        C'&egrave; sempre tempo per imparare, anche a 41 anni. Ad un'et&agrave; in cui la carta d'identit&agrave; suggerirebbe altro, ad un'et&agrave; in cui, dopo una vita spesa tra piste e pistoni, ad un pilota potrebbe venire in mente l'idea di appendere il casco al chiodo e di godersi famiglia ed amici, Will Power ha fatto centro di nuovo. Dimostrando che pazienza e dedizione possono essere due armi fenomenali, dimostrando che la velocit&agrave;, nel mondo delle corse, pu&ograve; non essere tutto. Tanta umilt&agrave; Il secondo titolo IndyCar di Will Power &egrave; un titolo molto diverso da quello vinto otto anni fa. Nel 2014 Power, fiero portacolori del Team Penske, partiva come uno dei piloti pi&ugrave; gettonati; quest'anno, invece, dopo tre campionati conclusi fuori dal podio della classifica generale, si presentava ai nastri di partenza come una specie di outsider. Succede, quando il tempo passa e la griglia di partenza attorno a te comincia a ringiovanire. Alex Palou, per esempio: classe 1997, campione in carica alla vigilia, candidato al bis quest'anno dopo un 2021 eccellente. Ecco, la bravura di Will Power, in qualche modo, &egrave; stata quella di avere l'umilt&agrave; di mettersi ad osservare gente che, come Palou, ha qualcosa come 16 anni in meno di lui: due generazioni diverse. Un'umilt&agrave; che ha pagato, a leggere la classifica finale della IndyCar 2022. Lo ha detto lo stesso Will, australiano di belle speranze quasi 20 anni fa, quando ebbe occasione di entrare in contatto pure con la F1, per un test con la Minardi. Di lui si diceva un gran bene, e chiudere il bilancio tra le monoposto americane con un solo titolo sembrava un'offesa per un talento indubbio ma troppe volte impulsivo. Ma umilt&agrave;, dicevamo: e Power si &egrave; messo l&igrave;, ad osservare piloti ben pi&ugrave; giovani di lui ma dai quali, evidentemente, ha avuto molto da imparare. Il maestro, a sentire Will, in questo caso &egrave; stato proprio Alex Palou, campione uscente della categoria. Se &egrave; la costanza a pagare Power stesso ha ammesso di aver preso lo spagnolo di Chip Ganassi e gestito dalla Monaco Increase Management dell'italiano Salvatore Gandolfo come modello di riferimento. Nel 2021 Palou ha vinto s&igrave; per la sua indubbia velocit&agrave;, ma soprattutto per aver sbagliato meno di altri: del resto come lui anche Colton Herta aveva vinto tre gare, eppure si era preso quasi 100 punti di ritardo in classifica. La costanza, dunque, al fianco della velocit&agrave;: e questo il Will Power versione 2022 lo ha capito, lasciando spesso la ribalta agli altri (una sola vittoria in gara, a Detroit) ma prendendosi, alla fine dell'anno, il bottino grosso. Basta sabati o domeniche "alla Power", alla "o la va o la spacca": 13 arrivi in top ten in 17 gare, 9 podi totali, per ben 12 volte tra i primi cinque in gara. Una costanza che ha fatto la differenza, se &egrave; vero che Josef Newgarden di corse ne ha portate a casa cinque, rimanendo per&ograve; fregato per appena 16 punti nella lotta al titolo. Cos&igrave;, a Laguna Seca, c'&egrave; stato un passaggio di consegne. Da Alex Palou, felicemente vittorioso per la prima volta in stagione (un bel modo di salutare Chip Ganassi dopo settimane non facili per i noti motivi contrattuali), a Will Power, il veterano che ha avuto l'umilt&agrave; di rimettersi a fare lo studente. A volte, la carta d'identit&agrave; &egrave; solo un numero.       

