        Sapete qual &egrave; il paradosso di questa Formula 1? &Egrave; che a fare il team principal o il direttore tecnico, si ha il posto meno sicuro che a fare il pilota. Nel mondo in cui la stabilit&agrave; pare un requisito essenziale per arrivare al vertice (Red Bull docet), nelle ultime stagioni praticamente tutte le squadre hanno cambiato team principal o direzione tecnica, rendendo il mercato degli ingegneri o dei manager forse pi&ugrave; avvincente di quello dei piloti. F1 2024: il calendario  Piloti: una griglia molto stabile Per la prima volta nella storia, la griglia di partenza del 2024 sar&agrave; un copia e incolla della griglia del 2023: se si esclude l'inizio di 2023 con De Vries, l'unico volto nuovo nella cartolina del primo GP 2024 rispetto alla stessa cartolina di 12 mesi prima &egrave; quello di Ricciardo, il quale non &egrave; nemmeno una novit&agrave; assoluta. Eppure, i 20 in pista di Abu Dhabi 2023 saranno gli stessi 20 di Sakhir 2024, e per di pi&ugrave; sugli stessi sedili. Scelte figlie di un mercato blindato al vertice (tutti i top hanno avuto contratti pi&ugrave; o meno lunghi) e di conseguenza con pochi effetti nelle zone meno nobili dello schieramento, dove peraltro &egrave; mancato un vero e proprio ricambio: i giovani della Formula 2 non hanno convinto e tante scuderie hanno preferito tenersi l'usato sicuro nelle ultime stagioni. Nelle ultime cinque stagioni solamente una volta il campione della categoria cadetta ha trovato immediatamente sbocco in F1, e per di pi&ugrave; senza grandi prospettive: l'unico fu Schumacher, campione 2020 e salito sulla Haas 2021. Prima di lui rimase a bocca asciutta De Vries (campione 2019), poi a ruota Piastri (2021), Drugovich (2022) e Pourchaire&nbsp;(2023). Meglio di tutti &egrave; andata a Piastri, che per&ograve; ha dovuto pazientare un anno prima di avere un'occasione. team principal e direttori tecnici: cacciato l'80%! Se il mercato dei piloti &egrave; stato stagnante, quello di tecnici e top manager &egrave; stato in fermento. Da quando la F1 ha cominciato a prepararsi al nuovo ciclo tecnico, ovvero dalla fine del 2021, i cambiamenti nei due ruoli pi&ugrave; chiacchierati del Circus sono stati numerosi e praticamente nessuna squadra, eccezion fatta per Red Bull, ne &egrave; stata esente: in 24 mesi sono cambiati otto team principal su dieci e lo stesso vale alla voce "direttore tecnico", con la medesima percentuale. Dunque, l'80% dei team principal e l'80% dei direttori tecnici &egrave; saltato in questi ultimi due anni di grandi cambiamenti. F1 2024: il calendario delle presentazioni Scorri tra le schede: l'analisi squadra per squadra &nbsp; Red Bull TP: Christian HornerDT: Pierre Wach&eacute; Sono l'eccezione che conferma la regola. Nessun cambiamento al muretto, nessun cambiamento nella direzione tecnica. Christian Horner &egrave; il pi&ugrave; longevo nonch&eacute; il pi&ugrave; saldo nella plancia di comando: va ad iniziare la sua stagione numero 20 alla guida del team con alle spalle 13 titoli iridati (7 Piloti e 6 Costruttori). Il direttore tecnico di una struttura sopraffina resta invece Pierre Wache, nome spesso messo in ombra dall'altra grande figura del reparto tecnico di Milton Keynes, Adrian Newey: Newey &egrave; chief technical officer, dunque non un direttore tecnico vero e proprio, che per&ograve; opera a modo suo con ripercussioni concrete sulla vettura. Uno schema collaudato che ovviamente non ha motivi di cambiare. Mercedes TP: Toto WolffDT: Mike Elliot/James Allison Nell'aprile del 2021 James Allison lasciava la carica di direttore tecnico per diventare chief technical officer, scambiandosi con Mike Elliott. Purtroppo per Elliott, 48 mesi dopo c'&egrave; stato bisogno di un altro avvicendamento con il ritorno di Allison dopo le fallimentari W13 e W14 costate il posto a Elliott. Come team principal &egrave; rimasto Toto Wolff (unico insieme ad Horner a resistere in questi ultimi due anni), il quale &egrave; pi&ugrave; di un "semplice" TP: Toto &egrave; azionista della squadra con quote rilevanti. Ferrari TP: Mattia Binotto/Fr&eacute;d&eacute;ric VasseurDT: Mattia Binotto (??)/Enrico Cardile Dopo quattro anni alla guida del Cavallino Rampante, Mattia Binotto &egrave; stato&nbsp;sostituito da Fr&eacute;d&eacute;ric Vasseur ad inizio 2023. Pi&ugrave; complicate invece le trame per quanto riguarda la direzione tecnica: dalla nomina di Binotto a TP (gennaio 2019), la carica di DT &egrave; rimasta sfuocata, perch&eacute; prima apparteneva allo stesso Binotto, il quale non ha mai nominato un direttore tecnico in via ufficiale. Tra David Sanchez, Enrico Cardile e Simone Resta (tornato a Maranello per circa un anno e mezzo dall'estate 2019 al gennaio 2021) l'ufficio tecnico non ha mai avuto un vertice pienamente riconosciuto all'esterno, ma questa situazione &egrave; stata in buona parte chiarita da Vasseur, che ha nominalmente indicato Cardile quale DT della Scuderia lo scorso anno. McLaren TP: Andreas Seidl/Andrea StellaDT: James Key/Rob Marshall Avvicendamenti piuttosto freschi in casa McLaren: Andrea Stella ha preso il posto di Andreas Seidl nel gennaio 2023, 12 mesi prima dell'avvicendamento nel ruolo di DT tra James Key e Rob Marshall. Key &egrave; sbarcato ad Hinwil &egrave; sar&agrave; l'uomo che accompagner&agrave; la Sauber al definitivo matrimonio con l'Audi, mentre Marshall, uomo storico Red Bull, dopo circa un anno di gardening dal primo gennaio 2024 &egrave; ufficialmente DT McLaren, e avr&agrave; questo ruolo per la prima volta in carriera: rinforzo notevole a Woking. Aston Martin TP: Otmar Szafnauer/Mike KrackDT: Andrew Green/Dan Fallows Era il 14 gennaio 2022 quando Mike Krack veniva nominato team principal al posto di Otmar Szafnauer. Un cambiamento avvenuto dunque all'alba del nuovo ciclo tecnico, che per Aston Martin &egrave; proseguito con tantissimi innesti ed investimenti: tra gli ingegneri sono arrivati tanti nomi di spicco tra cui Luca Furbatto e Dan Fallows, il quale dopo un lunghissimo gardening dall'aprile 2022 &egrave; direttore tecnico del team al posto di Andrew Green, memoria storica della squadra con sede a Silverstone. Green, del resto, era gi&agrave; presente quando il team si chiamava Jordan ed &egrave; stato spostato su altre mansioni, ad Aston Martin Performance Technologies. Scorri tra le schede: l'analisi squadra per squadra &nbsp; Alpine TP: Marcin Budkowski/Otmar Szafnauer/Bruno&nbsp;Famin (ad interim)DT: Pat Fry/Matt Harman &Egrave; il team che ha cambiato di pi&ugrave;. Nel gennaio 2022 Marcin Budkowski salutava per fare posto a Otmar Szafnauer, e un mese dopo Pat Fry diveniva&nbsp;direttore tecnico del team. Entrambi sono rimasti con queste cariche ad Enstone per circa un anno e mezzo: l'estate 2023 ha visto l'ennesima rivoluzione di casa Alpine, con Bruno Famin nominato TP ad interim e Matt Harman&nbsp;nuovo DT: in realt&agrave; Harman era gi&agrave; DT, ma ha perso la guida di Pat Fry (che era chief technical officer), dunque una riorganizzazione in questo senso c'&egrave; comunque stata. Si attende di scoprire quanto effettivamente durer&agrave; la carica di Famin, arrivato a luglio 2023 quale&nbsp;vice presidente e responsabile di Alpine Motorsport salvo poi ritrovarsi, dopo pochissime settimane, alla guida del muretto transalpino. Williams TP: Jost Capito/James VowlesDT: Fran&ccedil;ois-Xavier Demaison/Pat Fry Nell'estate 2020 Dorilton Capital rilevava&nbsp;la Williams dalla propriet&agrave; della famiglia Williams e iniziava un lungo percorso di ricostruzione. Dopo la parentesi di Simon Roberts a guidare la squadra era stato Jost Capito, che ha lasciato il posto a dicembre 2022: al posto &egrave; stato nominato James Vowles a febbraio 2023. Alla direzione tecnica invece il volto nuovo &egrave; stato quello subentrato a novembre a Fran&ccedil;ois-Xavier Demaison (fedelissimo&nbsp;di Capito), ovvero Pat Fry, da poco uscito da Alpine. AlphaTauri/Racing&nbsp;Bulls TP: Franz Tost/Laurent MekiesDT: Jody Egginton Franz Tost ha guidato la Toro Rosso sin dalla nascita nel 2006, ma a fine 2023 ha salutato per una meritatissima pensione. Al suo posto Laurent Mekies, ex direttore sportivo della Ferrari ed alla prima in questo ruolo. Come DT invece la squadra vanta ancora Jody Egginton, l'unico insieme a Wache ad aver mantenuto il ruolo in questi anni: segno che nella galassia Red Bull alla stabilit&agrave; credono fortemente. Sauber TP: Fr&eacute;d&eacute;ric Vasseur/Alessandro Alunni Bravi (Team Representative)DT: Jan Monchaux/James Key Mentre Andreas Seidl opera dietro le quinte per preparare lo sbarco dell'Audi, Alessandro Alunni Bravi &egrave; stato nominato ad inizio 2023 "Team Representative" dopo l'addio di Vasseur, uscito in direzione Maranello: l'italiano &egrave; accompagnato da Pujolar e Zehnder, cui spettano rispettivamente le mansioni tecniche e sportive, ma Alessandro resta la figura pi&ugrave; vicina a quella di TP all'interno del team. Alla direzione tecnica invece il cambio &egrave; fresco: a settembre &egrave; arrivato James Key, il quale ha sostituito Jan Monchaux. Haas TP: Gunther Steiner/Ayao KomatsuDT: Simone Resta/? &Egrave; l'ultima squadra in ordine di tempo ad aver cambiato questi due delicatissimi ruoli. Steiner ha lasciato la carica (contratto non rinnovato) dopo otto stagioni con la Haas (e quasi dieci in totale di rapporto lavorativo con Gene Haas) per fare posto ad Ayao Komatsu, la soluzione interna che da direttore degli ingegneri di pista &egrave; stato promosso a team principal. Contratto non rinnovato dopo due anni nemmeno per Simone Resta, ex direttore tecnico del team: al momento la scuderia americana non ha indicato nessun nome nuovo in questa veste. Leggi anche: GP Spagna a Madrid, Domenicali: "Progetto complementare a Barcellona"       

Paradossalmente, con il nuovo ciclo tecnico ci sono stati pi&ugrave; cambiamenti tra team principal e direttori tecnici piuttosto che tra i piloti: l'80% di TP e DT &egrave; stato cambiato e solo in Red Bull non si &egrave; assistito ad alcun avvicendamento

Non è una F1 per team principal e direttori tecnici: l'80% fuori in due anni!

