        A vederlo da bordo strada, un altro sport, un altro passo, un'altra fame: Nicolay Gryazin ha dominato il 51. San Marino Rally, quarto atto del Campionato Italiano Assoluto Rally e seconda prova del Tricolore Terra. Il veloce pilota russo, abituale protagonista del Wrc 2, ha infilato uno scratch dopo l'altro e ha cos&igrave; replicato il successo dello scorso anno, con una vittoria che non &egrave; mai stata realmente in discussione fin dai primi chilometri del sabato. Se ieri era stato Paolo Andreucci il migliore nella veloce prova in diretta televisiva, oggi non c'&egrave; mai stata realmente storia e a nulla &egrave; valso nemmeno il cambio dell'ordine di partenza ai riordini, messo in atto &ndash; come da regolamento &ndash; per non penalizzare troppo chi deve partire per primo sulla ghiaia in una gara cos&igrave; corta e tirata. Alle spalle di Gryazin ha chiuso Andrea Crugnola, cha ha battuto in volata l'eterno Paolo Andreucci, che a 58 anni conferma di essere sempre velocissimo e appassionato pi&ugrave; di tanti giovani. Il campionissimo ci ha provato, ma di fronte allo strapotere del russo nulla ha potuto, ma &egrave; riuscito comunque ad artigliare un secondo posto preziosissimo, soprattutto guardando alla classifica dell'Italiano Terra, del quale &egrave; sempre pi&ugrave; leader. Il secondo gradino del podio &ndash; ma primo posto tra i piloti in corsa per l'Assoluto &ndash; per Andrea Crugnola ha un grande valore: il Campione Italiano 2022, dopo avere ottenuto tre vittorie tra Ciocco, Alba e Targa Florio, qui ha dovuto accontentarsi della medaglia di argento nell'assoluta, ma ha comunque raccolto i punti pieni in campionato ed &egrave; riuscito a muovere ancora in suo favore una classifica che a met&agrave; stagione appare gi&agrave; sin troppo chiara. Per lui battere di un decimo di secondo Andreucci equivale a una vittoria, visto che gli ha permesso di marcare punteggio pieno. Nel bel confronto tra Fabio Andolfi e Giandomenico Basso, alla fine l'ha spuntata il ligure, con Basso che &egrave; uscito di strada nella punultima prova, raccogliendo cos&igrave; zero punti per un campionato che si fa sempre pi&ugrave; difficile.&nbsp;  La classifica finale del 51. San Marino Rally: 1. Gryazin-Aleksandrov (Skoda Fabia R5 Evo) in 53'11.6; 2. Crugnola-Ometto (Citroen C3 R5) a 32.0; 3. Andreucci-Briani (Skoda Fabia R5 Evo) a 32.1; 4. Andolfi-Gonella (Skoda Fabia R5 Evo) a 42.9; 5. Ciuffi-Cigni (Skoda Fabia R5 Evo) a 1'10.5; 6. Oldrati-De Guio (Skoda Fabia R5 Evo) a 1'46.6; 7. Scandola-Michi (Skoda Fabia R5) a 2'11.1; 8. Panzani-Pinelli (Skoda Fabia R5) a 2'12.6; 9. Vagnini-Musiari (Skoda Fabia R5) a 2'16.2; 10. Tonso-Bizzocchi (Skoda Fabia R5) a 2'51.0.       

Il pilota russo mette tutti in fila all'ombra del Titano, mentre Crugnola allunga deciso nel Tricolore. Bene Andreucci sempre al vertice del campionato Terra

Un Gryazin da urlo domina il San Marino

        Destini che si incrociano e leader che comandano: il Rally di San Marino, quarta prova del Campionato Italiano Rally Assoluto e seconda prova del Tricolore Terra, &egrave; iniziato sotto il segno di chi comanda entrambi i campionati. Nella corta prova speciale televisiva, che ha aperto oggi pomeriggio la gara nell'antica terra della libert&agrave;, hanno fatto la differenza Paolo Andreucci e Andrea Crugnola. Il primo - in vetta al Tricolore Terra - ha infatti firmato il miglior tempo assoluto con Rudy Briani alle note sulla Skoda Fabia gommata MRF. Il campionissimo toscano ha dato spettacolo sui due km cronometrati e con una guida decisamente aggressiva ha messo in fila tutta la concorrenza, chiarendo fin dai primi metri di avere ambizioni assolute anche per scrivere un'altra volta il proprio nome nell'albo d'oro del San Marino, che ha vinto per l'ultima volta nel 2015. Alle sue spalle, ottima prova per Andrea Crungola e Pietro Elia Ometto, che con la Citroen C3 Rally 2 hanno affermato - per l'ennesima volta - la loro leadership nel Tricolore Assoluto. L'equipaggio della F.P.F. Sport &egrave; stato l'unico a marcare punti validi per la Power Stage del CIAR, visto che tutti i diretti rivali non sono riusciti a inserirsi tra le prime tre posizioni assolute. Terzo tempo di giornata per Giacomo Costenaro e Justin Bardini, bravi a contenere il distacco dai primi due e capaci di mettersi alle spalle sia Fabio Andolfi sia il sempre veloce russo Nicolay Gryazin. Domani altre otto speciali, prima dell'arrivo finale a San Marino, previsto per le 19:00. La classifica della Power Stage del 51. San Marino Rally: 1. Andreucci-Briani (Skoda Fabia R5 Evo) in 1'23.078; 2. Crugnola-Ometto (Citroen C3 R5) a 0.418; 3. Costenaro-Bardini (Skoda Fabia R5 Evo) a 1.139; 4. Andolfi-Gonella (Skoda Fabia R5 Evo) a 1.337; 5. Gryazin-Aleksandrov (Skoda Fabia R5 Evo) a 1.493; 6. Basso-Granai (Skoda Fabia Rally 2 Evo) a 2.271; 7. Dati-Ciucci (Skoda Fabia Rally 2 Evo) a 2.813; 8. Tali-Frau (Skoda Fabia R5) a 3.179; 9. Ciuffi-Cigni (Skoda Fabia R5 Evo) a 3.488; 10. Oldrati-De Guio (Skoda Fabia R5 Evo) a 3.568.       

