<p>Sono state due sessioni di lotta a distanza tra Ferrari e Red Bull, quelle del venerd&igrave; del GP dell&#39;Azerbaijan: a prevalere, alla fine, &egrave; stato Charles Leclerc, con Sergio Perez vicinissimo. Tra noie meccaniche, porpoising e record sul giro, ecco le immagini pi&ugrave; belle delle FP1 e FP2</p> 

GP Azerbaijan, gli highlights del venerdì di prove libere

In cerca sempre di nuove spericolate dimostrazioni, la Red Bull ha toccato il top. Ha portato una delle sue monoposto su una pista di sci. E non una qualunque, ma quella mitica di Kitzbuhel in Austria, dove dal 19 gennaio in poi si svolgeranno le gare di Coppa del mondo di sci compresa la discesa libera pi&ugrave; famosa del mondo sciistico.    &nbsp;  Al volante della Red Bull (una vecchia RB7 del 2011 dimostrativa con motore V8 aspirato) c&rsquo;era Max Verstappen, che ha avuto il suo da fare per domare i 750 &nbsp;cavalli della monoposto sul pendio di Kitzbuhel, anche se va detto che ha usato un tratto largo e pi&ugrave; pianeggiante, non certo la Streiff che &egrave; il &ldquo;muro" dove i liberisti toccano i 140 km/h. Ovviamente non avendo la Pirelli gomme adatte alla neve e al ghiacco sono stati usati pneumatici rain dotati di enormi catene!    &nbsp;

Esibizione show di una F1 sulla mitica pista di Kitzbuhel. Gomme con enormi catene per riuscire ad avere grip

Red Bull con Verstappen sul ghiaccio!

95 a 92. E&rsquo; il risultato al novantesimo della partita 2015 tra Daniil Kvyat e Daniel Ricciardo, &ldquo;a sorpresa&rdquo; dopo le battute iniziali di campionato, nelle quali in tanti (e frettolosamente) pronosticavano addirittura il rimpiazzo del pilota russo, ritenuto inadeguato gi&agrave; dai test invernali. Manger&agrave; il panettone in Red Bull eccome, in pi&ugrave; si prende una rivincita sui critici dimostrando di aver resistito all&rsquo;impatto con una realt&agrave; ben pi&ugrave; complessa di quella sperimentata in Toro Rosso. Ad Abu Dhabi riesce a portare a casa un punto, non senza problemi tecnici, tali da compromettere l&rsquo;utilizzo dell&rsquo;ERS.  Dal canto suo, Ricciardo &ndash; sesto alle spalle di Perez &ndash; a parole non drammatizza sull&rsquo;esito &ldquo;numerico&rdquo; della stagione. Certo, reduce da tre vittorie nel 2014 ci si aspettava ben altro, dal pilota e dal team. &laquo;Ovviamente sarebbe stata una bella chiusura riuscire a ottenere pi&ugrave; punti di Daniil, ma non &egrave; qualcosa che mi toglier&agrave; il sonno. In generale non &egrave; stata una stagione cattiva, di sicuro non sono arrivati sempre i risultati, ma ripercorrendola ho imparato tanto dalle riunioni con gli ingegneri e le analisi su ogni dettaglio&raquo;, commenta con l&rsquo;immancabile ottimismo.  Spiegare per l&rsquo;ennesima volta quanto la power unit Renault abbia limitato le prestazioni &egrave; inutile, c&rsquo;&egrave; spazio per&ograve; per un&rsquo;analisi ulteriore: &laquo;A inizio anno credevo che i problemi fossero sia dal versante della power unit che dal telaio. Abbiamo concluso con molta pi&ugrave; fiducia sul piano telaistico e ci &egrave; mancata solo la potenza. Sse riusciremo ad averne di pi&ugrave; saremo molto forti&raquo;, rilancia.  Con una macchina gi&agrave; di per s&eacute; lenta sul dritto, chiudere nella top ten ad Abu Dhabi per Kvyat resta comunque un risultato accettabile: &laquo;Fino a met&agrave; gara sembrava potessimo disputare una gara molto competitiva, controllavo Massa e cercavo l&rsquo;attacco su Hulkenberg&raquo;, spiega. Passare una Force India da 335 orari sul dritto, a ben vedere, sarebbe stata comunque impresa ardua. &laquo;Poi ho avuto dei problemi elettrici e abbiamo dovuto alzare bandiera bianca; da l&igrave; in avanti perdevamo molto sul dritto e ogni giro dovevamo sistemare qualcosa per i problemi che c&rsquo;erano: viste le circostanze, abbiamo fatto il miglior lavoro possibile&raquo;.  Red Bull che chiude il mondiale nella &ldquo;terra di nessuno&rdquo;, quarta a 70 punti dalla Williams e con 51 di vantaggio sulla Force India, non certo un risultato per il quale festeggiare e ne sono consapevoli anche in Renault, con Abiteboul a commentare: &laquo;E&rsquo; una posizione difficile da accettare e condividiamo parte della responsabilit&agrave;. Al termine di una stagione molto sfidante, in pista e fuori, vorrei ringraziare tutti a Viry-Chatillon per il loro lavoro. A inizio anno, quando siamo finiti nel mirino sarebbe stato facile perdere le motivazioni, ma tutti sono rimasti concentrati e proseguito sulla strada dello sviluppo.  Non abbiamo raggiunto gli obiettivi prefissati, per&ograve; spero che quest&rsquo;anno venga visto come un&rsquo;anomalia statistica&raquo;.  Fabiano Polimeni

Il russo termina il campionato davanti, pur con un&rsquo;ultima gara difficile. Daniel: &ldquo;Non mi toglier&agrave; il sonno la cosa&rdquo;

