Il 9 volte iridato del Motomondiale ha ottenuto a Imola il suo primo podio nel WEC. Prima e seconda posizione per le BMW M4 nella classe LMGT3

BMW, doppietta alla 6 Ore di Imola con Valentino Rossi

        &Egrave; stata una 6 Ore di Imola trionfale quella di BMW, che oltre a una prova di elevata competitivit&agrave; con la sua Hypercar, ha chiuso la classifica riservata alle vetture LMGT3 con una doppietta. Dopo una gara caratterizzata da condizioni di caldo e asciutto nelle prime fasi, e poi dalla pioggia e da temperature in picchiata nelle ultime ore, la squadra BMW WRT &egrave; riuscita a prendere le scelte giuste portando entrambe le M4 nelle prime due posizioni. Prima posizione per la vettura #31, seconda per la #46 che vanta nel suo equipaggio anche il 9 volte iridato del Motomondiale Valentino Rossi.  BMW vince con le gomme slick Se da un lato la strategia di insistere sulle gomme slick non ha pagato tra le Hypercar, come ha dimostrato la debacle delle Ferrari, al contrario questa &egrave; stata una delle chiavi del successo di BMW tra le LMGT3. In perfetta gestione delle ultime ore di gara con asfalto scivoloso, Augusto Farfus &egrave; riuscito a strappare la prima posizione alla vettura gemella di Martin nella penultima ora di gara, per poi mantenere le posizioni fino alla bandiera a scacchi. Vittoria quindi per la M4 #31 di Farfus/Leung/Gelael, secondo posto a 22&rdquo; per la BMW #46 di Rossi/Al Harthy/Martin. &ldquo;Sono incredibilmente felice e orgoglioso &ndash; ha detto dopo la gara Augusto Farfus, pilota brasiliano classe 1983 con una lunghissima carriera al volante delle vetture BMW nel DTM e nel Mondiale Endurance - Oggi abbiamo dimostrato che &egrave; importante avere la migliore squadra, non solo la migliore macchina o il miglior singolo pilota. Nel mio stint, la pista era sempre bagnata in modo diverso. Abbiamo utilizzato le slick per tutto il tempo e in quelle condizioni mi sono sentito molto a mio agio con la vettura. La squadra &egrave; sempre rimasta calma e alla fine ha fatto tutto bene. Oggi &egrave; il compleanno di mio figlio, non potevo fargli regalo migliore&rdquo; ha concluso Farfus. Primo podio nel Mondiale per Valentino Rossi, che ha debuttato quest'anno come pilota a tempo pieno nel WEC parallelamente al suo impegno nel GT World Challenge. &ldquo;Sono molto contento della doppietta per il Team WRT, per la BMW M Motorsport, e del mio primo podio nel WEC &ndash; ha detto l'italiano dopo la 6 Ore di Imola che l'ha visto arrivare secondo con l'equipaggio della #46 &ndash; Avevamo gi&agrave; una macchina forte sabato in qualifica e Ahmad ha ottenuto un'ottima terza posizione di partenza. In gara abbiamo poi deciso di restare fuori con le slick. Augusto all'inizio era un po' pi&ugrave; veloce di Maxime e ha preso il comando. Sono comunque molto soddisfatto del risultato&rdquo;. Toyota vince la 6 Ore di Imola, Ferrari gi&ugrave; dal podio BMW, strada giusta anche in Hypercar Soddisfazione di BMW anche sul fronte Hypercar, malgrado l'incidente che ha coinvolto la vettura #15 di Marciello, Vanthoor e Wittmann, rimasta ferma per un'ora ai box per le riparazioni e poi squalificata per non aver raggiunto il parco chiuso autonomamente. Sesta invece l'altra M Hybrid V8, la #20 di Van der Linde, Rast e Frijns che ha chiuso con un giro di distacco dal vertice. &ldquo;Abbiamo fatto grandi progressi dopo l&rsquo;avvio impegnativo in Qatar &ndash; ha detto Andreas Roos, Head of BMW M Motorsport &ndash; Avevamo il ritmo per ottenere un ottimo risultato da soli. Sono contento che la vettura numero 20 sia riuscita a restare nel gruppo di testa per tutta la gara, anche in condizioni difficili. L'incidente della vettura #15 &egrave; stato molto spiacevole e fastidioso. Mille grazie al BMW M Team WRT, che ha ricostruito la vettura&rdquo;. Ferrari, Coletta: "Errore non differenziare le strategie"       

Le due BMW M4 WRT hanno concluso in prima e seconda in classe LMGT3, ma segnali positivi anche dalla Hypercar M Hybrid V8. Valentino: "Felice di questo risultato"

BMW, a Imola doppietta GT e primo podio di Rossi nel WEC

Il Dottore, sulla BMW del Team WRT e in equipaggio con Vanthoor e Yelloly, ha concluso con un ottimo secondo posto la 12 ore del Golfo, l'ultimo appuntamento dell'Intercontinental GT Challenge. Rossi era anche al comando a quattro ore dalla fine, ma a causa di un problema alla pedaliera durante le operazioni di cambio pilota durante una sosta, si sono persi secondi preziosi che hanno favorito il sorpasso decisivo della Mercedes di Engel, Stolz e Grenier

Valentino Rossi secondo alla 12 Ore del Golfo

Ecco il numero di Autosprint di questa settimana giunto nelle edicole e qui sottoposto come sempre all’unboxing, ossia allo spacchettamento da parte del nostro Mario Donnini

