L'ordine impartitogli via radio a Hockenheim dal box Ferrari, proprio non l’ha digerito. E alla vigilia delle prove libere del Gran Premio di Ungheria, durante la conferenza stampa del giovedi, Felipe Massa, incalzato anche dai giornalisti presenti, ha attaccato a testa bassa:
“Io non sono il numero due. Se mai mi sentissi una seconda guida, quello sarebbe il giorno in cui smetterei con le corse”.
Parole forti, dure, che alla luce di tutto quello che è successo domenica scorsa e della polemioca che ne è seguita, fanno capire che invece di acquietarsi ora la rivalità in seno al team s'è fatta più rovente.
Massa non l'ha detto in modo esplicito, ma la sostanza che traspsare dalle sue parole, più o meno, è che a un altro ordine di scuderia il brasiliano dirà di no. Qualche dubbio? Ecco che cosa ha precisato il brasiliano: “In Ungheria sono venuto per vincere, non per partecipare. L’ho già detto al team, ho parlato con tutti. Io lavoro per la squadra, ma tutti debbono capire il mio punto di vista”.
Il suo punto vista pare un chiaro messaggio per Alonso: a Budapest deciderò io. A questo punto Domenicali e il resto del team hanno l'arduo compito di gettare acqua sul fuoco della rivalità tra i due piloti e fara accettare a Massa le ragioni superiori di squadra. Quanto ad Alonso, ha un solo modo per non frarsi coinvolgere in spiacevoli situazioni: cercare di essere sempre più veloce del brasiliano.
Quello ungherese è un circuito molto guidato e poco veloce, il terzo più lento di tutto il mondiale dopo Montecarlo e SIngapore (la media sul giro è di circa 190 km/h), molto diverso da tutti gli altri dove si è corso finora: a Budapest le doti di trazione della vettura sono fondamentali e mai come in questa pista partire nelle prime file è importante perché i sorpassi sono quasi inesistenti.