I sogni della Rossa infranti dopo 11 giri

La grande partenza di Vettel aveva illuso, un pit stop discusso ha rimesso tutto in gioco. Sebastian ha chiuso 2°: nella F.1 moderna non si può più prescindere dall’usura delle gomme. Così Hamilton ha riaperto tutti i giochi

Andrea Cordovani

13.06.2016 15:51

«Ma perché hai fatto quel pit-stop?». La domanda sulla quale ruota tutta la discussione sul Gp del Canada, l’ha fatta Lewis Hamilton a Sebastian Vettel poco prima di salire sul podio, appena conquistata la seconda vittoria di fila, quella che ha definitivamente riaperto il Mondiale di F.1. Ha sorriso un po’ impacciato il ferrarista mentre ai microfoni di Sky a preciso interrogativo Maurizio Arrivabene ha risposto «Col senno di poi non è stata una strategia giusta, ma certamente lo era in quel momento».

Dura undici giri la grande illusione della prima vittoria stagionale ferrarista ed evapora dopo una partenza da urlo di Seb al via davanti alle Mercedes ancora una volta una contro l’altra, ruota a ruota senza cedere posizioni. Il muretto Ferrari era schizzato in piedi come a casa i tifosi della Rossa sul divano. Un semi-delirio durato fino all’arrivo della virtual safety car. Poi, il rientro ai box e tutta una serie di inevitabili rimpianti perché il salto dalla seconda fila di Vettel era stato entusiasmante, così come la leadership presa con autorità già alla prima curva. E il vantaggio che Vettel aveva subito costruito su Hamilton aveva mostrato una Ferrari con un passo per tutti inavvicinabile.

Elementi che poco si conciliano con un secondo posto finale. Ma purtroppo la F.1 moderna non può prescindere dall'usura delle gomme, dal loro degrado. E quando la Mercedes dimostra di avere oltre 13 giri di vantaggio in termini di usura, c'è poco da fare, anche se quella sosta. «Era un azzardo, un rischio da prendere ed è difficile da comprendere quando sei testa e anche più veloce», ha spiegato Jacques Villeneuve. Un rischio che non ha pagato e che allunga ancora l’attesa con la prima vittoria della Rossa nel Mondiale F.1 2016.

Ora incombe il velocissimo cittadino di Baku che propone un rettilineo di 2,2 km: il Gp d’Europa in terra azera è la grande novità di questa stagione e anche uno snodo decisivo nell’economia di un campionato che sta tornando prepotentemente nelle mani di Hamilton.

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