ePrix Messico, Di Grassi: "La mia miglior gara in Formula E"

ePrix Messico, Di Grassi: "La mia miglior gara in Formula E"
L'epilogo dell'ePrix premia Di Grassi, Da Costa e Mortara. Il podio, a piloti che hanno gestito meglio l'energia disponibile in un ePrix che si è acceso solo nell'ultimo giro

Fabiano Polimeni

17.02.2019 ( Aggiornata il 17.02.2019 13:29 )

Gara diversa delle tre uscite precedenti, l’ePrix di Città del Messico. Accade tutto nell’ultimo giro: la vittoria di Di grassi, il podio di Mortara, l’arretramento di Wehrlein. Colpi di scena dettati dalla gestione dell’energia nel corso dei 45 minuti di corsa, più un giro. Quel giro ha affossato le speranze di tanti, di Wehrlein e delle due Nissan, anzitutto.

Vince Di Grassi, primo successo per Audi Sport con la monoposto Gen2 e il pilota brasiliano racconta la tattica che lo ha portato a mettere pressione sulla Mahindra di Wehrlein nel finale:È stata probabilmente la miglior gara che io abbia corso nella carriera in Formula E. Inizialmente si è trattato di restare calmo e preservare energia, alla fine, di centrare le giuste manovre di sorpasso, perché è estremamente difficile passare in una pista come Città del Messico”.

Tanti scambi di posizione nelle retrovie, alcuni agevolati dall’Attack Mode, come Mortara su Massa. Attivazione dell’Attack Mode che ha fatto perdere una posizione a Oliver Rowland, a commettere una sbavatura e finire largo, dopo essere passato nel segmento che valida l’attivazione della modalità da 304 cavalli per 4 minuti.

“Ho superato Oliver Rowland quando ha attivato il suo Attack Mode, poi Pascal ha difeso la posizione in modo molto aggressivo ma sono riuscito comunque a passarlo in un ultimo giro folle. L’adrenalina era al massimo e stentavo a credere che avesse funzionato. Grazie a tutta Audi Sport, che ha lavorato così duramente per realizzare un gran macchina”, conclude Di Grassi, che recupera punti e posizioni nel mondiale Piloti.

Punti che avvicinano anche Felix Da Costa al (confermato) leader di campionato, Jerome D’Ambrosio. Ora il portoghese ha 7 punti di ritardo e, di fatto, centra l’obiettivo di una gara di nuovo nelle posizioni alte della classifica, dopo il ritiro di Marrakesh e i problemi sofferti a Santiago del Cile. “Prima del week end dicevo che avremmo avuto bisogno di dare tutto per raccogliere più punti possibili. Essere riusciti a centrare il secondo posto senza dubbio è una grande motivazione per tutta la squadra”, commenta.

Il leit-motiv dell’ePrix in Messico è stata la gestione del passo, che ha ingessato la corsa nelle prime posizioni. La mia gara è stata piuttosto tranquilla, ho avuto un breve momento di tensione in curva 3, con Buemi, quando io ero in Attack Mode e pensavo di aver completato l’attacco. Era troppo rischioso e, in realtà, ho finito per toccare la macchina, da lì il volante non era del tutto dritto, per l’80% della gara: avrebbe potuto concludersi in modo decisamente peggiore, perciò siamo stati fortunati.

Ci sono voluti 3 o 4 giri per farci l’abitudine e, sinceramente, quando ho scavato un po’ di margine sui piloti alle mie spalle, sono rimasto lì, ho gestito l’energia e raccolto i frutti alla fine. Ho preso un po’ di distanza da Lucas nel finale perché sapevo sarebbe stata una chiusura folle”: tolte le due Nissan per l’esaurimento dell’energia all’ultimo giro e tolto Wehrlein per la penalizzazione (5” applicati al tempo finale a seguito del taglio di chicane nella manovra per difendersi da Di Grassi), BMW trova tre posizioni in un giro.

Valgono il podio per Edoardo Mortara, su una Venturi in gran spolvero nelle qualifiche con Felipe Massa e con Mortara sui 45 minuti di gara: “Se vuoi accumulare risultati, devi correre una gara perfetta e ho provato a correrne una intelligente, soprattutto considerando le pazze lotte che hanno ingaggiato tutti gli altri.

Tutti provavano il sorpasso in spazi che non c’erano, io mi sono assicurato di non toccare altre ruote e sono rimasto paziente, consumando meno degli altri. Alla fine avevo tanta energia residua, talmente tanta che avrei potuto accendere un barbecue. Non appena ho agganciato il gruppo di testa ero sesto e, per noi, si tratta già un gran risultato, perciò me ne sono stato lì, paziente; non stava accadendo nulla, poi all’improvviso, all’ultimo giro è diventato Natale: due macchine ferme, una con un drive-through ed ecco il podio”.


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