C&rsquo;era una volta il mercato piloti, la fiera dei grandi, l&rsquo;asta dei sogni della F.1. Con i top driver contendenti in pista e contesi fuori, all&rsquo;interno di contrattazioni frenetiche tra i mezzi del paddock, in un perenne corteggiamento di questo e quello da parte di uno o l&rsquo;altro dei top team, a partire dalla prima gara dell&rsquo;anno. I giornalisti s&rsquo;accapigliavano per capire i colpi del mercato e le testate andavano pazze per strillare il colpo del mese, con la stagione dei botti che iniziava in estate culminando a Monza, tra un annuncio e l&rsquo;altro. Contratti di regola brevi, medi, ma non lunghissimi, per i supercampioni. Situazioni flessibili e panorami plastici, anzi, quasi di pongo. Ora no. Anzi, da mo&rsquo;. I top team blindano i top driver con contratti quasi a vita, mentre i soli ad essere ballerini paiono i secondi piloti, perch&eacute;, se non si rassegnano e diventano scomodi, sono tra i pochi a rischiare di andarsene.  I colpetti di mercato  Certo, colpettini se ne sono visti: DeVries all&rsquo;AlphaTauri, Hulkenberg alla Haas, Gasly alla Alpine, Alonso all&rsquo;Aston Martin, Piastri alla McLaren e Sargeant alla Williams, ma alzi la mano chi si &egrave; emozionato. Tutto il resto diventa praticamente immutabile, con gli stessi tecnici, i geni, quelli apicali, quasi marmorizzati. Semmai, &egrave; possibile un certo flusso soprattutto dai team satellite alle Case madri o viceversa.  Il mercato lo si fa sui team principal  E allora ecco che il vero terreno fertile del neomercato &egrave; quello dei Team Principal e dei Gran Premi. Quelli s&igrave; possono cambiare, di anno in anno. Perch&eacute; i primi dipendono dai risultati e i secondi dai soldi che fanno girare. Cos&igrave; si assiste a un avvio di 2023 con quattro squadre su dieci, Ferrari, Sauber, Williams e McLaren, che mutano vertice gestionale-esecutivo e un calendario in grande ebollizione, con Las Vegas annunciato come evento dell&rsquo;anno e una fila di location nobili e straricche candidate a entrare, prima o poi o forse mai. Piuttosto, il mercatino dei terzi piloti, quelli che non corrono mai, i friday driver, coloro che si mettono giusto una giacca a vento griffata, limitandosi tutt&rsquo;al pi&ugrave; a maratone al simulatore o a un test Gp di venerd&igrave;, ecco, quello s&igrave;, va alla stragrande. Perch&eacute; tra grandi speranze, grandi paganti e grandi signori nessuno, c&rsquo;&egrave; il pigia pigia per entrare e uscire, come in discoteca dopo mezzanotte. Questa &egrave; la realt&agrave; di oggi.  Nessun rimpianto  Rimpianti? Nostalgie? Senso di smarrimento? Ma anche no. Solo un pizzico di realismo. Il dovere &egrave; sempre quello di analizzare e capire, non di sputare sentenze. Di certo, in senso globale, se una volta il mercato della F.1, un po&rsquo; come quello del calcio, era l&rsquo;epicentro di colpi sensazionali e meravigliosi sogni ad occhi aperti che a volte si trasformavano in realt&agrave;, adesso sembra tanto l&rsquo;interscambio tra teste d&rsquo;uovo e impiegati di prima classe all&rsquo;interno di corporation fredde, voraci e dai vetri ambrati. Avanti cos&igrave; e poi vedremo. Da qui ai primi test in Bahrain dal 23 al 25 febbraio sar&agrave; solo attesa &amp; vernissage, perch&eacute; pure i motori, tacciono, nell&rsquo;inverno nucleare del Circus.  Buon divertimento. 

E invece adesso in F.1 girano solo i Team Principal

C&rsquo;era una volta il mercatone piloti top

La rubrica &quot;Ci vediamo da Mario&quot; a cura del nostro Mario Donnini si occupa del fresco arrivo di Frederic Vasseur al timone della Ferrari di F.1

Ci vediamo da Mario: Vasseur in Ferrari, un entusiasmo Mondiale!

        Giornata d'annunci per la Formula 1 e di nuove "stelle" come team principal. In McLaren &egrave; ufficiale il cambio di poltrone con l'addio di Andreas Seidl che lascia il team di Woking per accettare la sua nuova sfida in Alfa Romeo-Sauber. Sar&agrave; Andrea Stella a raccogliere il testimone lasciato dal tedesco, che passa da executive director racing a Formula 1 team principal con effetto immediato. Andrea Stella: chi &egrave; il nuovo team principal della McLaren Chi &egrave; Andrea Stella A puntare tutto su Stella &egrave; il CEO McLaren Zak Brown, che ha deciso di avvalersi dell'esperienza dell'ingegnere aerospaziale di Orvieto (con un dottorato di ricerca in Ingegneria Meccanica), con un passato in Ferrari. Entrato al Cavallino dalla stagione 2000 approda nella gestione sportiva prima da impiegato nella squadra test, poi dal campionato 2002 &egrave; veicolista della monoposto di Michael Schumacher e dal 2007 di quella di Kimi R&auml;ikk&ouml;nen; mentre dal 2010 al 2014 diventa igegnere di pista di Fernando Alonso. Nel suo passato per&ograve; non ci sono solo piloti di Formula 1 ma anche di MotoGP, infatti nel 2006 lavora anche come ingegnere di pista insieme a Valentino Rossi, nel periodo in cui il motociclista &egrave; tester per la casa di Maranello.&nbsp; Nell'inverno 2014, nonostante la proposta di rinnovo offerta da Ferrari, declina in seguito all'offerta della McLaren, di cui diventa capo degli ingegneri. Nel luglio del 2018, in seguito a una ristrutturazione dell'organigramma del team, viene promosso al ruolo di performance director, acquisendo responsabilit&agrave; come il controllo delle comunicazioni con la Federazione Internazionale dell'Automobile e la gestione di aree della casa di Woking relative all'analisi e allo sviluppo delle prestazioni della vettura. Nel gennaio 2020 viene ulteriormente promosso a racing director, ruolo che ricopriva fino all'annuncio di oggi. Brown: "Grande talento e solida esperienza" &ldquo;Sono lieto che Andrea Stella entrer&agrave; nel ruolo di Team Principal e guider&agrave; il nostro programma tecnico e operativo di F1.&nbsp;Andrea &egrave; un membro del nostro team di grande talento, esperienza e rispetto, con una solida esperienza di leadership e successi in Formula 1. Il suo passaggio a questo ruolo &egrave; un ottimo esempio della forza profonda che abbiamo nel nostro team, e io sono entusiasta di lavorare pi&ugrave; a stretto contatto con lui con l'obiettivo comune di scalare la griglia e vincere le gare. &ldquo;Mi &egrave; davvero piaciuto lavorare con Andreas. Ha fornito una grande leadership al team e ha svolto un ruolo significativo nel nostro piano di recupero delle prestazioni in F1 e nel viaggio in corso per tornare in testa alla griglia. Lo ringrazio per la trasparenza durante tutto il processo che ci ha dato il tempo di pianificare di conseguenza", ha detto&nbsp;Zak Brown, CEO, McLaren Racing. Stella: "Con Norris e Piastri per un grande futuro" &ldquo;Mi sento privilegiato ad assumere il ruolo di Team Principal come fase successiva dell'appartenenza al team McLaren F1. Sono grato a Zak e agli azionisti per la loro fiducia in me e a tutti i miei colleghi e coloro che mi hanno supportato durante la mia carriera in F1. Siamo realistici riguardo alla quantit&agrave; di lavoro che ci aspetta per risalire la griglia, ma sono entusiasta e incoraggiato di essere in questo viaggio insieme a una squadra piena di talento, esperienza, spirito di corsa e dedizione. Non vedo l'ora di lavorare a stretto contatto con ciascuno di loro, Lando Norris e Oscar Piastri, per raggiungere insieme un grande successo e goderci il viaggio", ha commentato con orgoglio Andrea Stella, nuovo Team Principal di F1, McLaren Racing.  We can confirm the appointment of Andrea Stella as our new F1 Team Principal with immediate effect, with Andreas Seidl leaving the team for a new challenge.Read more.  &mdash; McLaren (@McLarenF1) December 13, 2022          

Il team di Woking si affida all'ingegnere italiano che passa da executive director racing a team principal e prende il posto di Andreas Seidl, passato in Alfa Romeo-Sauber