Il leader del Tricolore Terra davanti a tutti nella prima speciale all'ombra del Titano. Crugnola unico a punti in Power Stage

Andreucci subito in testa al San Marino

        C'era una freddezza quasi disumana, in quell'umanissimo dolore che ti accompagna di fronte ad un lutto cos&igrave; grande. Era cos&igrave; per Michael Schumacher, era cos&igrave; per suo fratello Ralf, nel fine settimana pi&ugrave; difficile delle loro carriere. Quello in cui, mentre si sfidavano in pista, mamma Elisabeth si apprestava a lasciare questo mondo. Era il 2003, il 20 aprile. GP di San Marino ad Imola. Era Pasqua, quel giorno. La Pasqua pi&ugrave; triste che i fratelli Schumacher abbiano mai vissuto in vita loro. Perch&eacute; all'alba di quella giornata, la loro madre perdeva la battaglia che stava portando avanti da parecchio tempo. Si era spenta, in una clinica a Colonia, dopo aver ricevuto l'estremo saluto dai suoi due figli. Un saluto in un sabato surreale, per tanti e tanti motivi.  Sfoglia per leggere &nbsp; L'ultimo saluto Michael e Ralf si erano recati ad Imola, quarto appuntamento del mondiale, perfettamente coscienti della situazione. L'inizio di campionato non era stato granch&eacute; per nessuno dei due: 8 punti ciascuno in tre gare, -16 dal leader in classifica Kimi Raikkonen. Zero podi in tre gare per Michael: mai gli era successo da quando era sbarcato sul pianeta Ferrari (e mai gli sarebbe pi&ugrave; accaduto fino all'ultima stagione a Maranello). Per&ograve; ad Imola, ultima prova per la mitologica F2002 (come consuetudine, la Ferrari avrebbe portato la nuova vettura solo dopo le prime gare del campionato), a Michael e Ralf della classifica interessa poco: c'&egrave; mamma Elisabeth che si sta spegnendo. Sono stati a lungo al suo capezzale nei giorni precedenti, e sanno gi&agrave; che il telefono sar&agrave; caldo, in quel fine settimana. Come diamine facciano a portare a casa la prima fila in qualifica (pole di Michael, Ralf 2&deg; a 14 millesimi) lo sanno solo loro: ma sanno anche che al posto del consueto rituale c'&egrave; un aereo privato che li aspetta. Le condizioni della mamma sono in peggioramento: sono le ultime ore di Elisabeth, e questa &egrave; l'unica certezza. Fanno un viaggio lampo a Colonia, andata ed immediato ritorno ad Imola, per darle l'ultimo saluto. Lasciano la clinica sapendo che non la rivedranno pi&ugrave;.&nbsp;  Sfoglia per leggere &nbsp; Hanno deciso: corrono Eppure tornano. Si parlano. Parlano con le loro squadre, mentre i loro capi, Jean Todt e Frank Williams, lasceranno a loro e loro soltanto l'ultima decisione se prendere il via o meno. Rientrano a tarda sera, al mattino arriva la notizia che nessuno vorrebbe mai sentirsi dire, quella stessa notizia che per&ograve; sanno, ormai, sia solo questione di tempo. All'alba la certezza: il cuore di mamma Elisabeth ha smesso di battere. Se ne stanno chiusi nei loro van, ma hanno deciso: correranno. Supportati dalle loro squadre: per Jean Todt Michael &egrave; un fratello minore, Ralf invece si ritrova tutta la squadra fuori dal motorhome non appena scese le scale. Sono immagini surreali, per un GP di F1. Poi comincia il rituale. Tuta, scarpe, casco, guanti. E via in macchina. Dopo la qualifica, la gara. E non &egrave; tanto la cronaca di quella corsa, ad essere indimenticabile, ma l'esecuzione di due fratelli che, in qualche modo, riescono ad avere la freddezza per affrontare 62 giri di gara. Al via parte meglio Ralf, Michael aspetta con una strategia migliore e vince: Ralf &egrave; 4&deg;, battuto nel gioco delle soste da Raikkonen ed in pista, alla Tosa, da Barrichello. Ma hanno vinto entrambi, quel giorno: Michael e Ralf.  Sfoglia per leggere &nbsp; Imola con Michael (e Ralf) Ralf scompare una volta uscito dalla vettura, a Michael lo aspetta la pi&ugrave; triste cerimonia del podio che si possa immaginare. Rubens lo abbraccia in parco chiuso, Jean Todt fa lo stesso. La squadra, oltre le transenne, applaude. Michael, apparentemente di ghiaccio, va sul podio. Con il lutto al braccio, il volto tirato, la mascella serrata, gli occhi pieni di dolore. Michael, timido e riservato per gli aspetti personali, non vuole cedere ed in qualche modo trattiene le lacrime. Suonano gli inni, tedesco ed italiano, per la prima volta in stagione. Ma non c'&egrave; niente da festeggiare: pure in un autodromo che dopo un brutto avvio di campionato ha capito che anche per quest'anno la Ferrari ci sar&agrave;, c'&egrave; un'aria strana, un'empatia totale per quel fuoriclasse tanto amato ma mai cos&igrave; umano come quel giorno. Si prova a rispettare un dolore indicibile, quel dolore che Michael si porta via insieme ad una coppa ed una bottiglia di champagne rimasta, ovviamente, piena fino all'orlo. Quella di Imola 2003 resta una delle prove di forza, quantomeno mentali, pi&ugrave; impensabili che ci siano. Fu un dolore enorme, quella domenica, come purtroppo pu&ograve; capire chiunque ci sia passato. Dove abbiano trovato la lucidit&agrave; per portare a termine il loro mestiere, che con tutto il rispetto per chi fa altrettanto nel quotidiano non &egrave; propriamente un mestiere come gli altri, &egrave; la domanda senza risposta di quei giorni tristi. La certezza era una sola, quella che li spinse entrambi a correre: "Lei avrebbe voluto cos&igrave;".        

