Alla faccia della F.1 fredda e affarista. A volte, in controtendenza arrivano notizie belle, calde e che aprono il cuore. S&igrave;. Belle notizie per Jean Alesi, ancora oggi tra i pi&ugrave; amati piloti della Ferrari F1. Il 58enne originario di Alcamo e trapiantato ad Avignone &egrave; stato infatti appena nominato Presidente del Paul Ricard, tracciato che fino allo scorso anno ha ospitato il Gp di Francia e che ora &egrave; uscito dal calendario della F.1 iridata, tuttavia nell&#39;auspicio di rientrarci presto. Anzi, sar&agrave; proprio questa una delle mission di Jean, che tra l&#39;altro &egrave; stato confermato anche per quest&#39;anno F.1 Ambassador e sar&agrave; presente per tutta la stagione ai Gran Premi, a partire dal primissimo test in programma in Bahrain.    L&#39;emozione di Ales&igrave;  &quot;&Egrave; una cosa che mi fa molto felice, questa, perch&eacute; lavorare per il Paul Ricard sar&agrave; bello e interessante, per me. Non dimentichiamo che si tratta del tracciato pi&ugrave; moderno e meglio servito di Francia, fra infrastrutture e alberghi. E poi c&#39;&egrave; un aspetto romantico che proprio non riesco a mettere in secondo piano, visto che proprio al Ricard debuttai in F.1 con la Tyrrell a met&agrave; 1989&quot;. Una gara incredibile, che lo vide lottare ad armi pari con i migliori, sognare un piazzamento a podio e alla fine giungere sorprendente quinto, lanciando la sua carriera nel Circus. &quot;Mi piace pensare che certe storia abbiano un percorso armonioso e quasi circolare. Quindi eccomi qui, trentaquattro anni dopo, di nuovo a Le caselle e ancora in competizione per cercare di ottenere risultati positivi e niente affatto facili o scontati. Tutto questo &egrave; molto bello e io posso dire, oggi come allora che ce la metter&ograve; davvero tutta&quot;.  In bocca al lupo a Jean Alesi e avanti cos&igrave;. Certi personaggi hanno il dono di dare a tutto ci&ograve; che fanno una patina di romanticismo e umanit&agrave; e Jean &egrave; uno di questi. In bocca al lupo. 

L&#39;ex pilota Ferrari diventa il capo&nbsp;del circuito che lo vide debuttare in F1

Ci vediamo da Mario: Grande Alesi, Presidente e signore del Ricard!

Esteban Ocon, pilota Alpine, impegnato nel più classico esercizio di memoria che ogni pilota deve fare per imparare ogni centimetro del tracciato. Eccolo come simula, a occhi chiusi, un giro al Paul Ricard

Ocon fa il Paul Ricard a occhi chiusi!

La Formula 1 si prepara al 12&deg; appuntamento della stagione in terra transalpina: ecco i poster delle scuderie dedicati alla tappa francese