McLaren, ufficiale: Andrea Stella sarà il nuovo team principal

La storia della Ferrari &egrave; anche cronaca dei pi&ugrave; spettacolari divorzi di tecnici e dirigenti di assoluto prestigio che di essa hanno fatto parte. Di grandi divorzi rossi si comincia a parlare alla fine del 1961, il giorno dell&rsquo;epurazione di massa che decapita paradossalmente una delle Ferrari pi&ugrave; gloriose e vincenti, con un organigramma reduce da una stagione trionfale, in F.1.  Dimissioni Binotto: la stima di Leclerc, un riferimento per Giovinazzi  Ferrari, il grande licenziamento del &#39;61  Tavoni Romolo da Casinalbo, classe 1926, sfoggiava con nonchalance meravigliosa 92 anni lucidi e preziosi il giorno in cui mi raccont&ograve; il pi&ugrave; torrenziale licenziamento multiplo nella storia della Ferrari. Un racconto che ancor oggi regala brividi, mood e fascino. Sentiamolo. &laquo;Il problema, problema non solo di noi dipendenti del Cavallino, ma dell&rsquo;azienda - attacca Tavoni - , era Laura Ferrari, la moglie del Commendatore. Il giovane Dino era morto da cinque anni e la perdita del figlio comprensibilmente le aveva tolto serenit&agrave;. La signora non era pi&ugrave; in condizioni di comportarsi come avrebbe potuto e dovuto. La cosa si era aggravata da quando aveva deciso di venire alle corse. Mi ricordo un pomeriggio, all&rsquo;Hotel Jolly di Pescara, eravamo seduti al tavolo quando il cameriere port&ograve; una bevanda a me e un bicchiere d&rsquo;acqua a lei. Donna Laura mi chiese alterata: &ldquo;Perch&eacute;, Tavoni, prendi roba colorata e io no?&rdquo;. Le risposi: &ldquo;Non so, signora, questa &egrave; Coca- Cola&rdquo;. Lei come tutta risposta mi vers&ograve; il suo bicchiere d&rsquo;acqua in faccia. Io, come niente fosse, salii in camera e mi cambiai giacca e cravatta&raquo;.  &laquo;Non si poteva andare avanti cos&igrave;. Qualcosa bisognava fare. E quando la signora fece una gran scenata pubblica al ragionier Selmi, il capo del personale, decidemmo d&rsquo;agire&raquo;. Noi chi? &laquo;Gli ingegneri Bizzarrini, Chiti e Galassi, il tecnico Giberti, i ragionieri Della Casa - un amministrativo -, Tavoni, quindi il sottoscritto, direttore sportivo -, il direttore commerciale Gordini e il gi&agrave; nominato ragionier Selmi, capo del personale. Certo, c&rsquo;era da far qualcosa, ma cosa? Parlarne tutti insieme al Commendatore? Era fuor di questione. Avrebbe risposto con una veloce sfuriata, dicendo: &ldquo;La moglie &egrave; la mia e queste son cosa di famiglia, statene fuori!&rdquo;. No, ci voleva qualcosa di piu? formale e ficcante...&raquo;  Continua a leggere l&#39;articolo integrale nel nuovo numero di Autosprint da oggi in edicola, oppure qui in&nbsp;edizione digitale. 

La chiusura dei rapporti tra la Ferrari e i suoi personaggi di vertice costituisce da sempre un vero e proprio filone letterario tra il giallo e il thriller: da Tavoni a Domenicali, da Fiorio a Binotto...

Binotto e gli altri, quando finisce un amore Rosso

Riserva sar&agrave; lei! Semmai terzo pilota, ecco una definizione pi&ugrave; degna e che rende meglio l&rsquo;idea dell&rsquo;importanza del supplente che gira il mondo con questa o quella maglia, e non per consumare gelati nel motorhome della squadra. L&rsquo;importanza di questa figura &egrave; aumentata negli ultimi tre anni per via delle incognite legate al Covid ma &egrave; fondamentale anche al simulatore, talvolta operando a casa, in parallelo con i titolari impegnati in pista. Se ci fate caso, sul binario del pilota di riserva scorrono sliding doors risultate molto significative. Bene, anzi male: il terzo pilota &egrave; un punto dolente per la Ferrari, non nel senso di Antonio Giovinazzi che finora ha coperto questo ruolo, ma del ruolo stesso.  La situazione a Maranello &egrave; diventata particolarmente critica dopo che Gu?nther Steiner (certamente con l&rsquo;avallo di Gene Haas) ha compiuto ben quattro mosse.  Domanda delle cento pistole: perch&eacute; Steiner ha compiuto tre volte uno sgarbo nei confronti della Ferrari, partner strettissima sotto il profilo tecnico? Perch&eacute; se si &egrave; deteriorato il suo rapporto con Binotto, si &egrave; rinsaldato quello con la Ferrari. Intendiamo: con la Ferrari che verr&agrave;.  Binotto, fine della storia in Ferrari: una favola senza lieto fine  Continua a leggere l&#39;articolo integrale nel nuovo numero di Autosprint da oggi in edicola, oppure qui in edizione digitale. 

Appiedato Schumi e rifiutati Giovinazzi e Shwartzman, tutti caldeggiati dal team principal in uscita, la Haas ha preso Hulkenberg raccomandato dal francese

Ferrari, l&rsquo;asse Vasseur-Steiner e quei tre &quot;no&quot; a Binotto

E meno male che erano solo spifferi. A Maranello &egrave; arrivata la tempesta. L&rsquo;inverno &egrave; un inferno anche se dopo il fuoco e le fiamme &egrave; calato il gelo. &Egrave; una Ferrari che riparte da zero quella che andr&agrave; a ricomporsi nelle prossime settimane. Con un nuovo uomo al comando della Gestione Sportiva. Finisce l&rsquo;era di Mattia Binotto team principal del Cavallino. Si chiude un quadriennio in mezzo a silenzi assordanti. &quot;Il problema di noi italiani &egrave; che non abbiamo pazienza, altrove non hanno vinto per tanto tempo ma senza subire la pressione come qui da noi&quot;. Si sfogava cos&igrave; con chi scrive l&rsquo;ormai ex capo della GES nella primavera di quest&rsquo;anno quando la Ferrari era un fiore rigoglioso che stava germogliando sopra anni di pietra. Finalmente giorni di rosso acceso dopo classifiche imbarazzanti. Pochi mesi dopo era gi&agrave; tutto finito. L&rsquo;effetto andava esaurendosi condito da errori con la spia dell&rsquo;affidabilit&agrave; sempre accesa, il muretto e le strategie spesso sul banco degli imputati e una seconda parte di stagione chiusa col fiatone a difesa del tesoretto messo da parte prima della pausa estiva. Non c&rsquo;&egrave; stata pi&ugrave; la pazienza di aspettare da parte della presidenza.  La partita si chiude prima. E sigilla la fine di una storia. Mattia Binotto non paga solo per gli errori e le mancate vittorie, nei suoi quattro anni passati al comando della Gestione Sportiva della Ferrari. A mettere la parola fine alla sua storia quasi trentennale col Cavallino c&rsquo;&egrave; soprattutto una fiducia che si &egrave; sempre pi&ugrave; ristretta con il passare delle stagioni. Non &egrave; un mistero che ormai da tempo tra le parti c&rsquo;era scarsa sintonia. L&rsquo;inizio dei primi sussurri e dei primi scricchiolii ci sono nell&rsquo;estate del 2021. &Egrave; da questa data che si percepisce una rottura netta e soprattutto si cominciano a sentire voci di possibili candidati alla successione. L&rsquo;ingegnere reggiano ha vissuto in bilico da mesi. Un&rsquo;annata difficile. Sempre nel mirino. Sommerso dalle critiche. Irriso sui social. Ci ha messo sempre la faccia. Ha continuato a farlo fino all&rsquo;ultimo giorno quando ha capito, con dolore, che Maranello non era pi&ugrave; il suo posto. La sua casa. Lascia il Cavallino al secondo posto nel Mondiale dopo una stagione che prima ci ha sedotto e poi abbandonato. Con gli errori e le polemiche che hanno coperto l&rsquo;eco delle vittorie. Si congeda l&rsquo;ingegnere reggiano che da mesi era gi&agrave; proiettato al 2023, a una stagione dove provare a colmare un gap che visto adesso sembra gigantesco.  UNA SPIACEVOLE APPENDICE  &quot;Ho parlato con il presidente e il comunicato ha chiarito che non c&rsquo;&egrave; alcun fondamento nella cosa&quot;. Diceva cos&igrave; Mattia Binotto due domeniche fa ad Abu Dhabi, dopo una vigilia agitata dalle voci. Adesso, per&ograve;, anche noi dobbiamo capire. Dobbiamo capire perch&eacute; c&rsquo;&egrave; stato un finale come questo, quando tutto sembrava deciso, la conferma assicurata per un&rsquo;altra stagione da team principal. Un&rsquo;appendice spiacevole all&rsquo;interno di un rapporto che finisce anzitempo rispetto alla scadenza del contratto. Questa &egrave; la storia di un rapporto che non &egrave; mai decollato tra il presidente John Elkann e l&rsquo;ormai ex team principal. Non sempre sulla stessa lunghezza d&rsquo;onda. Il periodo di permanenza al vertice della Ges da parte di Binotto ha coinciso con la piena presa di potere da parte di Elkann in sella al Cavallino. Stagioni difficili non solo per la pandemia, macchiate da un 2019 con troppe ombre, un 2020 negli inferi del Mondiale (con uno dei peggiori piazzamenti di sempre) e un 2021 finito al terzo posto nel Costruttori ma senza neanche una vittoria.  UN UOMO SEMPRE PI&Ugrave; SOLO AL COMANDO  &quot;Non seguo le speculazioni, sento la fiducia del presidente e dell&rsquo;amministratore delegato e la squadra &egrave; molto unita. Chi &egrave; alla Ferrari &egrave; abituato alle voci&quot;. Peccato che fossero vere. Avr&agrave; avuto modo di ripensarci a fondo anche a queste parole Mattia Binotto, quando in conferenza stampa alla vigilia dell&rsquo;ultimo Gp di Abu Dhabi, difendeva disperatamente il suo fortino, sperando che, alla fine, ci fosse ancora per lui un futuro sostenibile a Maranello. E invece pochi giorni dopo appena tornato alla base e messo le sue cose nell&rsquo;ufficio della GES, gli spifferi si sono trasformati in uno tsunami, pronto ad infuriare. E ha capito che il vento era cambiato. Definitivamente. Esce di scena Mattia Binotto dopo quattro anni da team principal della Ferrari e quasi trenta trascorsi a Maranello, sempre col Cavallino al petto. Un uomo solo al comando. E progressivamente sempre pi&ugrave; solo. Una squadra divisa, sussurri e grida. I lampi rossi della Ferrari all&rsquo;inizio di questa stagione avevano fatto pensare a qualcosa di magico. Il ritorno alla vittoria e poi la leadership del Mondiale. Roba che non si vedeva da anni. Momenti di gloria del Cavallino, il tutto esaurito a Imola con Charles Leclerc e la sorprendente F175 in vetta alle classifiche iridate. Pi&ugrave; o meno l&rsquo;inizio della fine del grande sogno del popolo rosso, col vantaggio iniziale fagocitato da Max Verstappen e una Red Bull sempre pi&ugrave; imprendibile. Affidabilit&agrave;, errori di strategia, errori dei piloti, poi qualche altro lampo, 12 pole position, e la seconda piazza nel Mondiale Piloti e in quella Costruttori.  UN FUTURO TUTTO DA SCRIVERE  &Egrave; domenica 27 novembre mentre chiudiamo questo numero di Autosprint. Ancora non &egrave; stato ufficializzato il nome di chi prender&agrave; il posto di Mattia Binotto nel ruolo di team principal F.1. Due le ipotesi che circolano. Si parla di un ruolo ad interim per l&rsquo;amministratore delegato Benedetto Vigna, oppure dell&rsquo;ufficializzazione dell&rsquo;arrivo di Frederic Vasseur, il cui nome circola insistentemente da alcune settimane. Sar&agrave; un inverno molto caldo a Maranello, un nuovo anno zero per il Cavallino in sella al quale sale ora un nuovo condottiero. Occorrer&agrave; del tempo prima di vedere gli effetti che provocher&agrave; il terremoto al vertice di questi giorni e quale conseguenza avranno le inevitabili scosse di assestamento.  IL 2023 ANNO STORICO PER MARANELLO  Il 2023 &egrave; un anno storico per il Cavallino che torna a essere impegnato ufficialmente oltrech&eacute; in Formula Uno anche nel Mondiale Endurance. Era dai tempi di Enzo Ferrari che Maranello non aveva un duplice impegno nelle corse di pi&ugrave; alto livello dove ha germogliato il Dna della Scuderia. Dopo cinquant&rsquo;anni &egrave; proprio il presidente Elkann a rilanciare una nuova affascinante sfida che riporta alle origini del marchio, al mito Ferrari. Ci ha creduto da subito. L&rsquo;ha voluto. Si &egrave; appassionato. Conosce l&rsquo;effetto Le Mans. Con orgoglio alcune settimane fa a Imola ha presentato la Ferrari 499P, la prima Hypercar di Maranello, uno straordinario lavoro di squadra che ha coinvolto tutta l&rsquo;azienda. Quella che produce le famose emozioni Ferrari e plasma l&rsquo;eccellenza. Chi sale ora al comando del Cavallino in F.1 deve essere consapevole del ruolo che va a ricoprire dentro alla galassia di una Maranello sferzata dal vento del cambiamento.   