Su Autosprint in edicola: i giochi di potere della F.1 e il Dottore in esclusiva

Valentino Rossi a Misano. Lui davanti e dietro tutti gli altri. Come ai bei tempi. La torcida gialla che esplode, esulta, festeggia. Striscioni, bandiere, fumogeni. Per loro il Dottore non ha mai spento le insegne del suo fantastico parco giochi. Continua a essere unico. Inimitabile. Lo seguirebbero anche alla bocciofila. Ma per quello, onestamente, dovr&agrave; passare del tempo. Perch&eacute; la nuova sfida lanciata da Vale &egrave; tosta e intrigante. Sta sbocciando proprio adesso che si iniziano a vedere i germogli della semina.  Sul tetto del GTWC con BMW a Misano  La prima vittoria del Dottore in GT World Challenge Europe incendia una domenica di fuoco e infiamma pure il cuore. Trama avvincente dentro a un emozionante regia incastrata nel destino. Il &ldquo;Dottore&rdquo; approfitta al meglio di una BMW resa competitiva dal cambiamento di Balance of Performance gi&agrave; da sabato, da un ottimo primo stint del suo compagno d&rsquo;avventura Martin che aveva tenuto la terza piazza al via e da un pit-stop convulso che ha beffato i suoi compagni di squadra. E nonostante tutto sulla pista di Vale, il godimento &egrave; doppio.  Non c&rsquo;era al momento miglior posto per festeggiare il primo successo in una categoria tosta e altamente competitiva. Questo &egrave; un luogo speciale che vale pi&ugrave; di ogni altro per rilanciare una sfida nella quale il Dottore si sta impegnando fino in fondo. Ci mette la faccia. Ed &egrave; preso dalla sfida. Senza proclami. Passo dopo passo. Con la voglia ancora d&rsquo;imparare e una fame da vittoria che continua a bruciargli dentro, anche dopo una carriera da Super-Califfo nelle due ruote. E una bacheca zeppa di titoli.  A 44 anni, il fenomeno di Tavullia vive una nuova primavera dentro a una sfida in cui si &egrave; calato fino in fondo da due anni a questa parte. Sono bestie particolari questi campionati internazionali dove &egrave; riunita la crema della specialit&agrave; e il livello della sfida &egrave; sempre elevatissimo. &Egrave; qui che si impara l&rsquo;arte della corsa di durata, si condivide l&rsquo;abitacolo, si ragiona di squadra, si osano o si dosano le prestazioni. Serve un bel bagaglio d&rsquo;esperienza per iniziare a giocartela con gli altri. Valentino lo ha capito da tempo. Senza andare alle fondamenta difficilmente puoi edificare un futuro da pilota di durata.  Sogno Le Mans  Un mondo a parte all&rsquo;interno dell&rsquo;universo automobilistico. Ci&ograve; che non passa certo inosservata &egrave; l&rsquo;evidenza della situazione. Ovvero che Valentino diventa un assoluto valore aggiunto in un mondo dell&rsquo;endurance che sta vivendo un clamoroso momento di salute. Un testimonial gareggiante dentro a una specialit&agrave; che ha voglia di conquistare sempre pi&ugrave; spazi nel cuore degli appassionati. &Egrave; innegabile che Rossi punti alle grandi sfide di durata per completare un ciclo di esperienze da corridori d&rsquo;altri tempi, quelli che dopo le carriere sulle due ruote sconfinavano nell&rsquo;altro mondo per disputare le pi&ugrave; disparate corse tra monoposto, sfide di durata, gare in salita e rally. Piloti alla Michel Vaillant. O alla Tazio Nuvolari. Ma ora serve salire un altro gradino, prima di arrivare sul punto pi&ugrave; alto. Dove da tempo ha in mente di arrivare.  Valentino Rossi alla 24 Ore di Le Mans. &Egrave; gi&agrave; bello scriverlo e ancora pi&ugrave; dolce &egrave; pensarlo. Prima o poi succeder&agrave;. Per mettere le cose in chiaro ha gi&agrave; messo in tasca la vittoria alla Road to Le Mans. La strada &egrave; tracciata. La porta spalancata.  In un Mondiale Endurance lanciato sempre pi&ugrave; nel futuro con sfide che si fanno davvero roventi, il Dottore diventa un personaggio perfetto per far decollare definitivamente una specialit&agrave; che non vuole certo andare in rotta di collisione con la F.1 ma che aspira a nuove porzioni di appassionati. &ldquo;Pensa se non ci avessi provato&rdquo;, recitava il titolo della sua autobiografia che celebrava la sua magistrale carriera in MotoGP. E meno male che ci sta provando anche stavolta, viene da dire, perch&eacute; la nuova grande scommessa di Valentino Rossi pu&ograve; portare solo un grande beneficio alle corse automobilistiche.  Leggi anche: WEC Monza, tale e quale a gustare un calice 

Il Dottore sale sul gradino pi&ugrave; alto del podio nella gara di Misano del GT World Challenge. E il pensiero &egrave; gi&agrave; rivolto alla 24 Ore di Le Mans

L&#39;editoriale del Direttore: Rossi a Misano Vale davvero

Prima vera e combattuta vittoria di livello internazionale con le quattro ruote per Valentino Rossi! Ha vinto Gara-2 della Road to Le Mans, la competizione di contorno alla 24 che si &egrave; disputata in doppia corsa sia gioved&igrave; che venerdi. Per il pesarese &egrave; il terzo podio del 2023, considerando anche la 24 Ore di Dubai.  Rossi era venuto a Le Mans per conoscere la gara pi&ugrave; leggendaria dell&rsquo; Endurance, ma anche per impratichirsi in vista di un futuro impegno nella 24 ore, che &egrave; il suo sogno nemmeno tanto segreto che vorrebbe concretizzare nel 2024. Per migliorare il feeling con questo circuito e questo genere di gara, il suo team WRT ha schierato una BMW M4 GT3 per lui. Detto fatto, ha partecipato alla doppia gara dal nome Road to Le Mans che &egrave; una mini-gara Endurance con cambio pilota di 1 ora e che rappresenta un viatico per i piloti che in futuro vorranno ambire alla 24 Ore.  Rossi ha gareggiato con Jerome Policand, un francese maturo ma molto esperto con una decina di 24 ore di Le Mans al suo attivo, compagno ideale per accelerare la curva d&rsquo;apprendimento di Valentino dei segreti della corsa francese.  Il successo in Gara 2  Gara-1 &egrave; andata male perch&eacute; la BMW n.46 &egrave; finita lontana in classifica, penalizzata da un contatto con un altro concorrente nei primi giri (Fumanelli). Ma gara-2 &egrave; stata un successo perch&eacute; Rossi-Policand hanno vinto con un finale in volata. Nella vittoria tra l&rsquo;altro c&rsquo;&egrave; molto merito di Valentino, perch&eacute; Policand partito in testa fra le GT3 ha perso subito alcune posizioni&nbsp; nei primi giri. Quando Rossi ha rilevato la macchina dal compagno era soltanto quarto, ma ha forzato al massimo il ritmo ed &egrave; riuscito a superare prima una Mercedes, poi la Porsche di Fjordbach al penultimo giro a Tertre Rouge e infine quando era secondo si &egrave; trovato al comando perch&eacute; la Ferrari di Cozzolino che era in testa 5 secondi davanti a lui, &egrave; stata penalizzata di 30&rdquo; per aver provocato un incidente poco prima.  Le vittorie a Le Mans a due e quattro ruote  Rossi cos&igrave; ha vinto fra l&rsquo;entusiasmo del pubblico salendo sul gradino pi&ugrave; alto del podio di Le Mans che aveva conquistato tante volte con le due ruote ma mai con le quattro. Per&ograve; non avr&agrave; il tempo di godersi sabato nemmeno da spettatore il via della 24 Ore a cui tanto ambisce perch&eacute; nel dopo gara &egrave; partito subito in aereo destinazione Mugello dove &egrave; atteso come ospite d&rsquo;onore al GP d&rsquo;Italia MotoGP. 