Ad Imola, nel 2003, i fratelli Schumacher vivono la Pasqua pi&ugrave; triste della loro vita ed il weekend pi&ugrave; difficile della loro carriera, perch&eacute; mamma Elisabeth se ne sta andando; eppure, decidono di correre ugualmente

GP San Marino 2003, Michael e Ralf Schumacher: questo è per te, mamma!

        Certezze, poche. L&rsquo;unica, granitica, robusta e inattaccabile porta il nome e i colori di Umberto Scandola. Davanti a tutti quasi sempre, veloce quando s&rsquo;&egrave; trattato di pestare secco sul chiodo, accorto quando &egrave; stato pi&ugrave; saggio raccogliere i frutti di una giornata passata in gran parte a far la lepre. Il veronese della Hyundai ha vinto e convinto, s&rsquo;&egrave; lasciato alle spalle in fretta la trasferta in Polonia in cui aveva tutto fuorch&eacute; brillato, ha messo in saccoccia punti pesanti per il Tricolore Terra e s&rsquo;&egrave; dato una gran bella lustrata al morale. Dietro, il diluvio. Al termine di una gara s&igrave; cortissima ma mai cos&igrave; tanto piena di imprevisti, colpi di scena e polemiche (che nei rally Tricolori non mancano mai&hellip;) sono in tanti - troppi - ad aver da recriminare. L&rsquo;elenco di quelli che ripartono da San Marino leccandosi le ferite &egrave; lungo e parte da Paolo Andreucci e Simone Campedelli. Il primo ha pagato due minuti di penalit&agrave; per un anticipo a un controllo orario, l&rsquo;altro ha forato nell&rsquo;inferno di Sestino e nel tempo imposto attribuito (dato che poi la speciale &egrave; stata sospesa con bandiera rossa per l&rsquo;uscita di strada di Costenaro) si &egrave; visto aggiungere pure i minuti impiegati per sostituire la ruota. Decisione che ha fatto discutere, ma che formalmente si pu&ograve; considerare corretta. Con Andreucci e Campedelli alla fine tagliati fuori dai giochi per la vittoria, nel tabellone finale hanno scalato qualche posizione tutti quelli che fino a quel momento avevano inseguito pi&ugrave; da lontano. Ci ha guadagnato soprattutto Fabio Andolfi, al rientro dopo i problemi di salute che lo hanno costretto a saltare il Targa Florio e bravissimo a ritrovare in fretta il ritmo dei migliori, nonostante una condizione fisica ancora ben lontana dalle migliori. Il talento ligure &egrave; stato alla fine il migliore tra gli iscritti al Tricolore, dove con i punti guadagnati qua ha fatto un passo talmente grande in classifica da essere ora primo in campionato, in un tabellone che &egrave; comunque parecchio corto e che vede Basso e Breen in scia. Male, malissimo &egrave; andata invece a Giandomenico Basso e Andrea Crugnola. Il campione in carica si &egrave; ritirato prima del termine consegnando la tabella al controllo orario della penultima speciale, mentre l&rsquo;ufficiale Hyundai non ha visto il traguardo per colpa di un ammortizzatore finito k.o. Giornata da ricordare tra le cose belle invece per il giovanissimo boliviano Bruno Bulacia, sul podio di San Marino dopo una gara giudiziosa e condotta sempre con grandissima concentrazione. La classifica del 49. San Marino Rally: 1. Scandola-D'Amore (Hyundai i20 R5) in 1.00'06"9; 2. Andolfi-Savoia (Skoda Fabia R5) a 30"6; 3. Bulacia-Der Ohannesian (Skoda Fabia R5) a 1'00"1.       

In una gara piena di colpi di scena il pilota della Hyundai fa la differenza e vince davanti a Fabio Andolfi, che &egrave; il nuovo leader del Campionato Italiano Assoluto. Male Basso e Crugnola

Scandola trionfa al San Marino e allunga in vetta al Tricolore Terra

        Chi ben comincia, eccetera eccetera. Un motto che vale in modo particolare per la Power Stage del Rally di San Marino, quarta gara del Campionato Italiano Rally 2021, primo banco di prova sulle strade bianche per i piloti del Tricolore e soprattutto prima delle tre gare a coefficiente maggiorato, capace dunque di assegnare punti particolarmente pesanti per la classifica del CIR.&nbsp; Punti che per&ograve; nella Power Stage televisiva del venerd&igrave; pomeriggio sono stati assegnati soltanto ad Andrea Crugnola, che col suo terzo tempo assoluto ne ha raccolti 1,5 mentre quelli della vittoria e del secondo posto non sono stati distribuiti, visto che i primi due tempi assoluti li hanno fatti segnare due piloti iscritti al Tricolore Terra e non all'Italiano Assoluto. Sofismi matematici che per&ograve; nulla tolgono ai gran numeri di traverso fatti vedere da Umberto Scandola e Paolo Andreucci, che sui poco pi&ugrave; di due km alle porte di San Marino hanno fatto la differenza, rifilando distacchi evidenti a tutti gli altri. Loro, invece, hanno chiuso divisi da molto meno di un battito di ciglia: 1'31"909 il tempo di Crugnola, 1'31"948 quello di Andreucci. Appena tre centesimi, un soffio che in qualunque altra prova speciale avrebbe determinato un ex aequo e che viene rilevato soltanto nelle Power Stage, cronometrate al millesimo di secondo proprio in virt&ugrave; dei punti da distribuire.&nbsp; In attesa di conoscere i veri verdetti di domani, quando sar&agrave; gara vera con le otto prove speciali in programma, va annotato l'ottimo rientro di Fabio Andolfi, che dopo aver dovuto saltare il Targa Florio per motivi di salute, si &egrave; ripresentato nel giro del Tricolore con un convincente quarto posto parziale davanti a un bravissimo Bresolin. Soltanto ottavo tempo invece per il leader del CIR Giandomenico Basso, che ha chiuso la prima speciale alle spalle di Simone Campedelli. Ancora pi&ugrave; indietro, con il dodicesimo tempo, Damiano De Tommaso, che sulle strade bianche di San Marino affronta la prima gara della sua carriera al volante di una trazione integrale. Solo spettatore - e non per sua scelta - invece Craig Breen: il pilota irlandese, secondo nella classifica provvisoria del Campionato Italiano, non &egrave; stato schierato al via da Hyundai. Una decisione discussa da molti, soprattutto nella gara che di fatto potrebbe segnare una svolta pesante negli equilibri del campionato. La classifica del Rally San Marino dopo la prima prova speciale: 1. Scandola-D'Amore (Hyundai i20 R5) in 1'31"909; 2. Andreucci-Pinelli (Skoda Fabia R5) a 0"039; 3. Crugnola-Ometto (Hyundai i20 R5) a 1"809; 4. Andolfi-Savoia (Skoda Fabia R5) a 3"196; 5. Bresolin-Pollet (Skoda Fabia R5) a 3"442; 6. Costenaro-Bardini (Hyundai i20 R5) a 3"928; 7. Campedelli-Rappa (Volkswagen Polo R5) a 4"186; 8. Basso-Granai (Skoda Fabia R5) a 4"368; 9. Andervang-Eriksson (Skoda Fabia R5) a 4"769; 10. Bulacia-Der Ohannesian (Skoda Fabia R5) a 4"812.&nbsp;       