GP Francia, i poster dei team per la gara di le Castellet

        Sembrava dover tornare per non andarsene pi&ugrave;, per dare una nuova casa al GP di Francia. Quattro anni dopo dal rientro, invece, il circuito Paul Ricard sembra destinato a scomparire dal calendario della Formula 1: il problema &egrave; che sembra non interessi a nessuno. GP Francia: gli orari del fine settimana 2018, una prima edizione molto attesa Non &egrave; ingeneroso dire che l'apprezzamento per la pista di Le Castellet sia attualmente piuttosto basso, perch&eacute; non &egrave; una considerazione quanto un dato di fatto. Ed &egrave; un peccato perch&eacute; sa tanto di occasione sprecata, se veramente, come sembra, il tracciato transalpino dovesse uscire dal calendario: il ritorno in Francia era stato invocato da pi&ugrave; parti e sbarcare nuovamente nella terra di Napoleone, qualche anno fa, sembrava una cosa non solo logica ma quasi naturale. Erano gli anni in cui la Renault tornava nuovamente in veste di Costruttore e non solo di motorista, e dopo qualche stagione nel silenzio l'automobilismo francese tornava ad applaudire alcuni suoi piloti: nel 2018 infatti, prima edizione del ritorno del Paul Ricard, il pubblico aveva due macchine da tifare (le Renault, appunto) insieme a tre piloti, vale a dire Romain Grosjean (nato a Ginevra ma con licenza francese), Esteban Ocon e Pierre Gasly. Il fatto che rimasero tutti e tre invischiati in un incidente al primo giro fu una coincidenza particolarmente sfortunata. Verso il GP Francia: per Horner i sospetti sulla Red Bull sono "spazzatura" Ma la pista non piace! Da subito, per&ograve;, il tracciato non piacque. E dire che di spunti interessanti ne aveva: il famoso rettilineo del Mistral, ad esempio, misurerebbe circa 1800 metri segna quella chicane introdotta per spezzarlo, mentre la curva che si trova al termine di quest'ultimo, Signes, in altre epoche ha rappresentato una sfida incredibile per i piloti prima che le monoposto di F1 raggiungessero queste prestazioni; ma una sfida rimane, soprattutto per tutte quelle categorie che non riescono a raggiungere i livelli di carico verticale delle monoposto del Circus. Ma quindi perch&eacute; non ha funzionato? Gli indizi portano a ragionevoli prove. Con una constatazione, la principale, che da sola basta e avanza per dimostrare la tesi di un GP non riuscito: il circuito di Le Castellet &egrave; una pista nata per i test, non per le gare. Il Ricard, infatti, dal punto di vista tecnico vale quasi quanto Barcellona: curve lente, curve veloci, brevi accelerazioni e lunghi rettilinei. C'&egrave; di tutto, insomma, per valutare la bont&agrave; di una vettura, proprio perch&eacute; era nato per essere sede di test. E' in questo scenario che vanno inserite le vie di fuga da parcheggio aeroportuale che rendono orribile tutto il contesto del circuito togliendo tantissimo pepe al confronto tra piloti: quasi mai si viene puniti per un lungo od un testacoda, salvo pochissime eccezioni. Tutte queste vie di fuga furono introdotte proprio perch&eacute; dovendo essere sede di prove, si era cercato ogni espediente per renderla una pista sulla quale l'errore non venisse punito, limitare gli incidenti e quindi proseguire con le prove anche in caso di errore. In tutto ci&ograve;, &egrave; bastato introdurre la chicane nel bel mezzo del Mistral per togliere ulteriore poesia: si &egrave; voluto cercare a tutti i costi di inserire un punto di sorpasso su una pista che, rettilineo a parte, &egrave; vero che di punti di sorpasso ne offre pochi; ma sarebbe stato comunque stuzzicante vedere all'opera le vetture su un rettifilo di quasi due chilometri per finire con la piega veloce verso destra di Signes. Via la chicane, un po' di ghiaia sul lato sinistro e sarebbe stata tutta un'altra cosa. E poi, i track limits: con quelle vie di fuga, normale andare incontro a passaggi oltre la linea bianca. E normale, dunque, ritrovarsi con un lungo elenco di giri cancellati alla fine di ogni sessione. Verso il GP Francia, Steiner: "Per prima cosa dobbiamo difendere il 7&deg; posto tra i Costruttori" Un'occasione mancata Tutti gli interessi e l'entusiasmo del primo giorno non ci sono pi&ugrave;, sembrano essersi disciolti e mitigati di fronte ad una realt&agrave; dei fatti amara e priva di possibilit&agrave; di interpretazione. La scossa che la Francia si attendeva non c'&egrave; stata, per cui la nazione stessa e la F1 si stanno guardando bene dal prolungare l'accordo. Perdere un Paese cos&igrave;, quando ancora ci sono due piloti transalpini e l'Alpine sarebbe un male dal punto di vista organizzativo, ma all'atto pratico a saltare sarebbe una di quelle gare che meno hanno entusiasmato il pubblico (sebbene l'edizione del 2021 sia stata piuttosto combattuta e piacevole). Con una serie di circuiti e Paesi che attendono in fermento l'ingresso in calendario, la F1 sta ormai pensando di abbandonare il Paul Ricard a fronte di offerte molto pi&ugrave; alte, e gli stessi organizzatori francesi si guardano bene dal chiudere accordi in cui vedono pi&ugrave; rischi che opportunit&agrave;. Su come andr&agrave; a finire, lo sapremo nelle prossime settimane: di sicuro non dare una casa stabile al GP di Francia sarebbe una sconfitta per tutti. Alonso tuona: focus sull'Alpine 2023       

Le probabilit&agrave; che quella di domenica sia l'ultima per il Paul Ricard sono alte: il contratto scade nel 2022 e ancora non sia &egrave; trovato un accordo con la F1, cosa che rischia di mettere la Francia nuovamente fuori dal calendario

L'ultimo GP del Paul Ricard? Ecco perché non ha funzionato

Sul circuito di Le Castellet il settimo appuntamento del Mondiale 2021 vede ancora una Red Bull sul gradino più alto del podio. In quello che sembrava il circuito perfetto per una vittoria di Lewis Hamilton in realtà si trasforma in un inferno per le Mercedes che come per le Ferrari pagano carissimo il troppo degrado degli pneumatici. Così le Frecce Nere perdono il comando della gara e le Rosse invece il terzo posto nella classifica costruttori, a vantaggio di una McLaren stratosferica con Norris e Ricciardo dietro Bottas. Ecco il meglio e il peggio del GP al Paul Ricard.

GP Francia: Verstappen si diverte con la terza e beffa Hamilton, McLaren polverizza la Ferrari

Una prova di forza della Red bull cos&igrave;, ancor anon l&#39;avevamo mai vista. Max Verstappen vince ai danni di Hamilton a due giri dalla fine della gara di Le Castellet: un trionfo spettacolare, il terzo in questo Mondiale 2021, che lo rende ancora pi&ugrave; leader della classifica piloti dopo un via non perfetto per la perdita del posteriore. A podio anche il compagno di scuderia Perez, che precede Bottas e le McLaren. Grazie alla spelndida prova di Norris e Ricciardo, la Ferrari (Sainz 11&deg; e Leclerc addirittura 16&deg;) arretra in quarta posizione nella classfica dei costruttori, non confermandosi qui al Paul Ricard come terza forza del Mondiale