Il fenomeno di Tavullia, alla Road To Le Mans porta a casa il primo successo con le auto

Valentino Rossi, spettacolo a Le Mans: ecco la prima vittoria in GT

Certi sogni sembrano poesia, perch&eacute; a tenerli in caldo e a caricarli di passione ci sono quelli come Charles Leclerc che cominciano a piacere ancor prima di vincere o di andarci vicino. Non c&rsquo;&egrave; bisogno di un segnale particolare, basta poco per capire quando &egrave; il momento di vivere queste che non son chimere ma solide realt&agrave;. E sono visioni tutt&rsquo;altro che oniriche che non sfumano neanche quando arriva l&rsquo;alba meno lieta, quando sembra che sia finita la partita dell&rsquo;illusione.  Certi sogni non sono per tutti, anzi sono molto rari ma si sanno far riconoscere, anche perch&eacute; frenano subito la voglia di chiedersi da quale niente siano spuntati. E poi riempiono di sostanza stagioni fatte di timidi ma consistenti assaggi di gloria, come quella del debutto in rosso del 2019 o, ancor pi&ugrave;, le successive meno fortunate. Uno come Charles per ora &egrave; sospeso a met&agrave; strada fra Gilles Villeneuve e Jean Alesi, due che il Mondiale non lo hanno mai vinto ma sono sempre nei cuori dei ferraristi. Uno cos&igrave; in certi momenti sembra il Valentino Rossi della Formula Uno, che su una Ferrari ci &egrave; salito ma non si &egrave; mai lasciato convincere fino in fondo perch&eacute; sapeva di poter essere quel che era solo sulle due ruote. Non un mito, una leggenda gi&agrave;&nbsp;ancor prima di esserlo davvero.  Coulthard: &quot;Leclerc non &egrave; stupido, presto dimostrer&agrave; a Verstappen...&quot;  Enzo Ferrari lo adorerebbe  S&igrave;, ma Charles gi&agrave; adesso, che il Mondiale lo sta rincorrendo trascinando tutti con s&eacute;, un po&rsquo; Valentino lo &egrave; ed &egrave; un&rsquo;anomalia &ndash; proprio come lo &egrave; stato Villeneuve &ndash; nell&rsquo;universo ferrarista dove il tifo &egrave; concentrato prima di tutto sulla Rossa chiunque ci sia al volante e solo dopo sul campione. Tutto ci&ograve; non sarebbe molto piaciuto al vecchio Enzo Ferrari, che metteva la macchina sopra a ogni cosa e il pilota doveva venire sempre dopo. Anche quella volta che respinse con perdite Villeneuve che protestava per lo sgarbo di Didier Pironi a Imola nel 1982, rispondendo con un ultimativo &laquo;ha vinto una Ferrari e quello conta&raquo;. Doveva farlo ma sotto sotto anche lui era immerso in quei sogni di tutti, perch&eacute; poi si faceva sorprendere anche a spendere parole speciali, uniche: &laquo; &Egrave; stato un campione di combattivit&agrave;, ha aggiunto notoriet&agrave; a quella che la Ferrari gi&agrave; aveva, gli volevo bene&raquo;.    Se fosse ancora fra noi, il Drake quasi certamente comincerebbe a dire cose simili anche per Charles. Rispecchiando un sentimento diffuso fra i ferraristi che restano tiepidi &ndash; complice anche una narrazione non sempre serena dei fatti &ndash; di fronte alla prima vittoria in carriera di Carlos Sainz, quella ancora fresca di Silverstone. S&igrave;, perch&eacute; mentre quello esultava i loro occhi erano puntati soprattutto sull&rsquo;amarezza di Charles che quel successo l&rsquo;avrebbe portato a casa senza la safety car e senza una strategia un po&rsquo; cos&igrave;. Non siamo ancora al &ldquo;domenica c&rsquo;&egrave; Leclerc&rdquo; sulla falsariga del &ldquo;domenica c&rsquo;&egrave;&nbsp;Valentino&rdquo;, quando ci si dava appuntamento per la sfida della MotoGP dell&rsquo;era Rossi. Epper&ograve; ci siamo molto vicini. In ogni caso, Leclerc o Sainz, il trionfo resta sempre il trionfo. Nessun ferrarista sano si sarebbe sognato di dire che aveva vinto la Ferrari sbagliata (e purtroppo qualche titolo sciocco come questo &egrave;&nbsp;uscito), per&ograve; la classifica del cuore &egrave; a doppia velocit&agrave;. E un po&rsquo; dispiace per Carlos, che &egrave; comunque pilota di razza.  Leclerc e la prima volta in Ferrari con Jules Bianchi: &quot;Pensavo fosse la fabbrica di cioccolata&quot;  &nbsp;  La folgorazione alla prima volta in Rosso  Trovare una spiegazione non &egrave;&nbsp;semplice e forse neanche serve, perch&eacute; tornando indietro ci si accorge che in fondo Charles Valentino Leclerc un po&rsquo; tutti lo guardano gi&agrave;&nbsp;in modo diverso la prima volta che si mette la tuta rossa provenendo da una stagione &ndash; quella del 2018 &ndash; senza grossi acuti su un&rsquo;auto di seconda fascia, la Sauber non ancora formalmente Alfa Romeo, ma gi&agrave; nell&rsquo;orbita Ferrari, al punto che l&rsquo;annuncio dell&rsquo;ingaggio nella squadra &ldquo;satellite&rdquo; arriva dal capo supremo della FCA e della Ferrari, Sergio Marchionne. Un solo anno di apprendistato. Poi il debutto sulla Rossa.  Al debutto del Mondiale 2019, in Australia, &egrave; quinto, subito dopo il compagno di colori. Ma alla seconda sfida il sorpasso nelle preferenze &egrave; gi&agrave; realt&agrave;. Siamo in Bahrein, e alla fine arriva un podio che vale come, e forse pi&ugrave;, di una vittoria. Perch&eacute; Charles primeggia nella prima e nella terza sessione delle prove libere e cede il comando per appena 35 millesimi al compagno di scuderia nell&rsquo;altra. E poi in qualifica arriva la prima pole, secondo pilota pi&ugrave; giovane nella storia della Ferrari a compiere l&rsquo;impresa. Il recordman &egrave;&nbsp;l&rsquo;altro ferrarista che divide la prima fila ma deve subire un distacco umiliante per uno che era abituato a essere il sovrano e adesso vede quella bandiera del Principato all&rsquo;altro lato del box come un segno premonitore.    E adesso? L&rsquo;adesso comincia con un colpo di coda del vecchio caposquadra che passa alla prima curva e con l&rsquo;errore del giovane principino che si lascia sfilare anche da Valtteri Bottas con la seconda Mercedes. Charles ripassa il finlandese al secondo giro e al sesto si riprende il primato con un tentativo di reazione fallito del compagno di squadra. Vettel al giro 38 sbaglia tutto quando subisce il sorpasso di Hamilton e per rimediare preme il pedale dell&rsquo;acceleratore della stizza, si gira a va in testacoda. Leclerc sembra avviato verso il trionfo della consacrazione, arriva anche a nove secondi di vantaggio, solo che al giro 46 un guasto alla centralina lo costringe a rallentare e a portare a casa un terzo posto grazie anche a una salvifica safety car che gli evita l&rsquo;attacco di un altro giovane rampante un po&rsquo; pi&ugrave;&nbsp;consacrato, Max Verstappen.  