        A volte ritornano. &Egrave; il caso di Martin Whitmarsh, che torner&agrave; a respirare aria di Formula 1 in senso ampio. Lo far&agrave; con Aston Martin, da una posizione di vertice e in una divisione che sar&agrave; branca tecnologica un po' come avviene in Mercedes, Red Bull, McLaren, Williams.&nbsp; Aston Martin Performance Technologies comprender&agrave; le attivit&agrave; F1 ma non solo, poich&eacute; ha l'ambizione di diventare centro di trasferimento tecnologico sulla produzione di serie e, pi&ugrave; in generale, sul mercato soluzioni tecnologiche proprietarie. Aston Martin ha una nuova "casa" da oltre 200 milioni Innovazione, ingegneria, test, servizi di produzione, saranno le attivit&agrave; chiave e "su una variet&agrave; di settori industriali cruciali", recita la nota Aston Martin. In concreto? Se guardiamo ai reparti Applied Technologies o Advanced Engineering, ad esempio, troviamo forniture di batterie per la Formula E, prima Williams e poi McLaren, negli anni. Spostando l'attenzione a Mercedes, gli investimenti sui progetti di Coppa America. Per Red Bull, le soluzioni aerodinamiche curate proprio per Aston Martin con la hypercar Valkyrie.&nbsp; Ecco, Martin Whitmarsh sar&agrave; amministratore delegato di Aston Martin Performance Technologies. Una nomina che arriva dopo l'ultima parentesi in Formula 1, con McLaren. Per 25 anni, tra l'89 e il 2014, ha lavorato a Woking, arrivando a strutturare il divisioni extra-Formula 1, come McLaren Automotive e McLaren Applied Technologies. Divisione da 1 miliardo di sterline "Sono molto lieto di annunciare che Martin si unir&agrave; a noi quale a.d. del Gruppo della nuova Aston Martin&nbsp; Performance Technologies dall'1 ottobre 2021.&nbsp; Avr&agrave; una posizione direttiva di alta responsabilit&agrave;, mi assister&agrave; e supporter&agrave; nel definire la nuova direzione strategica per Aston Martin Performance Technologies e le sue controllare. Compreso l'obiettivo cruciale di guidare la trasformazione del team di F1 in un'organizzazione in grado di vincere titoli entro i prossimi 4-5 anni e svilupparla in un business da oltre 1 miliardo di sterline in un periodo simile", traccia la rotta Lawrence Stroll. Formula 1 e non solo per Whitmarsh, che dopo l'esperienza McLaren ha vissuto gli impegni tecnologici con Ben Aisle in BAR Technologies e nel settore delle energie rinnovabili. Ambizioni realistiche "Conosco e ammiro, da tempo, Lawrence e sono sempre rimasto colpito dal suo acume per gli affari e l'ambizione inesauribile. Ugualmente, ho sempre rispettato il Team Silverstone, se posso chiamarlo cos&igrave;, che ha spesso combattuto contro pesi superiori al suo nelle varie, precedenti, versioni; adesso ha il 'peso' per lottare pi&ugrave; duramente che mai.&nbsp; L'editoriale del Direttore: Duelli e feste che passano alla storia Lawrence vuole vincere i mondiali con Aston Martin, detta semplice. Non mi sarei unico in questo impegno se non fossi assolutamente convinto che &egrave; un obiettivo assolutamente raggiungibile", commenta Whitmarsh. "So cosa serve per vincere in Formula 1 e ispirati dalla leadership di Lawrence e supportati dalle competenze, passione e determinazione dei dipendenti, voglio fare tutto il possibile per far s&igrave; che il nostro team diventi vincente. Da ultimo sono entusiasta della formazione di Aston Martin Performance Technologies, sotto il cui ombrello star&agrave; il team di Formula 1. Sono entusiasta all'idea di sviluppare e applicare le nostre competenze tecniche e propriet&agrave; intellettuale come in un nuovo business redditizio".&nbsp;       

<p>Curer&agrave; la divisione Performance Technologies, sotto la quale rientra il team F1 e dalla quale si punta a trasferire tecnologie sul mercato, dell'auto e non solo</p>