GP Francia: l'arrivo e la partenza al Paul Ricard

        Si spera in un&rsquo;edizione che sar&agrave;, anzitutto, del cambiamento della tracciatura, al Paul Ricard. La sorte del Gran Premio di Francia, rispetto alla calendarizzazione originaria, &egrave; pi&ugrave; che mai incerta, come tutti gli eventi previsti fino alla prossima estate. S&igrave; correr&agrave;, si andr&agrave; verso un rinvio, sar&agrave; cancellazione? Interrogativi impossibili da sciogliere oggi, in un marzo che vede l&rsquo;Europa e il mondo fronteggiare la pandemia di coronavirus. La Formula1 degli iscritti fantomatici Dal Vietnam hanno indicato una via realistica: un nuovo calendario non lo scopriremo prima di due mesi. La pista &egrave; quel che &egrave; Lo scorso gennaio, Eric Boullier indicava gli interventi sul circuito che il promoter del GP di Francia e il gestore del tracciato avrebbero avviato, dopo vari scambi di idee con F1 Group e la FIA. Tra le modifiche da attuare nel 2021, il diverso sviluppo del primo settore di pista, da curva 1 a curva 4, per creare una possibilit&agrave; di sorpasso in staccata. Boullier, nei giorni scorsi ha spiegato a Canal+: &ldquo;Appena prima che si verificassero i problemi con la pandemia eravamo pronti ad annunciare alcune modifiche per il 2020 e anche sul 2021 e 2022.  E&rsquo; un progetto sviluppato insieme, da FOM, FIA e circuito del Paul Ricard. Abbiamo una pista che &egrave; quel che &egrave;, per&ograve; abbiamo trovato delle soluzioni che dovrebbero effettivamente migliorare i sorpassi o, comunque, i rischi che possono prendersi i piloti, migliorando cos&igrave; anche lo spettacolo Avremo altre opportunit&agrave; di modifiche il prossimo anno, purtroppo adesso non saremmo stati in tempo per applicarle&rdquo;. GP in stand-by Tra le variazioni, la controversa chicane sul rettilineo del Mistral non &egrave; barattabile, per la presenza delle tribune spiegava Boullier nei mesi scorsi. Modifiche al suo disegno s&igrave;, eliminazione no. Tribune e tagliandi che, in Francia come altrove, subiscono l&rsquo;incertezza estrema del momento, proprio nell&rsquo;anno in cui il Paul Ricard &ndash; come Montecarlo &ndash; ha intitolato un settore della tribuna principale a Charles Leclerc. La gara del prossimo 17 giugno appare ancora cos&igrave; lontana per immaginare se potr&agrave; disputarsi regolarmente o subire variazioni. E Boullier ha commentato ad Auto Hebdo: &ldquo;Nessuno pu&ograve; programmare con 3 mesi di anticipo. Tutti sono ben consapevoli di come le persone, al momento, abbiano altre preoccupazioni che non assistere a una gara di Formula 1.  Ci troviamo in una fase di attesa, poich&eacute; la priorit&agrave; assoluta &egrave; la sicurezza. Nello scenario peggiore, i tifosi che avranno acquistato un biglietto saranno completamente rimborsati&rdquo;. WRC, rinviato il Rally Italia Sardegna       

Le modifiche al tracciato verranno realizzate su pi&ugrave; edizioni, a partire dal GP di Francia di quest'anno: gli organizzatori restano in attesa dell'evolversi del quadro legato alla pandemia, impossibile avanzare previsioni

GP Francia in stand-by, Paul Ricard subirà cambiamenti

        I piani per cambiare volto al Paul Ricard, Eric Boullier, li annunciava gi&agrave; lo scorso dicembre. L&rsquo;intenzione di ridisegnare profondamente il primo settore, per creare un punto di sorpasso attraverso una staccata pi&ugrave; decisa al termine delle esse dopo curva 1; la conferma del mantenimento della chicane sul dritto del Mistral, necessaria anche per aspetti commerciali &ndash; vista la presenza delle tribune &ndash;. Modifiche proposte alla FIA e in attesa dell'ok per la realizzazione - pochi giorni per intervenire - e la successiva omologazione. L'obiettivo &egrave; quello di proporre la nuova configurazione gi&agrave; il prossimo giugno, su un circuito che dovrebbe risultare pi&ugrave; rapido e portare le squadre a rivedere la configurazione aerodinamica, a favore di un assetto pi&ugrave; scarico nelle intenzioni degli organizzatori. Boullier da consulente a direttore generale Un percorso che Eric Boullier seguir&agrave; da un nuovo ruolo nell&rsquo;organizzazione del Gran Premio di Francia. Da consulente sugli aspetti sportivi e operativi, posizione con la quale &egrave; stato introdotto nel febbraio 2019 - dopo l'uscita dalla McLaren nell'estate del 2018 - diventa direttore generale. Sterzi a parte: L&rsquo;orgoglio di correre all&rsquo;italiana &ldquo;Dal 2019, il team del GP di Francia ha beneficiato notevolmente dell&rsquo;esperienza e dei suggerimenti di Eric Boullier. Ha gi&agrave; partecipato al gruppo di lavoro impegnato per il ritorno del GP di Francia in Formula 1 e sono felicissimo del maggior coinvolgimento che avr&agrave; nell&rsquo;organizzazione&rdquo;, ha commentato Christian Estrosi, presidente della societ&agrave; organizzatrice il GP al Paul Ricard. &ldquo;Sono felice e orgoglioso di essere maggiormente coinvolto in questo splendido progetto che &egrave; il GP di Francia di Formula 1. Non vedo l&rsquo;ora di continuare a contribuire al successo di questo grande evento sportivo in Francia&rdquo;, ha aggiunto Boullier. Mobilit&agrave;, navette da Milano e Torino Tra le novit&agrave; dell&rsquo;edizione 2020 del GP di Francia ci sar&agrave; un&rsquo;ottimizzazione dei servizi legati alla mobilit&agrave; e l&rsquo;accesso al circuito, con la previsione anche di navette in partenza da Milano e Torino, abbinate a pacchetti per seguire il week end di gara tra qualifiche e GP.       

