Alla ricerca dell&rsquo;imprevedibilit&agrave; a tutti i costi, anche ripercorrendo strade bocciate nel recente passato. Se le indiscrezioni rilanciate dalla BBC dovessero trovare conferma nel meeting di luned&igrave; prossimo dello Strategy Group, verrebbe da interrogarsi sulla coerenza stessa della Formula 1.  Si discuter&agrave; nuovamente della reintroduzione dei rifornimenti, elemento richiesto per introdurre un minimo di variabilit&agrave; e catturare maggiormente l&rsquo;attenzione del pubblico su un prodotto ritenuto privo di appeal. Gi&agrave; lo scorso anno gli stessi personaggi che si incontreranno a inizio della prossima settimana avevano avanzato la proposta, poi cassata in una riunione tenutasi nel week end del Gran Premio del Canada. Si &ldquo;scopr&igrave;&rdquo; che, nell&rsquo;ultima fase in cui la Formula 1 permise il rifornimento in gara, con i dati delle stagioni tra il &rsquo;94 e il 2009, i sorpassi in pista toccarono il minimo storico, a fronte, invece, di una pericolosit&agrave; in pit-lane questa s&igrave; potenzialmente maggiore.  A ben vedere l&rsquo;unica logica che potrebbe supportare il ritorno dei rifornimenti in gara potrebbe stare nell&rsquo;abolizione del limite di consumo orario oggi in vigore e aprire la strada a motori pi&ugrave; potenti.  Su questo fronte, luned&igrave; saranno esaminate anche le proposte dei motoristi per la sostenibilit&agrave; finanziaria delle power unit ibride e le soluzioni destinate ad abbattere notevolmente i costi della fornitura.  Fabiano Polimeni  &nbsp;

La reintroduzione venne proposta dallo Strategy Group nel 2015 e poi cassata. Luned&igrave; potrebbe tornare sul tavolo

F1, si torna a parlare di rifornimenti

C&rsquo;&egrave; una ragione tecnica precisa che giustifica il dietro front sui rifornimenti da reintrodurre nel 2017. Decisione prima approvata dai sei team manager presenti nel Gruppo Strategico e poi rinnegata all&rsquo;unanimit&agrave; nella successiva riunione a Montreal.  La ragione si chiama sicurezza. O meglio sarebbe dire il pericolo, che questa procedura, con le attuali benzine, avrebbe implicato. Considerando che il tempo di sosta non avrebbe oltrepassato i tre secondi, perch&eacute; la quantit&agrave; di benzina era comunque inferiore rispetto a una volta. Le attuali benzine sono diverse rispetto a quelle utilizzate all&rsquo;epoca dei motori aspirati. Sono molto pi&ugrave; &ldquo;esplosive&rdquo;, non solo come potere detonante nelle camere di combustione, ma anche in caso di eventuale fuoriuscita.  Considerando che per rimanere entro 3 secondi di sosta, la pressione comunque doveva essere piuttosto elevata. Un minimo problema di fuoriuscita, avrebbe trasformato le vetture in pit lane in autentiche &ldquo;bombe&rdquo;, per cui si &egrave; preferito lasciare perdere. Nella considerazione che gli attuali motori invece necessitano tassativamente di quel tipo di carburante. Poi, ma in seconda battuta, c&rsquo;erano i costi elevati che questa procedura avrebbe implicato. In termini di personale e di equipaggiamento.