Martin Whitmarsh torna in F1 con Aston Martin

Il paddock di Formula Uno non &egrave; un contesto dove si pratica autocritica. La colpa &egrave; sempre di qualcun altro, in pieno stile politichese, e non fa eccezione Ron Dennis. Il Presidente della McLaren, analizzando il momento pi&ugrave; nero della storia della squadra, ha fatto parecchi passi indietro, tornando al termine della stagione 2012 per identificare l&rsquo;origine dei problemi che affliggono il team. &laquo;Al termine del campionato di tre anni fa avevamo la monoposto pi&ugrave; veloce in pista &ndash; ha spiegato Dennis &ndash; e non c&rsquo;era nessun cambio di regolamento in vista. &Egrave; stato deciso di varare una monoposto completamente nuova, e non si confermata una scelta giusta. E non &egrave; stato giusto decidere di andare avanti con la nuova vettura dopo il primo (fallimentare) Gran Premio del 2013. Sarebbe stato corretto ripartire da quella dell&rsquo;anno precedente e riprendere da li lo sviluppo. Invece il lavoro &egrave; proseguito nella direzione sbagliata&raquo;.  Dennis &egrave; poi passato ad un bilancio della stagione 2015, confermando di credere ancora nella partnership con la Honda come via per arrivare al successo a lungo termine: &laquo;&Egrave; stato un anno impegnativo, ma non orribile. Ho ancora l&rsquo;assoluta convinzione che per vincere un campionato del mondo sia necessario essere supportati al cento per cento da uno dei quattro produttori di motori presenti oggi in Formula Uno. Siamo estremamente fortunati ad avere il supporto della Honda. Certo, &egrave; stata e sar&agrave; una sfida, ma non credo sia solo colpa della power unit se non sono ancora arrivati i risultati sperati. Sappiamo come abbiamo terminato la stagione, ed abbiamo un bel po&rsquo; di fiducia per sperare in un netto miglioramento in vista dell&rsquo;inizio del prossimo campionato. Dobbiamo solo scavare in profondit&agrave;, dai banchi di prova in Giappone alle gallerie del vento, cos&igrave; come in tutti gli altri settori. Siamo molto concentrati, e intendiamo mantenere le nostre promesse&raquo;.  Roberto Chinchero

Il Presidente della McLaren indica nell&rsquo;operato del suo predecessore l&rsquo;inizio dei problemi che hanno trascinato la squadra in fondo alla griglia

Dennis critica la gestione Whitmarsh

Ricordate Martin Whitmarsh? Dopo un periodo in cui se ne erano perse le tracce, uscito dal mondo della Formula 1 e ancor prima dalla McLaren, per l&rsquo;inglese si sono aperte le porte del progetto BAR in America&rsquo;s Cup. La vela con Ben Ainslie Racing, di cui &egrave; amministratore delegato. Un nuovo progetto che non gli impedisce, per&ograve;, di guardare a quanto sta accadendo nel Circus e dire la sua, forte di una lunga esperienza.  Non sono parole di fiducia sul futuro della categoria, quelle rilasciate all&rsquo;agenzia Reuters: &laquo;Credo che imploder&agrave; prima di risolvere i suoi problemi. Col tempo lo far&agrave;, ma mi rattrista vederla affrontare il percorso che sta attraversando. Amo la Formula 1 e la McLaren, ci ho trascorso 25 anni: mi rattrista vederla cos&igrave;. Cerco di stare pi&ugrave; lontano possibile e di non commentare, ma &egrave; triste quanto sta accadendo allo sport&raquo;.  Previsioni negative, probabilmente frutto delle considerazioni che un po&rsquo; tutti gli osservatori, tifosi e addetti ai lavori fanno: manca una visione chiara sulla direzione che deve prendere la categoria, dalla definizione dei regolamenti tecnici, alle questioni pi&ugrave; spinose come la sostenibilit&agrave; economica. Pi&ugrave; di ogni altro tema, sembra stargli a cuore quello della ripartizione dei proventi tra i team, lui che ha attraversato diverse fasi della Formula 1 e lo ricorda: &laquo;Se guardiamo ai cicli, c&rsquo;era lo sport com&rsquo;era 30 anni fa&hellip; poi l&rsquo;era dei tabaccai &egrave; stata quella che ha fatto scattare la grande crescita e in seguito l&rsquo;era dei costruttori, quando in un colpo solo avevamo sette delle nove maggiori case automobilistiche.  Con la crisi economica &egrave; sparito tutto ed &egrave; diventato variegato, ma differenziarsi deve anche ammettere &ndash; e fa fatica a farlo &ndash; che occorre operare su un piano diverso ed essere una Formula 1 un po&rsquo; pi&ugrave; equa in termini di redistribuzione. Il tema &egrave; d&rsquo;attualit&agrave; ma sfortunatamente al momento &egrave; stato portato in un angolo&raquo;.  Fabiano Polimeni