L&#39;&rdquo;incoronazione&rdquo; di sua maest&agrave; Hamilton  Quando Lewis Hamilton, che a quel punto della carriera ha gi&agrave; vinto cinque Mondiali e si prepara a fregiarsi del sesto, lo vede arrivare nella sala dei preparativi del podio, basta uno sguardo a far da investitura, al pari della mano sinistra che era stata alzata al momento del sorpasso, quasi a scusarsi per il fatto di andare a prendersi una vittoria che senza quel guasto sarebbe stata di Charles. Uno sguardo e un abbraccio al nuovo arrivato, seguito delle parole delle interviste ufficiali (&laquo;Questo ragazzo ha tante vittorie nel suo futuro&raquo;) e da quelle pi&ugrave; dirette prima della consegna dei trofei: &laquo;Hai fatto un gran lavoro questo weekend, stai facendo davvero un lavoro fantastico. Sei stato incredibile&raquo;.  Non sono parole autoadesive che si possono incollare su qualunque prestazione, i cuori dei ferraristi capiscono che l&rsquo;avversario pi&ugrave; temuto non le spende per caso. E cose come queste pesano, e come se pesano. Cos&igrave; come un altro paio di passi fasulli per via di quegli eccessi di generosit&agrave; che lo fanno entrare ancora di pi&ugrave; nei cuori di chi ormai lo vede come uno che pu&ograve; sfidare l&rsquo;impossibile. Il pensiero diffuso, in sostanza, &egrave;: &ldquo;Ha sbagliato? Pazienza, sta imparando...&rdquo;. Insomma, a uno cos&igrave; gli si perdona tutto perch&eacute; va oltre i limiti e perch&eacute;&nbsp;anche certi giri pazzi partendo dalle retrovie appaiono come prove generali per futuri trionfi. La prima laurea all&rsquo;universit&agrave; della passione popolare la ottiene a Baku, in Azerbaijan, il 28 aprile 2019, quando &egrave; reduce da prove libere dominate e in odore di pole position. In Q2, con la Q1 gi&agrave; ampiamente conquistata, va a schiantarsi contro le barriere nel punto pi&ugrave; stretto del circuito. Dove si dovrebbe sapere che non &egrave; il caso di rischiare. Un errore da principiante. Quando inquadrano l&rsquo;auto fumante arriva anche il team radio: &laquo;Scusate, sono stato uno stupido&raquo;.  F1, le grandi rimonte iridate: ecco a chi deve ispirarsi Leclerc  &nbsp;  Il &ldquo;cavatappi&rdquo; di Montecarlo  Il secondo dottorato arriva a Monte Carlo, pista di casa, sempre nella stessa stagione. Si parte ancora una volta da un errore: Leclerc si dimentica di portare l&rsquo;auto alla pesa dopo il miglior tempo in Q3, rimediano i meccanici spingendo la monoposto fino alle bilance in fondo alla corsia box perdendo un po&rsquo; di tempo mentre i crono degli altri in pista fanno, purtroppo erroneamente, pensare che non sia necessario uscire di nuovo. Invece Charles dovr&agrave; partire dalla casella numero 15 grazie alla penalizzazione di un rivale, posizione di per s&eacute; gi&agrave; mortificante ma in un circuito come questo di solito equivale a una condanna all&rsquo;anonimato.     Di solito ma non per lui, che non si perde d&rsquo;animo e manda in scena sorpassi al limite dell&rsquo;impossibile su Romain Grosjean alla Rascasse e su Lando Norris al tornantino. Una roba che ricorda il sorpasso del 2008 al Cavatappi di Laguna Seca di Valentino Rossi su Casey Stoner. Alla Rascasse ci riprova su Nico Hulkenberg ma l&rsquo;auto di Leclerc si gira e perde due posizioni. Nel tentativo di recuperare tocca le barriere e deve tornare ai box per un cambio gomme che chiude ogni speranza di ulteriore show, anche perch&eacute; poi arriver&agrave; il ritiro per il fondo dell&rsquo;auto danneggiato. Alla fine resteranno quei dieci giri pazzi nelle retrovie a dargli un&rsquo;ulteriore spinta nei cuori dei tifosi.  La consacrazione a Spa e Monza  Il resto arriva con le prime due vittorie una domenica dopo l&rsquo;altra, il 1&deg; e l&rsquo;8 settembre a Spa e a Monza, due piste che sono molto pi&ugrave;&nbsp;che leggendarie, dove tutto profuma di investitura. Due piste dove vincere vale il doppio e nel caso del primo trionfo, anche di pi&ugrave; perch&eacute; il giorno prima nelle qualifiche della Formula 2 &egrave; morto Anthoine Herbert, amico fraterno di Charles fin dai tempi del kart. Sul gradino pi&ugrave; alto del podio ai lati ha la stessa coppia Mercedes della prima volta lass&ugrave; dove volteggia la gioia, ma negli occhi si incrociano trionfo e tristezza, lo sguardo corre al cielo insieme con gli indici. Sussurra &laquo;&egrave; per te&raquo; e lo dice ancora quando in fondo alle scale incrocia la mamma di Anthoine e quell&rsquo;abbraccio sembra non finire mai.  Charles sa che il motorsport &egrave; cos&igrave;, ha gi&agrave; vissuto con l&rsquo;angoscia i nove mesi dell&rsquo;agonia di Jules Bianchi, morto in ospedale a Nizza il 17 luglio 2015 dopo un tremendo schianto in pista in Giappone il 5 ottobre 2014. Jules e il padre di Jules, Philippe, proprietario del primo kartodromo dove si &egrave; fatto le ossa, avevano fatto tanto per lui. In quel periodo, Charles era gi&agrave;&nbsp;in Formula 3, stava per entrare nella Ferrari Driver Academy ed era gi&agrave; sotto la tutela di Nicolas Todt, il figlio di Jean. Un incontro fondamentale, gi&agrave; nel 2011, raccontato pi&ugrave; volte dallo stesso manager: Nicolas Todt: &laquo;Charles non aveva ancora compiuto quattordici anni e correva in kart, con onore ma senza grandi mezzi economici. Mi &egrave; stato segnalato dalla famiglia Bianchi e gi&agrave; questa era una buona cosa, visto il nostro ottimo rapporto e il fatto che Jules era mio assistito, oltre che un gran bravo pilota. In sintesi, Charles al tempo era un ragazzo molto promettente in pista ma faceva fatica a continuare, aveva bisogno di appoggi concreti, altrimenti tutto si sarebbe fermato, per sempre. Cos&igrave; ho avuto un incontro con lui e suo padre...&raquo;.  F1 2022, le pagelle di met&agrave; stagione  &nbsp;  La &ldquo;bugia&rdquo; raccontata al padre  Gi&agrave; i padri. Quello di Leclerc, Herv&eacute;, rappresenta una figura fondamentale. Ex pilota di Formula 3 e anche principale sostenitore del ragazzo ma non da padre, da esperto, da uomo che conosce le corse ed &egrave; convinto che possa farcela, si ammala gravemente quando Charles e? in Formula 2. Muore nel 2017 a ridosso di un Gran Premio, a Baku. Senza dire niente a nessuno, Leclerc va, vince e torna indietro con un aereo privato per esserci al funerale.  