Il Paul Ricard si avvia a una modifica del tracciato nel primo settore, gli organizzatori attendono l'ok della FIA ai lavori e l'omologazione. Eric Boullier nominato direttore generale

GP Francia: Boullier lavora alle modifiche al circuito da DG

        Troveranno un Paul Ricard diverso, i piloti e team di Formula 1, quando torneranno in pista, il prossimo giugno, rispetto al tracciato che ha riportato il Gran Premio di Francia in calendario. Fu uno dei tre appuntamenti nei quali Pirelli impieg&ograve; le gomme dal battistrada assottigliato, soluzione necessaria per ridurre l&rsquo;eccessivo surriscaldamento del pneumatico, dettato da un asfalto dall&rsquo;altissimo grip e degrado minimo.&nbsp; Quell&rsquo;asfalto &egrave; stato quasi interamente sostituito. Nuova posa dopo le polemiche che hanno preceduto il Bol d&rsquo;Or motociclistico, gara di endurance corsa a settembre, con i piloti a lamentarsi proprio del fondo su alcune curve. La propriet&agrave; del Paul Ricard &egrave; intervenuta riasfaltando il 60% degli oltre 5.800 metri di pista, lasciando intatti solo i rettilinei. &ldquo;Questo asfalto ci sembra di altissima qualit&agrave;, perci&ograve; abbiamo buoni motivi per credere che sia la parola fine sui problemi. Sono stati riasfaltate tutte le curve e solo i rettilinei sono rimasti com&rsquo;erano&rdquo;, ha commentato Stephane Clair, direttore del Paul Ricard, a Var Matin. La riasfaltatura del circuito francese segue le, ennesime, operazioni programmate a Silverstone, necessarie per risolvere i problemi avuti nel round della MotoGP. Sterzi a parte: Daytona, &egrave; sfida tra ultraottantenni! Non solo un fondo differente a Le Castellet, altri interventi sono stati realizzati sull&rsquo;ingresso della pit-lane, verificati da Charlie Whiting lo scorso venerd&igrave;. L&rsquo;ingresso adesso &egrave; collocato in corrispondenza della penultima curva e non pi&ugrave; dopo l&rsquo;ultima, con la rapida esse. Si avr&agrave; una corsia d&rsquo;accesso pi&ugrave; lunga e sicura. Non sono state ancora dettagliate, invece, le modifiche all&rsquo;uscita dai box, lo scorso anno ritenuta molto pericolosa poich&eacute; in traiettoria con chi, in pista, impostava la frenata e l'ingresso in curva 1.&nbsp; F1 2019, Ferrari: tutti per uno, uno per tutti       

La posa del nuovo asfalto interessa oltre met&agrave; dello sviluppo complessivo, modificato anche l'accesso alla corsia box. Charlie Whiting ha visionato i lavori la scorsa settimana

Formula 1, il Paul Ricard si rifà il look

Intendiamoci,&nbsp;sempre meglio vincere&nbsp;che perdere. Tuttavia, se Seb Vettel si mettesse a sostenere la tesi d&rsquo;aver volutamente speronato Valtteri Bottas alla prima frenata del Gp di Francia proprio per evitare il podio e l&rsquo;obbrobrio offerto per premio, qualche fondamento di tesi difensiva l&rsquo;avrebbe. Perch&eacute;, bench&eacute; l&rsquo;estetica per definizione mai si giovi di giudizi oggettivi e assoluti, quel che s&rsquo;&egrave; visto offerto alla premiazione &egrave; ben peggio di una tapirata di Staffelli. Anzi, il Tapiro medesimo in confronto ai gorilla urlanti del Ricard sembra disegnato dal Bernini e rifinito da Burri.  Eppure l&rsquo;opera &egrave; stata realizzata&nbsp;dal celebre scultore francese&nbsp;Richard Orlinski. Ma al di l&agrave; del pedigree, dire che sia adatta e consona al vincitore di un Gran Premio &egrave; quantomeno opinabile, se non&nbsp;sconcertante.&nbsp;  Ma che succede, in F.1? Okay, la bruttezza dei premi, l&rsquo;imbarbarimento progressivo&nbsp;del concetto di trofeo sono una realt&agrave; da anni, ma quando&nbsp;si va oltre il limite&nbsp;- e non &egrave; mica la prima volta - &egrave; bene suoni un campanello d&rsquo;allarme, che in questo caso andrebbe trasformato&nbsp;in un grappolo di campanili con campanoni suonati a distesa da sacrestani sudati.  C&rsquo;erano una volta coppe che valevano quanto il trionfo, oltre a simbolizzarlo.&nbsp; Il Trofeo&nbsp;George Vanderbilt, vinto da Nuvolari nel 1936, era talmente bello, grandioso, solenne e prezioso, che quasi sovrastava il Mantovano Volante nelle foto ricordo. Non a caso &egrave; stato acquistato dal Museo Nicolis a imperituro ricordo dell&rsquo;impresa e dell&rsquo;immensit&agrave; del campione, perch&eacute; raffigura ampiamente entrambe, pi&ugrave; d&rsquo;ottanta anni dopo.  Da sempre, nella storia delle corse, la spartizione dei premi e l&rsquo;assegnazione dei medesimi rappresenta uno dei motivi di vibrante contrattazione preventiva tra piloti e Case.&nbsp;  Ron Dennis negli anni d&rsquo;oro della McLaren ha sempre tenuto a conservare in sede tutte le coppe vinte, mentre un campione come Graham Hill non ha mai dato troppa importanza a medaglie e onorificenze. Tanto che non era infrequente per gli amici andare a trovare a casa il &ldquo;Baffo Volante&rdquo; e notare che il piccolo Damon stava giocando sulla sabbia col trofeo d&rsquo;un qualche prestigioso Gran Premio.&nbsp;  Opinioni. Scelte.&nbsp;Diverse sensibilit&agrave;. Ma da sempre - chiedere a&nbsp;Vincenzo Florio&nbsp;- organizzare una corsa prestigiosa era un tutt&rsquo;uno con lo scegliere e il predisporre un premio financo artisticamente adeguato.  Adesso no. Non pi&ugrave;. Mai pi&ugrave;. Vinci una gara iridata di F.1 e ti danno un&nbsp;bambolotto&nbsp;che perfino&nbsp;un giostraio si vergognerebbe&nbsp;a rifilarti dopo un tiro a segno felice con le palle di pezza, il venerd&igrave; sera agli autoscontri.  Dai, cos&igrave; non va. Non &egrave; tanto&nbsp;sgomento da social, levata di scudi e di fischi per il cattivo gusto, ma qualcosa di pi&ugrave; grave e profondo.&nbsp;  Perch&eacute; sotto la patina dell&rsquo;estetica e del buon gusto in pericolo alligna di peggio e ben altro. La&nbsp;svalutazione del concetto di sfida, il Gran Premio desacralizzato, commercializzato,&nbsp;lunaparkizzato, bonificato dal senso di pericolosit&agrave;, di sfida, di sacralit&agrave; del rischio che imponevano una solennit&agrave; plastica anche nel simbolo della vittoria da consegnare al vincitore.&nbsp;  E, restando nell&rsquo;ambito della comparativit&agrave; tra manifestazioni che contano sempre meno e, viceversa, le&nbsp;vere perle del Motorsport&nbsp;ancora tutelate e adamantine, val la pena ricordare che le tre corse pi&ugrave; antiche, prestigiose e rischiose, continuano invece a rispettare con salmodiante devozione i rispettivi rituali, alla faccia delle festicciole sciatte della F.1.  Alla&nbsp;Indy 500&nbsp;dal 1936 si beve latte in Victory Lane, vezzo inaugurato dal triplo vincitore Louis Meyer e poi formalizzato, accanto all&rsquo;esistenza dell&rsquo;imponente&nbsp;Borg Warner Trophy&nbsp;che riporta i volti stilizzati di tutti i vincitori della classicisima dell&rsquo;Indiana.  Di stile completamente diverso il trofeo assegnato ai vincitori della&nbsp;24 Ore di Le Mans, ma comunque simbolo d&rsquo;un potere antico e di una tradizione forte, scintillante e radicata.  Addirittura magnificente il&nbsp;Mercurio Alato&nbsp;del&nbsp;Tourist Trophy&nbsp;dell&rsquo;Isola di Man - ideato e messo in palio dal marchese de Mouzilly St.Mars - che dal 1907 premia il vincitore della Senior race.  In poche e altre parole, ovunque nel mondo delle corse a due, tre e quattro ruote la capacit&agrave; di&nbsp;difendere i valori&nbsp;fondanti del motorismo passa anche attraverso la&nbsp;tutela formale dei rituali. Laddove a Le Mans e sull&rsquo;Isola di Man esistono ancora le premiazioni con le bellissime corone d&rsquo;alloro, le amatissime e mai altrove abbastanza rimpiante &ldquo;garland&rdquo;, ovunque abolite, dalla F.1 in primis perch&eacute; aborrite dagli sponsor, in quanto impallavano le scritte da mostrare in mondovisione. Capito che tristezza?  Quindi l&rsquo;avvento dei&nbsp;gorilla lilla in F.1&nbsp;&egrave; solo l&rsquo;ennesimo calcio sul sedere&nbsp;al concetto di sacralit&agrave; e solennit&agrave; della categoria, la metafora buffa e fuori contesto del fatto che, perdendo sempre pi&ugrave; il culto della sostanza, parallelamente si finisce per smarrire financo il decoro della forma. 

Altro che ambita coppa: i premi della F.1 in Francia sembravano punizioni, tanto erano brutti

Vinci un Gp e ti tirano un obbrobrio

Come quasi sempre succede quando i protagonisti di un incidente sono due piloti in lotta per le posizioni alte del Mondiale F1 - e soprattutto se almeno uno dei due coinvolti &egrave; della Ferrari, come successo questa domenica tra Sebastian Vettel e Valtteri Bottas - i commenti e le polemiche non si sono ancora spenti. Anzi, sono stati alimentati dalle&nbsp;dichiarazioni dopogara di Lewis Hamilton e di Niki Lauda, che ha manifestato la richiesta di penalit&agrave; maggiori rispetto ai 5 secondi dati a Seb per l&#39;occasione.&nbsp;  Come abbiamo gi&agrave; fatto altre volte con simili situazioni, vediamo allora di &quot;vivisezionare&quot; l&#39;episodio in modo da capire come si sia svolto esattamente, perch&eacute; sia successo quel che &egrave; successo, e come ripartire le colpe nonch&eacute; di quale tipo esse siano. Ricordiamo che alla prima curva dopo il via Vettel, che era all&#39;interno in terza posizione, ha colpito la ruota posteriore di Bottas che era secondo all&#39;esterno, arrivando cos&igrave; a foratura e testacoda per il finlandese, mentre il tedesco si ritrova con l&#39;ala davanti danneggiata e quasi del tutto staccata. Entrambi devono cos&igrave; passare subito ai box a effettuare gli interventi del caso, precipitando nelle retrovie. Gara compromessa, quindi, con il fondo pure danneggiato per Bottas che l&#39;ha condizionata fino all&#39;arrivo. E sanzione di 5 secondi a Vettel da parte della direzione di gara. Ma &quot;raccontare&quot; cos&igrave; l&#39;episodio non fa capire tutto ci&ograve; che &egrave; successo davvero.&nbsp;  Per capire fino in fondo cosa ha portato all&#39;incidente, infatti, dobbiamo retrocedere fino al momento dello spegnimento dei semafori rossi, 400 metri circa prima del punto della collisione. Quando cio&egrave; Vettel ha un ottimo scatto dal via, al contrario dei due piloti Mercedes in prima fila. Tanto che Sebastian pu&ograve; &quot;puntare&quot; quasi subito Lewis, che si protegge chiudendo gli spazi a sinistra, dove senn&ograve; il tedesco sarebbe potuto passare di slancio. Con l&#39;aumentare della velocit&agrave; si fa sentire anche l&#39;effetto scia, e Vettel si avvicina repentinamente a Hamilton: ma si ritrova ormai senza spazi dove inserirsi, anche perch&eacute; sulla sua destra c&#39;&egrave; Bottas che &egrave; stato quasi completamente sfilato (ma non del tutto). Cos&igrave; Vettel deve alzare il piede dal gas per non tamponare Hamilton, consentendo a Bottas di riaffiancarsi alla pari. Un atteggiamento prudente (per quanto possibile) che dimostra fra l&#39;altro come non fosse vero che Seb fosse partito troppo &quot;a testa bassa&quot;.&nbsp;  Gi&agrave; questo &egrave; un primo avvenimento decisivo nello svolgersi dell&#39;episodio. Ma va chiarita subito una cosa sulla quale invece alcuni hanno insistito parecchio: si &egrave; insinuato che Hamilton avesse &quot;controllato&quot; la sua velocit&agrave; per fare in modo da &quot;imbottigliare&quot; Vettel e quindi in qualche modo abbia innescato l&#39;incidente. Nulla di pi&ugrave; inesatto. A parte che qualsiasi pilota (non solo in F1) sa benissimo che se &egrave; davanti e alza il piede anche leggermente quando tutti sono in accelerazione, nel 90% dei casi sar&agrave; il primo a rimetterci perch&eacute; creer&agrave; un caos in cui l&#39;effetto pi&ugrave; probabile &egrave; che lo travolgano o quantomeno tamponino. E poi per far cosa? Stare davanti? Quando lo &egrave; gi&agrave; e basta chiuda gli spazi, come in effetti Hamilton ha fatto? In ogni caso, anche senza avere la telemetria si vede bene come Hamilton non rallenti affatto e continui a tenere il gas gi&ugrave; fino al momento della staccata, che effettua in modo corretto (e non anticipato) per la traiettoria difensiva su cui si trova. Insomma, Lewis non ha fatto nulla di sbagliato n&eacute; di malizioso, per cui argomento chiuso.&nbsp;  A questo punto, con Hamilton davanti mentre Vettel e Bottas sono dietro perfettamente affiancati, si arriva al momento della frenata. Qui Sebastian non pu&ograve; ritardarla, perch&eacute; rischierebbe solo di tamponare Lewis, mentre Valtteri ha tutto lo spazio libero che vuole davanti e in pi&ugrave; &egrave; su una traiettoria pi&ugrave; favorevole, e infatti stacca pi&ugrave; tardi del ferrarista. Un&#39;azione perfetta, tanto che &quot;salta&quot; in avanti rispetto a Vettel in maniera tale da portare tutta la sua Mercedes davanti alla Ferrari. A questo punto (cio&egrave;, ricordiamolo, a frenata gi&agrave; iniziata) Seb si trova in una situazione di difficolt&agrave;: la zona su cui sta frenando &egrave; pi&ugrave; sporca di quella pi&ugrave; a destra e in pi&ugrave; ha l&#39;aerodinamica disturbata dalla scia di Lewis davanti. Tuttavia Vettel riesce a gestire bene il minor grip e per quanto sia al limite non rischia assolutamente, ad esempio, di saltare addosso a Hamilton.