Red Bull: e Kvyat fece meglio di Ricciardo

&ldquo;Delusi&rdquo; per un podio sfumato o felici per un risultato forse oltre le aspettative? Il Gran Premio del Messico della Red Bull si presta a due chiavi di lettura, perch&eacute; se &egrave; vero che Kvyat e Ricciardo raccolgono un buon bottino di punti, &egrave; altrettanto vero che Daniil ha condotto una gara da podio per gran parte dei 71 giri, perdendo la posizione alla ripartenza dopo la safety car, messo nel mirino da una Williams capace di staccare i 365 orari sul dritto e con poche chance per il russo di resistere a Bottas.  &laquo;Come team abbiamo fatto un lavoro perfetto, guadagnando ottimi punti con una gara solida&raquo;, dice Kvyat. Bicchiere mezzo pieno, quindi. Se non interamente.  &laquo;Il podio era molto vicino e abbiamo lottato fino alla fine, ma alla ripartenza non avevamo velocit&agrave; sufficiente sul dritto e Bottas mi ha passato facilmente. E&rsquo; un peccato, pensavo di averlo agguantato e l&rsquo;avremmo meritato. Senza safety car probabilmente ce l&rsquo;avremmo fatta&raquo;.  Qualche recriminazione ce l&rsquo;ha Ricciardo, per la scelta di gomme operata in occasione della seconda sosta, nella quale per entrambi i piloti si sono montate le gomme morbide, come nel primo stint di gara. &laquo;Nella prima parte le option non erano abbastanza veloci, con le medie pensavo di avere un ritmo migliore, ma una volta raggiunta la Williams non sono riuscito a passarle e ho perso del tempo.  Col senno di poi, quando &egrave; uscita la safety car, avrei preferito avere di nuovo le medie, poich&eacute; mi sentivo pi&ugrave; veloce che con le morbide, forse avremmo avuto una chance in pi&ugrave; per andare a podio&raquo;.  Sul ritmo complessivamente espresso in gara le Red Bull sono state probabilmente una &ldquo;sorpresa&rdquo;, se si considera al deficit di velocit&agrave; massima pagato in rettilineo. Traspare un po&rsquo; di delusione per il gran risultato &ndash; relativamente agli obiettivi &ndash; mancato nelle parole di Horner: &laquo;E&rsquo; un peccato per Daniil perdere il podio, aveva fatto tutto correttamente, purtroppo la safety car ha compattato il gruppo nel finale e con il vantaggio della Williams in velocit&agrave; &egrave; stata una manovra facile quella di Bottas&raquo;, commenta il team principal.  Fabiano Polimeni

Bottas ha vita facile su Kvyat in velocit&agrave; pura, Ricciardo recrimina: meglio le gomme medie per il finale di gara

Red Bull, il podio sfuma nel finale

Tra i tanti punti discutibili dell&rsquo;affaire Red Bull, costretta di fatto a tornare sui propri passi e rivolgersi ancora a Renault per mandare in pista due monoposto il prossimo anno, c&rsquo;&egrave; la pi&ugrave; volte ribadita idea dell&rsquo;obbligo di essere competitivi. Non partecipiamo per far numero &egrave; stata la frase ricorrente negli ultimi mesi, come se ci fosse qualcuno disposto a investire centinaia di milioni di euro per puro spirito decoubertiniano.  Difficile da comprendere il concetto di: o siamo nelle condizioni di vincere o non se ne fa nulla. Sulle prospettive 2016 per il team di Milton Keynes si esprime anche Mark Webber, che a Speedweek commenta: &laquo;La ghigliottina &egrave; pronta, mi auguro per&ograve; non entri in azione. Credo che Red Bull rester&agrave; in Formula 1, forse la soluzione per il 2016 non gli consentir&agrave; di lottare per il mondiale, ma entrambi i team potranno continuare&raquo;.  Non si esprime, invece, su quale sar&agrave; il partner motorista, anche se le opzioni sono necessariamente finite e dei modi con i quali andare a bussare ancora alla porta di Renault ne parliamo approfonditamente su Autosprint in edicola. C&rsquo;&egrave; poi il fattore tempo da considerare: &laquo;E&rsquo; il problema maggiore, perch&eacute; va a sfavore della Red Bull; mi metto nei panni di Mateschitz e non c&rsquo;&egrave; nulla di peggiore che trovarsi in una situazione che sfugge al tuo controllo&raquo;. Viene da aggiungere che si sono &ldquo;impegnati&rdquo; a fondo in Red Bull per mettersi nelle condizioni attuali.  A parte gli scenari 2016, Webber torna sul problema di una Formula 1 che non riesce a differenziarsi sufficientemente dalle altre categorie, essere riconoscibile, e dice: &laquo;Compri un biglietto da 500 euro e vedi Hamilton uscire da un curva, poi corre la GP2 ed Evans esce dalla stessa curva con una velocit&agrave; uguale. Nessuno vuole spendere 500 euro per queste cose. Quando gente come il sottoscritto, che &egrave; nel giro da un pezzo, non comprende pi&ugrave; lo sport, allora come si pu&ograve; pretendere che l&rsquo;uomo medio capisca quel che sta accadendo?&raquo;  Fabiano Polimeni

Non crede all&rsquo;abbandono e nel 2016 non li vede in lotta per il titolo. Sulla F1 dice: &ldquo;Non la capisco io, figurarsi l&rsquo;uomo medio&rdquo;

Webber: Red Bull rester&agrave; in F1

Un ritorno alla competitivit&agrave; all&rsquo;orizzonte? Non secondo Christian Horner. Si discute di Renault e dei tempi necessari al motorista francese - destinato a rilevare la Lotus e gareggiare in prima persona nel mondiale 2016 - per eguagliare le prestazioni dei motori di riferimento. &laquo;Ci sono solo due motori l&agrave; fuori con i quali puoi lottare per vincere dei gran premi e, sfortunatamente, la Renault &egrave; scivolata alle loro spalle. Sembra serviranno almeno due o tre anni prima che possano essere nella posizione di poter competere ancora&raquo;.  Un commento che si presta a una duplice analisi. La prima, relativa essenzialmente alla power unit, vede s&igrave; Renault con 12 gettoni da spendere per provare a recuperare il gap da Mercedes e Ferrari, ma si scontra al tempo stesso con l&rsquo;evoluzione destinata ad arrivare anche sulla concorrenza, che non si fermer&agrave; certo ad aspettare la soluzione dei problemi che affliggono il motorista francese. Poi, c&rsquo;&egrave; un secondo aspetto, se si vuole immaginare una Renault di nuovo in lizza per vincere un gran premio: creare un pacchetto completo, perch&eacute; anche ammesso che il 2016 riservi un super motore, ci sar&agrave; il progetto della monoposto da rendere competitivo. Le basi dalle quali muove la Lotus non sono certo quelle della Red Bull, pur avendo dimostrato buone capacit&agrave; nella realizzazione telaistica negli anni in cui a Enstone era Allison a dettare la linea.  Sferzata di pessimismo a parte, Horner a Sky Sports F1 ha anche ammesso un eccesso di schiettezza nelle dichiarazioni pubbliche, escludendo tuttavia che il comportamento tenuto nei confronti del partner motorista possa essere un ostacolo per la definizione di un accordo con un nuovo fornitore: &laquo;Ne dubito. Forse siamo stati colpevoli per la nostra onest&agrave;, che siano stati i miei commenti o quelli di Adrian Newey o di Hemult Marko o, il pi&ugrave; importante tra tutti, di Dietrich Mateschitz, che &egrave; colui il quale paga tutto a fine giornata. Non credo che questo avr&agrave; un impatto e influenzer&agrave; le decisioni di un altro fornitore&raquo;.  Fabiano Polimeni

