Il mistero della doppia Lotus

08.11.2010 ( Aggiornata il 08.11.2010 15:21 )

Quello della Lotus in F.1 è un mistero che sta facendo discutere la F.1. Per decenni la Lotus è stato un pilastro della Formula 1. Della squadra fondata da Colin Champan ormai non resta che il nome; e attorno a questo storico e glorioso nome si è accesa una battaglia. Che potrebbe avere, adesso, nuovi sviluppi. Attualmente esiste una Lotus che noi identifichiamo con le monoposto di Trulli e Kovalainen. Ma è soltanto un marchio, il cui none esatto è Lotus Racing perché il proprietario aveva avuto in uso per un anno il blasonato nome inglese, ma in realtà i possessori della squadra sono imprenditori della Malesia che possiedono una compagnia aerea (Air Asia).

Poi esiste una "vera" Lotus che costruisce automobili da strada, come la Elise e le future Elite e Esprit appena presentate al salone di Parigi. "Questa" Lotus, diretta da personaggi ex Ferrari (Dany Bahar, Claudio Berro, e come designer Donato Coco, il papà della Ferrari 458) stufa dei risultati deludenti dell'altra Lotus, ha deciso di scendere direttamente in campo in F.1 nel 2011. E rileverà le quote (25%) ex Renault dell'attuale squadra di proprietà del gruppo finanziario Genii per cui corrono Robert Kubica e il russo Petrov.

Il nome Lotus, di proprietà del marchio malese Proton, proprietaria del marchio Lotus Cars, quello che produce le auto stradali, dovrebbe passare così sulla ex Renault  “ufficiale”.  Che diventerà quindi l'unica Lotus (da non confondere con l'attuale Lotus di Trulli e Kovalainen) che cambierà nome e dovrebbe diventare 1Malaysia. Quest'ultima avrebbe voluto chiamarsi ancora Lotus nel 2011, ma l'arrivo prepotente della "vera" Lotus Cars la obbliga a cambiare eprché nemmeno Ecclestone vorrebbe due Lotus rivali in F.1!

In questo modo, Renaultsi “sgancia” del tutto dal suo impegno come costruttore e ritorna come semplice fornitore di motori  tre team: la “nuova” Lotus, appunto, la ex Lotus dei malesi (per cui guidano Trulli e Kovalainen) e naturalmente la Red Bull, che sempre a Interlagos ha reso ufficiale il prolungamento del contratto per altri due anni.

Non tutto però fila liscio. Sembra che l’operazione stia creando parecchi attriti interni. E resta il dubbio che, con il passaggio di nome, alcuni contratti-chiave in quella che oggi è la Renault possano saltare. Magari proprio quello di Robert Kubica, che così sarebbe libero di scegliersi un’altra squadra.

Inoltre ora si è messo di mezzo David Hunt, fratello dell'ex campione del mondo F.1 del '76 deceduto anni fa, e dal 1994 proprietario del marchio Team Lotus che era la società che gestiva in pista le F.1 dall'epoca Chapman in poi. Hunt si è legato a Fernandea e al gruppo dei malesi e non vuole rinunciare a impiegare con loro in F.1 il nome Lotus. E minaccia battaglia contro la "vera" Lotus Cars. Come finirà la querelle?

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