Il pilota della Hyundai, in gara per il Tricolore Terra, si aggiudica la prima prova speciale della gara all'ombra del Titano davanti ad Andreucci e Crugnola.&nbsp;

Scandola vince la Power Stage del San Marino

        Insegui per una vita il tuo sogno e quando lo raggiungi tutto poi finisce in un attimo. E' la parabola di Roland Ratzenberger, lo sfortunato pilota austriaco perito nell'incidente di Imola il 30 aprile 1994. Come funziona il DAS. VIDEO Un fine settimana maledetto Quello di 26 anni fa &egrave; stato il fine settimana pi&ugrave; terribile della storia della Formula 1, con l'incidente di Barrichello al venerd&igrave; e la scomparsa di Roland nelle qualifiche del sabato, giunta 24 ore prima dello schianto mortale di Ayrton Senna al Tamburello, senza dimenticare l'incidente al primo via che fer&igrave; nove spettatori ed i cinque meccanici colpiti dalla gomma persa dalla vettura di Alboreto in pitlane.  Il nuovo Autosprint Gold Collection dedicato a Senna Le vicende di Roland Ratzenberger, coetaneo di Ayrton, stava disputando la terza gara della vita, a coronamento di una carriera onesta spesa ad inseguire la F1. Nato a Salisburgo, aveva cominciato con le corse in Germania, riuscendo a raggiungere prima la F3 inglese e quindi la F3000, la futura Formula Nippon (oggi Super Formula), cimentandosi anche nella 24 Ore di Le Mans. La F1 era arrivata proprio nel 1994, quando Roland era riuscito a mettere insieme un budget sufficiente per assicurarsi il sedile della Simtek, una vettura da ultime file che Roland stava portando al limite in quel sabato di Imola, quando la sua monoposto ebbe un problema che gli fece perdere il controllo spedendolo dritto contro le barriere alla curva Villeneuve. Non qualificato ad Interlagos, Ratzenberger in vita sua &egrave; dunque riuscito a prendere il via solo al Gp del Pacifico del 1994, ad Aida, seconda prova dell'anno, nella quale chiuse all'11&deg; posto. Oggi il nostro pensiero va a lui. Gp Austria, governo favorevole alla doppia gara       

Nelle qualifiche del Gp di San Marino di 26 anni fa perdeva la vita l'austriaco Roland Ratzenberger, rimasto coinvolto in un incidente causato da un problema sulla sua Simtek

Ricordando Roland Ratzenberger

Quel weekend di Imola del 1994 resterà per sempre scolpito nella memoria di tutti. Questo è solo un piccolo omaggio fotografico alla memoria di Roland Ratzenberger, il poilta austriaco tragicamente scomparso a causa di un incidente durante le qualifiche del GP di San Marino.

Roland Ratzenberger a 26 anni dalla tragedia FOTO

San Marino - &ldquo;Direi che abbiamo fatto una bella gara, no?&rdquo; Si stringe nelle spalle e sorride,&nbsp;Daniele Ceccoli. A chi gli chiede che effetto faccia, prima dell&#39;ultimo giro di prove e mentre ha gi&agrave; saldamente in mano la faccenda, guardare tutti dall&#39;alto in una gara del&nbsp;Tricolore, il pilota di&nbsp;San Marino&nbsp;risponde a modo suo. Umilt&agrave; pura quella di un ex ragazzo che non ha mai smesso di accelerare e che finalmente riesce a portarsi a casa una vittoria che vale tanto davvero. Un successo che lo ripaga di troppe sfortune e troppe amarezze mandate gi&ugrave; in passato, un successo anche pi&ugrave; importante del Trofeo Rally Terra sollevato nel 2016.  Ha vinto e convinto Ceccoli in un&#39;edizione del San Marino che, numeri alla mano, verr&agrave; ricordata come una delle pi&ugrave; dure. Un rally difficile e selettivo, che ha fatto &ldquo;vittime&rdquo; importanti. Fuori dai giochi subito Andrea Crugnola, dopo una toccata. Fuori dalla lotta della vittoria alla fine del giorno uno Umberto Scandola, a maledire la rottura di un cerchio. Fuori, di prima mattina il giorno dopo, pure Paolo Andreucci che ha lasciato la sua 208 azzoppata nel primo giro a Sestino. E poi tutta una serie di errori ed omissioni che di fatto hanno svelato un storia assai diversa da quella immaginata alla vigilia.    In tutto questo Ceccoli ha fatto quel che sa fare e lo ha fatto al meglio. Senza sbagliare niente, senza lasciare niente. Ha vinto lui e non hanno perso gli altri, insomma. Ci ha provato finch&eacute; ha potuto, Simone Campedelli, a levargli la medaglia d&#39;oro dal collo, ma pure per il ragazzo d&#39;arancione vestito, storia non ce n&#39;&egrave; stata. Il cesenate si porta a casa un secondo posto che va bene per scacciare i fantasmi dei due stop rimediati nelle ultime gare, ma che non bastano a riaprire davvero il Tricolore. &nbsp;Dove Andreucci, pure a zero all&#39;ombra del Titano, &egrave; e resta sempre pi&ugrave; leader.  Discorso diverso nel Tricolore Terra, dove la vittoria di Ceccoli e il secondo posto &ndash; tra gli iscritti alla serie - di Marchioro (bravissimo, pure lui, a fare il meglio con quello che aveva a disposizione), uniti all&#39;errore di Costenaro, rimescolano completamente le carte e promettono una seconda parte di stagione tutta da gustare.  La classifica finale del 46. San Marino Rally:  1. Ceccoli-Capolongo (Skoda&nbsp;Fabia R5) in 1.30&#39;03&rdquo;9; &nbsp;2. Campedelli-Canton (Ford Fiesta R5) a 12&rdquo;0; 3.&nbsp;Marchioro-Marchetti (Skoda Fabia R5) a 42&rdquo;0;&nbsp;4. Pietarinen-Raitanen&nbsp;(Peugeot 208 T16) a 1&#39;28&rdquo;3; 5. Trentin-De Marco (Skoda Fabia R5) a 1&#39;41&rdquo;3.  &nbsp; 

