L'editoriale del Direttore: non doveva finire così

L'editoriale del Direttore: non doveva finire così

Dopo Hockenheim il Mondiale di F.1 sbarca a Budapest, nella consapevolezza di una Ferrari in grado di onorare fino in fondo Marchionne. Ma tutto il dolore resta. L'editoriale del nuovo numero di Autosprint, in edicola dal 24 luglio.

Andrea Cordovani

23.07.2018 14:45

«A fine 2018 confermerò l’addio alla FCA per restare presidente del Cavallino a tempo pieno. Il futuro di quest’azienda è tutto da scrivere ed è molto più ricco di quello che abbiamo visto finora». Ci sono parole che mettono i brividi a riascoltarle a pochi mesi di distanza. Non c’era ancora il destino a nascondersi crudele quel giorno di dicembre del 2017 in cui a Maranello Sergio Marchionne guardando dritto negli occhi Piero Ferrari tracciava il suo futuro col sorriso che gli riempiva il volto, mentre la voce tradiva una certa emozione. No, non è così che avrebbero dovuto andare le cose… Non è così che avrebbe dovuto chiudersi l’era del presidente col maglione sempre pronto a difendere i suoi uomini in Rosso di quel reparto corse tirato su a sua immagine e somiglianza. Quegli stessi uomini in Rosso che non sono riusciti a regalargli la vittoria al Gp di Hockenheim.

Nel weekend più duro, nel momento in cui anche il rivale Hamilton sembra definitivamente in crisi, con le notizie sul dramma del presidente che si fanno sempre più terribili, Sebastian Vettel inciampa dentro un errore madornale che riporta tutti coi piedi per terra e lascia un vuoto pesante nella classifica. Un errore proprio nel momento meno indicato, quello del tedesco, davanti al suo popolo e sulla pista che conosce meglio, una scivolata contro le barriere che rimescola ancora una volta le carte nel Mondiale di F.1 e di fatto vanifica l’impresa di Silverstone. Ancora una volta si ribaltano le situazioni in classifica con Lewis Hamilton e la Mercedes tornati in sella al Mondiale Piloti e al Mondiale Costruttori.

Una scoppola indigesta, indigeribile, pesantissima dalla quale ora la Ferrari del nuovo presidente John Elkann e dell’amministratore delegato Louis C. Camilleri riparte nella consapevolezza di avere a disposizione una Rossa in grado di onorare fino in fondo Marchionne. «In un weekend così particolare sarebbe stato importante portare una vittoria a casa e la nostra macchina aveva dimostrato di essere all’altezza del compito. Purtroppo le cose non sono andate in questo modo. Ripartiamo subito per l’Ungheria, decisi a dare il massimo prima della pausa estiva».

Team Principal dalle spalle larghe Maurizio Arrivabene è consapevole del momento difficile ma è anche certo che la SF71H ha tutto per giocarsela fino in fondo. Adesso si torna subito in pista. Da Hockenheim il Mondiale di F.1 sbarca a Budapest dove l’anno scorso fu festa grande con un’indimenticabile doppietta della Ferrari. C’era anche Marchionne quel giorno, nell’orgogliosa bolgia rossa in Ungheria. «Vittoria sofferta ma bellissima: non mi ricordo quale fosse l’ultima vittoria a cui ho assistito dal vivo», dichiarò il presidente. Era la prima vittoria-live da numero uno del Cavallino. «Ma ora lasciateli lavorare questi ragazzi…». Già, ma non doveva andare a finire così.


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