L&#39;ex pilota di Formula 1 Wilson Fittipaldi &egrave; morto questa notte all&#39;et&agrave; di 80 anni all&#39;ospedale Prevent Senior, nel sud di San Paolo in Brasile. Fittipaldi era ricoverato in ospedale dal 25 dicembre scorso, quando era rimasto soffocato da un pezzo di carne, era andato in arresto cardiaco ed era stato rianimato, ma i danni celebrali per la carenza di ossigeno sono stati a lungo andare fatali. A riportare la tragica scomparsa sono proprio i media locali brasiliani.  Una famiglia di campioni  Il pilota, fratello maggiore del due volte campione del mondo Emerson Fittipaldi ha disputato 38 Gran Premi, ottenendo il suo miglior risultato nel GP di Germania nel 1973, quando fu settimo. Dopo due anni con la Brabham, assieme al fratello fond&ograve; la prima, e ancora oggi unica, scuderia di F1 sudamericana made in Brasile, la Copersucar Fittipaldi con cui corse nel 1975 e port&ograve; avanti il sogno di una vittoria tutta gialloverde per team e pilota nel Circus. Dopo aver lasciato la F1 per cinque stagioni si dedic&ograve; alle gare di Stock Car. Anche suo figlio Christian Fittipaldi &egrave; stato pilota di F1, negli anni &#39;90 con la Minardi. Ora tocca ai pronipoti Enzo (gi&agrave; in Ferrari e Red Bull Academy)e Pietro (attualmente terzo pilota Haas) Fittipaldi, figli di , portare avanti la tradizione corsaiola del DNA di famiglia in Formula 1 e non solo.&nbsp;  &nbsp; 

<p>Il fratello del due volte campione del mondo Emerson, &egrave; morto in ospedale a San Paolo in Brasile</p> 

Addio a Wilson Fittipaldi: l&#39;ex pilota di F1 aveva 80 anni

In attesa di scoprire se al volante ci sar&agrave; Sebastien Ogier, che ne ha saggiato le potenzialit&agrave; di recente, con una sessione di test, Ford Fiesta WRC 2017 si svela nelle sue forme definitive, senza pi&ugrave; le camuffature che hanno caratterizzato gli esemplari di sviluppo. Lo fa a distanza di pochi giorni dalla presentazione della nuova generazione dell&#39;utilitaria, riproponendone gli stilemi. Nuovo muso, nuovi gruppi ottici anteriori e posteriori, nuova calandra, sono i particolari che immediatamente la differenziano dalla Fiesta RS WRC. Il regolamento tecnico delle WRC Plus, poi, fa il resto.&nbsp;  Ben il 95% del progetto &egrave; stato elaborato partendo da un foglio bianco. La veste aerodinamica molto pi&ugrave; spinta si accompagna a un propulsore 1.6 litri turbo accreditato di 380 cavalli e 450 Nm. Sono serviti 6.392 km di test a M-Sport per sviluppare la Fiesta WRC, con l&#39;obiettivo dichiarato di tornare al successo nel 2017. &laquo;L&#39;ingresso in una nuova era del mondiale rally porta un&#39;emozione generale nel team, a ragione, visto che ritengo abbiamo creato qualcosa di estremamente speciale con la nuova Ford Fiesta WRC.&nbsp;  Avendola guidata personalmente, posso dire che &egrave; una delle pi&ugrave; impressionanti auto che abbiamo mai realizzato. E&#39; esaltante da guidare, ha un sound fantastico e l&#39;aspetto &egrave; sensazionale&raquo;, le parole di Malcom Wilson.&nbsp;  WRC: ordine di partenza e calendario, le novit&agrave; 2017  &laquo;Tutti i team partiranno alla pari e sono fiducioso sul fatto che abbiamo realizzato un&#39;altra macchina in grado di competere e vincere al massimo livello. Iniziamo la stagione 2017 con un obiettivo in mente: tornare sul gradino pi&ugrave; alto del podio&raquo;. M-Sport che fornir&agrave; anche le Fiesta R2 per il campionato Junior WRC nel 2017 e 2018.&nbsp; 

<p>Malcom Wilson non ha dubbi su quale obiettivo porsi con la nuova generazione di Fiesta. Attesa sulla scelta di Sebastien Ogier</p> 