&nbsp;    La frenata di Vettel per&ograve; &egrave; giocoforza meno potente di quella di Bottas, e cos&igrave; &quot;allunga&quot; quel tanto che basta a non potersi pi&ugrave; riaccodare al finlandese. &Egrave; con questa premessa che si arriva al momento in cui Bottas sterza per inserire la macchina in curva. Anche Vettel &egrave; conseguentemente costretto a sterzare quando &egrave; ancora &quot;attaccato ai freni&quot; e cos&igrave; arriva al bloccaggio della ruota anteriore sinistra, fatto che gli fa perdere direzionalit&agrave; e lo porta a colpire Bottas. Dalla visuale del cameracar di Vettel sembra che Bottas chiuda in modo un po&#39; brusco, ma anche se ci&ograve; pu&ograve; aver contribuito alla reazione istintiva di Sebastian di sterzare senza alleggerire sui freni, in realt&agrave; Valtteri non fa nulla di criticabile (la frenata &egrave; stata dritta e a quel punto deve fare la curva) e anzi lascia spazio sufficiente alla sua sinistra. Purtroppo Vettel non ha pi&ugrave; il controllo della direzionalit&agrave;, dovuto esclusivamente al bloccaggio e non perch&eacute; sia entrato in curva troppo forte, e manca la corda arrivando alla collisione.&nbsp;    Insomma, che si sia trattato di un errore di Vettel non &egrave; in discussione, ma vanno sottolineati pure l&#39;assoluta involontariet&agrave; e pure il fatto che si sia ritrovato in una situazione difficile senza averla causata direttamente se non per il fatto di essere scattato molto meglio dei due avversari diretti. Infatti anche lui ammetter&agrave; a denti stretti: &laquo;Quasi quasi, se fossi partito peggio sarebbe stato meglio&raquo;. Ora, posto che non si pu&ograve; fare una colpa di essere partito bene, si pu&ograve; forse accusare Vettel di aver affrontato la situazione in modo sbagliato? Per esempio c&#39;&egrave; chi lo accusa di avere staccato troppo tardi: ora, &egrave; vero che probabilmente frenando prima non avrebbe colpito Bottas, per&ograve; &egrave; altrettanto vero che magari avrebbe rischiato di essere tamponato (come successe alla prima curva in Russia 2016), che al momento di frenare la situazione era ben diversa e non poteva immaginare dove sarebbe stato Bottas 100 metri pi&ugrave; avanti, e che allora a questo punto si pu&ograve; anche dire che se fosse stato a casa l&#39;incidente non sarebbe successo&hellip; Cerchiamo di ricordare che siamo in gara, non nel parcheggio di un centro commerciale (anche se la situazione di Le Castellet sembrava far di tutto per far pensare diversamente).&nbsp;  L&#39;errore &egrave; stato tutto nell&#39;incorretta gestione della pressione sul freno al momento di sterzare, e con ogni probabilit&agrave; senza il bloccaggio Vettel sarebbe riuscito a stare alla corda e a passare indenne la prima curva. Purtroppo pu&ograve; succedere in fasi cos&igrave; concitate come quelle del via, dove basta una piccola incertezza per causare &quot;disastri&quot;. Come del resto era successo allo stesso Bottas quando, in una situazione simile, colp&igrave; Raikkonen nelle prime fasi a Baku 2017. Anche l&igrave; era in gioco la seconda posizione dopo il via, anche l&igrave; l&#39;avversario era passato avanti all&#39;esterno sfruttando la traiettoria e una staccata ritardata, e anche l&igrave; chi era all&#39;interno fece un errore di valutazione. Nel caso di Bottas fu quello di pensare che Raikkonen avrebbe stretto di pi&ugrave; (ma non lo fece) e cos&igrave; si port&ograve; pi&ugrave; all&#39;interno del necessario sopra il cordolo, che lo fece &quot;rimbalzare&quot; via addosso a Kimi. Dunque anche in questo caso incidente assolutamente involontario, frutto di un errore in s&eacute; veniale, ma che port&ograve; a rovinare la gara del pilota incolpevole all&#39;esterno, quando il &quot;colpevole&quot; fin&igrave; al traguardo pi&ugrave; avanti (Valtteri concluse 2&deg;, per la cronaca). Elementi, gli ultimi, richiamati da Lauda nel chiedere una punizione maggiore per Vettel in Francia. Peccato che in Azerbaijan a Bottas non furono dati nemmeno 5 secondi, e Niki non si lament&ograve;&hellip;&nbsp; 

