Marburg, Germania. Per due anni sar&agrave; met&agrave; da non mancare per i tifosi del Kaiser. Una mostra dedicata a Schumacher, con le monoposto dei suoi trionfi e oggetti finora mai esposti in pubblico. L&rsquo;inaugurazione &egrave; stata, per&ograve;, l&rsquo;occasione buona per ascoltare le parole di Sabine Kehm, dopo un lunghissimo periodo senza notizie ufficiali sullo stato di salute di Michael. Mesi nei quali si sono registrati gli ormai consueti &ldquo;gossip&rdquo; di chi ha notizie pi&ugrave; o meno dirette, mai per&ograve; un aggiornamento che provenisse dalla famiglia. Da ultimo &egrave; stato il presidente Montezemolo a esprimersi, dicendo che le notizie su Schumi non erano buone, frasi alle quali non &egrave; seguito un commento della portavoce.  Sulla linea di comunicazione scelta dalla famiglia Schumacher e affidata a Sabine Kehm, Willi Weber, storico manager del pilota, ha commentato con toni critici, perch&eacute; una maggior trasparenza, aggiornamenti periodici sullo stato di salute del campione tedesco, avrebbero sgomberato il campo da ogni illazione e restituito un quadro chiaro ai tanti tifosi che hanno a cuore le sorti di Schumi.    C&rsquo;&egrave; la speranza mai sopita di un ritorno alla normalit&agrave; in futuro, qualunque cosa voglia dire &ldquo;normalit&agrave;&rdquo;, e la Kehm ha ribadito a Marburg l&rsquo;auspicio che &laquo;attraverso il continuo supporto e pazienza, un giorno sar&agrave; di nuovo con noi&raquo;.  Non parla dei progressi compiuti, di quale sia lo stato attuale a oltre 2 anni dall&rsquo;incidente sulle nevi di Meribel, e quasi un anno e mezzo dal ritorno nella sua residenza in Svizzera, con un&rsquo;equipe medica dedicata che lo segue nella lenta fase riabilitativa. Non si muove autonomamente e non parla, mentre &egrave; in grado di muovere gli occhi. E&rsquo; il poco che si sa sull&rsquo;attuale vita di Schumi.  &laquo;E&rsquo; uno dei piloti pi&ugrave; vincenti della storia e, in giorni come questo, &egrave; bene ricordarlo. La mostra ravviva il ricordo dei tempi in cui Michael correva con Ferrari, Mercedes e Benetton. Non &egrave; qui con noi e ovviamente ci manca, sappiamo cos&rsquo;&egrave; accaduto e non possiamo cambiare il passato. Dobbiamo accettarlo e sperare che torner&agrave; un giorno con noi; le corse erano la sua vita e nessuno pi&ugrave; di lui avrebbe voluto essere qui&raquo;, le poche parole pronunciate all&rsquo;inaugurazione della mostra, alla quale hanno partecipato circa 200 persone, tra cui la moglie Corinna, i figli, il padre Rolf e Norbert Haug, ex responsabile dei motori Mercedes e al fianco di Schumi nelle ultime stagioni in Formula 1 con il team mdi Stoccarda.  Fabiano Polimeni

All&rsquo;inaugurazione della mostra di Marburg, la portavoce non ha aggiunto dettagli sulle attuali condizioni del campione

