Dopo il nord Africa, le manifestazioni di protesta contro i regimi locali si sono estese anche in Medio Oriente. In Bahrain da tre giorni i manifestanti continuano a chiedere le dimissioni del governo. “La brutale violenza che abbiamo visto oggi non dà nessuna possibilità per il governo a continuare – ha dichiarato Mohamed Almizal, parlamentare anziano del gruppo musulmano a maggioranza sciita di Al-Wefaq – Ormai è troppo tardi. Un governo che uccide il proprio popolo non è legittimo”.
Il numero delle vittime della repressione sarebbe di almeno cinque morti, mentre i I feriti accertati a causa del blitz delle forze dell’ordine ammontano a cinquanta.
A causa della tensione nel paese arabo, è stata cancellata la gara della serie GP2 Asia che avrebbe dovuto disputarsi questo fine settimana sul circuito di Barhain, lo stesso sul quale il prossimo 13 marzo è in programma la prima prova del campionato del mondo di Formula 1.
Malgrado l'evolversi negativo della situazione in Bahrain, la Fia assicura che il gran premio di Formula 1 si farà regolarmente e che in tal senso ha avuto conferme dal governo locale.
“Bisogna prima verificare bene qual è la situazione reale – aveva affermato ieri a Dublino Jean Todt, presidente della Federazione internazionale – Non sempre la realtà corrisponde a quanto è raccontato. Poi bisogna agire affrontando in modo corretto il problema. In Bahrain c’è una certa condizione, ma da quanto mi risulta la situazione starebbero migliorando e dobbiamo quindi aspettare”.
(Nella foto, il via del GP del Barhain 2010 vinto da Alonso con la Ferrari)