L'Editoriale del Direttore: tempesta di dubbi nel deserto

L'Editoriale del Direttore: tempesta di dubbi nel deserto

Ferrari chiamata al riscatto, in un'attesa prova d'appello, che vende anche Hamilton obbligato a ridimensionare Bottas

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Andrea Cordovani

26.03.2019 10:07

Desert storm. Una vera tempesta (di dubbi) nel deserto del Bahrain che non è certo l’ultima spiaggia per la Ferrari, ma una bella prova della verità dopo un Gp d’Australia che ha subito riportato tutti con i piedi per terra. La doppietta Mercedes e il terzo posto della Red Bull con le due SF90 giù dal podio hanno dipinto uno scenario inatteso, dopo i test pre stagionali di Montmelò.

Analizza su questo numero Alessandro Gargantini: "In Australia Vettel ha subito un distacco di 7 decimi in qualifica da Hamilton e ben 57” da Bottas, numeri inattesi e inspiegabili che portano a pensare che si sia verificato qualcosa che va al di là di una prestazione non convincente. Le SF90 non lavoravano correttamente sull’irregolare asfalto australiano. L’esito della corsa è stato condizionato da una monoposto che non ha trovato il giusto feeling con la pista sin dal venerdì e che, nonostante il lavoro svolto dallo staff tecnico, la strada per riportare le SF90 su livelli di competitività in linea con quelli espressi nei pre-season test non sia stata individuata. Si è parlato di pista anomala (anomala per tutti) ma si può realmente ricondurre l’esito del primo Gp 2019 alla specificità della pista, con le sue asperità acuite dal vento? E poi ancora, è possibile che le nuove ali anteriori e configurazioni aerodinamiche abbiano reso le monoposto di questa stagione così sensibili che ogni piccolo intervento tecnico, oppure semplicemente le mutate condizioni esterne come le specificità di una pista, inneschino un effetto leva che porta a divari prestazionali così ampi? Rimane poi un ultimo interrogativo, che riguarda il deficit in termini di velocità massima delle Ferrari. Sono conseguenza dei problemi di assetto che hanno reso le monoposto in grado di portare fuori dalle curve una velocità inferiore o sono frutto di una scelta legata a problemi di surriscaldamento dei motori che hanno portato a un sottoutilizzo delle powertrains? Gli interrogativi al ritorno da Melbourne, pertinenti o meno, sono molteplici e soltanto lo staff tecnico della Casa del Cavallino ha gli elementi per trovare la giusta quadratura, in vista del prossimo fine settimana…".

Intanto proprio da Sakhir nel prossimo week end riparte anche la stagione della F.2 che avrà tante belle storie da raccontare e un protagonista già sotto ai riflettori: Schumi jr. C’è grande attesa per vedere in azione Mick in una categoria che potrebbe fare da trampolino di lancio per il figlio di Michael e riportare il cognome Schumacher sulla griglia di partenza del Circus della F.1. Infine l’ultima annotazione è sulla F.E che a Sanya, complice anche il tracciato, ha fatto registrare il numero di ritiri più elevato di tutta la storia della specialità. Un ePrix tosto vinto da Jean-Eric Vergne e carte per la corsa al titolo (sia piloti che squadre) ancor più rimescolate. Adesso la serie si prepara a sbarcare in Europa e il primo appuntamento nel vecchio Continente è l’Eprix di Roma che lo scorso anno ha debuttato tra gli applausi nella serie elettrica. E il clima della vigilia è già frizzante... l


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