Schumacher, Kehm: Speriamo torni con noi

C&rsquo;&egrave; un messaggio che pi&ugrave; di ogni altro ha fatto piacere ricevere a Maurizio Arrivabene dopo la vittoria della Ferrari nel Gran premio di Malesia. Il prefisso &egrave; tedesco e l&rsquo;sms arriva dalla Svizzera, da Losanna. Sabine Kehm &ndash; secondo quanto riporta Sport Bild &ndash; il mittente. La portavoce di Michael Schumacher avrebbe seguito la corsa dalla residenza del campione di Kerpen e sulla vicenda Arrivabene commenta: &laquo;Ho provato a mantenere il sangue freddo per tutto il tempo, poi un messaggio mi ha fatto piangere&raquo;.  Una vittoria ricca di particolari che, pur nella loro inutilit&agrave; se analizzati sotto il profilo prestazionale, sono carichi di emozioni. Era dal 2006 che sul podio non risuonavano insieme l&rsquo;inno tedesco e quello italiano, cos&igrave; come era inevitabile che al primo successo di Vettel saltassero fuori con ancor pi&ugrave; forza le similitudini forzate tra lui e Schumi. &laquo;Entrambi condividono la medesima impostazione culturale rivolta alla perfezione, e l&rsquo;hanno portata in Ferrari&raquo;, ribadisce Arrivabene, che pi&ugrave; volte ha recentemente evidenziato il metodo di lavoro assai vicino tra i due campioni. Le immagini della gara in Malesia   A raffreddare l&rsquo;entusiasmo ferrarista, per&ograve;, arrivano le considerazioni di quanti sono convinti che la vittoria di Sepang sia un episodio figlio di condizioni ben precise, difficilmente riscontrabili in futuro. Ad esempio, Mika Hakkinen. &laquo;Le mescole selezionate dalla Pirelli per la Malesia si adattavano molto meglio alla Ferrari che non alla Mercedes. Non saranno una minaccia seria in ogni gara, tuttavia, non vedremo pi&ugrave; le Mercedes dominare come lo scorso anno&raquo;, ha detto a Hermes.  Anche Bottas e Marko sono concordi nell&rsquo;individuare nel fattore gomme l&rsquo;elemento chiave della vittoria Ferrari, con l&rsquo;austriaco che aggiunge: &laquo;Non direi che la Ferrari sar&agrave; competitiva ovunque, come lo &egrave; stata in Malesia; Sepang &egrave; anche una delle piste preferite da Vettel, &egrave; stato l&rsquo;unico circuito sul quale l&rsquo;anno scorso fu chiaramente pi&ugrave; veloce di Ricciardo&raquo;.  Se avranno ragione gli scettici o meno, lo dir&agrave; Shanghai, pronta con un tracciato dalla configurazione simile a Sepang, ma dalle temperature fortemente diverse, come diverse saranno le mescole Pirelli elette &ndash; morbide e medie &ndash; le stesse dell&rsquo;Australia.  f.p. Le immagini del trionfo Ferrari in Malesia   &nbsp;

Sabine Kehm ha inviato un sms al team principal dopo la vittoria, che Hakkinen e Marko ridimensionano nella portata

Arrivabene, complimenti da casa Schumacher

Da Barcellona: Roberto Chinchero  Quasi un&rsquo;ora di rivelazioni e commenti. Maurizio Arrivabene si &egrave; concesso ai media nella pausa pranzo dei test di Barcellona, rivelando molti retroscena e radiografando nel dettaglio l&rsquo;attuale momento ferrarista. Autosprint vi anticipa uno degli aneddoti pi&ugrave; gustosi, ovvero come la Ferrari &egrave; riuscita a portare a Maranello Sebastian Vettel.  &laquo;Non ho mai raccontato retroscena sui piloti &ndash; ha spiegato Arrivabene - ma voglio chiarire come &egrave; avvenuto l&rsquo;arrivo a Maranello di Sebastian Vettel. Quando &egrave; stato chiaro che Fernando Alonso aveva concluso la sua esperienza in Ferrari c&rsquo;&egrave; stato un momento di &ldquo;impasse&rdquo;. C&rsquo;era gi&agrave; il nome di Vettel in cima alla lista, quindi (anche il mio ruolo era ancora quello di sponsor) mi sono permesso di fare una telefonata a Sabine Kehm, la manager di Michael Schumacher, che conosce bene Vettel. Ho chiesto a Sabine quale fosse in quel momento la situazione di Sebastian, e mi ha confermato che era ancora incerto sul da farsi. Sabine gli ha parlato, descrivendogli la Ferrari che aveva conosciuto ai tempi di Michael, la stessa che mi sto impegnando a ricreare sul fronte dello spirito di quadra. Quello &egrave; stato un primo passo, poi la telefonata fondamentale &egrave; stata quella fatta dal Dottor Marchionne. Dopo quella chiamata ha preso forma il tutto&raquo;.  Roberto Chinchero