Quando lo aveva salutato per l&rsquo;ultima volta sul letto di morte gli aveva raccontato una bugia, gli aveva detto di aver gi&agrave; firmato per la Ferrari ed era riuscito a vedere una luce particolare, l&rsquo;ultima gioia prima di andarsene per sempre. E al padre arriva la dedica sul podio della seconda vittoria in otto giorni, a Monza. Un successo addirittura annunciato nel dicembre 2018, ai vicini di tavolo al ristorante della cena che precedeva la cerimonia di consegna dei Caschi d&rsquo;oro di Autosprint: &laquo;Pensa che figata sarebbe se il prossimo anno vincessi a Monza&raquo;. Concetto poi ripetuto, senza alcuna esitazione, sul palco della premiazione come miglior rookie della stagione appena conclusa con la Sauber: &laquo;Non vedo l&rsquo;ora di correre a Monza per il Gp d&rsquo;Italia, per poter stare vicino e regalare soddisfazioni a casa della splendida tifoseria della Ferrari&raquo;.  Poi, quando a Monza ha vinto davvero, ha prima rotto il protocollo e ha parlato in italiano e poi ha voluto evidenziare gli errori compiuti ponendo l&rsquo;accento sulle cose ancora da migliorare, perch&eacute; quelli come lui guardano sempre oltre. Anche quando non &egrave; facile.  Le buone parole per Carlos  &Egrave; un ragazzo buono e generoso fuori dalla pista, cos&igrave; come &egrave; spietato fra una curva e l&rsquo;altra. In fondo quando sbotta per gli errori al muretto sa subito tornare sui binari della correttezza, da uomo squadra. Storia fresca, a Silverstone ha parole dolci per il compagno di squadra nel giorno del primo trionfo: &laquo;Non vorrei che la mia delusione oscurasse la felicit&agrave; per il primo successo di Carlos, che se lo merita tutto. Per lui &egrave; un giorno speciale&raquo;. E poi, via di corsa per la foto di gruppo con tutto il team, sorridente e festante al fianco del compagno-rivale e anche un po&rsquo; amico per quanto possa esserlo uno che in fin dei conti &egrave; al tempo stesso alleato ma anche primo avversario.    &Egrave; un giorno complicato ma ci sono anche altre parole dolci, quelle del campionissimo Lewis Hamilton, che aveva appena subito l&rsquo;onta di un sorpasso impossibile alla Copse, dove si pensava fino a un secondo prima non si potesse passare in due. Anche qui, proprio come Valentino Rossi con Casey Stoner al Cavatappi di Laguna Seca. E c&rsquo;&egrave; anche un po&rsquo; di passato remoto, anzi di preistoria, in quegli ultimi giri al Red Bull Ring, con l&rsquo;acceleratore che resta bloccato e quella guida acrobatica, con piedi a fisarmonica e tanta attenzione per le cambiate che diventano un rebus. S&igrave;, fa pensare alla chiave inglese di Tazio Nuvolari, usata per gestire il piantone dello sterzo rimasto senza il volante che il pilota di Castel d&rsquo;Ario mostra come un trofeo al momento di tagliare il traguardo.  Gli elogi di Alesi e Montezemolo  Su di lui, un altro mito ferrarista come Jean Alesi non fa che distribuire parole al miele, scritte di pugno in una rubrica sul Corriere della Sera. Ecco le ultime: &laquo;Non c&rsquo;&egrave; niente di comparabile al divertimento che regala Leclerc ogni domenica. Penso sia il pilota che, in assoluto, da anni, mi porta ad aspettare e poi a guardare un Gran Premio con un&rsquo;attenzione massima, un totale godimento. Raramente ho visto piloti capaci di fare cio&ograve;che ha fatto Charles&raquo;.  Luca Cordero di Montezemolo, un altro che in Ferrari ne ha viste tante, non ha avuto dubbi fin dalla prima stagione in rosso dell&rsquo;asso monegasco. Val la pena riprendere alcuni passaggi di un&rsquo;intervista ad Autosprint per la festa dei 90 anni della Scuderia Ferrari: &laquo;All&rsquo;inizio Leclerc mi ha impressionato per due aspetti. Il primo &egrave; che quando ha fatto degli errori, ha sempre dichiarato le motivazioni, senza nascondersi. Gli serviva per non rifarli... Il secondo &egrave; la grinta. Perch&eacute; lui in gara &egrave; un pilota veramente cattivo. Ma nel senso sportivo della parola. &Egrave; uno che non vuole perdere. &Egrave; uno che nel testa a testa &egrave; forte, uno che non alza il piede, uno che riesce a raggiungere il limite dello scontro fisico senza arrivarci&raquo;.  Leclerc, le vacanze su uno yacht da 4 milioni di euro  &nbsp;  La lotta per il Titolo 2022  Con queste premesse &egrave; dunque ben spiegato il perch&eacute; nessuno, in via preventiva, abbia messo in discussione il suo potenziale ruolo di prima guida in questa stagione dove il sogno del Mondiale resta una realt&agrave; da inseguire. Nonostante il fatto che, nel 2020 e nel 2021, Carlos Sainz abbia fatto meglio, sia quando era all&rsquo;ultima stagione McLaren, sia al debutto con una Ferrari che non andava benissimo. Certo, la strada era aperta per entrambi ma &egrave; la pista ad aver emesso quel verdetto che i ferraristi sulle tribune e a casa davanti al televisore in cuor loro conoscevano gi&agrave;.    Non un predestinato, n&eacute; con la p minuscola n&eacute; con l&rsquo;enfasi della maiuscola nella narrazione televisiva, perch&eacute; Charles ha conquistato tutto passo dopo passo, con fatica, lavoro e applicazione. Cose che vengono prima anche dell&rsquo;indubbio talento e perch&eacute; le emozioni che riesce a regalarci &ndash; comunque vada a finire &ndash; sono qualcosa che non nasce per volont&agrave; divina o perch&eacute; insite in un destino che ha presentato pi&ugrave; volte il bivio di porte scorrevoli che potevano portarlo anche molto lontano da respirare l&rsquo;aria della leggenda sportiva. Anche su questo Montezemolo &egrave; stato categorico in un&rsquo;intervista rilasciata al direttore di Autosprint, Andrea Cordovani, agli albori dell&rsquo;era Leclerc: &laquo;Lo sento chiamare il predestinato, ma penso che nella vita di predestinato non c&rsquo;&egrave; proprio nessuno, anzi vuole che le dica fino in fondo come la penso? Lo trovo anche un po&rsquo; iettatorio&raquo;. Non &egrave; il solo.  Mekies su Leclerc e Sainz: &quot;Troppi errori? Entrambi hanno avuto alti e bassi&quot; 