Il pilota della Repubblica del Titano batte gli specialisti del&nbsp;Tricolore e riapre il Campionato Italiano Terra

Rally San Marino: vince&nbsp;Ceccoli su Skoda, profeta in patria

SAN MARINO &ndash; Vittoria e nient&#39;altro. Era questo l&#39;unico risultato ammesso per Giandomenico Basso e per la Brc al Rally San Marino. L&#39;ex campione d&#39;Italia e d&#39;Europa doveva per forza ritrovare il successo sulla terra &ndash; che ancora non aveva conquistato da quando difende i colori del team di Cherasco &ndash; per sperare di rimanere in corsa per il titolo e cos&igrave; ha fatto. Con una prima tappa tutta all&#39;attacco e una seconda in cui ha saputo coniugare alla perfezione tattica e velocit&agrave;, il veneto ha cos&igrave; conquistato tutti i 15 punti in palio.  Un doppio successo particolarmente pesante quello di Basso, arrivato proprio nella gara caratterizzata dal passo falso di Andreucci e che gli consente di recuperare al garfagnino della Peugeot ben 11 punti. Una giornata trionfale per la Brc, che oltre al successo di Basso, gode pure per il secondo posto assoluto di Simone Campedelli: il romagnolo, anche qui in gara con la versione alimentata a Gpl della Ford Fiesta, fino all&#39;ultima speciale &egrave; stato in lizza per la vittoria parziale nella seconda tappa, ma ha dovuto suo malgrado arrendersi rallentato dalla ragion di squadra e dal consumo delle gomme.  Cos&igrave;, sul secondo gradino del podio tutto virtuale della tappa di domenica, utile solo a distribuire i punti di campionato, &egrave; salito Umberto Scandola. L&#39;ufficiale Skoda, dopo la vittoria all&#39;Adriatico, ha qui compiuto un altro importante passo per avvicinarsi ad Andreucci in testa al Tricolore. Un campionato che adesso si fa davvero incerto, guidato dallo stesso Andreucci con 57,5 punti e con Scandola a quota 56 e Basso a 54,75. Dal Rally del Friuli, in programma a fine agosto, partir&agrave; una vera e propria volata con ognuna delle ultime tre gare in programma in grado di essere uno snodo chiave nella corsa al titolo.  Nella gara valida per il Trofeo Terra successo di Daniele Ceccoli, che passa pure in testa alla serie riservata agli specialisti delle strade bianche. Nell&#39;italiano 2Rm successo di giornata per Luca Panzani, mentre tra gli Junior si &egrave; imposto ancora una volta Giuseppe Testa.  La classifica finale del San Marino: 1. Basso-Granai (Ford Fiesta R5) in 1.31&#39;35&rdquo;1; 2. Campedelli-Fappani (Ford Fiesta Ldi) a 21&rdquo;5; 3. Scandola-D&#39;Amore (Skoda Fabia R5) a 30&rdquo;0; 4. Colombini-Ferrara (Skoda Fabia R5) a 3&#39;06&rdquo;6; 5. Tempestini-Banca (Ford Fiesta R5) a 3&#39;40&rdquo;1; 6. Ceccoli-Capolongo (Skoda Fabia S2000) a 3&#39;53&rdquo;1; 7. Hoelbling-Grassi (Skoda Fabia R5) a 5&#39;01&rdquo;7; 8. Marchioro-Marchetti (Peugeot 208 T16) a 5&#39;16&rdquo;4; 9. Ricci-Pfister (Subaru Impreza N14) a 5&#39;30&rdquo;1; 10. Dalmazzini-Ciucci (Peugeot 207 S2000) a 5&#39;30&rdquo;5. 

Il trevigiano della Brc vince sia la prima sia la seconda tappa e riapre cos&igrave; il campionato. Alle sue spalle lotta tra Campedelli e Scandola, mentre Andreucci&nbsp;conquista solo un quarto posto parziale.