Si chiude un quadriennio in mezzo a silenzi assordanti. &Egrave; la fine di un rapporto mai decollato tra il presidente Elkann e il team principal Mattia Binotto

L&#39;editoriale del Direttore: Una Rossa con le spine

I team principal al voto. Ma non per una nuova regola, bens&igrave; per stilare la loro personalissima classifica dei migliori piloti del 2021. A loro &egrave; stato chiesto di indicare la propria top 10, con un punteggio che andava a ricalcare quello assegnato nei GP (ovvero 25 al primo, 18 al secondo e cos&igrave; via fino al decimo). Ne &egrave; uscita una classifica che ha premiato Max Verstappen, elettro pilota dell&#39;anno secondo i team principal.  Non solo Raikkonen: quando Sam Michael disse no alla F1 per tornare a casa  Norris a podio, Sainz davanti a Leclerc  La classifica uscita dalle votazioni dai capi delle varie squadre non ricalca perfettamente la graduatoria del campionato Piloti. Verstappen &egrave; stato riconosciuto come il migliore davanti a Lewis Hamilton (213 punti per l&#39;olandese, 192 per l&#39;inglese), ma dietro di loro Lando Norris &egrave; finito sul podio delle preferenze (110 punti), battendo la coppia dei due ferraristi: Sainz ha chiuso 4&deg; con 85 punti, Leclerc &egrave; finito 5&deg; con 70. Dietro di loro Alonso, Gasly, Russell, Bottas ed Ocon.&nbsp;  La classifica completa           Posizione    Pilota    Voto          1    Max Verstappen    213          2    Lewis Hamilton    192          3    Lando Norris    110          4    Carlos Sainz    85          5    Charles Leclerc    70          6    Fernando Alonso    69          7    Pierre Gasly    64          8    George Russel    44          9    Valtteri Bottas    43          10    Esteban Ocon    41        Dakar 2022, Al Attiyah pronto ad andare all&#39;attacco 

La F1 ha chiesto ad ognuno dei team principal di stilare la propria classifica di gradimento, con il sistema di punteggio dei GP: Verstappen &egrave; stato eletto miglior pilota dell&#39;anno davanti ad Hamilton

F1 2021, la top 10 dei piloti stilata dai team principal: vince Verstappen

        A fine anno amano divertirsi anche gli addetti ai lavori. E cos&igrave; pu&ograve; capitare di vedere i team principal esprimere i loro giudizi sui piloti, per una classifica finale che recita Lewis Hamilton miglior pilota del 2020. Rinnovo Hamilton-Mercedes, ci siamo: firma in arrivo Vettel fuori dalla top 10 Alla votazione hanno partecipato tutti quanti i team principal ad eccezione di Mattia Binotto. La votazione prevedeva di stabilire i migliori dieci piloti a detta di ciascun principale, ed ogni posizione assegnava&nbsp;lo stesso punteggio dei GP: 25 punti al primo, 18 al secondo, 15 al terzo e cos&igrave; via fino al punto del decimo posto. Come vedete nella classifica qui di seguito riportata dal sito ufficiale della Formula 1, Lewis Hamilton ha vinto con 171 punti, facendo meglio di Max Verstappen e di Charles Leclerc, rispettivamente in seconda e terza posizione. Anche lo scorso anno il podio dei team principal fu questo, con le stesse posizioni. Sorprende l'esclusione di Sebastian Vettel dalla top ten, cos&igrave; come fa un certo effetto vedere solo nono Bottas, ex equo&nbsp;con Gasly. Nonostante la classifica Piloti abbia detto altro, Ricciardo si &egrave; piazzato davanti a Perez e lo stesso ha fatto Norris ai danni di Sainz. Per la cronaca, le votazioni non sono state rese pubbliche. F1 2021, confermate le 23 gare La classifica 1 - Lewis Hamilton 1712 - Max Verstappen 1563 - Charles Leclerc 1324 - Daniel Ricciardo 955 - Sergio Perez 826 - George Russell 757 - Lando Norris 458 - Carlos Sainz 379 - Valtteri Bottas 279 -Pierre Gasly 27 Williams, Jost Capito &egrave; il nuovo ad       

I team principal hanno espresso la loro opinione in merito ai piloti, e ne &egrave; uscita una classifica che ha visto primeggiare Lewis Hamilton, con 171 punti su 225

F1 2020, i voti dei team principal: Hamilton il migliore, Vettel fuori dalla top 10

C&rsquo;&egrave; una classifica del mondiale decisa dal cronometro e un&rsquo;altra, che statisticamente non conta nulla, buona dare i voti alla stagione dei vari piloti. Sono i team principal ad esprimersi, formando la loro top ten, con lo stesso sistema di assegnazione dei punti che caratterizza ogni gara. La certezza &egrave; una sola: Lewis Hamilton chiude comunque al vertice. Nel sondaggio condotto da Autosport l&rsquo;iridato ha raccolto pi&ugrave; punti di tutti ed &egrave; stato riconosciuto dai 10 team principal il miglior pilota dell&rsquo;anno.  Colleziona 229 punti ma alle sue spalle non c&rsquo;&egrave; Rosberg, bens&igrave; Vettel. Premiato con 180 punti per i 13 podi messi insieme nella stagione dell&rsquo;esordio Ferrari e le tre vittorie in bacheca. Risultato che contrasta con quello di Raikkonen, solo decimo nella graduatoria, mentre alle spalle di un Rosberg ben staccato da Vettel arriva Verstappen.  L&rsquo;aggressivit&agrave; in pista, lo spettacolo regalato con i suoi sorpassi, valgono un posto al sole, nonostante un ultimo gran premio tutt&rsquo;altro che da ricordare, nel quale ha trovato la decisa resistenza della vecchia guardia, di Jenson Button.  In casa McLaren la crisi tecnica ha condizionato i risultati, per&ograve; Alonso riesce a navigare a met&agrave; classifica, sesto alle spalle di Kvyat e davanti a un Bottas pi&ugrave; indietro di quanto non abbia dimostrato sulle 19 gare disputate. Perez e Ricciardo completano la top ten davanti a Raikkonen; da notare come, tra le preferenze espresse dai team principal, a Ricciardo vadano solo 47 punti contro i 69 di Kvyat, segno chiaro di come ci si aspettasse di pi&ugrave; dall&rsquo;australiano, vuoi per i risultati del 2014, vuoi per l&rsquo;anno in pi&ugrave; di esperienza in seno al team.  Fabiano Polimeni La classifica 1. Hamilton (229 punti) 2. Vettel (180) 3. Rosberg (113) 4. Verstappen (77) 5. Kvyat (69) 6. Alonso (57) 7. Bottas (52) 8. Perez (48) 9. Ricciardo (47) 10. Raikkonen (37)

E&rsquo; il pilota migliore dell&rsquo;anno, per&ograve; non davanti a Rosberg. Ampio gap tra i ferraristi, risultato a sorpresa tra i due Red Bull