Ford Fiesta WRC 2017, M-Sport cerca il ritorno al successo

L&rsquo;incidente di Massa a Budapest nel 2009, l&rsquo;ultimo tragico impatto di Wilson con un pezzo di musetto staccatosi da un&rsquo;altra monoposto. Eventi che riportano d&rsquo;attualit&agrave; il tema degli abitacoli aperti e i rischi conseguenti; dopo il cordoglio del motorsport alla famiglia del pilota inglese morto in seguito al trauma riportato nel botto di Pocono, sono Charlie Whiting e Max Chilton a rilanciare l&rsquo;esigenza di soluzioni che proteggano la testa del pilota.  &laquo;Ci stiamo lavorando da un paio di anni con una serie di soluzioni sottoposte a dei test, alcune pi&ugrave; convincenti di altre. L&rsquo;approccio in stile cockpit di un caccia ha degli aspetti negativi che superano quelli positivi. Sul tavolo ci sono altre due idee, la prima in linea con quanto suggerito da Mercedes&raquo;, spiega. Si tratta di una struttura a V con un pilone centrale, interamente aperta, riproposta su Autosprint del 4 agosto tra gli interventi che potrebbero caratterizzare le monoposto del 2017. &laquo;E&rsquo; una soluzione che non copre il pilota, pu&ograve; essere estratto dalla monoposto &ndash; una delle cose pi&ugrave; importanti -. Stiamo valutando anche un altro dispositivo, con profili ad altezze differenziate, da collocare nella pare superiore del telaio, davanti al pilota, con angolature che li rendano quasi invisibili al pilota&raquo;, aggiunge ad Autosport.  Si dice sicuro che prima o poi arriver&agrave; il giorno di una protezione per la testa che diminuisca i rischi di impattare contro oggetti volanti: &laquo;Dobbiamo perseverare, fare qualcosa, anche se non garantir&agrave; al 100% la protezione del pilota in tutte le circostanze&raquo;. Max Chilton, impegnato quest&rsquo;anno nella Indy Lights Series, aggiunge: &laquo;L&rsquo;area del cockpit, le nostre teste, restano una zona vulnerabile della monoposto. Il resto &egrave; incredibilmente sicuro, servir&agrave; spingere per un nuovo disegno di cockpit chiusi. Di recente &egrave; capitato troppo spesso, so che si &egrave; trattato di un incidente spaventoso, ma c&rsquo;&egrave; molto di pi&ugrave; che possiamo fare&raquo;, dice a Sky Sports UK. Caldeggia l&rsquo;adozione di una cupola chiusa, da migliorare nel design per agevolare l&rsquo;uscita del pilota, spiegando che, nel caso della struttura aperta di &ldquo;scuola Mercedes&rdquo;, &laquo;ci sono diversi incidenti, specialmente come quello di Jules, nel quale non credo sosterrebbe l&rsquo;impatto; penso che sia da seguire la strada della cupola, garantendo una soluzione per poter uscire, magari con un&rsquo;apertura forzata da qualcosa&raquo;.  Fabiano Polimeni

Charlie Whiting e Max Chilton invocano soluzioni per proteggere i piloti dopo la morte di Justin Wilson a Pocono