Problemi di sicurezza e costi eccessivi bloccano l'idea

F1: Refuelling, no al ritorno

&nbsp;  Da Montreal: Roberto Chinchero  Ha viaggiato tutta la notte tra sabato e domenica, da Venezia a Detroit. Poi un altro volo per Montreal e alle 10 del mattino Sergio Marchionne &egrave; entrato nel paddock del circuito Gilles Villeneuve.  &ldquo;Il lavoro che &egrave; stato fatto da quando siamo arrivati alla guida della Ferrari io e Maurizio (Arrivabene) &egrave; stato eccezionale. Non c&rsquo;&egrave; niente da rimpiangere, ed anche se poi c&rsquo;&egrave; gente che parla e dice tante cose, la realt&agrave; &egrave; che la macchina lo scorso mese di ottobre (quando il tandem Marchionne-Arrivabene ha preso le redini della Ferrari, ndr) non era pronta. &Egrave; stato fatto un lavoro incredibile da parte dei ragazzi, tutti i passi in avanti che abbiamo fatto e continuiamo a fare di gara in gara sono quasi miracolosi. Sono frutto dell&rsquo;impegno straordinario da parte della squadra nel portare avanti lo sviluppo della monoposto&rdquo;.  Sembrava Marchionne dovesse disertare il Gp di casa (per lui che ha vissuto in Canada) a causa del&nbsp;forum degli&nbsp;industriali Italia-Usa che si &egrave; tenuto a Venezia sabato, invece ha rinunciato alla partita di finale Juventus-Barcellona a Belrino&nbsp;per viaggiare verso il Canada. "La mia presenza a Montreal &egrave; da vedere come un incoraggiamento al team. La squadra mi ha dato tutto quello gli ho chiesto, quello che non &egrave; stato fatto &egrave; perch&eacute; si sono dei limiti fisici, ed altri limiti imposti dal regolamento attuale della Formula Uno. Ma la squadra ha reagito bene, non le abbiamo azzeccate tutte, ma questo fa parte dello sport. Miglioreremo andando avanti&rdquo;.  Poi Marchionne ha parlato dei regolamenti ferragginosi. &ldquo;Stiamo cercando di semplificare il tutto. Questo &egrave; uno sport che si deve evolvere, perch&eacute; la cosa pi&ugrave; importante &egrave; avere il seguito degli spettatori, inutile prendersi in giro scrivendo delle regole che sono del tutto incomprensibili anche a noi stessi che siamo dentro questo sport. C&rsquo;&egrave; molto lavoro da fare&rdquo;.  Infine Marchionne ha svelato la sua opinione (e ovviamente la posizione della Ferrari) sui rifornimenti. E la risposta &egrave; sorprendente: &ldquo;Noi siamo favorevoli. Credo che sia una buona cosa, &egrave; una variabile che aumenta l&rsquo;imprevedibilit&agrave; del risultato e non credo che ci siano problemi di sicurezza. Sono cavolate&rdquo;.  Considerando che in una riunione, al venerdi, tutti i team principal hanno firmato contro i rifornimenti, perlomeno suona strano!  &nbsp; &nbsp;

Il presidente della Ferrari arriva poco prima del via e parla della F1, delle regole e del refuelling

Marchionne a Montreal dice "Si" ai rifornimenti!

Dal nostro inviato a Montreal (Canada): Cesare Maria Mannucci  Durante l&rsquo;abituale riunione che si tiene ala vigilia di ogni GP tra tutti i team manager, &egrave; stata richiesto il voto per decidere se continuare sulla ipotesi di reintrodurre i rifornimenti a partire dal 2017, come proposto dal Consiglio Strategico durante l&rsquo;ultima riunione. La grande novit&agrave; &egrave; che un po&rsquo; a sorpresa, tutti i team hanno votato contro, anche gli stessi invece che si erano espressi favorevolmente durante la riunione del Consiglio Strategico!  Tra le principali motivazioni apportate dai team, l&rsquo;incremento dei costi, ma soprattutto il fatto che i rifornimenti non avrebbero assolutamente aumentato la spettacolarit&agrave; o i sorpassi, visto che questi ormai dipendono strettamente dall&rsquo;uso dei Drs. Gli strateghi di diversi team, hanno esibito una lunga documentazione &ldquo;storica&rdquo; dove &egrave; emerso che considerando l&rsquo;andamento delle gare degli ultimi anni, i rifornimenti non avrebbero apportato nesusn vantaggio alla spettacolarit&agrave; o all&rsquo;incertezza del risultato.    Inoltre, essendo ora la quantit&agrave; di benzina molto minore da utilizzare in gara rispetto al 2009 (parliamo di 135 litri e forse in futuro di 150 lt se verr&agrave; alzato il flusso di benzina contro i 220/230 di sei anni fa), ogni rifornimento risulterebbe in un rabbocco di benzina minore risultando in soste brevissime, che si svolgerebbero quasi in contemporanea al cambio gomme.  La votazione dei team ha solo valore propositivo, cos&igrave; come quella del Gruppo Strategico. Le decisioni finali spettano sempre alla Commissione F.1 in prima battuta e poi per approvazione al Consiglio Mondiale. Ma difficilmente la Fia ora approverebbe qualche cosa contro la volont&agrave; dei team messa nero su bianco. Per Bernie Ecclestone un&rsquo;altra grave sconfitta politica, dopo che in precedenza aveva chiesto inutilmente la soppressione delle attuali Power Unit per rimpiazzarle con motori V8 atmosferici dotati del solo kers. O almeno di una coesistenza delle due soluzioni tecniche, l&rsquo;attuale V6 turbo ibrido e i V8 atmosferici con kers.

Bocciata alla vigilia del Gran Premio del Canada la nuova proposta per rendere pi&ugrave; spettacolari i Gp

F1, i team votano contro i rifornimenti!