Prospetta un futuro difficile per il motorista. Competitivi non prima di due o tre anni

Horner: Renault lontana dal ritorno al successo

E&rsquo; l&rsquo;ufficializzazione che mancava e arriva dal gran capo dell&rsquo;Alleanza Renault-Nissan, Carlos Ghosn, direttamente dal Salone di Francoforte 2015: Renault e Red Bull non saranno pi&ugrave; insieme nel 2016. Andranno da soli i francesi, rilevando un team, questa la strada privilegiata al momento, tuttavia, come analizziamo su Autosprint in edicola, entrambe le parti si ritroveranno con situazioni nuove da gestire e per Renault la definizione dell&rsquo;accordo con Lotus vorrebbe dire un cospicuo investimento di risorse economiche per essere competitivi al livello di Mercedes e Ferrari, oltre al risanamento finanziario del team inglese.  Ad Autocar, Ghosn non si scopre del tutto e resta ancora vago sulle scelte che verranno intraprese per il 2016: &laquo;Stiamo analizzando il da farsi. Siamo stati chiari nel dire &ldquo;non contate su di noi come fornitore di motori&rdquo;. E&rsquo; chiaro che se fornisci i motori non sei citato quando vinci e vieni criticato se hai problemi&raquo;. Situazione evidentemente insostenibile per un marchio come Renault.    Lascia sul campo due opzioni: lasciare la Formula 1 o avviare un proprio team, &laquo;non abbiamo ancora una decisione definitiva&raquo;. Gli fanno notare, poi, se sia solo una questione di mancanza di lealt&agrave; da parte della Red Bull, ad aver portato alla decisione di interrompere la collaborazione con un anno di anticipo &ndash; e certo a Milton Keynes non si sono tirati indietro nelle ripetute critiche al motorista, un fuoco continuo che ha logorato i rapporti -: &laquo;Non &egrave; solo questo, &egrave; una questione di sportivit&agrave;. Un team dovrebbe vincere e perdere insieme, quanto &egrave; stato detto ne fa una questione di sportivit&agrave;, ribadisco: si dovrebbe vincere e perdere tutti uniti&raquo;.  Con un quadro cos&igrave; delineato, da sommare alle dichiarazioni di Taffin e Abiteboul dopo Monza, quando si era parlato di una sufficiente &ldquo;scorta&rdquo; di power unit nuove per andare fino al termine della stagione senza pi&ugrave; sostituzioni, il debutto del motore evoluto con l&rsquo;impiego dei gettoni &egrave; altamente improbabile venga mai portato in pista e fornito a una Red Bull dalla quale si &egrave; gi&agrave; consumato il divorzio.  Fabiano Polimeni

Carlos Ghosn da Francoforte ufficializza la rinegoziazione del contratto: stop alla fornitura dei motori

F1, Renault dice addio a Red Bull

Da Budapest (Ungheria): Roberto Chinchero  C&rsquo;&egrave; Lewis Hamilton davanti a tutti, e questo era il responso atteso alla vigilia di questa giornata. Ma alle spalle del campione del Mondo i verdetti emersi al termine delle due sessioni di prove libere disputate oggi sull&rsquo;Hungaroring sono stati tutt&rsquo;altro che scontati. La prima notizia che arriva dal Gran Premio d&rsquo;Ungheria &egrave; il ritorno al vertice della Red Bull, che sia sul passo gara che nelle simulazioni di qualifica si &egrave; confermata la seconda forza in campo della giornata. Daniil Kvyat ha svettato con il secondo tempo, ma sul passo gara &egrave; stato Ricciardo ad impressionare. L&rsquo;australiano con gomme &ldquo;soft&rdquo; ha girato sui tempi delle Mercedes, confermando anche una notevole regolarit&agrave;.  La giornata di Ricciardo si &egrave; conclusa per&ograve; in anticipo rispetto al previsto, con una lunga scia di fumo bianco che ha anticipato la rottura della sua power unit. Fortunatamente per Daniel, si trattava del motore numero &ldquo;4&rdquo;, e da domani potr&agrave; rimontare la power unit &ldquo;5&rdquo; che ha esordito in Austria. Nico Rosberg, quarto nella classifica di giornata, ha confermato problemi di setup che lo hanno condizionato soprattutto nella simulazione di qualifica, mentre si &egrave; detto soddisfatto dal suo passo di gara. Ed in effetti i tempi ottenuti delle due Mercedes nella simulazione di gara (con gomme medie) sono stati molto competitivi.  Giornata pi&ugrave; complessa del previsto in casa Ferrari. Nella prima sessione di prove libere Vettel &egrave; rimasto bloccato ai box da un problema elettronico apparso dopo il giro di installazione, ed ha perso pi&ugrave; di mezz&rsquo;ora ai box. &ldquo;Seb&rdquo; ha avuto anche un pomeriggio pi&ugrave; in salita del previsto, a causa di due testacoda che hanno compromesso gli pneumatici con cui poi ha effettuato la simulazione di qualifica. Per Raikkonen il problema maggiore della giornata &egrave; stato il cedimento dell&rsquo;ala anteriore nella sessione del mattino dopo essere passato sul cordolo della curva &ldquo;11&rdquo;, ma il passo gara del finlandese &egrave; parso comunque buono.  Nella sessione pomeridiana non sono scese in pista le due Force India. Prevista l&rsquo;assenza di Sergio Perez, a causa dell&rsquo;incidente avvenuto nel turno del mattino che ha danneggiato fortemente la sua vettura, mentre ha sorpreso la decisione del team di tenere ferma ai box la vettura di Hulkenberg. Il team sta investigando sui motivi che hanno portato al cedimento della sospensione posteriore destra della vettura di Perez (causa del suo incidente) e non ha voluto correre rischi fino a quando il quadro dell&rsquo;accaduto non sar&agrave; del tutto chiaro.