F1, i team principal incoronano Hamilton

Nella tradizionale conferenza stampa dei team principal, a Maurizio Arrivabene arriva la prima domanda se, come "boss" della Ferrari, ma anche come partner in precedenza delle vittorie con Schumacher, Barrichello, Alonso e cos&igrave; via, senta un particolare senso di responsabilit&agrave; nei confronti dei tifosi. &laquo;&Egrave; vero, &egrave; una grossa storia, perch&eacute; qui ti senti sulle spalle non solo Monza, ma anche Milano e tutta la regione. Ieri siamo usciti dalla pista e siamo andati alla Villa Reale di Monza a incontrare i nostri tifosi. Con il loro entusiasmo, le loro urla, hanno fatto pensare a me, a Sebastian e a Kimi qualcosa come: "Ok, dobbiamo fare qualcosa per loro". La tua pressione e le tue emozioni vanno alle stelle, vuoi fare qualcosa per loro e per farli sorridere. Ma sei anche cosciente di cosa sia realmente possibile fare. Sento che la mia responsabilit&agrave; &egrave; enorme, l'ho sentito soprattutto ieri fra i tifosi, e spero che il loro grande cuore che normalmente portano qui agisca come un "gettone" per i nostri motori. Non so che dire di pi&ugrave;&raquo;.  Il Gran Premio d'Italia &egrave; l'unica gara assieme al GP di Gran Bretagna ad essere sempre stata nel calendario della F1 fin dall'inizio. Ma la gara &egrave; a rischio: pu&ograve; la Ferrari permettere che non ci sia pi&ugrave; il GP italiano, sta svolgendo qualche ruolo in questo processo? &laquo;&Egrave; una grossa parola, dire che la Ferrari abbia un "ruolo" in quanto succede. Intendo, non siamo noi che stiamo negoziando con Bernie, non &egrave; il nostro lavoro, non &egrave; una nostra responsabilit&agrave;. Detto questo, penso che il GP d'Italia sia Monza, sia chiaro. L'unica foto che ho visto a Maranello con Enzo Ferrari in pista, era qui a Monza. E ho detto moltissime volte una cosa molto chiara: c'&egrave; un cuore della Formula Uno che per me &egrave; rappresentato da Monza, Spa-Francorchamps, Hockenheim, Silverstone e Monaco. Questo &egrave; il cuore della F1 e penso che dobbiamo preservarlo. Perch&eacute; ogni persona che perde la sua cultura e le sue radici, non &egrave; pi&ugrave; una persona, se parliamo di esseri umani. Ma vale anche per queste cose: se perdiamo questo nucleo per me perdiamo lo spettacolo, per cui penso che dobbiamo fare tutto il possibile per difendere questo GP e ribadisco che il Gran Premio d'Italia &egrave; quello a Monza. Inoltre dobbiamo preservare l'anima della Formula Uno. Non ho nulla contro le altre gare, perch&eacute; questo &egrave; uno show internazionale, ma anche uno show ha un'anima e quella della F1 &egrave; in quei GP che ho nominato prima. Questa &egrave; la mia opinione personale ma penso anche quella come Ferrari&raquo;.  Quando si chiede ai team principal quali siano stati i momenti migliori e quelli peggiori, quelli pi&ugrave; memorabili e quelli pi&ugrave; imbarazzanti, Arrivabene risponde: &laquo;In otto mesi che sono qui, non ho molte storie da raccontare...&raquo;. Ma la decisione pi&ugrave; giusta? &laquo;La mia miglior decisione, o migliore idea, &egrave; stata in Malesia quando abbiamo vinto la gara. Il primo pensiero per&ograve; &egrave; stato "Odd&igrave;o, &egrave; troppo presto". In termini di imbarazzo, ho due scelte: una &egrave; l'Austria; l'altra il Canada, quando non abbiamo avuto una gara molto bella davanti a Mr: Marchionne. Una delle due vale l'altra&raquo;.  Sulla questione Pirelli e sulle ultime raccomandazioni, specialmente in tema di pressioni di gonfiaggio, che viene posta anche a Horner, Arrivabene risponde: &laquo;Per quanto ci riguarda, ho parlato ieri e ho detto tutto. Abbiamo avuto conversazioni e spiegazioni chiare e costruttive con la Pirelli. Oggi abbiamo avuto un altro incontro positivo e abbiamo in programma di incontrarci pi&ugrave; spesso per migliorare la comunicazione fra noi. Sono perfettamente soddisfatto per le pressioni. Abbiamo avuto un'indicazione chiara dalla Pirelli e siamo a posto con questo&raquo;.  Viene chiesto se sia stato necessario convincere Raikkonen per fargli firmare autografi per mezz'ora (un record) all'incontro di Villa Reale. &laquo;No, abbiamo solo avuto alcune conversazioni in cui gli ho detto "So che sei un tipo cool e molto probabilmente piaci per questo, ma alla fine se incontriamo i tifosi devi almeno fare qualche autografo, salutarli e magari sorridere". Ha seguito le mie istruzioni e non credo sia stato nulla di sbagliato. Sono stato contento, naturalmente, poi ho cominciato a pensare che se diventasse superstizioso e domani piovesse, e anche domenica, dopo questo... Io ci spero. &Egrave; sempre pi&ugrave; un bravo ragazzo e mi fa piacere, anche se mi viene da pensare che non fosse Kimi ma un suo sosia o qualcun altro...&raquo;.  Alla fine quali sono gli obbiettivi realistici per la gara? &laquo;Come c'era da aspettarsi, le Mercedes sono in uno stato di forma molto forte, ma il nostro passo non &egrave; stato male. &Egrave; troppo presto per promettere qualcosa, ma cercheremo di fare del nostro meglio, soprattutto qui che &egrave; il nostro GP di casa. Ma ripeto, abbiamo molti rivali e la Mercedes &egrave; ancora molto avanti al momento&raquo;.  Sulla tendenza a non cambiare piloti che sembra ribadita dalla conferma dei due della Williams, Arrivabene risponde: &laquo;Abbiamo confermato Kimi dopo l'Ungheria. Dopo tutto, &egrave; un campione del mondo, l'ultimo con la Ferrari, non dimentichiamolo. Il secondo motivo &egrave; per la stabilit&agrave; del team, che &egrave; piuttosto nuovo, per cui vogliamo mantenerlo stabile e mantenere obbiettivi chiari per ciascuno. Non c'&egrave; altro da aggiungere. Inoltre potete vedere come sia migliorato nelle PR, &egrave; un altro Kimi. Mentre per Seb non c'&egrave; nulla da dire&raquo;.  Si rimarcano le tante magliette gialle "Lello" dei supporter di Marciello all'Ascari, il che porta a chiedere chi sar&agrave; il prossimo pilota italiano in Ferrari e quando. &laquo;Non c'&egrave; un tempo. Il giallo al momento in Italia &egrave; per Valentino Rossi. Lello &egrave; un pilota che come tutti quelli nell'Academy Ferrari deve provare il suo talento prima di ottenere un contratto in F1. Mi fa piacere che abbia tanti fans, i supporter contano molto, ma alla fine deve provare il suo talento. Questo vale per tutti, nella vita. Se vuoi qualcosa, meritala. Siamo contenti di lui, ma la stagione non &egrave; ancora finita. Scusate se quando mi avete parlato di giallo ho pensato a Valentino...&raquo;.  Per quanto riguarda James Allison, ha firmato un contratto a lungo termine, con la Ferrari? &laquo;L'ho gi&agrave; detto, l'ho confermato in Belgio: s&igrave;, con noi ha un contratto a lungo termine&raquo;. Infine, si chiede conferma che la Ferrari abbia evoluto il suo motore per Monza e quanto. &laquo;Il supermotore, il famoso supermotore... Abbiamo speso un paio di "gettoni" qui ma abbiamo avuto un piccolo miglioramento. Siamo lontani da questo "supermotore" che &egrave; stato menzionato molte volte. Confermo che abbiamo usato un paio di "gettoni" ma non confermo che abbiamo un supermotore qui. Abbiamo un motore Ferrari, e questo &egrave; abbastanza&raquo;.

Alla conferenza dei team principal parla anche di Kimi e PR, di GP storici, di stabilit&agrave; e di "Lello"

Arrivabene: niente supermotore a Monza

Quello della Ferrari nel Gp di Abu Dhabi &egrave; stato il peggior risultato della stagione con due Ferrari al traguardo: nona e decima. Come in Bharain a inizio stagione, guarda caso un altro Gran Premio nel deserto. Quel disastro del 6 aprile in Bahrain port&ograve; alle dimissioni di Stefano Domenicali dal ruolo di team principal, quello di Abu Dhabi provocher&agrave; l&rsquo;uscita di Marco Mattiacci.  Mattiacci, mai c'&egrave; la conferma,&nbsp;viene&nbsp;sostituito da Maurizio Arrivabene, 57 anni, bresciano attuale vicepresidente della Philip Morris per eventi e marketing (lo sponsor principale della Ferrari). L&rsquo;annuncio ufficiale del cambio al vertice della squadra corse &egrave; arrivato luned&igrave; alle 13&nbsp;dopo un ultimo incontro fra Mattiacci e Marchionne per definire le modalit&agrave; della sua uscita dalla Ges. Non si sa al momento se Mattiacci torner&agrave; a un ruolo commerciale nella divisione auto stradali della Ferrari o se addirittura finir&agrave; per abbandonare l&rsquo;azienda.  Mattiacci ha affrontato a gara finita l&rsquo;ultima conferenza stampa della stagione in pista, ma ha glissato sulle voci del cambio al vertice della squadra. &ldquo;Sono arrivato da un giorno all&rsquo;altro in questa squadra a met&agrave; aprile. E da allora ho mangiato pane e F1 tutti i giorni e sono rimasto sempre completamente focalizzato su questa stagione&rdquo;, ha spiegato per sottolineare la sua dedizione al 100% alla causa ferrarista. Facendo anche capire velatamente che quando gli &egrave; stato proposto il ruolo non ha avuto n&eacute; il tempo di rifletterci, n&eacute; l&rsquo;opportunit&agrave; di scegliere.  Peraltro Mattiacci non aveva mai voluto commentare in passato certe indiscrezioni uscite sulla stampa come il licenziamento del capo dei motoristi, Marmorini, l&rsquo;esagerata richiesta economica di Alonso, la rottura con il pilota spagnolo, poi rivelatesi assolutamente fondate.  Mattiacci ha voluto anche puntualizzare il proprio pensiero sulla frase rivolta ad Alonso che aveva scatenato la reazione piccata del pilota spagnolo.  Sabato prima della gara Mattiacci, durante la conferenza stampa, aveva detto: &ldquo;Abbiamo preso Vettel perch&eacute; volevamo uno giovane e pi&ugrave; affamato&rdquo;. Quando queste parole sono state riferite ad Alonso, lo spagnolo un po&rsquo; ironicamente aveva replicato: &ldquo;Si vede che lui &egrave; da poco tempo con noi perch&eacute; non si rende conto come mi sono sbattuto e quale impegno ho messo in questi cinque anni in Ferrari. Per&ograve; evidentemente non ero cos&igrave; vecchio per lui quando a Monza e anche dopo ha tentato di prolungarmi il contratto Ferrari&rdquo;.  Mattiacci ci ha tenuto a precisare che lui non aveva fatto alcun riferimento ad Alonso n&eacute; voluto fare un paragone fra Fernando e Vettel, semplicemente si era limitato a spiegare l&rsquo;identikit del pilota necessario a Maranello una volta maturata la separazione con Alonso.