Maurizio Arrivabene ha rivelato come la Ferrari ha convinto Sebastian Vettel a sposare la Scuderia

Kehm figura chiave per Vettel in &ldquo;rosso&rdquo;

&ldquo;Il 13 novembre 1994 &egrave; un giorno particolare nella carriera di Michael Schumacher&rdquo;. Inizia cos&igrave; il comunicato della sua manager, Sabine Kehm. Il 13 novembre di vent&rsquo;anni fa, ad Adelaide in Australia, Michael vinse il primo di sette mondiali di Formula Uno. Con la Benetton-Ford, battendo la Williams-Renault di Damon Hill in modo incredibile, come incredibile - e tragica - era stata tutta quella stagione.  Schumacher fin&igrave; fuori in una curva, in un attimo cap&igrave; che la vettura era danneggiata, si ributt&ograve; dentro e Hill, per cercare di superarlo, gli fin&igrave; addosso e ruppe la sospensione, ritirandosi ai box. Di quella domenica rimangono immagini impresse nella memoria: quelle di Michael che, tornato improvvisamente ragazzino, innaffiava i compagni di team con gavettoni a raffica. Mentre Hill rivedeva sconsolato le immagini dell&rsquo;incidente in tv.  &ldquo;Vogliamo prendere questa data come spunto per riattivare la sua homepage&rdquo;, scrive Sabine. La pagina di MIchael (www.michael-schumacher-de) per adesso &egrave; rimasta silenziosa. Da domani, gioved&igrave; 13, riapre. Questo non vuole dire, purtroppo, che ci siano novit&agrave; significative nel recupero del campione. La riabilitazione, a quasi undici mesi dall&rsquo;incidente, continua nella sua villa di Gland, in Svizzera. Ma i tempi, lo sappiamo, saranno molto lunghi.  Alberto Antonini

Con la ricorrenza del primo mondiale riapre gioved&igrave; 13 la homepage del campione

