L'editoriale del Direttore: quanto conta una Ferrari Regina d’Inghilterra

L'editoriale del Direttore: quanto conta una Ferrari Regina d’Inghilterra

La Scuderia allunga nel campionato Piloti e in quello Costruttori. Il Mondiale a Silverstone ha preso una piega forte quanto inattesa,  e tra due settimane si scatenerà il Gp di Germania in casa di Sebastian VettelL'editoriale del nuovo numero di Autosprint, in edicola dal 10 luglio.

Andrea Cordovani

09.07.2018 14:50

A casa loro ah, ah, ah «Qui a casa loro, ah, ah ah». L’urlo di Sebastian Vettel incendia le frequenze radio, è musica dolce e a palla per il popolo della Rossa, per una vittoria inattesa e clamorosamente bella. Questo non è un successo come tutti gli altri per la SF71H. Questo è un successo che può spostare l’inerzia della stagione e con un peso specifico prepotente diverso. Questa più che una vittoria è un sogno mostruosamente proibito che si realizza per la Scuderia del Cavallino…

Esterno Silverstone, marea inglese rumorosa e abbacchiata. Con la Ferrari regina d’Inghilterra il clima nel Mondiale di F.1 s’è fatto rovente. La gara (finora) più bella dell’anno si risolve in un trionfo per la Scuderia Ferrari che allunga di altri 7 punti (siamo a +8) con Seb Vettel nel campionato Piloti e ne guadagna altri 10 (+20) in quello Costruttori.

Battuta in casa la Mercedes accusa il colpo e anche la manovra con la quale Raikkonen ha costretto Hamilton a una favolosa rimonta fino al 2° posto. Chissà che cosa dice adesso Lewis del suo idolo di quando giocava ancora alla playstation. Quel Kimi Raikkonen in quei tempi punta di diamante McLaren.

Di sicuro si sa come la pensa Toto Wolff che si presenta alle televisioni con un diavolo per capello. Irritatissimo. Stavolta anche lui, di solito molto ciarliero con la nostra lingua, parla solo inglese. Accusa Kimi pesantemente e lo fa usando le parole dell’ex ferrarista Allison seconda cui la manovra di Kimi sarebbe stata o deliberatamente fallosa o compiuta da un incompetente. «Sono due gare che ci buttano fuori», ha poi aggiunto il capo delle Frecce d’Argento cercando poi di gettare acqua sul fuoco innescato dalle parole di Allison.

La sconfitta è una brutta bestia. Lo dice anche Maurizio Arrivabene appena avuta la certezza che la bandiera inglese è stata piantata a Maranello. E sbotta: «Allison dovrebbe vergognarsi». Camicia bianca, sguardo determinato, capelli un po’ impazziti il team principal della Rossa s’è presentato ai microfoni di Sky in versione The Rokes, quelli che 51 anni fa imperversavano col 45 giri dal titolo “Bisogna saper perdere”.

E per la seconda volta consecutiva si toglie un altro sassolone dalle scarpe: «Quando non sei abituato a prendere batoste, fatichi a prenderle». E poi ancora: «Questa vittoria è anche una lezione per noi di come ci si comporta…». Era inevitabile che prima o poi si arrivasse anche alle scintille delle lingue arroventate. Fa parte del gioco e dell’umana vita quotidiana. Si è alzato il livello della tensione. E non mancano i siluri. Da parte di chi ha vinto (facile) fino all’altro ieri e da parte di chi si è abituato a prendere grandi ceffoni ma ha saputo rimanere in piedi e ora non vede l’ora che venga il suo turno per menare le mani…

«Vincere qui non era facile, perché l’Inghilterra è la patria di squadre come Mercedes, Red Bull, McLaren, Force India, Williams e tante altre. Per questo motivo, la vittoria a Silverstone ha un significato particolare», sottolinea Arrivabene e dice anche che i ragazzi della Rossa hanno già girato pagina appena chiuso il Gp d’Inghilterra e che guardano avanti. Avanti c’è ora il Gp di Germania tra due week end in casa di Sebastian Vettel. Che sbarca a Hockenheim da leader di un Mondiale davvero esaltante e ora anche avvelenato dalle polemiche.


  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi