Pat Fry, lo stratega Ferrari

22.03.2011 ( Aggiornata il 22.03.2011 14:19 )

A Melbourne, prima gara del mondiale Formula 1 2011, ci sarà anche lui sul ponte di comando della Ferrari. Con la complicata qualifica di vice direttore tecnico e capo delle attività in pista, l’ingegnere inglese Pat Fry, 47 anni appena compiuti, è pronto a usare le armi che ha sviluppato in mezza vita spesa in F.1.

I test invernali sono finiti: è possibile sapere, idealmente, a che punto siete? “È difficile dirolo – risponde Fry – Le variazioni nei tempi sul giro sono sorprendenti. Abbiamo fatto come tutti, considerando le simulazioni di gara e poi prendendo a riferimento le sequenze di giri brevi che precedevano queste simulazioni (le “prove di qualifica”, ndr) e assumendo che fossero fatte con poca benzina. Ma anche così, non sai se gli altri girassero con cinquanta o con dieci chili di carburante. Negli ultimi due anni le stime si sono fatte più complicate. L’anno scorso per via dei serbatoi grandi, per cui era difficile basarsi sulla quantità di benzina. Quest’anno causa l’ala mobile. Bisogna controllare i riferimenti della velocità massima, perché usare o non usare il flap può significare differenze sul giro da mezzo secondo a un secondo, a seconda delle piste”.
 
Quindi niente conclusioni definitive? “La Red Bull – spiega l’ingegnere inglese – sembra ancora il team da battere, noi ci siamo avvicinati, specialmente nell’ultimo test, a Barcellona. La Mercedes sembrava messa male fino a prima dell’ultima sessione. Ma adesso sono molto forti”.

Il tempo della Mercedes di Michael Schumacher a Barcellona è stato ottenuto con le gomme morbide mentre voi avete usato le super morbide. Quella prestazione, per voi, era raggiungibile? “Se ci si riferisce a quel tempo in particolare, sì, direi che eravamo molto vicini. Ma ancora una volta lo ripeto, avevano 10 o 30 chili di benzina a bordo? Ricordo che nel 1998, quando ero alla McLaren, non usammo mai meno di 60 chili nei test fino a Melbourne”.

Ma adesso lei è in Ferrari. A fare cosa, esattamente? “All’inizio è stato bello potersi guardare attorno, vedere cosa funziona bene e cosa si può migliorare. Da come collaudiamo le varie cose a come, in effetti, lavora la monoposto. Facevo paragoni, intervenendo su più gruppi di persone, per migliorare la metodologia di lavoro. Negli ultimi sei mesi abbiamo fatto grandi progressi per capire cosa vogliamo dalla monoposto. Adesso si tratta di farlo diventare realtà! Suppongo sarà un lavoro simile a quello che avrei fatto in McLaren. Stare sul muretto, in mezzo alle due realtà, il box per le strategie e il tipo che sta in pista, per evitare che si facciano sciocchezze”.

(Nella foto, Pat Fry, con gli occhiali, insieme al direttore tecnico della Ferrari, l'ingegnere Aldo Costa)


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