E adesso che sia tempesta nel deserto

E adesso che sia tempesta nel deserto

Dalla Cina si va in Bahrain sull’onda lunga di una sfida totale che è molto tecnica ma soprattutto umana. E la F.1 torna a far battere il cuore

Andrea Cordovani

10.04.2017 15:12

C’è un grande duello uomini dentro a un faccia a faccia ipertecnologico, in questa F.1 2017 che dalla Cina irrompe in Bahrain senza una sosta ma con le idee abbastanza chiare. Da Shanghai si va subito a Sakhir pochi giorni dopo un 2° round iridato che ha riportato alla vittoria la Mercedes, tornata anche regina nel Mondiale Costruttori, ma confermato lassù anche la Ferrari che ora insegue a un solo punto le Frecce d’Argento.

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Hamilton e Vettel, invece, sono appaiati in vetta a un Mondiale Piloti che, se le premesse sono queste, sarà combattuto fino all’ultima curva dell’ultimo Gp. Ma stavolta non sarà una lotta tra compagni di squadra a far saltare fuori il campione del mondo, ma uno scontro, molto inedito, tra Lewis e Sebastian. I due dopo Melbourne hanno continuato a scambiarsi abbracci anche in Cina e molto probabilmente lo faranno anche nel prossimo week-end in Bahrain se il destino della gara andrà loro incontro com’è capitato nelle prime due sfide con i nuovi mostri. 

Sì, proprio loro. Le monoposto 2017. Belle, velocissime e affascinanti. Capaci di essere esaltate da uomini con gli attributi. Hamilton, Vettel, Verstappen: non è un caso se in una gara bizzarra come il Gp di Cina alla fine sono stati questi tre a tessere le tele più belle. A mettere in vetrina qualità fuori dal comune. Tutto molto bello soprattutto perché non previsto nella lunga vigilia iridata, quella nella quale nessuno metteva neanche un centesimo su un inizio così da parte della Rossa condannata solo a inseguire, impossibilitata a godere.

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È per questo che alla vigilia della sfida nel deserto del Bahrain e lontano dal cielo pieno di smog della Cina c’è tanta attesa. E aria da tempesta. Finalmente nei piani alti del Mondiale c’è lotta anche tra non coinquilini, il Rosso e l’Argento sono i colori che vanno entrambi di moda quest’anno, anche se sono impegnativi da portare, anche se ti costringono a guardare sempre avanti e mai indietro. Indietro si è, invece, guardato Antonio Giovinazzi che dopo 4 giri in Cina, al 2° Gp in carriera, è andato a sbattere pressappoco nello stesso punto dove già in qualifica aveva modificato la carrozzeria della Sauber. Ma guai adesso a fargli il processo. Il ragazzo di Martina Franca è uno che dagli errori trae sempre un ottimo insegnamento.

Giovinazzi, il secondo errore non si scorda mai

Merita tutte le chances che si è conquistato solo grazie al suo piede destro. Quello che ha portato a dire Helmut Marko: «Giovinazzi? Impressionante e immediatamente veloce: chissà, forse, presto ci sarà un nuovo italiano alla Ferrari». Una frase che il Dottore ha buttato li prima del doppio crash di Antonio. E che rimane nonostante due carrozzerie che hanno cambiato i connotati.


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