Hamilton a parte, l'analisi della prima giornata di attivit&agrave; sull&rsquo;Hungaroring ha visto verdetti a sorpresa e diversi imprevisti

F1: riecco la Red Bull, Ferrari in affanno

L&rsquo;Ungheria e Spa davanti, ovvero, due piste che videro sorridere Ricciardo e la Red Bull 12 mesi fa. Ripetere quegli exploit? Difficile, quasi impossibile in condizioni di gara normali. Ad ammetterlo &egrave; anche chi, sulla RB11, continua a tenere un occhio di supervisione, Adrian Newey. L&rsquo;Hungaroring potr&agrave; dare slancio a Kvyat e Ricciardo, non fosse altro per le sue caratteristiche cos&igrave; vicine a Monaco, dove ai piedi del podio giunsero proprio le Red Bull. Immaginare un simile epilogo non &egrave; irrealistico, ma dovranno pesarsi i passi avanti compiuti dalla Williams, vera assente nel Principato.  Guardando al resto della stagione, &egrave; un Newey realista quello che parla a F1.com: &laquo;Non ci vedo nelle condizioni di poter vincere una gara quest&rsquo;anno, non senza qualche evento mostruosamente fortunato&raquo;. Un 2014 chiuso nelle vesti di seconda forza tecnica del campionato, sulla base del quale sembrava &ldquo;sufficiente&rdquo; lavorare sulle criticit&agrave; &ndash; a cominciare dalla power unit &ndash; per potersi quantomeno confermare quest&rsquo;anno, ma cos&igrave; non &egrave; stato, anzi, si &egrave; fatto un passo indietro evidente: &laquo;Credo in tutta onest&agrave; che quest&rsquo;anno non siamo stati all&rsquo;altezza di Mercedes e Ferrari, ma ci sono stati diversi cambiamenti regolamentari negli ultimi 12 mesi, tali da portarci a rivedere la strada sul fronte aerodinamico intrapresa in passato e guardare a una direzione diversa, che ovviamente richiede tempo&raquo;, riconosce Newey.  Nei mesi scorsi i commenti interni al dipartimento aerodinamico Red Bull confidavano proprio nelle capacit&agrave; della divisione per risollevare le sorti del team, questa la convinzione di Dan Fellows. Sono seguite le modifiche al musetto, i buoni risultati di Monaco e alcuni sprazzi convincenti a Silverstone, ora Ungheria e Singapore appaiono le tappe nelle quali puntare a replicare i migliori piazzamenti stagionali.  Sulle difficolt&agrave; tecniche, Newey non vuole guardare al passato, e rilancia: &laquo;Non serve piangere su quel che &egrave; stato. Parte del lavoro &egrave; stato gradualmente trasferito sulla macchina in questa stagione e, se guardate a Silverstone, sembra vada nella giusta direzione&raquo;.  Fabiano Polimeni

Il tecnico Red Bull riconosce servirebbe una fortuna sfacciata per riuscire nell&rsquo;impresa e spiega i motivi delle difficolt&agrave;

F1, Newey: niente vittorie quest&rsquo;anno

&laquo;Non dipende da noi&raquo; &egrave; il refrain che da mesi si sente in Red Bull, riferito ai problemi di competitivit&agrave; che affliggono il team capace di fare incetta di titoli solo due stagioni fa. Non dipende da noi &egrave; ovviamente il modo &ldquo;elegante&rdquo; per ribadire &ndash; semmai non fosse stato fatto a sufficienza quest&rsquo;anno, con punte peraltro fortemente ingenerose &ndash; quanto sia il partner motorista a essere &ldquo;assente&rdquo; con una power unit all&rsquo;altezza. A Formula1.com lo spartito non cambia e le dichiarazioni puntano sempre a enfatizzare il deficit che, loro malgrado, devono subire.  Non pi&ugrave; tardi del Gran Premio del Canada sembrava che una nuova power unit fosse pronta per fare un deciso balzo di competitivit&agrave;, ma da allora, dall&rsquo;annuncio di Helmut Marko che il lavoro avrebbe dato i suoi frutti nelle tre settimane a venire, non se n&rsquo;&egrave; saputo pi&ugrave; nulla. &laquo;E&rsquo; una domanda da fare alla Renault, perch&eacute; si tratta del loro settore, non del nostro&raquo;, risponde quando gli chiedono aggiornamenti sullo stato dello sviluppo. &laquo;Da quanto ne so, stanno facendo buon progressi al banco prova, ora devono compiere delle scelte strategiche sull&rsquo;implementazione e la direzione da intraprendere sullo sviluppo per il resto della stagione e questo avr&agrave; un impatto enorme sul 2016&raquo;. Scelte rimesse ai tecnici Renault, non senza sottolineare come &laquo;ovviamente, tutto questo mette alla prova la nostra pazienza. Come ogni team competitivo avremmo gi&agrave; voluto le prestazioni ieri, sfortunatamente con i motori le tempistiche sono molto pi&ugrave; lunghe che non con il telaio. La pazienza &egrave; una dote nella quale non siamo particolarmente bravi, vogliamo le prestazioni il pi&ugrave; presto possibile&hellip;&raquo;.  Nulla di nuovo, anche in questo caso. Se non un ulteriore orizzonte nel quale collocare il debutto della specifica di power unit rinnovata, impiegando i primi gettoni sul monte di 12 disponibili. &laquo;Dallo stadio attuale in cui si trova al momento il prototipo, probabilmente aspetteremo almeno un paio di mesi, da due a tre mesi. Arriver&agrave; quest&rsquo;anno, ma torner&agrave; utile anche per il prossimo&raquo;.  Recentemente, Carlos Ghosn ha prospettato quello che potrebbe essere l&rsquo;impegno in Formula 1 di Renault, aperto a molteplici soluzioni, nessuna esclusa, ma senza ancora una decisione finale sul da farsi. Chris Horner non &egrave; troppo scosso dall&rsquo;idea che possano, ad esempio, rilevare un team come la Lotus, anzi: &laquo;Sono decisioni che spettano a loro. Sarebbe decisamente ironico se ricomprassero il team che hanno venduto, ma per quanto riguarda la nostra posizione, abbiamo un accordo molto chiaro con Renault, che ci garantisce uno status di priorit&agrave;. Qualsiasi scenario, servir&agrave; avere un motore competitivo&raquo;.  Commenta, infine, anche le parole di Sergio Marchionne, possibilista a Spielberg anche su una fornitura futura delle power unit Ferrari &ndash; scenario al quale si &egrave; affiancato quello di un possibile utilizzo dei Mercedes brandizzati Aston Martin, a Silverstone - : &laquo;Il gruppo Red Bull ha avuto una relazione in passato con la Ferrari per molti anni, quando era fornitore della Toro Rosso. Sergio Marchionne ha fatto un&rsquo;offerta generosa, senza alcun dettaglio, quando ha partecipato al Gran Premio d&rsquo;Austria, ma al momento siamo concentrati su quel che abbiamo&raquo;.  Fabiano Polimeni

