Ferrari alle prese col "mistero dati"

11.04.2011 ( Aggiornata il 11.04.2011 13:17 )

Stefano Domenicali e gli ingegneri Aldo Costa e Pat Fry, subito dopo la conclusione del Gran Premio della Malesia, sono ripartiti per l’Italia. A Maranello avranno parecchio da fare. La priorità numero uno è l’aerodinamica e la definizione delle ragioni per le quali la prestazione della monoposto in pista non corrisponde ai numeri che si leggono in galleria del vento. È un aspetto molto delicato, con delle conseguenze su tutto il processo di sviluppo: meglio seguirlo in prima persona, anche per dare un’ulteriore accelerazione che potrebbe consentire di avere in anticipo, magari già in Cina, alcuni aggiornamenti previsti invece per le gare successive.
 
Il risultato del Gran Premio della Malesia ha confermato quanto si era visto in Australia: in qualifica la Ferrari non è in grado di lottare per le prime due file. In gara, sostengono nelle file della scuderia italiana, soltanto una delle Red Bull, quella cioè di Sebastian Vettel, è fuori dalla portata delle Rosse. Si capisce quindi perché domenica, dopo il GP della Malesia, sia Stefano Domenicali sia l’ingegnere Pat Fry non fossero contenti dei 18 punti che non rispecchiano il potenziale espresso in gara.
 
A Maranello considerano che in Malesia siano stati due episodi che hanno pesato in maniera decisiva sulla gara della Ferrari. Il guasto che ha fatto diventare da mobile ad immobile l’ala posteriore della monoposto di Fernando Alonso, impedendo così allo spagnolo di superare con facilità Lewis Hamilton quando si è ritrovato alle spalle del pilota della McLaren.

Fernando si è quindi dovuto assumere dei rischi in fase di sorpasso – hanno sostenuto alla Ferrari – e si è arrivati così al contatto che gli è costato il podio. Un vero peccato, perché il ritmo dello spagnolo è stato costantemente fra i migliori. Anche Felipe è stato molto competitivo ma un problema nella sostituzione dell’anteriore sinistra in occasione del primo pit-stop gli ha fatto perdere secondi e posizioni preziosi, impedendogli probabilmente di lottare per le prime piazze fino all’ultimo. Questo episodio evidenzia una volta di più quanto sia diventata frenetica l’attività dei team in pit-lane durante la gara”.

La Ferrari ha pagato qualcosa anche nei “pit stop”: sui sette effettuati, soltanto uno, il primo di Felipe Massa, può entrare nel novero di quelli sbagliati, gli altri sono stati più o meno nella norma, alcuni – compreso l’ultimo di Alonso, in cui è stato sostituito il musetto – sono stati molto buoni. “È evidente – hanno fatto sapere da Maranello – che una squadra come la Ferrari deve essere sempre eccellente ed è quindi logico aspettarsi un impegno ancora maggiore per raggiungere un livello di ripetibilità più elevato delle prestazioni.

(Nella foto sotto, la galleria del vento della Ferrari; è stata costruita nel 1997)


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