Morte Wilson, Chilton: s&igrave; al cockpit chiuso

Indycar Pocono: l'incidente di Justin Wilson

Justin Wilson non ce l&rsquo;ha fatta. Se ne va a 37 anni il pilota inglese, troppo grave il trauma alla testa causato dall&rsquo;impatto con un pezzo del musetto staccatosi dalla monoposto di Karam, domenica scorsa a Pocono. Lascia la moglie Julia e due figlie.  &laquo;E&rsquo; un giorno triste per la Indycar e l&rsquo;intera comunit&agrave; del motorsport. Le straordinarie capacit&agrave; di guida di Justin si accompagnavano alla sua gentilezza e umilt&agrave;, che lo hanno reso uno dei personaggi pi&ugrave; rispettati del paddock&raquo;, commenta Mark Miles &ndash; CEO di Hulman &amp; Co. &ndash; in un comunicato stampa diramato dalla Indycar. &laquo;Il mondo delle corse &egrave; una grande famiglia e i nostri sforzi andranno nella direzione di raccoglierci intorno alla famiglia di Justin per assicurarci che abbiano il supporto di cui necessitano in questo momento incredibilmente difficile&raquo;.  Nel corso della giornata di luned&igrave; non erano emerse novit&agrave; significative nel quadro clinico di Wilson, elitrasportato al Lehigh Valley Hospital&ndash;Cedar Crest di Allentown immediatamente dopo l&rsquo;impatto a Pocono, quando mancavano 20 giri al termine della corsa. Una lunga carriera alle spalle, con trascorsi anche in Formula 1, nel 2003, quando corse per Minardi e Jaguar, andando a punti nel Gran Premio degli USA a Indianapolis. Prima ancora, un titolo in Formula 3000 nel 2001, poi l&rsquo;approdo Oltreoceano nel campionato GrandAm nel 2006, non senza aver fatto una puntata a Le Mans nel 2004.  In Indycar il debutto avviene nel 2008, con il team Newman Haas Lanigan, con il quale disputa 16 gare ottenendo una vittoria e 2 podi, piazzamento che replica anche nel 2009. Nel 2013 agguanta quattro podi, e in 174 partenze nel campionato ha conquistato 8 pole position, l&rsquo;ultima nel 2012. Non &egrave; ancora stata resa nota la data dei funerali, mentre viene reso noto che &egrave; stata aperta una sottoscrizione per raccogliere dei fondi da destinare ai figli di Wilson.  &laquo;Siamo profondamente addolorati dalla scomparsa di Justin Wilson. Era un pilota straordinario, un valido componente del nostro team e un rispettato rappresentante del nostro sport. Sebbene abbia fatto parte del team Andretti per un breve periodo, &egrave; bastato un istante per entrare per sempre nella famiglia Andretti. La sua carriera a la sua vita sono una storia di classe e passione insuperabili, le nostre preghiere e pensieri vanno alla famiglia Wilson e a tutti i tifosi&raquo;, si legge in un comunicato del team Andretti Autosport.  Cordoglio, ovviamente, anche tra i piloti, espresso per tutti da Ed Carpenter: &laquo;Parlo in rappresentanza di tutti i piloti della Indycar Series. Sono giorni come questo a essere estremamente duri per tutti noi. Vogliamo semplicemente porgere le nostre condoglianze alla famiglia di Justin, ai suoi genitori, alla moglie Julia, alle figlie Jane e Jess e al fratello Stefan. Justin era un gran professionista, oltre ci&ograve; era un gran ragazzo, uno dei pochi, se non il solo, che era un amico per tutti nel paddock. Per me, quanto ha passato Justin negli ultimi anni, come abbia lavorato duramente per tornare al volante quest&rsquo;anno con l&rsquo;occasione avuta in Andretti, ritengo rappresenti al meglio il perch&eacute; lo amiamo: ha lottato duramente per rientrare. Stava facendo ci&ograve; che amava, quel che tutti noi amiamo ed &egrave; il motivo stesso per cui torneremo a correre onorando la sua memoria&raquo;.  &nbsp;  Fabiano Polimeni    IndyCar: ansia per Wilson in coma in ospedale  &Egrave;&nbsp;finita male la penultima gara stagionale della Indycar sul veloce ovale di Pocono. Al 179&deg; giro dei 200 in programma, dopo una serie di interminabili situazioni di &ldquo;caution&rdquo; per incidenti&nbsp;e&nbsp;pulizia della pista,un gravissimo incidente ha coinvolto il pilota inglese Justin Wilson del team Andretti.  Karam che conduceva la corsa, al restart ha perso il posteriore della sua vettura urtando con estrema violenza le barriere. Un pezzo della sua Dallara, probabilmente parte del musetto, volata in aria ha colpito il casco di Wilson ad alta velocit&agrave;. Il pilota inglese evidentemente ha subito perso conoscenza e la sua vettura senza controllo ha colpito frontalmente le protezioni interne dell&rsquo;ovale. Subito soccorso per lunghi interminabili minuti direttamente sul luogo dell&rsquo;incidente, Justin &egrave; poi stato trasportato in elicottero al pi&ugrave; vicino ospedale attrezzato, il Leigh Valley Health Network, ad Allentown, in Pennsylvania.&nbsp;Quando in Italia era notte fonda, l'ospedale ha diffuso&nbsp;un comunicato informando che&nbsp;Wilson giace in coma per gravi ferite alla testa.  La dinamica ricorda quella dell'incidente di Massa del 2009, che con il casco colp&igrave; una molla persa dalla BrawnGp di Barrichello. Ma in questo caso il detrito che ha colpito Wilson era pi&ugrave; grande&nbsp;e la velocit&agrave; d'impatto superiore, cosa che ne amplifica la massa nell'urto.      Gi&agrave; in circuito si era intuita la gravit&agrave; della situazione perch&eacute; prima di avere notizie&nbsp;sulle condizioni del pilota &egrave; trascorso parecchio tempo e questo non &egrave; mai un buon segnale; poi le prime informazioni hanno comunicato che Wilson aveva&nbsp;riportato ferite alla testa e questo era abbastanza evidente, ma non era&nbsp;dato sapere la gravit&agrave; di tali ferite. L'immediato ricorso all'elicottero e la partenza verso l'ospedale di Allentown ha fatto capire la gravit&agrave; della situazione.  Su Twitter tutti i team principal hanno mostrato la loro vicinanza al pilota britannico cos&igrave; come il mondo del motorsport che piano piano veniva a conoscenza del dramma.Wilson &egrave; un pilota inglese, di Sheffield e ha anche corso una stagione in F1, nel 2003, prima con la Minardi &nbsp;dalla quale a met&agrave; campionato pass&ograve; poi alla Jaguar ottenendo un punto iridato&nbsp;nel Gp Usa con l'8&deg; posto.  La corsa &egrave; poi ripresa a una decina di giri dalla fine e ha visto Hunter-Reay, pilota del&nbsp;team Andretti e compagno di squadra di Wilson,&nbsp;superare Newgarden mentre Chaves che era al comando in quel momento, si &egrave; dovuto fermare per la rottura del motore provocando l&rsquo;ennesima gialla a tre tornate dal traguardo. La gara &egrave; finita&nbsp;in regime di caution.  Montoya a una gara dalla conclusione del campionato rimane il leader con 500 punti grazie al terzo posto ottenuto dopo una prova decisamente accorta; solo nelle battute finali, come accaduto a Indianapolis, si &egrave; scatenato. Rahal, secondo in classifica generale, si &egrave; ritirato per un incidente innescato da un precipitoso Vautier che ha tentato un sorpasso pressoch&eacute; impossibile andando a eliminare il pilota americano. Rahal ha poi veemente protestato contro Vautier e da meno 9 punti che aveva da Montoya &egrave; precipitato a meno 34. Incidenti anche per Castroneves, Bourdais, Kanaan, Andretti, Hawksworth che ha peso una ruota e colpito Kimball.&nbsp;Nel caos&nbsp;addirittura una volpe ha attraversato&nbsp;il tracciato!  Domenica prossima&nbsp;sulla pista stradale di Sonoma&nbsp;si chiuder&agrave; il campionato con questa situazione di classifica: 1.Montoya 500; 2.Rahal 466; 3.Dixon 453; 4.Power 439; 5.Castroneves 423. Ma tutti i pensieri sono ora rivolti a Wilson.  Massimo Costa  &nbsp;  &nbsp;