Nell&rsquo;ultima conferenza ad Abu Dhabi prima dell&rsquo;annuncio di Arrivabene come nuovo team principal, l'ex spiega che Alonso l&rsquo;ha frainteso

Mattiacci: Alonso mi ha frainteso

da Yas Marina (Abu Dhabi): Alberto Antonini  La Germania rilancia, la Ferrari smentisce. Ma l&rsquo;anticipazione pubblicata da Autosprint all&rsquo;inizio di questa settimana sembra trovare conferme. Marco Mattiacci potrebbe lasciare il ruolo di team principal alla Ferrari.  La voce &egrave; uscita per la prima volta da &ldquo;Sport Bild&rdquo; tedesco. Che cita anche il possibile sostituto di Mattiacci, Maurizio Arrivabene della Philip Morris. Forse anche perch&eacute; il manager bresciano &egrave; presente ad Abu Dhabi. Da parte della squadra, la notizia &egrave; stata liquidata come infondata: &ldquo;Una delle tante voci che anche in passato hanno riguardato i nostri dirigenti&rdquo;.  Mattiacci &egrave; arrivato ad aprile al posto di Stefano Domenicali: in questo periodo ha dovuto affrontare una stagione tecnicamente difficile, e gestire anche il caso Alonso e l&rsquo;arrivo di Sebastian Vettel. A prescindere da chi possa essere il suo possibile sostituto, se le voci dovessero essere confermate di dovrebbe pensare che era stato destinato fin dall'inizio a un ruolo &ldquo;ad interim&rdquo;, provvisorio, in attesa di completare il nuovo assetto della squadra di Maranello.

Cos&igrave; secondo voci dalla Germania: lo sostituir&agrave; Maurizio Arrivabene, in arrivo dalla Philip Morris

Ferrari: Mattiacci al capolinea?

Pi&ugrave; che il tempio della velocit&agrave;, Monza sta diventando la fiera delle riunioni. A parte l&rsquo;apparizione "pilotata&rdquo; di Flavio Briatore con Bernie Ecclestone, si &egrave; avuta una riunione del Gruppo Strategico. Alcuni dei team principal presenti alla conferenza della Fia ne hanno parlato. Toto Wolff della Mercedes l&rsquo;ha definita &ldquo;una riunione come tante&rdquo;, senza decisioni definitive. In realt&agrave; certe discussioni sono gi&agrave; arrivate da un pezzo a un punto di stallo. In particolare quella su un ipotetico &ldquo;disgelo&rdquo; alla regola che blocca lo sviluppo delle power unit.  La Ferrari lo vorrebbe, e sta facendo una campagna per far credere che la cosa sia possibile. Di recente &egrave; arrivato anche l&rsquo;appoggio teorico della Renault, annunciato dall&rsquo;ex Caterham Cyril Abiteboul che ora &egrave; tornato a lavorare per il marchio francese.  &ldquo;C&rsquo;&egrave; una discussione molto ampia&rdquo;, dice il team principal di Maranello Marco Mattiacci. Ma per avere un cambio &ldquo;In corso&rdquo;, parlando di regolamenti gi&agrave; approvati, servirebbe l&rsquo;unanimit&agrave; dei costruttori. E la Mercedes non ci pensa neanche a fare concessioni, in un momento di superiorit&agrave;. Toto Wolff e Niki Lauda lo hanno ripetuto pi&ugrave; volte: &ldquo;I regolamenti sono questi&rdquo;. Con queste premesse, non c&rsquo;&egrave; da stupirsi che le riunioni si concludano senza costrutto...  Un incontro pi&ugrave; importante, in questo week end, dovrebbe essere quello che riguarda il futuro del Gp Italia. Bernie Ecclestone avrebbe dovuto incontrare Ivan Capelli, neo presidente dell&rsquo;Ac Milano, e Andrea Dell&rsquo;Orto presidente della Sias, la societ&agrave; che ha un gestione l&rsquo;Autodromo. Solo loro, nessuna rappresentanza politica, neanche dalla Regione Lombardia.  Ma l&rsquo;incontro &egrave; slittato a sabato mattina. Proprio per gli impegni di Bernie. Forse ci sono troppe discussioni inutili per sperare di poter veramente muovere qualcosa.

La discussione (inutile) sul disgelo allo sviluppo dei motori fa slittare quella sul futuro del Gran Premio

Monza, il tempio delle riunioni

Davanti alla platea del festival dell&rsquo;Unit&agrave; di Reggio Emilia Stefano Domenicali ha parlato in pubblico rispondendo alle domande del giornalista ed amico Leo Turrini. Per l&rsquo;occasione l&rsquo;ex team principal della Ferrari ha risposto a tanti interrogativi rimasti senza risposta dalla scorsa primavera, quando alla vigilia del Gran Premio di Cina lasci&ograve; il suo posto al timone della Scuderia.  &laquo;Io mi sono assunto le responsabilit&agrave; di un fallimento &ndash; ha precisato Domenicali - le cose non sono andate come mi aspettavo e come ci aspettavamo, quindi non ha senso per me, adesso, pontificare. Ovviamente ho le mie idee e magari un giorno trover&ograve; un amico che le raccoglier&agrave; in un libro, per&ograve; non inseguo le polemiche. Della Ferrari dico solo questo, sommessamente, da innamorato della squadra e facendo anche autocritica, se qualcuno vuol capire: non sarebbe male recuperare la serenit&agrave; all'interno, perch&eacute; poi abbiamo visto gente in gamba che altrove ha avuto modo di dimostrare il proprio talento. E ho detto che questa &egrave; una autocritica&raquo;.  Uno dei temi &ldquo;caldi&rdquo; &egrave; anche il rapporto con Alonso, un punto sul quale Domenicali fa chiarezza: &laquo;Non &egrave; vero che Alonso aveva un rapporto difficile con me o con la Scuderia. Fernando &egrave; una bella persona e lo dico con franchezza. Rispetto a Schumi certamente &egrave; pi&ugrave; aperto nei confronti della comunicazione, magari talvolta una sua parola viene tradotta male, ma non &egrave; mai stato negativo nei confronti della squadra, della Ferrari. E' stato anche sfortunato, siamo anche stati sfortunati. Abbiamo pagato per i nostri errori, per&ograve; se avessimo vinto un paio di titoli, ecco, nessuno avrebbe potuto contestarli. Raikkonen &egrave; diversissimo da Fernando, ma io lo trovo adorabile. Sono orgoglioso di averlo riportato a Maranello. Mi dispiace di non aver garantito a lui e a Fernando la macchina che meritavano, per&ograve; sulle cause del flop, come ti ho detto, non mi voglio esprimere, non ora, non sarebbe giusto&raquo;.  Domenicali non si &egrave; sottratto neanche all&rsquo;argomento del momento, ovvero i problemi interni di casa Mercedes. &laquo;Della situazione attuale in Mercedes sono testimone da lontano. Non penso che Ricciardo possa essere il terzo che gode, alla fine il titolo o sar&agrave; di Hamilton o sar&agrave; di Rosberg. Lewis deve stare attento alla sindrome di Paperino, se cede alla tentazione di considerarsi il parente povero della famiglia si inguaia. Nico dovr&agrave; sopportare, sin da Monza, una pressione enorme, per quello che &egrave; accaduto recentemente. Non mi chiedere per&ograve; come li avrei gestiti io! La logica mia, che era poi un insegnamento di Montezemolo e di Todt, era chiara: l'interesse del team prevale sempre, deve prevalere sempre. Dopo di che ci sono molti modi di affrontare le realt&agrave; imposte dalla pista. Io cercavo sempre di chiarire le cose in anticipo, ad esempio sono state scritte sui giornali cose orrende nel 2010 per l'ordine dato a Massa in Germania, ma esisteva una gerarchia determinata il sabato sera, non ci fu nessun colpo basso all'ultimo momento&raquo;.  Infine il futuro, da quello lavorativo alla &ldquo;sua&rdquo; Monza che il prossimo weekend ospiter&agrave; il Gran Premio d&rsquo;Italia: &laquo;In autunno certamente occuper&ograve; un ruolo nuovo, non far&ograve; il pre-pensionato a vita, anche se i mesi senza Ferrari mi hanno felicemente costretto a riscoprire i piaceri della vita quotidiana. Io abito a pochi chilometri dall'autodromo di Monza. Per quasi venticinque anni il week end del Gran premio d'Italia era il week end della corsa a casa mia. Mi hanno invitato, ma stavolta penso che rester&ograve; lontano dal circuito. Mi manca la Formula Uno? S&igrave;, un po', &egrave; inevitabile. Potevo ottenere di pi&ugrave;, nel ruolo che ho ricoperto? Sicuramente, ma ho dato tutto quello che avevo&raquo;.  Roberto Chinchero

L&rsquo;ex team principal della Scuderia rivela anche che in autunno ricoprir&agrave; un nuovo ruolo