Red Bull attende ancora il motore Renault evoluto e prevede: serviranno almeno un paio di mesi ancora

F1, Horner: pazientare? Non siamo bravi&hellip;

D&agrave; una risposta convincente agli scettici, a quanti prematuramente ne avevano criticato le prestazioni, Daniil Kvyat. A Silverstone si mette in mostra per quanto consenta l&rsquo;attuale Red Bull, qualificandosi meglio di Ricciardo (alle prese con i limiti della pista alla Copse) e chiudendo la gara sesto, posizione che non rende merito al gran ritmo espresso nelle condizioni pi&ugrave; difficili d&rsquo;asfalto, quando insieme a Vettel e Hulkenberg ha marcato un passo superiore a tutti gli altri. Eppure c&rsquo;&egrave; dell&rsquo;amaro per com&rsquo;&egrave; andato il finale, a sette decimi da Bottas, con un ultimo giro nel quale ha stampato un 1&rsquo;49&rdquo;8, 3&rdquo;2 in meno del finlandese.  Ha seguito la strategia della stragrande maggioranza dei piloti, rientrando per il pit-stop al giro 44, non seguendo Vettel il passaggio precedente, scelta che gli avrebbe permesso di balzare davanti a entrambe le Williams e seguire il ferrarista per il podio. Difficile pensare ce l&rsquo;avrebbe fatta, ma il risultato sarebbe potuto essere ancora pi&ugrave; importante. &laquo;Daniil ha fatto un testacoda nel giro di rientro e ha perso 10 o 12 secondi, senza il quale avremmo sfidato Sebastian per il podio&raquo;, commenta Chris Horner.  Il week end a Silverstone ha messo in mostra una Red Bull competitiva specialmente nel settore centrale di pista, tra Brooklands e Chapel, l&agrave; dove si pu&ograve; far valere telaio e aerodinamica, confermando che la RB11 non ha perso troppo dello smalto nelle aree in cui &egrave; sempre stata tradizionalmente forte. &laquo;Per la prima volta da Monaco, ho sentito di far parte della gara, correndo con le Ferrari. Kvyat ha fatto una bella manovra su Seb alla Luffield, poi ci siamo concentrati sulla strategia a una sosta e non sapevamo se le Ferrari ne avrebbero fatta una o due.  Kvyat &egrave; sembrato avere un passo molto buono, Ricciardo sfortunatamente ha avuto un problema elettrico all&rsquo;ERS e al turbo&raquo;, aggiunge il team principal. Davanti c&rsquo;&egrave; l&rsquo;Ungheria, altra pista sulla quale le magagne delle power unit saranno mascherate e il layout dovrebbe riservare un&rsquo;altra buona chance di ben figurare. &laquo;La macchina ha fatto un passo avanti, la configurazione di questo circuito ha sempre sottolineato i punti di forza e l&rsquo;altra cosa che ci conforta &egrave; vedere Kvyat il pi&ugrave; veloce in pista quando le condizioni sono state variabili  Quando la situazione si riequilibra &egrave; ancora fantastico vedere lampi del vero potenziale&raquo;. Sul fronte Renault, invece, si torna a registrare un doppio ritiro. Sainz e Ricciardo finiscono anzitempo la gara per problemi di natura elettrica, da indagare. Un peccato, specialmente per le Toro Rosso che si erano segnalate nei long run al venerd&igrave;, anticipando un buon potenziale che, con il senno di poi e la pioggia arrivata nel finale, avrebbe potuto regalare un risultato importante. &laquo;Considerando che l&rsquo;affidabilit&agrave; era stata perfetta nelle ultime 4 gare, &egrave; deludente registrare due stop nello stesso week end. Dobbiamo analizzare cos'&egrave; successo sia con Daniel che Carlos, entrambi con problemi elettrici. Tuttavia, abbiamo elementi positivi da questo week end, sia Toro Rosso che Red Bull hanno stabilmente corso nella top ten e il passo gara era competitivo&raquo;, il commento di Cyril Abiteboul.  Fabiano Polimeni

Chiude solo sesto, ma insieme a Vettel impressiona nelle condizioni pi&ugrave; difficili. Un testacoda lo priva del quinto posto