Dall&#39;esordio con la Rossa alla lotta per il Mondiale 2022: ripercorriamo la carriera di Charles Leclerc in Ferrari, tra vittorie, promesse e delusioni

La poesia in pista, Charles Leclerc come Vale

La gara endurance di spicco del GT World Challenge Europe, la 24 Ore di Spa-Francorchamps si &egrave; conclusa con un amaro 17&deg; posto per il Dottore e il suo equipaggio formato da Vervisch e Muller. Prima esperienza al volante dell&rsquo;Audi #46 WRT che sarebbe stata decisamente pi&ugrave; proficua se il trio non avesse avuto quel contatto con l&rsquo;altra Audi #32 del Team WRT nelle ultime ore di gara. Sfumata la Top 10 ma non il sorriso di Vale: &ldquo;&Egrave; stata un&rsquo;esperienza fantastica: &egrave; qualcosa che non puoi capire se non l&#39;hai fatto&rdquo;. Sul podio alla fine vanno le due Mercedes e la Ferrari #71, al traguardo con Antonio Fuoco. Ecco gli highlights

GT, Valentino Rossi chiude 17° la 24 Ore di Spa-Francorchamps

Porta bene correre in casa al Dottore. Il quinto appuntamento del GT World Challenge Europe 2022 fa felice Valentino, che firma il suo miglior risultato in una Sprint Race. Dopo il ritiro in gara 1 al sabato, finalmente &egrave; una domenica positiva per la coppia Rossi-Vervisch (Audi Team Wrt) che chiude col 5&deg; posto la gara2, vinta da Weerts-Vanthoor. Ecco gli highlights

GTWCE, Valentino Rossi torna a Misano e chiude gara2 al 5° posto

Terzo appuntamento del campionato Fanatec GT World Challenge Europe. Nell&rsquo;appuntamento in Francia, a Magny Course, Valentino Rossi e il compagno Frederich Vervisch, con l&#39;Audi R8, ne hanno viste di tutti colori: dagli attimi di panico con l&rsquo;errore in qualifica di gara1 (chiusa col 15&deg; piazzamento), che ha visto il Dottore uscire di pista e finire contro le barriere; alla rimonta fino all&#39;11&deg; posto gara2, dominata poi dalla Mercedes Akkodis ASPm di Raffaele Marciello in coppia con Timur Boguslavskiy. In tutto ci&ograve; Vale non ha nascosto l&rsquo;emozione commentando la notizia che vedr&agrave; ritirato in MotoGP il numero 46: &ldquo;Mi dispiace che ritireranno il mio numero 46. Che effetto mi fa? Sicuramente sar&ograve; al Mugello per la cerimonia. Da una parte mi dispiace: sarebbe stato bello vederlo tra una decina o una ventina d&rsquo;anni indosso a un altro pilota. Ma dall&rsquo;altra sar&agrave; bello&hellip; non mi vengono le parole!&quot;

Valentino Rossi dalla Francia al Mugello: “Obiettivo Top 10 sfiorato, sarà emozionante il ritiro del 46"

Prima gara sprint e primi punti per Valentino Rossi nel mondo delle quattro ruote. Il 9 volte campione di Tavullia ha chiuso con l'ottava posizione la seconda tappa del GT World Challenge Europe 2022 a Brands Hatch, in Gran Bretagna. "Nel complesso sono soddisfatto ed è stato un buon risultato senza dubbio", ha detto il Dottore che guida una Audi R8 Lms GT3 e fa coppia con il belga Frederic Vervisch. Alla fine sono state rispettivamente la Ferrari di De Pauw-Jean e la Mercedes di  Marciello-Bogulavskiy a portarsi a casa le due vittorie in palio del weekend

Valentino Rossi chiude 8° in gara2 al volante della sua Audi R8

La prima gara del Dottore nel GT World Challenge Europe non &egrave; stata un grande successo. Valentino Rossi al debutto a Imola ha chiuso la gara in 17esima posizione per colpa di qualche errore di troppo durante il pit stop, quando non ha visto la segnalazione effettuata dal suo meccanico con il cosidetto &quot;lecca lecca&quot;. La gara poi &egrave; stata vinta dall&#39;Audi R8 #32 del Team WRT guidata dal trio Vanthoor-Van Der Linde-Weerts