A Montecarlo, un po&rsquo; tutti i piloti hanno salutato favorevolmente l&rsquo;idea di reintrodurre i rifornimenti dal 2017, ma cosa ne pensano delle gomme pi&ugrave; larghe, quei centimetri extra che dovranno essere confermati da Commissione F1 e Consiglio mondiale della Fia? In tempi non sospetti, Felipe Massa aveva caldeggiato l&rsquo;idea di gomme con una maggior impronta a terra, ora &egrave; Daniel Ricciardo a esprimersi, sottolineando come emerger&agrave; una separazione pi&ugrave; netta tra i piloti, ma non solo.  &laquo;Mentalmente dovrai essere pi&ugrave; concentrato, credo vedremo una differenza maggiore tra i top driver e gli altri. Sar&agrave; pi&ugrave; appagante per i ragazzi che ci riusciranno. Il grip meccanico &egrave; quello principale, quello da privilegiare perch&eacute; ti permette di seguire abbastanza da vicino nelle curve ad alta velocit&agrave;&raquo;, spiega.    Per non vanificare gli effetti benefici di un&rsquo;aderenza meccanica superiore, il peso specifico riconosciuto all&rsquo;aerodinamica nel velocizzare le monoposto non dovrebbe certo incrementare, evitando di ritrovarsi macchine s&igrave; rapidissime ma molto sensibili a qualunque disturbo aerodinamico. E dello stesso avviso sembra essere l&rsquo;australiano: &laquo;Se i tempi sul giro si abbasseranno, tutto accadr&agrave; pi&ugrave; rapidamente. C&rsquo;&egrave; molto grip meccanico da poter ricercare, un&rsquo;ampia fetta e credo potremmo guadagnare secondi solo su quel fronte, senza inserirci altra aerodinamica&raquo;.  Non &egrave;, poi, troppo critico sull&rsquo;attuale Formula 1: &laquo;Ovviamente il ritmo che abbiamo &egrave; al rallentatore, ma le corse sono buone, non vogliamo che venga rimosso tutto&raquo;, riporta Autosport. Per la serie, non si butti via il bambino con l&rsquo;acqua sporca.  Fabiano Polimeni

E&rsquo; favorevole a un grip meccanico superiore, la strada giusta per macchine pi&ugrave; veloci e far emergere i piloti migliori 

F1 e gomme larghe, il s&igrave; di Ricciardo

Con l&rsquo;attenzione catalizzata pressoch&eacute; interamente dalla proposta di reintroduzione dei rifornimenti in Formula 1 nel 2017, c&rsquo;&egrave; un dettaglio passato forse in secondo piano e riguarda la quasi totale assenza di vere decisioni sul versante dei costi. Nella conferenza dei team principal dopo le prove libere a Monaco, &egrave; stato Bob Fernley a evidenziare il problema, riportando d&rsquo;attualit&agrave; anche la redistribuzione dei compensi: &laquo;Devo essere stato a una riunione diversa&raquo;, ha commentato in risposta a Horner e Wolff, che hanno salutato favorevolmente le decisioni prese.  &laquo;Non credo sia stato per nulla un buon meeting. Dopo 18 mesi abbiamo fallito completamente sul raggiungimento di un accordo per una qualsiasi forma di controllo dei costi&raquo;, l&rsquo;affondo.  &laquo;Sebbene sia d&rsquo;accordo che sono state fatte buone proposte sul 2017, non si sono toccate quelle che sono le fondamenta della Formula 1&raquo;. A giocare la parte di chi vorrebbe sostenere le preoccupazioni di Fernley, ma deve seguire l&rsquo;orientamento Red Bull, &egrave; Franz Tost: &laquo;Non ero coinvolto nella riunione (la Toro Rosso non fa parte dello Strategy Group; ndr) quindi &egrave; difficile valutare i contenuti, quel che manca &egrave; una discussione su come abbassare i costi e creare interesse, al di l&agrave; del lato tecnico: vedremo quando saranno discussi i regolamenti 2017 quale sar&agrave; il risultato&raquo;.    Un Fernley che passa per bastian contrario e Toto Wolff quasi lo sottolinea. &laquo;Non abbiamo sempre la stessa opinione, ma si tratta di spingere lo sport in avanti. Qualunque decisione prendiamo finisce per &ldquo;fare schifo&rdquo;. Stiamo discutendo di velocizzare le monoposto di 5 o 6 secondi, gomme pi&ugrave; larghe, macchine pi&ugrave; spettacolari e il tema dei rifornimenti. L&rsquo;unica cosa che ho letto dopo il meeting &egrave; che i rifornimenti non hanno alcun senso. Penso dovremmo smetterla di denigrare lo sport, l&rsquo;ho detto un po&rsquo; di volte.  Una delle cose regole che abbiamo stabilito &ndash; e Bob &egrave; nuovo nello Strategy Group per cui forse dovremmo porre pi&ugrave; enfasi su questo &ndash; &egrave; che non dovremmo parlare male dello sport. Dovremmo portarlo in alto: ci servite voi (riferito ai media; ndr) e sta a noi mettere l&rsquo;accento sui punti positivi e le cose attraenti, per provare a fare meglio&raquo;.  Un confronto diretto tra i due team principal, con Fernley a &ldquo;capeggiare&rdquo; la crociata dei piccoli team e un ulteriore affondo sullo Strategy Group: &laquo;Per certi versi sono d&rsquo;accordo con Toto, il problema credo sia nell&rsquo;adeguatezza dello Strategy Group per raggiungere l&rsquo;obiettivo: dovremmo guardare a un programma chiaro che dia risultati. In un anno e mezzo o due di lavoro non &egrave; uscito fuori nulla. Nei tempi passati, con Max (Mosley) e Bernie in carica, non ci sarebbe stato nulla di tutto ci&ograve;, avremmo saputo esattamente la direzione verso la quale andare. Non credo debbano essere i team a prendere le decisioni su dove la Formula 1 dovrebbe andare, a loro dovrebbe dirsi quale sar&agrave; la direzione che prender&agrave; lo sport&raquo;.  Fabiano Polimeni&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;

