, non avere un gran premio d&rsquo;Italia a Monza. D&rsquo;altronde &egrave; anche vero che le cifre pagate alla Fom sono ampiamente al di sotto degli standard, quelli definiti dai nuovi appuntamenti corsi su circuiti collocati nel nulla ma cos&igrave; vantaggiosi dal profilo economico, con accordi anche da 40 milioni di dollari. Situazioni non direttamente confrontabili, vero, resta comunque legittima la posizione di chi fissa il prezzo e vuole un adeguamento al rialzo (di tratterebbe di un rinnovo sui 22 milioni di dollari): la storia non basta. Anche Australia e Canada, per citare due esempi di gare consolidate, hanno dovuto sottostare alle richieste economiche importanti e a Montreal l&rsquo;accordo si &egrave; trovato a 20 milioni di dollari annui, fino al 2024, ma esclusi i lavoro di ammodernamento.  f.p.&nbsp;  &nbsp;

Sticchi Damiani (Aci) ammette la complessit&agrave; delle trattative con la Fom

GP Italia a Monza, niente errori

Fra i vari problemi della Formula Uno 2014, dopo quelli del rumore e delle gare noiose (vedremo se quest&rsquo;ultimo sia davvero stato superato) si torna a parlare anche del sistema che vedr&agrave; assegnare doppio punteggio all&rsquo;ultima gara. A farlo &egrave; proprio il presidente della Fia, Jean Todt, che ha rivelato: &laquo;&Egrave; una cosa che avevamo voluto riconsiderare con il Gruppo Strategico, perch&eacute; ha avuto una reazione molto negativa da parte degli appassionati, che personalmente mi ha stupito perch&eacute; non mi sembrava un cambiamento cos&igrave; grande&raquo;.  &laquo;Ma per poter davvero cambiare questa regola - prosegue Todt - serviva un accordo unanime. E quando abbiamo avuto l&rsquo;incontro per decidere, questo non c&rsquo;&egrave; stato. Non mi chiedete chi ha detto s&igrave; e chi ha detto no. Fatto sta che alla fine non ho potuto far altro che dire: &ldquo;Va bene, vedremo alla fine della stagione quale sar&agrave; stata la reazione&rdquo;. In ogni caso dobbiamo ascoltare e tenere in considerazione quello che vogliono gli appassionati&raquo;.  Infatti Todt, pur non essendo contrario all&rsquo;idea del doppio punteggio, che quest&rsquo;anno verr&agrave; assegnato alla gara finale di Abu Dhabi, non sarebbe rimasto insensibile alla disapprovazione mostrata dagli appassionati della F1, a suo dire molto superiore anche rispetto a quella per la differente rumorosit&agrave; delle macchine. Per questo le ultime dichiarazioni, che seguono quelle recenti di vari responsabili sulla questione del sound degli attuali V6 turbo. Come per dire che non &egrave; l&rsquo;unica cosa da risolvere, ma ce n&rsquo;&egrave; anche di pi&ugrave; pressanti.  Maurizio Voltini

Si torna a parlare del sistema a punteggio raddoppiato nelle gare finali, ma non per cambiarlo subito

4 risultati per 'presidente'

Todt: F1 come gli altri sport

François Hollande alla 24 Ore di Le Mans

GP Italia a Monza, niente errori

Todt e i doppi punti: “Riconsiderateli”