<p>L'australiano, per il secondo titolo in IndyCar, ha detto di essersi ispirato all'esempio di Alex Palou, campione uscente della categoria, trovando nella costanza la chiave per portare a casa il campionato</p>

Will Power: il veterano che si è messo a fare lo studente

UN super-giro di Will Power ha regalato all&rsquo;australiano del Team Penske la pole position a Road America, nel ritorno in grande stile dell&rsquo;IndyCar Series sul difficile tracciato del Wisconsin. Power, reduce dal successo nella seconda corsa di Detroit, ha montato un nuovo set di gomme morbide all&rsquo;inizio della sessione decisiva, quella dei &ldquo;Fast Six&rdquo;, sfruttandolo al meglio e battendo per 16 centesimi un arrembante Scott Dixon. Poco lontano Tony Kanaan, mentre Simon Pagenaud &egrave; stato costretto ad accontentarsi della quarta piazza. A chiudere le prime tre file, Helio Castroneves e Graham Rahal, con quest&#39;ultimo miglior rappresentante Honda in un pacchetto tutto di casa Chevy.  TRA i piloti rimasti fuori dalle posizioni di vertice, Juan Pablo Montoya e James Hinchcliffe: un testacoda di Josef Newgarden, che ha portato all&rsquo;interruzione con bandiera rossa del secondo gruppo del Q1, ha impedito loro di migliorare. Il canadese &egrave; stato anche penalizzato per aver ostacolato lo stesso Montoya. Comunque, Newgarden &egrave; sicuramente gi&agrave; l&rsquo;eroe del weekend. L&rsquo;americano del team Carpenter, che aveva riportato fratture a mano e spalla destre nel brutto incidente occorsogli al Texas Motor Speedway, si &egrave; rimesso in macchina, anche se dolorante, riuscendo a risultare competitivo. Partir&agrave; dal fondo per avere causato l&rsquo;interruzione, ma c&rsquo;&egrave; tutto il potenziale per una gara epica. &nbsp; 

<p>Super&nbsp;giro&nbsp;Power ma l&#39;eroe &egrave;&nbsp;Newgarden, gi&agrave; in pista &nbsp;dopo l&rsquo;incidente di Fort Worth</p> 

Indycar, Road America: Power in Pole Position

Stanno crescendo. Giorno dopo giorno, progressivamente, aumentano le velocit&agrave; medie in vista del pole day per Indy 500, che si disputer&agrave; sabato 17 e domenica 18.  Nella giornata di prove di giovedi, Helio Castroneves, con una Dallara-Chevy del team Penske, ha raggiunto la velocit&agrave; media di 227,166 miglia orarie, precedendo Ed Carpenter, in pole nel 2013, e Will Power, con l&lsquo;altra Dallara del team Penske.  Si &egrave; rivisto ai box James Hinchcliffe, che i medici avevano tenuto in forzato riposo dopo l&rsquo;incidente di una settimana fa, durante la gara Indycar sul circuito stradale di Indianapolis.  Hinchcliffe, la cui vettura nei giorni precedenti era stata messa a punto da E.J. Viso, scender&agrave; in pista oggi (venerdi), ma non si esclude che il team Andretti possa aggiungere una ulteriore vettura per consentire a Viso di correre la 500 miglia.  Miglioramenti anche per Jacques Villeneuve, che ha raggiunto la velocit&agrave; media di 223,536, ma per ora il canadese resta molto lontano dal rendimento di Pagenaud, suo compagno di squadra nel team Schmidt.  In pista per la prima volta anche Buddy Lazier e James Davison.  Le temperature piuttosto basse, la densit&agrave; elevata dell&rsquo;aria e un sensibile miglioramento nell&rsquo;efficacia delle gomme, dovrebbero consentire durante la qualifica di superare&nbsp; la velocit&agrave; media di 230 miglia orarie, avvcinandosi cos&igrave; al primato che Arie Luyendyk ancora detiene dal 1996.  Oggi ultimo giorno di prove libere, poi i motori saranno sostituiti in vista delle qualifiche di domani, quest&rsquo;anno completamente modificate nella loro procedura.  Cesare Maria Mannucci

Aspettando il pole day si &egrave; rivisto Hinchcliffe, a riposo dopo l'incidente. Miglioramenti per Jacques Villeneuve

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500 miglia Indy: ultimo giorno di test

Indycar St. Petersburg