Il team principal Bob Fernley accusa l&rsquo;assenza di provvedimenti sui costi e rimpiange il decisionismo di Fia ed Ecclestone

F1, Force India critica lo Strategy Group

Alla conferenza stampa dei piloti si &egrave; parlato anche e sopratutto delle novit&agrave; proposte dallo Strategy Group nei gran premi F1. In particolare l&rsquo;ipotesi di reintrodurre i rifornimenti dal 2017. Tutti i piloti presenti (Bottas, Raikkonen, Hamilton, Ericsson, Button, Grosjean) si sono dimostrati favorevoli. Eccetto Jenson Button che &egrave; uno dei pochi (con Raikkonen e Hamilton) ad averli gi&agrave; impiegati prima del 2010, anno in cui furono aboliti.  Grosjean il pi&ugrave; entusiasta: &ldquo;A me piacciono&rdquo;. E Raikkonen (assieme a Hamilton) ha aggiunto: &ldquo;Ovviamente io sono favorevole&rdquo;, lui che pure &egrave; uno dei piloti che sa gestire meglio il degrado delle gomme col pieno di benzina e che avrebbe da rimetterci in teoria. Positivo anche Bottas, che pure essendo arrivato in F1 due anni fa, non ha mai dovuto cimentarsi nel pit stop inclusivo di rifornimento benzina: &ldquo;Non ho mai provato ma sarei curioso&rdquo;.  Mentre il consenso di Hamilton &egrave; scontato, visto che l&rsquo;inglese &egrave; un che ha dovuto soffrire per imparare a frenare il proprio istinto di velocista che lo spingerebbe a guidare al 110% ogni volta maltrattando le gomme. E infatti ha impiegato due o tre anni per abituarsi a domare la F1 col pieno e anche il primo anno con Mercedes ha avuto le sue difficolt&agrave; con la gestione delle gomme col carico di benzina.  La voce pi&ugrave; contraria - ed autorevole nello stesso tempo - &egrave; quella di Button, ormai il &ldquo;senatore&rdquo; della F1 per esperienza e analisi riflessiva. &ldquo;Non si pu&ograve; dire semplicemente s&igrave; o no ai rifornimenti, ma va fatta un&rsquo;analisi pi&ugrave; profonda. Dal punto di vista delle gare era grandioso: potevi inventarti stravolgere la tua tattica e assorbire il problema. Ma ora &egrave; diverso. E c&rsquo;&egrave; sempre l&rsquo;aspetto della sicurezza che &egrave; il motivo per cui vennero aboliti nel 2010. Oltre a quello dei costi eccessivi. Quindi bisogna tener conto di tutte queste variabili prima di pronunciarsi&rdquo;.  Button invece sottolinea la positivit&agrave; di un altro aspetto della F1 del passato che ora lo Strategy Group vuole reintrodurre: quello delle monoposto pi&ugrave; larghe di carreggiata e di gomme. &ldquo;Il migliore anno in assoluto per noi piloti &egrave; stato il 2004 con motori V10 potentissimi, ls guerra di gommisti che hanno portato allo sviluppo di pneumatici molto efficaci. Una stagione grandiosa! Ma i costi allora erano elevatissimi e non so in che direzione ci possano portare in futuro queste proposte&rdquo;.

A favore Raikkonen, Hamilton, Grosjean e Bottas. Ma Jenson invita a riflettere sulla sicurezza

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