CIR,&nbsp;Basso sbanca il San Marino&nbsp;

SAN MARINO &ndash; Doveva a tutti costi graffiare, per tenere aperto il suo Tricolore e cos&igrave; ha fatto. Giandomenico Basso ha iniziato col piede giusto il San Marino, prendendo subito il comando nella prima tappa della gara all&#39;ombra del Titano, che ha condotto in testa sin dalla prima prova del mattino. Cos&igrave;, quando al traguardo parziale mancano soltanto le due prove su asfalto &ndash; da disputare rigorosamente con le gomme da terra &ndash; con la salita verso la porta di citt&agrave;, l&#39;alfiere della Brc ha fatto sentire chiara la sua voce, ribadendo al resto della truppa che pure lui si considera ancora perfettamente in corsa per il titolo.  Una dimostrazione di forza, quella di Basso e Granai, particolarmente pesante, visto che &egrave; arrivata proprio nel giorno di uno dei rarissimi errori di Paolo Andreucci, fermatosi dopo aver parcheggiato la sua Peugeot 208 T16 su un fianco nel secondo passaggio sulla prova di Sestino. L&#39;ottima giornata del team piemontese &egrave; completata anche dal secondo posto provvisorio di Simone Campedelli e Danilo Fappani, con la Fiesta Ldi a Gpl, autori di una gara intelligente e senza sbavature, in cui hanno interpretato al meglio il ruolo di scudieri nei confronti del loro compagno di squadra.  Terza piazza provvisoria, anche se a distanza di sicurezza, per Umberto Scandola e Guido D&#39;Amore con la Fabia R5. L&#39;equipaggio ufficiale di Skoda Italia ha ingaggiato un bel duello con Denis Colombini, che per&ograve; sulla quinta prova, a gomme ormai alla frutta, ha dovuto suo malgrado alzare il piede. Nel Trofeo Terra, dopo la sfuriata iniziale di Della Casa, poi ritirato per uscita di strada, comanda provvisoriamente Daniele Ceccoli.  La classifica del San Marino dopo 5 prove speciali: 1. Basso-Granai (Ford Fiesta R5) in 40&#39;30&rdquo;3; 2. Campedelli-Fappani (Ford Fiesta Ldi) a 9&rdquo;5; 3. Scandola-D&#39;Amore (Skoda Fabia R5) a 18&rdquo;; 4. Colombini-Ferrara (Skoda Fabia R5) a 27&rdquo;3; 5. Ceccoli-Capolongo (Skoda Fabia R5) a 1&#39;30&rdquo;7; 6. Tempestini-Banca (Ford Fiesta R5) a 1&#39;45&rdquo;0; 7. Hoelbling-Grassi (Skoda Fabia R5) a 2&#39;08&rdquo;9; 8. Marchioro-Marchetti (Peugeot 208 T16) a 2&#39;18&rdquo;9; 9. Dalmazzini-Ciucci (Peugeot 207 S2000) a 2&#39;21&rdquo;8; 10. Ricci-Pfister (Subaru Impreza N14) a 2&#39;23&rdquo;5. 

A due prove dal termine della 1a tappa, il trevigiano della Brc &egrave; al comando&nbsp;nella 5a&nbsp;gara del Campionato Italiano Rally davanti a&nbsp;Campedelli. Fuori Andreucci.&nbsp;

CIR,&nbsp;Basso comanda al San Marino&nbsp;

da San Marino: Daniele Sgorbini   Lui giura che, per ora, non ha ancora pensato al pallottoliere. Alla classifica di campionato e all'allungo che potrebbe essere decisivo per cucirsi il nono scudetto sulla tuta. Si gode il momento e abbozza, Paolo Andreucci. Che, col successo portato a casa oggi ai piedi del Titano, scrive il proprio nome nell'albo d'oro della gara nell'Antica Repubblica per la quinta volta. Successo pesante, come un macigno. Coi ritiri di Umberto Scandola - che ha parcheggiato sul tetto la nuova Fabia R5 sulla seconda prova - e di Chardonnet, fermato dalla rottura del collettore di scarico dopo una corsa anonima. Col terzo posto, insipido insipido di Giandomenico Basso. E col resto della concorrenza che s'&egrave;, semplicemente, dileguato.  Cos&igrave; nella storia buona per un giorno, resta tanto di buono da raccontare su Simone Campedelli. Che ha ripreso un volante in mano dopo un anno e che in un amen s'&egrave; ritrovato a lottare per un posto al sole. Come solo i grandi san fare, ovviamente. Alla fine la sua medaglia d'argento brilla davvero. Come il quarto posto di Mauro Trentin, che con questo risultato mette un macigno sulla classifica del Trofeo Terra. O come il nono assoluto di Michele Tassone che festeggia proprio qui lo scudetto riservato agli Under 25.  La classifica finale del San Marino:  1. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16) in 1:37'45.6; 2. Campedelli-Fappani (Peugeot 207) a 26.9; 3. Basso-Granai (Ford Fiesta R5 LDI) a 1'25.6; 4. Trentin-De Marco (Peugeot 207) a 2'51.2; 5. Reggini-Bizzocchi (Skoda Fabia) a 2'53.9; 6. Ceccoli-Biondi (Mitsubishi Lancer Evo IX) a 6'00.9; 7. Biolghini-Castiglioni (Skoda Fabia) a 6'31.8; 8. Cobbe-Turco (Ford Fiesta) a 7'38.3; 9. Tassone-Michi (Peugeot 208) a 9'36.6; 10. Panzani-Baldacci (Renault Twingo) a 10'54.0; Prima giornata con Andreucci che allunga le mani  Una prova appena. Corta, per giunta. Tanto &egrave; durato il debutto a San Marino della nuova Skoda Fabia R5 affidata a Umberto Scandola e Guido D'Amore. Il veronese aveva pure iniziato col piede giusto, mettendo tutti in riga nel primo passaggio sulla frazione di Monte San Benedetto. Poi, per&ograve;, ha sprecato tutto, mettendosi la Fabia per cappello nella frazione successiva: &laquo;Si &egrave; alzata dietro su un dosso, nemmeno io ho capito perch&eacute;&raquo;, spiegava sconsolato qualche ora dopo.  Paolino Andreucci sorride sornione e ringrazia. Sa bene, il "ottovoltecampione", che 'sto giro avrebbe dovuto faticare pi&ugrave; del solito per accomodare la faccenda e l'essersi trovato servita su un piatto d'argento la prima piazza, di certo non gli ha fatto dispiacere. Gi&agrave;, perch&eacute; a rendere perfetta la giornata al garfagnino e a tutto il clan col Leone cucito sul petto, ci ha pensato pure un Simone Campedelli in forma strepitosa. Al rientro dopo un anno di assenza, il romagnolo con la 207 di Munaretto ha preso il comando delle operazioni nel primo giro per poi stabilirsi in un granitico secondo posto nel resto della giornata.  Terzo, al piccolo trotto, Giandomenico Basso, che qui punta pi&ugrave; che altro a rastrellare qualche punto dopo la battuta a vuoto in Sicilia. Cos&igrave;, quando a conclusione della prima tappa manca soltanto la salita alla Rocca da affrontare sull'asfalto con le gomme da terra e le luci supplementari montate, &egrave; gi&agrave; tempo di sbadigli. Pure nel Trofeo Terra, dove dopo Trentin e Ricci occorre far partire la clessidra per aspettare gli altri. E anche, purtroppo, nello Junior, dove a Michele Tassone - con Giuseppe Testa a casa a contemplare un salvadanaio vuoto - basta portare la macchina in fondo per cucirsi sulla tuta lo scudetto degli Under 25. Troppo poco, per un campionato che era partito con ben altre promesse.  La classifica temporanea della quinta prova del Campionato Italiano Rally: 1. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16) in 1.12&rsquo;28&rdquo;1; 2. Campedelli-Fappani (Peugeot 207 S2000) a 17&rdquo;9; 3. Basso-Granai (Ford Fiesta Ldi) a 1&rsquo;22&rdquo;3; 4. Reggini-Bizzocchi (Skoda Fabia S2000) a 2&rsquo;16&rdquo;0; 5. Trentin-De Marco (Peugeot 207 S2000) a 2&rsquo;33&rdquo;4; 6. Ricci-Pfister (Ford Fiesta R5) a 2&rsquo;52&rdquo;6; 7. Ceccoli-Biondi (Mitsubishi Lancer Evo IX R4) a 4&rsquo;46&rdquo;3; 8. Biolghini-Castiglioni (Skoda Fabia S2000) a 5&rsquo;03); 9. Cobbe-Turco (Ford Fiesta S2000) a 5&rsquo;30&rdquo;8; 10. Capellini-Oberti (Mitsubishi Lancer Evo IX R4) a 10&rsquo;04&rdquo;9.  