Analizziamo passo per passo l&#39;errore di Sebastian al via che &egrave; costato una quasi certa posizione a podio per lui e Valtteri

Formula 1 Francia: Vettel-Bottas, analisi di uno scatto troppo buono

E&#39; iniziata la marcia d&#39;avvicinamento al Gran Premio di Francia al Paul Ricard. Appuntamento al 24 giugno 2018, dieci anni dopo l&#39;ultima edizione a Magny Cours e ben 27 dall&#39;ultima gara disputata a Le Castellet. Gli organizzatori hanno presentato l&#39;evento e annunciato le piccole modifiche che verranno apportate a un circuito in grado di assumere molteplici configurazioni. Spesso utilizzato in questi anni per svolgere test di Formula 1, l&#39;ultima occasione sar&agrave; proprio nella giornata odierna, dalla Pirelli, impegnata nello sviluppo della gamma di pneumatici 2018.  La Formula 1 girer&agrave; su una lunghezza di pista di&nbsp;5,8 chilometri,&nbsp;l&#39;iconico rettilineo del Mistral verr&agrave; spezzato in due segmenti da una variante che, dai dati di percorrenza, dovrebbe offrire una chance di sorpasso. Altra curva storica, la velocissima Signes, da affrontare in pieno prima di staccare ai 340 orari. Pista da medio carico aerodinamico ha anticipato Jean Alesi, in inverno verr&agrave; completamente riasfaltata, inoltre saranno modificati alcuni punti, come illustrato dall&#39;&quot;ambasciatore&quot; del Paul Ricard: &laquo;Verr&agrave; allargato l&#39;ingresso o l&#39;uscita, alla esse della Verrerie, alla curva Camp e alla fine del terzo settore, alla Virage du punt. L&#39;obiettivo &egrave; di offrire spazio sia per i sorpassi che per recuperare. Alla curva Verrerie (la prima dopo il traguardo; ndr) l&#39;angolo d&#39;ingresso sar&agrave; pi&ugrave; chiuso. La chicane che spezzer&agrave; il rettilieno del Mistral offrir&agrave; grandi opportunit&agrave; di sorpasso&raquo;.    Pu&ograve; annoverarsi tra i gran premi storici della Formula 1, quello in Francia. Cinquantotto edizioni corse fino a oggi, solo Gran Bretagna, Italia, Monaco e Belgio possono vantare pi&ugrave; gran premi disputati. La statistica dice, poi, che in 28 occasioni chi ha vinto il Gran Premio di Francia si &egrave; laureato campione del mondo nella stessa stagione.&nbsp;  &laquo;Il Paul Ricard &egrave; sbalorditivo. Ho gareggiato solo una volta, nel GT, con una Ford GT, mai in una monoposto. Conoscono il layout molto bene, avendo svolto dei test in GP2. Ho guidato una Formula 1 nel 2012 credo. Saranno fatte alcune modifiche al layout ma sar&agrave; divertente&raquo;, le parole di Romain Grosjean, presente alla conferenza di presentazione.&nbsp; 

Jean Alesi ambasciatore del tracciato, che verr&agrave; riasfaltato il prossimo inverno e ricever&agrave; alcune modifiche di secondo piano