L&rsquo;impatto a Pocono &egrave; stato fatale. Se ne va a 37 anni, in carriera un titolo di Formula 3000 e l&rsquo;esperienza in Formula 1.

Indycar, Justin Wilson non ce l'ha fatta

Strepitosa vittoria di Michela Cerruti in AutoGp a Imola. La pilotessa milanese ha vinto gara-2 mostrando bravura, velocit&agrave; e autorevolezza. &Egrave; la prima vittoria di una donna in una gara di livello internazionale su una monoposto dal 2008, da quando Danica Patrick vinse una corsa di IndyCar a Motegi in Giappone. Prima ancora, bisogna tornare indietro di 34 anni, a Desire&eacute; Wilson che vinse in Formula Aurora (una categoria di ex F.1) in Inghilterra.  La Cerruti ha dominato fin dai primissimi giri la corsa, tenendo alle spalle Kevin Giovesi che l&rsquo;ha attaccata fin dai primi giri e optando per una&nbsp;buona strategia nel pit stop obbligatorio, dove si &egrave; fermata solo a 4 giri dalla fine sostituendo le gomme anteriori invece delle posteriori come la maggior parte dei rivali. Ha fatto cos&igrave; perch&eacute; sono pi&ugrave; rapide da smontare e rimontare permettono di risparmiare un paio di secondi nello stop. Con questa mossa si &egrave; ritrovata in testa anche alla ripartenza dai box nonostante il tentativo di recupero di Varhaug e Sato che a suon di giri veloci speravano di scavalcarla.  In gara-1 la vittoria era andata proprio al giapponese Sato, confermatosi leader della serie AutoGp, davanti a Giovesi e al giovane comasco Roda, con la Cerruti quinta per un calo di motore nel finale.  &nbsp;

Ha vinto a Imola nella AutoGP, la prima volta dopo Danica Patrick in IndyCar nel 2008

6 risultati per 'wilson'

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