Domenicali: Ferrari, recuperare serenit&agrave;

Nella classica conferenza stampa del venerd&igrave; sera con i team principal, a Budapest &egrave; accaduto un fatto inconsueto: in una F1 che pubblicamente lima tutti gli spigoli e tace piuttosto che dire scomode verit&agrave;, si &egrave; arrivati a momenti quasi d&rsquo;attrito fra i personaggi coinvolti. Che, ricordiamo, erano i team manager da una parte e i giornalisti dall&rsquo;altra. Perch&eacute; se &egrave; vero che &egrave; pur sempre lecito porre domande anche scomode o &ldquo;disallineate&rdquo;, n&eacute; accontentarsi troppo di risposte &ldquo;di comodo&rdquo;, probabilmente l&rsquo;insistenza deve avere un limite, soprattutto quando si richiedono risposte che non competono agli intervistati.  Cos&igrave; dopo una serie di domande provocatorie sul calo di spettatori in Germania, dopo che tutti i rappresentanti dei team rispondono che si &egrave; trattato di un fatto ancora isolato e successivo ai &ldquo;sold-out&rdquo; di Austria e Gran Bretagna, dopo che si insiste sulla domanda mettendo addirittura in bocca agli intervistati che sarebbero loro a lamentarsene, e dopo che Chris Horner comincia gi&agrave; a dare segni d&rsquo;insofferenza ribadendo che &ldquo;forse&rdquo; ci sarebbe da interrogarsi anche sui prezzi dei biglietti e sulla &ldquo;promozione fatta o non fatta&rdquo; (cit.) dagli organizzatori - riportiamo ci&ograve; anche per inquadrare meglio la situazione in quel momento - si arriva a un argomento differente ma trattato sempre in modo piuttosto aggressivo.  Questo quando un giornalista di Sport Bild interviene in questo modo: &laquo;Ora apprendiamo che andremo a correre in Azerbaijan. Siamo gi&agrave; stati in Bahrain, tutti sanno che il Bahrain sta uccidendo il proprio popolo. Andiamo in Russia e non c&rsquo;&egrave; nessun commento. Abbiamo corso in Cina, che mi pare non essere molto famosa per la democrazia. Quindi la mia domanda &egrave;: tutti voi parlate di F1, di piloti e di esempi da seguire per i giovani. Pensate sia un buon esempio andare dietro a Mr. Ecclestone ovunque lui voglia? E se volesse andare a correre in Corea del Nord, continuereste a seguirlo?&raquo;.  A questo punto tutti voltano lo sguardo verso Vijay Mallya (Force India), che gi&agrave; in precedenza aveva risposto alle questioni pi&ugrave; scottanti, e lui replica: &laquo;Penso che noi siamo tutti persone appassionate di corse, quelli che potremmo chiamare &ldquo;petrolheads&rdquo; (insomma, fanatici dei motori, ndr). Siamo venuti qui per correre, per cercare di vincere, per divertirci. A governarci &egrave; un&rsquo;organizzazione internazionale chiamata FIA: spetta alla FIA decidere dove portare il nostro sport. Non credo che spetti alle squadre, che sono singoli concorrenti di questo sport, portare avanti le loro posizioni personali nel merito delle questioni politiche sociali che avete sollevato. La FIA &egrave; perfettamente competente nel determinare dove la Formula Uno possa essere messa in scena e dove no&raquo;.  Allora il giornalista tedesco riprende: &laquo;Non c&rsquo;&egrave; altro da aggiungere? Siete tutti d&rsquo;accordo? Nessun altro ha da dire qualcosa? Allora resta la domanda: si dovrebbe seguire Ecclestone in Corea del Nord oppure no?&raquo;. &laquo;Ma sai, non &egrave; questione di seguire Bernie - risponde ancora Mallya - penso che la domanda sia mal posta. &Egrave; il detentore dei vari diritti, &egrave; la FIA che decide. E noi corriamo dove vengono organizzati gli eventi. &Egrave; semplicemente cos&igrave;&raquo;.  A questo punto interviene allora il giornalista di Frankfurter Allgemeine Zeitung: &laquo;Mettiamo la questione in modo diverso: pensate che, nel senso di promuovere il miglior prodotto possibile, faccia molto bene al vostro (la F1, ndr) andare a Baku, data la loro situazione in tema di diritti umani, e in considerazione che l&agrave; sono messi - mi pare - al 160&deg; posto nella lista di Reporter Senza Frontiere?&raquo;.  A questo punto prende subito la parola Chris Horner (Red Bull), che sbotta: &laquo;Questa sta diventando una conferenza stampa molto deprimente, ci stiamo concentrando solo sulle cose negative. Sappiate che c&rsquo;&egrave; un calendario che esce a ottobre-novembre, e tutti noi possiamo scegliere se partecipare al campionato del mondo oppure no. Tutte le persone sedute qui sono concorrenti (&ldquo;racers&rdquo; &egrave; il termine usato, ndr) e sono qui perch&eacute; sono appassionati di questo sport e vogliono correre. Quando firmiamo per quel campionato, mettiamo la nostra fede e la nostra fiducia nel promotore e nella FIA, e saremo presenti a quelle gare a meno che loro non ritengano che non sia necessario per noi essere l&igrave;. E tutti voi, o la maggior parte di voi, sarete a quelle gare, o perch&eacute; siete appassionati di questo sport o perch&eacute; vi fa guadagnare da vivere. E penso che sia sbagliato rendere la Formula Uno un soggetto politico o un manifesto quando invece siamo uno sport&raquo;.  &laquo;In queste conferenze - continua Horner - dovremmo parlare di piloti, dovremmo parlare della corsa spettacolare che c&rsquo;&egrave; stata fra i miei piloti e il suo (accenna a Marco Mattiacci mentre dice questo, ndr) nello scorso Gran Premio. Dovremmo parlare di quale gran gara sia stata per Lewis Hamilton, nel risalire quasi tutto lo schieramento. Invece tutto quello che si fa &egrave; concentrarsi sulle cose negative e, devo dire, &egrave; diventato piuttosto fastidioso per noi stare qui e fronteggiare queste domande. Per cui che ne direste di chiederci qualcosa su cosa potrebbe succedere nella gara di domenica, oppure nelle qualifiche di domani? Perch&eacute; se invece avete ancora di queste altre domande, sarebbe meglio le poneste direttamente a Mr. Todt o a Mr. Ecclestone, piuttosto che alle squadre&raquo;.  Inutile dire che la domanda successiva, fatta da un giornalista di sport motoristici, ha virato di argomento - il degrado delle gomme Pirelli, per la cronaca - e che la conferenza &egrave; terminata dopo non molto. Voi che ne pensate, sul coinvolgimento politico o nei riguardi di questioni sociali, che la F1 dovrebbe o non dovrebbe avere?  Maurizio Voltini

Alla conferenza stampa dei team principal, quello Red Bull reagisce esacerbato alle insistenti domande su questioni politiche e altri aspetti negativi

Horner si stufa: "Fateci domande sulle corse!"

Il Team Principal della Ferrari all&rsquo;indomani del Gran Premio del Canada fa autocritica, ma allo stesso tempo lancia un messaggio all&rsquo;insegna della voglia di risalita. &laquo;Siamo molto arrabbiati con noi stessi &ndash; ha commentato Marco Mattiacci - ma non abbiamo nessuna intenzione di mollare. Il circuito non ci ha certamente favorito, mettendo invece in risalto le caratteristiche di alcuni dei nostri rivali, e non tutto &egrave; andato per il verso giusto: siamo partiti troppo indietro e non siamo migliorati tanto quanto gli altri. L&rsquo;aspetto positivo di questo fine settimana &egrave; che da parte di tutti c&rsquo;&egrave; una grande voglia di reagire, a partire dai nostri piloti. Kimi e Fernando sono due ragazzi estremamente tenaci, capaci e competitivi, che sanno fare squadra e dare indicazioni nelle aree oggi prioritarie nel nostro piano di sviluppo. Alcuni aggiornamenti hanno trovato un buon riscontro in pista e per questo motivo continueremo in questa direzione gara dopo gara&raquo;.  &laquo;Rispetto all&rsquo;inizio della stagione siamo migliorati &ndash; ha concluso Mattiacci - ma ogni nostro progresso deve essere valutato in relazione a quelli fatti dai nostri avversari. La Ferrari ha iniziato un percorso particolare, basandosi su alcune figure chiave: il Presidente Montezemolo, James Allison, Fernando Alonso, Kimi Raikkonen e un gruppo formato da tecnici di grande talento. Nel team occorre svolgere un&rsquo;opera di ricostruzione e tutti devono essere messi in condizione di poter lavorare nel miglior modo possibile. C&rsquo;&egrave; un programma di sviluppo ben definito che stiamo portando avanti e che ci vedr&agrave; portare aggiornamenti in ciascuna delle prossime gare. Un altro nostro grande obiettivo &egrave; quello di riuscire a velocizzare i tempi di reazione, come sembrano essere in grado di fare i nostri concorrenti&raquo;.  Roberto Chinchero

Il Team Principal della Ferrari all&rsquo;indomani del GP Canada fa autocritica, ma allo stesso tempo lancia un messaggio all&rsquo;insegna della voglia di risalita