Nella quinta prova di italiano rally, subito fuori Scandola con la nuova Fabia R5, &egrave; 2&deg; Campedelli

Andreucci vince anche a San Marino

CIR San Marino

da San Marino: Daniele Sgorbini  Tre secondi appena. Un nulla, dopo due giorni di lotta sul filo del rasoio tra Paolo Andreucci e Umberto Scandola. Tre secondi pesantissimi, che bastano al campionissimo toscano per ottenere il secondo successo stagionale, il quarto a San Marino e a raddrizzare un campionato che era partito tutto in salita e che ora invece inizia decisamente a sorridere al pilota toscano e alla Peugeot. Ma questo San Marino, pi&ugrave; che per i motivi prettamente sportivi, passer&agrave; alla storia anche e soprattutto per il reclamo di Peugeot su Skoda, che &egrave; stato accolto dai commissari sportivi e che ha causato l'esclusione di Umberto Scandola dalla gara. Una decisione cui la squadra del veronese ha presentato appello al TNA e che rende di fatto sub judice la classifica finale del rally.  Motivo del contendere l'eccessivo consumo degli pneumatici di Scandola nei due passaggi sulla prova spettacolo in asfalto che hanno chiuso la prima tappa, prova da affrontare con le stesse gomme da terra usate nella prima parte di gara. Le coperture del campione italiano 2013, misurate la mattina dopo dai commissari, risultavano non avere lo spessore minimo del battistrada imposto dal regolamento (1,6 mm su almeno tre quarti della larghezza). Proprio nei due passaggi a salire verso San Marino il pilota Skoda aveva azzerato il suo svantaggio da Andreucci, che a sua volta aveva dovuto fare i conti con i problemi causati dalla solita valvola pop-off. Un episodio, quello del reclamo sulle gomme, che ha condizionato altrimenti una gara splendida, senza dubbio la pi&ugrave; bella tra quelle finora viste in campionato e che alza di molto la tensione tra le due squadre.  Terza piazza con pochi sorrisi per Giandomenico Basso con la Fiesta alimentata a Gpl: il veneto, non completamente a suo agio con la vettura, ha tentato una modifica all'assetto a met&agrave; della seconda tappa, che per&ograve; non ha funzionato come si aspettava. Quarto, dopo una seconda tappa da urlo, Simone Campedelli: il romagnolo ha lottato il primo giorno contro una vettura che non voleva saperne di marciare a dovere, ma si &egrave; rifatto l'indomani, quando si &egrave; permesso di vincere prove su prove, proprio nel mezzo del duello senza esclusione di colpi tra Andreucci e Scandola. Quinto assoluto e primo del Trofeo Terra, ha chiuso Renato Travaglia, alla sua prima gara con la Peugeot 207 S2000 di Munaretto.  La classifica del 42&deg; Rally di San Marino: 1. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16) in 1.38'10&rdquo;9; 2. Scandola-D'Amore (Skoda Fabia S2000) a 3&rdquo;0; 3. Basso-Dotta (Ford Fiesta R5 Ldi) a 1'12&rdquo;0; 4. Campedelli-Fappani (Ford Fiesta R5) a 1'29&rdquo;3; 5. Travaglia-Ciucci (Peugeot 207 S2000) a 4'41&rdquo;3; 6. Albertini-Mazzetti (Peugeot 207 S2000) a 5'15&rdquo;5; 7. Reggini-Bizzocchi (Skoda Fabia S2000) a 5'33&rdquo;0; 8. Tonso-Stefanelli (Ford Fiesta R5) a 5'53&rdquo;8; 9. Trentin-De Marco (Subaru Impreza N14) a 6'48&rdquo;1; 10. Tolfo-Scattolin (Peugeot 207 S2000) a 7'58&rdquo;5.   