GT, gli highlights della prima gara di Valentino Rossi

        La nuova vita - sportiva, s'intende - di Valentino Rossi pu&ograve; iniziare. Il weekend dell'1-3 aprile, ad Imola, parte la stagione del GT World Challenge con il "Dottore" in griglia del GT World Challenge Europe al volante di un&rsquo;Audi R8 LMS GT3 evo II del team belga WRT, detentore del titolo. Chi corre con Rossi Il numero 46, dunque, non va in soffitta. Trasloca dalle 2 alle quattro ruote e diventa condiviso con pi&ugrave; proprietari perch&eacute; in equipaggio con Rossi, sulla GT3 tedesca ci saranno anche i piloti Audi Sport Nico M&uuml;ller e Fr&eacute;d&eacute;ric Vervisch. Le dichiarazioni Siamo orgogliosi che i nostri team clienti puntino a difendere i titoli conquistati lo scorso anno in tutte e tre le categorie&rdquo;, afferma Chris Reinke, Responsabile Customer Racing Audi Sport. &ldquo;In un contesto altamente competitivo, Audi &egrave; ancora una volta protagonista. Oltre a dieci squadre fedeli al Brand, in alcuni casi da pi&ugrave; di un decennio, diamo il benvenuto a una nuova compagine: il team Boutsen Ginion Racing&rdquo;. &ldquo;Siamo particolarmente lieti &ndash; prosegue Reinke &ndash; che il nove volte campione del mondo di motociclismo Valentino Rossi abbia scelto di correre nel GT World Challenge Europe con un&rsquo;Audi R8 LMS GT3 evo II del team belga WRT, detentore del titolo GTWCE&rdquo;. Un team vincente Valentino Rossi &egrave; uno dei 15 piloti in gara sotto l&rsquo;egida del team WRT nel Fanatec GT World Challenge Europe Endurance Cup. La squadra, che nel 2021 ha conquistato cinque titoli nella serie europea, pu&ograve; contare su cinque esemplari di Audi R8 LMS GT3. Il Campionato GTWCE prevede 10 round, dei quali 5 con formula Endurance e 5 con format Sprint Cup, con classifiche dedicate e un ranking assoluto.          

Il 9 volte campione del mondo nel motomondiale fa il suo esordio a Imola, nel weekend dell'1-3 aprile, con Audi nel GT World Challenge Europe

Valentino Rossi, inizia da Imola la nuova vita nel GT

Primo appuntamento stagionale a Imola per i Campionati GT3 Fanatec GT World Challenge powered by AWS, GT2 European Series e GT4 European Series. Valentino al via con l’iconico numero 46 nel GT World Challenge Europe. Il nove volte campione del mondo di motociclismo al volante di un’Audi R8 LMS GT3 evo II del team belga WRT, detentore del titolo. Audi Sport in griglia con 12 vetture clienti in classe GT3, 7 in GT4 e 5 in GT2

Valentino Rossi, a Imola la sua prima volta nel GT

        Valentino Rossi e la Ferrari, due mondi opposti, due massime espressioni italiane del motorsport che pi&ugrave; volte si sono incontrati e hanno fatto sognare i tifosi della MotoGP e della Ferrari. Da quella volta che il Dottore si mise al volante di una Rossa, era nel 2018 quando test&ograve; sul circuito di Fiorano la 488 Pista da 720 cv, a quando nel 2004 esord&igrave; sepre nella stessa pista Ferrari alla guida della F2004 ultra vittoriosa sotto lo sguardo attento e la guida di Michael Schumacher. Passando infine al 2006 quando svel&ograve; di aver detto di no alla Ferrari: un bel retroscena visto che da Maranello erano pronti ad offrigli un ruolo da test driver che lo avrebbe portato gradualmente nel team. La porticina di Maranello per lui &egrave; sempre rimasta socchiusa e pi&ugrave; volte il pilota di Tavullia ha ammesso di trovare molto intrigante il mondo delle quattro ruote, oltre ai rally anche le GT, e in particolare di adorare l'ambiente della Rossa.&nbsp; La velocit&agrave;, la passione per le corse e l'amicizia con Lewis Hamilton poi lo port&ograve; anche a provare la Mercedes in quella che fu ribattezzata "la sfida del secolo". Hammer sulla M1 e Vale sulla W08: i due campioni a Valencia sul circuito Ricardo Tormo hanno passato una giornata divertentissima e seguitissima da tutti, tra sorpassi e piegamenti da brivido.  "&Egrave; stato bello vivere dei momenti insieme in pista" "Ciao grande Valentino Rossi, &egrave; stato fantastico vederti vincere in moto sulle piste di tutto il mondo ed &egrave; stato bello poter condividere giornate come queste. Grazie per tutte le emozioni che ci hai regalato e in bocca al lupo per le tue prossime avventure! #GrazieVale", recita il post su Twitter della Scuderia Ferrari.&nbsp; Il futuro per Vale, ora che &egrave; sceso dalla sua moto, &egrave; ancora tutto da scrivere e chiss&agrave; che non resti in Emilia Romagna, magari a poco pi&ugrave; di 180 km dalla sua Tavullia.  Ciao grande @ValeYellow46, &egrave; stato fantastico vederti vincere in moto sulle piste di tutto il mondo ed &egrave; stato bello poter condividere giornate come queste. Grazie per tutte le emozioni che ci hai regalato e in bocca al lupo per le tue prossime avventure! #GrazieVale pic.twitter.com/BPzsnNov7D &mdash; Scuderia Ferrari (@ScuderiaFerrari) August 5, 2021          

Con un post su Twitter anche la Ferrari saluta il 9 volte iridato della MotoGP e lascia una porticina aperta al Dottore

La Ferrari omaggia Rossi e non esclude un futuro insieme: "Grazie per tutti i momenti e..."

Valentino Rossi da sempre non nasconde la sua passione per la Formula 1 e la Ferrari che negli anni scorsi lo ha visto anche a bordo di una Rossa. In questi giorni &egrave; tornato a parlare proprio del cavallino e del suo amico Leclerc, incoronandolo come pilota pi&ugrave; forte della griglia del prossimo Mondiale 2021. Battere Mercedes la prossima stagione &egrave; quasi impossibile ma la Ferrari, secondo il Dottore, ha l&rsquo;uomo giusto per vincere e deve avvicinarsi ai risultati Red Bull. Cosa manca? Una monoposto all&rsquo;altezza del suo pilota!

Valentino Rossi su Leclerc: “Il più forte ora in F1 ma la sua monoposto Ferrari..."