GP Silverstone, Kvyat sugli scudi

La Red Bull potrebbe adottare dal 2016 i motori Mercedes! &Egrave; in via di conclusione una trattativa per fornire il motore tedesco alla squadra anglo-austriaca. Operazione che Lauda e Marko hanno discusso nei dettagli durante il Gp di Austria. La Red Bull diventerebbe un team &ldquo;clienti&rdquo; di Mercedes, ma con un propulsore comunque pi&ugrave; competitivo del Renault. La Mercedes fornirebbe il motore solo alla Red Bull, mentre Toro Rosso continuerebbe con il V6 turbo Renault. Una scelta tra le parti per divorziare in maniera consensuale.  A Silverstone si era sparsa la voce che l&rsquo;operazione potesse essere finanziata in parte dall&rsquo;Aston Martin favorita dal fatto che il marchio inglese (la cui maggioranza appartiene all'imprenditore italiano Andrea Bonomi) si sta legando proprio a Mercedes AMG per i propulsori delle sue coup&eacute; stradali.  Lauda ha smentito categoricamente la cosa: &laquo;Possiamo dare il motore a solo 4 squadre, e con tutte abbiamo contratti a lungo termine. Mateschitz poi ha sempre mostrato una certa animosit&agrave; verso la Mercedes, non ne conosco i motivi ma &egrave; la realt&agrave;&raquo;. Ma la famosa &ldquo;quarta squadra&rdquo; (oltre a Mercedes AMG, a Williams e Force India) potrebbe essere proprio la Red Bull perch&eacute; la Lotus, che usa da quest'anno i motori tedeschi, potrebbe esser acquisita dalla Renault e quindi abbandonare il V6 Mercedes.  La smentita di Lauda potrebbe essere strumentale per ottenere un indennizzo dalla Renault in caso di rottura del contratto con la Lotus. Infatti la Lotus &egrave; legata alla Mercedes da un contratto sino al 2020 per la fornitura del motore. E le trattative con la Renault per la vendita del team, sono entrate nella fase topica e un annuncio potrebbe avvenire per il Gp del Belgio. La Renault acquisterebbe inizialmente il 51% della propriet&agrave; della Lotus e affiderebbe la gestione del team ad Alain Prost. Che torner&agrave; cos&igrave; ad occuparsi direttamente di F.1 dopo la difficile esperienza con la sua squadra.  Come si comporter&agrave; la Mercedes in questo caso?: &laquo;&Egrave; vero, abbiamo un contratto con la Lotus sino al 2020 - dice Toto Wolff - ma se la Renault arriva e vogliono risolvere la cosa, siamo flessibili per trovare una soluzione. Perch&eacute; &egrave; nell&rsquo;interesse di tutti, che la Renault rimanga in F.1&raquo;. Toto Wolff si dimostra conciliante perch&eacute; la Renault che rileva un team sarebbe anche la fortuna della Mercedes.

Clamorosa operazione di scambio: la squadra austriaca passerebbe al V6 tedesco, la Lotus li abbandonerebbe perch&eacute; verrebbe acquisita da Renault

Red Bull tratta i motori Mercedes per il 2016

Il mercato piloti si anima e non c&rsquo;&egrave; solo il sedile di Raikkonen al centro delle cronache. Certo, &egrave; quello che sbloccherebbe una serie di movimenti a catena, ma i dubbi si legano anche al 2016 di Daniel Ricciardo. L&rsquo;australiano gi&agrave; dopo Monaco aveva anticipato come prima di parlare di un rinnovo avrebbe voluto delle garanzie tecniche sul futuro, una Red Bull in grado di risolvere i problemi che attualmente la attanagliano e tornare a essere team in grado di vincere.  Alla vigilia del Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone, si aggiungono nuovi commenti, a un evento Red Bull nella sede di Milton Keynes. &laquo;Prima di ogni cosa quel che voglio &egrave; vincere, non discutere di contratti o altro. Gran parte della mia frustrazione quest&rsquo;anno deriva dall&rsquo;assenza di vittorie&raquo;, ha dichiarato. Una frustrazione che ha raggiunto il culmine in Canada, dove ha vissuto il week end peggiore dell&rsquo;anno, senza mai essere competitivo, quantomeno rispetto a Kvyat.  &laquo;Non siamo in una posizione nella quale poter ambire alla vittoria e come pilota questa &egrave; l&rsquo;unica cosa che voglio, perlomeno in questa fase della mia carriera, nella quale sono ancora giovane e affamato e sento di avere tanto potenziale&raquo;. Ma se non fosse la Red Bull il team dell&rsquo;immediato futuro, quale potrebbe essere? Realisticamente, non la Ferrari, su altri obiettivi eventualmente (i dettagli su Autosprint in edicola) per il dopo Raikkonen. &laquo;Ovviamente, con i contratti e altre cose, non &egrave; cos&igrave; semplice dire &ldquo;S&igrave;, andr&ograve; in Ferrari&rdquo;. Ci sono delle cose in essere e al momento, da quel che ne capisco di contratti, non &egrave; molto probabile che vada via. Allo stesso tempo sento che la Red Bull pu&ograve; mettere in atto un cambiamento per l&rsquo;anno prossimo e tornare davanti, sono convinto abbiamo ancora buone risorse nel team, gli ingredienti per riuscirsi&raquo;.  Vincoli contrattuali a parte, alternative migliori della Red Bull, a breve termine, non se ne vedono in giro. Infine, sempre sul tema Ferrari, spiega: &laquo;E&rsquo; bello essere considerato da un team come la Ferrari, mi prendo i complimenti e vediamo cos&rsquo;accadr&agrave;. Non escludo mai nulla del tutto, perch&eacute; non ho esperienza con i contratti, non sono in Formula 1 da cos&igrave; tanto tempo. Certo le cose possono cambiare, tutto pu&ograve; cambiare, come detto &egrave; difficile possa andar via&raquo;.  Fabiano Polimeni

I margini per andar via dalla Red Bull sono minimi e il pilota crede in un futuro ancora da protagonista a Milton Keynes

F1, Ricciardo: &ldquo;Sento di avere tanto potenziale&rdquo;