Schumacher 20 anni dopo

Sabine Kehm, storica addetta stampa di Michael Schumacher, ha diramato oggi un comunicato stampa di poche righe. Doveva essere la comunicazione del trasferimento del campione tedesco dalla clinica di Grenoble, nella quale &egrave; stato ricoverato per oltre cinque mesi, in un centro medico tedesco, ma nella seconda riga ecco la splendida notizia: &ldquo;Non &egrave; pi&ugrave; in coma&rdquo;.  Il testo dice integralmente: "Michael ha lasciato il reparto intensivo&nbsp;dell'ospedale&nbsp;di Grenoble per continuare la sua lunga fase di riabilitazione. Non &egrave; pi&ugrave; in coma. La sua famiglia vuole ringraziare i dottori che l'hanno curato, infermieri e terapisti di Grenoble e tutti quelli che l'hanno aiutato e che dal primo momento&nbsp;dell'incidente hanno svolto un lavoro eccezionale in questi mesi. Per il futuro chiediamo di comprendere che la sua riabilitazione si svolger&agrave; lontano dagli occhi del pubblico".  Non sono stati forniti altri dati in merito alle sue condizioni, ma solo specificato che la famiglia non terr&agrave; alcuna conferenza stampa e che il lungo processo di riabilitazione sar&agrave; affrontato lontano dagli occhi del pubblico in una localit&agrave; riservata.  Sono passati esattamente 168&nbsp;giorni dall'incidente del 29 dicembre, quasi sei mesi pieni. Un periodo di coma&nbsp;lunghissimo. Questo &egrave;&nbsp;il primo passo di un lungo cammino ancora da svolgere. Qualcuno ha parlato anche di sua 92&deg; vittoria, riferendosi ai successi conquistati&nbsp;sulle piste. Ma&nbsp;prima di lasciarsi andare a facili&nbsp;entusiasmi,&nbsp;&egrave; giusto fare alcune considerazioni realistiche.  La premessa&nbsp;&egrave; che con questo trasferimento in una localit&agrave; appositamente&nbsp;attrezzata (si parla di una clinica di Losanna)&nbsp;o addirittura a casa sua in Svizzera, in locali appositamente attrezzati - adesso&nbsp;il processo di &ldquo;risveglio&rdquo; definitivo potrebbe iniziare davvero. La decisione di trasferirlo &egrave; stata presa perch&eacute; ormai da alcune&nbsp;settimane&nbsp;stando a quanto aveva detto Sabine,&nbsp;Michael reagisce pi&ugrave; concretamente agli&nbsp;stimoli, in qualche maniera riuscirebbe - si dice -&nbsp;a comunicare con l'ambiente circostante e con la moglie, e in certi momenti ha gli occhi aperti e sentirebbe le voci. Questo significa che non &egrave; pi&ugrave; un paziente in coma. Ma da qui a definirlo completamente cosciente, &egrave; molto&nbsp;diverso.&nbsp;Purtroppo, non &egrave; affatto detto che il periodo di risveglio possa risultare&nbsp;&nbsp;completo. Il trasferimento in un&rsquo;altra struttura di riabilitazione significa semplicemente che Michael non ha pi&ugrave; bisogno delle macchine per le funzioni vitali. Il suo corpo respira autonomamente assumendo l&rsquo;ossigeno di cui ha bisogno, ma si tratta di funzioni involontarie, non comandate dal cervello.  &Egrave; ormai&nbsp;chiaro che le lesioni cerebrali sono avvenute anche in profondit&agrave;. Questo significa che sulla possibile ripresa di Schumacher permangono tantissime incertezze. La rivista tedesca &ldquo;Bunte&rdquo; ha parlato anche di possibili crisi epilettiche, dovute anche al fatto che Michael aveva gi&agrave; subito traumi al capo con la caduta in moto, del 2009 quando correva nella Superbike tedesca.  Nessuno pu&ograve; dire con certezza se ci saranno miglioramenti, a parte quelli fisiologici, nelle sue condizioni. Comunque, anche se sono ormai passati sei mesi dall&rsquo;incidente, esistono casi di &ldquo;risveglio&rdquo; anche in tempi pi&ugrave; lunghi. &laquo;In questi casi - dicono i medici - &egrave; molto importante la vicinanza delle persone care, che tengano la mano del paziente, che gli parlino&raquo;. ll viaggio verso la speranza potrebbe essere molto lungo.  Roberto Chinchero e Alberto Antonini

Michael trasferito dalla clinica di Grenoble ad un centro riabilitativo. La notizia arriva dalla sua addetta stampa. Ma attenzione ai facili entusiasmi

Schumacher non &egrave; pi&ugrave; in coma!

Michael Schumacher &ldquo;ha dato piccoli segni di miglioramento, che ci incoraggiano a sperare&rdquo;. Per la prima volta dall&rsquo;incidente del 29 dicembre scorso la manager di Michael, Sabine Kehm, &egrave; apparsa in un talk show televisivo per parlare delle condizioni del pi&ugrave; grande campione della F.1.  &ldquo;Ci sono piccoli momenti di coscienza, di risveglio e di veglie&rdquo;, dice l&rsquo;ex giornalista tedesca. &ldquo;Il cervello umano &egrave; un mistero. Ogni caso&nbsp; un caso a s&eacute;, le prognosi sono impossibili&rdquo;.  Sabine ha poi attaccato gli &ldquo;esperti&rdquo; che avevano formulato, appunto, prognosi a distanza. Circa le dichiarazioni di Jean Alesi, che avrebbe detto di avere visitato pi&ugrave; volte Michael in clinica, vedendo in lui segni di reazione agli stimoli, la Kehm precisa che Alesi &egrave; stato in clinica a Grenoble una volta sola, e certe dichiarazioni gli sarebbero state estorte dai media. In queste settimane ci sono stati, ha confermato la portavoce, tentativi di &ldquo;Intrusione&rdquo;, con un giornalsita che si era travestito da medico.  Nessuno ha scattato - o fatto circolare - foto del campione in coma, ma all&rsquo;incontro tv il direttore di &ldquo;Sport Bild&rdquo; ha detto: &ldquo;Se anche ci fossero, certe foto non avrebbero mercato. Nessuno vorrebbe pubblicarle&rdquo;. Parole sue.  Infine, riguardo alla possibilit&agrave; che Michael venga trasferito in un&rsquo;altra struttura, una volta scongiurato il pericolo di vita, Sabine ha precisato che, se si far&agrave;, sar&agrave; una faccenda totalmente privata.