        La 12 ore del Golfo &egrave; stata vinta dall&rsquo;equipaggio della McLaren 720 GT3 #33 composto da Ben Barnicoat, Isa Bin Abdulla Al-Khalifa e Martin Kodric. Il terzetto del 2 Seas Motorsport ha conquistato la gara endurance di Yas Marina grazie ad una seconda parte di corsa sontuosa, dopo la prima met&agrave; corsa con l&rsquo;incubo di un imminente ritiro a causa di problemi al cambio. Ma superata l&rsquo;avaria, Barnicoat, verso la fine della sesta ora, ha preso il comando delle operazioni, imponendo il suo ritmo agli avversari e guadagnando il vantaggio necessario per portare la macchina al primo posto: prima volta assoluta per una McLaren in questo evento. Un dominio che si riflette nei numeri: sono stati in testa per 327 giri su 341, dando un giro di distacco all&rsquo;equipaggio secondo classificato. Secondo posto italiano Piazza d&rsquo;onore assoluta che &egrave; andata alla Porsche Dinamic Motorsport di Roberto Pampanini, Mauro Calamia e Stefano Monaco, piazzamento che &egrave; valso all&rsquo;equipaggio tricolore il primato nella classe Pro Am. Il trio ha messo la firma su una gara di sostanza, traendo il massimo dagli errori degli avversari come le penalit&agrave; inflitte alla Mercedes #3 e alla Bentley #31, per salire al terzo posto dopo le prime battute di gara. E poi regolando definitivamente i conti in pista, con il duello per il primo posto di classe tra la 911 GT3 e la Mercedes AMG GT3 Ram Racing vinto con un bel sorpasso di Calamia ai danni di Froggart. La gara di Rossi Valentino Rossi, Luca Marini e Alessio Salucci, su Ferrari 488 GT3, hanno terminato la gara quarti nella assoluta, terzi nella classe Pro Am, un risultato ottimo guadagnato contro avversari con un bagaglio di esperienza ben maggiore rispetto alla loro. Scattato dall&rsquo;ottava piazza, il terzetto del team Kessel, &egrave; risalito fino al quinto posto al termine della prima met&agrave; di gara, per poi cambiare passo trovando pi&ugrave; velocit&agrave; e ritmo dopo il calare della notte.  Prestazione che ha permesso loro di approfittare del &ldquo;regalo&rdquo; della Bentley si Derek Pierce, Euan McKay e Andrew Meyrick, rallentata a causa di un problema tecnico, meritandosi cos&igrave; il podio di classe finale.       

A Yas Marina, vince la GT3 di Woking del team 2 Seas Motorsport. Rossi, Marini e Salucci portano a casa il quarto posto assoluto, che vale il gradino pi&ugrave; basso del podio nella classe Pro Am

12h del Golfo: vince la McLaren, Rossi è quarto

A Valencia sul circuito Ricardo Tormo, Rossi e Hamilton si sono scambiati i motori e le competizioni in Formula 1 e MotoGp. Per la prima volta hanno girato insieme sulla stessa pista con Vale a bordo monoposto Mercedes e Lewis sulla Yamaha M1. Ecco le foto della giornata 

Lewis Hamilton e Valentino Rossi, #LH44VR46: le foto

Le immagini più belle della quarantesima edizione della gara sul circuito della brianza.

Monza Rally Show 2018: foto

Ci sono vittorie che non hanno bisogno di troppe parole per essere commentate. Per alcune, bastano semplicemente i numeri. Quelli che nei tre giorni di gara al Monza Rally Show hanno messo sul piatto Valentino Rossi e Carlo Cassina, sono semplicemente inappellabili. Davanti a tutti dal primo all&#39;ultimo metro, con la Ford Fiesta Wrc Plus ufficiale - la stessa con cui S&eacute;bastien Ogier si &egrave; aggiudicato il Mondiale - il Dottore di Tavullia ha confermato tutti i pronostici della vigilia.&nbsp;  Saperlo al via con la vettura migliore del lotto - assieme a quella di Teemu Suninen - e forte di un&#39;esperienza praticamente ventennale in una competizione che non ha eguali nel mondo, non lasciava troppo spazio all&#39;immaginazione. Cos&igrave; &egrave; stato, ma lo spettacolo, quello per cui in migliaia ogni anno si accodano per la gran festa di fine stagione, non ne ha alla fine risentito.  Doveva essere show e show &egrave; stato: rumoroso, pompato, vitaminizzato. Ipertrofico come le carrozzerie delle Plus che, parola di Valentino: &quot;Per un appassionato di rally fanno godere quanto i vecchi Gruppo B&quot;. Ha ragione il fenomeno. Che mai si &egrave; sottratto a chi, per tre giorni, lo ha pungolato sul fatto che disponesse di un&#39;astronave, rispetto alle &quot;vecchie&quot; Wrc della concorrenza pi&ugrave; accreditata: &quot;Avevo voglia di guidarla e ne ho approfittato&quot;, ha detto. E ha fatto bene, perch&eacute; quando si tratta di guidare e di mettere a tacere tutti con traiettorie perfette e staccate all&#39;ultimo centimetro, Rossi non ammette repliche. Tanto con le due quanto con le quattro ruote.&nbsp;  Dietro Rossi e Suninen, la lotta tutta in famiglia &quot;VR46&quot; per il podio ha dato ragione a Roberto e Luca Brivio, davanti a Uccio Salucci e Mitia Dotta.&nbsp;  Tra le &quot;vecchie&quot; WRC vittoria per Tony Cairoli ed Eleonora Mori, bravissimi a battere Marco Bonanomi e Gigi Pirollo proprio nell&#39;ultima speciale.&nbsp;  Nell&#39;affollatissima R5 vittoria perentoria di&nbsp;Luca Rossetti con la Hyundai. Il friulano si &egrave; visto prima infliggere e poi revocare una penalit&agrave;.&nbsp;&nbsp;  La classifica finale del Monza Rally Show: 1. Rossi-Cassina (Ford Fiesta Wrc Plus); 2. Suninen-Salminen&nbsp;(Ford Fiesta Wrc Plus) a 1&#39;07&quot;2; 3. Brivio-Brivio&nbsp;(Ford Fiesta Wrc Plus) a 2&#39;03&quot;0; 4. Salucci-Dotta&nbsp;(Ford Fiesta Wrc Plus) a 2&#39;18&quot;1; 5. Cairoli-Mori (Hyundai i20 Wrc) a 2&#39;52&quot;4.&nbsp; 

Valentino Rossi centra la settima vittoria a Monza dopo una gara dominata dal primo all&#39;ultimo metro. Il pesarese precede Suninen e Brivio. Tony Cairoli chiude i 7. piazza

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