Mattiacci: Siamo arrabbiati con noi stessi

Arrivato nella notte fra gioved&igrave; e venerd&igrave; a Shanghai dagli Usa, Marco Mattiacci, il nuovo team principal della Ferrari &egrave; comparso in pista per le prime prove libere. Inaugurate dal primo tempo di Alonso, una sorpresa che l'ha fatto sorridere anche se per tutta la giornata nonostante lo smog Mattiacci non ha mai tolto gli occhiali dandogli per tenere nascosto lo sguardo.  Ecco come si &egrave; raccontato ai giornalisti. "Il mio ingaggio? Sono stato svegliato da una telefonata alle 5.58 del mattino di venerd&igrave; e la voce al telefono mi offriva il comando della Ferrari. Per un attimo ho pensato a un pesce d'aprile..."  Il suo ruolo lo definisce cos&igrave;: "Guidare la Ferrari F1 &egrave; una missione, non un semplice lavoro". Mattiacci non ha paura di non essere un esperto di F1: "Non essere un esperto mi d&agrave; una grandissima motivazione. Sono una persona molto curiosa, guardo molto gli altri. Ma ho l'appoggio del presidente Montezemolo con cui mi sento tante volte al giorno. Io sono un manager e il principio cui mi ispiro &egrave; l'umilt&agrave;: ascoltare e imparare. Possibilmente poi farlo velocemente".  Mattiacci rivoluzioner&agrave; la Ferrari? Lui risponde cos&igrave;: "La mia filosofia &egrave; prima vedere cosa c'&egrave; di buono, poi eventualmente si cambia. Il mio ruolo, da manager, &egrave; quello di assemblare i team, esaltare i talenti".  Poi Mattiacci, confortato dai risultati delle prime prove dice: "Non so se qui lotteremo per la pole, ma di sicuro lotteremo". E a chi gli chiede se teme di perdere a fine anno Alonso deluso dai risultati Ferrari, risponde: "Ritengo sia il miglior pilota della F1, condivido le sue esigenze ma penso anche che voglia vincere un mondiale di F1 con la Ferrari che &egrave; il sogno di qualsiasi pilota".  Alberto Sabbatini

Le prime parole ai box del nuovo capo Ferrari. "So ascoltare e imparare"

Ecco Mattiacci: esalto i talenti

di Cesare Maria Mannucci  Marco Mattiacci, 42 anni, alla Ferrari dal 1999, laureato in economia e commercio all&rsquo;Universit&agrave; La Sapienza di Roma, prende dunque il posto di Stefano Domenicali, alla direzione della Gestione Sportiva e del team di F.1.  Se le dimissioni di Stefano Domenicali potevano essere prevedibili visto il trend negativo della squadra negli ultimi anni - sotto la sua direzione la Ferrari aveva conquistato solo un titolo Costruttori - la scelta di Marco Mattiacci al suo posto, fino a ieri presidente amministratore delegato della Ferrari North America, &egrave; invece una decisione davvero sorprendente.  Perch&eacute; stiamo parlando di un manager, che pur avendo una buona esperienza internazionale - prima nei mercati asiatici e poi in quelli nord americani - non ha nessuna esperienza di corse, di qualunque tipo, tranne il Ferrari Challenge Nord America alle cui gare Mattiacci &egrave; sempre presente in quanto la filiale Usa del Cavallino che dirigeva era direttamente interessata e coinvolta nel monomarca americano.  Ora per&ograve; le problematiche da affrontare per Mattiacci saranno per ben diverse. Perch&eacute; un conto &egrave; presenziare all&rsquo;apertura di eventi di prodotto e stile delle auto del cavallino e vendere Ferrari negli Stati Uniti,&nbsp;&nbsp;un altro invece &egrave; gestire una organizzazione di oltre 1200 persone, per lo pi&ugrave; formata da caratteri egocentrici, a cominciare dai piloti sino agli ingegneri e ai meccanici.  Questo &egrave; il primo compito - impegnativo ma oscuro - del responsabile della gestione sportiva che Domenicali svolgeva comunque con abnegazione, non certo quello di esporsi alle telecamere davanti al muretto box durante un Gp.  Facciamo gli auguri a Mattiacci, perch&eacute; in certe riunioni con veri e propri &ldquo;squali&rdquo; dell&rsquo;ambiente delle corse come Bernie Ecclestone, Niki Lauda, Helmut Marko, Ron Dennis e Frank Williams, quando si parla di regole e di soldi, entrer&agrave; in un ambiente per lui veramente sconosciuto.  &Egrave; pensabile che Luca di Montezemolo da oggi in avanti debba dedicare pi&ugrave; tempo alla gestione del team F.1, perch&eacute; oggi la sua lunga esperienza, diventa ancora pi&ugrave; indispensabile, soprattutto alla luce dei prossimi sconvolgimenti &ldquo;politici&rdquo; che aspettano il mondo della F.1 (la successione di Ecclestone, la cessione del business F1 da parte della CVC e cos&igrave; via) e che nei prossimi due anni, sar&agrave; oggetto di una totale revisione in termini di propriet&agrave; e di governance.  Quest&rsquo;anno durante la 24 ore di Daytona, quando c&rsquo;&egrave; stato il problema della penalit&agrave; inferta al pilota della Ferrari 458, Pierguidi, per il contatto all&rsquo;ultimo giro di corsa che poteva privare la Ferrari di una meritata vittoria nella classe GTD, abbiamo visto Antonello Coletta andare in direzione gara e discutere animatamente con il direttore di prova Scott Atherton per difendere le ragioni del Cavallino. Questo incarico scomodo non l&rsquo;ha dovuto svolgere Marco Mattiacci, che da capo della Ferrari North America assisteva alla gara ed era coinvolto in modo pi&ugrave; istituzionale e distaccato. Proprio perch&eacute; sino a ieri la sua presenza alle competizioni era pi&ugrave; una necessit&agrave; per svolgere pubbliche relazioni a livello Corporate.  Ora invece per lui cambier&agrave; tutto: dovr&agrave; tuffarsi di colpo nel mondo ostico delle corse, delle polemiche e degli attriti fra squadre con interessi discordanti per difendere il nome e il lavoro della Ferrari. Soprattutto a Mattiacci sar&agrave; chiesto un impegno e una conoscenza su problematiche specifiche e costanti - anche tecniche - davvero di non facile soluzione.  Del resto Jean Todt quando lavorava alla Ferrari, rimaneva in ufficio sino alle 22, tutti i giorni della settimana. Proprio perch&eacute; &egrave; un compito estremamente complesso da svolgere al meglio.  Riuscir&agrave; Mattiacci a svolgerlo al meglio con competenza e autorevolezza? Sinceramente non lo sappiamo e gli facciamo i migliori auguri. L&rsquo;esperienaa del passato dice che era da tempi di Piergiorgio Cappelli, nominato dalla Fiat di Ghidella dopo la morte di Enzo Ferrari a fine 1988 al vertice della Ges e durato a Maranello sino all&rsquo;arrivo di Cesare Fiorio (marzo &lsquo;89) che a Maranello non arrivava ai vertici del reparto corse un manager cos&igrave; a digiuno di competizioni e relativa gestione. Perch&eacute; l&rsquo;attivit&agrave; commerciale e manageriale nel mondo dell&rsquo;industria automobilistica &egrave; un lavoro molto diverso dal gestire un team di F.1, soprattutto se si chiama Ferrari. E la recente storia di tanti manager arrivati improvvisamente in F.1 senza il necessario background - da Mario Theissen della Bmw a Martin Withmarsh della McLaren, da John Howett della Toyota a Nick Fry della Honda - &egrave; abbastanza illuminante delle difficolt&agrave; che si possono incontrare.  A meno che Mattiacci non abbia soltanto un ruolo transitorio, da traghettatore, in attesa di una figura di provenienza dal mondo delle corse. Come potrebbe essere Gerhard Berger, il cui nome era gi&agrave; circolato nei giorni scorsi...

Storia, origini ed esperienze di Marco Mattiacci nuovo capo di Ferrari Corse 

Ecco chi &egrave; il nuovo Domenicali

Stefano Domenicali ha voluto affidare una nota ufficiale le proprie dichiarazioni dopo le dimissioni.  &laquo;Ci sono particolari momenti nella vita professionale di ognuno di noi &ndash; ha spiegato Domenicali &ndash; in cui ci vuole il coraggio di prendere decisioni difficili e anche molto sofferte. &Egrave; ora di attuare un cambiamento importante. Da capo, mi assumo la responsabilit&agrave;, come ho sempre fatto, della situazione che stiamo vivendo. Si tratta di una scelta presa con la volont&agrave; di fare qualcosa per dare una scossa al nostro ambiente e per il bene di questo gruppo, a cui sono molto legato. Ringrazio di cuore tutte le donne e gli uomini della squadra, i piloti e i partner per il magnifico rapporto avuto in questi anni. A tutti auguro che presto si possa tornare ai livelli che la Ferrari merita. Infine, vorrei fare l&rsquo;ultimo ringraziamento al nostro Presidente per avermi sempre sostenuto e un saluto a tutti i tifosi con il rammarico di non aver raccolto quanto duramente seminato in questi anni&raquo;.  Domenicali non &egrave; mai stato un manager attaccato alla poltrona come tanti che conosciamo. Pi&ugrave; volte aveva detto che sarebbe stato pronto a rimettere il ruolo se questo avesse potuto essere di aiuto alla Ferrari. Dopo il disastroso Gp Bahrain della scorsa settimana, e le critiche amare di Montezemolo all'intera squadra, Domenicali ha deciso che era pi&ugrave; utile al futuro della squadra lasciare lui il posto di capo che destabilizzare la squadra con una nuova rivoluzione tecnica a met&agrave; stagione che avrebbe fatto perdere ancora di pi&ugrave; la bussola della direzione. Da qui la volont&agrave; di dimettersi.  Sembra anche che l'amara scelta sia stata presa da Domenicali giovedi scorso e comunicata a Montezemolo. Questo spiega anche l'improvviso arrivo di Marchionne a Maranello l'indomani, venerdi, ufficialmente per presenziare all'inaugurazione della nuova ala del Museo Ferrari, ma in realt&agrave; per concordare con il Presidente della Ferrari la nuova figura cui affidare il comando della squadra.  Accettando le dimissioni di Stefano Domenicali il Presidente della Ferrari Luca di Montezemolo ha dichiarato: &ldquo;Ringrazio Stefano Domenicali non solo per il suo costante contributo e impegno, ma per il grande senso di responsabilit&agrave; che ha saputo dimostrare anche oggi anteponendo l&rsquo;interesse della Ferrari al proprio. Ho stima e affetto per Domenicali, che ho visto crescere professionalmente in questi ventitr&eacute; anni di lavoro insieme e per questo gli auguro ogni successo per il suo futuro. Voglio anche augurare buon lavoro a Marco Mattiacci, un manager di valore che conosce bene l&rsquo;azienda e che ha accettato con entusiasmo questa sfida&rdquo;.

La prima dichiarazione ufficiale dell'ormai ex capo ferrarista dopo le dimissioni

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