Un reclamo sulle gomme porta all'esclusione di Scandola, giunto secondo

Andreucci vince il San Marino dei veleni

da San Marino: Daniele Sgorbini  Due passaggi sui venti chilometri e spiccioli di Rofelle e due vittorie parziali: Paolo Andreucci &egrave; partito col piede giusto al 42&deg; Rally di San Marino, scattato nel primo pomeriggio dalla Repubblica pi&ugrave; antica del Mondo. Prima tappa anomala, con due giri sulla speciale pi&ugrave; lunga della gara &ndash; gi&agrave; andati in archivio &ndash; e passaggi sulla prova spettacolo tutta in asfalto che s'arrampica verso la Rocca e che va in scena al calar del sole. Il sette volte campione d'Italia, in coppia con Anna Andreussi sulla Peugeot 208 T16, ha rifilato 2&rdquo;6 nel primo giro e 3&rdquo;7 nel secondo a Umberto Scandola, che con la Skoda S2000 lo segue a 6&rdquo;3. Poca roba in vista di quel che sar&agrave; domani.  Pi&ugrave; indietro, ma nemmeno di tanto, Giandomenico Basso con la Ford Fiesta alimentata a Gpl della Brc. Il vincitore del Rally d'Italia ha firmato il terzo tempo in entrambe le speciali e chiude il podio provvisorio a 15&rdquo;3. Indietro, molto pi&ugrave; indietro, il resto del plotone, con Simone Campedelli a 1'31&rdquo;6 e Renato Travaglia che guida il gruppo del Trofeo Rally Terra a 1'43&rdquo;5. Pi&ugrave; in difficolt&agrave; Stefano Albertini, che nei guai coi freni ha pagato pegno pesante nella piesse due e ora viaggia gi&agrave; a oltre tre minuti dalla vetta. Tra le due ruote motrici gran prova del finlandese Mikko Pajunen: la vecchia conoscenza del Tricolore &egrave; decimo assoluto con la Clio R3 della Gima.  La classifica del San Marino Rally dopo due prove speciali: 1. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16) in 33'09&rdquo;7; 2. Scandola-D'Amore (Skoda Fabia S2000) a 6&rdquo;3; 3. Basso-Dotta (Ford Fiesta R5 Ldi) a 15&rdquo;3; 4. Campedelli-Fappani (Ford Fiesta R5) a 1'31&rdquo;6; 5. Travaglia-Ciucci (Peugeot 207 S2000) a 1'43&rdquo;5; 6. Ricci-Pfister (Ford Fiesta R5) a 1'44&rdquo;6; 7. Trentin-De Marco (Subaru Impreza N14) a 2'11&rdquo;8; 8. Reggini-Bizzocchi (Skoda Fabia S2000) a 2'17&rdquo;7; 9. Tonso-Stefanelli (Ford Fiesta R5) a 2'26&rdquo;7; 10. Pajunen-Haittunen (Renault Clio R3) a 3'00&rdquo;.

Precede Scandola e Basso dopo le prime speciali

Andreucci davanti a tutti a San Marino

Perch&eacute; Bernie Ecclestone si sbilancia al punto da dichiarare (a Pino Allievi della &ldquo;Gazzetta&rdquo;) che il Gp di Monza &egrave; a rischio dopo la scadenza del contratto, nel 2016?  Semplice: perch&eacute; la gara italiana non rende, alla Fom, quello che altri Gran Premi possono offrire. La &ldquo;entry fee&rdquo;, la quota che gli organizzatori devono pagare per iscriversi al mondiale, viene negoziata direttamente da Bernie. E non ci sono regole fisse. Si tratta, un po&rsquo; come i vecchi mediatori da piazza, un po&rsquo; come i giocatori di poker, cercando di non scoprire le proprie carte.  Ma prima o poi le cifre vengono fuori. Gli organizzatori italiani hanno sempre pagato, per l&rsquo;iscrizione, cifre relativamente modeste. Addirittura ridicole, se confrontate a quelle di certe gare nel Nuovo Mondo. Il Gp San Marino a Imola costava meno di dieci milioni di dollari (dell&rsquo;epoca).  Quello di Monza era arrivato, di recente, a 11-12- Non di pi&ugrave;. E non dimentichiamo che anche la Fia, sotto Max Mosley, aveva stabilito come priorit&agrave; quella di mantenere in calendario certe gare &ldquo;storiche&rdquo;. Perduta Imola - per errori gestionali, e per mancanza di fondi - l&rsquo;Italia avrebbe comunque conservato il suo Gran Premio all&rsquo;Autodromo.  Ora Ecclestone ha, con Federico Bendinelli, un uomo di sua fiducia alla Sias, la societ&agrave; che si occupa del Gran Premio a settembre. Ma non basta.  La gente si chiede perch&eacute; la F.1 preferisce correre in cattedrali nel deserto dove non viene pubblico. La risposta &egrave; che Ecclestone non guadagna un dollaro dalla vendita dei biglietti. Per lui si potrebe benissimo correre a porte chiuse (basta ci sia la tv).  Ma eventi come il Bahrain o la Cina, per non parlare di Abu Dhabi che ha ottenuto il doppio punteggio, pagano cifre di iscrizione molto superiori.  Proprio Yas Marina &egrave; vicina ai 40 milioni. Il defunto Gp Europa a Valencia &egrave; fallito perch&eacute; agli organizzatori Bernie aveva chiesto 26 milioni (di&nbsp;Euro!) per il primo anno e una cifra sempre superiore a ogni edizione.  Possibile che l&rsquo;Italia perda il suo Gp? &Egrave; gi&agrave; successo alla Francia, persino la Gran Bretagna e la Germania hanno rischiato grosso (e ora Bernie sta trattando di nuovo con il N&uuml;rburgring). &Egrave; chiaro che Ecclestone vuole fare soprattutto pressione sull&rsquo;Italia per avere pi&ugrave; soldi dopo il 2016. Ma &egrave; anche chiaro che l&rsquo;alternativa-Mugello, che piacerebbe tanto alla Ferrari, al momento &egrave; poco pi&ugrave; che un sogno.  (a.a.)

Da sempre il Gp Italia paga a Ecclestone molto meno degli altri per iscriversi

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