Il Gran Premio d&rsquo;Austria &egrave; alle porte, ma non si annuncia un week end memorabile per le Red Bull, che pure giocano in casa. Conta nulla il fattore &ldquo;mura amiche&rdquo; in Formula 1 ed Helmut Marko lo sa bene. Cos&igrave;, a F1.com parla d&rsquo;altro che non delle chance di vittoria di Kvyat e Ricciardo. Parla di motori, di Strategy Group (inutile, perch&eacute; ciascun team pensa ai propri interessi, a dire dell&rsquo;advisor austriaco) e dello spettacolo da riportare nella categoria. Gara difficile quella di Montreal e altrettanto lo sar&agrave; sul Red Bull Ring: per tornare a navigare in zona punti, quella pregiata a ridosso del podio, si dovr&agrave; attendere. &laquo;A Monaco abbiamo avuto un risultato fantastico per il morale del team e ha dimostrato che il telaio &egrave; come lo volevamo, i prossimi circuiti simili saranno Budapest e poi Singapore. Se hai solo tre appuntamenti dove sei relativamente competitivo, &egrave; la fine di tutti i sogni di gloria! E&rsquo; fastidioso&raquo;.  Per di pi&ugrave; dovranno affrontare gli appuntamenti futuri con la consapevolezza di dover subire diversi arretramenti in griglia per la sostituzione della power unit. Cinque non basteranno, si andr&agrave; ancora oltre e quello messo meglio a tal proposito, nella galassia Red Bull-Toro Rosso, &egrave; Carlos Sainz: &laquo;Solo Max ha usato finora il quinto motore, ma nelle prossime due o tre gare saremo costretti a montarlo su entrambe le Red Bull. Sainz &egrave; fortunato, &egrave; solo al terzo motore e potrebbe montarlo a Monza (il quinto; ndr)&raquo;.  Il team anglo-austriaco ha provato la mossa di un&rsquo;estensione al limite fissato dal regolamento quest&rsquo;anno, ma non c&rsquo;&egrave; stato nulla da fare, per ragioni di costi, non ne &egrave; convinto per&ograve; Marko, che dice: &laquo;Mercedes si &egrave; espressa contro per ragioni di costi, il che ritengo sia lontano dalla realt&agrave;. Hanno un vantaggio e vogliono conservarlo. Un sesto motore sar&agrave; inevitabile, proveremo a sostituirli su circuiti nei quali non sar&agrave; troppo penalizzante, non vogliamo certo cambiarlo in Ungheria, dove abbiamo buone chance di essere competitivi, come anche a Singapore. Monza, dove avremmo comunque poche possibilit&agrave;, &egrave; una pista buona per cambiarlo&raquo;.  Infine, ha anche la ricetta per incrementare lo spettacolo e limitare il potere degli ingegneri: &laquo;Il problema potrebbe risolversi facilmente: gli ingegneri possono spendere solo i soldi che i team ricevono dagli sponsor. Si adatterebbero subito a un diverso approccio di spesa, lo spettacolo e i tifosi non sono al centro dei loro pensieri, vivono unicamente dalla loro prospettiva tecnica, ma dopotutto la Formula 1 &egrave; anche uno show e dobbiamo soddisfare quello che i tifosi vogliono vedere. A mio avviso vorrebbero qualcosa di selvaggio e spettacolare, non un&rsquo;estensione di tutte le restrizioni che ci sono nella normale circolazione stradale. Servono dei limiti, delle regole, ma vogliono vedere uno spettacolo quando arrivano in pista&raquo;.  Fabiano Polimeni

Saranno i circuiti pi&ugrave; simili a Monaco, nei quali poter tornare davanti secondo Helmut Marko 

F1, Red Bull punta Ungheria e Singapore

E&rsquo; servito poco a Daniel Ricciardo per tornare alla &ldquo;realt&agrave;&rdquo;, dopo il buon Gran Premio di Monaco, concluso con le maniere forti su Raikkonen. Pensare di replicare le prestazioni di Montecarlo in Canada? Molto, molto difficile, a sentire l&rsquo;australiano. Torner&agrave; d&rsquo;attualit&agrave; la power unit, i cavalli che in Red Bull ancora non hanno e l&rsquo;affidabilit&agrave; tutta da verificare, senza contare che potrebbe essere il primo gran premio da correre a handicap, penalizzati per aver montato la quinta unit&agrave; stagionale.  Lo sa anche Christian Horner: &laquo;Il Canada sar&agrave; una sfida molto pi&ugrave; grande per noi che non qui. Il fatto che abbiamo affrontato la corsa senza problemi al motore &egrave; un passo nella giusta direzione. Ora dovremo valutare cosa accadr&agrave; a Montreal, se prenderemo una penalizzazione o meno: dipende dalle condizioni di questi motori dopo la gara&raquo;.  Senza la necessit&agrave; di trovare un compromesso tra velocit&agrave; e deportanza, a Montecarlo Ricciardo e Kvyat hanno potuto sfruttare le doti telaistiche della RB11, portando a casa un risultato consistente, il migliore in assoluto per il russo. &laquo;Abbiamo visto il pieno potenziale del telaio. Qui non &egrave; un circuito duro sui motori e valuteremo in settimana&raquo;, aggiunge riferendosi alle possibilit&agrave; di cambiare unit&agrave; a Montreal.    Da un lato &egrave; vero che subirebbero l&rsquo;arretramento in griglia, dall&rsquo;altro va considerata la tipologia del circuito, dai sorpassi &ldquo;facili&rdquo;, sul quale sarebbe meno problematico rimontare. Dall&rsquo;altro, la scelta deve legarsi a quello che &egrave; lo stato di sviluppo raggiunto a Viry-Chatillon, perch&eacute; l&rsquo;ideale sarebbe poter introdurre un motore con gi&agrave; degli aggiornamenti che regalino pi&ugrave; potenza, strada che nelle scorse settimane lo stesso Horner aveva caldeggiato.  Con una sorte ormai segnata, destinati a penalizzazioni multiple, tanto vale spingere sull&rsquo;acceleratore dello sviluppo e poi andare a cercare l&rsquo;affidabilit&agrave;. Questa la sintesi del pensiero espresso dal team principal. Guardando il calendario, c&rsquo;&egrave; un altro appuntamento che si presta per un cambiamento strategico del propulsore, ed &egrave; il successivo Gran Premio d&rsquo;Austria, anche se sul circuito di casa &ndash; pur agevole nelle opportunit&agrave; di sorpasso &ndash; non sarebbe una scelta ottimale pensando ai risvolti sul piano dell&rsquo;immagine.  &laquo;Renault ha fatto un buon lavoro ottenendo il massimo dal pacchetto attuale e noi abbiamo tirato fuori il meglio da telaio e piloti. Quarti e quinti, abbiamo battuto una Ferrari lealmente: &egrave; andata bene come potevamo augurarci&raquo;, conclude Horner.  Fabiano Polimeni

Horner spiega che si valuter&agrave; in settimana. I pro e i contro di una penalizzazione da scontare a Montreal

F1, Red Bull: cambio motore in Canada?