La manager in tv: piccoli segnali incoraggianti

&ldquo;Schumacher d&agrave; segni di risveglio&rdquo;

La scorsa settimana sono circolate tante illazioni pi&ugrave; o meno "gonfiate" su Schumacher ma Autosprint ha scelto gi&agrave; da tempo la linea editoriale di non seguire n&eacute; incoraggiare queste speculazioni sulla vita di Michael e di riportare solo notizie certe, verificate e provenienti da fonti ufficiali: la famiglia, i medici, la portavoce di Schumacher.  La novit&agrave; di questi giorni, mentre la F.1 &egrave; in Bharain per il Gran Premio &egrave; che &egrave; intervenuta ufficialmente sulla vicenda, Sabine Kehm, portavoce della famiglia Schumacher. Non ha commentato le recenti voci di trasferimento, piuttosto ha fatto capire che non sono d'attualit&agrave;, e ha invece diffuso testualmente la seguente informazione: "Michael sta facendo progressi. Al momento mostra momenti di coscienza e di risveglio. Siamo&nbsp;costantemente al suo fianco assieme a tutta l'equipe dell'ospedale di Grenoble durante questa lunga battaglia e restiamo fiduciosi".  Questa dichiarazione, pur coincisa, d&agrave; una ventata di sollievo a tanti scenari foschi che invece erano stati dipinti nei giorni scorsi. Mentre si avvicinano i 100 giorni dall'incidente sugli sci, Schumacher continua la sua lotta nel letto dell'ospedale di Grenoble e tutto lascia pensare che per adesso l&igrave; tester&agrave; per proseguire le cure. Quindi non sono vere le voci di un trasferimento a breve dall'ospedale francese ed &egrave; altrettanto smentito che la moglie stia costruendo o allestendo qualche genere di camera ospedaliera attrezzata per lunghe degenze nella residenza svizzera di Schumacher per trasferirlo l&agrave;.

La famiglia rompe il silenzio per dare una notizia che apre un lieve spiraglio di ottimismo

La portavoce di Schumacher: "Ci sono segni di risveglio"

Dopo giorni di illazioni, arriva un comunicato da Sabine Kehm, la portavoce di Michael Schumacher ricoverato dal 29 dicembre scorso nella clinica di Grenoble dopo l&rsquo;incidente sugli sci.  &laquo;Siamo e restiamo fiduciosi che Michael possa farcela e risvegliarsi. Ci sono sempre piccoli segnali che ci fanno coraggio. Ma sappiamo anche che dobbiamo avere pazienza&raquo;.  Michael ha riportato lesioni molto serie. Per tutti noi questo &egrave; difficile da comprendere, anche perch&eacute; si &egrave; trattato di un incidente cos&igrave; banale, dopo che in passato aveva superato tante situazioni rischiose.  Dall&rsquo;inizio &egrave; apparso chiaro che sar&agrave; una battaglia lunga e difficile. Lottiamo insieme ai medici, di cui abbiamo totale fiducia. Non importa quanto ci vorr&agrave;.  &Egrave; bello vedere quanta partecipazione sia rivolta alla sua famiglia, e posso dire che la famiglia ne &egrave; grata. Ma non bisogna dimenticare che questa &egrave; una circostanza molto privata e delicata per la famiglia di Michael. E che lui aveva sempre tutelato e protetto la sua vita privata rispetto all&rsquo;opinione pubblica.  Cerchiamo di far convergere tutte le nostre energie verso Michael. Crediamo fermamente che questo possa aiutarlo a vincere anche questa battaglia&raquo;.

&laquo;Piccoli segnali ma sappiamo che ci vorr&agrave; tempo&raquo;

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