Formula 1 Francia 2018, svelata la configurazione del Paul Ricard

WTCC Paul Ricard: Huff e Lopez aprono i giochi

Il 2016 della Formula 1 inizia dal Paul Ricard. Si scender&agrave; in pista il prossimo 25 e 26 gennaio, per due giorni di prove dedicati esclusivamente alla valutazione delle gomme Pirelli. Ma se ad Abu Dhabi si era lavorato sulle slick 2016 nella sessione-fiume di 12 ore, sul circuito francese saranno le gomme da bagnato estremo l&rsquo;oggetto dell&rsquo;attenzione: solo le full-wet con banda blu.  Pirelli porter&agrave; in pista diverse soluzioni prototipali e si avvarr&agrave; della collaborazione di tre scuderie: Ferrari, Red Bull e McLaren. A tal proposito, la FIA ha assicurato che vigiler&agrave; perch&eacute; non vengano tratti indebiti vantaggi da parte dei team impegnati nei test. In casa McLaren sar&agrave; Stoffel Vandoorne a guidare in entrambe le giornate, mentre per la Red Bull toccher&agrave; a Ricciardo e Kvyat, nell&rsquo;ordine. Restano da definire i piani Ferrari.  Altra &ldquo;variazione&rdquo; rispetto alle prove dopo l&rsquo;ultima gara del 2015, la possibilit&agrave; per i media di assistere ai test.  Fabiano Polimeni

Al Paul Ricard una due giorni dedicata alle gomme da bagnato estremo. Vandoorne su McLaren, i titolari per Red Bull

F1 2016, si parte dai test Pirelli

Il 2016 della Formula 1 inizia dal Paul Ricard. Si scender&agrave; in pista il prossimo 25 e 26 gennaio, per due giorni di prove dedicati esclusivamente alla valutazione delle gomme Pirelli. Ma se ad Abu Dhabi si era lavorato sulle slick 2016 nella sessione-fiume di 12 ore, sul circuito francese saranno le gomme da bagnato estremo l&rsquo;oggetto dell&rsquo;attenzione: solo le full-wet con banda blu.  Pirelli porter&agrave; in pista diverse soluzioni prototipali e si avvarr&agrave; della collaborazione di tre scuderie: Ferrari, Red Bull e McLaren, sebbene ancora non si sappia quali saranno i piloti impegnati nelle due giornate. Altra &ldquo;variazione&rdquo; rispetto alle prove dopo l&rsquo;ultima gara del 2015, la possibilit&agrave; per i media di assistere ai test.  Fabiano Polimeni

Al Paul Ricard una due giorni di prove con tre team per saggiare diverse soluzioni per le mescole da bagnato estremo

GT Open Ricard, doppietta Ferrari

Il prologo WEC al Paul Ricard

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Carrera Cup Ricard

Le Castellet - Nel Gt italiano, che ha fatto tappa al Paul Ricard &egrave; arrivato il primo successo della Lamborghini GT3 dell'Imperiale Racing che in gara-1 ha dominato la corsa con Giacomo Barri e il suo nuovo coequipier, Mirko Bortolotti. Ma il quarto appuntamento della serie tricolore &egrave; stato anche segnato dalla prima affermazione di Alessandro Balzan (al rientro in Europa dopo i trinofi in Usa) e Nicola Benucci, vittoriosi in gara-2 con la 458 Italia della Mp1 Corse. Nella classifica di campionato GT3 resta al comando l&rsquo;equipaggio di Audi formato da Marco Mapelli e Thomas Sch&ouml;ffler, che hanno portato a casa un quinto ed un secondo posto, perdendo un solo punto sulla coppia Cas&egrave;-Giammaria, adesso separati di otto lunghezze.  Combattutissima la prima gara: al primo via Giammaria si &egrave; portato davanti alle 458 Italia di Luigi Ferrara e di Balzan. Sesta e settima le due Audi. Davanti a loro si &egrave; invece posizionata l&rsquo;altra Porsche 997 di Andrea Gagliardini. Dopo i pit-stop a subentrare davanti &egrave; stato Benucci, che ha rilevato Balzan. Alle sue spalle Lorenzo Cas&egrave; (che ha preso il posto di Giammaria, scontando ai box 20&rdquo; di handicap), Marco Magli e Gianluca Carboni. Ma l&rsquo;uscita di &ldquo;Spezz&rdquo; ha chiamato in causa la safety-car. Chi ne ha approfittato &egrave; stato Mirko Bortolotti, che ha completato il lavoro iniziato dal suo compagno Giacomo Barri, autore del primo &ldquo;stint&rdquo; di guida. Il pilota trentino ex junior driver Ferrari e Red Bull ha compiuto quattro sorpassi fino a portarsi al comando. Benucci &egrave; invece scivolato dietro a causa di un errore, mentre Carboni &egrave; finito in testacoda per evitare due doppiati. Alla fine a concludere secondo &egrave; stato Cas&egrave;, con Alessandro Pier Guidi terzo. Quindi le Audi di Capello-Zonzini e Mapelli-Sch&ouml;ffler, mentre Magli &egrave; precipitato sesto.  In gara-2 perfetto lo &ldquo;start&rdquo; di Pier Guidi, che dalla seconda posizione si &egrave; portato al comando scavalcando Mapelli alla prima curva. Bene anche Bortolotti, che ha guadagnato la terza piazza ai danni di Zonzini. All&rsquo;ottavo giro un contatto tra Cas&egrave; e Zonzini ha retrocesso quest&rsquo;ultimo sul fondo. Dopo i cambi Balzan, portatosi al comando, ha guadagnato terreno, concludendo cos&igrave; davanti a Sch&ouml;ffler e Barri-Bortolotti. A completare il trionfo della Lamborghini, in Francia &egrave; arrivato sempre in gara-1 anche il terzo successo nella classe Cup di Sascha Tempesta e Simone Iacone. L&rsquo;equipaggio del team Bonaldi Motorsport &egrave; sempre secondo nella classifica di campionato Cup, e ha portato a due i punti di svantaggio da Omar Galbiati (Porsche).

Gt Tricolore al Paul Ricard. Lamborghini prima vittoria!

24 risultati per 'ricard'

Ci vediamo da Mario: Grande Alesi, Presidente e signore del Ricard!

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