Probabilmente non serviva il Gran Premio di Spagna per sancire il fallimento della stagione 2015 in Red Bull. Il settimo e decimo posto di Ricciardo e Kvyat arrivano a ulteriore conferma di quanto indietro sia il team che solo un anno e mezzo fa dominava con due titoli iridati. Ascrivere alla power unit tutte le responsabilit&agrave; per i risultati al di sotto delle attese &egrave; ingiusto e le qualifiche di Barcellona sono l&igrave; a sottolinearlo, o meglio il quinto e sesto posto delle Toro Rosso, che pure hanno la stessa specifica Renault.  Il fallimento &egrave; pi&ugrave; ampio. L&rsquo;atteso pacchetto aerodinamico non ha prodotto pressoch&eacute; alcun vantaggio e ancora una volta &egrave; il confronto con il team di Faenza a rendere impietoso il verdetto: il muso corto, che tanto tempo e risorse ha richiesto per l&rsquo;omologazione, non ha dato la svolta sperata e adesso emergono anche i dubbi di Daniel Ricciardo. Nel dopogara ha sottolineato come non si sia parlato ancora di rinnovo contrattuale, certo &egrave; che non vuole fare la comparsa cos&igrave; come non ci sta a farla il team. Mercato che &egrave; destinato a passare in secondo piano: mancano le alternative vere all&rsquo;australiano.    &laquo;Siamo cos&igrave; indietro sull&rsquo;affidabilit&agrave; che, a esser onesto, quest&rsquo;anno &egrave; praticamente da cancellare&raquo;, commenta Horner. &laquo;Se anche finissero con l&rsquo;impiegare 20 motori, sarebbe meglio imparare e fare dei passi avanti per l&rsquo;anno prossimo. Sarebbe molto pi&ugrave; semplice rendere affidabile un motore potente che non una monoposto affidabile veloce: la nostra filosofia &egrave; di spingere sulle prestazioni&raquo;, aggiunge pensando allo sviluppo atteso dalla Renault e alle scontate penalizzazioni multiple incontro alle quali dovranno andare i piloti, con Ricciardo che in Spagna ha corso con il quarto motore diverso in cinque gare.  &laquo;E&rsquo; un bene che la Renault abbia portato quattro motori all&rsquo;arrivo senza fumate, &egrave; un passo avanti. Serve concentrarsi in maniera disperata sulle prestazioni, credo sappiano dov&rsquo;&egrave; il deficit e la domanda &egrave; come riusciranno a compensarlo.  Da un punto di vista del team, vorremmo al pi&ugrave; presto le modifiche sulle quali stanno lavorando, ovviamente in Renault sono nervosi sull&rsquo;affidabilit&agrave;, per cui quasi certamente non vedremo qualcosa di significativo prima della seconda met&agrave; della stagione&raquo;.  Quanto al &ldquo;riferimento&rdquo; con la Toro Rosso, Horner vuole che si vada oltre i singoli episodi, oltre la Malesia e oltre le qualifiche di Barcellona. E punta il dito sempre su un unico fattore: la power unit. &laquo;Dovete guardare all&rsquo;intera stagione, &egrave; facile prendere un&rsquo;istantanea. Senza nulla togliere alla Toro Rosso, stanno facendo un buon lavoro e non sono contenti di dove si trovano: se avessero 80-90 cavalli in pi&ugrave; sarebbero in posizione migliore e anche noi&raquo;.  Fabiano Polimeni

Il team principal sollecita la Renault a spingere sul fronte delle prestazioni, anche a scapito dell&rsquo;affidabilit&agrave;

F1, Horner: stagione da cancellare per la Red Bull

Possiamo far da soli, grazie. E&rsquo; l&rsquo;impressione che d&agrave; leggere le parole di Dan Fellows, capo dell&rsquo;aerodinamica in Red Bull, attesa a un deciso cambio di passo dal Gran Premio di Spagna, o almeno si spera, visti i risultati deludenti delle prime gare. A spingere una monoposto di Formula 1 &egrave; scontato ci sia un motore, ma quanto forte possa andare non &egrave; esclusivamente legato alla power unit, tanto da far dire a Fellows: &laquo;Tutti sanno quale sia il deficit principale, ma onestamente &egrave; irrilevante il perch&eacute; siamo stati battuti sul piano delle prestazioni: abbiamo la forza per fare qualcosa ed &egrave; nel dipartimento aerodinamico&raquo;.  Indubbiamente il margine che potr&agrave; ricavarsi in galleria del vento &egrave; da tenere in considerazione, buono per mettersi in luce su circuiti specifici, ma immaginare gi&agrave; a Barcellona una Red Bull capace di affrontare Mercedes e Ferrari appare poco realistico. Senza il colpo di genio assoluto, si misura nell&rsquo;ordine dei decimi il recupero, ma le RB11 hanno ben altro divario da recuperare. &laquo;Non sono mai stato contento con le monoposto, anche quelle del passato, quando dominavano. Se lo fossimo stati, l&rsquo;istinto ci avrebbe portati a rilassarci un po&rsquo; e non &egrave; quel che serve in Formula 1&raquo;, sottolinea.  L&rsquo;aerodinamica resta un elemento essenziale, impensabile escluderla anche volendo dare un peso preminente al motore. &laquo;Ci sono tanti fattori capaci di differenziare le prestazioni: il pilota, la power unit, l&rsquo;aerodinamica, l&rsquo;utilizzo delle gomme e altro. Ma c&rsquo;&egrave; un aspetto sul quale sappiamo che la squadra degli aerodinamici ha un impatto fondamentale. Abbiamo iniziato la stagione consapevoli di quale fosse il deficit, lavorando sull&rsquo;idea che &egrave; nostro compito ridurre quel gap. Possiamo farcela perch&eacute; abbiamo gli strumenti, &egrave; stato fatto in passato e puntiamo a farlo di nuovo&raquo;.  Fabiano Polimeni

Dan Fellows crede nel recupero sui primi grazie alle novit&agrave; sviluppate in galleria del vento

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