L&rsquo;ex uomo McLaren, ora in America&rsquo;s Cup, non prevede un futuro roseo per la categoria

Whitmarsh e l&rsquo;implosione della Formula 1

Adesso &egrave; ufficiale: Eric Boullier, quarantenne francese, appena dimesso dal ruolo di team principal della Lotus, prende incarico in McLaren come &ldquo;racing director&rdquo;. Una carica che non esisteva prima, fatta apposta per lui.  Boullier era uscito dalla Lotus perch&eacute; il suo contratto, in scadenza a fine 2013, non era stato rinnovato. Gi&agrave; dalla settimana scorsa si era parlato di un suo possibile arrivo a Woking, in sostituzione proprio di Whitmarsh, &ldquo;silurato&rdquo; dal rientrante Ron Dennis.  Il fatto che Boullier non abbia assunto il ruolo nominale di team principal non deve stupire, vsito che Dennis ha intenzione di intensificare il suo controllo sulla squadra e non vuole nessuno che gli faccia ombra. Qualche noivit&agrave; potrebbe riguardare il ruolo dell&rsquo;attuale direttore sportivo, Sam Michael.  Ma la voce pi&ugrave; curiosa &egrave; quella che vorrebbe proprio Whitmarsh alla Lotus, dove al momento il ruolo di team principal &egrave; coperto ad interim dal titolare Gerard Lopez. Avranno i soldi per pagargli lo stipendio?

L&rsquo;ex team principal Lotus diventa &ldquo;direttore agonistico&rdquo;. Scambio con Whitmarsh?

Ufficiale: Boullier alla McLaren

Era nell&rsquo;aria, ma adesso &egrave; ufficiale: Ron Dennis, fondatore della McLaren &ldquo;moderna&rdquo; e direttore storico del team per quasi tre decenni, torna a capo della struttura che aveva creato. Ufficialmente, Ron &egrave; solo ridiventato amministratore delegato (CEO, in inglese) del McLaren Group, carica che aveva abbandonato per un solo anno, quello appena finito. Dello stesso Gruppo, Dennis era rimasto presidente. Ma ora i suoi incarichi tornano a essere operativi. Anche per la parte sportiva, non solo per il ramo delle auto stradali (la McLaren costruisce la granturismo 12C e la supercar P1).  &laquo;Ci saranno dei cambiamenti&raquo;, ha detto il nuovo (o vecchio) direttore allo staff radunato per un discorso d'insediamento durato 20 minuti. &laquo;Dobbiamo tornare a vincere dappertutto!&raquo;. Particolare interessante: il team principal Martin Whitmarsh (anche lui nella foto) non era presente al discorso introduttivo di Dennis&hellip;  La McLaren non ha confermato se questi annunciati cambiamenti riguardano anche la posizione di Whitmarsh, che &egrave; il capo del team F1. Dennis aveva lasciato la carica di team principal della squadra sulle pressioni conseguenti alla spy-story del 2007. Ma pi&ugrave; fonti avevano sostenuto, in questo periodo, che anche l&rsquo;operazione che tra un anno riporter&agrave; a Woking la Honda, come motorista e partner, sia stata orchestrata dal &ldquo;vecchio capo&rdquo; in virt&ugrave; degli ottimi rapporti che detiene dal 1988 con i giapponesi.  (a.a.)

&ldquo;Ci saranno cambiamenti&rdquo;: via Martin Whitmarsh?

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